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REGIONE SICILIA COMUNE DI BAGHERIA (PA) CAVA DI INERTI CALCAREI. Progetto per il rinnovo del sito estrattivo della Cava Consona

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PROGETTAZIONI-SERVIZI-CONSULENZEAMBIENTALI DOTT.GIUSEPPETAGLIARENI ficiodiPalermo:90151-Viamercurion.14/b .337967101-Fax0312281505-e-mail:geogita@gmail.com

del 01-02-2021

Elaborato 15 Lav. L-17270B

Il Progettista

COMUNE DI BAGHERIA (PA)

CAVA DI INERTI CALCAREI

Progetto per il rinnovo del sito estrattivo della Cava Consona

Azienda:

In Amministrazione Giudiziaria Contrada Consona – snc

Tel. 091964471 - Fax 0918169559 Email:

P.E.C.: cavaconsona@pecsoluzioni.it

CAVA CONSONA S.r.l.

cavaconsona@gmail.com

L’Amministratore giudiziario

PIANO DI RECUPERO E

MONITORAGGIO AMBIENTALE

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Piano di Recupero e Monitoraggio Ambientale

PROGETTO ESECUTIVO DELLE OPERE DI RIQUALIFICAZIONE PAESAGGISTICA ED AMBIENTALE DELL'AREA DI CAVA CONSONA

NEL COMUNE DI BAGHERIA (PA)

PREMESSE

Il presente piano di recupero ambientale afferisce ed è parte integrante del progetto di coltivazione a corredo dell’istanza di rinnovo dell’autorizzazione alla coltivazione della cava di calcare denominata “Consona” sita nell’omonima contrada del Comune di Bagheria ed esercita dalla società Cava Consona s.r.l. in Amm.ne Giudiziaria di Bagheria.

Il documento è stato redatto secondo le indicazioni delle norme tecniche di attuazione relative ai piani dei materiali da cava e dei materiali lapidei di pregio approvati a livello regionale, oltre le Linee guida piano territoriale paesistico regionale.

Le finalità del progetto consistono nella rinaturazione del sito estrattivo e nel conseguimento di una corretta regimazione delle acque meteoriche a medio e lungo termine.

Per la redazione del progetto di rinaturalizzazione sono state attenzionate le indicazioni del C.T.S. inserite nel D.A. n.217 del 23/07/2020 dell'Assessorato Regionale del Territorio e dell'Ambíente, visto l'esito positivo il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi dell'art.25 del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii..

II presente "Piano delle opere di recupero ambientale" viene redatto a seguito della richiesta effettuata dalla ditta esercente per il rinnovo dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività estrattiva.

L'attività in esame è localizzata su terreni di proprietà della ditta Buttitta Salvatore che ha ceduto in affitto il ramo di azienda a Buttitta Giuseppe nel 2003 e successivamente, dopo il sequestro dei beni effettuato dall'Autorità Giudiziaria, è stato fatto il sub-ingresso della azienda Cava Consona srl, come documentato negli allegati trasmessi. Pertanto i terreni ricadono nei fogli di mappa catastali nn°15 e 16 del N.C.T. di Bagheria, per estensione

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complessiva di 273.744 mq, di cui 221.000 mq interessati alla coltivazione, ed i rimanenti 55.744 mq a rispetto e pertinenze.

L'autorizzazione in virtù della quale la cava è in esercizio è stata rilasciata dal Distretto Minerario di Palermo at sensi dell'art.66 della L.R.S. N.127/80 (la cava era preesistente alla data di entrata in vigore della legge suddetta), giusta autorizzazione n.08/05 - 35 R1 PA del 04 maggio 2005, successivamente integrata a seguito del provvedimento di N.O. n. 4166/T del 13 marzo 1998 emesso dalla Soprintendenza di Palermo.

I suoli presenti nell'area in esame ed in tutto il circondario sono ascrivibili all'associazione dei "Litosuoli - Roccia affiorante con terre rosse residuali". Nell'ambito territoriale considerato lo spessore del terreno, mediamente pari a circa venti cm, è rappresentato prevalentemente dalle terre rosse accumulatesi fra le rocce affioranti e nelle fessurazioni carsiche. A luoghi, in corrispondenza delle zone di fondovalle, possono riscontrarsi ampie zone di accumulo.

L'area interessata dal progetto, essendo stata oggetto di attività estrattiva, si trova in massima parte priva di terreno di copertura, tranne che per le aree ad occidente, di pertinenza della cava, che presentano spessori variabili da un metro a oltre venti, costituiti anche in parte da detriti terrosi.

II progetto di recupero approvato dalla Soprintendenza prevede un intervento sui lati Ovest e Sud della cava al fine di attenuare l'impatto visivo della zona dall'autostrada A19 e dal centro abitato di Bagheria (V.foto 1, 2) che costituiscono i principali punti di osservazione, poichè interessano le alzate dei gradini compresi tra le quote 209-187 e di q.

172 sul lato Ovest (in fase di completamento, V. foto 10) e le alzate dei gradini di q.232 e 217 sul lato Sud (già completate, V. foto 7, 12, 15), con una riprofilatura delle pareti mediante la creazione di gradini di 5 m di pedata e 5 m di alzata, con una scarpata di circa 80°, spinti, sostanzialmente, i lavori di sistemazione fino al limite di disponibilità dell'area in autorizzazione.

L'attività estrattiva prosegue partendo dalle zone più alte – ad aggi giunte a quote tra 230 e 200 m slm – per arrivare gradualmente alle quote più basse, così come previsto nel

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progetto generale già autorizzato, garantendo in ogni caso la possibilità di eseguire le opere di recupero dell'ambiente contestualmente e contemporaneamente alla progressione delle opere di coltivazione, come rappresentato nella documentazione fotografica che esprime le varie essenze spontanee e piantumate, il metodo di costituzione dei gradoni e delle pedate con la terra vegetale, gli impianti di irrigazione e la relativa manutenzione.

I lavori di riconformazione delle pareti sono effettuati con ricorso al preminaggio e con l'impiego di mezzi meccanici, hanno consentito di avviare e concludere l'intervento di recupero nella parte alta da estendere progressivamente alla parte bassa della cava.

L'intervento previsto per l'area in esame si è integrato per merito della risistemazione di tipo vegetazìonale e paesaggistica dell'area sud, reinserendola nel contesto circostante attraverso la piantumazione di essenze e arbusti ad elevata capacità e, quindi, di colonizzazione ed inerbimento dei luoghi, come previsto dalle prescrizioni da progetto di coltivazione approvato nel 2005.

Il recupero ha previsto, altresì, la disposizione delle piante arbustive in prossimità del ciglio dei gradini e cespugli in prossimità del piede delle scarpate, lasciando, a luoghi, del materiale a mo' di cumulo in modo da conferire at luoghi medesimi un aspetto più naturale, imbrattando di terra tutti i fronti già al termine della coltivazione per dar modo di fare attecchire nelle nicchie delle pareti più essenze possibili, creando delle irregolarità nei profili sub-orizzontali.

