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Le dinamiche di mercato del lavoro nel tessile, nel conciario e nel calzaturiero nell Alto Milanese

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26 giugno 2007

Le dinamiche di mercato del lavoro nel tessile, nel conciario e nel calzaturiero nell’Alto Milanese

Periodo 1/1/2004 – 30/6/2006

Questa nota propone una serie di analisi focalizzate sul settore tessile – abbigliamento e sul conciario – calzaturiero, con particolare riferimento alle dinamiche avvenute a livello di mercato del lavoro1 locale, ricostruite utilizzando i dati amministrativi relativi alle comunicazioni di assunzione2 da parte delle imprese dell’Alto Milanese.

I risultati qui presentati sono tratti dalla ricerca svolta da Eurolavoro nell’ambito del Polo Formativo della Moda e dell’Italian Style, il cui obiettivo ultimo era quello di fornire una serie di indicazioni finalizzate a guidare la progettazione di dettaglio dei due corsi di formazione (IFTS) previsti dal Polo stesso.

1 LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEGLI AVVIAMENTI

Il settore tessile, conciario e calzaturiero si caratterizza, nel lasso temporale compreso tra il 2004 ed il primo semestre del 2006, per un flusso complessivo di 3.702 avviamenti, corrispondenti a 3.072 lavoratori che sono stati assunti dalle imprese dell’Alto Milanese. Di questi, in 2.627 casi è stata rilevata una sola movimentazione, mentre per le restanti 445 persone si è avuto un percorso più articolato che, sempre entro il comparto in esame, ha visto il succedersi di diversi rapporti lavorativi.

A livello dinamico, pur con la dovuta cautela con cui va letta una serie storica costituita da dati di natura amministrativa, il biennio 2004-2005 presenta un vistoso calo degli avviamenti, passati dai 1.695 del 2004 ai 1.213 registrati l’anno successivo. Questo ridimensionamento, corrispondente ad alcune delle fasi in cui si manifesta la crisi dell’industria tessile, si contraddistingue per dei tratti piuttosto generalizzati e trasversali a più dimensioni di analisi, quali il sesso, l’età o la nazionalità dei lavoratori e gli altri attributi tipici delle modalità con cui avvengono gli avviamenti.

Nel corso dei primi sei mesi del 2006 gli avviamenti sono stati 794 ed, in analogia con quanto è avvenuto anche durante i due anni precedenti, hanno mantenuto una connotazione di genere abbastanza chiara, contraddistinta da una prevalenza della componente femminile, la cui quota ha toccato il 53,1%, a fronte del 54,8% rilevato nel 2005 e di un rapporto di sostanziale parità che ha caratterizzato il 20043 (50,6% contro il 49,9% per gli uomini).

Per quanto riguarda, poi, le forme contrattuali, sempre a livello aggregato, nel lasso temporale in esame, si osservano alcune regolarità sintetizzabili nella predominanza delle assunzioni a tempo indeterminato, assestate su una quota che si aggira attorno al 40%, seguite da quelle a termine, per le quali si nota, tra il 2004 ed il 2005, un iniziale incremento del peso (passato dal 31,3% al 36,4%) ed un successivo posizionamento su un valore pari al 35,0%.

Il lavoro somministrato (interinale) rappresenta un quinto degli avviamenti, con una flessione durante il 2005 (17,9%), mentre un ruolo decisamente più contenuto ed in ridimensionamento è

1 Questa prospettiva completa quella proposta nel comunicato diffuso il 19 giugno, dove il tessile – abbigliamento ed il conciario – calzaturiero venivano descritti in quanto ai loro caratteri strutturali.

2 I dati che sono stati esaminati sono di fonte OML – Provincia di Milano.

3 In realtà, il dato aggregato media la prevalenza dei maschi tra i più giovani e delle femmine tra la forza lavoro con più di 30 anni. Per ulteriori dettagli si veda oltre.

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quello dei contratti a causa mista, che passano dal 7,5% del 2004 al 5,2% rilevato nel primo semestre del 2006.

Relativamente all’orario di lavoro prevalgono gli avviamenti a tempo pieno, sistematicamente superiori all’85% del totale in ciascuno dei lassi temporali presi in esame. Essi sono, inoltre, caratterizzati da una quota crescente nel corso del tempo, che erode ulteriormente quella delle assunzioni part time. Queste ultime interessano prevalentemente le donne4, con un differenziale che, rispetto alla componente maschile, via via si amplifica (l’incidenza delle lavoratrici a tempo parziale passa dal 52,7% del 2004, al 60,7% nel 2005, fino a giungere al 71,7% nei primi sei mesi del 2006), a fronte di un più equilibrato rapporto dei due sessi negli avviamenti a tempo pieno.

Altre peculiarità, sempre legate all’orario di lavoro, si possono cogliere anche con riferimento alle tipologie contrattuali, alle qualifiche ed al livello di istruzione5. Il part time, infatti, è concentrato nelle forme di lavoro più stabili, è sovrarappresentato nelle professioni legate alle vendite e ai servizi, tra gli operai conduttori di impianti e macchinari, tra il personale non qualificato (solo nel 2004 e nel 2005, mentre nel 2006 interessa vistosamente gli operai specializzati) e tra coloro che sono in possesso dei titoli di studio più bassi.

Considerando le mansioni, tra le assunzioni, prevalgono gli operai, anche se, progressivamente si riduce il peso delle maestranze (dal 74,8% del 2004 al 65,8% del 2005), pur assestandosi nei primi sei mesi del 2006 (66,1%). Sempre a proposito di questa categoria di lavoratori, si osserva una redistribuzione verso professionalità a maggiore specializzazione (diminuisce, in termini relativi, il personale non qualificato e aumenta la componente specializzata), tendenza che, peraltro, trova un’analogia anche con quanto accade per le figure tecniche, il cui peso si amplifica in modo progressivo nel corso del tempo. Crescente, anche se in modo meno vistoso, è il ruolo delle professioni relative alle vendite ed ai servizi con, anche in questo caso, una dinamica piuttosto chiara. Meno definito, invece, è il percorso degli impiegati esecutivi e calano, infine, gli avviamenti di personale non qualificato.

Un ultimo elemento da ricordare, attiene il ruolo della manodopera extracomunitaria, la cui incidenza, pur in ribasso (si passa dal 20,9% del 2004, al 16,4% del 2005, al 15,3% del 2006), è piuttosto rilevante e presenta una forte specializzazione etnica. I cinesi, che nel lasso temporale considerato scendono dai 9,6 punti percentuali del 2004 agli 8,0 del 2006, costituiscono il gruppo di cittadini stranieri in assoluto più consistente e si caratterizzano per il fatto di trovare un’occupazione legata prevalentemente all’industria tessile. Per le altre principali nazionalità, quali Pakistan, Marocco e Albania, gli avviamenti sono concentrati nella concia e nella fabbricazione di calzature.

Come accade per i cinesi, decresce il ruolo anche dei pakistani e dei marocchini, assestandosi su valori pari, rispettivamente, all’1,8% e all’1,4%, mentre relativamente più stabile è la componente albanese, la cui quota oscilla nel tempo tra l’1,2% e l’1,5%.

