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DOMENICA 7^ DEL TEMPO ORDINARIO 19 febbraio 2012

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DOMENICA 7^ DEL TEMPO ORDINARIO – 19 febbraio 2012

Murillo, Guarigione di un paralitico, 1673-74, National Gallery di Londra.

I miracoli e le guarigioni di Gesù continuano anche nel Vangelo di questa domenica, dove Gesù risana un paralitico. Saputo dunque che era tornato a Cafarnao, si radunarono tante persone - come quando aveva guarito la suocera di Pietro- da non esserci più spazio neanche davanti alla porta. Al punto che i quattro uomini che gli portavano un paralitico da guarire, non potendo aprirsi un varco tra la folla che si accalcava davanti alla casa, decisero addirittura di salire sul tetto e scoperchiarlo, per poi calarvi giù la barella col paralitico. Ecco un altro esempio dei poteri straordinari che ha la fede: fa addirittura scoperchiare i tetti. E questa volta, sono coloro che stavano accanto al malato ad avere questa fede straordinaria.

Il Vangelo ci dice che la fede precedette il miracolo perché: " Gesù, vista lo loro fede, disse al paralitico :" Figliolo ti sono rimessi i tuoi peccati". Gesù li fa assistere ad un altro tipo di potere che non aveva ancora manifestato: quello di rimettere i peccati. E i farisei che scrutavano Gesù, nel tentativo di coglierlo in fallo, hanno subito capito di essere davanti a un potere incomparabilmente più straordinario del potere di operare guarigioni: quello di rimettere addirittura i peccati. Finalmente gli scoperchiatori di tetti avranno tirato un sospiro di sollievo:

la loro fatica era stata largamente premiata perché ora avevano la gioia di vedere il paralitico, entrato dal tetto, uscire tranquillamente dalla porta, col suo lettuccio sotto il braccio. Ma soprattutto avrà esultato il paralitico che non solo usciva con le sue gambe e quindi era guarito nel corpo, ma usciva nuovo e splendente nell'anima, senza più traccia di peccato.

Tutto questo perdono e rinascita a una nuova condizione ci è qui proposta nella semplice raffigurazione del volto del paralitico. Non ci sono altri elementi che ci distraggono, ma concentrandoci veramente sulla sua espressione ci è possibile cogliere tutta la meraviglia e la profonda riconoscenza per questo gesto. Eppure c’è dell’altro. Questo volto infatti è il volto di un uomo che ha sofferto, che ha sbagliato, che ha vissuto fino ad allora una vita diversa; ma ora gli viene data un’altra possibilità, è pronto a uscire con le sue gambe da quella casa e testimoniare al mondo la sua fede. Ecco quindi che questo ritratto può essere visto proprio come la rappresentazione di qualcuno che crede, e non vede l’ora di andare a dirlo a tutti.

Scelta dell’immagine e commento di Sara Veronesi

(2)

LECTIO SUL VANGELO

PREGHIERA

Dio della libertà e della pace, che nel perdono dei peccati ci doni il segno della creazione nuova, fa' che tutta la nostra vita riconciliata nel tuo amore diventi lode e annunzio della tua misericordia.

VANGELO

Gesù ha liberato il corpo del paralitico per dimostrare il proprio potere di liberare i cuori dal peccato. La Chiesa nei sacramenti continua l’azione del suo Signore.

Dal vangelo secondo Marco (2, 1-12)

“Parola” nella prime

comunità cristiane indicava il messaggio del Vangelo

L’intervento di Gesù è legato alla fede di coloro che hanno portato il paralitico

Gesù sposta l’attenzione dalla malattia al peccato.

Peccato traduce l’idea di

“Sbagliare il bersaglio, la meta”. Il peccatore perciò fallisce lo scopo della sua vita.

Gesù manifesta la sua divinità conoscendo i pensieri (Sal 7,10; 1Sam 16,7)

La paralisi non è la malattia, ma il sintomo. La vera malattia è il peccato.

