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Academic year: 2022

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DESCRIZIONE VERIFICATO APPROVATO

E' vietata la copia anche parziale del presente elaborato

RELAZIONE GEOLOGICA

REV.

EL13

Progetto Definitivo :

FV19 CAMM01 00

Voltalia Italia S.r.l.

Viale Montenero, 32 - 20135 Milano

voltaliaitalia@pec.it

settembre 2019

FV19_CAMM01_EL13_REV00

Impianto per la produzione di energia elettrica da fonte solare, potenza installata 3.998 kWp, potenza immessa in rete 3.000 kW da realizzarsi

nel Comune di Cammarata (AG)

DATA REDATTO

00 03/09/2019 Prima Stesura Dott.Geol.Abbate

Giuseppe Ing. Andrea Matteucci Ing. Dario Messina

GREEN FUTURE Srl

Sede Legale: Via U. Maddalena, 92 Sede operativa: Corso Calatafimi, 421 90100 - Palermo, Italia

DOTT.GEOL.ABBATE GIUSEPPE

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INDICE

1.0. PREMESSA Pag. 1

2.0. UBICAZIONE TERRITORIALE E CENNI CLIMATOLOGICI Pag. 3

3.0. AMBIENTE GEOMORFOLOGICO Pag. 4

4.0. INQUADRAMENTO GEOLOGICO - STRUTTURALE Pag. 6

5.0. ASPETTI IDROGRAFICO-IDROGEOLOGICI Pag. 8

6.0. CARTA LITOTECNICA Pag. 9

7.0. DEFINIZIONE DELL’AZIONE SISMICA DI PROGETTO Pag. 10

8.0. CONCLUSIONI Pag. 13

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1.0. – PREMESSA

Per il progetto definitivo “Impianto per la produzione di energia elettrica da fonte solare, potenza installata 3.998 KWp, potenza immessa in rete 3.000 KW da realizzarsi nel Comune di Cammarata (AG)”, la Green Future Srl ha incaricato il sottoscritto di redigere lo studio geologico dell’area d’intervento.

Nella presente, ai fini della verifica di compatibilità delle condizioni geologico- geomorfologiche del territorio con la variazione di destinazione urbanistica, si compendia lo studio di pertinenza secondo le norme e le direttive riportate nella circolare dell’Assessorato Territorio e Ambiente n. 3 del 20/06/2014.

L’ambiente geologico dell’area d’intervento è stato identificato mediante:

ricerca bibliografica, cartografica e studi preliminari;

rilievi geologici e geomorfologici su base topografica in scala 1:10.000;

studio geomorfologico comprendente la descrizione dei caratteri morfologici nonché dei fenomeni d’erosione e/o dissesto;

studio geolitologico con descrizione delle formazioni presenti;

studio idrogeologico per individuare le caratteristiche del sistema di drenaggio delle acque superficiali e sotterranee;

identificazione dei terreni di sedime e stima indicativa delle principali proprietà geotecniche;

sismicità locale.

Appartengono alla presente:

Fig. 1 – Inquadramento territoriale su area vasta - Lat.37°39'28.33"N, Long.13°48'59.39"E;

Fig. 2 – Inquadramento territoriale su stralcio I.G.M. tavoletta 267, I°NO - Scala 1:25000;

Fig. 3 – Inquadramento territoriale su mappa catastale, foglio 44, particelle: 175, 176, 121, 119, 84 scala 1:2000;

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2

Fig. 4 – Stralcio Carta dei Dissesti n. 15 scala 1:10.000;

Fig. 5 – Stralcio Carta della Pericolosità e del Rischio Geomorfologico n. 15 scala 1:10.000;

Fig. 6 – Carta geologica e geomorfologica scala 1:10.000;

Fig. 7 – Carta geologica e geomorfologica scala 1:2.000;

Fig. 8 – Carta idrogeologica scala 1:10.000;

Fig. 9 – Carta litotecnica scala 1:2.000.

