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Vangelo del 15 dicembre 2019

3° settimana di Avvento - anno A - Matteo 11, 2 - 11

Trascrizione del commento del biblista p. Fernando Armellini non rivista dall’autore In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli:

«Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: "Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via".

In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

Noi oggi possiamo considerarci molto fortunati rispetto alle generazioni che sono vissute prima di Cristo, perché sappiamo che Gesù ha portato nel mondo un messaggio di amore, di pace, di riconciliazione e tante cose sono cambiate da quando lui è venuto, ma chiediamoci:

“questo messaggio, che tutti nel mondo apprezzano, è entrato davvero oppure si cerca ancora di tenerlo fuori dal nostro mondo perché esigerebbe troppi cambiamenti?

E anche nella nostra vita personale, abbiamo lasciato entrare questo messaggio?

Abbiamo lasciato entrare Cristo nella nostra vita?

Ecco la venuta che noi stiamo aspettando!

Vogliamo lasciarlo entrare!

Perché se entra nella nostra vita e nel nostro mondo porta soltanto gioia.

Entrasse davvero il Vangelo, certamente guerre, violenze, ingiustizie verrebbero eliminate.

Ecco l'interrogativo che ci poniamo… cosa fare per prepararci alla sua venuta?

La liturgia ci presenta in questo tempo di Avvento, un personaggio che si è preparato ad accogliere il Messia di Dio e ha preparato anche il popolo… il Battista!

Cosa faceva?

Lungo il fiume Giordano predicava e invitava il popolo a cambiare vita impiegando un linguaggio minaccioso, perché il mondo andava male, le persone si comportavano contro la legge di Dio e diceva:

“Razza di vipere, chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente di Dio! Fate degni frutti di penitenza perché la scure è già posta alla radice degli alberi e gli

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alberi che non portano frutto verranno fatti a pezzi e buttati nel fuoco. Poi colui che sta per venire pulirà la sua aia, raccoglierà il grano nel suo granaio, ma brucerà la pula in un fuoco inestinguibile.”

Il tono impiegato dal Battista era minaccioso e probabilmente lui lo intendeva proprio così, voleva spaventare i peccatori.

Era il linguaggio impiegato spessissimo anche dai profeti che minacciavano i castighi di Dio.

Non si trattava naturalmente di castighi ma delle conseguenze dei peccati che vengono fatti, perché il peccato ha sempre delle cattive, pessime conseguenze nella vita di chi lo commette.

In realtà, il messaggio del Battista, non era affatto un messaggio di minaccia, annunciava una grande gioia perché la venuta del Messia di Dio avrebbe finalmente cambiato quel mondo nel quale tutti si trovavano molto male.

Era un mondo guidato dall'egoismo, dal pensare a sé stessi, dal voler dominare sugli altri… lui introduceva una logica completamente nuova, cioè non pensare a se stessi, ma cercare in ogni modo di far del bene agli altri!

Questo è il centro del Vangelo che Gesù di Nazareth ha portato nel mondo.

Adesso si tratta di lasciare entrare questo Vangelo che è lui, che è Cristo, nella vita di ognuno e nella vita del mondo.

Quindi l’ira di Dio, di cui parla la Bibbia e di cui parlava il Battista, non è altro che la passione d'amore di Dio che vuole un mondo nuovo, un mondo che non sia guidato dai criteri che vengono dagli istinti, ma venga guidato dalla vita nuova che lui ha portato e che è la vita stessa di Dio, l'amore!

Fin qui, il Battista ha predicato e ha invitato a prepararsi, lui era una persona preparata ad accogliere il Messia.

Oggi, il Battista ci presenta un aspetto inatteso del suo cammino spirituale, si pone delle domande.

Non ce lo saremmo aspettati, lui che ha indicato Gesù come colui che doveva venire, adesso sembra che sia colto da dubbi, da incertezze, si chiede:

“ma è lui o non è lui il Messia che io ho annunciato?” Il Vangelo di oggi ce lo presenta, non più lungo il Giordano, ma in carcere.

