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Pepsi, tutte le puntate di un romanzo a lieto fine: da Betti a Trinchieri, Frates, Diaz, Caputo

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Academic year: 2022

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CASERTA - Come un film la stagione della Juve si può riassumere in capitoli ben separati tra di loro, ma che uniti portano a quel meraviglioso epilogo che è stata la promozione nella massima serie. Ed allora, leggiamolo questo affascinante romanzo, andiamo a rivedere i personaggi che hanno popolato le nostre vite in questo anno così intenso di emozioni.

Capitolo 1

La rinascita e i grandi nomi

Sono passate poche settimane dalla mazzata di Pavia, e dall’umiliazione successiva dei playoffs. Il presidente Caputo ha deciso di riprovarci, mettendo sul piatto tutto quello che ha, anzi qualcosa in più, perché attorno a lui c’è un gruppo di imprenditori che decide di scommettere di nuovo su questa squadra. Il primo tassello fondamentale è quello del g.m., a cui sarà affidato il compito di costruire una squadra da sogno. La scelta, già nell’aria, cade su Pier Francesco Betti, palmares eccezionale nonostante la giovane età. Il g.m. romano, prima dei successi di Napoli, vantava già tre promozioni dalla Legadue, e sembra l’uomo giusto al momento giusto.

Pian piano, alla cocente delusione, negli animi dei tanti tifosi si sostituisce la speranza, la voglia di rivalsa. E la squadra prende forma nei mesi estivi, con nomi da leccarsi i baffi, tasselli che si aggiungono ad un mosaico sontuoso. Ivan Gatto in primis, ma poi il mito Childress e

l’esperienza di Ale Frosini, il cecchino Larranaga di cui si era parlato anche l’anno prima; nomi che si vanno ad aggiungere a Ghiacci e Labella, unici sopravvissuti

all’epurazione estiva. Per il coach la scelta è più sofferta, ed alla fine esce fuori il nome dell’emergente Trinchieri, protagonista della bella storia di Soresina. Poi arrivano Tutt, Grappasonni ed il giovane Plumari, mentre la ricerca del lungo americano è più complicata.

La scommessa si chiama Arthur Johnson, pivottone di grandi potenzialità, ma reduce dal misconosciuto campionato ucraino.

Capitolo 2

Le attese e l’esordio

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Uno squadrone, a leggere i nomi, ed a sentire i primi pareri degli esperti. C’è attesa per le prime uscite estive, che vedono brillare il neo arrivato Johnson, su cui si ripongono le speranze dei tifosi. E’ un precampionato brillante, e l’esordio in casa a settembre vede già oltre 2000 tifosi ad applaudire i nuovi beniamini, che lottano alla pari contro formazioni di serie A. Il campionato comincia in TV, proprio contro Soresina, che è squadra ambiziosa. Pur senza brillare, e con Tutt fuori per infortunio, arriva una vittoria netta, bissata poi in casa contro Livorno, che viene asfaltata senza pietà. I commenti in tribuna sono del tipo

“quest’anno in casa ci divertiremo poco perché le vinciamo tutte di 20”.

Capitolo 3

Le prime delusioni

Troppa euforia e sicurezza, ed il primo schiaffo arriva la settimana successiva a Montecatini, dove la Juve perde la sua prima partita, giocando malissimo e rimettendo in discussione tutte le premature certezze. Che non sia un episodio negativo, lo si vede nelle uscite successive, fatte di stentate affermazioni casalinghe, e ko esterni, contro Reggio e Pavia. Il malumore aumenta, anche perché la pressione sulla squadra è enorme. La piazza non vuol saperne nulla, quest’anno esiste solo la parola promozione.

Capitolo 4

L’arrivo di Frates

E cominciano i dubbi legati all’alchimia di squadra, troppo sbilanciata sui lunghi, mentre le prestazioni di Childress e Larranaga sono altalenanti. E così, dopo Pavia, giunge la notizia dell’esonero di Trinchieri, un esonero che dispiace perché il giovane coach rampante era una delle scommesse dell’estate. Al suo posto arriva l’esperto Frates, una garanzia di competenza, anche se c’è la convinzione che i problemi siano in campo e non in

panchina. Il suo esordio è una specie di incubo; a 48 ore dal suo arrivo, i suoi giocatori si sciolgono come gelati contro la modesta Fabriano, in quella che è la prima sconfitta interna della Pepsi.

