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Luci ed ombre sotto l'albero di Natale

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Academic year: 2021

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Luci ed ombre sotto l’albero di Natale

Il decreto legge presentato è un passo concreto - e non il primo, di ciò va dato atto

al Ministro – verso il rafforzamento delle misure alternative al carcere, ed è

dunque importante per indicare percorsi riabilitativi diversi, e non soltanto per

l’effetto di ridurre il numero dei detenuti, dove i risultati non potranno che essere

ridotti, il che riporta alla necessità di varare – così come richiesto dal Capo dello

stato – un provvedimento di clemenza generale per fronteggiare l’urgenza. Ciò

posto, il provvedimento appare in linea con gli auspici e le indicazioni che

l’Unione Camere Penali ha continuamente dato in questi anni e che vede con

soddisfazione raccolti, sebbene rimanga da aggiustare il tiro, in sede di

conversione, su alcuni aspetti che altrimenti darebbero problemi. Anzitutto

l’innalzamento della liberazione anticipata per un predefinito arco di tempo, che

determinerebbe una disparità di trattamento di dubbia costituzionalità e vedrebbe

mortificata la portata pratica della modifica; in questo senso la scelta assunta nel

medesimo decreto legge di stabilizzare la detenzione domiciliare per le pene

brevi, che era partita anch'essa come misura temporanea, avrebbe dovuto

insegnare qualcosa. Inoltre, appare criticabile la scelta di prevedere un iter più

severo per i delitti di maggior allarme sociale, rafforzando il doppio binario,

foriero di discriminazioni inaccettabili. Analoghe perplessità desta la pena

massima del “piccolo spaccio” (art. 73 comma 5 L. Stup.) che - cedendo ad una

tecnica legislativa dall'Unione sempre denunciata – è stata graduata in funzione

degli strumenti processuali ed investigativi anziché del valore del bene giuridico

tutelato dalla norma. Ad ogni modo, queste pecche potranno essere corrette

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nell'iter parlamentare, e comunque confidiamo che il provvedimento sia irrobustito da ulteriori misure. Viceversa, destano viva preoccupazione le anticipazioni di stampa sugli ulteriori provvedimenti legislativi rinviati a dopo le festività di fine anno. In particolare, preoccupa l’ipotesi di estensione ai processi ordinari della conservazione degli atti in caso di cambiamento del giudice, una norma che già appare insopportabile se circoscritta, com'è adesso, ai soli processi di criminalità organizzata - e contro la quale gli avvocati penalisti sono in stato di agitazione – figurarsi se estesa a tutti i processi, con l’effetto di fare emettere le sentenze ai giudici che del testimone non hanno visto la faccia, né ascoltato la voce.

Roma, 17 dicembre 2013

La Giunta

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