L'impianto di varie essenze, tra le quali Carrubo, Pinus halepensis e Olivastro, insieme a Fico d'india e Cappero integra l'intervento di piantumazione, con l'aggiunta di Gramìgna, Ginestra, Euforbia e Lentisco sui ripiani e sui pendii a piccola inclinazione, per una prima ricolonizzazione dell'area, e insediamento, sulle pareti sub-verticali delle fronti, tecnicamente possibile con l'idrosemina, nel rispetto delle norme sulla sicurezza, di una vegetazione rupicola costituita da Assenzio arbustivo e di specie pioniere quali la Gramigna.

(V. foto 13, 22, 23, 27, 28, 30, 31, 32)

Si ripropongono le specie floristiche approvate dalla Sovrintendenza dei BB.CC.AA.

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nel provvedimento propedeutico al progetto approvato nel 2005 e qui di seguito indicate:

Specie Nome botanico Zone preferenziali d'impianto

Ginestra odorosa Spartium junceum Gradini esposti da Nord a Sud in prossimità dei cigli Ginestra spinosa Calicotome spinosa Gradini esposti ad Ovest in prossimità dei cigli e piazzali Lentisco Pistacia Ientiscus Gradini esposti ad Est e Sud in prossimità di cigli e

piazzali

Rovo Rubus fruticosus Gradini e piazzali

Euforbia Euforbia dendroides Gradini esposti ad Ovest in prossimità di cigli e piazzali Ampelodesma Ampelodesma tenax Gradini esposti ad Ovest in prossimità dei cigli e piazzali Assenzio arbustivo Artemisia arborescens Gradini esposti a Sud in prossimità delle pareti

Carrubo Ceratonia siliqua Gradini esposti ad Est e Nord in piazzali e viabilità Olivastro Olea oleaster Gradini esposti ad Ovest e piazzali

Fico d'India Opuntia ficus indica Gradini esposti da Nord a Sud e piazzali Cappero Capparis spinosa Gradini esposti a Nord e ad Est e piazzali Gramigna Cynodon dactylon Gradini e piazzali

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POSIZIONE GEOGRAFICA DEI LUOGHI

L'area interessata dalla cava ricade nella tav. "Bagheria" F°250 III S.O. della Carta d'ltalia edita dall'I.G.M. a scala 1:25.000 e rappresentata all'interno della Carta Tecnica Regionale a scala 1:10000 nelle Sez. 595100 e 595110 (V. cartografie allegate).

Essa è ubicata, in direzione SW, a circa 1 Km dal centro abitato di Bagheria dal quale rimane separata dall'autostrada A19 PA-CT che si snoda secondo la direzione NW-SE.

Essa, localizzata su Monte Consona, è dislocata su un'area compresa tra le quote 127 e 452 m s.l.m. ad Est dell'asse costituito da Monte Giancaldo (q. 313 m s.l.m.), Cozzo Brigandi (q.299 m s.l.m.), Monte Lanzarotti (q. 249 m s.l.m.) e Monte Porcara (q. 388 m s.l.m.). Le coordinate geografiche all'ingresso sono (V. foto satellitare):

Latitudine N 38° 03' 56" - Longitudine E 13° 30' 00" - Altitudine 210m s.l.m..

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OPERE DI RECUPERO AMBIENTALE REALIZZATE DALL'ANNO 2005 AD OGGI Le opere di recupero ambientale hanno interessato principalmente i gradini posti a sud della cava, le cui pedate sono situate indicativamente alle quote 239-232-227- 222- 217- 202_m s.l.m., come previsto nel progetto approvato dalla Soprintendenza, con la definizione del gradino di testa a q.239 ed il relativo recupero (V. foto 5), l'estensione dell'intervento di sistemazione sul gradino di pedata a q.232, ma anche su varie zone dello scavo a diverse quote attraverso inerbimento di porzioni che hanno favorito il processo di rivegetazione dell'area e creando i presupposti ecologici, nonché, essenzialmente, nella periodica bonifica delle fronti di abbattimento ultimati, oltre che nell'ulteriore rafforzamento della fascia di protezione alberata nella zona a perimetro della cava.

Le aree a contorno dell'area di coltivazione, anch'esse parzialmente degradate da estrazione di materiali o da picoli sbancamenti svolti in precedenza, che non sono interessate dall'attività estrattiva e che rientrano all'interno dell'area "in disponibílità" della Società, sono state assoggettate ad opere di riqualificazione paesaggistica ed ambientale, che sono state iniziate dall'anno 2005 e sono oggi ben evidenti (V. foto 6, 8, 9, 13, 14).

OPERE DI RECUPERO AMBIENTALE PREVISTE DALL'ANNO 2020 IN AVANTI La ditta esercente prevede di dare continuità ai lavori per la sistemazione dei gradoni in via di ultimazione e delle pareti come previsto in progetto, interessando porzioni di giacimento, come già indicato precedentemente, per le quali non si creeranno interferenze con i lavori di coltivazione vera e propria, ed in particolare la parzializzazione delle porzioni a quote sempre più basse situate nelle zone Sud della cava, precedentemente descritta, con la definizione dei gradini previsti nella parte tra le quote 217 e 192 m s.l.m. e l'estensione dei lavori di riqualificazione nella zona Ovest raccordando i gradoni con la rimanente porzione di giacimento, la qual cosa consentirà, nell'ambito dei lavori di coltivazione, l'accesso ed estendere progressivamente gli interventi di sistemazione ambientale alle quote inferiori via via interessate, procedendo così nell'avanzamento dei lavori, sia di coltivazione che di sistemazione ambientale ottenendo un miglioramento paesaggistico (V. foto16).

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TECNICHE DI RIQUALIFICAZIONE E ASPETTI CLIMATICI

Si ribadiscono le modalità di riqualificazione inserite nel progetto attualmente in vigore e già adottate nelle porzioni di cava giunte a fine coltivazione :

Durante l'esecuzione dei lavori di coltivazione su ciascun gradone si riporterà, sulla pedata sovrastante - già morfologicamente definito - uno strato di terreno vegetale di spessore non inferiore a 50 ÷ 100 cm, mentre sacche di materiale terroso si disporranno con opportuni accorgimenti su tutti i fronti per colmare asperità, buche e pareti inclinate;

Contemporaneamente alle essenze previste, sarà messo a dimora anche un congruo numero di essenze arboree di alto fusto disposte con struttura e localizzazione irregolari, in modo da costituire ampie zone a macchia. Le essenze arboree dovranno essere impiantate in buche di dimensioni non inferiori al diametro di m 1,00 ed uguale profondità, riempite di terreno vegetale della migliore qualità;

Per quanto riguarda gli interventi di ricostruzione della vegetazione, sarà realizzato anche il recupero delle fronti dei gradoni, nel rispetto delle norme sulla sicurezza dei lavoratori, procedendo alla riconfigurazione morfologica dei fronti medesimi e al loro rinverdimento utilizzando la tecnica "idrosemina" (nelle porzioni più impervie) o altre tecniche di ingegneria naturalistica, che consentano un reale attecchimento delle essenze vegetali e il loro mantenimento nel tempo. Sulle pedate dei gradini intermedi, dopo aver provveduto al disgaggio delle porzioni rocciose instabili, si dovrà insediare una vegetazione rupicola costituita da elementi della flora autoctona e di specie arbustive pioniere locali;