4 Ciò si verifica, specialmente, per le fasce di età in corrispondenza delle quali sono più intensi i carichi familiari.

5 Per quanto riguarda quest’ultima variabile si abbia l’avvertenza di considerare il dato con molta cautela per via dell’elevato numero di casi in cui manca il dettaglio del titolo di studio del lavoratore.

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3

Variabile Anno

2004 2005 20066

Avviamenti 1.695 1.213 794

Sesso

Maschi 49,4% 45,2% 46,9%

Femmine 50,6% 54,8% 53,1%

Nazionalità

Extracomunitari 20,9% 16,4% 15,3%

UE 15 78,7% 83,0% 83,8%

Altri Paesi UE 0,4% 0,6% 0,9%

Contratto

Apprendistato 5,1% 4,0% 4,7%

Contr. form. e lavoro 1,8% 0,0% 0,0%

Contr. Inserimento e reinserimento 0,6% 1,2% 0,5%

Tempo determinato 31,3% 36,4% 35,0%

Tempo indeterminato 40,4% 40,5% 39,3%

Lavoro interinale (sommin.) 20,8% 17,9% 20,5%

Lavoro intermittente 0,0% 0,1% 0,0%

Orario

Tempo pieno 85,5% 86,2% 88,4%

Tempo parziale 14,5% 13,8% 11,6%

Mansione

Prof. ad elevata spec. 2,0% 3,1% 2,1%

Prof. intermedie (tecnici) 5,8% 10,5% 14,3%

Impiegati esecutivi 13,9% 16,7% 12,5%

Prof. relative a vendite e servizi 3,4% 4,0% 5,1%

Operai specializzati 19,8% 27,3% 30,7%

Operai cond. impianti e macch. 31,1% 20,8% 22,6%

Personale non qualificato 23,9% 17,7% 12,8%

Caratteristiche degli avviamenti nel tessile e nel conciario – calzaturiero. Fonte: OML – Provincia di Milano. Elaborazioni:

Eurolavoro – Osservatorio Socio Economico dell’Alto Milanese.

6 Dato riferito al primo semestre dell’anno.

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2 LA MOBILITÀ TERRITORIALE DEGLI AVVIAMENTI

Una prima ed interessante chiave di lettura che si propone per approfondire i dati presentati nello scorso paragrafo è quella desunta dal confronto tra il comune di residenza del lavoratore e quello in cui, invece, è localizzata l’unità locale presso la quale è entrata in forza la persona. In tal modo, è stato possibile riclassificare le informazioni sugli avviamenti distinguendo tra tre componenti: gli stanziali7, il flusso in ingresso8 e quello in uscita9.

Un carattere che emerge in modo ricorrente ed indipendente rispetto alle singole variabili esaminate è l’elevato grado di autocontenimento della forza lavoro, associato ad un forte differenziale tra i lavoratori in entrata e quelli in uscita, scostamento, quest’ultimo, per il quale si osserva una sistematica maggiore consistenza dei primi rispetto ai secondi.

Ciò si rileva in ciascuno dei tre periodi considerati, con una tendenza che si accentua progressivamente nel corso del tempo: nel 2004 il rapporto tra gli avviamenti in ingresso e quelli in uscita è pari a 2,7, diviene 3,3 un anno dopo, per arrivare, quindi a 3,7 nel primo semestre del 2006.

La componente che, tuttavia, risulta più rilevante, in valore assoluto, è quella stanziale.

Tutto ciò si spiega in ragione della forte specializzazione produttiva dell’Alto Milanese, in cui tanto il tessile quanto la concia e la calzatura sono tipologie di attività economica tuttora rilevanti, nonostante i fenomeni di crisi che, di recente, hanno investito il comparto.

Avviamenti Anno

2004 2005 200610

In entrata 583 494 312 In uscita 219 152 84 Stanziali 1.112 719 482

In entrata / in uscita 2,7 3,3 3,7

Mobilità territoriale degli avviamenti nel tessile e nel conciario - calzaturiero. Fonte: OML – Provincia di Milano. Elaborazioni:

Eurolavoro – Osservatorio Socio Economico dell’Alto Milanese.

Proseguendo nell’analisi, la connotazione di genere emerge in modo trasversale anche considerando la mobilità territoriale degli avviamenti: dal 2005 in poi, la maggioranza degli stessi interessa le lavoratrici, a prescindere dal tipo di spostamento o dalla stanzialità della forza lavoro. Nel 2004, invece, anno in cui appare più equilibrato il rapporto tra i due sessi, è solo la categoria degli stanziali a mostrare una predominanza di donne. Piuttosto bilanciata, invece, è la situazione di coloro che si spostano alla volta di altre aree, mentre in ingresso prevalgono gli uomini.

7 Si tratta della componente per la quale il territorio di residenza e quello di lavoro è circoscritto entro un bacino localizzato (coincidente con la circoscrizione), risultando, pertanto, un indicatore, per quanto da leggere con alcune cautele, della capacità che il sistema produttivo ha di autocontenere i flussi di forza lavoro avviata.

8 Rappresenta il flusso che va a soddisfare quel segmento della domanda di lavoro lasciato scoperto, per varie ragioni (es. perchè non presenta le caratteristiche ricercate dalle imprese, per via di migliori opportunità altrove, in ragione degli andamenti delle aziende del territorio, ecc.), dalla forza lavoro residente.

9 Costituisce il flusso in uscita, dato da coloro che vengono occupati da realtà produttive di beni e servizi esterne rispetto all’area in esame. Le stesse possono essere localizzate all’interno o all’esterno del territorio provinciale, ma gli archivi utilizzati consentono di rilevare solo la prima di queste due casistiche. Il confronto (saldo) tra i flussi nelle due direzioni, quelli in entrata e quelli in uscita, fornisce una misura della capacità netta di attrazione di forza lavoro entro i confini provinciali.

10 Dato riferito al primo semestre dell’anno.

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5 Confrontando i soli movimenti in ingresso ed in uscita, le donne sono sovrarappresentate nel flusso diretto alla volta di altre aree, rispetto alla forza lavoro attratta. Vero è, tuttavia, che anche in questo caso il saldo tra le due direzioni è largamente a favore delle entrate, carattere che, come già ricordato, si nota in modo diffuso.

Esaminando i dati per classi di età, i giovani prevalgono sempre e in tutte e tre le tipologie di movimento e si osserva, poi, una progressiva riduzione dell’incidenza delle varie coorti man mano che cresce l’età del lavoratore.

Relativamente ai flussi in ingresso, nel lasso temporale esaminato, si assiste ad un incremento della quota di avviamenti che hanno interessato il personale con almeno 40 anni, passata dal 23,2%

(2004) al 28,5% (2006), a fronte di una corrispondente riduzione del peso dei più giovani e di un incremento, seppure meno marcato, dell’incidenza del personale di età compresa tra i 30 ed i 39 anni.

Confrontando gli entranti con i flussi in uscita si osserva, inoltre, come questi ultimi riguardano una popolazione mediamente più giovane, mentre nella componente stanziale, prevalgono, eccezion fatta per il 2004, gli over 40 all’interno delle classi di età centrali.

