LA
BIBLIOTECA NAZIONALE
DI FIRENZE
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IllinoisUrbana-Champaign Alternates
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CENNI ST0RMIBL10CRAFIC1
DELLA
R. BIBLIOTECA NAZIONALE
DI FIRENZE
IN FIRENZE
COI TIPI DI M. CBLLINI
E
C.alla Galileiana
1872
0 <Ll
f(o 3l3 f
stoka^^*
Firenze
non ebbe
libreriache
fossepub-
blica fino al secoloXVIII, perchè
ionon estimo
doversi dir tali quelle di principi , di privati e dimonasteri
, alle quali accedevasi , facil-mente
invero ,ma per
favore dei possessorinon per
diritto. Celebri fino dalXV
secolofurono quelle degli Agostiniani in S. Spirito, dei Minoriti in S.
Croce,
de’Cassinosi inBa-
dia , dei
Camaldolesi
negli Angioli ed altreancora
appartenenti ai monasteri,rammentate con
lode dagli scrittori deltempo
;ma
tutte le sorpassò la bibliotecaveramente
rarissimache
iniziòCosimo
ilVecchio
deiMedici
in- torno allametà
del millequattrocento , eche
fu continuata senza risparmio dai suoi succes-50S80
6
sori.
A me
basti ilrammentarla
, perchè il
tesserne le vicende ,
non
èmio
scopo : sola-mente
diròcome
elevata la famigliaMedicea
al principato della
Toscana
e rientrata in pos- sesso della piùgran
parte della sua libreria,
mentre
a questache componevasi
dimano-
scritti
preparava
nobil locale , altra biblioteca di libri astampa
e di codici iniziava dentro la reggia, a cuidava nome
diMediceo-pala-
tina. I privati
gareggiavano con
i principi , e certonon
dico cosenuove esponendo come
Baccio Valori , i Panciatichi
, i
Gaddi
, iRi-
nuccini , iCapponi
, iBaldo
vinetti raccoglies- sero librerie preziosissime per manoscritti e per rarissimi libri stampati ; erammentando
tra i collettori il senatore Carlo Strozzi, cito
un nome che frequentemente
trovasimenzio-
natocon
lode dagli scrittori del secoloXVII
e del seguente ,
non
solo per la quantità edil pregio dei
documenti che aveva
raccolti,
ma
piùancora per
la larghezza piuttosto unicache
raracon
cui lasciò frugare a chi volle tra le sue carte, e fare di quelle tesoro peri propri studii.
Non
era a queste biblioteche difficile l’ac- cesso,
come
di sopra notai ;ma
perandarvi bisognava
chiedere , e chiedere a tuttinon
piace ; occorreva inoltre di essere conosciuto :e così gli
uomini che cominciavano
a darsi alle lettere, quelli
che non avevano un nome,
quelli
che
la condizione socialerendeva
oscuri enon aveano
trovatoancor mezzo
dimunirsi
di
un
protettore,mancavano
delmodo
di stu- diare, e di arricchire così la propriamente
senzaaver
ricorso a richiesteche potevano
riuscireben
di sovente aun
rifiuto,A
questo inconvenienteprovvedde Antonio Magliabechi
,uomo
perme da
riguardarsi trai più benemeriti della città.
Nato
di civil fa- miglia nel1633
, attese all’ arte dell’orefice fino a40
anni ;ma
trascinatoda
prepotente passione allo studio, profittava delle ore
che
gli lasciava libere l’esercizio della professione
per
istruirsi , sottraeva ai suoi bisogni il de- naro necessarioper
fare acquisto di libri.Do-
tato
da natura
di tenacissimamemoria
, rite-neva
inmente quanto avea
letto, ch’era moltissimo ; e colla sola lettura dei cataloghi
8
riuscì
ad apprendere
quanti e quali autori trat- tassero delle diversematerie
scientifiche, filo- sofiche e letterarie : talchében
appropriato era 1’anagramma
del suonome
latinizzato ,Antonius
Magliabecchius* rispondentead
isunus
bibliothecamagna
*che
suole attribuirsi al celebre Mabillon.Nè
si limitò a conoscerei libri
,
ma
volleancora
possederli , e tantine
raccolseche
neaveva
ripiena la sua pic- cola casa in piazza di santaMaria Novella
,
dalla porta al tetto , in
modo da
lasciarviap- pena
adito al passo.La
brevità a cuimi
è forzaattenermi non mi
consente di parlare diquest’uomo come
vorrei ,nè
di esporrequanto
ecome
fosse tenuto in pregio dai piùillustri tra i suoi
contemporanei
,nè
del fre- quente e dotto carteggio eh’ebbe con
molti tra quelli ; e bastache
accennicome ve-
nuto
amorte
nel1714,
coronò un’utileed
operosa esistenza coltestamento
in data del dì26 maggio
, per il quale lasciò eredi i po- veri della città di Firenze della libreria e del tenue suo patrimonio.Componevasi
quella di30mila volumi
all’ incirca ,ma
fuben
pre-9
sto
aumentata
per il donativo fatto dall’eru- dito cavaliereAntonfrancesco Marmi
: cosic-ché
, rendendosi necessario diavere un
localeove
disporla affinchè il pubblico sene
potesse valere, il
granduca Giangastone
fecedono
alla città diuna
porzione dell’antico teatroMedi-
ceo, detto delle
Commedie,
nell’area del quale fu eretta l’attuale sala di lettura e le stanzeche
la circondano. Classati i libri ed i codicicompiuti
i cataloghi deglistampati
, avanzati quelli dei manoscritti , fu la biblioteca aperta al pubblico colnome
diMagliabechiana
nelprimo martedì
del1746, per
ordine delCon-
siglio di
Reggenza che governava
laToscana
per l’assentegranduca Francesco
II diLorena.