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2.0. – UBICAZIONE GEOGRAFICA E CENNI CLIMATOLOGICI

L’area d’impianto ricade a nord-est del territorio comunale di Cammarata (AG) - Sicilia centrale - alle coordinate: Lat. 37°39'28.33" N e Long. 13°48'59.39" E, (cfr. Fig. 1 – Inquadramento territoriale su area vasta - Lat.37°39'28.33"N, Long.13°48'59.39"E).

Topograficamente è compresa ai margini nord-est della Tavoletta I.G.M. “Pizzo Ficuzza”

foglio 267, quadrante I, orientamento NO., (cfr. Fig. 2 – Inquadramento territoriale su stralcio I.G.M. tavoletta 267, I°NO - Scala 1:25000); tale area, estesa complessivamente 9 ha 72 are 30 ca, al Nuovo Catasto Terreni della Provincia di Agrigento - Comune di Cammarata - è identificata alle particelle nn. 84-119-175-176-121 del foglio n. 44, mentre nel P.R.G. del citato comune ricade in zona “E2 verde agricolo produttivo” (cfr. Fig. 3 – Inquadramento territoriale su mappa catastale, foglio 44, particelle: 175, 176, 121, 119, 84.

Scala 1:2000).

Il comparto territoriale comprendente l’area d’intervento è caratterizzato da un clima caldo e temperato.

Dai dati disponibili riguardanti le stazioni pluviometriche di riferimento, si evince un valore di precipitazione media annua di 514 mm concentrata nel periodo ottobre-marzo, mentre nell’intervallo maggio-settembre le piogge sono pressoché assenti.

I mesi più caldi sono luglio e agosto con temperature medie massime di 22,5°C, mentre gennaio è il mese più freddo con temperature medie minime di 6°C.

Durante i rimanenti mesi il clima è temperato, con temperature medie che nel mese più freddo non scendono sotto i 6,3°C.

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Fig. 1 - Inquadramento territoriale su area vasta - Lat.37°39'28.33"N,

Long.13°48'59.39"E

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Fig. 2 - Inquadramento territoriale su stralcio I.G.M. tavoletta 267, I°NO Scala 1:25000

Area di progetto

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Fig. 3 - Inquadramento territoriale su mappa catastale, foglio 44, particelle: 175,176,121,

119,84. - Scala 1:2000

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3.0. – AMBIENTE GEOMORFOLOGICO

L’impianto in progetto è collocato nell’area del Bacino del Fiume Platani la quale è caratterizzata da affioramenti di litologie a caratteristiche ed assetto strutturale variabile, così da condizionare in modo determinante la variabilità del paesaggio.

In linea generale, la morfologia passa da un contesto prevalentemente montuoso nel settore settentrionale, appartenente al complesso dei Sicani, ad un andamento prevalentemente collinare con aree sub-pianeggianti nelle zone di fondovalle, sino a raccordarsi con la zona di foce.

L’area esaminata, posizionata in destra del Fiume Platani, è inserita in un ambiente geomorfologico ad andamento collinare ed è contraddistinta dagli affioramenti dei termini della Serie Evaporitica compresi fra i terreni prevalentemente argillosi tardo-terziari e i litotipi calcareo-marnosi e argillosi pliocenici.

La citata morfologia è caratterizzata da rilievi allungati e cozzi isolati, in corrispondenza degli affioramenti lapidei più resistenti; le porzioni argillose invece costituiscono basse colline a cime arrotondate e risultano maggiormente solcate dalla rete idrografica che assume in questo settore il suo massimo sviluppo, con linee di impluvio distribuite secondo un pattern prevalentemente dendritico.

