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2021_04_21_Quadro di riferimento ambientale_rev.01 (2437 KB)

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MODIFICA SOSTANZIALE

I m p i a n t o d i r e c u p e r o d i r i f i u t i s p e c i a l i p e r i c o l o s i e n o n p e r i c o l o s i a u t o r i z z a t o e x a r t . 2 0 8 d e l D . L g s 1 5 2 / 2 0 0 6

0 2 A P R I L E 2 0 2 1

BONAVENTURA S.R.L.

V i a G e n e ra l e C a r l o A l b e r t o D a l l a C h i e s a N . 8 P r e g a n z i o l ( T V )

PEC: bonaventura@pec.bonaventura.it – N. di telefono: 0422 633124

QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE

Rev. 01

TECNICI DI RIFERIMENTO

Marco Gobbo – Tel. 338 6983780 Pietro Succol – Tel. 328 9374689 Enrico Zanardo – Tel. 348 7380590 Silvia Bettega – Tel. 347 2904744

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(3)

Pag. 3 di 79

SOMMARIO

1. PREMESSA: DEFINIZIONE E DESCRIZIONE DELL'OPERA ... 5

PRESENTAZIONE DELLA DITTA ... 5

AUTORIZZAZIONI ATTUALI ... 5

SCOPO ... 5

INQUADRAMENTO DEL SITO ... 6

SOMMARIO DELLE RICHIESTE IN PROGETTO ... 8

SCHEMA DI FLUSSO ... 14

2. INTRODUZIONE ALLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE ... 15

3. ATMOSFERA: CLIMA E ARIA ... 16

DESCRIZIONE SU VASTA SCALA ... 16

“CLIMA” A LIVELLO LOCALE ... 18

“ARIA” A LIVELLO LOCALE ... 29

CONSIDERAZIONI SUGLI IMPATTI NELLE COMPONENTI ARIA E CLIMA ... 30

4. GEOLOGIA E ACQUE: ACQUE SOTTERRANEE E SOTTOSUOLO E ACQUE SUPERFICIALI ... 33

DESCRIZIONE IDROGEOLOGICA SU VASTA SCALA ... 33

“ACQUE SOTTERRANEE E SOTTOSUOLO” A LIVELLO LOCALE ... 34

CONSIDERAZIONI SUGLI IMPATTI NELLE COMPONENTI ACQUE SOTTERRANEE E SOTTOSUOLO ... 35

DESCRIZIONE IDROGRAFICA SU VASTA SCALA ... 36

“ACQUE SUPERFICIALI” A LIVELLO LOCALE ... 37

CONSIDERAZIONI SUGLI IMPATTI NELLA COMPONENTE ACQUE SUPERFICIALI ... 43

5. SUOLO, USO DEL SUOLO E PATRIMONIO AGROALIMENTARE ... 46

DESCRIZIONE PEDOLOGICA SU VASTA SCALA ... 46

“SUOLO” A LIVELLO LOCALE ... 47

DESCRIZIONE DELL’USO DEL SUOLO E DEL PATRIMONIO AGROALIMENTARE SU VASTA SCALA ... 49

“USO DEL SUOLO E PATRIMONIO AGROALIMENTARE” A LIVELLO LOCALE ... 51

CONSIDERAZIONI SUGLI IMPATTI NELLA COMPONENTE SUOLO, IN RELAZIONE ANCHE ALL’USO DEL SUOLO E AL PATRIMONIO AGROALIMENTARE ... 52

6. BIODIVERSITÀ: ECOSISTEMI, FLORA E FAUNA ... 54

DESCRIZIONE SU VASTA SCALA ... 54

“BIODIVERSITÀ” A LIVELLO LOCALE ... 56

CONSIDERAZIONI SUGLI IMPATTI NELLA COMPONENTE FLORA ... 56

CONSIDERAZIONI SUGLI IMPATTI NELLA COMPONENTE FAUNA ... 58

CONSIDERAZIONI SUGLI IMPATTI NELLA COMPONENTE ECOSISTEMI ... 59

7. POPOLAZIONE E SALUTE UMANA ... 60

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO LOCALE ... 60

CONSIDERAZIONI SUGLI IMPATTI PER L’ASPETTO POPOLAZIONE E SALUTE UMANA ... 60

8. PAESAGGIO, PATRIMONIO CULTURALE E BENI MATERIALI ... 63

CONSIDERAZIONI SUGLI IMPATTI PER L’ASPETTO PAESAGGIO, PATRIMONIO CUTURALE E BENI MATERIALI . 63 9. RUMORE E VIBRAZIONI... 64

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Pag. 4 di 79

CONSIDERAZIONI SUGLI IMPATTI PER L’ASPETTO RUMORE E VIBRAZIONI ... 65

10. RIFIUTI ... 67

CONSIDERAZIONI SUGLI IMPATTI PER L’ASPETTO RIFIUTI ... 67

11. RISORSE NATURALI NON RINNOVABILI ... 68

CONSIDERAZIONI SUGLI IMPATTI PER L’ASPETTO RISORSE NATURALI NON RINNOVABILI ... 68

12. INQUINAMENTO LUMINOSO E OTTICO ... 69

CONSIDERAZIONI SUGLI IMPATTI PER L’ASPETTO INQUINAMENTO LUMINOSO E OTTICO ... 69

13. CAMPI ELETTROMAGNETICI ... 70

CONSIDERAZIONI SUGLI IMPATTI PER L’ASPETTO CAMPI ELETTROMAGNETICI ... 70

14. RADIANZIONI IONIZZANTI ... 72

CONSIDERAZIONI SUGLI IMPATTI PER L’ASPETTO RADIAZIONI IONIZZANTI ... 72

15. CONCLUSIONI DELLO STUDIO ... 73

16. BIBLIOGRAFIA ... 77

(5)

Pag. 5 di 79 1. PREMESSA: DEFINIZIONE E DESCRIZIONE DELL'OPERA

PRESENTAZIONE DELLA DITTA

L’attività principale della Società Bonaventura SRL, ruota attorno alla fornitura e alla manutenzione delle reti ferroviarie.

Nello specifico la Ditta si occupa di:

- Costruzione/Revisione di binari e/o deviatoi realizzati su piazzali nelle Stazioni ferroviarie, nelle linee RFI e nelle linee secondarie;

- Manutenzione di binari e/o deviatoi all’interno di stabilimenti, di grosse aziende pubbliche e/o private che hanno il collegamento ferroviario dalla Stazione FS fino all’insediamento produttivo;

- Officina Riparazione Veicoli Industriali, Macchine Operatrici, Macchine Ferroviarie;

- Magazzino con deposito materiali ferroviari;

- Noleggio di macchine ferroviarie per la movimentazione di merci;

- Servizi di trasporti eccezionali con licenze autorizzate per il territorio nazionale;

- Raccolta, trasporto di rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi prodotti da terzi.

AUTORIZZAZIONI ATTUALI

Nell’ottica di un’economia circolare, la Ditta Bonaventura s.r.l. si è dotata di un impianto di recupero di rifiuti pericolosi e non pericolosi, autorizzato con Prot. N 53817/2020 N. Reg. Decr. 375/2020 del 08/10/2020 dalla Provincia di Treviso – Settore Ambiente e Pianificazione Territoriale.

L’impianto ad oggi autorizzato è ubicato nel Comune di Preganziol, in via Gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa n. 8, catastalmente individuato al foglio 22, part. 242.

Il provvedimento N. Reg Decr. 375/2020 autorizza la Ditta ad esercitare le attività di messa in riserva (R13) e di effettivo recupero consistenti nelle operazioni di:

- R5 per il cemento - R3 per il legno

- R4 per il ferro e l’acciaio

Tali attività constano nel sottoporre i rifiuti in ingresso ad uno scrupoloso monitoraggio finalizzato a garantire il rispetto delle caratteristiche e delle prestazioni previste dalle norme tecniche di settore, separando il rifiuto inidoneo al reimpiego dal materiale (EoW) reimpiegabile.

I codici EER per i quali la Ditta risulta attualmente autorizzata sono:

- 17.01.01 – cemento (limitatamente alle traversine ferroviarie);

- 17.02.01 – legno;

- 17.02.04* – vetro, plastica e legno contenenti sostanze pericolose o da esse contaminati;

- 17.04.05 – ferro e acciaio (limitatamente alle rotaie e materiali minuti ferroviari).

SCOPO

La Ditta gode attualmente della proprietà di un terreno situato ad est dell’impianto e con esso confinante, locato interamente nel Comune di Mogliano Veneto (TV).

È intenzione della Ditta espandere il proprio impianto di gestione dei rifiuti nell’area summenzionata, al fine di migliorare l’efficienza nell’ambito dell’effettivo recupero dei rifiuti.

Con la richiesta di modifica sostanziale si propongono dunque una serie di modifiche rispetto allo stato fatto di seguito elencate:

- Estensione della superficie d’impianto comprendendo l’area di proprietà collocata nel comune di Mogliano Veneto al confine est dell’attuale perimetro dello stabilimento;

- Variazione del Layout per l’inserimento delle nuove aree e per la riorganizzazione delle aree di stoccaggio e trattamento rifiuti;

- Inserimento dell’operazione R5 per l’attività di tritovagliatura di rifiuti inerti;

- Inserimento dell’operazione R12 intesa come accorpamento, e selezione e cernita;

- Incremento della potenzialità d’impianto sia in termini di capacità massima di stoccaggio sia in termini di potenzialità di effettivo trattamento;

(6)

Pag. 6 di 79 - Introduzione di nuovi codici EER tra quelli gestibili dalla Ditta;

- Variazione al sistema di gestione delle acque con l’installazione di una rete di raccolta nella nuova area e di un nuovo impianto di trattamento delle acque adeguatamente dimensionato

- Variazione al sistema di gestione delle acque meteoriche e contestuale richiesta di autorizzazione di un nuovo scarico mediante l’estensione nella nuova area della rete di raccolta e l’installazione di un nuovo impianto di trattamento adeguatamente dimensionato;

- Richiesta di autorizzazione dello scarico esistente a servizio dell’autolavaggio posizionato a sud-ovest nell’area di Preganziol.

