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PEDAGOGIA SPECIALE E DIDATTICA INCLUSIVA
La Commissione Accoglienza Prof.ssa Coscia Maria Carmela
Proff. Assante Gabriella, D’Amato Antonella Proff. Ambrosino Maria, Petrillo Angelina
LA DIRIGENTE SCOLASTICA Dott.ssa Catia Capasso
ANNO SCOLASTICO 2019-2020
2 SOMMARIO
PEDAGOGIA SPECIALE E DIDATTICA INCLUSIVA ... 3
L’inclusione scolastica, chiave del successo formativo per tutti ... 3
Evoluzione della cultura inclusiva in Italia ... 3
I Bisogni Educativi Speciali ... 4
Alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) ... 4
LA SFIDA DI UN’EDUCAZIONE “SENZA BARRIERE" ... 5
La didattica inclusiva come risposta ai Bisogni Educativi Speciali ... 5
Finalità della didattica inclusiva... 5
Strumenti della didattica inclusiva ... 5
Ambiti di intervento della didattica inclusiva ... 6
Didattica individualizzata e Personalizzata ... 7
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PEDAGOGIA SPECIALE E DIDATTICA INCLUSIVA
L’inclusione scolastica, chiave del successo formativo per tutti
L’inclusione delle differenze costituisce il tema fondamentale della professione degli insegnanti: la complessità sociale odierna si rispecchia nella conformazione delle classi che, rispetto al passato, risultano più articolate e pluralistiche. Esse sono caratterizzate da situazioni alquanto eterogenee:
accanto agli alunni con disabilità certificata sono presenti alunni con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), con condizioni psicosociali o familiari problematiche, ragazzi con comportamenti complessi da gestire o figli di stranieri che richiedono interventi adeguati e metodologie appropriate ai loro singoli bisogni. Ciò ha reso necessario il superamento di modelli didattico- organizzativi uniformi e lineari destinati a un alunno medio astratto e l’adozione di approcci flessibili adeguati ai bisogni formativi dei singoli alunni. La capacità di sviluppare processi inclusivi di apprendimento, offrendo risposte adeguate ed efficaci e tutti e a ciascuno rappresenta l’ impegno di una scuola di qualità incentrata sul riconoscimento della diversità come valore e delle differenze come risorsa.
Evoluzione della cultura inclusiva in Italia
La scuola italiana è caratterizzata dall’integrazione degli alunni con disabilità sancita dalla Legge 104/1992, che, sebbene realizzata nella pratica in modi diversi, rappresenta una dimensione fondamentale del nostro sistema formativo.
La via italiana all’inclusione prende avvio dalla Costituzione repubblicana, che prevede una scuola che si fondi su equità, promozione sociale e valorizzazione di tutti gli alunni, qualunque sia la loro condizione personale, ad essa segue una fase rappresentata da una scuola ancora classista e selettiva, l’importanza dell’inclusione riemerge con il riconoscimento dell’integrazione degli alunni con disabilità (Legge 104/1992), prosegue con l’attenzione ai DSA (Legge 170/2010) e infine ai BES ( DM 27/12/2012, circolare n°8 del 6/3/2013).
Il DM del 27/12/2012, a differenza della precedente normativa, ossia la legge 104/92 sulla disabilità e la legge 170/2010 sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento, prevede interventi didattico-educativi specifici per tutti gli alunni che ne necessitano senza obbligo di certificazione giustificativa.
Con questi due documenti si completa il ciclo della normativa inclusiva, dal momento che sotto la denominazione di BES si ricomprendono, sia pure con problemi diversi, gli alunni con difficoltà di apprendimento dovute alla disabilità, quelli con DSA e quelli con altri BES dovuti a svantaggio e disagio e si estendono a questi ultimi sia il principio di personalizzazione didattica, introdotto dalla legge 104/1992, generalizzato poi dalla Legge 53/03, Riforma Moratti, sia gli strumenti compensativi e dispensativi previsti dalla Legge 170/2010 per gli alunni DSA.
Possiamo concludere affermando che, nel ventennio trascorso dalla promulgazione della Legge 104/92, l’atteggiamento verso la disabilità e il suo inserimento a pieno titolo nella scuola è diventato più positivo; ciò ha permesso di arrivare alle norme sui DSA e BES, che, come abbiamo
4 visto, prevedono un supporto per gli alunni con particolari necessità educative, pur senza rientrare nella diagnosi e conseguente certificazione di disabilità.