I
Reggenti
e poi ilgranduca
PietroLeo-
poldo fecero agara
per arricchirne la suppel-lettile libraria : laonde nel
1755
vi fu incor- porata la celebre libreriaGaddiana,
e nell’an-no
appresso quella diAntonmaria
Biscioni.Ma ben
più cospicuodono
lo fece ilgranduca
il dì
22
luglio1771, allorquando
, rinunzia- toV
usufruttoche
gli spettava sullaMediceo-
lotaringio-palatinaper
il patto di famiglia del ’2
10
dì
31
ottobre 1737, passato tra suo padre e la Elettrice palatina, ultima di casaMedici
(in forza del quale la proprietà della biblioteca spettava allo Stato eY
usufrutto alsovrano prò tempore
), volle
che
si unisse alla nostra a benefizio del pubblico : per il quale atto siarricchì la
Magliabechiana
di17,010 volumi
e di699
manoscritti ; dei qualiuna
parte passò poi allaLaurenziana
nel1783,
riservandosiil Principe soltanto
una
piccola quantità di stampati.Nel 1773
le diè i libriche
furono tro- vati nei conventi dei Gesuiti, i qualinon
fu- rono molti,perchè
erano stati sottratti; edopo due
anni volleche
vi fosse unita la libreria diGiovanni Lami
di cui fece acquisto, tranne
i duplicati
che
furono donati alla Università di Pisa, e i manoscrittiche
il possessore volle depositati nella Riccardiana.Pietro
Leopoldo ordinava
nel1783
la sop- pressione delle treAccademie
; la Fiorentina, laCrusca
e gli Apatisti : e fattaneuna
sola colnome
diAccademia
Fiorentina, volleche
avesse stanza nella bibliotecaMagliabechia-
na, e
che
in questa si trasferissero i libri e imanoscritti delle tre accademie.
Nè
qui si li-mitarono
i benefizi del Principe; il qualeavuta
in sua
mano
la celebre raccolta Strozziana ,ne
divise i tesori tra le librerie della città e l’archivio delleRiformagioni
:assegnandone ben
larga parte alla nostra.Per
valutarne laimportanza conviene
sapereche
il senatoreCarlo
Strozzi, raccoglitore della insigne colle- zione , dolente di
vedere giornalmente
distrutti omandati
all’estero , sia perignoranza op- pure
per venalità , libri edocumenti
preziosi,avea
impetrato dalgranduca Ferdinando
IIun
decreto , col quale si proibiva diven-
dere libri antichi, manoscritti o
pergamene
senza ilconsenso
diuna commissione,
di cui lo Strozzifaceva
parte , colla prela- zione a luiper
l’acquisto; col qual
mezzo
potè raccogliere tal quantità di cose preziose ,da
costituire la sua raccoltauna
delle piu insi- gni d’ Italia.Grande incremento ebbe
la nostra biblio- tecaper
la soppressione delle corporazioni religiose voluta dalgoverno
francese nel1808
;
12
perchè
libri e codici furono in essa trasferiti,
tranne quelli, e
non
furono certo imeno
pre- gevoli,
che
frati emonaci
riuscirono a sot- trarre ;ma da
quell’epoca
al1859 non ebbe
accrescimento di sorta,ove
si eccettuino ipochi acquisti che si poterono fare colle ren- dite della eredità
Magliabechi
, ascendenti alire italiane 1344.
È
questa la ragione po-tissima della lacuna
che
si riscontra nella nostra collezione delle operestampate
dal principio di questo secolo fino al1860
: in- conveniente a cui volleprovvedere
ilGoverno che
assunse le redini dello Statodopo
la par- tenza della dinastia Austro-lorenese nel 1859.Una
delle principali sue cure quella si fu di richiamare in vigore la legge sullastampa (che
era di antica data,ma
quasimandata
in obli- vione) per cui tutti gli editori e stampatori della città erano tenuti a depositare nella li-breria
un esemplare
di ciascunaopera che
pubblicassero :ma
diben maggiore impor-
tanza fuT
acquisto dei libri appartenuti al distinto statistaVincenzo
Salvagnoli, cioèuna
doviziosa raccolta di operemoderne
, concer-13
nenti piu
specialmente
la storia , il diritto pubblico,T economia
politica e la filosofia.Quello peraltro ,
che
costituì la bibliotecaMagliabechiana una
tra le più importanti delRegno
fuF unione
ad essa della bibliotecaPa-
latina,
che
fucompiuta
nelFottobre del1866:
ciò
che
portò alla necessità di toglierle ilnome che avea
dal suo fondatore,
per
cuifacevasi cosa
municipale
, e di classarla fra le nazionali delRegno.