Voglio fare un accenno al luogo dove si trovava prigioniero, non ce lo dice il Vangelo, ma ce lo dice lo storico del tempo, Giuseppe Flavio.

Il Battista si trovava nella fortezza di Macheronte.

Era una delle tante fortezze costruite da Erode, l'unica fortezza che si trova oggi, in territorio giordano, nella parte orientale del mar Morto, la vedete alle mie spalle e vedete anche sullo sfondo il mar Morto.

Le altre fortezze erano tutte a occidente del mar Morto e del fiume Giordano, per cui questa fortezza era in una posizione strategica privilegiata perché le altre fortezze mandavano a Macheronte i loro messaggi e Macheronte poteva rimandare questi messaggi a tutte le altre fortezze.

Al tempo di Gesù apparteneva a Erode Antipa che andava spesso lì a fare feste; ricordiamo che per il suo compleanno venne a danzare Salomè e sappiamo poi che cosa è accaduto: richiesero la testa del Battista.

In questo palazzo fortezza quindi, Erode giungeva spesso ed era lì che il Battista era stato imprigionato.

Potete osservare la montagna su cui Erode il grande aveva costruito questa fortezza, la vedete al levar del sole e poi vedete la ricostruzione del palazzo di

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3 Erode.

Sentiamo adesso che cosa è accaduto al Battista mentre era rinchiuso in prigione:

Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?»

La ragione per cui il Battista è stato posto in prigione viene raccontata dall'evangelista Matteo.

Il Battista aveva denunciato il comportamento immorale di Erode che si era preso in sposa la moglie di suo fratello, la famosa Erodiade.

Giuseppe Flavio dice che Erode aveva messo in prigione il Battista perché temeva la sua popolarità, era una persona stimata da tutti che poteva provocare delle sommosse contro di lui.

In prigione, il Battista veniva trattato con molto rispetto, poteva ricevere le visite dei discepoli e naturalmente, si manteneva informato su ciò che stava facendo quel Gesù di Nazareth che lui aveva presentato come il Messia di Dio.

A questo punto ci sorprendono le perplessità che cominciano a sorgere nel Battista proprio riguardo a Gesù, tanto che lui si chiede:

“ma è lui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”

Cosa ha fatto entrare in crisi il Battista?

Basta leggere ciò che l'evangelista Matteo ci presenta prima di questi interrogativi che il Battista si pone.

Nei due capitoli che precedono il racconto del brano evangelico di oggi, l'evangelista Matteo ci racconta ben 10 miracoli compiuti da Gesù.

Di che prodigi si tratta?

Gesù cura un lebbroso!

I lebbrosi erano uomini ritenuti da tutti, per la loro bruttura e ripugnanza, come l'incarnazione stessa del peccatore, della persona rifiutata dagli uomini e rifiutata da Dio;

poi fa camminare gli storpi, apre gli occhi ai ciechi… questi erano persone che non potevano entrare nel tempio, perché avevano dei difetti e Dio rifiutava coloro che avevano malattie o difetti perché significava che erano dei

peccatori, quindi dovevano stare lontani da Dio.

Non c'è da meravigliarsi che il Battista sia rimasto sconcertato; Gesù non solo non si comportava nel modo severo e rigoroso come lui aveva annunciato, non solo non condannava i peccatori, ma faceva festa con loro, mangiava con loro, si gloriava di essere amico dei pubblicani, dei peccatori e invece di fare a pezzi gli alberi che non davano frutto, lui non spezzava la canna incrinata, non

spegneva il lucignolo fumigante.

Nessuno più di lui odiava il male, ma nessuno più di lui amava i peccatori, lo scopo della sua vita era non fare a pezzi i peccatori, perché erano delle

persone infelici e lui voleva colmarli di gioia, voleva farli sentire accolti e amati da Dio, per cui non andavano evitati i peccatori come dei lebbrosi che

dovevano essere emarginati.

Il Battista conosceva molto bene quel che dice il salmista - Salmo 139 –

“non odio forse Signore, quelli che ti odiano e non detesto i tuoi nemici, io li detesto con odio implacabile, come se fossero miei nemici”

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4 Era così che il giusto si doveva comportare!

