19 aprile 2020 II DOMENICA DI PASQUA
“in albis” o “della divina misericordia”
Carissimi,
questa seconda domenica di Pasqua (eh, sì: è ancora il giorno di Pasqua) ha due nomi. Uno più antico e uno molto più recente. I primi cristiani, che riceve- vano il battesimo nella veglia pasquale, portavano l’abito bianco – segno della vita nuova ricevuta – per una settimana intera, fino alla domenica successiva, ap- punto “in albis… deponendis”, ovvero il giorno in cui si deponeva l’abito bianco per tornare alla normalità. Ma lo si smetteva solo “esteriormente”, perché la persona ormai era totalmente rinnovata in Gesù… non era più l’abito a dover parlare, ma la vita. “Rivestitevi di Cristo” suggeriva san Paolo… e non stava par- lando di stoffe e tessuti! Anche noi da piccoli (lo si fa ancora oggi), appena bat- tezzati, siamo stati rivestiti di bianco… Oggi dovremmo chiederci che ne abbiamo fatto del nostro battesimo, forse che assieme al vestito battesimale un po’ alla volta abbiamo dismesso anche la vita cristiana? Questi giorni di distanziamento sociale e liturgico-comunitario ci mettono alla prova: di che cosa, di chi sono ri- vestiti i nostri pensieri, i nostri sentimenti e le nostre azioni?
Più recentemente, sotto la forte spinta del papa san Giovanni Paolo II, si è in- trodotta in questo giorno la “Festa della Divina Misericordia”, originata dalla de- vozione di una mistica polacca (suor Faustina Kowlaska) vissuta nei primi decenni del ’900. Il senso è chiaro: rimettere al centro dell’attenzione la grande miseri- cordia, l’immenso amore di Gesù, in forza del quale egli ha dato la sua vita per noi. Lo ripeteremo più volte nel salmo di oggi “Il suo amore è per sempre!”.
Credo che anche il secondo aspetto di questa domenica ci interroghi su una que- stione tanto fondamentale, quanto semplice da esprimere: certo, Gesù ci ama;
ma noi amiamo lui?
Fermiamoci qualche istante sulla Parola che oggi risuona nell’Eucaristia. Il van- gelo ci riporta alla sera stessa di Pasqua, quando Gesù si rendere presente nel ce- nacolo dove si trovavano i suoi discepoli, ben barricati per paura, tranne uno:
Tommaso, e sappiamo come andrà a finire. Sarà presente la settimana successiva (Gesù presente di otto giorni, in otto giorni: nasce la domenica!), e questa volta Tommaso, pur con fatica, si aprirà alla fede e alla gioia del Signore Risorto. Proprio come noi.
Mi colpisce particolarmente però la seconda lettura: un piccolo brano dalla prima lettera di Pietro. La prima frase mette assieme tutto: “Sia benedetto Dio e
Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia [domenica della misericordia] ci ha rigenerati [il battesimo: domenica in albis], mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti [domenica di Pasqua]”.
Questa è il senso della celebrazione domenicale, che adesso, giustamente, tanto ci manca. Ogni domenica noi facciamo memoria – ci siamo già soffermati sul senso profondo di questa “memoria” – della misericordia di Dio, partecipiamo alla passione-morte-risurrezione di Gesù, torniamo alle radici del nostro essere cri- stiani. Per dirla con le parole del vangelo, alla domenica, anche noi – come Tom- maso – mettiamo “la mano nel costato, nel fianco di Gesù”, cioè possiamo fare esperienza della sua risurrezione e della sua presenza vera in mezzo a noi; ogni domenica ravviviamo la nostra fede in lui e gli diciamo “Mio Signore e mio Dio”.
Speriamo di poter tornare a farlo presto… nel frattempo non perdiamo l’occasione di fare quello che ci è possibile: leggere la Parola e pregare, in famiglia.
La seconda lettura ci ricorda una realtà fondamentale: “Siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove”. La gioia e le prove. Una compresenza paradossale, così come la croce e il sepolcro vuoto, la morte e la vita… Questo fa parte del nostro essere uomini. D’istinto ci ver- rebbe da prendere uno solo degli aspetti (la gioia, la risurrezione, la vita) ed evi- tare l’altro (le prove, la croce, la morte), ma ci accorgiamo che non è possibile: la realtà è più “dura” della nostra volontà e dei nostri desideri, la tensione gioia- prove è ineliminabile (come è evidente in tempi di coronavirus!!). Come fare al- lora? Dipende dal nostro “sguardo”. Se ci fermiamo solo a noi stessi, allora sarà una questione di “è andata bene / è andata male” o al massimo di “fortuna/sfor- tuna”, che si risolve nell’autosuggestione “tutto andrà bene”…
Se invece “rivestiamo” i nostri pensieri e le nostre emozioni di Gesù Risorto, allora tutto assume un’altra prospettiva: lui è il vincitore, lui è la fine anzi il fine della storia e della nostra esistenza, lui è “la salvezza delle anime”. Allora la prova, in questa prospettiva, può diventare un momento di crescita, di purifica- zione (e quanto ne abbiamo bisogno!), perché tutto “torni a vostra lode, gloria e onore”. In pratica: non siamo abbandonati a un cieco destino, ma siamo nelle mani sicure, amorevoli e misericordiose del Risorto vittorioso.
