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SOMMARIO PARTE I LO STATO 1

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(1)

VII

SOMMARIO

Premessa V PARTE I

LOSTATO 1

CAPITOLO I

ORDINAMENTO GIURIDICO E STATO 3

1. Premessa. Il diritto costituzionale. 3 2. Il concetto di ordinamento giuridico. 3 2.1. Le teorie sull’ordinamento giuridico. 5

3. Il concetto di Stato. 6

4. Gli elementi costitutivi dello Stato. 8

4.1. Il popolo. 8

4.1.1. La cittadinanza. 10

4.2. Il territorio. 14

4.3. La sovranità. 15

QUESTIONARIO 17

CAPITOLO II

FORMEDISTATOEFORMEDIGOVERNO 18

1. Le forme di Stato: nozione e classificazione. 18 1.1. Il criterio della struttura interna: Stato unitario, Stato regionale,

Stato federale. 19

1.2. Il criterio del rapporto tra governanti e governati: Stato feudale,

assoluto, di polizia, di diritto e autoritario. 20 1.3. Il criterio dell’interesse pubblico in campo economico: Stato

liberale, Stato socialista e Stato sociale. 22 2. Le forme di governo: nozione e classificazione. 24

2.1. La monarchia costituzionale. 25

2.2. La forma di governo presidenziale. 26 2.3. La forma di governo semi-presidenziale. 26 2.4. La forma di governo direttoriale. 27 2.5. La forma di governo parlamentare. 27

3. La forma di governo in Italia. 29

QUESTIONARIO 31

(2)

VIII

CAPITOLO III

L’ORDINAMENTO COSTITUZIONALE ITALIANO 33 1. Premessa. I tipi di Costituzione. 33 1.1. Costituzione materiale e Costituzionale formale. 34

2. Le origini della Costituzione italiana. Dallo Statuto albertino

all’Assemblea costituente. 35

3. La Costituzione italiana: struttura e caratteri. 38

QUESTIONARIO 39

CAPITOLO IV

GLI ORDINAMENTI E LE FONTI SOVRANAZIONALI 40

SEZIONE I

L’ORDINAMENTO INTERNAZIONALE 40

1. L’ordinamento internazionale. 40

1.1. Costituzione italiana e ordinamento internazionale (art. 11

Cost.). 41

2. L’adattamento del diritto italiano all’ordinamento internazionale. 42 2.1. Le norme internazionali consuetudinarie e il c.d. adattamento

automatico (art. 10 Cost.). 42

2.2. Le norme internazionali convenzionali e l’esecuzione dei trattati

internazionali. 45

3. Il rango delle norme CEDU nell’ordinamento interno. 47

QUESTIONARIO 49

SEZIONE II

L’UNIONE EUROPEA 50

1. L’ordinamento dell’Unione europea: dai trattati istitutivi al

Trattato di Lisbona. 50

2. Le istituzioni europee. 54

2.1. Il Parlamento europeo. 55

2.2. Il Consiglio dell’Unione europea. 56

2.3. Il Consiglio europeo. 56

2.4. La Commissione europea. 57

2.5. La Corte di giustizia dell’Unione europea. 58 2.6. Altri organi (Corte dei conti, BCE e Comitati). 58

3. Le fonti dell’Unione europea. 60

3.1. Il diritto primario dell’Unione europea. 60 3.2. Il diritto derivato dell’Unione europea. 62

(3)

IX

4. I rapporti tra l’ordinamento italiano e l’Unione europea. 64 5. L’incidenza sul sistema delle fonti italiane degli atti europei. 69 5.1. Gli atti direttamente applicabili. Il principio del primato e

l’obbligo di disapplicazione. 69

5.2. Gli atti non direttamente applicabili. Le direttive dettagliate.

L’obbligo di interpretazione conforme e la responsabilità dello Stato per inadempimento al diritto UE.

70 6. Contrasto tra norma interna ed europea, obblighi del giudice e

ruolo della Corte costituzionale. 72

7. L’adattamento del diritto italiano al diritto europeo: gli strumenti

statali e il ruolo delle Regioni. 74

QUESTIONARIO 76

CAPITOLO V

LEFONTIDELDIRITTO 77

SEZIONE I

LA NORMA GIURIDICA E LE FONTI IN GENERALE 77 1. I caratteri della norma giuridica. La distinzione tra disposizione e

norma. 77

2. L’interpretazione delle disposizioni giuridiche. 80 2.1. Le lacune dell’ordinamento e il ricorso all’analogia. 83 3. Nozione e classificazioni delle fonti del diritto. 84 3.1. L’identificazione delle fonti normative e la distinzione con gli atti

amministrativi. 85

3.1.1. Le leggi-provvedimento. 87

4. Il sistema delle fonti del diritto e i criteri di risoluzione delle

antinomie. 90

QUESTIONARIO 94

SEZIONE II

IL SISTEMA DELLE FONTI DELL’ORDINAMENTO ITALIANO 96 1. Le fonti sulla produzione nell’ordinamento italiano e le cd.

norme di riconoscimento. 96

2. La gerarchia delle fonti nell’ordinamento italiano. 98

3. Le fonti costituzionali. 100

4. Le fonti ordinarie. 102

4.1. Le fonti rinforzate e atipiche. 108

4.2. Principio di legalità e riserva di legge. 109

5. Le fonti secondarie. 112

(4)

X

6. Le fonti-fatto. La consuetudine. 114

7. Riepilogo: il sistema delle fonti del diritto. 115

QUESTIONARIO 117

PARTE II

DIRITTIELIBERTÀ 119

CAPITOLO I

PRINCIPIFONDAMENTALI 121

1. Premessa. I principi ispiratori della Costituzione. 121 2. Il principio democratico (art. 1 Cost.). 121 3. I diritti inviolabili (art. 2 Cost.). 122 3.1. I diritti fondamentali nella dimensione internazionale ed

europea. 126

4. Il principio di eguaglianza (art. 3 Cost.). 127 5. Il principio lavorista (art. 4 Cost.). 131 6. Il principio autonomistico (art. 5 Cost.). 132 7. La tutela delle minoranze linguistiche (art. 6 Cost.). 132

