• Non ci sono risultati.

18 Agosto XX Domenica Tempo Ordinario. La Pace di Gesù e le lacerazioni che essa provoca.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "18 Agosto XX Domenica Tempo Ordinario. La Pace di Gesù e le lacerazioni che essa provoca."

Copied!
5
0
0

Testo completo

(1)

18 Agosto 2013- XX Domenica Tempo Ordinario.

La Pace di Gesù e le lacerazioni che essa provoca.

 Gesù oggi ci dice:« Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione ». Questa frase sembra  disturbarci: il seguire Gesù e testimoniare il suo

insegnamento può anche metterci in situazione di divisione e di lacerazione con noi stessi, i nostri stessi familiari e amici. Eppure gli angeli alla nascita di Gesù a Betlemme hanno annunziato all’umanità la pace; Egli ha proclamato nelle Beatitudini: « Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio » ; risorgendo e apparendo agli apostoli li ha salutati augurando: « La pace sia con voi » ; nella celebrazione della Eucaristia risuonano le sue parole:

« Vi lascio la pace, vi do la mia pace ». Come conciliare queste espressioni con ciò che oggi Gesù ci dice?

Se leggiamo in profondità il messaggio di Gesù ci accorgeremo che le sue parole, le sue affermazioni non sono in contraddizione. Egli, come grande costruttore di pace, è venuto a riconciliarci con il Padre celeste e ci ha insegnato il perdono reciproco, il vivere da fratelli nella carità vicendevole e a costruire ponti di fraternità. La pace di Gesù non consiste nel quieto vivere di un benessere  materiale ed egoistico, non è l’ accettazione disinteressata e comoda di ingiustizie, sopraffazioni e prepotenze, non il disimpegno di fronte alle gravi problematiche che ci sono nel mondo, né l’acquiescenza nei vizi che oggi dominano nelle nostre coscienze. La pace che Gesù vuole darci comporta, a volte, lacerazioni interiori con se stessi, negli affetti anche più intimi e nelle relazioni  con gli altri. La pace di Gesù comporta una continua e aspra lotta contro ogni forma di male che può crescere nel nostro cuore e attorno a noi. La pace di Gesù è quella che si ha nel cuore quando viviamo in pace con Dio, in conformità alla sua volontà e nella vera fraternità dei figli di Dio. 

 La fede cristiana è contestazione della logica del “mondo”.

La fede e la vita evangelica del credente in Gesù si pone come contestazione del male che vuole prendere radici in noi e nel cuore degli uomini.

(2)

Gesù ci ha invitati, fin dal primo momento del suo annunzio, a convertirci, a sradicare il male dai nostri cuori, a cambiare le nostre cattive abitudini e a portare frutti buoni. I suoi insegnamenti e le sue parole sono esigenti e a volte  paradossali, scandalose, lontane dalle nostre logiche interessate ed egoistiche :« Se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, càvalo e gettalo via da te…Se la tua mano ti è occasione di scandalo, tagliala » ( Mt5,29). Alla donna adultera, che i farisei gli hanno portato davanti perché fosse lapidata, Gesù dice: « Donna, neanche io ti

condanno, ma va’ in pace e d’ora in poi non peccare più » (

Gv 8,11). Dio vuole che noi imitiamo l’agire del Padre  suo nel nostro

agire quotidiano anche se il nostro operare dovesse scandalizzare  e porci in conflitto con noi stessi: desidera una vera conversione delle nostre mentalità.