Conclusione con il vangelo di oggi: “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”.
Buon tempo pasquale a tutti!… (in casa)
Don Corrado
II DOMENICA DI PASQUA
(“in albis” o della Divina Misericordia) Colletta
Signore Dio nostro, che nella tua grande misericordia ci hai rigenerati a una spe- ranza viva mediante la risurrezione del tuo Figlio, accresci in noi, sulla testimo- nianza degli apostoli, la fede pasquale, perché aderendo a lui pur senza averlo vi- sto riceviamo il frutto della vita nuova. Per il nostro Signore... Amen.
Prima lettura
Dagli Atti degli Apostoli (At 2,42-47)
[Quelli che erano stati battezzati] erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.
Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le lo- ro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno.
Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle ca- se, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo.
Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale
Rendete grazie al Signore perché è buono:
il suo amore è per sempre. (Sal 117)
Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne: «Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».
Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, ma il Signore è stato il mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze.
La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!
PARROCCHIA SAN PIETRO ORSEOLO viale don Luigi Sturzo, 21 - 30174 Mestre VE
www.sanpietroorseolo.it tel. 041 8011245 — [email protected]
19 aprile
2020
Seconda lettura
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo (1Pt 1,3-9)
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete cu- stoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ul- timo tempo.
Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, af- flitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco –, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e glo- riosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Sequenza
Alla vittima pasquale, s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’Agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.
Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.
«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto, e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto: precede i suoi in Galilea».
Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi.
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia. Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! Alleluia.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Giovanni. Gloria a te, o Signore. (Gv 20,19-31)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco.
E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A colo- ro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Ge-
sù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tom- maso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi dis- se a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tom- maso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
Preghiera universale
Uniti in preghiera come gli apostoli, ci rivolgiamo al Signore perché ascolti la voce di quanti lo invocano con cuore sincero. Diciamo assieme: Gesù Risorto, ascoltaci.
1. O Signore, rendi forte la tua Chiesa in questo momento di difficoltà, perché possa testimoniare la speranza che viene dalla tua vittoria sul male e sulla morte, ti preghiamo.
2. O Signore, accogli le vittime di questa pandemia nella vita nuova che tu hai inaugurato e dona speranza a quanti attraversano momenti di crisi e difficoltà, specialmente a causa dell’incertezza per il futuro, ti preghiamo.
3. Per quanti faticano a credere alla tua risurrezione: o Signore, attira ogni uomo a te con la tua misericordia perché tutti comprendiamo sempre più la gioia di essere tuoi discepoli, ti preghiamo.
4. Per noi e per tutte le comunità cristiane: donaci, o Signore, di poter tornare presto a sperimentare la gioia di accogliere insieme la Parola di Dio, di cele- brare l’Eucaristia, di vivere una vera condivisione fraterna, ti preghiamo.
O Padre, effondi la tua misericordia, perché tutti comprendiamo l’inestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha redenti. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Preghiera di san Giovanni Paolo II alla Divina Misericordia
Dio, Padre misericordioso,che hai rivelato il Tuo amore nel Figlio tuo Gesù Cristo, e l’hai riversato su di noi nello Spirito Santo, Consolatore,
Ti affidiamo oggi i destini del mondo e di ogni uomo.
Chìnati su di noi peccatori,
risana la nostra debolezza, sconfiggi ogni male,
Fa’che tutti gli abitanti della terra sperimentino la tua misericordia, affinché in Te, Dio Uno e Trino,
trovino sempre la fonte della speranza.
Eterno Padre,
per la dolorosa Passione e la Risurrezione del tuo Figlio, abbi misericordia di noi e del mondo intero. Amen.
Preghiera del Patriarca alla Madonna della salute
Madonna della Salute, Vergine potente,Madre amorevolissima, come tuoi figli ritorniamo a te,
a te ci rivolgiamo
per affidarci alla tua materna protezione.
Facciamo memoria dei tanti benefici che mai hai fatto mancare a chi, con fede, amore e cuore contrito,
ti ha invocata come sua Madre.
Soccorrici ancora una volta, manifesta la tua onnipotenza supplice
e invoca da Gesù tuo Figlio, nostro Santissimo Redentore, la salute, la salvezza e la pace
a tutto il suo popolo.
Madonna della Salute,
consacriamo al tuo Cuore Immacolato la città di Venezia e le nostre terre venete.