Le guide spirituali avevano educato il popolo ad un Dio forte, che colpiva duramente i suoi nemici, basta pensare alle 10 piaghe d'Egitto… Dio colpiva coloro che si opponevano ai suoi disegni e qui, invece di 10 piaghe, troviamo 10 opere di amore nei confronti degli emarginati, degli esclusi.

Non c'è da meravigliarsi che il Battista sia andato in crisi!

Proviamo a pensare a quali erano le attese del Battista, attese che vengono rimesse in discussione. Ma proviamo a chiederci quali sono le nostre attese nella venuta del Messia di Dio?

Quale Messia ti aspetti?

Cosa ti attendi da Gesù?

Con il suo Vangelo, lui vuole entrare nella tua vita, cosa ti aspetti che produca?

Le nostre attese potrebbero andare deluse, dal Messia di Dio potremmo aspettarci ciò che lui non è venuto a portare… per essere più esplicito, non è venuto a risolvere i nostri problemi a colpi di miracoli sostituendosi a ciò che noi siamo chiamati a fare.

Chi si aspetta questo Messia verrà deluso, allora ripiegherà su altri Messia che gli danno ciò che lui si aspetta, che possono essere la scienza, la tecnica, la medicina.

Non sono il Battista, ma anche Pietro rimarrà deluso dal Messia di Dio perché attendeva un altro Messia, glorioso, vincitore.

C'è un altro elemento che forse ha lasciato perplesso il Battista, lui è in prigione e conosce molto bene ciò che hanno detto i profeti, profeta Isaia, capitolo 61: “lo Spirito del Signore è su di me, mi ha inviato a proclamare la libertà degli schiavi e la scarcerazione dei prigionieri”.

Il Battista dice: “io sono in prigione e il Messia non si muove per operare questa liberazione.” Comprendiamo il cambiamento che il Battista deve fare delle sue attese del Messia di Dio, lo ha individuato ma come tutta la gente del suo popolo, Pietro compreso, si aspettava che fosse diverso, erano altre le sue attese.

Ecco allora, il messaggio per noi oggi, il Battista ti dice: fai come me, non avere paura se il Vangelo rimette in causa le tue attese, le tue convinzioni, le tue sicurezze, le tue tradizioni religiose.

Se la venuta del Vangelo nella tua vita ti lascia tranquillo, se non rimette in causa nulla… il volto di Dio in cui hai sempre creduto, se non capovolge la scala di valori su cui ha impostato la tua vita… puoi esserne certo, non è il Vangelo di Dio!”

Il Vangelo di Dio è rivoluzionario, capovolge quelle che sono le tue attese e i comportamenti che ti sembrano logici, perché vengono dalla sapienza del mondo, quella che sembra più logica tutti.

La fede nel Dio che si rivela in Gesù, non può che accompagnarsi a interrogativi, incertezze, difficoltà a credere ad accettare.

Ricordate la parabola dei due figli raccontata da Gesù: il primo che dice subito sì al padre “certo, io vado a lavorare nella vigna” e poi non va; il secondo che dice “io non ci vado” poi ci riflette e va. È il secondo che ha capito che cosa il padre voleva e cosa comportava ascoltarlo, era una cosa impegnativa e spontaneamente dice di no.

Credo che di fronte al Vangelo che vuole entrare nella nostra vita, la prima

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reazione sarà quella di dire “fermo, un momento, perché qui sono troppi i cambiamenti che viene a provocare, mi sconvolge la vita”.

A questo serve il tempo di preparazione a questa venuta, perché non è facile lasciare entrare il Messia di Dio nella nostra vita, non è stato facile per il Battista, non meravigliamoci che non sia facile anche per noi oggi.

Se uno non sperimenta queste perplessità, se non rimane stupito e sconcertato di fronte al Vangelo, significa che non l'ha capito, che continua a leggerlo

adattandolo a ciò che ha sempre pensato e ritenuto giusto.

È ora sentiamo cosa risponde Gesù al Battista:

Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete:

I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!»