L’area d’intervento, in particolare, è posta in una zona dove si possono distinguere due comparti pressappoco di uguale grandezza: uno superiore più acclive e l’altro inferiore meno pendente che si avvicina al fondovalle. Comunque, nel complesso, l’impianto sarà collocato su una superficie a media pendenza compresa tra le curve di livello 610 – 540 m s.l.m. e degradante in direzione sud-est.

In generale, la regolarità morfologica dell’area e l’assenza di fattori morfogenetici attivi, assicurano alla zona condizioni geostatiche affidabili; inoltre, al momento nell’area esaminata ed in quella circostante, non è stato rilevato alcun tipo di dissesto in atto e/o potenziale né particolari fenomeni erosivi.

Nella nota dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente relativa all’aggiornamento sul Piano per l’Assetto Idrogeologico del “Bacino Idrografico” del Fiume Platani (063) l’impianto fotovoltaico non ricade all’interno di zone dissestate o a rischio frana, (cfr. Fig. 4 – Stralcio Carta dei Dissesti n. 15 scala 1:10.000; Fig. 5 – Stralcio Carta della Pericolosità e del Rischio Geomorfologico n. 15 scala 1:10.000).

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La litofacies prevalentemente argillosa ed argillo-marnosa affiorante in tutta l’area d’impianto ha un’attitudine all’erodibilità (propensione di una formazione geologica ad essere soggetta all’erosione in senso lato) alta, mentre è media per quella maggiormente sabbioso-arenacea.

Invece, con riferimento alla franosità (attitudine di una formazione geologica a distaccarsi da un pendio) la litofacies argillo-marnosa è classificabile “pseudocoerente”, mentre quella sabbioso-arenacea è valutabile “semicoerente”.

L’impianto fotovoltaico, quindi, sarà realizzato all’interno di un’area mediamente acclive e stabile modellata su litotipi prevalentemente argillosi ed argillo-marnosi.

Si ribadisce che in tale comparto non si rilevano forme, depositi e processi connessi con l’azione di gravità o delle acque superficiali.

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Fig. 4 - Stralcio carta dei dissesti n. 15 scala

Area di progetto

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Fig. 5 - Stralcio della carta della pericolosità e del rischio geomorfologico n. 15 scala 1:10.000

Area di progetto

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4.0. – INQUADRAMENTO GEOLOGICO – STRUTTURALE

L’assetto geologico del bacino del Platani è caratterizzato da una marcata eterogeneità determinata dal contesto stratigrafico-strutturale rilevabile sul suo territorio.

Il settore nord-occidentale appartiene al complesso montuoso dei Monti Sicani, ed è caratterizzato dagli affioramenti delle unità rocciose più antiche; si tratta di sistemi strutturali derivanti dalla deformazione del Dominio Sicano costituito da unità rocciose carbonatiche mesozoiche e da depositi terrigeni del Flysch Numidico.

Si tratta di un sistema di varie Unità Stratigrafico-Strutturali prodotte dall’attività orogena miocenica che ne ha determinato la sovrapposizione in falde tettoniche, a loro volta sovrapposte con fronti di sovrascorrimento ai terreni di età tortoniana, successivamente coinvolti da una seconda fase tettonica nel Pliocene medio.

Infatti, la restante porzione del bacino è costituita prevalentemente dai terreni argillosi e dai termini della Serie Evaporitica, ricoperti dai depositi pelagici pliocenici; si tratta di sedimenti accumulati all’interno del bacino della “Fossa di Caltanissetta”, caratterizzati da un comportamento prevalentemente duttile che ha permesso la formazione di un complesso sistema di pieghe ad ampiezza variabile con assi orientati prevalentemente in direzione SW-NE.

Questo contesto genericamente descritto evidenzia, comunque, il passaggio da un contesto morfologico prevalentemente montuoso, in cui prevalgono bruschi contatti tettonici, ad un assetto morfologico collinare in cui emergono i contatti fra i corpi rocciosi lapidei e le unità argillose. In linea generale la conformazione del bacino riflette questo assetto strutturale, con le sue aste principali condizionate dalle direzioni principali degli assi di piega.