Figlio dell’uomo”: termine noto alle comunità, infatti gli evangelisti non lo spiegano:

è una figura che appartiene al mondo di Dio e a quello degli uomini.

In quel tempo Gesù

1

Entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa

2

e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.

3

Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone.

4

Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico.

5

Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».

6

Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro:

7

«Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può

perdonare i peccati, se non Dio solo?».

8

E subito Gesù,

conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé,

disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro

cuore?

9

Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono

perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua

barella e cammina”?

10

Ora, perché sappiate che il Figlio

dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra,

(3)

Gesù manifesta ancora la sua divinità compiendo il miracolo.

“Alzati” parola che indica la resurrezione.

11

dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».

12

Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

Meditazione – cosa Dio dice a me

Preghiera – cosa io posso dire a Dio

Condivisione – comunico ai fratelli quello che il Signore mi ha fatto capire

Azione – cosa può cambiare per me

PRIMA LETTURA

Dio non cambia il nostro passato, ma gli dà un significato nuovo. Agli esuli in Babilonia, attraverso il profeta, promette la liberazione,

Dal libro del profeta lsaìa (43,18-19.21-22.24b-25)

Così dice il Signore:

18

«Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche!

19

Ecco, io faccio una cosa nuova:

(4)

proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?

Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa.

21

Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi.

22

Invece tu non mi hai invocato, o Giacobbe;

anzi ti sei stancato di me, o Israele.

24

Tu mi hai dato molestia con i peccati, mi hai stancato con le tue iniquità.

25

Io, io cancello i tuoi misfatti per amore di me stesso, e non ricordo più i tuoi peccati.

SALMO RESPONSORIALE (SaI 40/41,2.5.13-14)

Rinnovaci, Signore, col tuo perdono

Beato l'uomo che ha cura del debole:

nel giorno della sventura il Signore lo libera.

Il Signore veglierà su di lui, lo farà vivere beato sulla terra,

non lo abbandonerà in preda ai nemici.

Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore;

tu lo assisti quando giace ammalato.

Io ho detto: «Pietà di me, Signore, guariscimi: contro di te ho peccato».

Per la mia integrità tu mi sostieni

e mi fai stare alla tua presenza per sempre.

Sia benedetto il Signore, Dio d'Israele,

da sempre e per sempre. Amen, amen.

(5)

SECONDA LETTURA

San Paolo, scrivendo ai cristiani di Corinto, afferma che Cristo è il “si” alle promesse di Dio e che in Cristo abbiamo lo Spirito Santo, come una caparra nei nostri cuori.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1,18-22)

Fratelli,

18

Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è «sì» e «no».

19

Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì».

20

Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono «sì». Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro «Amen» per la sua gloria.

21

È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l’unzione,

22

ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori.

PREGHIERA

Che delusione,

erano venuti per un miracolo e tu hai fatto un’altra cosa che nessuno ti aveva chiesto.

Hai visto la decisone con cui si erano avvicinati scoperchiando una casa, hai ammirato la loro fede, quella dei portatori

che ti hanno messo davanti uno paralizzato e tu hai risposto:

“Figlio, ti sono perdonati i tuoi peccati”.

La tua sembrava proprio una provocazione

per raggelare la fede di chi si era impegnato

a trovare in te l’uomo giusto per una guarigione.

(6)

Il loro silenzio si è scontrato

con il chiasso dei pensieri degli scribi.

In quel momento è avvenuto un triplice miracolo:

hai guarito il paralitico,

hai suscitato meraviglia e lode a Dio, hai dato una risposta alle attese degli amici del malato.

Così la loro fede ha trovato una conferma.

Ti ringrazio, Signore perché ho potuto capire:

che il peccato è la fonte inquinata e inquinante di ogni dolore,

che ci sono dei fatti che non possono risolversi con le terapie umane,

ma hanno bisogno solo del tuo perdono,

che c’è una solidarietà così forte da ottenere il perdono

anche per uno che non l’aveva chiesto.

che nel gesto di quei quattro uomini ci può e ci dovrebbe essere una comunità che si prende sulle spalle

i suoi malati.

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