Che bello!

Gesù non si meraviglia delle perplessità del Battista, credo che si sarebbe stupito se questo non fosse accaduto.

Il Messia di Dio, quando entra nella vita di una persona, butta all'aria tutti quelli che erano i criteri che prima costituivano tutte le sue certezze.

La risposta di Gesù non è fatta di ragionamenti, è un elenco di ciò che accade quando il Messia di Dio entra nel mondo e viene accolto.

Sono sei nuove realtà e sono tutte segni di salvezza, nessuna di condanna, è il mondo nuovo che inizia.

Quali sono questi eventi?

Il primo: i ciechi aprono gli occhi!

È il Vangelo, il Messia di Dio che apre gli occhi a coloro che camminavano al buio, che non sapevano cosa ci stavano a fare al mondo, non avevano alcun orientamento nella vita. Il Vangelo li illumina e adesso sanno come costruire una vita che rimanga e che abbia senso.

Secondo segno: gli storpi camminano!

Sono coloro che non riuscivano a muovere un passo nella vita, elemosinavano tutto, vivevano di espedienti, di sotterfugi, di imbrogli… adesso camminano, magari zoppicando ancora un po', ma vanno nella direzione giusta.

Terzo segno: i sordi.

I sordi sono coloro che sono chiusi in sè stessi, non ascoltano altro se non la voce dei propri istinti, delle proprie passioni, delle proprie bramosie.

Sono sordi ai richiami di tutto ciò che li porti a uscire da sè stessi, a pensare agli altri, al povero, alla richiesta dei bisognosi di aiuto… non sentono queste cose.

Adesso ascoltano il Vangelo, hanno udito, apre loro gli orecchi, sono attenti alle richieste di aiuto di chi ha bisogno di loro.

I lebbrosi: sono coloro che provano vergogna di sè stessi, perché si sentono ripugnanti a causa della lebbra del loro peccato e sono emarginati, evitati da tutti, tutti li tengono alla larga.

Adesso il Vangelo li purifica, li rende belli, splendidi perché ricevendo questo Messia nella loro vita vengono completamente trasformati.

E poi morti che risorgono: sono coloro che erano ripiegati solo sulla loro vita biologica, quella vita che poi finisce, pensavano solo a bere, a mangiare, a

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6 godersi la vita.

Adesso sorgono a vita nuova che è la vita dello Spirito, che è l'amore che caratterizza una vita pienamente umana.

E poi ai poveri è predicata la buona novella.

I poveri sono quelli che si ritenevano dei miserabili senza speranza adesso hanno udito la bella notizia… “anche per voi c’è salvezza, anche per voi c'è l'amore incondizionato di Dio”.

Oggi, sei sicuro che è entrato Cristo, che è entrato il suo Vangelo nella tua vita?

Come fai a essere certo che hai accolto il Messia di Dio, che hai accolto il suo Vangelo?

La risposta non la trovi nei discorsi, nei ragionamenti e nemmeno nelle

pratiche religiose… lasciato entrare il Vangelo nella tua vita, devi verificare la presenza di tutti quei segni che Gesù ha elencato.

Sono avvenuti questi cambiamenti?

Hai aperto gli occhi?

Continui a vedere il denaro, la professione, la famiglia, le amicizie, le scelte politiche come le vedevi prima o il Vangelo ti fa vedere le cose in un modo diverso?

Gesù conclude la sua risposta con una beatitudine, è la 10ª beatitudine che troviamo nel Vangelo di Matteo: “Beato chi non si scandalizza di me”

Qual è lo scandalo che Gesù sta dando e che ha messo in crisi anche il Battista?

È lo scandalo dell'amore incondizionato di Dio, è il Dio che ama buoni e cattivi, che non castiga nessuno, ma ricupera tutti alla gioia e alla vita.

Il Dio cattivo che la fa pagare a chi trasgredisce i suoi ordini, è un Dio che incute paura, ma non scandalizza nessuno.

Come mai non scandalizza nessuno questo Dio? Perché ragiona come ragioniamo noi, ritiene che i buoni siano amati e i cattivi siano odiati.