8. Il principio di laicità. 134

8.1. I rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica (art. 7 Cost.). 135 8.2. I rapporti tra lo Stato e le confessioni religiose (art. 8 Cost.). 137 9. Lo Stato di cultura (art. 9 Cost.). 140 10. La condizione giuridica dello straniero (art. 10 Cost.). 140 11. La bandiera della Repubblica italiana (art. 12 Cost.). 145

QUESTIONARIO 146

CAPITOLO II

DIRITTIEDOVERIDEICITTADINI 147

SEZIONE I

RAPPORTI CIVILI 147

1. Premessa. Le diverse generazioni di diritti. 147 2. La libertà personale (art. 13 Cost.). 149 3. La libertà di domicilio (art. 14 Cost.). 152 4. La libertà e la segretezza della corrispondenza (art. 15 Cost.). 153 5. La libertà di circolazione (art. 16 Cost.). 155 6. La libertà di riunione (art. 17 Cost.). 156 7. La libertà di associazione (art. 18 Cost.). 158 8. La libertà religiosa (artt. 19 e 20 Cost.). 160 9. La libertà di manifestazione del pensiero (art. 21 Cost.). 162 10. Il diritto alla capacità giuridica, alla cittadinanza e al nome (art.

22 Cost.). 166

(5)

XI

11. Riserva di legge in tema di prestazioni personali e patrimoniali

(art. 23 Cost.). 166

12. I principi costituzionali in tema di funzione giurisdizionale: il

diritto di difesa (art. 24 Cost.). 167 12.1. Il diritto al giudice naturale (art. 25 Cost.). 169

13. Il principio di legalità e di irretroattività in ambito penale (art. 25

Cost.). 170

14. I limiti all’estradizione dei cittadini (art. 26 Cost.). 174 15. I principi sanciti dall’art. 27 Cost.: personalità della responsabilità

penale, presunzione di non colpevolezza, finalismo rieducativo

della pena. 175

16. La responsabilità dei pubblici dipendenti (art. 28 Cost.). 176

QUESTIONARIO 177

SEZIONE II

RAPPORTI ETICO-SOCIALI 179

1. Premessa. 179

2. La famiglia (artt. 29-31 Cost.). 179

3. Il diritto alla salute (art. 32 Cost.). 183 4. La libertà dell’arte, della scienza e dell’insegnamento. La scuola

e il diritto allo studio (artt. 33 e 34 Cost.). 189

QUESTIONARIO 191

SEZIONE III

RAPPORTI ECONOMICI 192

1. Premessa. 192

2. Il diritto al lavoro, all’assistenza e alla previdenza sociale (artt.

35-38 Cost.). 192

2.1. La collaborazione dei lavoratori alla gestione delle imprese (art.

46 Cost.). 194

2.2. L’organizzazione sindacale (art. 39 Cost.). 195 2.3. Il diritto di sciopero (art. 40 Cost.). 196 3. L’iniziativa economica privata (art. 41 Cost.). 199 4. La disciplina costituzionale della proprietà (artt. 42 e 44 Cost.). 200 5. Le nazionalizzazioni o collettivizzazioni di imprese (art. 43 Cost.). 205 6. La tutela della cooperazione e dell’artigianato (art. 45 Cost.). 205 7. La tutela del risparmio (art. 47 Cost.). 206

QUESTIONARIO 207

(6)

XII

SEZIONE IV

RAPPORTI POLITICI 208

1. Premessa. Democrazia rappresentativa e democrazia diretta. 208 2. L’elettorato attivo e passivo. Il rapporto tra elettori ed eletti (art. 67

Cost.). 209

2.1. Il diritto di voto (art. 48 Cost.). 210

3. I sistemi elettorali. 213

3.1. L’evoluzione del sistema elettorale del Parlamento italiano. 215 3.2. Il sistema elettorale vigente: la l. n. 165/2017 (cd.

“Rosatellum”). 218

4. La libertà di associazione in partiti politici (art. 49 Cost.). 222 5. Il diritto di petizione e gli istituti di democrazia diretta (art. 50 Cost.). 223 5.1. Il referendum abrogativo (art. 75 Cost.). 224 6. L’accesso ai pubblici uffici e alle cariche elettive (art. 51 Cost.). 234

7. I doveri costituzionali. 234

QUESTIONARIO 236

PARTE III

L’ORDINAMENTODELLAREPUBBLICAITALIANA 237

CAPITOLOI

IL PARLAMENTO 239

SEZIONE I

LA STRUTTURA E L’ORGANIZZAZIONE DEL PARLAMENTO 239 1. La struttura del Parlamento: il bicameralismo. 239

2. Il Parlamento in seduta comune. 241

3. Le fonti del diritto parlamentare: i regolamenti parlamentari. 242 4. L’organizzazione interna delle Camere. Presidente e Ufficio di

presidenza. 245

4.1. I gruppi parlamentari. 247

4.2. Le commissioni parlamentari. 248

4.2.1. Le commissioni d’inchiesta (art. 82 Cost.). 249

4.3. Le giunte. 250

5. Le prerogative delle Camere. 251

6. Il funzionamento delle Camere e lo svolgimento dei lavori. 252 7. La durata delle Camere: la legislatura, la prorogatio e la proroga. 255 8. Lo status di parlamentare. Le garanzie previste dall’art. 68 Cost. 256 8.1. Ineleggibilità e incompatibilità. 262 8.2. La verifica delle elezioni (cd. verifica dei poteri). 265

