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IL RAPPORTO FRA TARIFFE, AMBIENTE E QUALITA' DELL'ACQUA

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Laura Sansavini*

IL RAPPORTO FRA TARIFFE, AMBIENTE E QUALITA' DELL'ACQUA

Sommario

Romagna Acque S.p.A. nasce nel 1994 dalla trasformazione, in base alla legge 142/90, del Consorzio Acque per le Province di Forlì e Ravenna. Il 1994 è anche l'anno in cui viene approvata la legge Galli, una legge rivoluzionaria per quanto concerne la gestione del servizio idrico, i criteri di determinazione della tariffa, il porre al centro la qualità della risorsa idrica e le politiche ambientali per la sua salvaguardia.

Fin dal suo primo operare in veste di Consorzio, Romagna Acque, ha anticipato nella realtà i contenuti della legge Galli con interventi diffusi di bonifica dei territori da cui preleva l'acqua e prevedendo all'art. 3 del proprio Statuto che una parte della tariffa sia destinata alla tutela delle aree di salvaguardia delle risorse idriche utilizzate.

Indagini di mercato svolte recentemente nel bacino di utenza di Romagna Acque evidenziano un cittadino consapevole che l'acqua è un bene di mercato per il quale vale il rapporto qualità/prezzo, un cittadino non disponibile a rinunciare alla qualità in cambio di tariffe più basse.

Romagna Acque S.p.A. nasce il IO maggio 1994 dalla trasformazione del Consorzio Acque per le Province di Forlì e Raven- na, trasformazione attuata nel rispetto dell'art. 22 della legge 142/90.

Il Consorzio Acque era stato costituito nel 1966 con lo scopo di risolvere il grave problema de II' approvvigionamento idrico della Romagna. La società

è attualmente a totale capitale pubblico, i soci sono: 52 Comuni e le 3 Province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, la Camera di Commercio di Forlì e il Consorzio di Bonifica della Romagna Centrale.

La diga di Ridracoli e l'Acquedotto della Romagna forniscono attualmente acqua potabile a 43 Comuni oltre che alla Re- pubblica di San Marino, la popolazione servita è di circa 1.200.000 unità fra residenti e turisti.

Recentemente l'Assemblea dei Soci di Romagna Acque ha approvato il Piano Programma 1997-2002; il Piano prevede l'in- tegrazione dell'acqua di Ridracoli con altre fonti di approvvigionamento e quindi la realizzazione di schemi di interconnes- sione idrica con realtà anche esterne alla Romagna e migliorerà per tutti i cittadini dei territori coinvolti l'efficienza e la qua- lità del servizio.

L'invaso di Ridracoli è localizzato nel cuore dell' Appennino Tosco-Romagnolo nell' alta valle del fiume Bidente. L'area in- teressata è ai margini settentrionali delle Foreste Casentinesi, di recente diventate Parco Nazionale.

Fin dall'inizio dei lavori, l'allora Consorzio Acque per le Province di Forlì e Ravenna si è impegnato per il raggiungimento di alcuni obiettivi principali:

ottimizzazione del servizio di distribuzione idrica assicurando la migliore funzionalità tecnica;

massima sicurezza degli impianti;

qualità della risorsa idrica e tutela-valorizzazione dell' ambiente;

contributo al miglioramento dell'economia locale.

La tutela e la riqualificazione de II' ambiente, il corretto utilizzo delle risorse naturali, nonchè la fruizione controllata del ter- ritorio sono sempre state la principale garanzia per il mantenimento della risorsa idrica ad un alto livello qualitativo. Dal 1981, quando mancavano ancora molti anni all' approvazione della legge 36/94 con le sue disposizioni in materia di salva- guardia ambientale e la diga e le gallerie di derivazione erano ancora in fase di realizzazione, il Consorzio Acque ha intra- preso una serie di interventi nei territori dei bacini diretti ed indiretti della diga di Ridracoli.

Si sono attuate importanti attività di bonifica territoriale che si sono articolate in:

* Responsabile Controllo Direzionale Romaglla Acque S.p.A. " Forlì.