La manodopera extracomunitaria è sovrarappresentata nei movimenti in ingresso. Il differenziale che si osserva tra le quote di questo segmento di forza lavoro nei vari spostamenti è un elemento che si ripropone in ciascuno dei tre periodi esaminati, anche se, dopo i livelli riscontrati nel 2004 (oltre 15 punti percentuali), il divario si riduce notevolmente. La componente comunitaria ha un’incidenza particolarmente alta tra i flussi in uscita e quelli stanziali e, in entrambi i casi, riveste un ruolo assestato su un ordine di grandezza abbastanza simile. Pressochè sempre ininfluente, infine, è il peso dei lavoratori provenienti dai Paesi dell’allargamento (mai superiore al punto percentuale), a prescindere dalla direzione del flusso.

Benchè i dati sui titoli di studio siano, come già ricordato, piuttosto lacunosi, gli avviamenti dei lavoratori provenienti da territori esterni all’Alto Milanese fanno emergere un grado di istruzione relativamente più alto rispetto alle altre due componenti, specie se il termine di paragone sono gli lavoratori stanziali.

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Variabile 2004 2005 200611

entrata In In

uscita Stanziali In

entrata In

uscita Stanziali

entrata In In

uscita Stanziali

Sesso

Maschi 54,4% 50,9% 46,8% 43,5% 42,8% 46,3% 47,8% 45,2% 46,3%

Femmine 45,6% 49,1% 53,2% 56,5% 57,2% 53,7% 52,2% 54,8% 53,7%

Età

15-29 anni 44,4% 50,0% 50,9% 39,1% 45,4% 44,4% 35,6% 44,0% 41,3%

30-39 anni 32,4% 25,0% 27,9% 34,6% 29,6% 27,5% 35,9% 36,9% 28,6%

40 anni e più 23,2% 25,0% 21,2% 26,3% 25,0% 28,1% 28,5% 19,0% 30,1%

Nazionalità

Extracomunitari 31,9% 15,7% 15,1% 18,8% 14,5% 14,8% 19,9% 14,6% 12,4%

UE 15 67,6% 83,8% 84,5% 80,6% 84,9% 84,7% 79,5% 85,4% 86,6%

Altri Paesi UE 0,5% 0,5% 0,4% 0,6% 0,7% 0,6% 0,6% 0,0% 1,0%

Titolo di studio

Fino istr. second. inf. 56,1% 74,8% 74,6% 54,3% 57,8% 73,3% 52,0% 48,1% 75,8%

Istruzione second. sup. 37,1% 25,2% 24,0% 36,2% 39,2% 25,0% 38,7% 40,7% 22,4%

Istruzione terziaria 6,8% 0,0% 1,4% 9,4% 2,9% 1,7% 9,3% 11,1% 1,9%

Caratteri socio demografici degli avviamenti nel tessile e nel conciario – calzaturiero a seconda della direzione dei flussi. Fonte:

OML – Provincia di Milano. Elaborazioni: Eurolavoro – Osservatorio Socio Economico dell’Alto Milanese.

Dei due settori esaminati, il tessile mostra una marcata capacità attrattiva, con una quota dei flussi in ingresso che supera ampiamente e sistematicamente quelli in uscita e dei picchi nel 2004 e nei primi sei mesi del 2006. La concia e la fabbricazione di calzature è sovrarappresentata nei flussi in uscita, anche se, analizzando i saldi, in valore assoluto, si ha sempre un movimento netto in ingresso, pur meno espansivo di quanto non accade per l’industria tessile.

Per quanto riguarda le tipologie contrattuali, il tempo indeterminato caratterizza in modo forte i flussi di forza lavoro attratti dall’esterno, per i quali, in più della metà dei casi, l’avviamento avviene secondo questa modalità. L’incidenza del tempo indeterminato, però, decresce, mostrando un processo di progressiva sostituzione a favore del tempo determinato. Il ruolo di rilievo di questa modalità è un aspetto trasversale a tutti i flussi. Nel 2004 e nel 2005 prevale negli avviamenti in uscita e tra gli stanziali, mentre i primi sei mesi del 2006 presentano un quadro che rappresenta il punto di arrivo di un’evoluzione dai caratteri piuttosto eterogenei. Per i movimenti in ingresso si è avuto un costante incremento della quota dei contratti a termine, gli stanziali hanno vissuto un andamento in cui si è passati dal 33,7% del 2004 al 39,4% del 2005 per, poi, discendere al 35,5%.

Relativamente ai lavoratori in uscita, benchè si tratti di piccoli numeri, dopo il picco del 2005 (42,1%), si è osservata una diminuzione dell’incidenza (26,2%) ed una redistribuzione a favore del lavoro somministrato che, nella prima metà del 2006, pesa per il 46,4% degli avviamenti.

Relativamente ad esso, il suo ricorso caratterizza i lavoratori in uscita e gli stanziali, mentre sembra essere una forma meno usata per i flussi in ingresso, in quanto poco appetibile per il lavoratore rispetto ad altre forme di inserimento.

L’apprendistato, infine, connota prevalentemente la componente stanziale e la maggior quota che si rileva tra i flussi in uscita rispetto a quanto accade per gli ingressi sottende, comunque, un valore assoluto quantificabile in un numero esiguo di casi.

11 Dato riferito al primo semestre dell’anno.

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7 Per quanto riguarda l’orario di lavoro, nonostante la modalità prevalente sia sempre il tempo pieno, la quota più alta di avviamenti part time si ha tra i lavoratori in entrata. Tale percentuale, tuttavia, decresce nel tempo: si passa dal 22,3% del 2004, al 15,8% del 2005, fino a giungere al 13,1% nel 2006.

Con riferimento alle mansioni della forza lavoro si osserva l’attrazione di professionalità ad elevata specializzazione, provenienti per lo più dall’esterno. Oltre ad essere sovrarappresentati tra i movimenti in ingresso, le professioni ad elevata specializzazione e le figure tecniche appaiono superiori, in valore assoluto, sia alla componente stanziale (che mostra una bassa capacità di autocontenimento di questi profili), sia se si confronta il quadro con i movimenti in uscita che, in relazione a queste figure, contano pochi avviamenti.

Simile, esaminando la distribuzione percentuale, è il quadro relativo alle figure impiegatizie (esecutive), anche se la componente stanziale, in alcuni periodi (il 2004 ed il primo semestre del 2006) supera numericamente i flussi di lavoratori attratti dall’area.

Gli addetti alle vendite ed ai servizi sono sottorappresentati tra gli stanziali per i quali, invece, una larga prevalenza degli avviamenti (oltre tre quarti) riguarda figure operaie. Ciò si ha indipendentemente dal grado di qualificazione del lavoratore, anche se il caso più vistoso è quello degli operai specializzati.