Le opere di recupero ambientale già eseguite sui gradoni e sulle pedate intermedie già definiti dovranno essere manutentate ed eventualmente potenziate. A tal fine potranno

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essere eseguite, entro il primo anno a partire dalla data di rinnovo dell'autorizzazione, ulteriori opere di rinaturazione del sito mediante l'idrosemina delle superfici sub- verticali dei fronti dei gradoni, il rivestimento, ove possibile, dei fronti con successivo impianto di essenze come ad esempio: Artemisia arborescens, Ampelodesma tenax, Euphorbia dendroides, compresa la realizzazione di opere per la stabilizzazione delle terre già riportata;

In ogni fase del periodo di vigenza dell'autorizzazione, saranno comunque effettuate le ordinarie ed, eventualmente, le straordinarie cure colturali necessarie alla conservazione e allo sviluppo degli impianti vegetali eseguiti e sarà curata regolarmente la manutenzione ordinaria e straordinaria di tutte le opere e i lavori di recupero ambientale (come già effettuato negli scorsi anni), affinché accresca nel tempo l'effetto di schermatura man mano che la riqualificazione paesaggistica avanza naturalmente;

Entro il periodo di vigenza dell'autorizzazione saranno mantenute ed eventualmente recuperate, dal punto di vista ambientale, tutte le aree di servizio e di rispetto della cava;

Inoltre, in relazione alle opere destinate alla riqualificazione ambientale dei luoghi, la società esercente dovrà produrre e trasmettere annualmente (come già attemperato secondo la prescrizione della Soprintendenza) una documentazione esplicativa comprendente:

a) Una relazione tecnica che contenga la descrizione del nuovo assetto morfologico dell'area derivato dei lavori di coltivazione mineraria e di recupero ambientale già effettuati e l'illustrazione delle opere di riconfigurazione morfologiche e paesistica necessarie sia per la diminuzione della visibilità della cava dalle vie di transito stradale, sia per la preparazione del sito dell'impianto della vegetazione;

b) Planimetrie e sezioni in numero adeguato e a scala opportuna che evidenzino la progressione dei lavori di recupero ambientale, le fasi di articolazioni dei medesimi

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in funzione dell'avanzamento delle opere minerarie e i loro rapporti di successione temporale e spaziale;

c) Una adeguata documentazione fotografica in originale e a colori dello stato dei luoghi (non fotocopie a colori o immagini elaborate elettronicamente), che evidenzi, con riprese sia panoramiche sia di dettaglio, lo stato di avanzamento delle opere di riqualificazione ambientale di ciascun gradone;

A parere dello scrivente il recupero ambientale e la rinaturalizzazione di aree “degradate”, vanno promosse come opportunità che può aprire la strada a nuovi stimoli, sia nel campo scientifico che in quello sociale, verso un obiettivo che accomuna i vari aspetti sociali, cioè, quello di far conoscere, valorizzare, preservare e tutelare la nostra identità geo-storica, col fine di ripristinare le condizioni naturali e, ove possibile, le condizioni ambientali conformi agli interessi fondamentali della collettività.

Per i motivi su esposti, le ricostruzioni naturalistiche sono state improntate collegando tutti i gradoni tra loro per ottenere dei percorsi pedonali o ciclabili, così da non rendere solo estetico tutto i lavoro fatto per la rinaturalizzazione, in quanto si adottato tale metodo per rendere fruibile, nell'immediato e nel futuro, ciò che è stato costruito.

Dette aree saranno rese a disposizione della collettività che potrà apprezzare e rendersi partecipe della evoluzione territoriale, avendo a disposizione un territorio che è stato negato per concedere spazio alle opere di estrazione dei materiali a favore delle infrastrutture edili e dare modo di implementare, con la rinaturalizzazione, le attività prima floristica e faunistica, e, poi tra la natura e l'uomo.

Saranno previste delle aree in piano, di maggiori dimensioni, dove verranno allestite con panchine naturali con punti letterari di libri, testi, sculture, foto, ecc. messi a disposizione del pubblico.

Le scuole, i club e le associazioni di categoria culturale e sportiva hanno aderito con favore all'iniziativa presentando dei progetti di visite guidate a vario titolo e livello, di adozione di un albero per ogni bambino che potrà apporre una etichetta dedicata, dove

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il filo conduttore deve essere fare aumentare la sensibilità ed il rispetto per la natura e l'ambiente oltre alla modalità corretta del trattamento dei rifiuti nel rispetto dell'ambiente.

La menzionata struttura/attività trova corrispondenza, in allineamento con la direttiva Europea, nel fatto che tutte le aree sono state trattate per ottenere un ambiente più resiliente ai fenomeni climatici ed atropici andando dall’ecosistema all’insediamento urbano, la resilienza è stata definita dall’Agenzia Europea dell’Ambiente come “la capacità di un sistema sociale o ecologico di assorbire i disturbi, mantenendo nel contempo la medesima struttura di base e modalità di funzionamento”.

Adottare un sistema resiliente significa dunque identificare i punti critici in relazione alle possibili ingerenze, ed esaminare la capacità di risposta. Come dimostrato dalle pratiche, l’approccio alla resilienza in primo luogo implica lo spostamento del fuoco dalle “soluzioni/strumenti” al processo (Duit et al., 2010), cioè il percorso di scelte, progetti e interventi che accompagnano il percorso di “trasformazione” (processo) o di transizione verso rinnovate condizioni dei sistemi (territoriali ed urbani) al fine di permettere rinnovati stati di equilibrio all’interno di esso.

A livello superiore si potranno elaborare strumenti per facilitare l’ottimizzazione dei rapporti con la pianificazione a livello comunale e infracomunale, per aumentare e coordinare la capacità di pianificazione comunale e facilitare la collaborazione pubblico-privato, anche in conformità agli impegni prescritti nella recente iniziativa Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia il tutto in un concetto più ampio di applicazione di modelli di economia circolare. Purtroppo fino ad oggi solo alcuni Comuni del nord ed alcune Città metropolitane hanno adottato misure volte all'applicazione dei sistemi di resilienza.

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SISTEMA CLIMATICO

In particolare, nei successivi capitoli, sono posti in evidenza gli aspetti peculiari relativi al regime climatico dei luoghi, all’assetto idrografico locale alle associazioni faunistiche e vegetali di riferimento nonché agli habitat riscontrabili nel circondario. Il paesaggio agrario bagherese è caratterizzato dai “giardini”, in prevalenza limoni, aranceti e mandarini, che si sono estesi per la ricchezza di acque e per la fertilità del suolo in tutta la fascia litoranea risalendo sui versanti terrazzati delle colline e lungo i corridoi delle valli verso l’interno.