La modifica prevede inoltre variante allo strumento urbanistico per l’area locata ad est dell’attuale impianto ex art. 208 del D. Lgs. 152/2006 c. 6 (attualmente agricola E2) e l’installazione di n.3 prefabbricati coperti con struttura metallica e pareti in lamiera a “sandwich” nella stessa area.

INQUADRAMENTO DEL SITO COLLOCAZIONE GEOGRAFICA

Il sito è ubicato al confine tra il comune di Preganziol (TV) e il comune di Mogliano Veneto (TV) tra una zona industriale ed una agricola ad una distanza di circa 1 km dal centro abitato di Preganziol, in prossimità dei tratti autostradali “A27 Venezia-Belluno” e “A4 Torino-Trieste”.

L’area attualmente autorizzata si trova nel comune di Preganziol (TV) in area identificata dal PI di Preganziol quale D3 (zona D3 del Terraglio - art. 33 NTO);

L’area oggetto di espansione si trova nel comune di Mogliano Veneto (TV) in area identificata dal PRG di Mogliano Veneto quale E2 (Zona Agricola di primaria importanza).

Figura 1: Elaborazione PRG del Comune di Mogliano Veneto e PI del Comune di Preganziol

Il lotto è localizzato a Nord del passaggio autostradale dell’autostrada “A27” ed è accessibile da Via Croce o Via Gen. Carlo Alberto dalla Chiesa, entrambe laterali di strada Terraglio.

(7)

Pag. 7 di 79 Figura 2: Individuazione del sito nel contesto locale

Figura 3: Area d'impianto attualmente autorizzata SDF (in azzurro) e area di espansione SDP (in giallo)

Il lotto comprensivo di area attualmente autorizzata (Stato di Fatto – SDF) ed espansione (Stato di Progetto – SPD) ha un’estensione pari a circa 20.000 mq ed è individuato dalle coordinate di seguito riportate:

Tabella 1: Coordinate dell’area di intervento COORDINATE DELL’AREA DI INTERVENTO

Latitudine Longitudine

45.588061 12.239697

(8)

Pag. 8 di 79 SISTEMA VIARIO

Figura 4: Identificazione viabilità

L’impianto si trova in una posizione strategicamente vantaggiosa. Collocato in una delle laterali di strada Terraglio, è facilmente raggiungibile dall’autostrada “A27” grazie all’uscita di Mogliano Veneto in via Circonvallazione Nord.

INDIVIDUAZIONE CATASTALE

L’area oggetto dell’intervento è iscritta al Catasto Terreni come segue:

Fg. 11 del comune di Mogliano Veneto mapp. 360-368-369-370-371-611

Il lotto complessivo occupa una superficie di circa 15.000 m2.

SOMMARIO DELLE RICHIESTE IN PROGETTO

Con la richiesta di modifica sostanziale si propongono una serie di modifiche rispetto allo stato fatto di seguito elencate:

1. Estensione della superficie d’impianto

comprendendo l’area di proprietà collocata nel comune di Mogliano al confine est dell’attuale perimetro dello stabilimento;

2. Variazione del Layout

per l’inserimento delle nuove aree e per la riorganizzazione delle aree di stoccaggio e trattamento rifiuti;

3. Inserimento dell’operazione R5

per l’attività di tritovagliatura di rifiuti inerti;

4. Inserimento dell’operazione R12

intesa come accorpamento e selezione e cernita;

5. Incremento della potenzialità d’impianto

sia in termini di capacità massima di stoccaggio sia in termini di potenzialità di effettivo trattamento;

6. Introduzione di nuovi codici EER tra quelli gestibili dalla Ditta;

7. Variazione al sistema di gestione delle acque meteoriche e contestuale richiesta di autorizzazione di un nuovo scarico

mediante l’estensione nella nuova area della rete di raccolta e l’installazione di un nuovo impianto di trattamento adeguatamente dimensionato;

(9)

Pag. 9 di 79 8. Richiesta di autorizzazione dello scarico esistente a servizio dell’autolavaggio

posizionato a sud-ovest nell’area di Preganziol.

La modifica prevede inoltre variante allo strumento urbanistico per l’area locata ad est dell’attuale impianto ex art. 208 del D. Lgs. 152/2006 c. 6 (attualmente agricola E2) e l’installazione di n.3 strutture coperte nella stessa area.

ESTENSIONE DELLA SUPERFICIE D’IMPIANTO – LAYOUT

Si premette che quanto finora riportato in riferimento allo stato di fatto (par. 3) non subirà variazioni a seguito dalla modifica sostanziale. L’impianto esistente continuerà a svolgere l’attività di recupero rifiuti come oggi autorizzata salvo la riorganizzazione degli spazi in funzione del nuovo layout.

La modifica in oggetto estende la superficie d’impianto a nuove aree dove verranno effettuate oltre alle operazioni di recupero già autorizzate anche nuove attività come di seguito meglio descritte

L’area di impianto e l’operatività aziendale saranno estese nel Comune di Mogliano Veneto su una superficie di oltre 13.000 m2.

Attualmente le superfici interessate dall’espansione dell’impianto sono costituite da terreno agricolo, pertanto con la richiesta di modifica sostanziale ai sensi dell’art. 208 del D. Lgs 152/2006 si richiede il cambio di destinazione d’uso dell’area per il tempo di permanenza dell’impianto.

D. Lgs. 152/2006 Art. 208 c. 6

[…]. L'approvazione sostituisce ad ogni effetto visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di organi regionali, provinciali e comunali, costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico e comporta la dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori.

Le attività previste dal progetto consistono nella pavimentazione dell’intera area, nella regimentazione delle acque meteoriche ricadenti sui piazzali e nell’installazione di n.3 prefabbricati coperti con struttura metallica e pareti in lamiera a “sandwich” come da layout allegato.

Il criterio per il posizionamento delle strutture e delle aree d’impianto è stato determinato sulla base del quadro di riferimento programmatico meglio definito nel documento: “BONAVENTURA_Quadro di riferimento programmatico_rev.01”.

L’area oggetto di ampliamento è definita dalla tavola 3.1.B del PTCP della Provincia di Treviso quale “Fascia tampone” e

“Corridoio ecologico secondario”. Tali vincoli erano stati concepiti dal PTCP della Provincia di Treviso per garantire un corridoio verde atto a preservare il transito della fauna costituita da piccoli vertebrati. Tale corridoio, tuttavia, risulta oggi interrotto dal ramo autostradale costituito dalla A4 Torino-Trieste a sud e limitato dalla presenza di un impianto fotovoltaico realizzato a terra a nord.

A livello comunale il PAT ha recepito il vincolo stabilito dal PTCP, demandando al Piano degli Interventi - PI l’onere di dettagliarne i confini. Fermo restando che il PI è ancora in fase di definizione e che quindi mancano le specifiche indicazioni del perimetro in cui insisteranno i vincoli definiti, allo stato di progetto la Ditta ha previsto un percorso verde ad est dell’impianto per garantire il passaggio di piccoli vertebrati e ha allestito al termine dello stesso “un’oasi” costituita da uno specchio d’acqua (che servirà da bacino di laminazione per l’invarianza idraulica) e da una serie di alberature (in parte già presenti). Configurandosi quale ambiente ideale allo stanziamento della fauna locale, tale area verde ne limiterà altresì l’accesso all’autostrada collocata a sud dell’impianto valorizzando le intenzioni del PTCP.

Le aree dove verranno effettuate le operazioni di effettivo recupero sono state scelte sulla base della distanza di 100m dalle civili abitazioni presenti nell’intorno dell’impianto, come previsto da Deliberazione del Consiglio Regionale n. 30 del 29 aprile 2015 (Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali. Decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modifiche e integrazioni e Legge regionale n. 3 del 2000 e successive modifiche e integrazioni.) allegato A, punto 1.3.7.2.

Tale distanza viene rispettata anche quando le operazioni di effettivo recupero riguardano la selezione e cernita finalizzata al recupero o il deposito del materiale trattato in attesa di analisi.

Poiché nell’area di espansione è presente un elettrodotto, è stato scelto di collocare al di sotto dello stesso quelle aree per cui non è prevista un’attività lavorativa superiore alle 4 ore/giorno, come previsto dalle NTA del comune di Mogliano Veneto “TAV. 1B carta dei vincoli e della pianificazione territoriale”.

(10)

Pag. 10 di 79 Il progetto prevede le seguenti opere:

- Verrà pavimentata l’intera area di espansione con stabilizzato a cemento;

- Verrà espanso il capannone dedicato allo stato di fatto per lo stoccaggio e il recupero dei rifiuti - Verranno realizzate gli ingressi e le strade per la viabilità interna;

- Verrà realizzata la rete di raccolta e i sistemi di trattamento per le acque di prima e seconda pioggia;

- Verrà realizzato il bacino di laminazione a sud dell’impianto per l’allestimento dell’area verde e per rispettare l’invarianza idraulica;

- Verrà installata il primo prefabbricato per lo stoccaggio coperto dei rifiuti e per l’effettivo recupero mediante selezione e cernita;

- Verranno definite le aree per la lavorazione e lo stoccaggio del rifiuto inerte mediante barriere fisiche realizzate in blocchi di CLS, New Jersey o strutture similari;

- Verranno definite le aree per lo stoccaggio scoperto di EoW;

- Verranno definite le aree per lo stoccaggio in cassoni coperti del rifiuto esitato dal trattamento dei rifiuti;

- Verranno installati ulteriori due prefabbricati per il deposito coperto dell’EoW

OPERAZIONI RICHIESTE

Allo stato di progetto, la Ditta richiede di poter effettuare sui rifiuti le seguenti operazioni di recupero di cui all’allegato C alla parte IV del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.