QUESTIONARIO 267

(7)

XIII

SEZIONE II

LE FUNZIONI DEL PARLAMENTO 268

1. La funzione legislativa (art. 70 Cost.). 268 1.1. Il procedimento di formazione delle leggi ordinarie (artt. 71 ss.

Cost.). 268

1.2. Il procedimento di formazione delle leggi costituzionali (art. 138

Cost.). 275

276

1.2.1. I limiti alla revisione costituzionale (art. 139 Cost.). 280 2. La funzione di indirizzo e controllo nei confronti del Governo. 281 2.1. Le leggi di indirizzo politico: autorizzazione alla ratifica dei trattati

internazionali (art. 80 Cost.), concessione di amnistia e indulto

(art. 79 Cost.), leggi del ciclo di bilancio (art. 81 Cost.). 282 2.2. Gli strumenti di indirizzo e controllo. 288 3. La deliberazione dello stato di guerra (art. 78 Cost.). 289

QUESTIONARIO 290

CAPITOLO II

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 291

1. Il ruolo del Presidente della Repubblica. 291 2. Le vicende della carica: elezione, mandato, supplenza (artt. 83-86

e 91 Cost.). 293

3. Le funzioni: le singole attribuzioni del Presidente della Repubblica

(art. 87 Cost.). 295

3.1. Il potere di scioglimento delle Camere (art. 88 Cost.). 298

4. La controfirma (art. 89 Cost.). 299

5. La responsabilità del Presidente della Repubblica (art. 90 Cost.). 301

QUESTIONARIO 302

CAPITOLO III

IL GOVERNO 303

1. Il procedimento di formazione e le cause di cessazione del

Governo. 303

2. Le mozioni di fiducia e di sfiducia. La questione di fiducia (art.

94 Cost.). 307

3. La composizione del Governo (art. 92 Cost.). 308 3.1. Gli organi governativi necessari. Il Presidente del Consiglio dei

ministri (art. 95 Cost.). 310

3.2. Il Consiglio dei ministri. 311

3.3. I ministri (art. 95 Cost.). 312

(8)

XIV

3.4. Gli organi governativi non necessari. 313 4. La responsabilità del Presidente del Consiglio e dei ministri. 315 4.1. Il procedimento per i reati ministeriali (art. 96 Cost.). 316

5. Le funzioni del Governo. 317

6. Gli atti con forza di legge emanati dal Governo. 318 6.1. Il decreto legislativo (art. 76 Cost.). 318 6.2. Il decreto-legge (art. 77 Cost.). 320

7. La potestà regolamentare e le tipologie di regolamenti dell’esecutivo (art. 17 l. n. 400/1988). 324 8. Gli strumenti per migliorare la qualità e la semplificazione

normativa. 328

QUESTIONARIO 330

CAPITOLO IV

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 332

1. La pubblica amministrazione nel modello costituzionale. 332 2. I principi costituzionali sull’amministrazione (art. 97 Cost.). 334 3. L’organizzazione della pubblica amministrazione. 341 3.1. L’apparato amministrativo centrale dello Stato: la Presidenza del

Consiglio dei ministri e i ministeri. 341 3.2. L’amministrazione periferica dello Stato. 344

4. Gli enti pubblici. 345

QUESTIONARIO 348

CAPITOLO V

LA MAGISTRATURA 349

1. La funzione giurisdizionale. La magistratura ordinaria e le magistrature speciali (artt. 102 e 103 Cost.). 349 2. L’autonomia e l’indipendenza della magistratura. 353

2.1. La responsabilità dei giudici. 357

3. I principi in tema di giusto processo (art. 111 Cost.). 359 4. L’obbligatorietà dell’azione penale (art. 112 Cost.). 361 5. Il Consiglio Superiore della magistratura (artt. 104 e 105 Cost.). 362

QUESTIONARIO 365

CAPITOLO VI

LA CORTE COSTITUZIONALE 366

1. Le origini e i modelli di giustizia costituzionale. 366 2. Composizione e funzionamento della Corte costituzionale (art.

(9)

XV

135 Cost.). 369

3. Le attribuzioni della Corte costituzionale (art. 134 Cost.). 371 4. Il giudizio di legittimità costituzionale: oggetto, parametro e vizi

denunciabili. 372

4.1. Il giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale. 375 4.2. Il giudizio di legittimità costituzionale in via diretta (art. 127

Cost.). 378

4.3. Le tipologie di pronunce della Corte costituzionale. 380 5. Il giudizio sui conflitti di attribuzione tra poteri e tra Stato e

Regioni. 388

6. Il giudizio sulle accuse mosse nei confronti del Presidente della

Repubblica. 392

7. Il giudizio sull’ammissibilità del referendum. 392

QUESTIONARIO 394

CAPITOLO VII

GLI ORGANI AUSILIARI 396

1. Gli organi ausiliari. 396

2. Il Consiglio di Stato (artt. 100 e 103 Cost.). 397 3. La Corte dei conti (artt. 100 e 103 Cost.). 398 4. Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL) (art. 99

Cost.). 402

5. L’Avvocatura dello Stato. 403

6. Il Consiglio supremo di difesa. 403

7. Le Autorità indipendenti. 404

QUESTIONARIO 407

PARTE IV

ILSISTEMADELLEAUTONOMIEREGIONALIELOCALI 409

CAPITOLO I

LE REGIONI 411

1. Le vicende del regionalismo italiano: dalle scelte dei Costituenti

all’attuazione dell’ordinamento regionale. 411 1.1. La riforma del Titolo V della Costituzione. 412

2. L’autonomia regionale. 413

2.1. La funzione legislativa e il riparto di competenze legislative tra

Stato e Regioni (art. 117 Cost.). 414

2.2. La funzione regolamentare. 417

2.3. La funzione amministrativa (art. 118 Cost.). 418 2.4. L’autonomia finanziaria (art. 119 Cost.). 419

(10)