La vegetazione climatogena è generalmente costituita da una macchia bassa formata da arbusti e alberelli sempreverdi riferibile a varie espressioni dell’OleoCeratonion insediate negli ambienti più caldi e aridi, nei pendii prossimi al mare, spesso su litosuoli o rocce calcaree affioranti queste formazioni sono in prevalenza sostituite da associazioni ad Ampelodesmos mauritanicus, insediate nelle aree disboscate o incendiate e in seguito abbandonate dall’agricoltura, che ha lasciato sporadicamente i segni dei terrazzi e delle sistemazioni collinari con muretti a secco, gli spietramenti, i resti di modeste costruzioni rurali, o i marcati, recinti per il bestiame indizio di una pressione dell’allevamento sul territorio antica e diffusa. Spesso a queste formazioni, lentamente evolventi verso forme di vegetazione più complessa, sono associati siti di grande interesse floristico, in cui si registrano numerosi endemiti anche di interesse universale e specie rare ed espressive, concentrate sulle rupi e le scogliere, o espressioni biologiche insolite per la flora europea e fortemente caratterizzanti, come la Palma nana (Chamaerops humilis) diffusa prevalentemente nella Sicilia occidentale.

L’urbanizzazione, a seconda della situazione geografica, si è ristretta e dilatata invadendo con un tessuto fitto e diffuso tutta la zona pianeggiante e dopo avere inglobato i centri costieri tende a saldarsi con quelli collinari.

Il clima rappresenta uno dei fattori di fondamentale importanza per la comprensione della struttura del paesaggio ed è tra gli elementi fisici che maggiormente incidono sul territorio, esso, infatti, interviene nei processi della pedogenesi, nell’instaurarsi degli

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equilibri biologici, nell’attecchimento della vegetazione spontanea, nel condizionamento dell’attività agricola e nella produttività specifica delle varie colture.

Ai fini del ripristino delle condizioni essenziali di vita vegetale nel sito coinvolto dall'estrazione i parametri climatici che più ci interessano sono quelli pluviometri e termometrici.

PLUVIOMETRIA

I dati termopluviometrici medi sono stati estratti dagli annali idrologici riferendosi alle stazioni di rilevamento più vicine all'area interessata, nelle tabelle seguenti sono riportati i dati pluviometrici medi mensili ed annuali rilevati.

Non sono stati considerati alcuni ulteriori dati per ogni singola stazione (Annali Idrologici 1995- 2009) sia per l’attuale indisponibilità dei dati, che per l’esaustiva rappresentatività delle serie storica relativa ai periodi di osservazione a disposizione.

I dati più recenti sono stati acquisiti dal Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS) – servizio 11 dell’Assessorato Agricoltura della Regione Siciliana, tratti a sua volta dai dati pubblicati dal Servizio Tecnico Idrografico Regionale e sono riferibili rispettivamente al periodo di osservazione 2004-2015 e 2003-2017. Inoltre sono stati valutati i dati tabellari dei periodi più recenti delle precipitazioni, estratte da Altervista.org, che rappresentano i valori medi annui per l'anno 2017 e 2020 e che rispettivamente sono di seguito rappresentati.

Per illustrare una sintesi delle caratteristiche pluviometriche dell’area in esame, sono stati esaminati i dati riferiti alla stazioni pluviometriche, di Palermo-Villagrazia (134 m s.l.m.), Bagheria (78 m s.l.m.), di Termini Imerese (62 m s.l.m.), dell'intera provincia di Palermo e di una stazione posta a Bagheria (88 m s.l.m.), evidenziate nelle tabelle di seguito esposte.

Dalla media effettuata dei dati raccolti si può notare come la media delle precipitazioni misurate intorno al sito di Bagheria risultino in linea con le media presa su 15 anni per tutta la provincia di Palermo, pertanto si può adottare la media annua di 650,00 mm.

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Days of Rain >=

Max

YR MO Day Date 0,5 6 20

---

17 1 156 0.0 58,5 22 17 8 2

17 2 52,5 0.0 21,5 7 7 3 2

17 3 17 0.0 7,5 7 3 2 0

17 4 105 0.0 51,5 3 3 3 2

17 5 0 0.0 0 0 0 0 0

17 6 3 0.0 3 18 1 0 0

17 7 0 0.0 0 0 0 0 0

17 8 0 0.0 0 0 0 0 0

17 9 145,5 0.0 85 11 6 2 2

17 10 71,5 0.0 63 2 7 1 1

17 11 135 0.0 33,5 30 15 7 2

17 12 37,5 0.0 12,5 1 14 2 0

---

746,5 0.0 142 mar 72 31 10

Precipitation (mm) - Report 2017

Dep.

From Obs.

Total Norm

Days of Rain >=

Max

YR MO Day Date 0,5 6 20

---

20 1 0 0.0 0 0 0 0 0

20 2 2,5 0.0 2 5 2 0 0

20 3 234,5 0.0 142 25 15 6 2

20 4 18 0.0 6,5 1 8 1 0

20 5 0 0.0 0 0 0 0 0

20 6 26,5 0.0 25,5 5 2 1 1

20 7 45 0.0 25 19 2 2 2

20 8 1 0.0 1 5 1 0 0

20 9 72 0.0 25,5 7 9 5 1

20 10 57 0.0 12,5 12 10 5 0

20 11 146,5 0.0 83,5 24 7 4 2

20 12 143,5 0.0 38,5 6 16 7 2

---

746,5 0.0 142 mar 72 31 10

Precipitation (mm) - Report 2020

Dep.

From Obs.

Total Norm

Tabelle delle precipitazioni anni 2017 e 2020 - Stazione meteo Bagheria

Name: Meteo Bagheria Centro City: Bagheria State: Italia

Elevation: 88 m Lat: N 38 04' 37" Lon: E 013 30' 15" tratto da www.altervista.org

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Riassumendo, il periodo delle piogge nell'anno dura 9,7 mesi, da 18 agosto a 9 giugno, con un periodo mobile di 31 giorni di almeno 13 millimetri. La maggior parte della pioggia cade nei 31 giorni attorno al 1 dicembre, con un accumulo totale medio di 81 millimetri.

Il periodo dell'anno senza pioggia dura 2,3 mesi, 9 giugno - 18 agosto. La quantità minore di pioggia cade attorno al 18 luglio, con un accumulo totale medio di 4 millimetri.

TEMPERATURE

Per quanto concerne le temperature, sono di seguito riportati – in Tab. - i valori mensili (massima, minima e media) registrati per il periodo di osservazione considerato nella stazione di Bagheria:

Sulla base delle letture strumentale effettuate dal SIAS (Servizio Informativo Agro- meteorologico Siciliano, riferite alla stazione di Bagheria, il territorio considerato è caratterizzato da un clima di tipo “semiarido”.

Diversamente, facendo riferimento alla classificazioni di De Martonne e di Embreger, l’area in questione sarebbe caratterizzata rispettivamente da un clima di tipo “temperato umido” o “subumido”.