Tabella 2: Operazioni richieste SDP

R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti)

R3 Riciclaggio/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche)

R4 Riciclaggio /recupero dei metalli e dei composti metallici R5 Riciclaggio/recupero di altre sostanze inorganiche

R12 Accorpamento, selezione e cernita

Le operazioni di effettivo recupero R3, R4 ed R5 consisteranno come nello stato di fatto nell’effettuazione di un accurato esame visivo del rifiuto in ingresso per rilevare eventuali rotture e/o corrosioni al fine di determinarne la conformità con gli standard previsti e giustificarne il reimpiego nel medesimo ambito di applicazione (reti ferroviarie).

Allo stato di progetto l’operazione R5 non consisterà più solamente in una mera operazione di selezione e cernita ma anche in una vera e propria operazione di tritovagliatura del materiale inerte.

L’operazione di tritovagliatura verrà effettuata sui codici EER 17 05 08, 17 01 01, 17 01 07, 17 09 04 secondo le modalità già prevista dal Decreto Ministeriale del 05 febbraio 1998 Allegato 1 Sub-allegato 1 ai capitoli 7.1 (7.1.3) e 7.11 (7.11.3) ovvero:

Per i codici 17 01 01, 17 01 07 e 17 09 04:

a. messa in riserva di rifiuti inerti [R13] per la produzione di materie prime secondarie per l'edilizia, mediante fasi meccaniche e tecnologicamente interconnesse di macinazione, vagliatura, selezione granulometrica e separazione della frazione metallica e delle frazioni indesiderate per l'ottenimento di frazioni inerti di natura lapidea a granulometria idonea e selezionata, con eluato del test di cessione conforme a quanto previsto in allegato 3 al presente decreto [R5];

b. utilizzo per recuperi ambientali previo trattamento di cui al punto a) (il recupero è subordinato all'esecuzione del test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al presente decreto [R10];

c. utilizzo per la realizzazione di rilevati e sottofondi stradali e ferroviari e aeroportuali, piazzali industriali previo trattamento di cui al punto a) (il recupero è subordinato all'esecuzione del test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al presente decreto [R5].

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Pag. 11 di 79 Per il codice 17 05 08:

messa in riserva di rifiuti inerti [R13] con separazione delle frazioni indesiderate e della eventuale frazione metallica per sottoporla all'operazione di recupero nell'industria metallurgica [R4] e per sottoporre la frazione inerte alle seguenti operazioni di recupero:

a. recupero nell'industria della produzione di conglomerati cementizi [R5].

b. recupero nei cementifici [R5]

c. frantumazione, macinazione ed omogeneizzazione e integrazione con materia prima inerte nell'industria lapidea [R5];

d. formazione di rilevati, sottofondi stradali e piazzali industriali (il recupero è subordinato all'esecuzione del test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al presente decreto) [R5];

e. recuperi ambientali (il recupero è subordinato all'esecuzione del test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al presente decreto) [R10];

La potenzialità di trattamento annua per l’attività R5 intesa sia come selezione dei rifiuti reimpiegabili sia come tritovagliatura è pari a 13.000 Mg/anno.

Per l’esecuzione delle attività di tritovagliatura la Ditta si servirà di trituratore (Crusher) e vaglio (Screen) mobili con contratto di noleggio. A seconda della tipologia di rifiuti inerti da trattare, la Bonaventura S.r.l. sceglierà di noleggiare un sistema di tritovagliature specifico per le traversine in cemento armato oppure un sistema di tritovagliature per inerti.

Si considera quindi:

- una potenzialità di trattamento annua pari a 13.000 Mg/anno (SDP par. 4.5);

- il tempo di esercizio massimo giornaliero al di sotto dell’elettrodotto pari a 4h/die;

- una potenzialità di trattamento giornaliera pari a 600 Mg/die calcolata in relazione al vincolo dell’elettrodotto e alla capacità massima oraria dei macchinari ovvero 110 Mg/h per il sistema di tritovagliatura specifico per traversine e 200 Mg/h per il sistema di tritovagliatura per inerti;

Con la massima capacità di trattamento si prevede l’organizzazione di n.4 campagne di lavorazione nel corso dell’anno della durata di circa 5/8 giorni lavorativi ciascuna.

Nel caso in cui all’attività di triturazione e vagliatura siano sottoposte esclusivamente le traversine in cemento armato, la durata di ogni campagna di lavorazione si aggirerà sugli 8 giorni lavorativi.

Nel caso in cui l’attività di triturazione e vagliatura coinvolga esclusivamente i rifiuti inerti da demolizione, la durata di ogni campagna di lavorazione sarà di 5 giorni lavorativi.

Sulla base di tali dati viene indicata la capacità massima di stoccaggio per il rifiuto inerte pari a 3.250 Mg (13.000 Mg/anno / 4 campagne/anno) (SDP par 4.5).

Allo stato di progetto si prevede l’inserimento dell’operazione R12 al fine di effettuare le attività di Accorpamento e Selezione e Cernita, solo su quei rifiuti per i quali non si prevede l’effettivo recupero presso l’impianto ma presso impianti terzi.

L’attività di Accorpamento (di seguito R12A) riguarda il raggruppamento di rifiuti recanti il medesimo EER ma differente produttore. Tale operazione viene effettuata al solo scopo di ottimizzare lo stoccaggio e il trasporto dei rifiuti verso l’impianto che ne effettuerà l’effettivo recupero.

L’attività di Selezione e Cernita (di seguito R12SC) riguarda la selezione e la cernita effettuata su quei rifiuti che non verranno direttamente recuperati all’interno dell’impianto (la selezione e cernita finalizzata all’effettivo recupero è identificata dalle operazioni R3, R4 ed R5). Lo scopo dell’operazione è migliorare l’omogeneità del rifiuto, eliminandone eventuali frazioni estranee, prima del conferimento all’impianto di destino finale. Le frazioni eliminate verranno posizionate presso i summenzionati cassoni coperti e gestite quali rifiuti prodotti dalla Bonaventura.

(12)

Pag. 12 di 79 ELENCO DEI RIFIUTI GESTIBILI

Allo stato di progetto si prevede l’inserimento di n.3 nuovi codici EER (contestualmente all’inserimento delle operazioni R5 elencata al precedente paragrafo) ovvero 17 01 07, 17 05 08 e 17 09 04 e di un nuovo codice tipico delle attività manutentive della Ditta ovvero il 17 04 11.

Si confermano i codici autorizzato allo stato di fatto e le operazioni di recupero ad essi associate.

Tabella 3: Elenco EER rifiuti gestibili SDP (i codici elencati in verde rappresentano rifiuti pericolosi, quelli elencati in rosso i rifiuti di nuovo inserimento)

EER STATO FISICO DESCRIZIONE

17.01.01 Solido N.P. Cemento (limitatamente alle traversine ferroviarie)

17.01.07 Solido N.P. Miscugli di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche diversi da quelli di cui alla voce 17.01.06*

17.02.01 Solido N.P. Legno

17.02.04* Solido N.P. Vetro plastica e legno contenenti sostanze pericolose o da esse contaminati (limitatamente alle traversine ferroviarie)

17.04.05 Solido N.P. Ferro e acciaio (limitatamente alle rotaie e materiali minuti ferroviari) 17.04.11 Solido N.P. Cavi, diversi da quelli di cui alla voce 17 04 10

17.05.08 Solido N.P. Pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso da quello di cui alla voce 17.05.07*

17.09.04 Solido N.P. Rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione (compresi rifiuti misti) contenenti sostanze pericolose

CAPACITÀ PRODUTTIVA

La massima capacità di stoccaggio dell’impianto è stata determinata sulla base dell’incremento delle aree destinate alla messa in riserva del rifiuto.

La variazione più significativa riguarda pertanto il rifiuto inerte che troverà collocazione nell’area est scoperta.

Tabella 4: Capacità massima di stoccaggio SDP

EER DESCRIZIONE RIFIUTO Mg

17.02.04* Traversine in legno pericolose 120

17.02.01 Traversine in legno non pericolose 120

17.01.01 Traversine in cemento

3.250 17.01.07 Miscugli di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche

17.09.04 Rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione 17.05.08 Pietrisco per massicciate ferroviarie

17.04.05 Rotaie e materiali minuti ferroviari 400

17.04.11 Cavi 50

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Pag. 13 di 79 Tabella 5: Potenzialità massima annuale SDP

EER DESCRIZIONE RIFIUTO OPERAZIONI Mg/anno

17.02.04* Traversine in legno pericolose R13 500

17.02.01 Traversine in legno non pericolose R13 – R3 1.500

17.01.01 Traversine in cemento

R13 – R5 (*) 13.000 17.01.07 Miscugli di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche

17.09.04 Rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione 17.05.08 Pietrisco per massicciate ferroviarie

17.04.05 Rotaie e materiali minuti ferroviari R13 – R4 7.000

17.04.11 Cavi R13 250

(*) Per il codice EER 17.01.01 l’operazione R5 si configura come selezione e cernita finalizzata alla valutazione del reimpiego ovvero come operazione di tritovagliatura. Per i codici EER 17.01.07, 17.05.08 e 17.09.04 l’operazione R5 si configura esclusivamente come tritovagliatura.

