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Linee Guida Rete dati e impianti di Telecomunicazione negli edifici EA-LING Data Versione Stato

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Academic year: 2022

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Linee Guida – Rete Dati e Impianti di Telecomunicazione negli edifici

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Direzione Sistemi Informativi e Agenda Digitale - Comune di Milano 1 / 11

Linee Guida – Rete dati e impianti di Telecomunicazione negli edifici

EA-LING

Data Versione Stato

Enterprise Architecture

Linee Guida 27/03/2020 1.0 Definitivo

1 Processi e tecnologie di riferimento

Sommario

1 Processi e tecnologie di riferimento ... 1

2 Lista degli Acronimi ... 2

3 Scopo ... 2

4 Soggetti beneficiari del collegamento ... 2

5 Processo di Enterprise Architecture ... 2

6 Requisiti generali ... 3

6.1 Impianti di telecomunicazione (EIA, TIA, ITU-T)... 3

6.2 Collaudo della rete dati ... 5

6.3 Requisiti applicabili alle sale CED ... 6

6.4 Cavi e cablaggi ... 8

6.5 Impianti elettrici a servizio sala CED e rack dati ... 9

Cablaggio Strutturato Collaudo rete dati

Processo di Demand EA di DSIAD

Scenari di applicazione

Piano Edificio Rete

CAMPUS

Requisiti Verifiche

EA-PROF-INFRA

Rete Campus Sala CED

Cavi e cablaggi

Impianti elettrici

Requisiti applicabili

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7 Esigenze specifiche e desiderata DSIAD... 9 8 Servizi al cittadino ... 11

2 Lista degli Acronimi

CdM Comune di Milano

CED Centro Elaborazione Dati

DSIAD Direzione Sistemi Informativi e Agenda Digitale

EIA Electronic Industries Alliance

ITU-TU Telecommunication Standardization Sector

LAN Local Area Network

TIA Telecommunications Industry Association

VLAN Virtual Local Area Network

VPN Virtual Private Network

3 Scopo

Scopo del presente documento è definire i requisiti e i desiderata IT relativi a edifici nuovi o ristrutturati dove l’Amministrazione comunale intende ospitare alcune Direzioni Comunali. Il documento è rivolto alle imprese incaricate dei lavori e alle Direzioni coinvolte (es. Direzione Tecnica).

Il documento si articola in tre distinte sezioni:

• REQUISTI GENERALI - Enucleazione dei requisiti tecnici generali richiesti dalla normativa di settore.

• ESIGENZE SPECIFICHE E DESIDERATA DSIAD - Elencazione delle esigenze tecnico-organizzative di carattere IT, richieste dalla Direzione Sistemi Informativi e Agenda Digitale (DSIAD).

4 Soggetti beneficiari del collegamento

Il presente documento mira a fornire supporto alle Direzioni comunali richiedenti o alle imprese incaricate di lavori infrastrutturali, nella definizione delle componenti IT relative alla messa in opera di edifici comunali nuovi o in fase di ristrutturazione.

5 Processo di Enterprise Architecture

Le richieste di nuova opera e/o ammodernamento della infrastruttura IT del Comune di Milano devono pervenire alla Direzione Sistemi Informativi e Agenda Digitale seguendo il processo di Enterprise Architecture definito dall’Amministrazione, utile a gestire le richieste provenienti da Direzioni e/o Enti terzi.

Tale processo, e la compilazione del relativo materiale, è mandatorio al fine di garantire che le richieste pervenute a DSIAD siano correttamente prese in carico e che siano evase nel minor tempo possibile.