Gesù dice: “beato chi accoglie questo nuovo volto di Dio, che io ho portato nel mondo”

È il Messia di Dio che ha portato questo volto di Dio che è amore e solo amore.

Dice Gesù: “Beato chi non si scandalizza di questo volto di Dio”

Questa beatitudine è un dolce invito rivolto al Battista a non meravigliarsi delle sorprese di Dio. Gesù ha forse perso la stima per il Battista per le difficoltà che ha avuto nell'accogliere il Messia di Dio?

Ascoltiamo:

Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: "Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via".

In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui»

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Dopo avere udito ciò che Gesù ha presentato come il segno della venuta del Messia di Dio nel mondo, quindi tutti questi cambiamenti che hanno portato alla gioia e alla vita, mentre i discepoli del Battista si allontanano, Gesù rivolge tre domande a tutti i presenti che lo hanno ascoltato, e dice:

“Che siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento?

La risposta è chiaramente no, il Battista non è come quelle canne palustri che crescono lungo il fiume Giordano e che sono i simboli della volubilità perché si piegano secondo la direzione del vento.

Giovanni non è un opportunista che si adegua a tutte le situazioni, che si inchina di fronte al potente di turno; se si fosse inchinato davanti a Erode che, in fondo, lo stimava e lo ascoltava volentieri, avrebbe potuto ricavare tutti i vantaggi.

No, il Battista è uno con la schiena dritta.

Proviamo a chiederci noi, oggi, il Vangelo lo abbiamo accolto, quel che Gesù ha detto, le sue proposte di vita, ma poi ci sono le mode, i nuovi venti che dicono

“sì… il Vangelo”, poi però bisogna adattarlo, le situazioni cambiano, ci sono i se, i ma, le convenienze.

Se noi ci adeguiamo alle mode, ai nuovi venti, allora non siamo persone con la schiena dritta come il Battista che Gesù elogia.

Quando si è convinti di certe scelte che il Vangelo ci ha suggerito, bisogna avere il coraggio di portarle avanti anche se ci si sente soli, anche se tutta la gente ripiega sulle novità… non siamo più nel medioevo!

No, chi è convinto della proposta del Vangelo, rimane fermo come il Battista!

Seconda domanda: “siete andati a vedere un uomo avvolto in morbide vesti, là nel deserto?”

Gesù dice “chi veste con morbide vesti sta nei palazzi dei re”.

Il Battista non era uno che andava vestito all'ultima moda, non ha nulla a che vedere con chi sperpera in vestiti raffinati.

L'estetica è propria dell'uomo, va al di là dell'utilitaristico e la ricerca della

bellezza è buona, ma quando diviene sperpero, lusso sfrenato, allora è idolatria dell'effimero, è il segno che si sono persi di vista i veri valori.

Di fronte a certi sprechi in futilità, come fa un cristiano a non provare un senso di disagio, di disgusto per lo sciupìo di risorse che dovrebbero essere destinate a soddisfare bisogni ben più elementari e impellenti.

Terza domande che Gesù fa: “chi siete andati a vedere nel deserto? Un

profeta? Si vi dico, più che un profeta… Fra i nati di donna non è sorto uno più grande del Battista.

Giovanni è un profeta, nessuno nell'Antico Testamento ha svolto una missione superiore alla sua, più di Mosè, lui è un angelo inviato a preparare la venuta liberatrice del Signore.

È il più grande anche perché, oggi, con la sua vita, con la sua conversione alla novità del Messia di Dio, è per noi un modello, un esempio di come dobbiamo lasciar entrare il Vangelo nella nostra vita, non meravigliandoci dei

cambiamenti che ci richiede.

È significativa l’aggiunta finale: “il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”, non per santità personale, ma il Battista, in fondo è rimasto sulla soglia dei tempi nuovi, non ha visto la Pasqua.

Noi oggi, che abbiamo la possibilità di contemplare in pienezza il Messia di Dio,

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da quando è giunto fino alla Pasqua, siamo ben più fortunati di quanto è stato il Battista.

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