XVI

2.4.1. Il federalismo fiscale. 420

3. Il sistema di governo regionale. 421

4. Le forme di controllo statale sugli enti locali e il potere

sostitutivo. 427

5. Gli strumenti di raccordo tra lo Stato, le Regioni e gli enti locali. 431 6. Le Regioni e il diritto internazionale. 435

QUESTIONARIO 436

CAPITOLO II

GLI ENTI LOCALI 438

1. L’ordinamento dei Comuni e delle Province. 438

2. Le Città metropolitane. 443

3. Gli altri enti locali e le forme di associazionismo tra enti locali. 445 4. L’autonomia statutaria e regolamentare. 447

QUESTIONARIO 447

CAPITOLO III

IL SISTEMA DELLE FONTI REGIONALI E LOCALI 448

1. Gli Statuti regionali. 448

1.1. Gli Statuti delle Regioni ad autonomia speciale (art. 116 Cost.). 448 1.2. Gli Statuti delle Regioni ordinarie (art. 123 Cost.). 449

2. Le leggi regionali. 450

3. I regolamenti regionali. 452

4. Le fonti locali. 453

5. Le modificazioni territoriali (artt. 132 e 133 Cost.). 454

QUESTIONARIO 455

APPENDICE

TAVOLE SINOTTICHE

Le fonti del diritto 459

Il procedimento di formazione delle leggi ordinarie 461 Il procedimento di formazione delle leggi costituzionali 463

Le funzioni del Parlamento 464

Le funzioni del Presidente della Repubblica 465

Le funzioni del Governo 466

INDICE ANALITICO 467

(11)

XVII

SOMMARIO FOCUS GIURISPRUDENZIALI PARTE I

LOSTATO 1

CAPITOLO IV

GLI ORDINAMENTI E LE FONTI SOVRANAZIONALI 40

SEZIONE I

L’ORDINAMENTO INTERNAZIONALE 40

I. GIURISPRUDENZA : Il conflitto tra norma internazionale consuetudinaria e Costituzione: il caso dell’immunità della giurisdizione tedesca per i crimini della seconda guerra mondiale (Corte cost., sent. n. 238/2014; Cass., S.U.,

sent. n. 15812/2016). 44

II. GIURISPRUDENZA: Il rango della CEDU: dalle sentenze “gemelle” alle ultime decisioni della Corte costituzionale (Corte cost., sentt. nn. 348 e

349/2007; Corte cost., sent. n. 49/2015). 48

SEZIONE II

L’UNIONE EUROPEA 50

I. GIURISPRUDENZA: La disapplicazione del diritto nazionale: la sentenza

“Simmenthal” (CGUE, sent. 9 marzo 1978, C-106/77). 65 II. GIURISPRUDENZA:La tesi dualista e la teoria dei controlimiti (Corte cost.,

sentt. nn. 170/1984, Granital; 183/73). 66

III. GIURISPRUDENZA: La violazione dell’art. 117, co. 1, Cost. per contrasto

con il diritto UE (Corte cost., sent. n. 406/2005). 67 IV. GIURISPRUDENZA: La tendenza al monismo: il rinvio della Corte costituzionale alla CGUE (Corte cost., ord. n. 103/2008; sent. n.

28/2010; ord. n. 207/2013; sent. n. 56/2015; ord. n. 24/2017). 68 V. GIURISPRUDENZA: La responsabilità dello Stato per violazione del diritto

comunitario (CGUE, sent. 19 novembre 1991, C-6/90 e C-9/90, Francovich). 71 VI. GIURISPRUDENZA: Obbligo di disapplicazione e diritti fondamentali: il caso

“Taricco” (Corte cost., sent. n. 115/2018). 73

CAPITOLO V

LEFONTIDELDIRITTO 77

SEZIONE I

LA NORMA GIURIDICA E LE FONTI IN GENERALE 77 I. GIURISPRUDENZA: In che limiti è legittima una legge retroattiva? (Corte

cost., sent. n. 170/2013). 82

(12)

XVIII

II. GIURISPRUDENZA: Norma retroattiva e controversia giurisdizionale in

corso (Corte cost., sent. n. 12/2018). 82

III.GIURISPRUDENZA:Ammissibilità costituzionale delle leggi-provvedimento

e limiti per il legislatore (Corte cost., sent. n. 270/2010). 88 IV. GIURISPRUDENZA: Leggi-provvedimento e diritto UE (CGUE, sentt. 18

ottobre 2011 e 16 febbraio 2012). 89

V. GIURISPRUDENZA:IL rapporto tra la Costituzione e le leggi anteriori: la

prima pronuncia della Corte costituzionale (Corte cost., sent. n. 1/1956). 91 SEZIONE II

IL SISTEMA DELLE FONTI DELL’ORDINAMENTO ITALIANO 96 I.GIURISPRUDENZA:La creazione con legge di nuove fonti secondarie (Corte

cost., sent. n. 79/1970). 98

II. GIURISPRUDENZA:Poteri di ordinanza del Sindaco e principio di legalità

(Corte cost., sent. n. 115/2011). 106

PARTE II

DIRITTIELIBERTÀ 119

CAPITOLO I

PRINCIPIFONDAMENTALI 121

I. GIURISPRUDENZA:Tutela delle minoranze linguistiche ed ufficialità della lingua

italiana (Corte cost., sentt. nn. 159/2009; 15/1996; 62/1992; 28/1982). 134 II. GIURISPRUDENZA: Il principio di laicità nella giurisprudenza costituzionale

(Corte cost., sentt. nn. 168/2005; 58/2000; 149/1995; 203/1989). 135 III.GIURISPRUDENZA:L’“atipicità” dei Patti Lateranensi (Corte cost., sent. n.