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Capitolo 5

Malumori e contestazioni

Comincia il periodo delle contestazioni feroci in tribuna, con fischi copiosi per tutti i giocatori. Poi un po’ alla volta Frates rimette ordine nel gioco, ed arrivano cinque vittorie, spezzate solo dalla beffa esterna di Sassari all’ultimo secondo. Le cose sembrano migliorare, ma la vittoria sofferta in casa contro Ferrara, da un lato è esaltante, ma dall’altro conferma che questa squadra non è superiore alle dirette concorrenti. Ed in più, continuano i brutti episodi di contestazione isolati, che hanno quasi sempre come bersaglio Frosini, Larranaga, lo stesso Betti, ma anche Childress. Con questo clima c’è poco da gioire, e le discussioni in tribuna sono sempre più frequenti, tra le fazioni dei fiduciosi e quelli che vorrebbero un’ennesima rivoluzione.

Capitolo 6

Lo sciopero del tifo e il totomercato

La sconfitta successiva a Jesi è una mazzata che fa crollare tutto ciò che con fatica si stava costruendo. E’ una sconfitta netta, pesante, che fa esplodere la rabbia tra i tifosi. Intanto siamo al giro di boa del campionato, e la classifica non sorride. Scatta clamorosa la decisione dell’Inferno Bianconero di scioperare, restando in silenzio nella delicatissima sfida

successiva contro la capolista Soresina, ma nel silenzio irreale del Palamaggiò arriva una prova d’orgoglio ed una vittoria convincente. Frates gioca di equilibrismi tattici, con una squadra senza quattro atipici, e con pochi difensori veri. Sembra funzionare, ed arrivano altre due vittorie convincenti, fino alla trasferta di Casale, dove prendiamo un altro schiaffo sonoro.

Impazza il totomercato, e si fanno nomi altisonanti in entrata, e riprendono fiato i soliti geni dell’epurazione totale, da Childress e Frosini, e magari pure Betti, così riprendiamo Guastaferro, Bencaster e McKie!Però si fanno i conti con una conferma; questa squadra crolla quando trova avversarie toste, mentre con quelle di media fascia la superiorità tecnica rimane enorme.

Capitolo 7

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La pagina più brutta

E’ il momento di salutare Marcelletti, che viene a Caserta con la sua Trenkwalder, in quella che è la domenica più triste degli ultimi anni di basket casertano. I ragazzi terribili del prof si fanno beffe di Childress e compagni, ed in tribuna succede di tutto, man mano che i canestri di Ortner e Young sfaldano quel poco che con fatica avevamo costruito. E’ una pagina brutta, una ferita che resterà aperta per molto tempo. Le contestazioni superano il limite della civiltà, con offese per tutti, ma soprattutto per Ghiacci, che reagisce peggiorando ulteriormente la situazione, e per Betti, che resta immobile al suo posto nonostante alle sue spalle succeda di tutto. Dire adesso che abbiamo da sempre preso le difese della squadra, può sembrare comodo e facile, ma il comportamento di una minoranza di pseudo tifosi, quel giorno ha rischiato di compromettere definitivamente tutti i nostri sogni, ed i progetti della società.

Nelle settimane successive si parlerà solo di chi avrà il coraggio di restare, e chi invece chiederà di essere ceduto, soprattutto Ghiacci, ma anche Frosini, Larranaga, lo stesso Childress. Oggi possiamo pesare la grande professionalità di giocatori che hanno fatto

quadrato, e con Betti e Caputo ci hanno messo la faccia, anche nei momenti peggiori. Caputo è straordinario nel proteggere tutti e fare muro, stemperando le tensioni senza creare attriti con i tifosi.