   Il profeta Geremia, o ogni altro profeta, che viene contestato  è un preannunzio di ciò che sarebbe accaduto al Cristo, il quale ha posto una pacifica contestazione nei confronti del male presente nel mondo: ai farisei che osservavano nelle minuzie la legge ma ne tradivano lo spirito, Gesù rimproverava la loro falsità apostrofandoli “sepolcri imbiancati ”.  Ancora, ha

contestato l’agire di coloro che avrebbero dovuto salvaguardare il diritto del povero e che invece opprimevano in nome stesso della religione, che facevano del denaro e  di se stessi il loro dio invece di adorare il vero Dio. Gesù ha inoltre rivolto parole dure contro i ricchi, i gaudenti e i potenti perché non usavano le ricchezze per sostenere i deboli e i meno fortunati e angariavano i poveri. Ha contestato usanze legali come il divorzio e il ripudio che Mosè aveva permesso. Ha duramente ammonito coloro che danno scandalo: « Sarebbe meglio che si legassero una pietra al collo e si gettassero nel mare ». Ha infine esortato a tenere una vita e una condotta più fedele all’alleanza di Dio e al suo amore. Per tutto questo atteggiamento Gesù ha subito  dai capi delle nazioni la condanna  a morte e coloro che lo avevano osannato quando aveva moltiplicato i pani o compiuto ogni genere di miracolo lo lasciano condannare, flagellare e crocifiggere. E poiché Dio non abbandona il giusto lo ha fatto « risorgere dai morti e lo ha costituito Signore » come ebbe a dire Pietro  nel giorno della Pentecoste ( At 2,24ss).

 La sorte di Gesù si rinnova nei discepoli.

 Anche ai discepoli Gesù preannunzia che come hanno perseguitato lui perseguiteranno anch’essi, ma assicura loro che davanti ai tribunali avranno dal suo Spirito la forza di rendergli testimonianza e anche di

affrontare la morte. E proclama che saranno beati se disprezzati e perseguitati e se sarà detto ogni sorta di male contro di loro a causa sua. Nell’ultima delle Beatitudini dice: « Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi » ( Mt 5,11ss). Così fin dai primi tempi apostolici le parole di Gesù si sono

(3)

contestazione pacifica. Ricordandosi della parole del loro Signore, presente nei poveri, negli emarginati e nei fratelli malati e afflitti da  qualunque genere di difficoltà, i cristiani lo hanno riconosciuto e amato

nei  poveri, hanno difeso gli orfani e le vedove, hanno liberato coloro che sono stati prigionieri e oppressi da qualunque forma di catene, hanno cercato di costruire una società dove sono stati proclamati e anche rea

lizzati, quando è stato possibile, i diritti fondamentali dell’uomo, della donna, dei bambini ecc.

Nota è la testimonianze della lettera a Diogneto: « I cristiani amano tutti e da tutti sono

perseguitati. Li si disprezza, li si condanna, li si uccide. Oltraggiati benedicono, ingiuriati trattano tutti con rispetto. Fanno loro del bene, e vengono condannati come scellerati ». E Tertulliano, a sua volta, parlando delle persecuzioni

dei cristiani,  perpetrate anche ai nostri giorni  contro di essi, scriveva:  « Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani ». In molte parti del  mondo i cristiani godono di relativa tranquillità, ma le parole di Gesù del Vangelo di questa Domenica, lì dove la fede o la pratica religiosa vengono contrastate o dove si impone un parlare “politicamente corretto” impedendo la libertà di

espressione o di professione pubblica della propria fede, sono ancora attuali, : « D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno  padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuova contro suocera ».

  I tempi, poi, non sono quelli in cui la pratica religiosa e molti comportamenti venivano ritenuti come una regola comune, né bisogna stupirsi per le diversità di opinioni o di idee che spesso si trovano nei membri della stessa famiglia riguardo a Gesù, la fede, la pratica religiosa, i valori morali e cristiani, per cui la testimonianza della fede bisogna viverla senza paura, con grande chiarezza e umiltà di fronte a chiun

que, pur nel rispetto  reciproco con coloro che esprimono idee, comporta menti e opinioni differenti.

  Vivere come comunità di fede, impegnati ad essere  ancora oggi “luce del mondo e sale della terra ”, "come città illuminata che dal monte” indica la direzione, la rotta e l’orientamento

all’uomo del nostro tempo smarrito nell’indifferentismo, nel relativismo etico, nel  pluralismo di opinioni, è per i discepoli del Signore un cammino difficile ma necessario per essere edificatori della pace che Gesù vuole sia costruita tra gli uomini : pace che nasce dalla resistenza al male e dalla costruzione costante  del bene fondato su valori umani, sociali, psicologici e religiosi condivisi.