30/1971). 137

IV. GIURISPRUDENZA:La conformità degli statuti delle confessioni acattoliche ai

principi fondamentali dell’ordinamento (Corte cost., sent. n. 59/1998). 138 V. GIURISPRUDENZA: La funzione delle intese tra Stato e confessioni

religiose (Corte cost., sent. n. 52/2016). 139

VI.GIURISPRUDENZA:Il trattamento differenziato per lo straniero: l’aggravante ed il

reato di clandestinità (Corte cost., sentt. nn. 249 e 250/2010). 144 VII. GIURISPRUDENZA:La valenza simbolica della bandiera (Corte cost., sent. n.

183/2018). 145

CAPITOLO II

DIRITTIEDOVERIDEICITTADINI 147

SEZIONE I

RAPPORTI CIVILI 147

I.GIURISPRUDENZA:Libertà personale e misure di prevenzione ante delictum

(13)

XIX

(Corte cost., sentt. nn. 27/1959; 177/1980). 151 II. GIURISPRUDENZA: Libertà di domicilio e videoregistrazioni (Corte cost.,

sent. n. 135/2002) 153

III.GIURISPRUDENZA:La libertà di non associarsi e le associazioni obbligatorie

(Corte cost., sent. n. 248/1997). 159

IV.GIURISPRUDENZA:La libertà di non essere credenti (Corte cost., sent. n.

117/1979). 161

V.GIURISPRUDENZA:ILLEGITTIMITÀdei vincoli al diritto di azione (Corte cost.,

sent. n. 522/2002). 167

VI.GIURISPRUDENZA: Il doppio grado di giudizio è un principio costituzionale?

(Corte cost., sent. n. 395/1988). 168

VII.GIURISPRUDENZA:Ratio dell’irretroattività sfavorevole (Corte cost., sent. n.

394/2006). 172

VIII. GIURISPRUDENZA: Fondamento costituzionale e limiti alla retroattività

favorevole (Corte cost., sent. n. 236/2011). 173

IX. GIURISPRUDENZA: Mutamenti giurisprudenziali a favore del reo (Corte

cost., sent. n. 230/2012). 174

X.GIURISPRUDENZA:La responsabilità penale personale deve essere almeno

“colpevole” (Corte cost., sentt. nn. 364 e 1085/1988). 175 SEZIONE II

RAPPORTI ETICO-SOCIALI 179

I. GIURISPRUDENZA: Unioni omosessuali: ammissibilità del matrimonio in Italia e trascrizione del matrimonio all’estero (Corte cost., sent. n.

138/2010; TAR Lazio-Roma, sent. n. 3907/2015). 181 II.GIURISPRUDENZA:L’obbligo di vaccinazione (Corte cost., sent. n. 5/2018). 184

SEZIONE III

RAPPORTI ECONOMICI 192

I. GIURISPRUDENZALimiti alla libertà sindacale per i militari (Corte cost., sent.

n. 120/2018). 195 II. GIURISPRUDENZA:Lo sciopero politico (Corte cost., sentt. nn. 1 e 290/1974). 197

III.GIURISPRUDENZA: La prospettiva personale-collettivistica dei beni pubblici

alla luce dei principi costituzionali (S.U. 14 febbraio 2011, n. 3665). 200 IV. GIURISPRUDENZA: I criteri per determinare l’indennità espropriativa:

intervengono la Corte EDU e la Corte cost. (Corte EDU, sent. 29 marzo

2006, Scordino contro Italia; Corte cost., sent. n. 348/2007). 204 SEZIONE IV

RAPPORTI POLITICI 208

I. GIURISPRUDENZA: Il premio di maggioranza è legittimo senza turno di

ballottaggio (Corte cost., sent. n. 35/2017). 218

(14)

XX

II. GIURISPRUDENZA: Partecipazione ai partiti politici dei magistrati (Corte

cost., sent. n. 170/2018). 223

III. GIURISPRUDENZA: Il referendum non può far rivivere norme abrogate

(Corte cost., sent. n. 5/2015). 225

IV. GIURISPRUDENZA:L’inammissibilità del referendum propositivo: il quesito

sul cd. Jobs Act (Corte cost., sent. n. 26/2017). 227 V. GIURISPRUDENZA: Il diritto comunitario come limite all’ammissibilità del

referendum (Corte cost., sentt. nn. 41 e 45/2000). 228 VI. GIURISPRUDENZA: Le leggi costituzionalmente necessarie (Corte cost.,

sent. n. 12/2014). 229

VII. GIURISPRUDENZA:L’abrogazione “bloccante”: il caso del referendum sul nucleare (Corte cost., sent. n. 68/1978; Ufficio centrale per il referendum,

ord. 1-3 giugno 2011) 230

VIII. GIURISPRUDENZA:Il rispetto della volontà referendaria: il caso dei servizi

pubblici locali (Corte cost., sent. n. 199/2012). 232 PARTE III

L’ORDINAMENTODELLAREPUBBLICAITALIANA 237

CAPITOLOI

IL PARLAMENTO 239

SEZIONE I

LA STRUTTURA E L’ORGANIZZAZIONE DEL PARLAMENTO 239 I. GIURISPRUDENZA: I regolamenti parlamentari non sono sindacabili dalla

Corte costituzionale (Corte cost., sent. n. 120/2014). 244 II. GIURISPRUDENZA:Può essere sollevato il conflitto tra poteri se una Camera viola

il regolamento parlamentare? (Corte cost., ord. n. 149/2016; n. 181/2018). 244 III. GIURISPRUDENZA:Insindacabilità parlamentare ed effettività della tutela

giurisdizionale dei soggetti terzi al vaglio della Corte europea diritti

dell’uomo (Corte EDU, 30 gennaio 2003, Cordova). 258 IV. GIURISPRUDENZA: Il nesso funzionale ai fini della insindacabilità delle dichiarazioni dei parlamentari europei (CGUE, 6 settembre 2011, C-163/10). 259 V. GIURISPRUDENZA: Dalla sospensione dei processi per le alte cariche

istituzionali al legittimo impedimento (Corte cost., sentt. nn. 24/2004;