(14)

Pag. 14 di 79 SCHEMA DI FLUSSO

(15)

Pag. 15 di 79 2. INTRODUZIONE ALLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE

La presente relazione è stata redatta seguendo le linee guida “Valutazione di Impatto Ambientale. Norme tecniche per la redazione degli Studi di Impatto Ambientale” emanate dal Consiglio S.N.P.A. nel 2020, al fine di analizzare il contesto ambientale in cui si inserisce il progetto.

Nel quadro di riferimento ambientale, che integra le informazioni fornite nei quadri di riferimento programmatico e progettuale, sono stati indagati i fattori ambientali e gli agenti fisici attraverso l’ausilio di dati disponibili in bibliografia o ricavati da appositi studi e dati ARPAV.

I fattori ambientali e gli agenti fisici da sottoporre ad indagine sono:

 FATTORI AMBIENTALI

- ATMOSFERA: ARIA E CLIMA

- ACQUE E GEOLOGIA: ACQUE SUPERFICIALI, ACQUE SOTTERRANEE E SOTTOSUOLO - SUOLO, USO DEL SUOLO E PATRIMONIO AGROALIMENTARE

- BIODIVERSITÀ: ECOSISTEMI, FLORA E FAUNA - POPOLAZIONE E SALUTE PUBBLICA

- PAESAGGIO, PATRIMONIO CULTURALE E BENI MATERIALI

 AGENTI FISICI

- RUMORE E VIBRAZIONI - RADIAZIONI NON IONIZZANTI

- INQUINAMENTO LUMINOSO E OTTICO - RADIAZIONI IONIZZANTI

Per ogni componente è stato descritto lo stato di fatto del contesto in cui l’ampliamento dell’impianto verrà realizzato e sono stati valutati i potenziali impatti eventualmente generati dall’ampliamento, tenendo conto degli effetti attribuibili sia alla fase di realizzazione, sia alle normali attività lavorative che alle emergenze ipotizzabili (di seguito indicate come condizioni normali e condizioni di emergenza).

Le valutazioni circa la significatività degli impatti sono state effettuate in modo qualitativo sulla base delle informazioni raccolte sullo stato attuale dell’ambiente e dei dati di progetto a disposizione.

Tutti gli impatti analizzati devono intendersi allo stato di progetto (ossia stato di fatto + stato di progetto).

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Pag. 16 di 79 3. ATMOSFERA: CLIMA E ARIA

Nel presente capitolo della relazione si descrive il contesto ambientale entro cui è inserito l’ambito di progetto analizzando la qualità dell’aria e dando una caratterizzazione meteo-climatica del sito.

L’inquadramento generale analizza le principali caratteristiche climatiche dell’area a livello Regionale mentre per un esame in dettaglio delle componenti locali è basato sui dati messi a disposizione da ARPAV e riferiti alla stazione di monitoraggio più prossima all’impianto.

DESCRIZIONE SU VASTA SCALA

Il Veneto presenta specifiche caratteristiche climatiche legate alla combinazione di diversi fattori.

Il primo fattore è legato alla collocazione della Regione a medie latitudini, il che comporta l’alternanza delle quattro stagioni ben distinte.

Oltre agli effetti stagionali, per comprendere appieno il clima della Regione è utile considerare la sua collocazione in una zona di transizione fra l'areale centro-europeo, in cui predomina l’influsso delle grandi correnti occidentali, e quello sud- europeo, dominato dall’azione degli anticicloni subtropicali e mediterranei.

La Regione è inoltre inserita nel bacino padano, confinato fra Alpi, Appennini e Mar Adriatico con la presenza di un vasto areale montano ad orografia complessa e del Lago di Garda ad Ovest.

I principali fattori che determinano il clima della Regione sono quindi così riassunti:

1. posizione di transizione tra l’area continentale centro-europea e quella mediterranea

2. influenza di “regioni sorgenti” di masse d’aria (continentale, marittima e sue varianti) e di strutture circolatorie atmosferiche (correnti occidentali, anticicloni subtropicali, etc.)

3. collocazione nel bacino padano

4. zone settentrionali montane che agisce sulla circolazione e sulle variabili atmosferiche (radiazione solare, temperatura, umidità relativa, precipitazioni, vento)

5. Adriatico e Lago di Garda che mitigano le temperature, sono serbatoi di umidità per l’atmosfera, sede di venti a regime di brezza

6. diverso uso del territorio che influenza il clima, originando veri e propri "microclimi" (es: le "isole di calore"

cittadine e delle immediate periferie)

Analizzando i valori medi delle temperature e delle precipitazioni annue sul territorio regionale a partire dalla data di attivazione delle stazioni ARPAV (dal 1985 in poi) e fino al 31 dicembre 2009, si ottengono le mappe delle isoterme medie e delle isoiete medie seguenti (Figure 5 e 6). Le isoterme e isoiete sono delle curve che graficamente visualizzano, attraverso differenti colori, rispettivamente aree caratterizzate dalle stesse temperature medie e dalle stesse quantità media di precipitazioni.

Per quanto concerne la qualità dell’aria, a causa della somma degli effetti generati dalle diverse sorgenti di emissione in atmosfera e dalle condizioni atmosferiche di elevata stabilità e scarsa circolazione dei venti, in Veneto si rilevano superamenti ripetuti dei valori limite giornalieri per i principali inquinanti (in particolare per il PM10), soprattutto nel periodo invernale.

Tali condizioni sono comuni a tutte le regioni del Bacino Padano, tra cui Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte, che hanno siglato, insieme al Ministero dell’Ambiente, il Nuovo Accordo di Bacino Padano. Il documento, firmato a Bologna il 9 giugno 2017, prevede una serie di impegni da parte delle Regioni finalizzati all'adozione di limitazioni e divieti, principalmente nel settore dei trasporti, della combustione di biomassa per il riscaldamento domestico e dell’agricoltura, allo scopo di contenere il numero di superamenti del valore limite giornaliero.

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Pag. 17 di 79 Figura 5: Mappa delle temperature medie (isoterme) Regione Veneto – Serie storica: 2014-2019 – Fonte: Arpav

Figura 6: Mappa delle precipitazioni medie annue (isoiete) Regione Veneto – Serie storica: 2014-2019 – Fonte: Arpav

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“CLIMA” A LIVELLO LOCALE

La caratterizzazione del clima viene desunta dai dati ARPAV, allo scopo di individuare parametri relativi all’andamento termo pluviometrico, alla ventosità, all’instaurarsi di condizioni microclimatiche favorevoli alla dispersione od al ristagno ed accumulo di inquinanti.

TEMPERATURA

La stazione meteorologica gestita dal Centro Meteorologico ARPAV più prossima al sito è localizzata a Mogliano Veneto, in direzione nord-est e ad una distanza di circa 5 km. La stazione è attiva dall’anno 1994.

Figura 7: Distanza Impianto-Stazione ARPAV 227

5 km

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Pag. 19 di 79 Si riportano di seguito i valori medi mensili di temperatura dell’aria a 2,0 m dal suolo compresi nella serie storica dei dati rilevati dalla stazione di Mogliano Veneto nel periodo temporale 1998 - 2019.

STAZIONE MOGLIANO VENETO

Parametro Temperatura aria a 2m (°C) media delle minime Valori dal 1° gennaio 1998 al 31 dicembre 2019

Tabella 6: Dati di temperatura media mensile (riferiti ai valori minimi) nel periodo 1998 - 2019

Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Medio

annuale 1998 1.1 0 1.8 7.8 12.5 16.3 17.8 17.8 13.3 9.2 2.6 -1.6 8.2 1999 -1.3 -1.8 3.9 8.1 14.2 15.8 17.8 18 14.8 10.1 3.9 -0.8 8.6 2000 -3 -0.6 3.8 9.9 14 16.1 15.9 17.4 13.7 11.7 7.2 3.1 9.1 2001 3.1 1.4 7 7.3 15.1 15.1 18.1 18.4 11.6 12.8 2.9 -3.1 9.1 2002 -3.4 2.8 5 8.3 13.8 17.9 18.4 18.3 14.5 10.8 8.8 4 9.9 2003 0.2 -2.2 2.8 7.9 14.2 20.4 18.7 20.2 11.9 7.3 6.3 0.8 9 2004 -1.2 -0.2 3.7 8.3 10.5 15.3 16.7 16.9 12.6 12.1 4.2 1.7 8.4 2005 -2 -2.7 2.4 7.1 12.8 16.4 18.1 15.8 14.7 10 4.4 -0.4 8 2006 -1.6 -0.3 2.9 7.9 11.5 15.8 19.6 15.5 15 10.6 4.2 1.9 8.6 2007 1.8 3 5.5 9.5 13.7 17.4 17.3 17.1 12.3 8.6 3.1 -0.2 9.1 2008 2.2 0.8 4.1 7.9 13.3 17.3 18.1 18.2 12.9 9.5 5.3 1.7 9.3

2009 0 1.1 3.6 9.5 14.3 16 18.5 19.5 15.4 9.3 7.3 0.5 9.6

2010 -0.6 1.3 3.9 8.4 12.5 16.9 19.6 17.5 13.3 8.4 6.7 -0.1 9 2011 0.6 0.6 4.6 9.2 12.8 17.4 17.6 18.7 16.8 8.1 3.7 0.8 9.2 2012 -2.3 -2.5 4.8 7.9 12.1 17.3 19.4 19.1 14.9 10.4 6.4 -0.6 8.9