Dicemmo
sopracome
PietroLeopoldo
,
donando
nel1771
allaMagliabechiana
la libre- ria Mediceo-lotaringio-palatina , sene
riser- vasseuna
piccola parteche
continuòad
essere nella reggia. Ilgranduca Ferdinando
III sipropose
di ricostituirla, ecominciò
a racco- gliere libridurante
il suo esilio a Salisbur- go: tornato inToscana, con munificenza
vera-mente
regale , attesead
accrescerla eF
arric- chì colla celebre collezione Poggiali; cosicché alla sua
morte componevasi
già di oltre40mila
volumi. Il suo figlio e successore-,Leopoldo
II spesepure
ingentisomme per
farla più ricca epregevole: comperò
molti libri rarissimi e14
manoscritti alla dissoluzione della libreria
Ri- nucciniananel
1850; i manoscritti dellaraccolta Targioni nel 1851, e poi li stampati nel1857;
i codici dei Bandinelli, e quindi gli arabi rac- colti dal conte
Gràberg
deHemsò
nell’annoappresso ; i libri e codici
messi
insiemeda Giovanni
Baldovinetti, nel
1853
; gli auto- grafi di casa Gonnelli nell’anno istesso; ed in seguito la raccolta Torri, la libreriaCapponi,
la collezione de Sinner, preziosa per li scritti del
Leopardi,
quella diFrancesco
delFuria,
ed infine, nel
1859
, i codiciche formavano
decoro alla biblioteca Panciatichi.Con
tutte queste riunioni la Palatinavenne
a contenere intorno a90mila volumi
stampati ed a3mila
manoscritti: i quali riuniti a quelliche com-
ponevano
la vecchiaMagliabechiana vennero
a costituireun
insieme di oltre a280mila
vo-lumi
(compresivi gli opuscoli e le miscellanee), e di oltre14mila
tra codici e filze manoscritte, lamaggior
parte delle quali contiene molti edanche
tra loro diversi lavori.Nel
qualnu-
mero debbono
eziandiocomputarsi
i libri orien- talicomprati
dagli eredi del prof. Bardellinel
1867,
quelli donati dal tipografo Castelli di Alessandria, e i preziosissimi, innumero
di
6mila
all’ incirca, relativi alla storia della riforma religiosa in Italiache
il conte Piero Guicciardini volle donati alla Nazionale.La
biblioteca è disposta nell’antico locale assegnatole dalgranduca Giangastone
nel1736;
al quale il
Governo
dellaToscana
unìuno
stabile attiguo
che
serviva ad uso militare :ma
, nonostantel’aumento
, è insufficiente a contenere tantamole
di libri, e
conviene
se-riamente pensare
ad accrescerlo , in speciequando
si riflettache
la nostraNazionale
siarricchisce
annualmente
di oltre8mila volu- mi, non computati
gli opuscoli(che
leven- gono
inconseguenza
delR.
decreto del dì30 giugno 1870,
per cuiha
dirittoad avere un esemplare
di tutto ciòche
sistampa
nelRegno)
, senzanoverare
quelliche
giornal-mente
sì acquistano, e gli altriche vengono
offerti in dono.
Mal può
precisarsi ilnumero
di questi doni, i quali
provengono
general-mente
dai ministeri, dalle altre istituzioni letterarie e scientifiche dello Stato
, e in n'òn
16
piccola parte ancora
da
istituti stranieri, in
specie dal Ministero della istruzione pubblica di
Francia
e dalla SocietàSmithoniana
di Boston.Di
tutti i libri,siccome
dei manoscritti, esisteun
inventario a schede ,che
sarebbe desiderabile potere ridurre avolumi, ma
vihanno
contrastato finora le scarse rendite di cuipuò
disporre la biblioteca, e più
ancora
la
mancanza
d’impiegati , i quali nelle con- dizioni attuali sono insufficienti per il solo servizio ordinario. I libri sono disposti negli scaffali per ordine d’inventario,ma
inquanto
all’antica
Magliabechiana
sono collocati se-condo
l’altezza , e facilmente reperibili per la esatta indicazioneche
siha
di essi nei cataloghi; nella libreria Palatinaerano
e sono per la piùgran
parte ordinati amate-
ria ,
abbenchè molto
ancora restida
farsi.Di
cataloghi delli stampati viha
dovizia , e direi quasianche
troppi; ciò deriva dalla riunione di tante biblioteche alla nostra
che
si è fatta più specialmente negli ultimitempi
:ed
evidente è la necessità diprovvedervi
,
perchè
la moltiplicitàgenera
confusione emolta
perdita ditempo
nelle ricerche ;ma anco
per questi militano le ragioniche accennammo
per gl’ inventarii.
Vi ha
pertantoun
catalogo alfabeticoche comprende
tutti i libri astampa
della anticaMagliabechiana,
e vi si continua a registrare tutti i libriche
per diritto, per
dono
o percompra vengono
ad arricchire la libreria do-poché ha
preso ilnome
di Nazionale. Sicom- pone
di31 volumi
; è assaiben
fatto,
ma
sommario
enon
illustrativo, quale conviensi
ad un
catalogo alfabetico.Di
esso siha
copia indoppia scheda
;una
delle quali serve all’ inventario generale della libreria ; l’altra al catalogo amaterie che
siva preparando
dinuovo
;perchè
l’anticoche componevasi
di15 volumi
,da lungo tempo
interrotto,ha dovuto
sopprimersiper
la necessità di darvi posto ai libri di antica pro-venienza non contemplati
e a quelli per i più recenti acquisti venuti alla biblioteca, iquali,sommati
insieme ,erano
digran lunga
supe- riori innumero
ai già descritti.3
18
Altro catalogo in
23 volumi comprende
ilibri della Palatina:
ma
è imperfettoperchè
sente la diversità de’ sistemiche hanno
adot-tati i
valentuomini che ne hanno avuta
la di- rezione ; ed anco questo fu, traTanno
decorso e quelloche
corre, ridotto a doppia scheda per gli usi sopra accennati.