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Figura 1 - Territorio delle Province di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna interessato all'Acquedotto della Romagna

opere di rimboschimento, rinaturazione e ricostituzione di boschi cedui e fustaie in superfici nude, distolte in passato dalla loro naturale destinazione da attività improprie e depauperanti, al fine di ripristinare una sufficiente copertura vege- tale onde evitare l'erosione sistematica dello strato attivo superficiale;

interventi di sistemazione idrogeologica, consolidamento dei versanti e opere di regimazione idraulica, tutti attuati me- diante tecniche di ingegneria naturalistica;

recupero degli antichi sentieri e piste forestali, anche per l'accesso degli operatori del Consorzio Acque alle strumenta- zioni per il monitoraggio del territorio, come ad esempio il controllo delle frane e le rilevazioni pluviometriche;

recupero di edifici rurali abbandonati, essenzialmente ubicati a valle della diga di Ridracoli, per il loro valore testimonia- le e per attività turistico-ricettive controllate.

Tali opere furono attuate mediante programmi di intervento con concessione di finanziamenti agli Enti preposti alla tutela dei territori interessati, quali:

l'Azienda Regionale delle Foreste dell'Emilia-Romagna;

l'Azienda Statale Foreste Demaniali;

il Consorzio di Bonifica della Romagna Centrale.

G li Enti concessionari predisponevano la prdgettazione, l'appalto e l'esecuzione dei lavori, con la supervisione del Consor- zio Acque quale Ente finanziatore. A partire dal 1988, anno di inizio della produzione e distribuzione di acqua, una parte delle entrate derivanti dalla vendita dell'acqua è stata destinata a interventi di valorizzazione ambientale e di sviluppo eco- nomico compatibile nei tre Comuni montani in cui sono ubicati gli impianti dell' Acquedotto della Romagna. Queste risorse, pari al 2% dei ricavi di vendita dell' acqua, non sono state trasferite nei bilanci dei tre Comuni ma sono state destinate al fi- nanziamento di opere e iniziative proposte dai Comuni e sottoposte all'approvazione da parte degli organi del Consorzio.

Il Consorzio Acque ha esteso la propria politica ambientale anche al campo della ricerca, nel 1993 ha finanziato uno studio coordinato dal Dipartimento di Colture Arboree dell'Università di Bologna per approfondire alcune tematiche relative all'i- drologia dei bacini forestali ed in particolare ai rapporti esistenti fra alcune tipologie di trattamento dei boschi ed entità e qualità dei deflussi idrici determinati dalle precipitazioni meteoriche.

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L'entrata in vigore della legge n° 36 del 5 gennaio 1994, con gli artt. 13 e 24 in particolare, dà forza di legge alle politiche ambientali da sempre perseguite dal Consorzio che, con la trasformazione in S.p.A., vuole confermare e proiettare nel tempo l'esperienza di intervento attivo nelle politiche di tutela e riqualificazione ambientale nelle forme e nei modi conformi alla nuova veste giuridica. La Convenzione, stipulata fra gli Enti soci per la trasformazione, recita all'art. 7 "Rapporti fra so- cietà e territorio ": "Gli Enti stipulanti si impegnano ad assicurare, mediante specifica previsione statutaria, che la società realizzi o finanzi interventi volti alla tutela e alla riqualificazione ambientale del territorio afferente alle opere di presa del- l'Acquedotto della Romagna e dei suoi sviluppi in altre vallate, anche in funzione della crescita sociale ed economica com- patibile con gli ecosistemi interessati, tenuto conto delle scelte di programmazione degli Enti locali.

Gli Enti stipulanti si impegnano altresì a garantire che una quota pari al 2% delle entrate derivanti dalla gestione dell'Ac- quedotto della Romagna e degli impianti di depurazione che saranno realizzati e gestiti dalla società verrà destinata a pro- grammi e ini;.iative di valorizzazione ambientale, crescita culturale ed equilibrato sviluppo economico e sociale dei Comuni montani e collinari interessati, con particolare riferimento alla parte dei territori direttamente coinvolti dalle opere e dagli impianti, sulla base degli indirizzi di programmazione degli stessi Comuni".