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Variabile 2004 2005 200612

entrata In In

uscita Stanziali In

entrata In

uscita Stanziali

entrata In In

uscita Stanziali

Settore

Ind. tessili – abbigliam. 85,2% 70,4% 73,2% 90,7% 87,5% 68,3% 87,2% 70,2% 61,8%

Ind. concia, cuoio, calz. 14,8% 29,6% 26,8% 9,3% 12,5% 31,7% 12,8% 29,8% 38,2%

Contratto

Apprendistato 2,4% 4,2% 6,5% 2,2% 2,6% 5,3% 1,6% 4,8% 6,6%

Contr. reinserimento 0,0% 0,0% 0,0% 0,2% 0,0% 0,0% 0,3% 0,0% 0,0%

Contr. form. e lavoro 0,3% 1,9% 2,6% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0%

Contr. inserimento 1,0% 0,0% 0,4% 1,8% 1,3% 0,6% 1,0% 1,2% 0,0%

Tempo determinato 26,8% 29,6% 33,7% 32,0% 42,1% 39,4% 34,3% 26,2% 35,5%

Tempo indeterminato 57,6% 35,2% 31,4% 54,3% 30,9% 31,0% 51,9% 21,4% 31,1%

Lavoro interinale 11,8% 29,2% 25,4% 9,3% 23,0% 23,8% 10,9% 46,4% 26,8%

Lavoro intermittente 0,0% 0,0% 0,0% 0,2% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0%

Orario

Tempo pieno 77,7% 89,4% 89,7% 84,2% 88,2% 87,5% 86,9% 89,3% 89,4%

Tempo parziale 22,3% 10,6% 10,3% 15,8% 11,8% 12,5% 13,1% 10,7% 10,6%

Mansione

Prof. ad elevata spec. 3,9% 1,0% 1,0% 4,9% 2,6% 1,9% 3,9% 4,9% 0,9%

Prof. intermedie 9,0% 6,5% 4,1% 16,1% 12,6% 6,5% 27,0% 9,8% 5,8%

Impiegati esecutivi 17,8% 14,5% 11,9% 22,2% 19,2% 12,8% 13,0% 17,1% 12,1%

Prof. vendite e servizi 4,9% 4,5% 2,5% 5,1% 14,6% 3,2% 7,8% 4,9% 3,2%

Operai specializzati 13,6% 16,5% 23,1% 17,1% 22,5% 34,5% 20,2% 34,1% 37,7%

Operai cond. impianti 27,3% 33,0% 33,1% 18,5% 12,6% 22,4% 18,2% 14,6% 25,4%

Personale non qualif. 23,5% 24,0% 24,2% 16,3% 15,9% 18,8% 9,8% 14,6% 14,9%

Caratteristiche lavorative degli avviamenti nel tessile e nel conciario – calzaturiero a seconda della direzione dei flussi. Fonte: OML – Provincia di Milano. Elaborazioni: Eurolavoro – Osservatorio Socio Economico dell’Alto Milanese.

12 Dato riferito al primo semestre dell’anno.

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9

3 ALCUNE DIFFERENZE IN BASE ALLE CLASSI DI ETÀ DEI LAVORATORI

Una prospettiva particolarmente importante nelle analisi di mercato del lavoro è, indubbiamente, quella che distingue la caratterizzazione delle assunzioni sulla base dell’età dei lavoratori, data l’esistenza di una serie di caratteri correlati a tale variabile. A tal riguardo, questo lavoro ha considerato tre fasce: i lavoratori tra i 15 ed i 29 anni, la classe 30-39 anni e chi ha almeno 40 anni.

La prima categoria rappresenta il gruppo più rilevante in ciascuno dei periodi considerati, benchè, nel corso del tempo, abbia mostrato un’incidenza progressivamente decrescente, controbilanciata da una tendenza di segno opposto che, invece, ha contraddistinto la forza lavoro più matura. I giovani, che, nel 2004, rappresentavano poco meno della metà degli avviamenti (825, pari al 48,7%), sono scesi al 42,2% nel 2005 (512 avviamenti), per arrivare al 39,0% del primo semestre del 2006 (310 avviamenti). Negli stessi anni, le quote relative al personale over 40 passano dal 21,9%, al 27,4%, fino a toccare il 29,5% delle assunzioni.

Relativamente più stabile, invece, è il peso della coorte intermedia, che oscilla tra il 29,4% del 2004 ed il 31,5% dei primi sei mesi del 2006, guadagnando, nel lasso temporale considerato, poco più di due punti percentuali.

Classi di età Anno

2004 2005 200613

15-29 anni 825 512 310

30-39 anni 499 369 250

40 anni e più 371 332 234

Totale 1.695 1.213 794

15-29 anni 48,7% 42,2% 39,0%

30-39 anni 29,4% 30,4% 31,5%

40 anni e più 21,9% 27,4% 29,5%

Totale 100,0% 100,0% 100,0%

Avviamenti al lavoro nel tessile e nella concia – calzature per classi di età del lavoratore. Fonte: OML – Provincia di Milano.

Elaborazioni: Eurolavoro – Osservatorio Socio Economico dell’Alto Milanese.

Pur essendo di fronte ad una filiera – quella del tessile, del conciario e del calzaturiero – in cui le femmine rappresentano la componente più rilevante, entrando più nel dettaglio dell’analisi, si possono cogliere alcune differenze per le varie classi di età considerate. Si può, infatti, agevolmente osservare, in via generale, una relativamente maggiore presenza dei maschi tra le classi più estreme – i giovani fino ai 19 anni ed i lavoratori con 55 anni e più – ed una sovrarappresentazione delle donne nelle altre fasce, pur con alcune differenze nei due anni e mezzo che formano l’orizzonte temporale indagato.

Nel 2004, a fronte di un’incidenza abbastanza simile dei due sessi per le coorti 25-29 anni e 45-54 anni, in quelle centrali il differenziale di genere cresce progressivamente con l’età a favore delle donne, passando da poco più di un punto percentuale per il segmento 30-34 anni ai 2,9 punti percentuali che differenziano coloro che hanno tra i 40 ed i 44 anni.

13 Dato riferito al primo semestre dell’anno.

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Il 2005 è l’anno in cui la situazione appare più bilanciata14, mentre il primo semestre del 2006 si caratterizza per una distribuzione delle donne tra i più giovani (tra i 20 ed i 34 anni), e degli uomini al di sopra dei 40 anni, a fronte di un sostanziale equilibrio per coloro che hanno un’età compresa tra i 35 ed i 39 anni, in cui l’incidenza dei maschi (17,2%), in buona sostanza, eguaglia quella delle femmine (17,1%).

Relativamente alla nazionalità di origine del lavoratore, l’elemento principale da segnalare è la sovrarappresentazione degli avviamenti che hanno interessato la manodopera extracomunitaria nella classe 30-39 anni, anche se con un andamento caratterizzato da un peso via via decrescente (si passa dal 28,7% del 2004 al 18,0% del 2006). Minore è l’incidenza di questa categoria nei giovani e, soprattutto, tra i lavoratori più maturi, a fronte di un ruolo più rilevante di coloro che sono originari dai Paesi dell’UE a 15.

Per quanto gli elementi che è stato possibile ricostruire circa i titoli di studio siano piuttosto limitati, si conferma, trasversalmente, la predominanza di coloro che sono in possesso della sola istruzione secondaria inferiore, con dei picchi particolarmente alti nel caso degli over 40.