I litotipi individuati nell’area in questione sono tutti sedimentari e appartengono ai Terreni Tardorogeni, d’età compresa tra il Tortoniano superiore e il Pliocene inferiore; discordanti sui terreni più antichi deformati dalla tettonica terziaria.

Dopo il Miocene si assiste, infatti, nell’area siciliana a un sollevamento della catena a Nord con produzione di grandi volumi di sedimenti clastici che vanno a depositarsi in discordanza angolare sui terreni antistanti più antichi e deformati.

Si tratta di depositi clastici (Formazione Terravecchia e Fanglomerati), carbonatici e detritico carbonatici (calcari dolomitici, calcare di base, scogliere a Porites e “Trubi”) ed evaporitici (gessi).

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Nel comparto esaminato sono stati distinti le litofacies della Formazione Terravecchia, (cfr.

Fig. 6 – Carta geologica e geomorfologica scala 1:10.000; Fig. 7 - Carta geologica e geomorfologica scala 1:2.000).

FORMAZIONE TERRAVECCHIA

E’ costituita in basso da una più o meno potente sequenza conglomeratica, passante verso l’alto a sabbie, molasse calcaree, molasse dolomitiche, quindi ad argille marnose, spesso siltose, ricche di livelli sabbiosi di potenza variabile, talora anche con lenti conglomeratiche.

Tali sedimenti si presentano sotto tre facies tipiche: una facies conglomeratica, un’arenacea od arenaceo-sabbiosa ed una costituita prevalentemente da sedimenti marnoso-argillosi.

L’analisi dei caratteri deposizionali indica che dette successioni si sono formate da depositi fluviali gradualmente passanti a depositi deltizi ed infine marini.

FACIES ARENACEA OD ARENACEO SABBIOSA

E’ costituita da una potente serie di sabbie grossolane a composizione prevalentemente quarzosa, talora micacea, cementate e passanti a vere e proprie molasse; qualche rara volta, invece, sono piuttosto tenacemente cementate.

In genere, si presentano di colore grigio-giallastro, a laminazione incrociata, piana e a lisca di pesce.

FACIES ARGILLO MARNOSA

In genere è di colore grigio o grigio-azzurro con scarso contenuto in sabbia anche se, a luoghi, sono presenti delle intercalazioni sabbiose lenticolari; la frazione argillosa è a struttura omogenea.

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Area di progetto Limite stratigrafico

a b

Fig. 6 – Carta geologica e geomorfologica scala 1:10.000 FORMAZIONE TERRAVECCHIA

Costituita da due facies prevalenti, dal basso verso l'alto: prevalenti sabbie, sabbie argillose ed arenarie con stratificazione imcrociata, alternate con peliti e lenti conglomeratiche (b); prevalenti argille, argille sabbiose alternate a lenti di sabbie ed arenarie (a).

TOTORTONIANO SUP. - MESSINIANO INF.

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Area di progetto Limite stratigrafico

Fig. 7 – Carta geologica e geomorfologica scala 1:2.000 FORMAZIONE TERRAVECCHIA

Prevalenti argille, argille sabbiose alternate a lenti di sabbie ed arenarie .

TOTORTONIANO SUP. - MESSINIANO INF.

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5.0. – ASPETTI IDROGRAFICO – IDROGEOLOGICI

Come accennato il comparto d’impianto ricade in destra del Bacino del Fiume Platani; qui, in ragione della natura prevalentemente argillosa dei litotipi affioranti nonché delle peculiarità morfologiche, sono presenti diverse linee d’impluvio di piccola-media entità.

Questi impluvi mostrano nel complesso un patterns idrografico di tipo detritico; in essi l’acqua scorre solo nei periodi di maggiore piovosità durante i quali l’attività erosiva rimane, in ogni caso, contenuta.