Ed è esemplare il comportamento dell’Inferno, che dimostra amore infinito, ma anche buon senso e cervello. Pian piano, i contestatori delle tribune, vengono zittiti, perché siamo al punto in cui o si rema tutti nella stessa direzione, o è meglio non andarci nemmeno, al Palamaggiò.

Capitolo 8

Il riscatto ed i nuovi acquisti

Come spesso accade, dopo le pagine peggiori, la squadra reagisce d’orgoglio, e la bella vittoria a Rimini riporta un minimo di ottimismo nell’ambiente. Ma ormai si aspetta una risposta netta dal mercato. Lo scambio Grappasonni Brkic è la prima risposta di Betti, una mossa abile e decisiva, che porta finalmente un lungo atipico in una squadra troppo ingessata nei ruoli. Ma ha le ore contate anche Johnson, un ragazzo che si fa voler bene da tutti, di

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facile, ed alla fine si opta per una guardia pura, il portoricano Diaz.

Non aver preso un’ala vuol dire che Ghiacci è incedibile, e che Frates vuol provare a giocare spesso con tre piccoli. Diaz è un’altra scommessa totale, su cui Betti si gioca stagione e reputazione. Sui siti specializzati è tutto un gran parlare del giovane talento in orbita NBA, ma vederlo sul campo sarà tutta un’altra cosa. Ma nel frattempo la squadra riprende a giocare a basket, ed i nuovi equilibri sembrano pagare. Arrivano cinque vittorie di seguito, e si riaccende addirittura la speranza di riacciuffare il primo posto. Brkic è subito decisivo, mentre l’inserimento di Diaz è più graduale, lascia intravedere grandi potenzialità per ora poco espresse.

Capitolo 9

Si pensa ai playoffs

E’ la sconfitta di Pistoia a decretare la fine del sogno primario, quello della promozione diretta. Ma ormai il pubblico si è ricompattato, il buon senso ha prevalso, e c’è bisogno di stringersi intorno alla squadra e soffrire fino in fondo. I giocatori sembrano beneficiare di questo nuovo clima, fino alla bella affermazione contro Ferrara appena promossa, mentre noi

festeggiamo la certezza del secondo posto nei playoffs. Resta un’ultima partita, in casa contro Jesi. C’è voglia di vendicare l’andata, ma questo comporterebbe affrontare di nuovo i terribili uomini di Capobianco nel primo turno di playoffs.

Un terribile Hoover mette tutti d’accordo, e con una prestazione ancora negli occhi di tutti, consente a Jesi di vincere ancora, e di tenere le due squadre agli antipodi nella griglia playoffs.

Capitolo 10

L’epilogo

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La fiducia è tanta, ma questa non è più storia, ma cronaca recente, fatta di sudore,

sofferenze, esaltazioni, e otto vittorie di seguito, fino a vendicare le sconfitte contro Jesi in una finale che riconsegna una città all’Olimpo del basket dopo anni di sofferenza, e rende giustizia a chi, durante la stagione, si è ritrovato nell’occhio del ciclone resistendo con professionalità e cuore, per dimostrare fino in fondo il proprio valore.

Questa è un’occasione per dire grazie a tutti, da Caputo a Betti, da Frates a Oldoini, a tutti i giocatori. Caserta è una città che sa prosciugarti ogni energia, ogni certezza, ma sa ripagare con un amore che non ha eguali, e siamo sicuri che anche i più medagliati, quelli che nella loro carriera vantano promozioni, presenze in nazionali, trofei, oggi metteranno questa pagina tra le cose più belle della loro carriera.

Qui finisce un racconto lungo un anno, e si apre una nuova pagina, speriamo un nuovo ciclo.

Adesso, paradossalmente, le cose potrebbero essere più facili, perché la pressione e la tensione di questa stagione, saranno per fortuna irripetibili, ed eviteranno le esasperazioni che abbiamo vissuto. Siamo in serie A, ci basta esserci e restarci, il resto ce lo dirà il tempo, ma non abbiamo fretta.

Buon lavoro e buone vacanze a tutti.

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