Le politiche ambientali sono per Romagna Acque S.p.A. oggetto di specifica finalità statutaria; l'art. 3 dello Statuto, rece- pendo sia la volontà degli Enti Soci espressa in Convenzione che i dettati normativi della legge 36, stabilisce: " ... Per la tutela delle aree di salvaguardia delle risorse idriche utilizzate e destinate al consumo umano ... la società potrà sti- pulare convenzioni con Enti pubblici e con privati per assicurare i necessari interventi conservativi o per la gestione diretta di demani pubblici e collettivi ricadenti nel perimetro delle predette aree, nel rispetto della natura e tenuto conto degli usi civici praticati dagli aventi diritto.

Alfinanziamento degli interventi di cui al comma precedente, direttamente o indirettamente svolti, la società provvede con quote delle tariffe idriche appositamente destinate e deliberate in conformità alle vigenti disposizioni di legge.

Nei territori dei Comuni montani ove sono ubicati gli impianti di derivazione, trattamento e stoccaggio delle risorse idri- che, la società può concorrere, nelle forme ritenute più opportune ed unitamente agli Enti locali e alle altre Amministrazio- ni competenti, a programmi e iniziative di valorizzazione ambientale, crescita ed equilibrato sviluppo economico e sociale".

Nel 1994, primo esercizio della società Romagna Acque, l'Assemblea dei Soci in sede di approvazione del Piano Tariffario '94-'96 delibera la costituzione a Bilancio di un Fondo alimentato con il 3% dei ricavi della vendita dell'acqua per il finan- ziamento degli interventi di tutela delle aree di salvaguardia dalle quali viene prelevata la risorsa idrica. Tale delibera dà continuità alla politica di "bonifica territoriale" perseguita fin dal 1981 dall'allora Consorzio. Il Piano Tariffario '94-'96 prevede un aumento annuo delle tariffe dell' 1,5% per il biennio '95-'96 al fine di costituire il Fondo suddetto. Questa inizia- tiva non sostituisce ma integra quella del 2%, sopra illustrata, portando al 5% delle entrate per la vendita dell'acqua le risor- se destinate alla tutela e alla valorizzazione ambientale ed economica del territorio.

Con il Fondo vengono finanziati:

i progetti relativi a forestazione, sistemazione idrogeologica, rinaturazione ecc .... rientranti nei Fondi Strutturali "5b", fondi messi a disposizione dalla Comunità Economica Europea e dalla Regione a sostegno delle aree montane depresse;

gli interventi concordati con il Parco Nazionale, l'Azienda Statale delle Foreste Casentinesi, le Comunità Montane, il Consorzio di Bonifica, i Comuni;

la vigilanza del territorio afferente la diga di Ridracoli, mediante un servizio aggiuntivo a quello del Corpo delle Guardie Forestali;

la manutenzione di sentieri e piste;

programmi di ricerca sperimentale a carattere pedologico-forestale.

Il Consorzio Acque prima, Romagna Acque ora, ha attuato una politica ambientale coordinata e armonica con una riqualifi- cazione economica delle zone montane in cui sono ubicati gli impianti. Sono stati realizzati progetti di recupero e riqualifi- cazione dell'antico borgo di Ridracoli e di edifici rurali con importante valore testimoniale della storia e delle tradizioni di questi luoghi.

Queste opere hanno consentito di realizzare circa 200 posti letto per la fruizione turistica dando vitalità economica e sociale a zone abbandonate da anni.

L'attrattiva turistica del borgo di Ridracoli si è valorizzata con la realizzazione di un Museo di Scienze Naturali dedicato al- la fauna dell' Appennino Romagnolo.

Ogni anno oltre 80.000 persone, con l'ausilio di guide specializzate, visitano la grandi diga del Parco Nazionale delle Fore- ste Casentinesi.

