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scienza è partecipazione: l’eredità di Giulio Alfredo Maccacaro

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Academic year: 2022

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www.epiprev.it

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anno 41 (1) gennaio-febbraio 2017

AttuALitÀ

Epidemiol Prev 2017; 41 (1):13. doi: 10.19191/EP17.1.P013.006

Raccontava Renzo Tomatis di aver chie- sto a Giulio Maccacaro, dopo la lettura del Campanile di Codogno, perché non avesse scritto altri racconti autobiogra- fici. «Non ho tempo adesso per questo.

Ho troppo da fare per cose molto più urgenti che scrivere le mie memorie» fu la risposta. Viveva intensamente Macca- caro, e vedeva oltre i confini del proprio tempo che fra gli anni Sessanta e Set- tanta del Novecento mostrava scenari complessi in cui prendevano corpo mu- tamenti culturali con sviluppi estesi su più generazioni, che influenzano anco- ra gruppi sociali, popolazioni e l’anda- mento di cicli economici e istituzionali, anche oltre l’Occidente. Esiste insomma una sovrapposizione di prospettive da considerare per l’analisi di vicende che si svolsero a metà del secolo scorso fra il Collegio Ghisleri di Pavia, dove Macca- caro fu studente, e l’Istituto di biome- tria di Milano, dove realizzò la sua ope- ra scientifica. Spesso uomini carismatici come Giulio Maccacaro diventano centri di confluenza di un cambiamento mul- tiforme. Un’estensione dell’illuminismo fino ai limiti del possibile nel suo caso, con la scienza al servizio dello sviluppo umano e attenzione politica allo stato sociale, una rivoluzione che prendeva corpo con il rapporto Beveridge redatto a Londra nel 1942, durante la II Guerra mondiale.

La sua resta una figura unica ancora amata dalla comunità scientifica che ne riconosce gli insegnamenti. Conobbe a Cambridge i pregi della medicina socia- le anglosassone che indicava i cinque grandi mali da sconfiggere: il bisogno, la malattia, l’ignoranza, la miseria e la

disoccupazione. Furono fondanti del suo pensiero l’idea della conoscenza come costruzione necessariamente col- lettiva e il primato della partecipazione come fondamento creativo di scienza e politica, le cui funzioni sono simili a partire dal soddisfacimento dei bisogni.

Maccacaro comprese inoltre che se an- che scienza e politica fossero fedeli al proprio ruolo, il vizio di forma della mo- dernità porterebbe lo stesso a disegua- glianze. Per soddisfare i bisogni occor- rono beni e la loro produzione implica costi in termini di suddivisione di lavoro, risorse e scorie. Benefici ed esternalità di questa produzione non sono divisi equamente, perché la globalizzazione sposta beni e risorse in senso inverso alle nocività. Nemmeno i ricchi però sono al sicuro perché i danni colpiscono di più chi abita i luoghi più svantaggiati ma possono estendersi oltre ogni con- fine, addirittura nel futuro. Unica so- luzione per tutti è la vera prevenzione:

l’eliminazione del rischio e la rinuncia alle produzioni nocive.

La difesa dell’ambiente era per Macca- caro un’altra forma della lotta di classe.

Anche per questo un terzo elemento

fondante del suo pensiero era costituito dalla parola e dal suo diritto d’uso come strumento inclusivo di una scienza ca- pace di occuparsi delle ingiustizie e di dare voce a chi non ha rappresentanza.

Una scienza questa che risulta eversi- va nelle società tecnologiche moderne fortemente condizionate dal potere economico, perché capace di svelare le contraddizioni e i gravi danni del si- stema di produzione. L’apertura della redazione di Sapere a studenti e lavora- tori offriva loro la possibilità di narrare il mondo in autonomia dimostrando che si può fare scienza anche confutando le tesi e l’autorevolezza dell’establishment scientifico a favore del bene comune, partendo dalla salute.

Il modo della conoscenza oggi è cam- biato per un’umanità a sola dimensione tecnologica, mentre la politica abdica ogni soluzione dei conflitti socioecono- mici al mercato a scapito perfino della difesa di ambiente e salute. Ancor più le contraddizioni del connubio fra scienza ed economia vanno denunciate assie- me all’egoismo di chi esige i benefici e lascia ad altri le nocività. È cambiata anche la dimensione dei conflitti, locali un tempo, centrati sulla fabbrica e cre- duti risolubili tecnicamente grazie alle risorse fornite dalla crescita. Oggi, senza l’illusione della crescita, i conflitti vanno affrontati su scala internazionale dove agiscono la finanza e il mercato con la politica e la scienza al traino. Non sono mutati invece i riferimenti: partecipazio- ne e scambio di conoscenze sono an- cora i caratteri fondanti della solidarietà fra lavoratori e popoli che subiscono sfruttamento e inquinamento, per il ri- conoscimento dei bisogni fondamentali e la selezione di processi e beni in grado di soddisfarli entro i limiti della natura. È una transizione ardua, contraria a ogni logica economicista, per evitare che sa- lute e lavoro trovino realizzazione solo nel mercato, e come ricordava Renzo Tomatis «possiamo solo rammaricarci che Giulio non abbia avuto il tempo per continuare a spiegarcelo».

scienza è partecipazione: l’eredità di Giulio Alfredo Maccacaro

Science is participation: Giulio A. Maccacaro’s legacy

Enzo Ferrara

Istituto nazionale di ricerca metrologia – INRIM, Torino

Istituto di ricerche interdisciplinari sulla sostenibilità – IRIS, Torino Corrispondenza:ferrara@inrim.it

Giulio Alfredo Maccacaro (1924-1977)

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