Il catalogo della libreria Targioni consta
di tre
volumi
; ed inun
altro sono notati i li- bri che costituiscono ildono
del conte Piero Guicciardini relativo alla storia dellaRi-
forma.GT
incunaboli , ossia le edizioni del seco- loXV, hanno uno
speciale catalogo illustrato e ragionatocompreso
indue volumi
, e la piùgran
parte di esso fu pubblicataper mezzo
della
stampa
dal propostoFerdinando
Fossi giàbenemerito
bibliotecario dellaMagliabe-
chiana :siccome
speciale catalogo,che
si con- tiene inun
grossovolume, hanno
le miscel- lanee e gli opuscoli.Da
questa moltiplicità di cataloghi deriva, tra gli altri inconvenienti, che
mal può
cal-colarsi a qual proporzione
giungano
i duplicati,che
sonocertamente
ingran numero. Que-
sta cosa fu fatta intorno al
1852
,quando
il
Cav. Giuseppe Molini
fece il riscontro ge- nerale della biblioteca epreparò
l’attuale ca- talogo ; ed in tale occasione furono segnati quei libricon un
bollo particolare , affinchè constasse eh’erano legalmente
posti incom- mercio
: ritraendosi dalla venditauna som-
ma non
indifferente,che
fu voltaa
profitto della libreria , oltre ilvantaggio che ne
ri- sentì dai baratti concordati colla Palatina econ
altre biblioteche.Lo
stesso sarebbe desi- derabile di poter fare al presente ,ma
a taleoperazione
non
è possibile di devenire finacchènon
si accozzinoinsieme
tutte le schede percompilare un
solo catalogo.I manoscritti pure
hanno per
la piùgran
parte i loro cataloghi;
ma non debbo
nascon- dereche
in tal proposito restanon poco da
farsi ,
non per mancanza
invero dibuona vo-
lontà,
ma per
le stesse ragioni sopra accen- nate. Il catalogo generale deimagliabechiani
contenuto in undicivolumi, comprende
tutti imanoscritti, distribuiti in
40
classisecondo
20
il sistema in cui fu ripartita la biblioteca tutta , all’epoca della sua apertura
da Antonio
Cocchi, a cui fu dato l’ incarico di soprinten- dervi (1); ed agli undicivolumi
fanno cor- redo altri tre, nei quali sono alfabeticamente disposti inomi
degli autori o i titoli deima-
noscritti , se
anonimi
, col rinvio alla classe respettiva.In
due volumi,
ripartiti anch’essi in qua- ranta classi, sta il catalogo de’mss. Strozziani e di quelli venuti per piu recente acquisto; inun volume
sta l’altro dei codici passati allaMagliabechiana
dalle librerie dei conventi sop- pressi all’epoca Napoleonica.Il bibliotecario
Vincenzo
Foliinipensò
che fosse util cosa al pubblico servizio, l’avereun
catalogo a schede che tutticomprendesse
imanoscritti dalla biblioteca ; e iniziatolo
per
quelli di
nuova provenienza
, loandò
agrado
agrado
estendendo ai più antichi.Ma
soloal lavoro
,
non
potè fargli percorreregran
(1) Vedasi per questa ripartizione l’allegato A.
21
cammino
, ed i suoi successori , trattenuti dallemaggiori
cureche da
queltempo
in poitengono occupato
il bibliotecario ,non hanno
potuto continuarlo , e si sono limitati a pro- seguirloper
i manoscritti dinuovo
acquisto.Per
laPalatina viha un
indicesommario rapidamente
eper urgenza
compilatodopo- ché
quella biblioteca fu unita alla nostra, ed a
cui
non
oserei di dare ilnome
di catalogo :e vi si
comprendono ancora
i codici e ima-
noscritti acquistati dai
granduchi
perim- pinguare
la loro collezione, e così diben 3mila
volumi.Ma
al difetto del catalogo ,a
cui sarà riparatonon appena
lo si possa supplisce, in piccola parte invero,una
dotta illustrazione di451
codici spettanti alle classi ReligioneeLetteratura che
ilCav. Francesco Palermo
, già
benemerito
bibliotecario dellamedesima
,ha
pubblicato in tre grossivolumi
in quarto.
Proveniente pure
dalla Palatina èil catalogo analitico di oltre
300
codici incircache formano
la preziosa collezione degliau-
tografi del Galileo e degli scienziati dellasua
scuola
; manoscritti
che Leopoldo
IIcomperò
22
per la piu
gran
parte dagli eredi del senatoreGiovambattista
Nelli nel 1828.Dei
manoscrittiche
contiene laNazio-
nalepuò
dirsiche
lamaggior
parte è digran
pregio ; e basteràaccennare che
alla raccoltaDantesca debbono
riferirsinon meno
di100
co- dici, contenenti le opere del divino poeta edi
commenti
ad esse ; oltracchèvanno rammen-
tati autografi o copie sincrone dei nostri più antichi classici
,
cominciando da Brunetto La-
tini,
Guido
Cavalcanti,Marco
Polo,Ricordano
Malispini,Petrarca
, Boccaccio e i Villani,
venendo
poi ai nostri più famosi storici dei secoliXV
eXVI
( tra i qualivanno numerati
molti autografi del Machiavelli e diversi sto- rici inediti
) per finire cogli autografi del
Ga-
lilei e dei suoi più illustri scolari.
E
passando ai particolari,rammenteremo
il codice già palatino
membranaceo
della Di- vinaCommedia, un
dìappartenuto
alPoggiali,il più antico
che
si conosca,
comecché
possa riportarsi al1329
, cioè a soli otto annidopo
la
morte
di Dante. Altri assaive ne ha
con- tenenti lo stessopoema: ma
lasciando senza23
menzione
lamaggior
parte di essi,
non
posso tacere del bell’esemplaremembranaceo,
ric- chissimo di minii , in cui il testo èaccompa- gnato
dalcommento
diFrancesco da Buti
,scritto
da un Giovanni
di Nicolao nel1400
;nè
dell’altro,
pur membranaceo
everamente
magnifico per la bellezza dellepergamene
e la
vaghezza
delleminiature
,che
Cristoforo degliAlmerighi da Pesaro
, essendo potestà di Firenze , fece fare perMarina
suamoglie
nel 1457.E abbenchè
siastampato
su carta- pecora nel 1481, credo didovere annoverare
frai codici la
Divina Commedia
colcommento
di Cristoforo Landini,perchè
èappunto
l’esem- plareche
ilcommentatore
presentò alla Si- gnoria di Firenze ; ed è abbellitoda una
ele- ganteminiatura che
tuttocomprende
il fron- tespizio, e sulla coperta
porta
dieci nielliopera
forse del Pollaiolo.Preziosa
per
bellepergamene
,
per
niti- dezza di scrittura e per leminiature
, attri- buite dagl’ intelligenti ai fiorentiniMonte
eGherardo
, è lacosmografia diTolomeo
; e perli stessi pregi è notevole
un poema
in terza24
rima
di frateTommaso
Sardidomenicano
,
intitolato
r Anima peregrina
dedicato a Piero Soderini gonfaloniere perpetuo dellarepub-
blica.