Ulteriori approfondimenti in merito sono disponibili al seguente link ad accesso pubblico:

https://alm-redmine.comune.milano.it/cms/pages/help_desk_ea_demand/

In particolare, si evidenzia la necessità di fornire il modello “EA-PROF-INFRA” compilato con le informazioni richieste in modo da permettere la presa in carico della richiesta da parte di DSIAD. Le informazioni da inserire nel documento sono le seguenti:

• Contesto della soluzione richiesta: è necessario descrivere il contesto della soluzione e riportare riferimenti a eventuali documenti già pubblicati oltre a riportare il riferimento al progetto principale da cui origina la richiesta, e le modalità con cui è eseguita l’iniziativa dell’Ente;

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• Destinatari del servizio;

• Aree territoriali di intervento;

• Direzioni/Enti coinvolti: è necessario riportare la Direzione/Ente proponente e le Direzioni del CdM coinvolte, con riferimento alle principali persone incaricate (RUP, DEC, Referente di Progetto, ecc.);

• Società partecipate o altre PA;

• Soggetti Privati;

• Modalità di finanziamento e importo complessivo delle opere;

• Stato del progetto: in fase di ideazione, redazione capitolato, progettazione esecutiva in corso/conclusa, in produzione, altro;

• Tipo di richiesta e dimensionamento: numero di postazioni client, apparati di rete, altro;

• Eventuali richieste specifiche;

• Priorità di progetto: in caso vi siano più richieste da parte della stessa Direzione/Ente specificare un ordine di priorità tra le stesse;

• Pianificazione di progetto: è necessario riportare le indicazioni principali rispetto al piano di progetto e alle tempistiche desiderate in merito alle attività richieste.

6 Requisiti generali

6.1 Impianti di telecomunicazione (EIA, TIA, ITU-T)

Nell’ottica di una convergenza totale su protocollo IP (Fonia e Dati), il cablaggio di edificio è rappresento da una rete LAN opportunamente organizzata con i vari domini. Essa dovrà seguire le prescrizioni di cui alle normative che regolano il cablaggio strutturato, ossia:

• Dovrà essere realizzato un cablaggio verticale (tra gli switch) in fibra ottica.

• Un cablaggio orizzontale (da patch panel Rj45 a prese LAN) in cavo UTP cat 6.

Inoltre, il sistema di cablaggio strutturato dovrà supportare, ai livelli MAC e PHY, almeno i seguenti protocolli (nelle diverse sezioni della rete):

• IEEE 802.3 (Ethernet 10BASE TX).

• IEEE 802.3u (Ethernet 100BASE TX).

• IEEE 802.3ab (Ethernet 1000BASE-T).

• TIA/EIA-854 (Ethernet 1000BASE-TX) - 1Gbps su rame.

• IEEE 802.3 Clause 38 (Ethernet 1000BASE-X, Ethernet a 1Gbps su fibra MM o SM).

• IEEE 10G base TX, 10G Base SR/LR.

• IEEE 802.3af (Power over Ethernet).

• IEEE 802.3at (High Power over Ethernet).

In particolare, su base generale, sono identificati i seguenti livelli:

• Cablaggio di Piano (cablaggio orizzontale).

• Cablaggio di Edificio.

• Cablaggio di rete CAMPUS.

Il cablaggio di piano è spesso indicato anche come Cablaggio Orizzontale.

Il cablaggio orizzontale è il cablaggio che dalla “presa utente”, dalla cosiddetta Work Area, raggiunge il primo centro stella (Distributore di piano, FD). È detto anche cablaggio di piano perché in un edificio a più

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piani normalmente “connette” tutti gli utenti di un singolo piano. Può, tuttavia, capitare di dover realizzare un cablaggio orizzontale che serva utenti dislocati su più piani.

Figura 1 struttura cablaggio EIA

Il cablaggio verticale, spesso definito anche cablaggio o dorsale di edificio, è la struttura che connette (nella tipologia a stella o sub-anello o magliata) vari rami di cablaggio orizzontale.

Normalmente si sviluppa in verticale poiché collega i distributori di piano FD (centri) dei cablaggi di piano, anche se, in alcuni casi, può avere tratti orizzontali o, addirittura, svilupparsi interamente in orizzontale.

Il cablaggio di rete CAMPUS connette i sottosistemi di cablaggio di più edifici ed è presente solo in strutture molto grandi.