In tutti i casi potrà tornare utile tenere in considerazione la distribuzione delle temperature (medie annuali, massime nel mese più caldo e minime nel mese più freddo) nel territorio circostante l’area di cava secondo l’elaborazione disponibile sul Sistema Informativo Territoriale per l’Agricoltura (SIT<agro />) della Regione Siciliana.

Riguardo le temperature nell’area dove ricade la cava, si osserva che il giorno più caldo dell'anno è il 6 agosto con una temperatura massima di 31 °C e minima di 24 °C, mentre, il giorno più freddo dell'anno, 10 febbraio, vanno da 9 °C a 12 °C, con temperature medie annue di 14÷15 °C (V. grafici a seguire).

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fresco gradevole caldo caldo caldo fresco

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

Ora Ora Ora

96%

96%

96%

55%

55%

55% sereno

coperto

precipitazioni: 81 mm precipitazioni: 81 mm precipitazioni: 81 mm 4 mm4 mm

4 mm

afoso: 45%

afoso: 45%

afoso: 45%

0%

0%

asciutto 0%

asciutto asciutto

Valutazione spiaggia/piscina: 9.1 Valutazione spiaggia/piscina: 9.1 Valutazione spiaggia/piscina: 9.1 0.0

0.0 0.0

Temperatura massima e minima media

caldo fresco

fresco

-20 °C -20 °C

-15 °C -15 °C

-10 °C -10 °C

-5 °C -5 °C

0 °C 0 °C

5 °C 5 °C

10 °C 10 °C

15 °C 15 °C

20 °C 20 °C

25 °C 25 °C

30 °C 30 °C

35 °C 35 °C

40 °C 40 °C

10feb 10 feb 14°C 14 °C 10 feb

14 °C

6ago 6 ago 31°C 31 °C 6 ago 31 °C

9°C 9 °C 9 °C

24°C 24 °C 24 °C 16giu

16 giu 28°C 28 °C 16 giu

28 °C 1515 setset 28°C 28 °C 15 set 28 °C

28nov 28 nov 18°C 18 °C 28 nov

18 °C 27mar

27 mar 18°C 18 °C 27 mar

18 °C

20°C 20 °C

20 °C 21 °C2121 °C°C

13°C 13 °C 13 °C 11°C

11 °C 11 °C

Ora Ora Ora

Andamento climatico annuo

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VENTI

In questa sezione si presentano alcune peculiarità dei venti in zona e interessa il vettore medio orario dei venti su un'ampia area (velocità e direzione) a dieci metri sopra il suolo; i dati climatici, fra cui velocità e direzione del vento, sono stati ottenuti da MERRA-2 Modern-Era Retrospective Analysis della NASA. A dieci metri il vento, in qualsiasi luogo, dipende in gran parte dalla topografia locale e da altri fattori, e la velocità e direzione istantanee del vento variano più delle medie orarie. La velocità oraria media del vento a Bagheria subisce significative variazioni stagionali durante l'anno, il periodo più ventoso dell'anno dura 6,0 mesi, dal 27 ottobre al 25 aprile, con velocità medie del vento di oltre 14,8 chilometri orari. Il giorno più ventoso dell'anno è il 13 dicembre, con una velocità oraria media del vento di 18,6 chilometri orari.

Il periodo dell'anno più calmo dura circa sei mesi, da 25 aprile a 27 ottobre, mentre il giorno più calmo dell'anno è il 5 agosto, con una velocità oraria media del vento di 10,9 chilometri orari.

La direzione oraria media del vento predominante a Bagheria varia durante l'anno, il vento è più spesso tra SE, S e SW per 4,0 mesi, da 23 maggio a 23 settembre, con una massima percentuale di 53% il 22 luglio. Il vento è più spesso da ovest per 3,9 settimane, da 23 settembre a 20 ottobre e per 6,6 mesi, da 5 novembre a 23 maggio, con una massima percentuale di 33% il 28 settembre. Il vento è più spesso da sud per 2,3 settimane, da 20 ottobre a 5 novembre, con una massima percentuale di 32% il 1 novembre.

Nei grafici seguenti sono rappresentate le direzioni dei venti e le velocità medie di un triennio.

(21)

YR MO Date Dir

---

20 1 8,3 57,0 5 SSW

20 2 10,3 85,0 5 WNW

20 3 10,3 59,0 25 SW

20 4 10,5 64,0 20 ESE

20 5 13 126,0 13 NW

20 6 12,5 83,0 5 N

20 7 10,4 51,0 5 N

20 8 11,1 68,0 30 N

20 9 11,1 143,0 16 W

20 10 12,2 83,0 2 WSW

20 11 8,2 57,0 17 S

20 12 13,3 106,0 28 SSW

Wind Speed (km/h) - Report 2020

Dom

Avg. Hi

YR MO Date Dir

---

17 1 9,2 61,0 6 SW

17 2 7,6 45,0 5 SSW

17 3 8,5 83,0 7 NW

17 4 8,1 56,0 27 SW

17 5 7,8 58,0 11 NNE

17 6 6,3 34,0 27 E

17 7 7,6 138,0 3 NNE

17 8 6,2 38,0 12 NE

17 9 7,6 55,0 10 WNW

17 10 4,3 51,0 23 NW

17 11 4,4 64,0 29 SW

17 12 7,6 72,0 11 SW

---

7,1 138,0 W

Wind Speed (km/h) - Report 2017

Dom

Avg. Hi

lug

Name: Meteo Bagheria Centro City: Bagheria State: Italia

Elevation: 88 m Lat: N 38 04' 37" Lon: E 013 30' 15" tratto da www.altervista.org

(22)

IDROGRAFIA

Le acque meteoriche sono regimate e verrà implementata le rete idrografica nell’ambito dell'intervento di recupero ambientale. Il sito estrattivo ricade sostanzialmente all’interno del bacino idrografico del Fiume Eleuterio, in prossimità dello spartiacque tra il suddetto bacino e l’area del bacino idrografico del torrente Himera.

Attualmente lo smaltimento delle acque meteoriche ha luogo per infiltrazione esclusivamente all’interno del sito estrattivo, senza il verificarsi di ristagni, in quanto:

sono presenti ampie superfici di rocce in posto prive di copertura agronomica e/o vegetale, data dai lavori di coltivazione, dotate di una buona permeabilità;

le contropendenze dei gradoni e le opere di regimazione provvisionali facilitano l’infiltrazione delle acque;

è stato parzialmente interrotto o modificato l’originario percorso idraulico afferente le acque di ruscellamento a perimetro della cava. Al completamento del previsto piano di coltivazione, la definizione del piazzale a quota 127 m s.l.m. (fondo cava) con pendenza verso nord, ristabilirà la continuità del deflusso superficiale verso l’esterno della cava in corrispondenza dell'area a nord.

FAUNA

Sulle aree di disponibilità e quella di coltivazione, nonché su quelle limitrofe, le specie faunistiche che vi si possono rinvenire sono da riferire a quelle a larga distribuzione: tra i mammiferi, vivono nell’area o vi transitano il coniglio, la volpe, la donnola, il riccio, i cani, le pecore, il topo selvatico; mentre tra gli uccelli è da citare il falco pellegrino che, in queste tipologie di vegetazione, ha il suo areale di caccia e la tortora.