U
operachemica
diRaimondo
Lullo è aneli’essoun
codicemolto
preziosonon
solo per la bella letteratonda con
cui è scritto,ma
più ancora per le
molte
miniature delle quali l’ornòGirolamo da Cremona,
sì che merita- rono di essere illustrate dalla dottapenna
deifratelli Milanesi nell’appendice al
volume VI
delle Vite dei pittori scritte
da
GiorgioVa-
sari ed edite dal
Le Monnier
;siccome
il-lustrarono ancora i tre grossi
volumi
in quarto, nei quali sopra finissima cartapecora la Signoria di Firenze fece copiare ilfamoso
codiceLaurenziano
dellePandette
, intorno al1516,
arricchiti essipure da
elegantis- simi minii condottida Giovanni
di Giuliano Boccardi, detto ilBoccardino
vecchio.Sono
circa a300
i codici miniati; e
non
essendo delmio
scopo di dare il loro catalogo,mi
limito ad esporre
che non meno
di dicias- sette sono gli Uffizi della beataVergine
, tre dei quali miniati dal Torelli , altroda Ghe-
25
rardo , ed
uno
in 4to,composto
di quattrovo- lumi
, ricco di miniature diuna
finitezza inarrivabile , eseguito inGermania
perAnna
Luisa
de’Medici elettrice palatina neiprimi
anni del secoloXVIII
; eche non meno deve
tenersi in pregiouna
raccolta dirime
antiche del secolo XIIIcon
miniature coeve.Due
breviarii appartenuti a frateGi- rolamo Savonarola
e postillatida
lui,
un
codicetto scritto di sua
mano
e contenente opere ascetiche ; l’autografo del trattato sul- l’arte dellaguerra
di Niccolò Machiavelli e preziosiframmenti
dellasua
Storia; alcunerime
autografe diTorquato Tasso
;una
rac- colta di poesie lette in privataaccademia
trascritte dimano
di Vittorio Alfieri; gli
au-
tografi di
Giacomo Leopardi
; lo zibaldone ar- tistico diLorenzo
Ghiberticon
molti dise- gni e figure; gli autografi di Galileo Galilei di
Vincenzio
Viviani, diBenedetto
Castelli, diBonaventura
Cavalieri, diEvangelista Tor-
ricelli
, di
Famiano
Michelini e degli altripiù famosi tra i suoi scolari
; quelli degli ac-
cademici
Lincei, e gli attidell’Accademia
4
26
del
Cimento
,che
nel loro insieme abbrac- ciano333 volami
,
paionmi
di per sè bastanti a costituireuna
collezione tale di manoscritti,
di cui-
ben poche
biblioteche inEuropa
pos- sono vantare altrettanto.E
per finirla coi manoscritti , diròcome ve ne ha
oltre a100
di greci , altrettanti nelle lingue araba e ebraica ,4500
latini ;che
oltre a
lOmila ammontano
le lettere scrittedi proprio
pugno
o firmate dauomini
illustri.Speciale poi a Firenze è la collezione dei co-
dici musicati; ed è doveroso
che
sia così, per- chè tra noi risorse quell’arte.Ravvivata da Guido Aretino che
la ridusse a scienza ed in-ventò
le note musicali, dal secolo
XI
fino aitempi
diVincenzo
Galilei, padre del
gran
Galileo ,immenso
è ilnumero
dei maestri pratici e dei compositori ; frai qualiandarono
famosi fra i nostri ,Giovanni da
Cascia dettoancor da
Firenze ,Ser
Gheraraello ,un Lo-
renzo ,Donato monaco
benedettino ,Paolo
abate ,Francesco Landini
detto il Cieco,mae-
stro
Andrea
eGiovanni
organisti ,Antonio
Squarcialupi.Dopo
itempi
del Galilei ,van
rammentati
,Girolamo Mei
,Giovambattista Doni
, Iacopo Peri l’ inventore deldramma
inmusica
: quindi è facileimmaginare che non debbano mancare
nella biblioteca codici e li- bri astampa
relativi a quella scienza ; e no- terò fra i manoscrittiun
codicetto di laudi spiritualimusicate da
diversi nel secoloXIV,
altro di ballate , canzoni e canti carnasciale- schi del secolo
XV, un
terzoche
si estende agran
parte del secolo successivo, e
nove
volumi
infine di scritture autografe sullamu-
sica e di composizioni di
Vincenzo
Galilei.Per
rarità di libri e di edizioniva pure famosa
la biblioteca nostra , ed a nessun’ultra seconda.Le
edizioni anteriori al secoloXVI
sono in
numero
di circa3,360
, ed il Fossine ha
pubblicato per lestampe un
catalogo illustrativo indue volumi
in folio :ma
sic-come
il dotto bibliotecario pubblicò il suo lavoro assaitempo prima che
allaMagliabe- chiana
fosse riunita la Palatina , stimonon
inutile di
accennare
alcuna di tali rarità.Della
Divina Commedia
,stampata
dalNeumeister
nel1472,
esistonodue
esemplari,28
e vi è pure la edizione fatta
da Lodovico
e Alberto piemontesi inMilano
nel 1478, detta laNidobeatina
: e questaha
il pregio di avere appartenuto aLodovico
Ariosto, il quale
T ha
arricchita di postille , degli
argomenti