Presso il Centro Operativo della società è ubicato un Centro Didattico, con annessa foresteria, che ospita ogni anno corsi di specializzazione in materia ambientale volti agli studenti universitari e della scuole medie e superiori. Nella sola primavera 1997 i corsisti sono stati circa 1.800 provenienti da varie parti d'Italia.

Romagna Acque, al fine di verificare obiettivamente i risultati della politica di tutela per la salvaguardia dell' ambiente, nel 1992 ha commissionato uno studio ad esperti docenti universitari nonchè membri del Consiglio Nazionale delle Ricerche e del Centro di Studio sulla Gestione dei Sistemi Agricoli e Territoriali.

Utilizzando un apposito modello europeo gli studiosi hanno analizzato con indicatori qualitativi gli impatti ambientali posi- tivi e negativi che l'opera ha avuto sul territorio circostante l'invaso di Ridracoli, misurando cosÌ un "indice di qualità am-

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Figura 2

bientale" posteriore da confrontare con i dati sulla situazione esistente prima della realizzazione dello sbarramento.

Senza scendere nei dettagli dello studio l'indice di Qualità Ambientale "post" ha segnato un incremento del 22% rispetto la fase "ante".

Non solo la politica ambientale ma anche e soprattutto la qualità dell'acqua di Ridracoli sono motivo di orgoglio per Roma- gna Acque e per tutti gli Enti che hanno contribuito alla realizzazione della diga e dell' Acquedotto. Dal punto di vista orga- nolettico l'acqua di Ridracoli non ha nulla da invidiare alle più qualificate acque imbottigliate con il vantaggio rispetto ad esse di uscire dai rubinetti di casa ad una temperatura media sui lO °C ed avere una particolare gradevolezza di gusto.

La natura ci offre quel bene prezioso per la vita che è l'acqua, compete all'uomo difendere e tutelare questo bene. Il mante- nimento della qualità dell'acqua deve essere assicurato da quegli Organismi ai quali per legge compete la gestione delle ri- sorse idriche. Questa attività cosÌ importante per garantire oggi, ma soprattutto alle generazioni future, la qualità dell'acqua richiede importanti risorse economiche. Nella misura in cui tali risorse non possono più essere messe a disposizione dai fi- nanziamenti pubblici, occorre trovarle all'interno del sistema tariffario del servizio idrico.

Tutto ciò è efficacemente espresso dall'art. 13, comma 2, della legge 36/94: "la tariffa è determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell' entità dei costi di gestione delle opere, dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito e dei costi di gestione delle aree di salvaguardia, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio".

Più volte nei giornali a tiratura nazionale si è affermato che l'acqua in Romagna ha tariffe fra le più alte in Italia, questi arti- coli si sono sempre limitati a fare la graduatoria delle tariffe delle varie città senza mai porle in relazione alla qualità del ser- vizio e della risorsa idrica, senza alcuna valutazione sul relativo grado di apprezzamento da parte dei cittadini.

Queste semplicistiche valutazioni sembrano ignorare la legge 273/95 che impone alle aziende erogatrici di servizi pubblici di adottare la Carta dei Servizi, una legge rivoluzionaria nella definizione del nuovo ruolo del consumatore che si trasforma da utente passivo a soggetto che partecipa alle scelte che il gestore intende adottare e che è chiamato ad esprimere una sua valutazione sulla qualità del servizio ricevuto.

Nel corso del 1995 il Consiglio di Amministrazione di Romagna Acque ha affidato a Demoskopea, società di rilevanza na- zionale nel campo delle ricerche di mercato e dei sondaggi d'opinione, un'indagine nel proprio bacino d'utenza sul grado di apprezzamento da parte dei cittadini dell'acqua che scorre dal rubinetto.