Il distributore di campus (CD) è connesso a stella o sub-anello o magliata con i distributori di edificio (BD).

Con riferimento alla figura 2, si tiene conto, quindi, delle seguenti regole generali e definizioni per l’implementazione di una rete LAN congruente con i criteri e prescrizioni del cablaggio strutturato:

A. Postazione di lavoro: comprende gli elementi che si trovano fra la presa utente e l’apparecchiatura terminale. Ne fanno parte il terminale dati (terminale PC, stampante, etc.), il cavetto di collegamento ed eventuali adattatori.

B. Cablaggio orizzontale: si estende dalla presa utente all’armadio di piano. Include il cavo orizzontale, la presa telematica, la terminazione dei cavi e l’interconnessione o permutazione.

C. Armadio di piano: l’armadio di piano è l’area dell’edificio dove sono alloggiate le terminazioni e le permutazioni della dorsale e del cablaggio orizzontale.

D. Dorsale d’edificio: fornisce il collegamento fra gli armadi di piano, sala apparati/area d’ingresso.

Comprende i cavi montanti, i punti di permutazione primari e secondari e cavi tra Sala Apparati e Area d’Ingresso nell’edificio.

E. Locale tecnico: è il locale dove sono concentrati gli apparecchi di rete principali che fungono per il cablaggio. Area d’ingresso: è lo spazio nell’edificio dove avviene la connessione fra la parte di cablaggio esterna all’edificio e quella interna (normalmente la dorsale).

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Figura 2 elementi del cablaggio

6.2 Collaudo della rete dati

La rete dovrà essere collaudata e certificata, avendo cura di effettuare almeno le seguenti verifiche:

Mappatura (Wire Map): controllo che le 8 coppie siano correttamente collegate nei punti di terminazione della tratta considerata.

Lunghezza: la misura della lunghezza del cavo, che deve essere entro i limiti stabiliti dall'EIA TIA.

Propagation Delay: è il tempo che il segnale di test inviato dal certificatore impiega per attraversare la tratta e si misura in nanosecondi.

Delay Skew: è la differenza di ritardo fra diverse coppie dello stesso cavo. È un parametro importante perché diversi standard di comunicazione utilizzano più di una coppia (es. Gbe e 10Gbe).

Impedance: secondo la norma EN50288 l'impedenza dei cavi sia di categoria 5E che 6 deve essere 100 Ohm a 100 MHz, entro determinate tolleranze.

Attenuation: l'attenuazione, che si misura in dB, deve risultare entro determinati limiti (dB).

Crosstalk XT (o diafonia): interferenze reciproche fra le coppie di conduttori che compongono lo stesso cavo.

NEXT (si misura dB): NEXT sta per Near End Cross Talk ed è l'interferenza misurata su un doppino generata dalla trasmissione su un doppino adiacente, misurata dallo stesso lato del trasmettitore.

FEXT (si misura in dB o tele diafonia): FEXT è l'acronimo di Far End Cross Talk.

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È l'interferenza misurata tra due coppie di conduttori, misurata dal lato opposto rispetto al trasmettitore.

PSNEXT (si misura in dB): PSNEXT sta per Power Sum NEXT, cioè la diafonia lato trasmettitore indotta su una coppia di cavi dovuta alla somma di tutti gli altri cavi presenti, nel caso dei cavi UTP e FTP, di tutti gli altri 3 doppini che fanno parte del cavo.

ELFEXT (si misura in dB): ELFEX sta per Equal Level FEXT ed è una misura del Far End Cross Talk, al netto degli effetti dell'attenuazione.

PSELFEXT (si misura in dB): Power Sum Equal Level FEXT e analogamente al Power Sum FEXT ed è il Cross Talk indotto su una coppia per effetto di tutti gli altri doppini presenti nel cavo, anche in questo caso depurandolo degli effetti dell'attenuazione, come per l'ELFEXT.