a ogni canto , e viha
lasciata la sua firma acarte 48.Del Decamerone
diGiovanni
Boccaccio pos-sediamo
la rarissima edizione senza data, ap- pellataDeo
gratias , delPetrarca
ilvolume
stampato da Vendelino da
Spira nel 1470. ICommentarii
su Virgilio di Servio , editida Bernardo Cennini
nel1472
, il Terenziopub-
blicato nell’annostesso, lo Svetoniostampato
inRoma
nel 1470, li Scriptoresveteres hìstorìaeaugustae
„ dati in lucè aMilano
coi tipi di Filippoda Lavagna
nel1475
, sono libri tutti stati in proprietà dimesser Agnolo
Poliziano e resi più preziosi dalleinnumerevoli
postilleche
vi lasciò di suamano. Non manca
ilLat-
tanzio diRoma
del1470
;non
gli altri libriimpressi nelle case dei
Massimi
;non
la ra- rissima Bibbia ebraica del1488; non
quella diFust
e Schoeffer deGernsenheym,
edita inMagonza
nel1462
;non
il Missaleche stampò
29
in
Roma Giovanni
d’ Ingolstadt nel1475
;non
la geografia di
Tolomeo
, edizioneveneta
del1486
;non
le QuaestionesTusculanae
delJenson
del1472
,nè
il breviario dello stesso editore del1478; non
ilMonte
santo diDio
dimesser Antonio
Bettinida
Sienache stampò
Niccolò dellaMagna
in Firenze nel1477
;e tutte queste edizioni sono in
pergamena siccome
altreve ne hanno che ascendono
ad oltre 200. Il rationaledivinorum
officiorum diGuglielmo Durand
,
pure
inpergamena non deve
esser dimenticatoperchè
fu ilprimo
libro
stampato con
caratteri mobili aMa- gonza da Giovanni Fust
e PietroHernszheym
nel
1459
;nè va
lasciatosenza menzione T Omero perchè
fu ilprimo
libro edito in linguagreca
a Firenze ,che
devesi allage-
nerosità ed alla dottrina diBernardo
della sto- rica casa dei Nerli.Demetrio
Calcondila curò la edizioneche
fu fatta nel1488
, e molti bibliografi, tra i quali principale il Dibdin,ne
rilevarono la importanza. Il nostroesemplare
è lo stesso
che
il Nerli presentò a Piero diLorenzo
il Magnifico ,siccome ben
lo fanno30
conoscere e le
armi Medicee
delle qualiva
ornato, e le eleganti iniziali miniate.
Venendo
aitempi
posterioriconviene ram- mentare
la collezione degli Elzeviriche
è quasicompleta
in esemplari magnifici; assai ricca è quella degli Aldi ; piena la serie dei testi di lingua
appartenuta
aGaetano
Poggiali diLivorno
, della quale esiste il catalogo astampa
fatto dallo stesso Poggiali.Copiosissima è la raccolta delle tragedie,
drammi
ecommedie
dei secoliXVI
e seguenti, e consta di195 volumi
senza contare lemol-
tissimeche formano volume da
sè ; e le fanno nobil corredo moltissimivolumi ed
opuscoli contenenti sacre rappresentazioni , frottole,
istorie e canzoni appartenenti ai secoli
XV
e
XVI
:siccome
è preziosa la collezione delle Disputationesmedicae inaugurales che
sicom- pone
di106 volumi
, in cui sitrovano
le dis- sertazioni disposte per luogo distampa
o per ordine alfabetico secondo ilnome
deirautore.Non
finireicertamente
sì presto laenu-
merazione
delle raritàche formano
il decoro della nostra biblioteca se tutte volessi esporle;laonde
mi
limito a direche
oltreuna nume-
rosa collezione di portolani e di carte geografi-
che che rimonta
al secoloXVI
, oltreuna
ric- chissima collezione distampe, comprendenti,
colle incisioni di
Andrea Mantegna
e diAl-
bertoDuro, una
serie infinita di ritratti , co-stumi
, feste
, processioni e apparati : vi
ha
tutto
quanto
di raro e di prezioso è statopub-
blicato in questo secolo in fatto di scienze, di arti e di archeologia, specialmente le opere tutte dimolto
costo ; essendopersuaso
ilPrincipe (ed è
dovere
dirammentarlo con
lode)che
inuna
biblioteca qual’era la sua dovesse figurare principalmente quelche non poteva comprare un
privato.E
dirò,concludendo
intorno a questama-
teria ,
che
circa a20mila ascendono
i libri rari , ed a15mila
gli opuscoli dimolta
rarità e digran
pregio : fra i qualimerita
distintamenzione
la collezione di opuscoli riflettenti l’archeologia, la storia e la filologia
messa
insieme dal Millinger, eche
sicompone
di
5mila
libretti.j
32
La
biblioteca Nazionale sta aperta tuttii giorni
delbanno
, tranne i festivi d’intiero precetto , il giovedì grasso e gli ultimidue
giorni del carnevale , il giovedì ed il venerdì santo , il dì14 marzo
ed il dì28
di luglio,
natalizio ed
onomastico
del nostroRe.
L’ora- rio è dalle9
alle5 pomeridiane
dall’aprile a tutto il settembre, negli altrimesi
sichiude
alle ore 4.
