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Allarme per la possibile chiusura del 30 di questi istituti. Per lo Stato accogliere í loro 300mila studenti costerebbe altri 2,3

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enire 1+3 I nostri temi SCUOLA PUBBLICA

Perché aiutare le paritarie fa bene a tutti

C. BECCHETTI E L. BECCHETTI A pagina 3 ANALISI

Allarme per la possibile chiusura del 30 di questi istituti. Per lo Stato accogliere í loro 300mila studenti costerebbe altri 2,3

miliardi. Meglio prevedere dei sussidi

CLAUDIO BECCHETTI LEONARDO BECCHETTI

Perché va scongiurata la crisi di un servizio a vantaggio di 880mila raga77i

Sostenere la scuola paritaria fa bene a tutta quella pubblica

"" a scuola paritaria non è esente dal terremoto coronavirus e la sua cri- si, se non opportunamente gestita, avrà una pesante ricaduta negativa su tut- ta la scuola, cioè sul progetto — ormai ven- tennale — di una "scuola di tutti" che cam- mini sulla robusta gamba della scuola sta- tale e su quella, altrettanto essenziale, del- la scuola non statale paritaria e, non per ultimo, sui conti dello Stato.

n Italia 880mi1a studenti frequentano le oltre 12mila scuole paritarie che svol- gono servizio pubblico e sono inserite nel sistema nazionale d'istruzione. Secondo le stime più accreditate — se ne è già dato conto su queste pagine — circa il 30% di queste realtà non sarà in grado di riaprire a settembre. Il conto è plausibile conside- rando che — in base a uno studio Censis — il 23% del totale delle imprese italiane po- trebbe non riuscire a riaprire dopo la cri- si. Il settore delle scuole paritarie sarà sog- getto all'avvio del prossimo anno scola- stico a forti tensioni. Da una parte, i geni- tori tenderanno a spostare massiccia- mente i figli nelle scuole statali per fron- teggiare la crisi e ridurre i costi di iscrizio- ne, dall'altra si può prevedere un aumen- to dei costi fissi indotto dalle future rego- le del distanziamento sociale.

A

lcuni commenti che circolano relati- vamente alla notizia della chiusura delle scuole paritarie ("Sarebbe ora, mi- glioriamo la scuola pubblica!",

"Mai più denari pubblici ai priva- ti") non tengono conto dei dati di fatto. I numeri segnalano che la chiusura di scuole paritarie, oltre

a impoverire l'offerta formativa e a limitare la libertà delle famiglie, avrà un impatto estremamente negativo sugli istituti statali con un peggioramento del servizio e un aumento dei costi che si tradur- ranno in nuove tasse o in minori risorse disponibili per la scuola statale.

j .

n primis, i circa 300mila studen- ti che se non potranno più fre- quentare gli istituti paritari in cri- si, si riverseranno sulle scuole sta- tali. Gli edifici scolastici pubblici non godono purtroppo di buona salute: circa la metà degli impianti non ha un certificato di collaudo statico e di pre- venzione anti-incendi. A settembre si do- vranno con tutta probabilità implemen- tare le misure di distanziamento sociale che implicheranno interventi edilizi e dop- pi turni con conseguente impatto sul cor- po docente. Nei prossimi 4 mesi si dovrà pertanto definire un'organizzazione total- mente nuova che richiederà 3 miliardi di costi aggiuntivi secondo il sottosegretario Cristoforo. A tutti questi problemi si som- merebbero i 300mila studenti aggiuntivi provenienti dalle scuole paritarie chiuse qualora non si intervenisse a mitigare la crisi del settore.