Le suddette, in zona, ricoprono un ruolo di pioniere su substrati rimaneggiati e in accumuli di materiale sciolto: si rinvengono lungo tutto il perimetro dell’area estrattiva.

(23)

DESCRIZIONE DEI LAVORI DI RECUPERO AMBIENTALE

La caratterizzazione della qualità del paesaggio, può essere considerata come la risultante di molteplici e complesse relazioni tra le diverse componenti fisiche e antropiche di un determinato ambito territoriale, ovvero frutto dell’interazione tra fattori di natura culturale, storico – testimoniale e fattori di natura fisica, legati alla percezione visiva del paesaggio; considerando inoltre che nel tempo queste componenti, sia fisiche che antropiche, cambiano, cambierà anche la reciproca interazione. Da ciò deriva che il paesaggio è un’entità viva e dinamica e come tale deve essere studiato ed analizzato, partendo dalle unità elementari, o ambiti omogenei, che lo compongono, definiti nel Piano Paesaggistico della regione Sicilia.

L’intervento nel suo insieme prevede la riqualificazione ambientale dell’area di cava mediante ricostituzione del strato di terreno agrario (anche con eventuale utilizzo di terre e rocce da scavo o materiali recuperati come MPS) e contestuale sistemazione a verde con destinazione forestale.

Scopo del progetto sarà pertanto l'integrazione della aree coltivate con le condizioni al loro contorno, finalizzato al recupero floro-faunistico del sito, compatibilmente con le condizioni morfologiche attualmente riscontrabili.

Contestualmente ai movimenti terra (finalizzati sostanzialmente alla messa in opera del suolo agrario, alla costituzione di piccoli cumuli di roccia e alla messa in sicurezza) e alla semina di essenze prative su tutte le superfici pianeggianti, saranno realizzati interventi sulle scarpate di messa a dimora di specie vegetali tipiche dell’area (tipo: ampelodesma, timo, erica, spigo, euforbie, lavanda, etc...) in corrispondenza delle zone deve più scarsa è la copertura vegetale.

Il sito medesimo ben si presta alla realizzazione dell’intervento sopra descritto, in quanto sarà di fatto addolcita l’attuale percezione della morfologia all’interno dell’area di cava, sarà ripristinato lo strato di terreno agrario oggi inesistente e sarà intrapreso il sostanziale recupero dell’intera area (così come già effettuato nelle aree sud e ovest) dal punto di vista vegetazionale e conseguentemente anche faunistico.

(24)

In sintesi il progetto prevederà pertanto:

• la messa in opera di terre di rimodellamento e successivamente del terreno agrario;

• la realizzazione di piste d’accesso per consentire eventuali operazioni di manutenzione periodica;

• la realizzazione di un adeguato sistema di drenaggio, convogliamento e smaltimento delle acque di ruscellamento superficiale;

• la sistemazione a verde di tutta l’area.

Nella presente relazione è riportata la descrizione delle varie lavorazioni di recupero su roccia affiorante.

L’estensione delle superfici coinvolte è pari a circa:

• 65.300 mq circa per quanto riguarda le pedate dei gradoni;

• 81.200 mq circa per quanto attiene il piazzale di fondo cava posto a quota 127 m s.l.m.;

• 233.800 mq circa di superficie a perimetro dell’area di coltivazione e quella a gradoni.

Si dovranno preventivamente mettere in sicurezza i fronti di cava mediante il disgaggio manuale delle porzioni di roccia instabili.

Si specifica, così come previsto dalla relazione del progetto di coltivazione, che la coltivazione della cava non interesserà il versante buona parte dell'area nord poiché ormai prossimo all’esaurimento; pertanto in tale settore si provvederà ad iniziare il recupero secondo programma, fatte salvi alcuni interventi mirati alla riprofilatura secondo progetto per migliorare la attuabilità di recupero.

Sulle scarpate saranno realizzate delle nicchie, dove si riporrà della terra vegetale con il sistema a pompa o manualmente così da permettere l'attecchimento di piante spontanee o pompate con idrosemina.

Le pedate dei gradoni terminati, laddove necessario, saranno regolarizzate al fine di conseguire una pendenza verso monte non inferiore al 3° per evitare trabocchi e ruscellamenti delle acque meteoriche fuori dai gradoni.

Il fondo della cava, posto a quota 127/130 m s.l.m., sarà rimodellato al fine di garantire

(25)

una pendenza non inferiore allo 0,5% verso l’area posta a nord dove vi è la trincea drenante per lo smaltimento delle acque meteoriche convogliata in un impluvio naturale.

L’intervento di recupero, oltre a mirare ad una azione di carattere morfologico- vegetazionale, è stato pensato con l’obiettivo di ottenere anche un vero e proprio ripristino della zona sotto il profilo faunistico e di impatto socio-culturale.

Altro intervento atto a favorire la ripopolazione faunistica è la realizzazione di cumuli di roccia lapidea di pezzame grossolano.

I cumuli, nei quali sarà possibile la formazione di sostanza organica e quindi vegetazione, hanno la funzione di creare l’habitat ideale per le specie animali della zona (conigli, volpi, roditori, etc.).

Una volta attuata la rimodellazione delle porzioni di area di cava da recuperare progressivamente ed eseguite le opere relative alla regimentazione delle acque, si provvederà all’esecuzione degli interventi di seguito sintetizzati e meglio esplicitati in relazione:

• piantumazione di formazioni arboree ed arbustive secondo moduli casuali e non ripetitivi sulle superfici dei gradoni;

• lavori di rifinitura e manutenzione (anche dell'impianto idrico) delle nuove e vecchie piantumazioni.

La distribuzione casuale delle specie all'interno delle singole tipologie vegetali consente di evitare l'artificialità della copertura uniforme, rendendo maggiormente naturale il quadro paesaggistico complessivo.

La semente sarà distribuita col sistema a idrosemina, suddivisa tra graminacee e leguminose per il diverso peso specifico dei semi che ne influenza la distribuzione al lancio, compreso l'eventuale collagene per attecchire sulle pareti di roccia.

Per la concimazione non verranno usati concimi chimici, potrà essere utilmente integrata con apporti a base concimi organici (letame o pollìna).

La piantumazione dovrà avvenire preferibilmente nel mese di novembre e comunque

(26)

non oltre il mese di marzo. Le piante vanno ancorate in modo stabile con l’ausilio di pali tutori.