262/2009; 23/2011). 261

VI. GIURISPRUDENZA: La cd. legge Severino non è incostituzionale (Corte

cost. n. 236/2015). 266

SEZIONE II

LE FUNZIONI DEL PARLAMENTO 268

I. GIURISPRUDENZA: Deroghe al principio ignorantia legis non excusat (Corte

cost., sent. n. 364/1988). 275

(15)

XXI

II. GIURISPRUDENZA: I limiti taciti alla revisione costituzionale (Corte cost.,

sent. n. 1146/1988). 281

CAPITOLO II

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 291

I. GIURISPRUDENZA: Il ruolo del Capo dello Stato e le intercettazioni delle

comunicazioni presidenziali (Corte cost., sent. n. 1/2013). 292 II. GIURISPRUDENZA: La discussa titolarità del potere di grazia (Corte cost.,

sent. n. 200/2006). 297

CAPITOLO III

IL GOVERNO 303

I. GIURISPRUDENZA : L’illegittimità degli emendamenti estranei all’oggetto del d.l.: il caso della legge “Fini-Giovanardi” (Corte cost., sentt. nn.

22/2012; 32/2014). 321

II.GIURISPRUDENZA:L’illegittimità della reiterazione dei decreti-legge (Corte

cost., sent. n. 360/1996). 323

III. GIURISPRUDENZA: I dubbi di costituzionalità in merito al meccanismo

della delegificazione (Corte cost., sent. n. 303/2005). 327

CAPITOLO IV

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 332

I. GIURISPRUDENZA:Il principio di legalità amministrativa (Corte cost., sent.

n. 115/2011). 335

II. GIURISPRUDENZA: I concorsi interamente riservati agli interni sono

illegittimi (Corte cost., sent. n. 354/2010). 337

III. GIURISPRUDENZA:Deroghe al pubblico concorso per la stabilizzazione del

lavoro precario (Corte cost., sentt. nn. 274/2003 e 225/2010). 338

CAPITOLO V

LA MAGISTRATURA 349

I.GIURISPRUDENZA :La riforma sulla responsabilità dei giudici al vaglio della

Corte (Corte cost., sent. n. 164/2017). 358

II.GIURISPRUDENZA:La ragionevole durata del processo penale (Corte cost.,

sent. n. 184/2015). 361

CAPITOLO VI

LA CORTE COSTITUZIONALE 366

I. GIURISPRUDENZA: Il controllo preventivo sulle leggi della Regione Sicilia

(Corte cost., sent. n. 255/2014). 367

(16)

XXII

II.GIURISPRUDENZA:Norme programmatiche e norme precettive (Corte cost.,

sent. n. 1/1956). 368

III. GIURISPRUDENZA: Sentenze di illegittimità costituzionale limitate temporalmente (Corte cost., sentt. nn. 10/2015; 178/2015). 383 IV. GIURISPRUDENZA: Carenza di legittimazione soggettiva in capo al CODACONS e al singolo cittadino (Corte cost., ord. n. 277/2017; n.

164/2018). 390

CAPITOLO VII

GLI ORGANI AUSILIARI 396

I. GIURISPRUDENZA : La Corte dei conti in sede di controllo può sollevare

questione di costituzionalità? (Corte cost., sentt. nn. 226/1976; 335/1995). 399 PARTE IV

ILSISTEMADELLEAUTONOMIEREGIONALIELOCALI 409

CAPITOLO I

LE REGIONI 411

I. GIURISPRUDENZA: La sussidiarietà legislativa (Corte cost., sent. n.

303/2003). 419

II.GIURISPRUDENZA:Le Regioni non sono enti sovrani (Corte cost., sentt. nn.

365/2007; 118/2015). 422

III. GIURISPRUDENZA: Il principio simul stabunt, simul cadent: il caso dello

Statuto della Regione Calabria (Corte cost., sent. n. 2/2004). 425 IV.GIURISPRUDENZA:Il principio di leale collaborazione (Corte cost., sentt. nn.

242/1997; 33/2011). 431

V. GIURISPRUDENZA: Le intese nella giurisprudenza costituzionale (Corte

cost., sentt. nn. 222 e 383/2005; n. 251/2016). 433 CAPITOLO II

GLI ENTI LOCALI 438

I. GIURISPRUDENZA: La riforma delle Province non può essere disposta con

d.l. (Corte cost., sent. n. 220/2013). 441

CAPITOLO III

IL SISTEMA DELLE FONTI REGIONALI E LOCALI

448 I. GIURISPRUDENZA: La consultazione popolare nelle variazioni territoriali

(Corte cost., sent. n. 21/2018). 455

(17)

PARTE I – LO STATO

10

Tuttavia, a norma dell’art. 6 Cost., “La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche” (per approfondimenti cfr. Parte II, Cap. I, par. 7) e, più in generale, la lingua non può costituire fattore di discriminazione fra i cittadini davanti alla legge ex art. 3 Cost.

Gli italiani non appartenenti alla Repubblica

Da ultimo va ricordato che, a norma dell’art. 51 Cost., “La legge può, per l’ammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica“, vale a dire gli appartenenti alla nazione italiana che sono cittadini di un altro Stato: nel dibattito costituente il riferimento era soprattutto agli abitanti dei territori cd. irredenti, perduti dall’Italia a seguito dei trattati di pace nel secondo dopoguerra e ceduti alla ex Jugoslavia e alla Francia; si tende oramai ad includere in tale categoria anche gli emigrati all’estero che abbiano rinunciato alla cittadinanza italiana.