 Prima Lettura: Ger38,4-6.8-10.

(4)

   Geremia è perseguitato e condannato a morire perché il suo messaggio non è conforme ai disegni e alle attese dei capi. La ragione è semplice: egli trasmette la Parola di Dio, il quale richiama la necessità di affidarsi a lui, e non ai propri calcoli ingannevoli, di convertirsi, e non di credere vanamente che la distruzione di Gerusalemme e l’esilio sono lontani e scongiurati. Il profeta non recede e sopporto la persecuzione. Egli è il simbolo di Cristo, il giusto condannato per il suo amore alla verità e la sua fedeltà a Dio. Alla fine Geremia viene fatto risalire  dalla cisterna: prefigura così Gesù che sale risorto e glorioso dal sepolcro. Chi si affida a Dio e segue lui non può essere destinato alla perdizione.

Seconda Lettura : Eb 12,1-4.

Gesù è il modello di quanti si consegnano assolutamente a Dio. Egli è « colui che dà origine alla fede e la porta a compimento ». Con questo atteggiamento di abbandono  affronta la morte

di croce, donandosi libe r

amente e non per costrizione alla volontà del Padre, dal quale viene glorificato e costituito Signore, Ci è di esempio nelle nostre sofferenze. La passione ci sostiene e ci stimola a

perseverare, a non stancarci, a non cedere. Abbiamo sempre persecuzioni per la fede, anzitutto dentro di noi. Solo una magnanimità simile  a quella di Gesù – il disprezzo dell’ignominia, dice la lettera agli Ebrei – ci dà la forza di resistere.

Vangelo : Lc 12,49-53.

Gesù è tutto preso dalla tensione e dal desiderio di compiere la sua passione, di immergersi in essa per portare a temine il disegno di salvezza. Egli viene a portare il fuoco che purifica e discrimina, lo Spirito che brucia.

Il Vangelo infatti divide, in quanto esige una decisione e una presa di posizione. In questo senso porta non la pace, gli accomodamenti, i dialoghi tranquilli, ma la guerra. Di fronte a Cristo si operano si operano le scelte che sono determinate non più dai legami di sangue, che

passano in secondo ordine: l’assoluto è lui. Per capire tutto questo occorre avere l’intelligenza e la sapienza  evangelica, che sa individuare la presenza di Cristo, il compimento del disegno di Dio. Non bisogna essere spiritualmente tonti, ma discernere i segni dei tempi.

(5)

   

Riferimenti

Documenti correlati

Si avvicina e sente la voce di Dio che, dopo avergli chiesto di togliersi i calzari gli dice: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto ed ho udito il

“Per dare agli uomini quella pace che il mondo non può dare, quella  pace vera, sentita, che nessuno può togliere, Egli comincia col distruggere  i nemici della pace, cioè il peccato

È di questa impunità che alcuni, ahimè di sinistra, vorrebbero far beneficiare Bashar al- Assad, il principale responsabile del disastro, di questi oltre dieci milioni di

Quando l’individuo crea pace nella propria mente, tutta l’atmosfera che lo circonda è permeata da vibrazioni di pace, e chiunque lo incontra beneficia della stessa

Il ruolo organico dei magistrati onorari addetti agli uffici del giudice di pace è fissato in 4.700 posti; entro tale limite, è determinata, entro tre mesi

Con lo scoppio della guerra siriana nella regione, si sono inoltre riaccese dispute che sem- bravano ormai sopite, come quella tra Israele e la Siria per il controllo delle Alture

L’ig.oranza ha molti ter0ini in sanscrito, quello più utilizzato è Avidya, ed è la causa principale del samsara, il perdurare del ciclo di vite nel piano materiale. Nella

Il riconoscimento 2017 è andato a Francesca – meglio nota come Franchina – Benzi di Santa Ma- ria della Croce, che a soli 22 anni, nel 1977, ha aperto nel quartiere all’ombra