2013 0.8 0 4 9.2 11.9 16 19.5 18.4 14.5 11.8 6.2 1.3 9.5

2014 4.4 4.9 6 9.7 11.8 16.4 17.7 16.9 14.4 12.1 8.5 3.2 10.5 2015 0.1 1.6 4.1 7.3 13.6 16.9 20.6 18.7 14.5 9.8 4.3 0.6 9.3

2016 -0.9 3.9 5 9 11.6 16.6 19 17.1 15.2 9.1 5.6 -0.7 9.2

2017 -3.6 2.9 5.1 8.1 12.8 17.8 18.1 18.5 12.9 8.7 4.1 -1 8.7 2018 2.1 0.6 3.7 10.6 14.7 17.4 19.4 19.5 15.2 10.8 8 -0.3 10.1 2019 -1.7 0.8 3.8 8.9 11.4 19.5 19.3 19.5 14.3 11.3 7.6 2.1 9.7 Medio mensile -0.2 0.7 4.2 8.5 13 16.9 18.4 18 14 10 5.5 0.7 9

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Pag. 20 di 79 STAZIONE MOGLIANO VENETO

Parametro Temperatura aria a 2m (°C) media delle massime Valori dal 1° gennaio 1998 al 31 dicembre 2019

Tabella 7: Dati di temperatura media mensile (riferiti ai valori massimi) nel periodo 1998 - 2019

Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Medio

annuale 1998 7.3 12.7 13.5 16.4 22.8 26.6 28.9 30.4 23.4 18.4 11.2 6.8 18.2 1999 7.9 8.5 13.5 17.8 23 26.3 28.7 27.9 26.4 19 12.1 6.7 18.2 2000 6.5 10.1 13.5 19.4 24.2 27.9 27.2 30.3 25.5 19.4 14.1 9.8 19 2001 8.2 11.4 14.5 17.1 25.2 25.8 28.7 30.9 22.4 21.9 12.6 6.8 18.8 2002 7.4 9.5 16.6 17.6 22.8 28.2 29.4 29 24.2 19.8 15.3 9.2 19.1 2003 8 9.2 15.6 17.5 26.8 32.4 30.9 33.8 24.5 16.4 13.4 8.2 19.7 2004 5 6.7 11.7 17 19.9 25.7 28.3 28.3 24.3 18.9 13.2 9.8 17.4 2005 6.3 7.3 12.9 16.6 22.9 27.1 28.6 25.7 24.2 17.9 11.2 6.9 17.3 2006 6 8.4 11.1 17.9 21.8 27.4 32 25.5 25.6 20.9 13.8 9.9 18.4 2007 9.1 11.8 15.4 22.3 24.6 27.4 30.4 27.9 23.1 18 12.4 8 19.2 2008 8.8 9.7 12.5 16.9 23.2 26.9 29.1 29.4 23.3 20.1 12.5 8 18.4 2009 6.6 9.3 13.5 19.3 24.9 26.8 29.6 30.9 26.4 19.1 12.8 7.3 18.9 2010 5.5 8.7 12.1 18.9 21.8 26.6 30.4 28.1 23.5 17.9 12.6 6.6 17.7 2011 6 10.3 13.8 21 25.3 27 28.4 31.2 28.4 19.4 13.7 9.2 19.5 2012 7.7 7.3 18.1 17.2 23.1 28.4 31.2 31.9 25.4 19.5 14.3 6.8 19.2 2013 7.5 8.2 11.2 18.5 21.1 27.1 31.4 30.4 25.1 19.1 14 10.5 18.7 2014 9.7 12 17.2 20.1 22.9 28.1 28 27.3 24.1 21 15.7 9.8 19.7 2015 9.2 10.6 14.6 18.6 22.9 27.5 31.8 30.4 24.8 18.7 13 9 19.3 2016 7.7 10.7 14 18.6 21.7 26.6 30.5 28.9 27.2 18 12.9 9.6 18.9 2017 6 10.3 17.1 18.9 23.4 29.1 30.2 31.7 22.5 19.6 12.7 8 19.1 2018 9.8 7.4 11.2 21.6 25.5 28.7 30.6 31.7 27 21.4 14.3 8.5 19.8 2019 7.4 12.9 16.3 18.1 18.9 30.5 30.6 30.6 25.2 20.6 13.9 10.3 19.6 Medio mensile 7.4 9.7 14.1 18.5 23.1 27.6 29.8 29.6 24.9 19.2 13.2 8.4 18.7

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Pag. 21 di 79 Figura 8: Elaborazione dati di temperatura massima e minima mensile nella stazione di Mogliano Veneto per la serie storica 1998-

2019. Fonte dati Arpav

Figura 9: Andamento delle temperature medie annuali nella stazione di Mogliano Veneto per la serie storica 1998-2019. Fonte dati Arpav

L’elaborazione della serie storica considerata denota un andamento delle temperature mensili medie annue compresa tra un minimo di -2 °C a gennaio ed un massimo di 31°C ad agosto.

Osservando l’andamento negli anni della temperatura media annua si nota una tendenza all’innalzamento.

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Pag. 22 di 79 Per l’anno 2019 si considerano i dati di temperatura dell’aria ed umidità relativa riportati di seguito:

Tabella 8: Dati di temperatura dell’aria misurata a 2 m dal suolo, espressa in °C Stazione di Mogliano Veneto - Anno 2019. Fonte: dati Arpav

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC MEDIA Temperatura

minima -1,7 0,8 3,8 8,9 11,4 19,5 19,3 19,5 14,3 11,3 7,6 2,1 9,7 Temperatura

massima 7,4 12,9 16,3 18,1 18,9 30,5 30,6 30,6 25,2 20,6 13,9 10,3 19,6 Temperatura media 2,3 6,0 9,7 13,3 14,9 25,1 24,9 24,9 19,4 15,3 10,6 5,7 14,3

Tabella 9: Dati di umidità relativa dell’aria misurata a 2 m dal suolo espressa in %. Stazione di Mogliano Veneto - Anno 2019. Fonte:

dati Arpav

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC MEDIA Umidità

minima 19 20 16 20 33 14 29 35 27 35 40 30 26

Umidità

massima 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 Umidità

media 60 60 58 60 67 57 65 68 64 68 70 65 63

Si osservano valori di livello dell’umidità elevati in tutte le stagioni, con valori medi mensili percentuali riferiti all’anno 2019 compresi tra 57 (valore relativo al mese di giugno) e 70 (valore relativo al mese di novembre).

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Pag. 23 di 79 PRECIPITAZIONE

Il territorio di Mogliano Veneto è caratterizzato da un andamento delle precipitazioni medie annuali comprese entro il range: 700 - 1500 mm.

Tabella 10: Precipitazione mm Stazione di Mogliano Veneto - Serie storica: 1998-2019. Fonte: dati Arpav

Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Somma

annuale 1998 31,8 8,4 4,0 99,6 54,8 99,4 20,8 50,8 106,8 202,2 19,6 11,2 709,4 1999 38,2 18,8 52,2 116,0 23,2 115,2 122,0 72,4 24,6 106,2 122,8 70,4 882,0 2000 3,0 5,2 47,2 58,4 93,2 26,2 63,4 36,8 92,0 137,2 169,2 54,2 786,0 2001 79,6 7,8 124,8 51,6 47,4 69,8 67,0 55,6 104,0 57,6 45,2 2,4 712,8 2002 47,6 64,0 4,8 138,2 183,8 155,0 85,0 144,4 147,6 138,0 75,8 58,6 1242,8 2003 43,0 17,0 4,4 121,8 26,8 45,4 30,2 20,0 66,2 60,2 141,4 96,4 672,8 2004 37,0 171,0 81,2 71,4 107,6 81,6 55,2 66,6 96,8 100,0 79,6 80,2 1028,2 2005 14,2 0,6 9,0 97,8 53,6 41,0 130,8 80,0 127,0 174,2 167,2 56,2 951,6 2006 36,0 25,8 31,6 77,0 101,6 10,2 58,4 119,0 201,8 17,8 31,4 76,2 786,8 2007 31,4 72,8 77,8 1,6 142,4 59,4 24,0 54,0 242,2 46,0 29,6 33,2 814,4 2008 87,2 41,2 60,4 91,0 103,0 149,8 40,2 93,4 82,0 51,6 177,4 173,6 1150,8 2009 90,6 77,8 135,8 113,2 31,4 100,6 11,0 59,6 178,4 43,0 144,2 134,6 1120,2 2010 77,8 133,2 38,6 37,0 185,4 118,6 101,8 114,8 117,2 77,0 185,6 169,8 1356,8 2011 25,4 56,0 153,2 8,4 24,8 63,8 108,6 3,4 63,0 97,4 79,4 35,4 718,8 2012 12,2 24,0 9,2 104,2 128,8 26,8 12,8 71,6 87,6 109,2 118,4 50,8 755,6 2013 97,4 93,4 281,2 77,8 183,4 24,2 46,0 59,6 22,4 62,8 142,2 25,4 1115,8 2014 245,2 222,4 86,0 45,6 70,8 65,8 210,6 148,6 99,8 80,4 177,8 73,6 1526,6 2015 19,2 43,4 99,4 39,8 104,2 79,0 65,2 91,2 42,4 98,8 11,6 0,0 694,2 2016 42,2 192,4 50,0 91,6 150,0 147,6 32,2 74,0 148,4 92,4 122,6 1,2 1144,6 2017 30,4 83,4 10,2 84,0 66,8 71,2 62,0 48,6 201,8 17,4 106,8 58,8 841,4 2018 22,4 60,4 123,8 22,0 90,0 109,0 118,6 89,2 56,4 102,8 104,6 16,0 915,2 2019 3,8 44,4 22,2 226,8 269,0 21,6 200,0 98,4 60,4 45,4 204,4 101,2 1297,6 Medio

mensile 50,7 66,5 68,5 80,7 101,9 76,4 75,7 75,1 103,6 84,5 112,7 64,7 935,1

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Pag. 24 di 79 Tabella 11: Dati: numero di giorni piovosi Stazione di Mogliano - Serie storica: 1998-2019. Fonte: dati Arpav

Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Somma annuale

1998 7 2 2 15 8 9 2 2 9 8 3 3 70

1999 4 2 7 11 6 8 7 6 2 8 8 9 78

2000 0 1 6 6 3 4 7 7 7 12 12 9 74

2001 16 2 12 7 5 6 8 6 12 6 6 1 87

2002 1 6 1 9 13 7 9 8 9 8 10 8 89

2003 6 1 1 6 4 8 5 3 9 8 7 7 65

2004 4 11 8 9 11 9 6 5 4 9 9 11 96

2005 1 0 2 8 6 7 9 13 4 9 7 7 73

2006 5 9 5 8 6 2 5 13 4 3 4 8 72

2007 4 10 8 1 8 7 4 10 7 6 4 5 74

2008 9 4 9 16 9 10 7 8 6 4 10 11 103

2009 11 6 7 12 4 5 3 5 3 5 11 13 85

2010 9 8 7 8 14 6 3 7 9 9 14 13 107

2011 5 4 7 2 3 10 9 1 7 5 6 6 65

2012 2 3 1 15 10 6 4 4 12 8 8 9 82

2013 11 8 19 11 14 5 6 8 5 9 11 3 110

2014 15 16 4 9 9 10 11 9 7 4 14 9 117

2015 3 2 6 6 9 6 5 7 5 11 1 0 61

2016 8 16 6 7 14 13 4 6 9 9 6 1 99

2017 3 7 3 8 8 6 7 3 13 1 7 8 74

2018 5 8 11 7 9 8 11 6 4 6 9 2 86

2019 1 5 3 11 17 2 6 7 3 4 18 7 84

Medio mensile 6 6 6 9 9 7 6 7 7 7 9 7 82

(25)

Pag. 25 di 79 Figura 10: Elaborazione dati precipitazione: andamento della media mensile. Dati stazione di Mogliano per la serie storica 1998-2019.

Fonte dati Arpav

Figura 11: Elaborazione dati precipitazione: andamento della media mensile. Dati stazione di Mogliano per la serie storica 1998-2019.

Fonte dati Arpav

Dall’elaborazione dei dati pluviometrici, rappresentata nelle figure, si nota un andamento delle precipitazioni tipicamente bimodale, con un picco di piovosità nel mese di maggio, un calo nei mesi estivi ed un successivo intensificarsi della piovosità nella stagione autunnale.

L’andamento della piovosità cumulata negli anni segna una lieve tendenza all’incremento.

Relativamente all’anno 2020 si riportano i dati seguenti:

Tabella 12: Precipitazioni registrate dalla Stazione di Mogliano Veneto - Anno 2020. Fonte: dati Arpav

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Somma annuale SOMMA

PRECIPITAZIONI GIORNALIERE

mm

3,8 44,4 22,2 226,8 269,0 21,6 200,0 98,4 60,4 45,4 204,4 101,2 1297,6

GIORNI

PIOVOSI 1 5 3 11 17 2 6 7 3 4 18 7 84

(26)

Pag. 26 di 79 VENTO

Di seguito si riportano i dati registrati presso la stazione di Mogliano relativi alla velocità del vento per la serie storica 2000-2019.

Tabella 13: Valori medi di velocità del vento - dati espressi in m/s. Stazione di Mogliano - Serie storica 2000-2019. Fonte: dati Arpav.

Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Medio

annuale

2000 1,1 1,1 1,8 1,9 1,9 1,7 1,8 1,3 1,6 1,5 1,3 1,0 1,5

2001 1,4 1,5 1,7 1,9 1,9 1,8 1,5 1,4 1,5 0,9 1,4 1,2 1,5

2002 0,8 1,6 1,6 2,2 1,7 1,6 1,6 1,5 1,6 1,4 1,6 1,5 1,6

2003 1,4 1,8 1,6 2,6 2,0 1,7 1,8 1,8 1,7 1,8 1,7 1,9 1,8

2004 1,4 2,2 2,1 2,1 2,1 1,9 1,7 1,6 1,6 1,4 1,8 1,4 1,8

2005 1,3 1,7 1,6 2,1 1,9 1,8 1,5 1,5 1,4 1,3 1,3 1,4 1,6

2006 1,4 1,5 1,6 1,7 1,8 1,6 1,5 1,6 1,5 1,1 0,9 1,3 1,5

2007 1,1 1,1 2,3 1,8 1,9 2,0 2,0 1,7 1,8 1,4 1,3 1,1 1,6

2008 1,2 1,2 2,1 1,9 1,9 1,7 1,8 1,7 1,7 1,3 1,7 2,1 1,7

2009 1,4 1,7 2,1 2,1 1,9 2,1 1,9 1,9 1,9 1,5 1,5 1,7 1,8

2010 1,7 1,8 2,2 2,2 2,1 1,9 1,6 1,5 1,6 1,8 1,6 1,4 1,8

2011 1,3 1,3 2,1 1,8 2,0 1,9 1,8 1,6 1,5 1,6 1,3 1,0 1,6

2012 1,4 2,6 1,6 1,8 1,6 1,8 2,2 1,9 1,6 1,4 1,5 1,1 1,7

2013 1,5 2,0 2,1 1,8 2,1 1,8 1,7 1,7 1,6 1,3 1,7 1,1 1,7

2014 1,3 2,0 1,8 1,7 1,8 1,8 1,5 1,5 1,3 1,2 1,4 1,4 1,6

2015 1,1 2,2 2,1 1,9 1,9 1,7 1,9 1,4 1,7 1,5 0,8 0,7 1,6

2016 0,9 2,1 2,2 1,9 1,8 1,7 1,7 1,5 1,4 1,4 1,2 1,0 1,6

2017 1,4 1,3 1,4 1,8 1,6 1,8 1,6 1,5 1,7 0,9 1,4 1,2 1,5

2018 1,1 2,2 1,5 1,6 1,4 1,2 1,0 1,0 0,8 1,6 1,5 0,9 1,3

2019 1,3 1,2 1,7 1,9 1,8 1,8 1,7 1,4 1,5 1,1 1,6 1,2 1,5

Medio mensile 1,3 1,7 1,9 1,9 1,9 1,8 1,7 1,5 1,6 1,4 1,4 1,3 1,6

(27)

Pag. 27 di 79 Tabella 14: Direzione prevalente del vento - Stazione di Mogliano - Serie storica 2000-2019. Fonte: dati Arpav.

Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Medio

annuale

2000 N N NE NE NE NE NE NE NNE NNE NE N NE

2001 NNE NNE NE NNE NE NE NNE N NNE N N N NNE

2002 N NE NE NE NE SE NNE NNE NNE NNE NE NNE NE

2003 NE N NE NE NE SSE NE NNE N NNE NE NNE NE

2004 N NE NE NE NE NE NE NNE N NE NE N NE

2005 N NE NE NE NE SE NNE NNE NNE NNE N N NNE

2006 NNE NNE NNE NNE NE SE N N N N N N N

2007 N N NNE N N NNE NNE NNE N N N N N

2008 NNE NNE NE NNE NNE NNE NNE NNE NNE N NNE NNE NNE

2009 N NNE NNE NE NNE NNE NNE NNE N N NNE NNE NNE

2010 NNE NNE NE NNE NNE NNE NNE NNE NNE NNE NNE NNE NNE

2011 N NNE NE SE SE NE NNE SE NNE N NNE N NNE

2012 N NE N NE SSE NE NE NE NE NE NE O NE

2013 NE NE NE NE NE SSE NE NE NE NE NE N NE

2014 NE NE NE NE NE NE NE NE N NNE NE NE NE

2015 NNE NE NE NE NE NE NE NE NE NE N O NE

2016 N NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE O NE

2017 N NE NE NE NE NE NE NE NE NNE NE N NE

2018 NE NE NE NE NE NE NE NE NE NNE NE N NE

2019 NNE NNE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NNE NE

Medio mensile NNE NE NE NE NE NE NE NNE NNE NNE NE N NE

L’esame dei dati meteo per la stazione di Mogliano Veneto, relativi ad intensità e provenienza del vento, ha evidenziato una prevalenza di vento dal settore N - NE.

Figura 12: Indicazione della direzione prevalente del vento NE

(28)

Pag. 28 di 79 3.2.3.1. REGIME DEI VENTI E CLASSI DI STABILITÀ AMOSFERICA

La stabilità atmosferica può essere espressa mediante le “classi di stabilità dell’atmosfera” definite da Pasquill (1972). Le classi sono 7, di cui: 3 (A, B, C) relative a condizioni di instabilità (giorno, insolazione da forte a debole), 1 (D) relativa a condizioni di neutralità (cielo nuvoloso), 3 (E, F, G) relative a condizioni di stabilità (notte, cielo limpido, nebbie).

L’instabilità atmosferica favorisce la rapida ed intensa dispersione degli inquinanti, mentre la stabilità favorisce l’accumulo nel tempo degli inquinanti nei bassi strati dell’atmosfera.