Gli avviamenti dei lavoratori con un’istruzione terziaria riguardano per lo più le persone al di sotto dei 40 anni. Per i diplomati, poi, si osserva una relazione inversa con l’età ancora più evidente: se nel caso dei lavoratori fino ai 29 anni l’istruzione secondaria superiore ha un peso particolarmente rilevante, oltre un terzo del totale, tale percentuale si riduce progressivamente all’aumentare dell’età.

Variabile 2004 2005 200615

15-29

anni 30-39

anni 40 anni

e più 15-29

anni 30-39

anni 40 anni

e più 15-29

anni 30-39

anni 40 anni e più

Genere

Maschi 52,1% 47,1% 46,4% 47,5% 43,9% 43,1% 46,5% 44,0% 50,4%

Femmine 47,9% 52,9% 53,6% 52,5% 56,1% 56,9% 53,5% 56,0% 49,6%

Nazionalità

Extracomunitari 20,5% 28,7% 11,3% 16,2% 20,1% 12,7% 17,9% 18,0% 9,1%

UE 15 78,9% 71,1% 88,4% 83,2% 79,1% 87,0% 80,5% 82,0% 90,0%

Altri Paesi UE 0,6% 0,2% 0,3% 0,6% 0,8% 0,3% 1,6% 0,0% 0,9%

Titolo di studio

Fino istr. secondaria inf. 60,0% 76,4% 89,1% 60,1% 67,4% 86,5% 61,7% 75,0% 80,0%

Istruzione secondaria sup. 37,6% 19,3% 10,4% 35,5% 29,0% 12,4% 33,8% 20,3% 20,0%

Istruzione terziaria 2,3% 4,3% 0,5% 4,4% 3,6% 1,1% 4,5% 4,7% 0,0%

Caratteri socio demografici degli avviamenti nel tessile e nel conciario – calzaturiero per classi di età. Fonte: OML – Provincia di Milano. Elaborazioni: Eurolavoro – Osservatorio Socio Economico dell’Alto Milanese.

14 Salvo le classi di età estreme, l’unica per la quale si osserva una sostanziale differenza è la coorte 40-45 anni, in cui il peso degli avviamenti maschili, pari al 9,3%, è marcatamente inferiore rispetto a quanto accade per le donne (13,8%).

15 Dato riferito al primo semestre dell’anno.

(11)

11 Ulteriori differenze emergono considerando le caratteristiche dell’attività lavorativa della persona.

Un primo insieme di elementi da segnalare riguarda la tipologia contrattuale con la quale avviene l’avviamento.

Il tempo indeterminato presenta un significativo differenziale tra i più giovani, in cui tale modalità ha un peso sempre al di sotto del 30%, e le altre fasce, per le quali, invece, si arriva ad un’incidenza di poco inferiore alla metà degli avviamenti, pur con una certa sovrarappresentazione (eccezion fatta per il 2006) per la classe 30-39 anni rispetto a coloro che hanno superato i 40 anni.

Mantenendo l’attenzione su quest’ultima categoria, si evince la particolare rilevanza dei contratti a tempo determinato, la cui quota, in via generale, mostra un andamento crescente all’aumentare dell’età della persona. Il lavoro somministrato (interinale) rappresenta una modalità particolarmente diffusa tra i più giovani e vede un utilizzo sensibilmente inferiore negli altri casi, per i quali, comunque, non si manifesta una tendenza univoca nel tempo. I contratti a causa mista, infine, interessano pressochè esclusivamente i più giovani, assumendo un peso che oscilla dal 12,1% del 2005 al 14,7% dell’anno precedente. Tra di essi prevale largamente l’apprendistato che, da solo, conta circa un decimo degli avviamenti.

Per quanto riguarda l’orario di lavoro, come già anticipato, prevale nettamente l’impegno a tempo pieno, mentre il part time rappresenta una modalità ancora relativamente poco utilizzata e caratterizzata da alcune differenze tra le varie classi di età.

I più giovani sono il segmento per il quale questa modalità di lavoro incide mediamente di meno e presenta una quota che via via si riduce con il passare del tempo. Rispetto al totale degli avviamenti si scende, infatti, dal 13,0% del 2004, all’8,1% dei primi sei mesi del 2006.

Di contro, la classe 30-39 è quella per la quale si osserva l’uso più frequente di contratti che prevedono un orario ridotto, probabilmente in relazione al fatto che a questa categoria appartengono, solitamente, le donne in reingresso dopo la maternità. Due sono i momenti in cui il ricorso a tale forma di lavoro è particolarmente elevato: il 2004 (20,2%) ed il primo semestre del 2006 (16,0%).

Per quanto riguarda, infine, la fascia di lavoratori più matura, si può notare una serie di andamenti il cui effetto è, innanzi tutto, quello di una crescita della quota del part time nel biennio 2004-2005 (si passa dal 10,0% al 15,4%), per, poi, tornare, ad un ordine di grandezza simile a quello che aveva contraddistinto il primo dei tre anni considerati (11,5%).

Una serie di altre differenze riguardano, poi, la mansione per la quale la persona è stata assunta, variabile anch’essa caratterizzata da alcune peculiarità legate all’età del lavoratore.

Il personale al di sotto dei 30 anni si caratterizza per una marcata sovrarappresentazione della componente impiegatizia legata, per lo più, a compiti di natura esecutiva. Per quanto riguarda le figure operaie, partendo da un quadro del tutto simile a quello della coorte 30-39 anni16, si assiste ad un trend delle assunzioni sempre più orientato verso figure specializzate, il cui peso passa, nel giro di due anni e mezzo, dal 18,0% (2004) al 32,3%% (2006). Di contro, cala il peso delle professioni semiqualificate e di quelle non qualificate. Queste ultime continuano a rivestire un certo rilievo e, anche se in ridimensionamento, si mantengono relativamente più presenti rispetto a quanto non accada, invece, per le altre classi di età esaminate. Sottorappresentate sono anche le professioni intellettuali ed i tecnici.

Questi caratterizzano, principalmente, le classi di età centrali, per le quali si può, comunque, cogliere una domanda orientata verso profili sempre più specializzati, anche per quanto riguarda le maestranze. In linea con la media sono le professioni legate alle vendite ed ai servizi.

Gli avviamenti dei lavoratori più anziani, invece, sono quelli per i quali si osservano le quote più elevate di personale ad elevata specializzazione (attorno al 4% del totale), ed una rilevante quota di

16 Nel corso del 2004, per i giovani, gli avviamenti di operai specializzati ricoprivano un peso pari al 18,0%, quelli di conduttori di impianti e macchinari rappresentavano il 32,2% del totale, mentre il personale non qualificato aveva un ruolo, in termini relativi, quantificabile in una quota uguale al 24,1%. Queste stesse categorie, per la fascia di età centrale, rappresentano, rispettivamente, il 18,4%, il 32,4% ed il 24,6%.

(12)

tecnici, pur in presenza di un differenziale di alcuni punti percentuali, specie dal 2005 in poi, rispetto alla classe 30-39 anni. Sovrarappresentati sono anche gli operai specializzati, mentre, il personale non qualificato costituisce la categoria la cui incidenza è relativamente più bassa se si confronta il dato con ciò che accade per le altre fasce di forza lavoro esaminata.