ACR Attenuation-to-crosstalk ratio (si misura in dB): rapporto tra attenuazione e valore NEXT.

RL (si misura in dB ): è il Return Loss.

6.3 Requisiti applicabili alle sale CED

Con CED, assimilabile per profili a un Data Center, si intende una struttura fisica - normalmente un edificio compartimentato unitamente a tutti gli impianti elettrici, di condizionamento, di attestazioni di rete, di cablaggi, ecc. e a sistemi di sicurezza fisica e logica in essa presenti - progettata e allestita per ospitare e gestire un numero elevato di apparecchiature e infrastrutture informatiche e i dati ivi contenuti, allo scopo di garantirne la sicurezza fisica e gestionale.

La sala deve soddisfare i requisiti per le sale di distribuzione in ANSI / TIA-569-C - Telecommunications Pathways and Spaces.

1. Disposizione

La disposizione del pavimento deve essere coerente con i requisiti delle attrezzature e dei fornitori di servizi, come ad esempio:

a) requisiti di carico del pavimento compresi equipaggiamenti, cavi, cavi di connessione e supporti (carico statico concentrato, carico statico uniforme del pavimento, carico dinamico di rotolamento);

b) requisiti di assistenza tecnica (requisiti di spazio su ciascun lato dell'attrezzatura necessaria per un'adeguata manutenzione dell'apparecchiatura);

c) requisiti del flusso d'aria;

d) requisiti di montaggio;

e) requisiti di alimentazione e limitazioni della lunghezza del circuito CC;

f) requisiti di lunghezza della connettività dell'apparecchiatura (ad esempio, lunghezze massime del canale verso periferiche e console).

2. Posizione

Quando si seleziona il sito CED, occorre evitare le posizioni limitate dalla costruzione di componenti che riducono l'espansione quali ascensori, edificio centrale, pareti esterne o altri muri fissi dell'edificio.

La posizione dovrebbe essere fornita l'accessibilità per la consegna di attrezzature di grandi dimensioni alla sala attrezzature (vedere ANSI / TIA-569-C) e la sala computer dovrebbe essere in un ambiente M1I1C1E1

(secondo la classifica dell’allegato F dell’ANSI / TIA-568-C.0).

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In alternativa, la sala computer dovrebbe essere progettata per creare un ambiente compatibile con le classificazioni M1I1C1E1.

Non dovrebbe avere finestre esterne, in quanto le finestre esterne aumentano il carico di calore e riducono la sicurezza.

3. Accesso

Il CED deve essere dotato di controllo accessi; infatti, le porte della sala computer dovrebbero fornire l'accesso solo al personale autorizzato.

4. Apparecchiature di alimentazioni in continuità

Qualsiasi UPS contenente batterie a celle allagate deve essere collocato in una stanza separata.

5. Altezza soffitto

L'altezza minima nella sala computer deve essere di 2,6 m (8,5 piedi) dal pavimento finito a qualsiasi ostacolo, come ad esempio gli sprinkler, i corpi illuminanti, il vassoio cavi sopraelevato o le telecamere.

Requisiti di raffreddamento o rack/armadi più alti di 2,13 m (7 piedi) possono dettare altezze del soffitto più alte.

Deve essere mantenuto uno spazio minimo di 460 mm (18 in) dalle testine degli sprinkler dell'acqua.

6. Illuminazione

Gli apparecchi di illuminazione devono essere posizionati sopra i corridoi, tra i cabinet piuttosto che direttamente sopra gli armadi o i sistemi di passaggio dei cavi aerei.

Le luci e i segnali di emergenza devono essere posizionati correttamente in modo tale che l'assenza di illuminazione primaria non ostacoli l'uscita di emergenza.

Si consiglia di utilizzare un protocollo di illuminazione a tre livelli nei CED/data center in base all'occupazione umana:

• Livello 1: centro dati non occupato. L'illuminazione dovrebbe essere sufficiente per consentire un uso efficace delle apparecchiature di videosorveglianza se presenti.