Importante provvedere, al momento dell’impianto arboreo, ad un adeguato sostegno con tutori per gli alberi, altrimenti, scossi dal vento, potrebbero subire danni e le radici potrebbero non essere più ben ancorate al terreno. È sufficiente fornire alla pianta un sostegno robusto, è necessario che questo risulti ben conficcato nel terreno e diritto. Un palo (meglio due) di castagno del diametro di 8 cm è l’ideale. Lo si appuntisce alla base, e lo si tratta con un apposito conservante per legno, il palo verrà poi conficcato prima che sia stato piantato l’albero. Alla fine dell’operazione l’altezza del tutore deve essere tale da arrivare al ramo più basso dell’albero, mentre la base conficcata nel terreno dovrà raggiungere una profondità di almeno 50 cm. L’albero deve rimanere a 20-25 cm dai due pali e dovrà essere assicurato al centro del tutore trasversale e legato con un filo plastificato elastico. Gli alberi dovrebbero rimanere così legati per due-quattro anni, fino a che essi non abbiano raggiunto la loro autonomia. Al fine di non provocare strozzature al tronco dal filo elastico, lo stesso tronco và protetto da un fazzoletto di tela di iuta. (V. foto 33)

Contestualmente alla messa in opera delle essenze vegetali, saranno avviati i lavori inerenti la regimazione delle acque. Come già illustrato nel precedente progetto di coltivazione della cava è quella di smaltire tutte le acque meteoriche all’interno dell’area di cava mediante la realizzazione (in buona parte già realizzata) di una rete di canalizzazioni verso le trincee e fossati drenanti.

Dette trincee e fossati, sono ubicati nelle porzioni perimetrali a valle dell'area di cava, poste tra quota 146 m e quota 150 m s.l.m. nel lato est, oltre a quelle a quota 128 m s.l.m.

nell'area nord, garantiscono lo smaltimento delle acque meteoriche afferenti l’intera area di cava.

TEMPI E ANALISI DEI COSTI PER IL RECUPERO AMBIENTALE

Le opere di recupero ambientale saranno realizzate progressivamente, come già accennato, contestualmente all’attività di estrazione, nelle porzioni di cava in cui sarà stata

(27)

raggiunta la configurazione finale prevista dal piano di coltivazione; tenendo anche conto di quanto già previsto dalla relazione del progetto di coltivazione.

Con particolare riferimento alla messa in opera delle essenze vegetali, per l’effettivo completamento dei lavori di recupero si dovrà comunque tenere in considerazione:

• l’effettiva disponibilità delle essenze vegetali da impiantare;

• la stagione di riferimento per la posa della vegetazione;

• le possibili refluenze date dall’esecuzione del piano coltivazione nei porzioni limitrofi a quelli in cui è stata raggiunta la configurazione finale.

Anche se qualche fattore o più, sopra elencati, dovesse rallentare il processo di recupero, si ritiene che il progetto potrà essere attuato entro l’anno successivo al completamento del piano di coltivazione.

Tenuto conto del programma di coltivazione e delle modalità secondo cui sarà espletato il recupero ambientale (in corso d’opera), vista l'esperienza conseguita negli ultimi anni, si ritiene poter stimare i seguenti costi:

€ 17.800,00 per ogni 1.000 mq di pedata gradoni, comprendente:

disgaggio e pulitura cigli dei gradoni (€ 1.500,00);

messa in opera terreno agrario (€ 3.000,00);

preparazione e lavorazione terreno agrario (€ 500,00);

realizzazione canalette (€ 900,00);

semina essenze prative (€ 600,00);

acquisto, trasporto, impianto, cure colturali e ripristino fallanze essenze (€ 2.800,00);

messa in opera con idrosemina di specie autoctone (€ 2.500,00)

manutenzione per circa due anni (€ 6.000,00).

€ 306.800,00 per le aree di rispetto, piazzali di fondo e aree attrezzate per attività varie, per una superficie di circa 81.200 mq:

messa in opera terreno agrario (€ 170.000,00);

(28)

preparazione e lavorazione terreno agrario (€ 15.000,00);

semina essenze prative e/o messa a dimora di alberi da frutto, ecc. (€ 46.800,00);

costruzione di percorsi ed aree attrezzate e cure colturali (€ 20.000,00);

scavo per realizzazione fosso drenante e vasche di calma (€ 30.000,00);

manutenzione di un biennio dei fossi drenanti e vasche di calma (€ 25.000,00).

CONCLUSIONI

Nell’ambito degli studi di impatto ambientale il paesaggio riveste un ruolo importante fra le componenti ed i fattori dell’ambiente da analizzare, infatti uno degli impatti immediatamente e intuitivamente avvertibile da tutti è rappresentato dal rapporto dell’opera con il paesaggio, sia per gli aspetti indiretti (la modificazione del paesaggio dovuta alle operazioni necessarie per l’impianto dell’opera) sia per quelli diretti (l’interposizione fisica dell’opera, una volta impiantata, in aree dove la presenza di manufatti antropici è molto ridotta, se non assente del tutto).

Il presente progetto di recupero prevede il reinserimento naturalistico dell’area di cava rispetto al territorio circostante. Per le porzioni di cava gradonate si prevede sostanzialmente la costituzione di aree boscate mediante la messa a dimora di essenze vegetali, sia arboree che arbustive, riconducibili a quelle naturalmente presenti nel circondario intercalate con cespugli.

Pertanto si continuerà a dare priorità all'intervento di sistemazione delle pareti a vista dalla autostrada A19, con la definizione dei gradini di alzata 5 m (già impostati alle quote previste lungo il lato Sud dello scavo) ed il completamento del relativo recupero, continuando ad estendere la sistemazione anche lungo il lato Ovest deve si sta completando il frazionamento della porzione più alta, maggiormente esposta alla vista dalla città di Bagheria, auspicando di potere dare ulteriore impulso ai lavori che sono proceduti a rilento rispetto alle previsioni, per motivi da addebitare a cause di forza maggiore legate principalmente, alla contrizione dei lavori edili pubblici e privati.

(29)

La flora presente nell’area di cava e nel paesaggio ad esso confinante è piuttosto ricca di specie sinantropiche, cioè legate alla presenza continua di attività umane, ma anche di specie naturali (V.foto allegate).

L’uomo ha, infatti, sfruttato attivamente il territorio circostante con l’esercizio dell’agricoltura, il pascolo, ma, l’attività umana di maggiore interazione, è rappresentata dalla presenza di costruzioni per il comparto abitativo, avendo così delle zone ampiamente antropizzate, quindi la presenza dei numerosi edifici, produttivi e non, di recente costruzione, delle numerose monocolture presenti, conferiscono al paesaggio un aspetto poco “naturale”, tali presenze hanno influenzato sensibilmente la rarefazione di molte specie arbustive ed arboree.

