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L I deficit della memoria nel paziente epilettico

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M.D. Medicinae Doctor - Anno XXI numero 2 - 20 marzo 2014 n 27

A ggiornAmenti

L

a Settimana Mondiale del Cervello, campagna di infor- mazione promossa dalla So- cietà italiana di Neurologia (SIN) che si celebra dal 10 al 16 marzo, avrà come tema portante quello dei disturbi della memoria, sintomo sempre più comune che colpisce il 7% della popolazione generale con più di 65 anni fino a raggiungere il 30% dei soggetti con età superiore a 80 anni. I disturbi della memoria non sono caratteristici solo della malattia di Alzheimer e della de- menza senile ma possono essere presenti in molte altre malattie neu- rologiche.Le persone affette da epi- lessia riferiscono frequentemente difficoltà della memoria. I dati della letteratura stimano che circa il 50%

di questi pazienti riferisce un distur- bo della memoria da moderato a severo. Che siano generalizzate, cioè conseguenti a interessamento di entrambi gli emisferi, o siano crisi focali, segno che l’alterazione è li- mitata ad un’area, più o meno va- sta, di un solo emisfero, i disturbi dell’attività elettrica dei centri ner- vosi superiori possono dunque in- terferire, a seconda dell’area cere- brale responsabile delle crisi, con le

funzioni conditivi dimoranti in quell’area e con le connessioni che questa zona del cervello ha con al- tre aree cerebrali.

Molti fattori concomitanti possono interferire con i processi mnesici nei pazienti con epilessia, tra cui la neuropatologia sottostante l’epiles- sia, la frequenza e l’intensità delle crisi, l’atività parossistica EEG tra una crisi e l’altra, le terapie antiepi- lettiche, l’età e la durata di malattia, i fattori psicosociali, l’intervento chirurgico per epilessia.

   

¼ Epilessie del lobo temporale

Un disturbo della memoria è parti- colarmente frequente nelle epiles- sie del lobo temporale, la forma più frequente di epilessia focale dell’adulto. Questo è dovuto al fat- to che, in queste forme, le struttu- re deputate alla memoria, in parti- colar l’ippocampo, sono coinvolte direttamente dall’attività epilettica.

L’attività elettrica patologica che caratterizza l’epilessia è presente sia durante le scariche parossisti- che che danno luogo alle crisi clini- che (scariche critiche o ictali) ma anche durante i periodi tra una crisi

e l’altra (crisi intercritiche i interic- tali). Le scariche intercritiche, par- ticolarmente se prolungate e ripe- tute nel tempo, interferiscono con i network preposti al mantenimen- to e al richiamo della memoria nell’ippocampo.

L’importanza

 

¼

di una gestione integrata Per la complessità che caratterizza molto forme di epilessia, le figure e le strutture di riferimento per la ge- stione del paziente sono il neurolo- go e il centro epilessia. È però op- portuno che ad essi si affianchi il medico di medicina generale che, poiché conosce bene il suo pazien- te, ha un ruolo di fondamentale im- portanza. Può, infatti, collaborare con lo specialista, fornendo una serie di informazioni in grado di completare il quadro e integrare i dati che un contatto relativamente breve e intervallato da mesi come è il controllo dal neurologo di riferi- mento non è in grado di cogliere.

Al contrario, il medico di medicina generale è testimone dei cambia- menti che verificano nel paziente e della situazione familiare e tali infor- mazioni, portate allo specialista, consentono a quest’ultimo una ge- stione migliore della malattia.

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Elisabetta Torretta

I deficit della memoria

nel paziente epilettico

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