Variabile 2004 2005 200617

15-29

anni 30-39

anni 40 anni

e più 15-29

anni 30-39

anni 40 anni

e più 15-29

anni 30-39

anni 40 anni e più

Settore

Ind. tessili – abbigliam. 79,8% 76,6% 73,0% 79,1% 83,2% 68,4% 70,0% 77,6% 67,9%

Ind. concia, cuoio, calz. 20,2% 23,4% 27,0% 20,9% 16,8% 31,6% 30,0% 22,4% 32,1%

Contratto

Apprendistato 10,4% 0,0% 0,0% 9,6% 0,0% 0,0% 11,9% 0,0% 0,0%

Contr. reinserimento 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,3% 0,3% 0,0% 0,0%

Contr. form. e lavoro 3,2% 1,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0%

Contr. inserimento 1,1% 0,2% 0,0% 2,5% 0,0% 0,0% 0,6% 0,0% 0,4%

Tempo determinato 27,8% 32,9% 37,2% 33,6% 35,2% 41,9% 31,0% 35,2% 40,2%

Tempo indeterminato 28,4% 53,5% 49,6% 29,5% 48,8% 48,2% 26,1% 47,2% 48,3%

Lavoro interinale 29,2% 12,4% 13,2% 24,6% 16,0% 9,6% 30,0% 17,6% 11,1%

Lavoro intermittente 0,0% 0,0% 0,0% 0,2% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0%

Orario

Tempo pieno 87,0% 79,8% 90,0% 87,9% 85,1% 84,6% 91,9% 84,0% 88,5%

Tempo parziale 13,0% 20,2% 10,0% 12,1% 14,9% 15,4% 8,1% 16,0% 11,5%

Mansione

Prof. ad elevata spec. 0,6% 2,5% 4,4% 1,2% 4,7% 4,3% 0,3% 2,5% 3,9%

Prof. intermedie 4,9% 6,8% 6,6% 8,1% 13,3% 10,9% 10,7% 17,4% 15,7%

Impiegati esecutivi 17,4% 11,7% 9,6% 24,0% 15,0% 7,6% 16,0% 12,0% 8,3%

Prof. vendite e servizi 2,8% 3,7% 4,1% 3,6% 3,9% 4,6% 6,3% 5,0% 3,5%

Operai specializzati 18,0% 18,4% 25,5% 25,0% 24,2% 34,0% 32,3% 25,2% 34,5%

Operai cond. impianti 32,2% 32,4% 27,2% 19,0% 21,1% 23,1% 18,3% 25,2% 25,3%

Personale non qualif. 24,1% 24,6% 22,5% 19,2% 17,8% 15,5% 16,0% 12,8% 8,7%

Caratteristiche lavorative degli avviamenti nel tessile e nel conciario – calzaturiero per classi di età. Fonte: OML – Provincia di Milano. Elaborazioni: Eurolavoro – Osservatorio Socio Economico dell’Alto Milanese.

17 Dato riferito al primo semestre dell’anno.

(13)

13

4 LE MANSIONI CHE HANNO CARATTERIZZATO GLI AVVIAMENTI

Approfondendo ora l’analisi degli avviamenti per qualifica professionale, si possono dettagliare ulteriormente i caratteri generali già presentati, intendendo meglio comprendere quali figure professionali siano andate a caratterizzare ciascuna delle mansioni considerate.

Le professioni ad elevata specializzazione costituiscono il gruppo numericamente meno consistente e meno peculiare per quanto riguarda la forza lavoro più giovane. Ne è prova che, nei due anni e mezzo che costituiscono l’orizzonte temporale di riferimento, gli avviamenti di questi profili sono stati 86 (su un totale di circa 3,7 mila avviamenti), di cui appena 12 hanno interessato persone al di sotto dei 30 anni.

In via generale, le assunzioni hanno riguardato per lo più figure attinenti compiti di natura gestionale, rispetto a quanto è accaduto per le professioni connesse con gli incarichi dirigenziali, relativamente più caratteristiche della componente matura.

I tecnici hanno rappresentato, in tutto, 329 avviamenti e si contraddistinguono per essere una delle poche categorie per la quale si sia potuto cogliere una certa dinamica ascendente. Nel biennio 2004- 2005 si è passati, infatti, da 95 a 124 avviamenti e anche il dato relativo al 2006, pur riferito ad un solo semestre (110 avviamenti) farebbe ipotizzare la prosecuzione di questo andamento espansivo.

Due sono le componenti principali: le professioni relative all’amministrazione, alle attività finanziarie e commerciali, che a prescindere dall’età del lavoratore, rappresentano l’aggregato più numeroso, e le professioni tecniche nelle scienze fisiche, naturali e nell’ingegneria, relativamente meno rappresentate rispetto alle precedenti in ciascuno dei periodi esaminati.

Nel primo caso prevalgono in modo abbastanza trasversale le funzioni legate all’amministrazione ed alla contabilità a fronte di un ruolo decisamente più contenuto per quanto riguarda i tecnici dei rapporti con i mercati e quelli legati alla distribuzione commerciale.

Nel secondo, invece, si osserva una differenziazione caratterizzata da una sovrarappresentazione degli ingegneri tra la forza lavoro con più di 30 anni e dei tecnici delle scienze quantitative, fisiche e chimiche tra i più giovani. Va, tuttavia, precisato che i dati riguardano una grandezza la cui consistenza numerica è piuttosto limitata e, pertanto, non consente di formulare alcuna ipotesi interpretativa.

Gli avviamenti per posizioni impiegatizie di tipo esecutivo sono stati 228 nel 2004, 198 l’anno successivo e 96 nei primi sei mesi dello scorso anno.

Come già osservato anche per altre figure professionali il fattore età differenzia in modo abbastanza marcato il peso complessivo di tali mansioni, mentre più trasversale appare la prevalenza di personale addetto a funzioni di segreteria e di quello i cui compiti riguardano la gestione di stock e di magazzini. Queste ultime posizioni hanno un’incidenza compresa tra i 4 ed i 5 punti percentuali per i lavoratori al di sotto dei 30 anni (5,5% nel 2004, 5,2% nel 2005 e 4,0% nel primo semestre del 2006) a fronte di quote più contenute e sempre al di sotto dei 3 punti percentuali per le altre classi di età, per le quali, al di là del valore in termini relativi, il numero di questi avviamenti è limitato. Il personale di segreteria e gli operatori su macchine di ufficio ha una quota, per i più giovani inferiore e di poco superiore al 3%, fatta eccezione solo per il 2005 (5,8%). Considerando, invece, le altre coorti, non si osservano significative differenze nel peso di queste due tipologie di professioni tra gli avviamenti di coloro che hanno tra i 30 ed i 39 anni, mentre, nella componente più matura, si alternano gli anni in cui prevalgono gli addetti alla gestione di stock (il 2004 ed il 2006) rispetto al periodo in cui, invece rivestono un ruolo preponderante le figure segretariali.