Le argille ed argille marnose sono sostanzialmente impermeabili, solo in corrispondenza dei livelli sabbiosi e nella parte più superficiale alterata ed allentata si può avere una circolazione idrica localizzata e discontinua.

La facies sabbioso-arenacea è caratterizzata da un tipo di permeabilità localizzata; si tratta, solitamente, di terreni altamente fratturati e fessurati, ai quali s’intervallano livelli pelitici scarsamente permeabili, per cui la circolazione idrica è continuamente impedita da questi livelli a grana fine.

La principale caratteristica di questi terreni consiste, pertanto, nell’estrema variabilità dei valori di permeabilità e nella conseguente accentuata localizzazione della circolazione idrica.

Anche per le sabbie tenere in cui la permeabilità principalmente è per porosità, piccoli lenti di argille intercalate non permettono una libera circolazione della falda idrica. Come conseguenza di quanto detto, questi tipi di terreni danno luogo a diverse scaturigini con piccole portate, ma con escursioni tra la massima e la minima alquanto elevate.

Si tratta, di solito, quasi sempre di sorgenti di contatto la cui alimentazione è generalmente dovuta ai blocchi permeabili per fessurazione.

Sempre per la limitatezza dell’estensione e degli spessore, questi terreni non possono essere considerati grossi serbatoi naturali, (cfr. Fig. 8 – Carta idrogeologica scala 1:10.000).

Considerata l’impermeabilità dei terreni affioranti nell’area rilevata è da escludere la presenza di una falda acquifera profonda.

Altresì, si fa presente che nella zona d’intervento non sono presenti sorgenti captate o pozzi utilizzati per l’approvvigionamento idrico di acquedotti.

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6.0. – CARTALITOTECNICA

Come accertato dal rilevamento geologico di superficie, l’impianto fotovoltaico sarà collocato all’interno di un’area nella quale affiora la facies argillosa ed argillo-marnosa della Formazione Terravecchia che, in base alle proprie proprietà geologico-sedimentarie (ambiente sedimentario, struttura e tessitura dei materiali, processi d’alterazione e di litificazione, ecc..), è caratterizzata da parametri geotecnici variabili.

Sulla scorta delle citate considerazioni ed in attesa delle indagini geognostico-geotecniche di dettaglio da eseguirsi in fase esecutiva, nell’area d’intervento, funzione dei dati geologici disponibili, è possibile distinguere la seguente successione litotecnica tipo: terreni di copertura (tc) → argille limose con limi argillosi poco sabbiosi alterati; substrato (sb) → argille ed argille marnose grigio-bluastre.

COPERTURA

argille limose con limi argillosi poco sabbiosi alterati:

peso dell’unità di volume γ = 1,80÷1,90 t/m³ coesione drenata c’ = 0,00÷0,5 t/m² angolo di resistenza al taglio φ’ = 22÷25°

SUBSTRATO

argille ed argille marnose grigio-bluastre:

peso dell’unità di volume γ = 1,90÷2,00 t/m³ coesione drenata c’ = 0,50÷1,00 t/m² angolo di resistenza al taglio φ’ = 25÷28°

La stima cautelativa dei parametri geotecnici di cui sopra si riferisce a prove ed analisi sperimentali effettuate su terreni prelevati nella stessa litofacies petrografica, (cfr. Fig. 9 – Carta litotecnica scala 1:2.000).

Comunque, in fase esecutiva, per accertare le caratteristiche litotecniche saranno eseguite adeguate indagini geognostico-geotecniche in sito e in laboratorio.