4.1.1. La cittadinanza.

A) Definizione

Il termine “cittadinanza” denota tradizionalmente l’appartenenza di un individuo ad uno Stato nazionale per connessioni territoriali (iure soli) o per legami di parentela (iure sanguinis) (D’ALESSANDRO).

I riferimenti alla cittadinanza contenuti nella Costituzione italiana richiamano una nozione presupposta, in quanto in essa non sono determinate le condizioni per l’acquisto e la perdita dello status di cittadino italiano. Unico riferimento è quello contenuto nell’art. 22, in base al quale “nessuno può essere privato, per motivi politici ... della cittadinanza”, come corollario o applicazione concreta del principio di eguaglianza (D’ALESSANDRO).

B) Acquisto della cittadinanza

L’acquisto della cittadinanza italiana è regolato dalla l. 5 febbraio 1992, n. 91, la quale dispone che è cittadino:

 per nascita (art. 1):

– il figlio di padre o di madre cittadini;

– chi è nato nel territorio della Repubblica se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi, ovvero se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori secondo la legge dello Stato al quale questi appartengono;

– il figlio di ignoti trovato nel territorio della Repubblica, se non venga provato il possesso di altra cittadinanza;

 per estensione:

– il figlio riconosciuto o dichiarato giudizialmente durate la minore età (art. 2);

– il minore straniero adottato da cittadino italiano (art. 3);

– il coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano, quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno due anni nel territorio della Repubblica, oppure dopo tre anni dalla data del matrimonio se residente all’estero, qualora non sia intervenuto lo scioglimento, l’annullamento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio e non sussista la separazione personale dei coniugi (i termini sono ridotti della metà in presenza di figli nati o adottati dai coniugi);

 per beneficio di legge:

(18)

CAPITOLO I – ORDINAMENTO GIURIDICO E STATO

11

– lo straniero o l’apolide, del quale il padre o la madre o uno degli ascendenti in linea retta di secondo grado sono stati cittadini per nascita (art. 4):

a. se presta effettivo servizio militare per lo Stato italiano e dichiara preventivamente di voler acquistare la cittadinanza italiana;

b. se assume pubblico impiego alle dipendenze dello Stato, anche all’estero, e dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana;

c. se, al raggiungimento della maggiore età, risiede legalmente da almeno due anni nel territorio della Repubblica e dichiara, entro un anno dal raggiungimento, di voler acquistare la cittadinanza italiana;

– lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta data;

 per naturalizzazione, quando ricorrano i presupposti di cui all’art. 9, il quale stabilisce che la cittadinanza italiana può essere concessa con decreto del Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato, su proposta del Ministro dell’interno:

– allo straniero del quale il padre o la madre o uno degli ascendenti in linea retta di secondo grado sono stati cittadini per nascita, o che è nato nel territorio della Repubblica e, in entrambi i casi, vi risiede legalmente da almeno tre anni;

– allo straniero maggiorenne adottato da cittadino italiano che risiede legalmente nel territorio della Repubblica da almeno cinque anni successivamente alla adozione;

– allo straniero che ha prestato servizio, anche all’estero, per almeno cinque anni alle dipendenze dello Stato;

– al cittadino di uno Stato membro delle Comunità europee se risiede legalmente da almeno quattro anni nel territorio della Repubblica;

– all’apolide che risiede legalmente da almeno cinque anni nel territorio della Repubblica;

– allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.

– allo straniero quando questi abbia reso eminenti servizi all’Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato.

Con il d.l. 4 ottobre 2018, n. 113, conv. nella l. 1 dicembre 2018, n. 132, il legislatore ha richiesto per l'acquisto della cittadinanza italiana per matrimonio e per concessione di legge anche il possesso da parte dell'interessato di un'adeguata conoscenza della lingua italiana: invero, i richiedenti, che non abbiano sottoscritto l'accordo di integrazione o che non siano titolari di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, sono tenuti, all'atto della presentazione dell'istanza, ad attestare il possesso di un titolo di studio rilasciato da un istituto di istruzione pubblico o paritario ovvero a produrre apposita certificazione rilasciata da un ente certificatore riconosciuto dal Ministero dell'istruzione, dell’università e della ricerca e dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

Ius soli

Come esaminato, la cittadinanza italiana si acquista iure sanguinis, cioè se si nasce o si è adottati da cittadini italiani. Esiste una possibilità residuale di acquisto iure soli, se si nasce sul territorio italiano da genitori apolidi o se i genitori sono ignoti o non possono trasmettere la propria cittadinanza

(19)

PARTE I – LO STATO

12

al figlio secondo la legge dello Stato di provenienza. In estrema sintesi, altre possibilità di acquisto della cittadinanza per gli stranieri sono legate alla residenza per lungo tempo nel nostro Paese oppure al matrimonio con un cittadino italiano. Infatti, la cittadinanza può essere richiesta anche dagli stranieri che risiedono in Italia da almeno 10 anni e sono in possesso di determinati requisiti (ad es.

redditi sufficienti al sostentamento, assenza di precedenti penali, assenza di motivi ostativi per la sicurezza della Repubblica) oppure che abbiano contratto matrimonio con un italiano.

Negli ultimi anni, dato il massiccio aumento dei flussi migratori, la questione della riforma della legge sulla cittadinanza è al centro del dibattito politico: in particolare, si discute sulla possibilità di estendere i casi di acquisizione della cittadinanza per nascita a favore di chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno soggiornante regolarmente e da lungo periodo in Italia (cd. ius soli), nonchè sull'introduzione di una nuova forma di acquisto della cittadinanza a seguito di un percorso scolastico (ius culturae).