• Livello 2: ingresso iniziale nel CEC. I sensori di movimento devono essere utilizzati per attivare le luci nell'area immediatamente accessibile e programmati per illuminare i corridoi.

È necessario fornire un'illuminazione sufficiente per consentire il passaggio sicuro nello spazio e consentire l'identificazione tramite videocamere di sicurezza.

• Livello 3: spazio occupato. Quando il data center è occupato per manutenzione o interazione con l'apparecchiatura, l'illuminazione deve essere di 500 lux nel piano orizzontale e di 200 lux nel piano verticale, misurata a 1 m (3 piedi) sopra il pavimento finito in mezzo a tutti i corridoi tra i cabinet.

Nei data center più grandi di 230 m2 (2500 ft2), si consiglia l'illuminazione di zona che fornisce il Livello 3 nell'area immediata di lavoro e il Livello 2 in tutte le altre zone.

• Override facoltativo: illuminazione in tutte le zone al livello 3.

Per consentire una migliore efficienza energetica e controllo, l'illuminazione a risparmio energetico (ad es.

LED) dovrebbe essere considerata un'opzione per implementare il protocollo di illuminazione a tre livelli, a seconda dell'occupazione umana e della funzione nei data center.

7. Porte

Le porte devono avere larghezza minima di 1 m (3 piedi) e un'altezza di 2,13 m (7 piedi), senza stipiti, devono incernierare verso l'esterno (codice permettendo), scorrere lateralmente o essere rimovibili. Le

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porte devono essere dotate di serrature e non avere montanti centrali o montanti centrali rimovibili, in modo tale da facilitare l'accesso a grandi apparecchiature.

8. Carico pavimento

La capacità minima di carico del pavimento distribuito deve essere di 7,2 kPA (150 lbf / ft2). La capacità di carico del pavimento distribuita consigliata è di 12 kPA (250 lbf / ft2).

I pavimenti dovrebbero essere rinforzati in modo appropriato se è prevista un'attrezzatura che supera tali specifiche.

Il pavimento deve inoltre avere una capacità di sospensione minima di 1,2 kPA (25 lbf / ft2) per sostenere i carichi sospesi dal fondo del pavimento (ad esempio scale di cavi sospese dal soffitto del pavimento sottostante). La capacità di sospensione consigliata del pavimento è di 2,4 kPA (50 lbf / ft2).

9. Cablaggi

In accordo alla normativa ANSI/TIA-568 si veda quanto descritto al par. 2.1 10. Affidabilità

L’affidabilità del CED/sala operativa riguarda la disponibilità dello stesso e la suscettibilità alle interruzioni.

Tali parametri tengono conto degli aspetti costruttivi, delle ridondanze e delle protezioni di apparato e di sistema, della continuità delle alimentazioni e della connettività, della possibilità di funzionamento anche durante manutenzioni programmate.

6.4 Cavi e cablaggi

Tutti i cavi elettrici - rete e dati, cavi ausiliari - dovranno essere conformi a quanto prescritto dalla nuova norma CPR in relazione alla classificazione dell’ambiente e destinazione d’uso.

Le classificazioni di reazione al fuoco sono:

1. Classificazione italiana DM 10 marzo 2005:

• Classe 0: materiali incombustibili.

• Classe 1: materiali combustibili non infiammabili.

• Classe 2: materiali combustibili difficilmente infiammabili.

• Classe 3: materiali combustibili infiammabili.

• Classe 4: materiali combustibili facilmente infiammabili.

• Classe 5: materiali combustibili estremamente infiammabili.

2. Classificazione CPR (Construction Products Regulation):

• Interamente applicabile come legge in tutti gli Stati Membri della UE dal Luglio del 2013.

