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Il vento fa bene all’Italia

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Academic year: 2022

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Il vento fa bene all’Italia

Perché si deve puntare sull’eolico per il clima, la qualità e il futuro del Paese.

Associazioni, imprese, sindaci che scelgono le energie pulite.

Gli impianti eolici in Italia stanno per raggiungere un traguardo importante, perché siamo quasi alla soglia dei 5.000 MW installati. Alla base di questo successo è la spinta di una tecnologia oggi competitiva e affidabile, capace di produrre circa 6,7 TWh di energia elettrica nel 2009, e in generale la capacità delle fonti rinnovabili di rappresentare oggi una prospettiva concreta e una direzione di marcia imprescindibile per rendere più moderno e pulito il sistema energetico italiano.

Ma l’eolico è anche al centro di un dibattito violento e confuso, in cui qualcuno è arrivato a indicarlo come il principale pericolo per il paesaggio italiano oltre che una tecnologia inefficiente e che drena tutti gli incentivi per le rinnovabili.

Queste accuse sono false ed è quanto mai urgente costruire una informazione trasparente su quella che è la vera situa- zione del nostro Paese. Questo è l’obiettivo che Legambiente si propone con il convegno, in cui ha chiamato a interve- nire imprenditori, associazioni, sindaci. Ma non c’è solo questo.

Perché l’eolico ha un problema rispetto al proprio futuro, soprattutto se vuole continuare in una crescita diffusa capace di valorizzare il potenziale presente nelle diverse Regioni italiane e contribuire agli obiettivi vincolanti fissati dall’Unio- ne Europea al 2020 per la quota di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (il 17% al 2020). Com’è noto, e denunciato da tempo, non sono mai state approvate le Linee Guida nazionali per la valutazione e approvazione degli impianti da fonti rinnovabili e quindi, per l’eolico come per le altre rinnovabili, si continua in una situazione assurda nella quale occorre trovare soluzioni nei territori ogni volta a rischio di ricorsi e polemiche. Questa situazione ha una responsabilità precisa: che sta nella totale assenza di una politica per la diffusione delle rinnovabili nel territorio italiano.

Per Legambiente occorre finalmente introdurre regole chiare e mettere al centro il tema dell’integrazione nel paesaggio dell’eolico. Che vuol dire indicare con chiarezza le aree in cui vietare la costruzione degli impianti per motivi naturali- stici e storico-archeologici, e insieme fissare le attenzioni e le procedure più trasparenti per svilupparlo nelle aree in cui il vento lo consente. Una sfida a trovare la sintesi più efficace tra l’immagine di modernità dell’eolico e i caratteri dei diversi paesaggi italiani.

L’ingresso è libero

segreteria 06-86268402, scientifico@legambiente.it

Introducono

Edoardo Zanchini, Responsabile Energia Legambiente Simone Togni, Segretario Generale ANEV

Luciano Pirazzi, Enea

Intervengono:

Francesco Cocca, Sindaco San Marco dei Cavoti - Vittorio Cogliati Dezza, Presidente Legambiente - Sen. Roberto Della Seta, PD - Carlo Di Primio, International Power Italia - Sen. Francesco Ferrante, Kyoto Club - Cesare Fera, F.E.R.A. srl - Sen. Andrea Fluttero, PDL - Pietro Lecce, Jonica Impianti - Salvatore Moncada, Moncada Energy Group - Flavio Morini,Sindaco di Scansano e Presidente commissione ambiente Anci - Oreste Vigorito, Ivpc - Luca Wagner, Effeventi - On. Elisabetta Zamparutti, P. Radicale.

In collaborazione con

Nell’ambito dell’iniziativa sarà presentato il libro fotografico

“Sterminati giganti? La modernità dell’eolico nel paesaggio italiano”

Roma, 18 febbraio 2010 - 10.00/13.30

Palazzo Bologna - Via di Santa Chiara 4

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