I Bisogni Educativi Speciali
Si possono definire alunni con Bisogni Educativi Speciali tutti quegli alunni che evidenziano una difficoltà nell’apprendimento e nella partecipazione sociale, rispetto alla quale è richiesto un intervento didattico mirato, individualizzato e personalizzato, nel momento in cui le normali misure e attenzioni didattiche e inclusive non si dimostrano sufficienti a garantire un percorso educativo efficace.
Il concetto di BES, quindi, non è clinico, ma deriva da un’esigenza di equità nel riconoscimento, da parte della scuola e dei sistemi di welfare, delle varie situazioni di funzionamento che vanno arricchite di interventi speciali, di individualizzazione e personalizzazione.
Alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) Alunni con disabilità
(certificati secondo la legge 104/92)
Disabilità intellettiva
Disabilità motoria
Disabilità sensoriale
Pluridisabilità
Disturbi neuropsichici
Alunni con disturbi specifici dell’apprendimento DSA certificati secondo la Legge 170/2010
Dislessia evolutiva
Disortografia
Disgrafia
Discalculia
ADHD
Disturbo specifico del linguaggio
Disturbo della
coordinazione motoria e prassica
Disturbi delle abilità non verbali
Disturbo dello spettro autistico lieve
Funzionamento intellettivo limite
Alunni con altri bisogni educativi speciali
( D.M.27/12/2012, CM 2013)
Altre tipologie di disturbo non previste nella L.
170/2010.
Alunni con iter diagnostico di DSA non ancora
completato
Alunni con svantaggio socio economico
Alunni con svantaggio socio culturale, socio- economico, linguistico.
Piano educativo Piano Didattico Piano didattico Individualizzato personalizzato personalizzato
(se deciso dal consiglio di classe)
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LA SFIDA DI UN’EDUCAZIONE “SENZA BARRIERE"
La didattica inclusiva come risposta ai Bisogni Educativi Speciali
La scuola italiana riconosce il diritto all’istruzione a tutti in base a un approccio personalizzato che sia rispondente ai bisogni di ciascun studente, allo scopo di condurlo attraverso appropriate metodologie e strategie al successo formativo.
La didattica, quindi, avendo il compito di coniugare i contenuti dell’apprendimento con i soggetti ai quali essi sono rivolti, può definirsi inclusiva quando è:
pensata, progettata e pianificata sin da principio sulle diversità e le differenze individuali;
costruita sui bisogni educativi speciali e spesso molto specifici di ciascuno;
“cucita” sulle preferenze e interessi individuali;
realizzata in un ambiente pienamente personalizzato in termini di spazi, contenuti, obiettivi di apprendimento, metodologie, strategie, valutazioni e strumenti;
svolta in un contesto educativo accogliente, rispettoso delle variabilità individuali che sostiene e promuove competenze sociali, emotive e pro sociali.
La didattica inclusiva, quindi, si impegna a eliminare ogni possibile ostacolo (fisico, metodologico, curriculare, sociale, emotivo) all’apprendimento, creando un contesto accogliente e accessibile.
Finalità della didattica inclusiva
Favorire la valorizzazione, la partecipazione e l’accettazione di ogni allievo.
Riconoscere e garantire in base a un approccio personalizzato/individualizzato il diritto all’istruzione.
Rendere efficace il processo di insegnamento.
Condurre tutti gli allievi, in base ai propri stili cognitivi, al successo formativo attraverso appropriate metodologie e strategie.
Strumenti della didattica inclusiva
La didattica inclusiva, quale orientamento metodologico, si avvale dei seguenti strumenti:
Il Gruppo di lavoro per l’inclusione.
Il Piano Annuale per l’inclusività.
Il Piano Didattico Personalizzato.
Il Piano Didattico Individualizzato.
Il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione ha il compito di:
rilevazione dei BES presenti nella scuola;
raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere;
rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola;
elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di giugno).
6 Il Piano Annuale per l’Inclusività ha lo scopo di “fornire un elemento di riflessione nella
predisposizione del PTOF, di cui il Pai è parte integrante. Il PAI va inteso come uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei risultati educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente la scuola “per tutti e per ciascuno” (Nota Ministeriale n° 1555 del 27/6/2013).
Il Piano Didattico Personalizzato, che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare, secondo un’elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti, è un documento che deve essere calato nella specifica situazione a cui è destinato. Esso deve contenere una serie di elementi di riflessione, quali il tipo di difficoltà o di disturbo mostrato dall’alunno, il profilo specifico di funzionamento e l’età anagrafica, il contesto di inserimento, le attività didattiche individualizzate, le attività didattiche personalizzate, gli strumenti compensativi utilizzati, le misure dispensative adottate, forme di verifica e valutazione personalizzate.
