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Imprese sociali e politiche di welfare: l esperienza della cooperazione sociale italiana

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Academic year: 2022

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Imprese sociali e politiche di welfare:

l’esperienza della cooperazione sociale italiana

Carlo Borzaga

Incontro bilateriale Italia/Albania su

“Il modello cooperativo italiano come strumento di sviluppo locale”

Bologna, 24/01/2015

(2)

L’impresa sociale

L’impresa sociale è definita come una istituzione privata con le seguenti caratteristiche:

produzione continuativa e professionale di beni e

servizi si interesse generale (soprattutto di welfare, ma non solo)

con vincolo alla distribuzione di utili

inclusiva dei principali portatori di interesse nella proprietà e nella governance

Di fatto: vincolata al territorio di appartenenza

(3)

Le forme

L’impresa sociale ha assunto, nei diversi paesi forme giuridico-organizzative diverse

associazione;

fondazione;

cooperativa con “mutualità esterna”;

società di capitale, ma con vincoli alla distribuzione di utili e governance partecipata

In alcuni casi queste forme erano già normate, in altri sono state istituite ad hoc

(4)

In Italia

L’Italia è il primo paese ad avere modificato la forma cooperativa, con l’introduzione della cooperativa sociale il cui obiettivo è il

perseguimento dell’interesse generale della comunità (legge 381/1991).

Negli anni successivi la legislazione ha:

- rafforzato la possibilità di realizzare imprese sociali anche in forma di associazione e fondazione

- introdotto (2005/2006) la possibilità di creare imprese sociali attraverso società di capitale.

Quello della cooperativa sociale è il modello ad oggi più utilizzato nella gestione dei servizi di sociali e di welfare

(5)

I numeri – Cooperative sociali

Al 2011 (Censimento):

- 11.264 cooperative sociali, di cui:

- 60% di tipo a): servizi sociali, educativi, sanitari - 31% tipo b): inserimento lavorativo

- 5,3% tipo misto - 3.6% consorzi

- 365.000 occupati, (ma 513.000 posizioni previdenziali, +9% del 2008), 80% donne

- 40.000 volontari/30.000 lavoratori svantaggiati - 10,1 miliardi di fatturato

- 8,3 miliardi di investimenti

- 7 milioni di utenti (50% del totale degli utenti di servizi di welfare)

(6)

I numeri – Associazioni e Fondazioni

Tra le associazioni e fondazioni, ve ne sono 82.000 che avevano almeno il 50% delle entrate “market”, e

possono quindi essere considerate imprese sociali – con 352.000 addetti.

Rispetto alle cooperative sociali:

- di dimensioni inferiori

- meno impegnate nei servizi di welfare e più in attività culturali, sportive, ricreative, ecc.

- meno dipendenti da finanziamenti pubblici (il 77% è finanziato soprattutto da privati)

(7)

Cooperative sociali: le ragioni del successo

1) Una legge semplice e chiara con:

- vincoli precisi, nelle attività e nell’utilizzo degli utili - agevolazioni mirate (IVA al 4%, esonero contributi

sociali per lavoratori svantaggiati, non tassazione degli utili non distribuiti)

2) forte sostegno dal movimento cooperativo

3) elevata capacità di organizzarsi come movimento:

- federazioni

- consorzi: territoriali, di scopo; locali, nazionali

4) capacità di attrarre risorse umane di qualità elevata, sia nella gestione dei servizi che nella dimensione imprenditoriale

5) capacità di attrarre risorse pubbliche a sostegno della propria attività

(8)

I rapporti con il settore pubblico

Negli anni ’80, quando si sono formate le prime cooperative sociali, l’Italia non aveva un sistema di

servizi sociali (welfare redistributivo).Con l’aumentare dei bisogni le pubbliche amministrazioni avevano due possibilità:

- avviare e gestire direttamente i servizi mancanti - affidare la creazione e gestione dei servizi

all’esterno, in particolare alle cooperative sociali La prima strada era resa difficile dalla mancanza di esperienze e dal blocco delle assunzioni e avrebbe richiesto tempi lunghi.

La maggior parte delle pubbliche amministrazioni scelse la seconda strada

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Le conseguenze

In poco più di 10 anni la collaborazione tra pubbliche

amministrazioni, cooperative sociali e altre forme di impresa sociale ha dato vita ad un sistema diffuso di servizi di welfare.

Ciò ha creato un sistema di imprese consapevole e che sta ora progressivamente ampliando le proprie attività:

- verso la domanda privata di servizi

- verso nuove attività non più di welfare in senso stretto, ma più in generale servizi alla persona

Un fenomeno promosso dal basso che, grazie al sostegno delle PA ha anche creato il sistema dei servizi sociali italiano e con esso anche posti di lavoro, localizzati e per categorie con

difficoltà di accesso al lavoro, dando un contributo significativo allo sviluppo locale.

Dimostrando che si possono gestire in forma imprenditoriale anche i servizi sociali e alla persona.

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