Per quanto riguarda la caratterizzazione della stabilità dell’atmosfera, per la Ditta non sono disponibili dati rilevati nelle stazioni vicine al sito.

Dai dati riportati nel Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera relativi alla stazione di Mogliano, riassunti nella seguente tabella, si evince come la classe fortemente prevalente sia la classe F (classe stabile) seguita dalle classi B (classe instabile) e D (classe neutra).

I dati della stazione rispecchiano una tendenza generale in tutta la Regione Veneto e possono essere considerati rappresentativi per il sito in esame.

Tabella 15: Dati sulla stabilità atmosferica relativi alla stazione di Mogliano Veneto (Piano di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera)

NOME STAZIONE F E D C B A Numero dati

Mogliano 38 2 18 16 20 6 26032

Figura 13: Distribuzione geografica della classe di stabilità F per il triennio 2006-2008.

3.2.3.2. NEBBIE E INVERSIONE TERMICA DURANTE L’INVERNO

La nebbia è un fenomeno tipico della pianura Padano-Veneta durante il semestre freddo da ottobre a marzo. Le cause del fenomeno sono da ricondurre alla particolare configurazione geografica, al grado di umidità dei bassi strati e alle tipiche configurazioni bariche su scala sinottica.

L'abbondanza di acque superficiali, le condizioni di ristagno dell'aria e il raffreddamento notturno favoriscono il raggiungimento di condizioni di saturazione che portano alla formazione di goccioline aerodisperse nei bassi strati, alla conseguente diminuzione della visibilità e all’aumento della concentrazione di inquinanti.

La notevole durata della notte nel periodo invernale favorisce la formazione della nebbia (visibilità inferiore a 1 km) che può estendersi fino a circa 200-300 m d'altezza. Tale strato viene eroso per l'evaporazione indotta dalla radiazione solare diurna, pertanto spesso la nebbia scompare nelle ore centrali della giornata.

(29)

Pag. 29 di 79

“ARIA” A LIVELLO LOCALE

Le problematiche di inquinamento dell’aria in Veneto sono principalmente dovute al traffico veicolare, alle emissioni degli impianti termici e ai processi di combustione industriali. Tali problematiche si riflettono anche a livello provinciale e locale.

PARTICOLATO ATMOSFERICO

Il particolato atmosferico è costituito da una componente più grossolana di natura primaria e da una componente più fine di natura secondaria.

Il particolato primario deriva da processi meccanici di usura, macinazione, strofinamento ecc. (usura delle gomme degli autoveicoli, usura del manto stradale, fenomeni di sfregamento ecc.) ed è costituito soprattutto dalla componente superiore a 2,5 micrometri (PM10-2,5 particolato grossolano). Esiste anche una parte di particolato primario di origine biologica (spore, pollini, muffe, frammenti di origine animale e vegetale).

Il Decreto Legislativo 155/2010 ha fissato a 50 µg/m3 il valore limite giornaliero per la protezione della salute umana per il PM10, da non superare per più di 35 giorni l'anno.

Il report ARPAV 2019 evidenzia il superamento dei limiti giornalieri e annuali di PM 10 per tutte le Provincie del Veneto tranne che per Belluno.

Considerando la stazione più vicina, quella di Treviso in via Lancieri di Novara (ambito urbano – valori di fondo), i superamenti del valore limite giornaliero di 50 μg/m3 nell’anno 2019 sono stati 54.

Il Piano di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera della Regione Veneto definisce la zonizzazione del territorio regionale approvata con DGR 902 del 04.04.2003: il comune di Preganziol e quello di Mogliano Veneto, come tutto il territorio di cintura della città di Treviso, è incluso nella zona A1 (agglomerato) con produzione superiore a 20 t/anno.

BENZENE

Sempre sulla base dei dati pubblicati dall’ARPAV, considerando il benzene si evidenzia come il valore limite di 5 μg/m3 è rispettato; infatti, nel 2019 sempre nella stazione di Treviso, via Lancieri di Novara, il dato medio annuo si è attestato intorno a 1,3 μg/m3.

OSSIDI DI AZOTO

Gli ossidi di azoto (NOx) vengono introdotti in atmosfera come NO, che è un gas inodore e incolore che viene gradualmente ossidato a NO2 da parte di composti ossidanti presenti in atmosfera. La produzione umana di NOx deriva principalmente dai processi di combustione dei veicoli a motore, negli impianti di riscaldamento domestico e nelle attività industriali.

Dal 2007 in poi si nota una progressiva riduzione delle concentrazioni medie di NO2 nel Trevigiano.

Nel rapporto ARPAV del 2019 si può osservare che esiste una differenza costante negli anni tra il livello di concentrazione del biossido di azoto delle stazioni di fondo e quello di traffico/industriali.

Le variazioni delle medie registrate negli anni dal 2013 al 2019 sono in larga parte da attribuire alle condizioni meteorologiche più o meno dispersive dell’anno preso in considerazione.

Gli ossidi di azoto NOx, prodotti dalle reazioni di combustione da sorgenti industriali, da traffico e da riscaldamento, costituiscono un parametro da tenere sotto stretto controllo per la tutela della salute umana, soprattutto in corrispondenza alle stazioni di traffico.

OZONO

L’ozono atmosferico è un tipico inquinante secondario, non è quindi prodotto direttamente dalle attività umane, ma si forma attraverso reazioni fotochimiche a partire da inquinanti primari.

La sorgente principale di questo gas è infatti data dal biossido di azoto, che in presenza di radiazioni solari reagisce con l’ossigeno atmosferico secondo la reazione NO2 + O2 = NO + O3.

(30)

Pag. 30 di 79 Una notevole quantità di ozono viene anche prodotta dall’ossidazione degli idrocarburi (sia di origine naturale che antropica) presenti nell’aria.

La presenza di elevati livelli di ozono danneggia la salute umana, quella degli animali e delle piante (influenza la fotosintesi), deteriora i materiali e riduce la visibilità.

Durante l’estate del 2019 si sono verificati 38 superamenti della soglia di allarme, fenomeno che non accadeva da molti anni in Veneto. E ‘importante evidenziare tuttavia che i superamenti della soglia di allarme sono avvenuti tutti nel pomeriggio della stessa giornata, il 27 giugno 2019, a causa delle temperature molto elevate (i picchi di temperatura sfiorano i 40°C nei settori più caldi della pianura centrale) e del forte irraggiamento UV, che assieme all’alta pressione, hanno favorito uno straordinario fenomeno di accumulo dell’ozono. Le stazioni interessate dai superamenti della soglia di allarme sono state ben 11. In quella giornata a Treviso in via Lancieri è stata registrata 1 ora di superamento con concentrazione di 245 µg/m3.

La soglia di informazione per la protezione della salute umana (180 µg/m3) è il livello oltre il quale vi è un rischio per la salute in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione.

CONSIDERAZIONI SUGLI IMPATTI NELLE COMPONENTI ARIA E CLIMA

Rispetto alle condizioni in esame e alla natura dei rifiuti per i quali si chiede autorizzazione al trattamento si considerano non pertinenti i seguenti impatti:

- contributi all'inquinamento atmosferico locale da microinquinanti emessi da sorgenti puntuali in quanto il sito in esame non possiede camini né sono previsti dal progetto.

- contributi ad inquinamenti atmosferici transfrontalieri;

- la produzione di aerosol potenzialmente pericolosi;

- rischi di incidenti con fuoriuscita di nubi tossiche;

- la produzione di cattivi odori,

- Alterazioni nei livelli e nella distribuzione del traffico sul territorio interessato;

- Impegno temporaneo di viabilità locale da parte del traffico indotto in fase di cantiere.

Per quest’ultimo aspetto si sottolinea che la viabilità locale che verrà impegnata durante la fase di cantiere sarà principalmente la strada privata Via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e in minor parte via della Croce. Per l’impegno temporaneo di quest’ultima si rimanda alle considerazioni fatte relativamente ai disagi causati alla popolazione espresse al paragrafo 7.2.4.

Si ritengono pertinenti e pertanto oggetto di analisi i seguenti impatti:

- inquinamento atmosferico proveniente da sorgenti diffuse;

- contributi all'inquinamento atmosferico locale da parte del traffico indotto dall’impianto;

- inquinamento attribuibile a microinquinanti emessi da sorgenti diffuse;

- produzione di polveri da lavorazioni.

INQUINAMENTO ATMOSFERICO PROVENIENTE DA SORGENTI DIFFUSE

Premesso che l’attività di stoccaggio e selezione/cernita effettuata in area coperta non produce alcun contributo all’inquinamento atmosferico, si concentra l’analisi degli impatti legati alle emissioni in atmosfera delle attività di stoccaggio e trattamento di rifiuti inerti e movimentazione rifiuti.

In condizioni operative ordinarie il contributo all’inquinamento atmosferico è determinato dalla produzione di polveri e dall’emissione di gas di scarico dalle macchine operatrici utilizzate.

Relativamente al contributo all’inquinamento atmosferico locale da parte del traffico indotto dal progetto, il ridotto numero di mezzi in entrata e in uscita dall’impianto (mediamente stimato in 10-15 mezzi al giorno, 20 – 30 transiti per lo stato di progetto) non comporta alcun aggravio sostanziale all’inquinamento da traffico già presente, anche in considerazione del fatto che l’impianto si trova a circa 80 metri dal passante autostradale e a 300m dalla strada Terraglio.

Valutazioni più dettagliate in merito all’emissioni di polveri e gas di scarico sia durante la fase di cantiere sia durante le condizioni d’esercizio dell’impianto sono espresse nei seguenti impatti specifici.

