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Livio,1976) la rappresentazione del femminile nel Grottesco emerge, dunque, quale ulteriore espressione dell’originalità propria di questo teatro

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Academic year: 2021

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Candidata:DOTT. SSA LAURA CANNAVACCIUOLO

Titolo della tesi:ASPETTI DEL FEMMINILE NEL TEATRO GROTTESCO

Direttore della Ricerca:ANGELO R.PUPINO

La tesi - articolata in quattro sezioni dedicate rispettivamente alla produzione di Chiarelli, Rosso di San Secondo, Cavacchioli e Antonelli - rileva la centralità del femminile nella produzione suddetta e ricostruisce il sistema dei riferimenti intertestuali che hanno inciso nella rappresentazione del femminile nel teatro italiano tra Otto e Novecento.

L’indagine dimostra come i personaggi femminili delle commedie selezionate pur essendo nati sulla scia delle protagoniste del teatro borghese e pur presentando evidenti contaminazioni con certe figure dannunziane ansimanti di tensioni erotiche e religiose, sono presentate quali vittime di una società disumanizzata e, anche quando incarnano un destino d’infamia, sono sempre affrancate dalla prospettiva autoriale. Lungi dal costituire un semplice ‘residuo’ melodrammatico (G.

Livio,1976) la rappresentazione del femminile nel Grottesco emerge, dunque, quale ulteriore espressione dell’originalità propria di questo teatro. Lo spazio concesso al femminile e le forme attraverso le quali esso si rivela, del resto, suggeriscono di riconsiderare sotto una luce nuova il tradizionale ed irriducibile conflitto tra ‘amor sacro’ e ‘amor profano’ inducendo ad una sostanziale revisione delle tematiche chiave del dramma borghese: l’adulterio e la maternità. Il tradimento femminile, infatti, non è semplice trasgressione della morale ma, secondo una prospettiva

‘esistenzialista’, è occasione di crescita personale, motivo di emancipazione attraverso cui la donna compie il suo processo di individuazione. Parimenti, la pulsione anarchica di cui ella si fa portavoce, la sua assoluta incapacità di adattarsi all’ordine costituito, trova la sua naturale risoluzione nella maternità offrendosi quale garanzia prima autoaffermazione. Questo discorso ci conduce, infine, al motivo della «peccatrice pura», leitmotiv di matrice espressionista spesso presente in questi testi e reinterpretato attraverso il filtro di una moralità tutta cristiana.

Parallelamente al discorso tematico, si individuano i criteri formali che guidano la ridefinizione del personaggio femminile attraverso una completa analisi dei riferimenti; attenzione particolare viene riservata all’analisi del tessuto simbolico dei testi da cui emerge spesso il ricorso ai topoi della

‘malattia’ e del ‘martirio’ quali piani metaforici della passione divoratrice; similmente accade per la

‘guerra’ (ordine simbolico del conflitto tra sessi) e per la ‘danza’, che ben si presta a rappresentare il motus animi, l’instabilità e la provvisorietà del sentimento, dell’Istinto. Una nota, infine, merita la riflessione sull’espressionismo linguistico dei personaggi esaminati: più vicina ad una spontaneità non articolata (pianto, urlo, lamento, afasia), la lingua delle protagoniste acutizza lo scontro tra la dialettica razionale propria dei ‘borghesi’ e l’espressione diretta, viscerale, dell’io femminile. La rappresentazione del mondo femminile nel Teatro Grottesco, dunque, più che un limitativo residuo naturalistico rivela la sua attualità in un contesto di profonda crisi; come nota Ferrante, «è una reazione contro un mondo dove l’uomo distrugge l’uomo», ma anche un modo per riconoscersi nella crisi.

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