Il personale con funzioni in campo amministrativo, gestionale e finanziario ha un peso che si aggira attorno al punto percentuale, mentre più variabile è il peso degli impiegati a contatto diretto con il pubblico (relativamente più presenti tra gli under 30) il cui ruolo, in valore assoluto è, comunque, esiguo.

(14)

Le professioni relative alle vendite ed ai servizi, dopo le professioni ad elevata specializzazione, rappresentano le qualifiche per le quali gli avviamenti sono stati meno numerosi, anche se, in termini dinamici, hanno vissuto un progressivo incremento della propria quota, passata dal 3,4% del 2004 al 5,1% del 2006. In questo caso la prevalenza degli avviamenti riguarda lo svolgimento di compiti nell’ambito di attività di tipo commerciale e, in via generale, le differenze che emergono in ciascuno degli anni considerati non sembrerebbero legate in modo chiaro all’età del lavoratore. Nel corso del 2004 si osserva una distinzione tra i più giovani (2,8%) e le classi di età più mature (3,7%

per coloro che hanno tra i 30 ed i 39 anni e 4,1% per chi ha almeno 40 anni). L’anno successivo, le differenze sono comprese entro un intervallo pari a 1 punto percentuale (si va dal 3,6% per la coorte 15-29 anni, al 4,6% che caratterizza i lavoratori più maturi), mentre nei primi sei mesi del 2006 l’incidenza è pari al 6,3% per i più giovani, al 5,0% per la classe intermedia e al 3,5% per quella più anziana.

Passando all’esame delle figure operaie, le professionalità specializzate mostrano, innanzi tutto, una certa tenuta nel corso del tempo, testimoniata da una sostanziale stabilità del flusso di avviamenti registrato nel biennio 2004-2005 (a fronte dei 324 avviamenti del 2004, l’anno dopo ne sono stati rilevati 323), seguito da altre 237 movimentazioni che hanno contraddistinto la prima metà del 2006. Tutto ciò ha avuto l’effetto di incrementare in modo sensibile la quota di assunzioni che hanno avuto ad oggetto queste qualifiche. Se, poi, si considera il dato congiuntamente con quanto osservato a proposito delle figure tecniche si possono notare, pur con le dovute cautele, alcuni segnali che farebbero supporre una sorta di riorganizzazione delle aziende del settore, che interesserebbe anche la strategia di gestione delle risorse umane, più incentrata su quelle figure a maggiore contenuto di professionalità. In realtà, tracciare un quadro univoco non è affatto agevole, in quanto questo dato andrebbe considerato unitamente con quello relativo alle cessazioni al fine di valutare gli effetti che tutto ciò ha sulla composizione della manodopera. In ogni caso, il fatto che le figure a maggiore contenuto professionale mostrino una certa tenuta, se non, addirittura, una crescita, è indicativa di un processo in corso, in cui potrebbe emergere una qualche forma di riposizionamento da parte delle principali imprese del settore, che parrebbero focalizzarsi sui profili critici per la propria attività, accanto allo sviluppo di altre funzioni.

Al di là di quelle che possono essere le mansioni accessorie, le assunzioni di operai specializzati riguardano prevalentemente quei profili più direttamente incentrati sul processo produttivo e, in particolar modo, tessitori e maglieristi, sarti, tagliatori e modellisti, biancheristi, ricamatori a mano ed assimilati, per quanto riguarda l’industria tessile. Nel caso della lavorazione del cuoio delle pelli e delle calzature prevalgono, invece, gli avviamenti di figure legate alla concia ed alla fabbricazione di calzature mentre, i valigiai, i borsettieri ed affini non sembrano professionalità particolarmente significative, a conferma della vocazione produttiva del territorio.

Incentrate prevalentemente sul processo produttivo sono anche le assunzioni di operai conduttori di impianti e di macchinari, il cui ruolo appare decisivo per ciascuna delle tre classi di età considerate.

Eccezion fatta per il 2004, anno durante il quale queste mansioni rappresentano circa il 30% del totale (da questo valore si discostano gli over 40, per i quali la quota è pari al 26,6%), in via generale si osserva una situazione abbastanza simile per gli avviamenti di personale con almeno 30 anni, pur con una sovrarappresentazione della componente più matura, e distinta rispetto ai più giovani.

Le professioni non qualificate, infine, rappresentano una categoria in ridimensionamento per ciascuna delle classi di età esaminate.

(15)

15

5 GLI AVVIAMENTI MULTIPLI ED I PERCORSI RILEVATI TRA IL 1/1/2004 ED IL 30/6/2006

18

La presenza di avviamenti plurimi19 avvenuti all’interno del tessile – abbigliamento, del conciario e del calzaturiero sono sistematicamente superiori ad un quarto dei casi esaminati, risultando 481 (28,4%) nel 2004, 373 (30,8%) nel 2005 e 221 (27,8%) nel primo semestre del 2006.

Questi riguardano prevalentemente la componente femminile, la cui maggiore incidenza rispetto alla media subisce delle fasi nelle quali i differenziali di genere presentano una diversa entità. Nel 2004, la quota di donne tra chi ha avuto più avviamenti è uguale al 53,4%, a fronte di un peso pari al 49,5% tra i lavoratori avviati una volta sola. L’anno successivo la differenza è stata ancora più marcata (63,8% contro il 50,8%), mentre, nei primi sei mesi del 2006, gli scarti si sono invertiti e si sono limitati a poco meno di un punto percentuale.

Ancora più netta è la caratterizzazione se si analizzano i dati classi di età. Se, da una parte, nel caso dei lavoratori avviati una sola volta si osserva una relativa equidistribuzione delle tre coorti, dall’altra, esaminando gli avviamenti multipli si coglie una marcata concentrazione della componente più giovane (15-29 anni), la cui incidenza è stata il 53,4% nel 2004, il 47,2% nel 2005 ed il 48,4% nel 2006. Le altre fasce, invece, pur a fronte di un incremento del loro peso (mantenutosi, comunque, sempre nell’ordine di pochi punti percentuali), confermano la relazione inversa tra il numero medio di avviamenti per ciascun lavoratore avviato e la sua età.

Considerando, poi, la nazionalità, la manodopera extracomunitaria risulta relativamente sovrarappresentata tra coloro che hanno avuto un’unica movimentazione elemento, peraltro, non peculiare del settore ma più trasversale e spiegabile alla luce dei vincoli connessi all’ottenimento del permesso di soggiorno.

Per quanto riguarda i titoli di studio, le differenze più rilevanti sono costituite dalle quote relativamente più alte che si rilevano per i diplomati negli avviamenti plurimi, in particolare nel 2004, e la maggiore presenza di laureati nell’altra categoria.

A livello settoriale la concia e la fabbricazione delle calzature mostrano un peso sistematicamente più elevato tra gli avviamenti multipli rispetto alla corrispondente quota ricoperta nelle situazioni in cui vi è stata un’unica movimentazione. Inoltre, la successione di diversi rapporti lavorativi parrebbe essere una tendenza che si accentua nel corso del tempo: nel biennio 2004-2005 si è passati dal 23,1% al 24,1%, per, poi, toccare il 36,7% nei primi sei mesi dello scorso anno.