(31)

Pag. 31 di 79 CONTRIBUTI ALL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO LOCALE DA PARTE DEL TRAFFICO INDOTTO DAL

PROGETTO

I traffici veicolari in ingresso e uscita dall’impianto sono effettuati principalmente mediante via Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, laterale di Strada Terraglio, ed in misura minoritaria mediante n. 2 accessi di Via della Croce (di cui uno nella sola direzione di uscita).

Il numero di transiti calcolati considerando il funzionamento dell’impianto a pieno regime, tenuto conto dei mezzi propri e di quelli di terzi che conferiscono rifiuti e di quelli che trasportano le materie prime prodotte, è pari mediamente a 10- 15 mezzi (20-30 transiti) al giorno.

Si ritiene non significativo il contributo all'inquinamento atmosferico di un così lieve incremento considerata la vicinanza con il passante autostradale (c.a. 80m) e con strada Terraglio (c.a. 300m).

Le stesse valutazioni vanno fatte per la condizione di cantiere: in tal caso il contributo all’inquinamento atmosferico locale risulta ancora meno significativo in quanto limitato ad un breve periodo di tempo.

INQUINAMENTO ATTRIBUIBILE A MICROINQUINANTI EMESSI DA SORGENTI DIFFUSE

Le attività normalmente svolte non presuppongono la produzione di microinquinanti, pertanto fenomeni di inquinamento ad esse imputabili sono da escludere a priori.

Una delle condizioni di emergenza ipotizzabili, sebbene alquanto remota, è l’incendio dello scavatore utilizzato per l’alimentazione del frantoio o l’incendio del frantoio stesso che potrebbero diffondere in atmosfera inquinanti.

Considerato che le lavorazioni presuppongono la presenza di almeno un operatore, che il sito sarà dotato dei presidi antincendio minimi, che vista la natura dei beni incendiati la produzione di diossine ed IPA è poco probabile, la significatività dell’impatto è considerata poco rilevante.

Un’altra condizione di emergenza può essere costituita dall’incendio delle traversine in legno stoccate all’esterno.

Premesso che si tratta di materia prima non pericolosa, la quantità di microinquinanti emessa è limitata e gli operatori sono addestrati per intervenire con i mezzi estinguenti in tempi rapidi.

PRODUZIONE DI POLVERI DA LAVORAZIONI

Le condizioni operative ordinarie riescono a tenere confinate all’interno del perimetro di impianto le polveri prodotte dalle lavorazioni. I presidi adottati (barriera arborea, sistema di bagnatura, controllo dell’altezza dei nastri e dei cumuli, pulizia delle vie di percorrenza dei mezzi) abbattono all’origine le polveri generate dalla frantumazione degli inerti.

Considerato il fatto che la produzione di polveri da lavorazione è particolarmente concentrata solo nel momento di tritovagliatura, la più importante mitigazione è legata al fatto che le operazioni di frantumazione avverranno per un massimo di 4 campagne anno della durata di massimo 6-8 giornate ciascuna.

Nell’intorno dell’impianto, a NW e a NE sono presenti due civili abitazioni.

Come si evince dallo studio delle condizioni meteoclimatiche dell’area, il vento soffia tendenzialmente da NE a SO pertanto propende a trasportare eventuali polveri verso Sud, lontano dalle abitazioni. Come ulteriore misura di mitigazione la Bonaventura S.r.l. cercherà quanto più possibile di limitare le giornate di attività a quelle prive di vento o con vento leggero proveniente da NE.

In condizioni anomale, quando cioè uno o più dei presidi adottati dovesse non funzionare correttamente, è ipotizzabile un aumento delle concentrazioni di polveri diffuse in atmosfera anche al di fuori del perimetro dell’impianto. Considerato tuttavia che l’impianto funziona solo in presenza di almeno un operatore, eventuali problematiche possono essere immediatamente individuate e, qualora non fosse possibile ripristinare le condizioni ordinarie, le lavorazioni saranno interrotte. Alla luce di tali considerazioni l’impatto è poco significativo anche in condizioni anomale.

Non sono ipotizzabili condizioni di emergenza che determinino la produzione di polveri.

Per quanto riguarda le condizioni di cantiere si precisa che il livello di polveri eventualmente emesse risulterà impercettibile, in quanto le operazioni di escavazione, installazione del sistema di raccolta e trattamento acque, pavimentazione del suolo ed installazione delle strutture coperte non sono soggette ad emissioni di questo tipo.

(32)

Pag. 32 di 79 TABELLA RIASSUNTIVA DEGLI IMPATTI AMBIENTALI PER L’ASPETTO “ARIA E CLIMA”

Di seguito si riporta schematicamente la significatività degli impatti ambientali analizzati. Il giudizio tiene conto delle mitigazioni adottate.

Tabella 16: Aria e clima

IMPATTO – POTENZIALI EFFETTI NEGATIVI CONDIZIONI SIGNIFICATIVITÀ Inquinamento atmosferico proveniente da sorgenti diffuse Cantiere Non significativo Esercizio Non significativo Contributi all'inquinamento atmosferico locale da parte del traffico

indotto dal progetto

Cantiere Non significativo Esercizio Non significativo Inquinamento attribuibile a microinquinanti emessi da sorgenti

diffuse Emergenza (INCENDIO) Trascurabile

in presenza di mitigazioni

Produzione di polveri da lavorazioni

Cantiere Non significativo per brevi periodi Esercizio Non significativo

in presenza di mitigazioni Anomale Non significativo

(33)

Pag. 33 di 79 4. GEOLOGIA E ACQUE: ACQUE SOTTERRANEE E SOTTOSUOLO E ACQUE SUPERFICIALI

DESCRIZIONE IDROGEOLOGICA SU VASTA SCALA

Il sito in esame è allocato nella parte meridionale della Provincia di Treviso, in un territorio prettamente pianeggiante.

Per la definizione dei corpi idrici sotterranei di pianura Veneta è stato utilizzato un criterio idrogeologico che ha portato prima all’identificazione di due grandi bacini sotterranei divisi dalla dorsale Lessini-Berici-Euganei, poi nella zonizzazione da monte a valle in alta, media e bassa pianura:

1. Alta Pianura (acquifero indifferenziato), 2. Media Pianura (fascia delle risorgive) 3. Bassa pianura (falde a debole potenzialità).

Figura 14: Schema idrogeologico dell'Alta e Media Pianura Veneta (Dal Prà, 1978)

La porzione di Alta Pianura, a ridosso dei rilievi montuosi, è costituita, da materiale prevalentemente ghiaioso-sabbioso per uno spessore di oltre 300 m.

Questi depositi sono caratterizzati da una permeabilità e porosità elevate e sono sede di un’unica falda libera in comunicazione idraulica con la superficie topografica ed il reticolo idrografico.

La ricarica di questo grande acquifero freatico avviene prevalentemente ad opera delle dispersioni dai grandi fiumi che allo sbocco in pianura dalle valli montane lasciano infiltrare nel sottosuolo una gran parte della loro portata.

Lungo la fascia dell’Alta Pianura esiste un’unica falda freatica.

Tale falda freatica, il cui pelo libero si trova ad alcune decine di metri rispetto al piano campagna in corrispondenza del piede delle Prealpi, si avvicina al piano di campagna a mano a mano che ci si allontana dai monti, fino ad intersecare la superficie del suolo in corrispondenza della fascia delle risorgive.

La linea delle risorgive rappresenta un allineamento di emergenze idriche superficiali che può subire notevoli spostamenti con le oscillazioni della superficie piezometrica della falda; infatti, l’oscillazione stagionale della piezometrica nell’area della Media Pianura può essere anche dell’ordine di 3 ÷ 4 m in altezza, con una tendenza all’arretramento della linea delle risorgive verso monte durante gli innalzamenti ed una progressione verso valle durante gli abbassamenti. La “Fascia delle Risorgive”, in funzione delle caratteristiche locali dei terreni, delle pendenze superficiali e delle portate idriche stagionali può raggiungere l’ampiezza di qualche chilometro.

La fascia delle risorgive segna il passaggio dall’alta alla Media pianura.

In prossimità della Media Pianura si riscontra la suddivisione delle ghiaie in livelli sub-orizzontali che vedono il loro spessore diminuire gradualmente verso Sud per poi esaurirsi, a distanze diverse, entro materiale più fine tipico delle aree di Bassa Pianura.

A valle della seconda fascia se ne individua una terza, la Bassa Pianura, costituita da letti di limi e argilla alternati a livelli sabbiosi che ospitano un sistema multifalda.

(34)

Pag. 34 di 79

“ACQUE SOTTERRANEE E SOTTOSUOLO” A LIVELLO LOCALE

L’area in esame si trova tra la “Media Pianura tra Muson dei Sassi e Sile MPMS” e la “Bassa Pianura Settore Brenta BPSB”.

Si tratta di un bacino di transizione tra alta e bassa pianura che presenta un sistema ben differenziato di ghiaie e limi/argille che determinano una serie di acquiferi confinati ed uno libero superficiale, i cui affioramenti danno luogo ad un complesso sistema di risorgive situate perlopiù in provincia di Treviso.

La definizione dello stato chimico delle acque sotterranee, secondo le direttive 2000/60/CE e 2006/118/CE, si basa sul rispetto di norme di qualità, espresse attraverso concentrazioni limite, che vengono definite a livello europeo per nitrati e pesticidi (standard di qualità), mentre per altri inquinanti, di cui è fornita una lista minima all’Allegato 2 parte B della direttiva 2006/118/CE, spetta agli Stati membri la definizione dei valori soglia, oltre all’onere di individuare altri elementi da monitorare, sulla base dell’analisi delle pressioni.

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