Fasi di attuazione della didattica inclusiva.
Il Collegio dei Docenti provvederà ad inserire nel PTOF le azioni didattiche per promuovere l’effettiva inclusione di tutti gli alunni.
Il Consiglio di classe provvederà al “coordinamento delle attività didattiche, alla preparazione dei materiali e a quanto può consentire all’alunno con disabilità, sulla base dei suoi bisogni e delle sue necessità, la piena partecipazione allo svolgimento della vita scolastica nella sua classe”. ( Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità/2009).
Ambiti di intervento della didattica inclusiva
Le Linee guida prevedono tre direzioni nelle quali orientare l’intervento didattico, quali:
1.Il clima della classe
Gli insegnanti devono assumere atteggiamenti non discriminatori, essere attenti ai bisogni di ciascuno, accettare le diversità presentate.
2.Le strategie didattiche e gli strumenti ( Metodologie e Strategie)
La didattica orientata a favorire l’inclusione comporta l’adozione di strategie e metodologie favorenti, quali l’apprendimento cooperativo, il lavoro di gruppo e/o a coppie, il tutoring,
l’apprendimento per scoperta, l’utilizzo di mediatori didattici, di attrezzature e ausili informatici, di software e sussidi specifici.
3.L’apprendimento – insegnamento
7 Va favorita la costruzione attiva della conoscenza, attivando le personali strategie di approccio al sapere, rispettando i ritmi e gli stili di apprendimento e assecondando i meccanismi di
autoregolazione. Risulta opportuno il ricorso alla metodologia dell’apprendimento cooperativo.
La valutazione va intesa come valutazione dei processi e non solo come valutazione della performance.
Didattica individualizzata e Personalizzata
Il DM del 27/12/2012 estende anche agli alunni della terza area dei BES l’attivazione di percorsi individualizzati e personalizzati, oltre all’adozione di strumenti compensativi e misure
dispensative, così come previsto dalla legge 170/2000 per alunni con DSA.
“La didattica individualizzata consiste nelle attività di recupero individuale che può svolgere l’alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze. Tali attività individualizzate possono essere realizzate nelle fasi di lavoro individuale in classe o in momenti ad esse dedicati, secondo tutte le forme di flessibilità del lavoro scolastico consentite dalla normativa vigente".
“La didattica personalizzata calibra l’offerta didattica sulla specificità ed unicità dei bisogni educativi . che caratterizzano gli alunni della classe. Essa considera le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo; si può favorire così, l’accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno, lo sviluppo consapevole delle sue preferenze e del suo talento”.
Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che possono sostituire o facilitare l’esecuzione di attività compromesse dal disturbo specifico di apprendimento. Tra i più utili ed efficaci le Linee guida suggeriscono:
- la sintesi vocale che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto;
- il registratore, che consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione;
- i programmi di video scrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori;
- la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo;
- altri strumenti tecnologicamente meno evoluti, quali tabelle, formulari, mappe concettuali.
Tali strumenti sollevano l’alunno o lo studente con DSA da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo, senza facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo.
Le misure dispensative sono provvedimenti adottati per evitare all’alunno di svolgere delle attività rese difficoltose dal disturbo specifico e che comunque non facilitano o migliorano
l’apprendimento. Tra le misure dispensative vanno segnalate:
- la lettura ad alta voce;
- il copiare alla lavagna;
- il prendere appunti;
8 - il ricopiare;
- la dettatura di testi e appunti;
- un eccessivo carico di compiti;
(Erickson, educazione e didattica 2019/2020. Il PDP come e cosa fare, Giunti EDU)- (Alunni con Bes, Dario Ianes e Sofia Camerotta- Erickson).
(Erickson, educazione e didattica 2019/2020, Santo Di Nuovo. I bisogni Educativi Speciali. Giunti scuola)
(Annalisa Morganti e Alessia Signorelli -Università degli studi di Perugia, Psicologia e scuola strumenti per intervenire in classe).
(Cristina Ciociola, Internet, Santo Di Nuovo. I bisogni Educativi Speciali. Giunti scuola)
La Commissione Accoglienza Prof.ssa Coscia Maria Carmela
Proff. Assante Gabriella, D’Amato Antonella Proff. Ambrosino Maria, Petrillo Angelina
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