A chiunque
è lecito di accedere alla biblioteca, ed i libri siconcedono
senza li-mitazione di
numero,
previadomanda
in scritto soprauna
schedastampata che deve
essere sottoscritta dal richiedente. Se questi poi avesse bisogno di consultare i cataloghi gli è lecito di farlo sotto la sorveglianza delcapo
distributore, il quale è tenuto ad assisterlo nelle sue ricerche. Scritta la
scheda
, il ri- chiedente laconsegna
aduno
dei distributori;il quale, cercati e consegnati i libri
doman-
dati , la passa all’ impiegato
che ha
l’incarico di sorvegliare la sala di lettura ; eda
questo viene trascritta in apposito registro, conser- vata , e restituita poi allo studiosoquando
riconsegna il libro a cui appella.Unica
limitazione alla pubblica lettura è quella dei giornali politici e delleopere
in corso di pubblicazione ,che non
sidanno
finacchè
non
siano involumi
legate ,siccome ancora
si ricusano ai giovanetti i libri frivoli e dannosi alla morale.Lo
studio dei manoscritti, dei libri rari, delle
opere
illustrate e dellestampe
si faad una
tavola separata posta sotto laimmediata
sorveglianza dell’assistente; il qualedeve
re- gistrarli inun
libro speciale a ciò destinato.I professori delle università e degl’ isti- tuti superiori , i
membri
delledue Camere
legislative
,
hanno
diritto di avere i libri a domicilio , a tenore delR.
decreto del dì26 novembre
1869.La consegna
delleopere
richieste si fa ad essimediante
ricevuta ,che
si nota su apposito registro :
ma
sono eccet- tuati dal prestito i manoscritti , le edizioni rare , quelle cioè anteriori allametà
del se- coloXVI
, e ivolumi che fanno
parte diuna
collezione; per le quali cose tutte è necessario
il beneplacito ministeriale.
Nè
sidanno
pure quei libriche
,servendo
di riscontro o dio
34
testo
, sono più
frequentemente
richiesti dagli studiosi.È
poi reciproco l’uso di prestarsi ilibri fra le biblioteche della città per
comodo
degli studiosi
che ne
facciano richiesta, in specie per confronti o studii sui manoscritti :anzi durante le ferie autunnali ,
mentre
lasola Nazionale sta aperta , è
costume
, in specie dellaLaurenziana,
di depositare nellemani
del bibliotecario della nostra quei codici dei quali sia stato cominciato e si voglia proseguire lo studio.La
sala di lettura è sorvegliata continua-mente da due
uscieri ; ed è sottoposta a varie disciplineche meglio potranno
vedersi nelregolamento che
qui si unisce (1);notando che non
vi sono leggi speciali in proposito ,ma
che
tutto è rimesso alla discrezione del suo bibliotecario. Ilnumero
dei lettori inmedia
,
prendendo
a base la statistica del1871,
è di187
al giorno all’ incirca, essendosi ilnumero
totale elevato in quell’anno a
54,758,
cifra(l) Veci. Allegato B.
35
che
press’apoco mantiensi ancora
per l’annoche
corre :che
se nell’anno antecedente sielevò a
197
,deve
ingran
parte riferirsi all’essere tuttora in quell’anno la nostra città la capitale delRegno. La
cifra è rilevante assaiquando
siponga mente che
la nostra bi- bliotecanon
èdipendente da veruna
universi- tà o altro istituto scientifico o letterario,dove
le stesse persone sono costrette
ad
accorrere più volte al giorno, in specie negl’ intervalli tra l’una lezione e l’altra, figurando perciò più volte sopra i registri :ed
infattinon
è su- peratache
dallaNazionale
diNapoli
, città la di cui popolazione ascende a
mezzo
milio- ne, e dalle universitarie di quella città e diTorino.
La
statistica delle opere studiate nel decorso dello stesso1871
,dà 460 per
lescienze sacre
,
2955
per le scienze naturali,1375 per
lematematiche, 532 per
la medicina,2495
pertinenti a giurisprudenzae legislazione,1086
adeconomia,
statisticaedamministrazio-
ne,17,409
concernenti la storia e la biografia,1109
la filosofia e le scienze sociali ,1854
di geografia e di viaggi,193
di tecnologia36
1434
relative alle arti belle ,14,622
alla letteratura e filologia,
342
alla istruzione pubblica,7154
alla poligrafia,1211
di ro-manzi
e novelle,
611
di effemeridi.Ha
la bibliotecauna
vasta sala di letturache misura
metri10 %
in altezza ,29
inlun-ghezza
e14
in larghezza; la quale contienein sè intorno a
27mila
volumi.Le
fanno cor- redo a destradue
sale ,una
delle quali assai vasta , e l’altra più piccola, in cui si
conserva
la più
gran
parte dei manoscritti; dei quali irimanenti stanno in
una
delle quattro stanzeche
fiancheggiano lasala dall’altro lato,mentre
nelle altre stanno le edizioni rare, la libreria religiosa del conte Guicciardini e la residenza del bibliotecario. In tutto questo locale,che
è quello dell’anticaMagliabechiana
, i libri stan-no
depositati inarmadj
più omeno
ornati , e chiusi a chiavecon
sportelli muniti di rete fer- rea o di cristalli. Il restante della libreria sicompone
di57
stanze, repartite in quattro piani; quattro delle quali a terreno
che misu-
rano in altezza metri6 %
, inlunghezza 30
e in larghezza7 %,
sono destinate acontenere
la libreria Palatina.