I cavi sono stati classificati in 7 classi di Reazione al Fuoco Aca B1ca B2ca Cca Dca Eca Fca identificate dal pedice

“ca” (cable) in funzione delle loro prestazioni decrescenti. Ogni classe prevede soglie minime per il rilascio di calore e la propagazione della fiamma. Oltre a questa classificazione principale, le Autorità europee hanno regolamentato anche l’uso dei seguenti parametri aggiuntivi:

• s = opacità dei fumi. Varia da s1 a s3 con prestazioni decrescenti;

• d = gocciolamento di particelle incandescenti che possono propagare l’incendio. Varia da d0 a d2 con prestazioni decrescenti;

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• a = acidità che definisce la pericolosità dei fumi per le persone e la corrosività per prestazioni elevate prestazioni basse. Varia da a1 a a3 con prestazioni decrescenti.

6.5 Impianti elettrici a servizio sala CED e rack dati

L’impianto dovrà essere dimensionato in moda tale da:

• Sezionare e proteggere dai contatti diretti e indiretti le linee di alimentazione in partenza e alimentante i quadri/rack switch distribuiti in sala CED e sul piano.

• Proteggere le utenze dalle sovratensioni.

• Proteggere i conduttori dalle sovracorrenti.

Il quadro generale e i sottoquadri dovranno prevedere sezioni cosiddette “normali” e “in sicurezza”, come si conviene normativamente nelle destinazioni d’uso specifiche; ciò in accordo alle prescrizioni della norma CEI 64-15 e 73-9.

I conduttori impiegati nella esecuzione degli impianti devono essere contraddistinti dalle colorazioni previste dalla tabella CEI-UNEL 00722-74 e 00712. In particolare:

• Bicolore giallo-verde per i conduttori di terra, protezione ed equipotenzialità.

• Blu chiaro per il conduttore di neutro.

• Colori secondo la tabella per i colori distintivi dei cavi (nero, grigio cenere e marrone).

I cavi utilizzati nei sistemi di prima categoria, che devono essere adatti a tensione nominale verso terra e tensione nominale non inferiore a 450/750 V (cavi designati col simbolo 07), saranno del tipo con guaina, salvo quelli posati entro tubi protettivi o canalizzazione.

Per circuiti di segnalazione o comando, i cavi devono essere adatti a tensione nominale 300/500 V (cavi designati col simbolo 05). Questi, se posati nello stesso tubo - condotto o canale con cavi previsti a tensione nominale superiori - devono essere adatti alla tensione nominale maggiore.

I cavi, i tubi protettivi, le passerelle e le varie canalizzazioni devono avere caratteristiche autoestinguenti, non propagazione alla fiamma relative alle condizioni di posa e con ridotta emissione di fumi.

Fino ad una altezza dal pavimento di 2,5 m, i cavi saranno protetti contro i danneggiamenti meccanici.

La realizzazione dei quadri è conforme ai criteri espressi nella normativa CEI 17/13 - Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione - e nella normativa CEI EN 61439-1 - Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) - Parte 1: “Regole Generali” e parte 2: ”quadri di potenza”, anche in relazione alle sovratemperature massime consentite e i degradi prestazionali delle curve interruttori (CEI 17-43 verifica termica quadri di potenza)

7 Esigenze specifiche e desiderata DSIAD

Le esigenze tecniche riportate dai referenti DSIAD vengono riportate di seguito:

1. Torrette (tipo T2 e tipo T3): dotate di 2 punti rete per ciascun dispositivo a fini lavorativi. I punti presa standard RJ45 dovranno essere opportunamente etichettati con numerazione alfanumerica da riportarsi sia sulla presa che sul patch panel di piano. Le prese dovranno avere doppio frutto di cat6 o superiore.

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2. Wi-Fi: AP distribuiti capillarmente sui piani; gli access point dovranno essere di ultima generazione, aderenti almeno agli standard 802.11g/a/ac/n MIMO 2x2.

3. I cavi Ethernet fibra e rame di dorsale e di piano devono essere di Categoria 6, in accordo alle prescrizioni di cui alla nuova norma CPR (vedi par6.4), e scelti in relazione al tipo di posa e rischio incendio. La rete dati dovrà essere collaudata e certificata, vedi par. 6.2.