Non è solo un problema di riorganizza- zione logistica ma anche di spese ulterio- ri. Uno studente della scuola paritaria co- sta allo Stato 500 euro ogni anno; paralle- lamente il nostro Paese spende media- mente 8.200 euro per ogni alunno iscritto negli istituti pubblici (fonte Ocse). I 300mi- la studenti in più che si iscriverebbero al- la scuola statale costeranno alle casse pub-

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bliche circa 2,3 miliardi aggiuntivi. Le ri- sorse non sono infinite: si possono quin- di stornare 2,3 miliardi da qualche altro capitolo di bilancio riducendo i servizi al cittadino. In alternativa, i costi dovranno essere pagati dai cittadini attraverso nuo- ve tasse.

n sintesi, se non si aiuta la scuola pa- ritaria, la scuola pubblica e i cittadini ne pagheranno le conseguenze, così co- me i circa 40mila lavoratori delle scuole che verranno chiuse. Senza un interven- to specifico, lo Stato dovrebbe sobbar- carsi 2,3 miliardi di euro a cui andreb- bero aggiunti i costi degli ammortizzatori sociali per i circa 40mila disoccupati ag- giuntivi. Non è uno scenario inesorabi- le. Lo Stato, infatti, potrebbe definire in- terventi specifici di sostegno quali per e- sempio l'erogazione di sussidi per l'i- scrizione, la detraibilità integrale delle rette per l'anno 2020-21 per garantire continuità agli istituti, l'estensione alle scuole paritarie del credito d'imposta per gli affitti. Agevolazioni di tipo fiscale qua- li rateizzazioni o riduzioni potranno an- che aiutare molti Istituti a superare la cri- si. Tali interventi costerebbero allo Stato molto meno rispetto alle spese che do- vranno essere sostenute se non si so- stiene il servizio pubblico della scuola paritaria.

n periodi di crisi, si tende a evitare ciò che — a torto o a ragione — è ritenuto impopolare rischiando però talvolta di perdere il senso della razionalità. Dietro le questioni economiche citate c'è una battaglia culturale da fare per aiutare i cittadini a capire che in un quadro di re- gole chiare definite dal legislatore nazio- nale il principio di sussidiarietà rende au- spicabile un pluralismo di istituzioni for- mative (di matrice religiosa e non). Così è in quasi tutti i Paesi europei. Un solo e-

Le ragioni

culturali sono Ipotizzabili forti anche se la detraibilità non accettate da integrale tutti, il calcolo delle rette di costi per le famiglie economici o agevolazioni e organizzativi fiscali o sugli aiuta a capire affitti per che difendere le stesse scuole il sistema a due

gambe, statale e non statale, è tutelare un bene comune

sempio per capire, quello delle scuole promosse dai gesuiti, l'ordine da cui pro- viene papa Francesco. In Italia le loro scuole che hanno una storia e una tradi- zione prestigiosa devono fare affida- mento solo sulle proprie forze e sono ri- dotte a 4 pur validi istituti. In Spagna do- ve ricevono il sostegno statale in una cor- nice di regole severe definite dal legisla- tore scolastico garantiscono il loro servi- zio 68 istituti. In questi giorni

difficili, siamo tutti — laici e cre- denti — pronti a riconoscere e a cercare un riferimento certo nel- l'autorità morale di papa Fran- cesco, ma si stenta a riconosce- re, anche a costo di rimetterci, il valore culturale di quella for- mazione che è legata alla sua fa- miglia religiosa d'origine e di formazione, una realtà e che ha contribuito a far maturare per- sone di riconosciuto valore co-

me l'ex governatore della Banca d'Italia ed ex presidente della Bce Mario Draghi.

ggi ci sono molte urgenze nel Pae- se per cui "aiutare la scuola parita- ria" potrebbe sembrare impopolare. Ma capire bene la questione è importante, se non per amore della libertà e del patri- monio culturale rappresentato da que- sto servizio, almeno per convenienza. Bi- sogna saper spiegare ai cittadini che, se si sceglie di non aiutare le scuole parita- rie, lo Stato dovrà fronteggiare 2,3 mi- liardi di extra costi che si tradurranno in nuove tasse o in minori servizi, che 40mi- la nuovi disoccupati dovranno essere so- stenuti e 300mila studenti in più affolle- ranno a settembre le scuole pubbliche già in difficoltà per le misure sul distan- ziamento sociale. Qual è, quindi, la scel- ta migliore per il bene dei cittadini: so- stenere anche le scuole paritarie o af- frontare spese e problemi ben più signi- ficativi?

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