i
L’assegno annuo
stabilito dalParlamento
alla nostra
Nazionale
nel bilancio della Istru- zione pubblica è di L. 16,306, 67; nel quale sonocomprese
tutte le spese indispensabili albuon andamento
di qualsivoglia dicaste- ro , e le altreche
sono relative all’acquisto dei librinon
stampati in Italia, dei periodici più pregiati dei paesi stranieri
, ed alla lega- tura tanto dei codici ,
come
dei libri e dei giornali.I bisogni della nostra biblioteca sono fatti
ancora maggiori
dalla insufficienza assoluta del personale.Dividesi questo in tre classi : cioè Dire- zione , Distribuzione e Servizio. Il prefetto o bibliotecario,
come
voglia chiamarsi, rappre- senta la biblioteca,ne
ordinae dirige i lavori, sta in giorno delle opere più importantiche
si pubblicano in Italia e all’estero, e secondo
i
mezzi
di cuipuò
disporre ne fa la scelta e l’acquisto. Sta in continuo rapporto coi dotti nazionali e stranieriche frequentano
la bi- blioteca, tiene il carteggio officiale col
Mini-
stero della pubblica istruzione e cogli altri38
quando
lo richieda il servizio ,ha
corrispon-denza pure
colle altre amministrazioni dello stato ,con
i corpi scientifici econ
i dotti d’ogni nazioneche
di frequente si rivolgono alla biblioteca, ed infine sioccupa
dell’ammi- nistrazione. 11 suo stipendio è di lire 4000.Le
attribuzioni degli altri impiegatinon
sono determinate per legge ,ma dipendono onninamente
dalle disposizioni del superiore.Perciò nello stato attuale, il sottobibliotecario, oltre la
supplenza
del prefetto assente oim-
pedito , invigila più direttamente alla esecu- zione dei lavori ordinati, e attende princi-
palmente, come
suo lavoro speciale, a mettere insieme il tanto necessario catalogo a materie,ha
lacura
di preparare i libri per la lega- tura ene
sorveglia l’operazione.Ha
di stipen- dio lire2400.
Il
numero grande
dei manoscrittiche
possiede questa bibliotecaha
resa indispen- sabile lanomina
d’un
paleografo ed erudito, che riunisca neltempo
istesso la cognizione di varie lingue; ed a costui è affidata la conservazione ed illustrazione dei codici e
l’assistenza agli studiosi nelle loro ricerche.
È
retribuitocon annue
lire 1800.i Altroassistente,
che
dev’essere versatissimo nella bibliografia, soprintende allacompila-
zione dei cataloghi, conferiscecon
il bibliote- cario per l’acquisto dei libri e tiene le oppor- tune relazionicon
i librai; registra lecompere
nel libro di
amministrazione
,scheda
ivolumi
se di lingue straniere.
Ma
difficilmente sup- plisce a tanti incarichi, emeglio
direiche
noipuò
,perchè pesa pure
sopra di lui lacon- segna
, registrazione e ritiro dei libriche
si prestano a domicilio , e il continuo
con-
tatto cogli studiosiche
, in
mancanza
di ca- taloghi a materie, ricorrono al suo consiglio ed aiuto.La
suapaga
è di lire 1700.Un
terzo assistenteha
la direzioneim-
portantissima della sala di lettura, ed invigilaperchè
sianoscrupolosamente
osservate le di- scipline in vigore , registrando tutti i libriche
si studiano in biblioteca; ed è facile il ca- pire
che
questo incarica gli assorbe la in- tiera giornata.Ha
lire1550 annue
di sti- pendio.40
Vi
sono poidue
aiuti, ilprimo
dei quali,
rimunerato
con lire1400
, è incaricato di schedare i libriche vengono
alla libreria, e delle altri specialiincombenze che
glivengono
affidate dal superiore.
L’altro aiuto , a cui si
danno annue
li- re1200, ha
la registrazione di tutti i libriche vengono
alla libreria per dono, ossivvero per effetto del decreto del dì30 giugno 1870;
tiene la corrispondenza coi procuratori del
Re,
i quali sono tenuti a
mandare una
odue
volte almese
tutte le pubblicazioni di qualsivogliagenere
che si fanno nei loro distretti; e di piùha
a suo carico la statistica per materie delle lettureche vengono
fatte giorno per giorno in biblioteca.Un
volontarioha T
incaricodi aiutarlo nel suo lavoro , ed a luiincombe
più specialmente di raccogliere, classare e registrare i perio- dici sì nostrali
che
stranieriche
innumero
enorme giungono giornalmente
in biblioteca, ed ancora il riscontro e la registrazione delle opere in corso distampa
che si pubblicano in piùvolumi
o fascicoli.Il copista trascrive sul
gran
catalogo tutte leschede
dei libri stampatiche
glivengono consegnate
;
incombe pure ad
altri ufflcj straor- dinariche
glivengono
dal bibliotecario affi- dati. Il suo stipendio è di lire 1600.Un capo
distributore attende alla conser- vazione dei cataloghi, aiuta li studiosi nelle loro ricerche, invigila
perchè
il servizio di distribuzione sia fattoregolarmente
econ
piena soddisfazione dei ricorrenti: edha
sotto di sè altri sei distributori distinti in tre classi ricompensaticon
lire1300
,1200
e1000
; i quali portano nella sala di lettura e con-segnano
al richiedente le opere desiderate,
dando
la relativascheda
didomanda
all’ispet- tore della sala, e le ricollocano poi nelle re- spettive stanzequando
sono restituite.Tre
sono gl’ inservienti ,con
stipendio di lire850 per
iprimi due
e di800 per
il terzo;ad
essi affidata è lapulizia di tutte le stanzee della suppellettile letteraria, la sorveglianza alla sala di lettura ed il servizio del bibliotecario.
Questa modesta
esposizione presenta lo stato esatto in cui la biblioteca nazionale di6
42
Firenz3 si ritrova , e per il suo materiale e per il suo ordinamento. In
quanto
alprimo
ècertamente,
senon
la più importante, certo anessuna
seconda fra lemaggiori
delRegno:
e per ciò
che concerne
i suoiordinamenti, molto
restada
farsi perchèpoco
si è fatto in passato ; ecertamente
il sottoscritto vi por- terà, senon
la capacità, ilbuon
volere, si-curo di trovare l’appoggio necessario nel
Go- verno
, nel paese e nei suoi colleghi.Luigi Passerini.