L'attuale piano regolatore urbanistico ha sostanzialmente confermato quanto scritto nel CdU allegato al progetto, il tutta l'area della cava insiste il vincolo idrogeologico secondo il R.D. 30-12-1923 n.3267, mod. da R.D. 03-01-1926 n.23 e 13-02-1933 n. 215; è presente anche il vincolo Paesaggistico secondo il D.A. Del 19-10-1994; secondo la disciplina d'uso del suolo e degli edifici del PRG vigente (2017) l'area di cava ricade in zona E1 (parti del territorio destinate ad usi agricoli) con attività produttive in esercizio che sono mantenute fino alla definizione del progetto di bonifica in atto; il parere emesso dal comune recita

“Trattasi di cava operante. Con la prescrizione che una volta esaurite le attività estrattive, l'area diviene Parco Pubblico, si da parere di accoglibilità dell'istanza.", è stata definitivamente approvata col PRG, con D. Dir. No 148/DRU del 08/04/02, pubblicato nella GURS, parte I, n. 28 del 21/6/2002. Sono altresì, definitivamente approvate le opposizioni al PRG, presentate dalla stessa ditta per il mantenimento dell'attività estrattiva in argomento:

n°1 del 16/12/98, n.21 del 21/01/99, e n. 322 del 29/01/99, in cui è stato espresso il seguente parere: "Il Piano, tra le sue finalità, ha anche l'obbiettivo della salvaguardia delle attività produttive esistenti, fatto .salvo il rispetto delle Leggi regolanti la materia specifica per ogni attività di carattere produttivo localizzata sul territorio. Pertanto, si da parere di accoglibilità dell'istanza introducendo una specifica normativa. che regolamenta la materia e che recita:

"tutte le attività produttive esistenti possono conservare la /oro destinazione d'uso a

(30)

prescindere dalla destinazione di zona visualizzata nelle tavole di Piano .. ..(omissis).

I versanti con pendenze spesso accentuate sono incolti, privi di vegetazione o coperti da recenti popolamenti artificiali e presentano, a volte, profondi squarci determinati da attività estrattive, come nel caso dell’area in esame. Il paesaggio aspro e contrastato dei rilievi interni è completamente diverso da quello costiero. Il paesaggio agrario un tempo caratterizzato dal seminativo e dal latifondo è sostituito oggi da una proprietà frammentata e dal diffondersi delle colture arboree (vigneto e uliveto).

La coltivazione della cava allo stato attuale è a fossa, quindi risulta nascosta per la quasi totalità alla visuale di un osservatore, a fine lavori, una volta eliminata la porzione di roccia da coltivare, presente nell'area nord della cava, risulterà visibile uno scorcio dello scavo, che, però, grazie alle opere di recupero ambientale già iniziate da oltre dieci anni, si integrerà con il paesaggio circostante incidendo in maniera limitata sulla regolarità dell’orizzonte e sull’andamento del paesaggio della zona (V.foto 1, 2).

L’intera area scavata, è posta su un’area chiusa, grazie alla modalità di coltivazione a fossa, che la rende virtualmente invisibile dalla maggior parte delle strade di percorrenza, compresa l’autostrada che rappresenta il principale punto di osservazione.

Vista la notevole estensione dell’area del piazzale di fondo cava, esso potrà essere trasformato – come già accennato - in un’area da adibirsi a diverse attività: agricoltura, pascolo, percorsi pedonali, a cavallo, in bici, ovvero, aree a parco urbano, ovviamente mediante la messa a dimora di alberi da frutto (agrumi, ect) carrubbi, uliveti, vigneti e l’impiego di un opportuno miscuglio di sementi, in armonia con le analoghe formazioni naturali che caratterizzano i pianori riscontrabili nel territorio circostante (ginetre, fico d'india - Opuntia ficus-indica -, cappero), perimetrate da percorsi in terra battuta per la fruizione di uomini e mezzi in una prospettiva di riuso e fruizione dei luoghi. Ad integrazione sono previsti interventi di piantumazione, con l'aggiunta di specie pioniere quali la Gramigna e Lentìsco.

Allo scopo di abbattere l’eventuale trasporto solido derivante dagli eventi meteorici di

(31)

maggior intensità, sono realizzate delle vasche di calma da cui, per stramazzo, si avrà l’immissione nei fossi delle acque addotte. Al fine di garantire l’efficienza delle opere di regimazione delle acque meteoriche di cui ai precedenti paragrafi, dovrà essere garantito il controllo e la manutenzione delle medesime con l’asportazione del materiale depositato con cadenza almeno annuale e comunque nei mesi autunnali prima dell'accadere di eventi meteorici eccezionali.

Giusta attenzione di deve riservare affinchè la rinaturalizzazione sia isolata dal contesto vegetale esistente con linee tagliafuoco, normalmente attuate con la viabilità a perimetro così da potere intervenire nel caso di incendi e per la stessa manutenzione.

Coerentemente a quanto previsto dalle già citate indicazioni tecniche di attuazione, si avrà cura di ultimare il progetto di recupero entro due anni successivi al completamento del piano di coltivazione.

Il progettista dott. Giuseppe Tagliareni

(32)

ALLEGATO AL

PIANO DI RECUPERO E MONITORAGGIO AMBIENTALE

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

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Foto n.1 Percezione della cava dall’autostrada A19 (anno 2016).

Foto n.2 – Percezione della cava dalla città di Bagheria (anno 2016).

(34)

Foto n.3 - Barriera arborea lungo le strade interne della cava.

Foto n.4 – Panoramica delle prime fasi di recupero ambientale.

(35)

Foto n.5 – Primi risultati del recupero ambientale nell’area sud della cava (anno 2014).

Foto n.6 – Barriera di vegetazione arborea, confine nord della cava.

(36)

Foto n.7 – Primi risultati del recupero ambientale nell’area sud della cava (anno 2016).

Foto n.8 – Barriera arborea al confine nord della cava (anno 2016).

(37)

Foto n.9 – Barriera vegetale a perimetro della cava.

Foto n.10 – Panoramica della cava (lato.ovest).

(38)

Foto n.11 – Vegetazione spontanea.

Foto n.12 – Panoramica delle prime fasi di recupero dell’area sud della cava (anno 2013).

(39)

Foto n.13 – Strada interna della cava con barriere naturali e vegetazione spontanea di oltre 40 anni.

Foto n.14 – Vegetazione spontanea lungo i percorsi interni della cava.

Carrubo

(40)

Foto n.15 – Particolare dello sviluppo della vegetazione dell’area sud della cava (anno 2019)

(41)

Foto n.17 – Barriera arborea a perimetro dell’area di coltivazione (lato est).

Foto n.18 – Area est dell’area di pertinenza della cava.

(42)

Foto n.19 – Vegetazione spontanea nell’area nord/ovest della cava.

Foto n.20 – Nuovo impianto arboreo con la protezione contro i roditori.

(43)

Foto n.21 – Nuovo impianto arboreo con impianto idrico a pioggia.

(44)

Foto n.23 – Vegetazione spontanea nell’area di cava (ginestra).

(45)

Foto n.25 – Particolare della Palma nana nell’area sud della cava

(46)

Foto n.27 – Specie spontanee nell’area a perimetro della cava.

(47)

Foto n.29 – Palma all’interno dell’area di fine coltivazione in cava.

Foto n.30 – Vegetazione spontanea nell’area di cava

(48)

Foto n.31 – Vegetazione spontanea nell’area di cava.

Foto n.32 – Vegetazione spontanea nell’area di cava (essenza).

(49)

Foto n.33 – Sostegno con tutori per neo-impianto di alberi.

Riferimenti

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