Dall'indagine è emerso:

l' 85% degli intervistati ritiene "molto importante" la qualità dell' acqua del rubinetto di casa sottolineando il problema della salute e il piacere di bere acqua buona;

la percentuale dei cittadini che si ritengono molto soddisfatti della qualità dell'acqua che ricevono in casa è molto alta, cira il 70% nelle località rifornite totalmente o prevalentemente con acqua di Ridracoli, tale percentuale scende nei Co- muni dove viene effettuata una riclorazione con impianti non adeguati;

il ricorso all'acqua minerale, totalmente o parzialmente, è significativamente molto minore nei Comuni essenzialmente serviti con acqua di Ridracoli o altre fonti appenniniche, con differenze che interessano più del 50% della popolazione.

Questo comporta risparmi economici o penalizzazioni per le famiglie dei vari Comuni per importi varie volte superiori al differenziale tariffario fra acqua di Ridracoli e altre risorse distribuite.

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E' riduttivo parlare di costo dell' acqua per i cittadini facendo riferimento solo alle bollette, una buona parte delle famiglie i- taliane spende molto di più in un anno in acque imbottigliate che in bollette per il servizio d'acqua potabile. L'acqua di Ri- dracoli costa 300 volte meno delle minerali e le sue caratteristiche permettono sia una vita più lunga agli impianti domestici sia un risparmio di detersivi.

Il cittadino romagnolo è ben consapevole del valore del servizio di acqua potabile che riceve. Nel corso del 1996 il c.I.S., il Consorzio Intercomunale Servizi che gestisce a Forlì e in comuni limitrofi una serie di servizi pubblici fra cui quello acque- dottistico, ha affidato a Datamedia, importante società nazionale nelle indagini di mercato, un'indagine di Customer Sati- sfaction.

L'indagine ha evidenziato:

il 78,5% dei forlivesi sa che l'acqua distribuita nel suo Comunc è di ottima qualità;

oltre il 73% degli intervistati preferisce continuare a ricevere l'acqua che attualmente sgorga dal rubinetto rispetto ad un'acqua di qualità diversa ma a minor prezzo.

I risultati delle 2 indagini di mercato mettono in luce un cittadino informato e vigilante sul servizio pubblico d'acquedotto, un utente consapevole che l'acqua è un bene di mercato e come tale deve sottostare alle leggi di mercato, anche per l'acqua vale il rapporto qualità/prezzo.

Nel 1996 è stato approvato il decreto legge sul "Metodo normalizzato per la determinazione della tariffa di riferimento nei servizi idrici".

Questo atto recependo le metodologie del price-cap nella determinazione della tariffa dell'acqua, rappresenta un importante passo nel faticoso percorso di attuazione della legge Galli. Il "Metodo tariffario" apre un nuovo sistema di regolazione dei servizi pubblici determinando le componenti della tariffa e i criteri con cui definirla, introduce principi e strumenti concreti per la liberalizzazione delle public utilities.

Il price-cap nasce nell'interesse del consumatore e ha la finalità di introdurre le regole del mercato nei servizi pubblici, dà certezza ai ricavi e crea competitività fra i gestori, o per lo meno definisce un "mercato virtuale" dove è possibile fare con- fronti fra situazioni omogenee.

La tariffa deve assicurare la copertura dei costi gestionali e degli oneri per gli investimenti necessari al miglioramento della qualità del servizio, gli incrementi tariffari devono essere condizionati al fatto che il gestore si uniformi ai crescenti stan- dards di efficienza imposti dal Metodo stesso.

Romagna Acque si è dimostrata nei fatti un' azienda che ha posto le politiche ambientali alle proprie origini e vincolanti al proprio futuro, un' azienda che ha agito nell' ottica di soggetto imprenditoriale che recepisce sul mercato le risorse finanzia- rie per perseguire i propri obiettivi. Le tariffe devono essere socialmente eque ma comunque allineate ai principi del price- cap, diversamente qualsiasi obiettivo di superare il gap che separa l'Italia dall'Europa nell'organizzazione e gestione del servizio idrico risulterà irraggiungibile e le politiche ambientali di tutela e salvaguardia del territorio rimarranno nella sfera dei programmi elettorali di alcuni movimenti politici ma completamente privi di qualsiasi possibilità di realizzazione.

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