C) Preclusione, perdita e riacquisto della cittadinanza

La medesima l. n. 91/1992 prevede poi i casi in cui l’acquisto della cittadinanza può essere precluso o la cittadinanza può essere perduta o ad essa si può rinunciare.

Nel dettaglio, precludono l’acquisto della cittadinanza (art. 6):

– la condanna per uno dei delitti previsti nel libro secondo, titolo I, capi I, II e III, del codice penale;

– la condanna per un delitto non colposo per il quale la legge preveda una pena edittale non inferiore nel massimo a tre anni di reclusione; ovvero la condanna per un reato non politico ad una pena detentiva superiore ad un anno da parte di una autorità giudiziaria straniera, quando la sentenza sia stata riconosciuta in Italia;

– la sussistenza, nel caso specifico, di comprovati motivi inerenti alla sicurezza della Repubblica.

Il cittadino italiano perde la cittadinanza, invece:

– se, avendo accettato un impiego pubblico o una carica pubblica da uno Stato o ente pubblico estero o da un ente internazionale cui non partecipi l’Italia, ovvero prestando servizio militare per uno Stato estero, non ottempera, nel termine fissato, all’intimazione che il Governo italiano può rivolgergli di abbandonare l’impiego, la carica o il servizio militare;

– se, durante lo stato di guerra con uno Stato estero, abbia accettato o non abbia abbandonato un impiego pubblico od una carica pubblica, od abbia prestato servizio militare per tale Stato senza esservi obbligato, ovvero ne abbia acquistato volontariamente la cittadinanza, perde la cittadinanza italiana al momento della cessazione dello stato di guerra.

Inoltre, l’art. 14 del d.l. 4 ottobre 2018, n. 113, conv. nella l. 1° dicembre 2018, n.

132, ha previsto la revoca della cittadinanza (acquisita per matrimonio o naturalizzazione o concessa allo straniero nato e residente in Italia fino alla maggiore età) in caso di condanna definitiva per reati di terrorismo ed eversione.

Chi ha perduto la cittadinanza la riacquista:

– se presta effettivo servizio militare per lo Stato italiano e dichiara previamente di volerla riacquistare;

– se, assumendo o avendo assunto un pubblico impiego alle dipendenze dello Stato, anche all’estero, dichiara di volerla riacquistare;

– se dichiara di volerla riacquistare ed ha stabilito o stabilisce, entro un anno dalla dichiarazione, la residenza nel territorio della Repubblica;

(20)

CAPITOLO I – ORDINAMENTO GIURIDICO E STATO

13

– dopo un anno dalla data in cui ha stabilito la residenza nel territorio della Repubblica, salvo espressa rinuncia entro lo stesso termine;

– se, avendola perduta per non aver ottemperato all’intimazione di abbandonare l’impiego o la carica accettati da uno Stato, da un ente pubblico estero o da un ente internazionale, ovvero il servizio militare per uno Stato estero, dichiara di volerla riacquistare, sempre che abbia stabilito la residenza da almeno due anni nel territorio della Repubblica e provi di aver abbandonato l’impiego o la carica o il servizio militare, assunti o prestati nonostante l’intimazione.

Infine, ai sensi dell’art. 11, il cittadino che possiede, acquista o riacquista una cittadinanza straniera conserva quella italiana (divenendo bipolide), ma può ad essa rinunciare qualora risieda o stabilisca la residenza all’estero. Inoltre, i figli minori di chi acquista o riacquista la cittadinanza italiana, se convivono con esso, acquistano la cittadinanza italiana, ma, divenuti maggiorenni, possono rinunciarvi, se in possesso di altra cittadinanza (art. 14).

Infine diritto alla cittadinanza italiana è riconosciuto ai soggetti che siano stati cittadini italiani (e ai loro discendenti), già residenti nei territori facenti parte dello Stato italiano successivamente ceduti alla Repubblica jugoslava in forza del Trattato di pace firmato a Parigi il 10 febbraio 1947 ovvero in forza del Trattato di Osimo del 10 novembre 1975.

Reddito di cittadinanza

Al centro dell’attuale dibattito politico-istituzionale vi è il tema del cd. reddito di cittadinanza: si tratta di una misura di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, che si inserisce nel quadro di politiche volte al sostegno economico e all’inserimento sociale dei soggetti a rischio di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro. Tale misura è stata introdotta dal d.l. 28 gennaio 2019, n, 4, che riconosce ai nuclei familiari un beneficio economico temporaneo in presenza di alcuni requisiti.

In particolare, sotto il profilo della residenza o soggiorno sul territorio italiano, il richiedente deve essere:

a) in possesso della cittadinanza italiana o di Paesi dell’Unione europea, ovvero cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;

b) residente in Italia da almeno 10 anni al momento della presentazione della domanda, di cui gli ultimi 2 anni in modo continuativo.

Sotto il profilo economico, invece, il nucleo familiare deve dimostrare la sussistenza di requisiti di reddito e di patrimonio inferiori a determinate soglie stabilite dal decreto.

Infine, è previsto un ulteriore requisito del godimento dei beni durevoli, in quanto nessun componente del nucleo familiare deve essere intestatario di beni mobili registrati.

D) Cittadinanza europea

Un regime peculiare spetta ai cittadini di uno Stato membro dell’Unione europea. Il Trattato di Maastricht ha configurato per la prima volta la cittadinanza europea, la quale si aggiunge (e non si sostituisce) a quella nazionale dei singoli Stati membri di appartenenza.

Da essa derivano diritti civili e politici, tra i quali:

– il diritto di entrare, risiedere e circolare liberamente in ogni Stato membro dell’Unione europea;

– l’esercizio dell’elettorato attivo e passivo nelle elezioni comunali ed europee, di cui godono i residenti (anche se non cittadini) di uno Stato membro;

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