4. Fibra Ottica: multimodale (standard di trasmissione OM4) 50/125 LC-LC, con cavi da 12 fibre l’uno e con certificazione (certificazione reti con OTDR). Caratteristiche in accordo alle prescrizioni di cui alla nuova norma CPR (vedi par 26.4) e scelti in relazione al tipo di posa ed al rischio incendio. La tratta di fibra dovrà essere certificata e acquisita dal COR.

5. Il CED deve essere refrigerato e mantenuto a temperatura costante (23°C) e deve poter contenere almeno 3/4 armadi tipo rack 19” 42U 800x1000, il centro stella CAMPUS e le apparecchiature a sostegno (UPS, etc.); il sistema di condizionamento dovrà essere dimensionato in accordo al carico termico previsionale.

6. Sistema per il controllo degli accessi (tornelli/badge) per i dipendenti: il lettore badge deve essere collocato in prossimità di un punto rete ed è prevista la presenza di un lettore badge per un minimo di 2 persone. È prevista, altresì, la collocazione di 1 lettore badge per ogni passaggio carrabile e per ogni ingresso dell’edificio. Il numero complessivo dei lettori badge deve essere, quindi, definito tenendo conto che il numero massimo di personale attribuibile al singolo lettore è di 50 dipendenti.

7. Tutti gli armadi per l’alloggio delle apparecchiature dovranno essere completi di passacavi verticali e orizzontali, PDU ridondate, eventuale barra interruttori di sezionamento e protezione on top quadro, UPS con eventuale subrack batterie di potenza non inferiore a 3 KVA e autonomia 15min al 75% del carico. L’armadio dovrà essere ventilato a mezzo diFAN tray on Top o middle. Qualora vi siano apparecchiature funzionanti in Bassa tensione (48Vdc) dovrà allora prevedersi anche una stazione di energia 220AC /48Vdc.

8. In ogni armadio, almeno 3 unità dall’alto devono essere lasciate libere.

9. Nella posa di tubi e/o canaline, non deve essere utilizzato più del 70% dello spazio disponibile e deve essere evitata qualsiasi promiscuità tra cavi dati ed energia.

10. L’etichettatura delle prese e dei cavi deve essere effettuata nelle terminazioni e almeno lungo i possibili punti di ispezione identificabili lungo il percorso utilizzando la codifica TIA-606-C.

11. Il/gli interruttore/i (interruttori da 16A, due poli protetti, curva B, Idiff: 30mA oppure 300mA) di sezionamento e protezione linee a servizio dei rack apparati dovranno essere dimensionati nei confronti delle sovracorrenti e correnti di guasto, coordinati, quindi, con la linea in cavo da proteggere. Dovrà tenersi conto della selettività di impianto a valle e a monte. Gli interruttori dovranno essere di tipo automatico, con intervento magnetotermico e/o differenziale, di adeguata corrente nominale e curva di intervento. Le utenze e le apparecchiature suscettibili di andare in tensione dovranno essere collegate alla terra di edificio.

12. Le planimetrie devono essere effettuate in formato DWG con indicazione della distribuzione e del numero delle prese.

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13. Fornitura di patch cord per entrambi i lati, sia parte utenza (3 metri) che lato armadio con varie misure.

14. L’organizzazione degli armadi dovrà seguire la prescrizione della norma EIA sul cablaggio strutturato; tuttavia si precisa di suddividere la parte attiva da quella passiva utilizzando armadi rack differenti.

15. Le certificazioni relative alle prese devono essere trasmesse almeno in modalità elettronica (PDF).

8 Servizi al cittadino

Le Linee Guida oggetto del presente documento non erogano servizi diretti al cittadino, ma forniscono un beneficio indiretto a elevato valore del territorio, favorendo infatti la costruzione e la messa in opera di uffici comunali in grado di efficientare maggiormente la risposta alle esigenze dei cittadini.

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