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Area di progetto

Fig. 9 – Carta litotecnica scala 1:2.000

UNITA’ LITOTECNICA CARATTERISTICHE LITOTECNICHE

COPERETURA TC argille limose con limi argillosi poco sabbiosi alterati:

peso dell’unità di volume γ = 1,80÷1,90 t/m³ coesione drenata c’ = 0,00÷0,5 t/m² angolo di resistenza al taglio φ’ = 22÷25°

SUBSTRATO SB argille ed argille marnose grigio-bluastre:

peso dell’unità di volume γ = 1,90÷2,00 t/m³ coesione drenata c’ = 0,50÷1,00 t/m² angolo di resistenza al taglio φ’ = 25÷28°

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7.0.–DEFINIZIONEDELL’AZIONESISMICADIPROGETTO

Con l’entrata in vigore del Decreto 15 gennaio 2004 (“Individuazione, formazione ed aggiornamento dell’elenco delle zone sismiche ed adempimenti connessi al recepimento ed all’attuazione dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 marzo 2003, n.

3274”), che rende esecutiva la nuova classificazione sismica dei comuni della Regione Siciliana deliberata dalla Giunta Regionale in data 19 dicembre 2003, il Comune di Cammarata (AG) viene classificato in zona 2.

Classificazione sismica vigente nei comuni della Regione Sicilia e ubicazione del territorio comunale di Cammarata (AG)

Le azioni sismiche di progetto si definiscono a partire dalla pericolosità sismica di base del sito di costruzione e sono funzione delle caratteristiche morfologiche e stratigrafiche che determinano la risposta sismica locale.

Il moto generato da un terremoto in un sito dipende dalle particolari condizioni locali, cioè dalle caratteristiche topografiche e stratigrafiche del sottosuolo e dalle proprietà fisiche e meccaniche dei terreni e degli ammassi rocciosi di cui è costituito. Alla scala della singola opera o del singolo sistema geotecnico, l’analisi della risposta sismica locale consente di

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definire le modifiche che il segnale sismico di ingresso subisce, a causa dei suddetti fattori locali.

Le analisi di risposta sismica locale richiedono un’adeguata conoscenza delle proprietà geotecniche dei terreni, da determinare mediante specifiche indagini e prove. Nelle analisi di risposta sismica locale, l’azione sismica di ingresso è descritta in termini di storia temporale dell’accelerazione su di un sito di riferimento rigido ed affiorante con superficie topografica orizzontale.

Ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto, l’effetto della risposta sismica locale si valuta mediante specifiche analisi, da eseguire con le modalità indicate nel paragrafo 7.11.3 delle NTC 2018.

In alternativa, quando le condizioni stratigrafiche e le proprietà dei terreni sono riconducibili alle categorie definite nella tabella 3.2.II, si può fare riferimento a un approccio semplificato che si basa sulla classificazione del sottosuolo in funzione dei valori della velocità di propagazione delle onde di taglio Vs.

I valori di Vs sono ottenuti mediante specifiche prove ovvero, con giustificata motivazione e limitatamente all’approccio semplificato, sono valutati tramite relazioni empiriche di comprovata affidabilità con i risultati di altre prove in sito, quali ad esempio le prove penetrometriche dinamiche per i terreni a grana grossa e le prove penetrometriche statiche.

La classificazione del sottosuolo si effettua in base alle condizioni stratigrafiche e ai valori della velocità equivalente di propagazione delle onde di taglio Vs,eq (m/s), definita dall’espressione:

con:

hi = spessore dell’i-esimo strato;

Vs,i = velocità delle onde di taglio nell’i-esimo strato;

N = numero di strati;

H = profondità del substrato, definito come quella formazione costituita da roccia o terreno molto rigido, caratterizzato da Vs non inferiore a 800 m/s.

Per le fondazioni superficiali la profondità del substrato è riferita al piano di imposta delle stesse, mentre per le fondazioni su pali è riferita alla testa dei pali. Nel caso di opere di

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sostegno di terreni naturali la profondità è riferita alla testa dell’opera; per muri di sostegno di terrapieni la profondità è riferita al piano di imposta della fondazione.