Per quanto riguarda le tipologie contrattuali, le differenze più vistose (ma attese) stanno nel peso del lavoro somministrato, da tre a quattro volte più diffuso nel caso degli avviamenti multipli, e nel più frequente uso, sempre in questa casistica, del tempo determinato, per il quale si è osservato un differenziale che si è via via amplificato, arrivando a quasi otto punti percentuali a giugno del 2006.

Laddove si è avuto un unico avviamento, invece, oltre tre quarti delle assunzioni sono avvenute a tempo indeterminato o a tempo determinato. La prima modalità è quella prevalente e riveste un peso che oscilla tra il 48,9% del 2004 ed il 45,9% dell’ultimo lasso temporale esaminato, mentre ha un peso che si aggira attorno ad un quinto del totale per gli avviamenti plurimi. La seconda, invece, mostra un’incidenza che è passata dal 30,9% (2004) al 32,8%, transitando dal 34,4% del 2005.

Circa un decimo degli avviamenti singoli (11%) è avvenuto ricorrendo all’interinale, quota che si eleva al 15,2% nei primi sei mesi del 2006. Per quanto riguarda, infine, i contratti a contenuto

18 Due sono gli interrogativi a cui si è tentato di dare una risposta. Da un lato, ci si è chiesto se vi fossero delle peculiarità che differenziano chi è stato avviato una sola volta da chi lo è stato più volte. D’altro canto, per questi ultimi lavoratori si è inteso analizzare i percorsi lavorativi in ottica longitudinale. In buona sostanza, focalizzando l’attenzione sulla singola persona, la si è seguita nella sua storia professionale che risulta dagli avviamenti intervenuti nel lasso temporale compreso tra il mese di gennaio del 2004 e la fine di giugno del 2006.

19 Dal momento che i dati a disposizione riguardano solo l’ambito settoriale di interesse, va precisato che in questo paragrafo si considerano solo gli avviamenti multipli avvenuti all’interno del comparto in esame (intrasettoriali), ma non quelli intersettoriali.

(16)

formativo si evince una sovrarappresentazione per chi ha un solo avviamento rispetto a quanto accade nel caso degli avviamenti plurimi, dove hanno un peso pari a circa la metà.

Considerando le mansioni, le professioni ad elevata specializzazione ed i tecnici sono più rappresentati tra chi è avviato una sola volta. Relativamente agli impiegati esecutivi, a parte il 2004, anno in cui l’incidenza sugli avviamenti presenta una differenza abbastanza significativa (3,5 punti percentuali) tra chi ha un solo avviamento (13,0%) e chi è avviato più volte (16,5%), negli altri due periodi considerati si osserva un peso pressochè simile, che segue una dinamica conclusasi con un abbassamento della quota (si passa da valori attorno al 16% a percentuali che si assestano, in entrambi i casi, attorno al 12%).

Le professioni relative alle vendite ed ai servizi hanno un’incidenza maggiore tra gli avviamenti multipli, così come gli operai specializzati (salvo il 2004, quando la differenza è insignificante) e la manodopera non qualificata, la cui quota si riduce, però, nel tempo.

Gli operai conduttori di impianti e macchinari, invece, sono relativamente più rappresentati tra chi ha un solo avviamento, per lo meno fino al 2005, per, poi, presentare, nei primi sei mesi dell’anno successivo, un peso lievemente maggiore tra gli avviamenti multipli (23,4%) rispetto ai lavoratori avviati una sola volta (22,3%).

(17)

17

Variabile 2004 2005 200620

Un solo

avviam. Più

avviam. Un solo

avviam. Più

avviam. Un solo

avviam. Più avviam.

Genere

Maschi 50,5% 46,6% 49,2% 36,2% 46,6% 47,5%

Femmine 49,5% 53,4% 50,8% 63,8% 53,4% 52,5%

Classi di età21

15-29 anni 37,6% 53,4% 34,8% 47,2% 35,1% 48,4%

30-39 anni 33,2% 24,3% 33,9% 26,0% 31,9% 26,2%

40 anni e più 29,2% 22,2% 31,3% 26,8% 33,0% 25,3%

Nazionalità

Extracomunitari 22,4% 17,0% 17,4% 14,2% 16,1% 13,2%

UE 15 77,2% 82,5% 81,9% 85,5% 82,6% 86,8%

Altri Paesi UE 0,4% 0,4% 0,7% 0,3% 1,2% 0,0%

Settore

Ind. tessili e abbigliamento 77,5% 76,9% 78,1% 75,9% 75,0% 63,3%

Ind. conciarie, cuoio, calz. 22,5% 23,1% 21,9% 24,1% 25,0% 36,7%

Tipologia contrattuale

Apprendistato 5,8% 3,3% 4,5% 2,9% 5,4% 2,7%

Contr. reinserimento (ord.) 0,0% 0,0% 0,1% 0,0% 0,2% 0,0%

Contr. form. e lavoro 2,2% 0,8% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0%

Contr. inserimento 0,8% 0,0% 1,4% 0,3% 0,5% 0,0%

Tempo determinato 30,9% 32,4% 34,4% 40,8% 32,8% 40,7%

Tempo indeterminato 48,9% 18,9% 48,5% 22,5% 45,9% 22,2%

Lavoro interinale (sommin.) 11,4% 44,5% 11,1% 33,2% 15,2% 34,4%

Lavoro intermittente 0,0% 0,0% 0,0% 0,3% 0,0% 0,0%

Orario di lavoro

Tempo pieno 84,7% 87,7% 85,1% 88,5% 88,8% 87,3%

Tempo parziale 15,3% 12,3% 14,9% 11,5% 11,2% 12,7%

Qualifica

Prof. ad elevata spec. 2,6% 0,5% 3,8% 1,7% 2,8% 0,0%

Prof. intermedie (tecnici) 6,1% 5,0% 12,1% 6,7% 16,4% 8,3%

Impiegati esecutivi 13,0% 16,5% 16,8% 16,4% 12,5% 12,2%

Prof. relative a vendite e servizi 2,8% 5,0% 3,6% 4,7% 4,6% 6,3%

Operai specializzati 19,8% 19,9% 24,9% 32,6% 29,2% 35,1%

Operai cond. impianti e macch. 32,6% 27,1% 21,8% 18,4% 22,3% 23,4%

Personale non qualificato 23,1% 26,0% 16,9% 19,5% 12,2% 14,6%

Titolo di studio

Fino istr. secondaria inferiore 71,6% 69,8% 68,8% 70,7% 70,9% 72,0%

Istruzione secondaria superiore 25,3% 29,1% 27,3% 27,0% 25,1% 26,0%

Istruzione terziaria 3,2% 1,1% 3,9% 2,3% 4,0% 2,0%

Caratteristiche degli avviamenti nel tessile e nella concia-calzature a seconda della frequenza con cui il lavoratore è stato avviato.

Fonte: OML – Provincia di Milano. Elaborazioni: Eurolavoro – Osservatorio Socio Economico dell’Alto Milanese.

20 Dato riferito al primo semestre dell’anno.

21 A differenza degli altri prospetti / tavole l'età del lavoratore si riferisce al 30/6/2006 e non alla data dell'avviamento.

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