Per depositi con profondità H del substrato superiore a 30 m, la velocità equivalente delle onde di taglio Vs,eq è definita dal parametro Vs,30 ottenuto ponendo H = 30 e considerando le proprietà degli strati di terreno fino a tale profondità.

Le categorie di sottosuolo che permettono l’utilizzo dell’approccio semplificato sono definite nella sottostante tabella:

Al fine di determinare la categoria di suolo e quindi la sismicità locale, in relazione alle disposizioni dell’O.P.C.M. n. 3274 del 20/03/2003 (G.U. n. 252 del 29/10/2003), del Testo Unico del 14/09/2005 e del D.M. 17/01/2018, in fase esecutiva saranno eseguite idonee indagini geofisiche.

La categoria topografica del sito è T1 “Pendii con inclinazione media i ≤ 15°”; cui corrisponde un fattore di amplificazione topografica di 1.

Dal rilevamento geologico eseguito e dai dati bibliografici esistenti, si evince che nelle immediate vicinanze dell’area in esame, sono presenti strutture tettoniche dislocative di particolare interesse che possono aumentare il rischio sismico locale.

Categoria Descrizione

A

Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto più rigidi caratterizzati da valori di velocità delle onde di taglio superiori a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie terreni di caratteristiche meccaniche più scadenti con spessore massimo pari a 3 m.

B

Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fine molto consistenti, caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di velocità equivalente compresi tra 360 m/s e 800 m/s

C

Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fine mediamente consistenti con profondità del substrato del substrato superiori a 30 m, caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di velocità equivalenti compresi tra 180 m/s e 360 m/s.

D

Depositi di terreno a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina scarsamente consistenti, con profondità del substrato superiori a 30 m, caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di velocità equivalenti compresi tra 100 m/s e 180 m/s.

E

Terreni con caratteristiche e valori di velocità equivalenti riconducibili a quelle definite per le categorie C o D, con profondità del substrato non superiore a 30 m.

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8.0. – CONCLUSIONI

Nella presente relazione è stato descritto l’ambiente geologico d’insieme comprendente il sito d’impianto.

L’impianto fotovoltaico sarà costruito all’interno di un’area mediamente acclive modellata sulla litofacies prevalentemente argillosa ed argillo-marnosa della Formazione Terravecchia (Tortoniano superiore-Messiniano inferiore).

In tale area non si rilevano forme, depositi e processi connessi con l’azione di gravità o delle acque superficiali; altresì, non sono presenti elementi morfologici d’interesse scientifico.

Nella nota dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente relativa all’aggiornamento sul Piano per l’Assetto Idrogeologico del “Bacino Idrografico” del Fiume Platani (063) l’impianto fotovoltaico non ricade all’interno di zone vincolate.

Le aree circostanti il sito d’intervento è discretamente drenata da linee d’impluvio a carattere stagionale.

I terreni d’alterazione hanno una permeabilità media e delimitata per elevata porosità di tipo primario, dovuta a sua volta alla granulometria limo-argillosa ed argillo-limosa con sabbia ed inclusi litoidi di taglia ruditica, invece, sono praticamente impermeabili le argille ed argille marnose; ancora sono a permeabilità localizzata le sabbie ed arenarie tortoniane.

Considerata l’impermeabilità dei terreni affioranti nell’area rilevata è da escludere la presenza di una falda acquifera profonda.

Altresì, si fa presente che nella zona d’intervento non sono presenti sorgenti captate o pozzi utilizzati per l’approvvigionamento idrico di acquedotti.

L’impianto fotovoltaico sarà realizzato su una successione litotecnica costituita da due unità: una di copertura alterata formata da argille limose con limi argillosi poco sabbiosi e argille ed argille marnose grigio-bluastre del substrato

Dal punto di vista sismico, il territorio del comune di Cammarata è classificato “Zona 2, per determinare la categoria di suolo e quindi la sismicità locale, in fase esecutiva saranno eseguite idonee indagini geofisiche.

Blufi, settembre 2019

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