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5 . DISCUSSIONE Il presente studio ha posto

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Academic year: 2021

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5 . DISCUSSIONE

Il presente studio ha posto l’attenzione sul ruolo dell’epigenetica nella Miastenia gravis e nelle patologie ad essa associate; a tal proposito sono stati analizzati i polimorfismi DNMT3B -579G>T e DNMT3B -149C>T in una popolazione di pazienti miastenici.

Nel complesso, non sono state individuate associazioni tra questi polimorfismi e la popolazione di miastenici in generale. Tuttavia, dopo aver stratificato i pazienti di MG sulla base della patologia timica (timoma, iperplasia timica, timo

normale), abbiamo trovato una associazione statisticamente significativa dell’allele T con la presenza del timoma, in particolare all’interno del genotipo mutato TT della DNMT3B.

I risultati sono in accordo con i dati presenti in letteratura che suggeriscono un aumentato rischio di neoplasia associata alla presenza dell’ allele DNMT3B –T (Zhu et al., 2012). Nello studio di Zhu e collaboratori (2012) è stata condotta una meta-analisi di dieci studi condotti sulle popolazioni asiatiche ed un singolo studio condotto nei caucasici. Dopo aver stratificato la popolazione nei gruppi etnici, gli autori hanno osservato un associazione con un aumentato rischio di sviluppare neoplasie negli asiatici, probabilmente perché la maggior parte degli studi erano stati condotti in questo gruppo etnico. Tuttavia, studi precedenti hanno determinato il ruolo di questo polimorfismo in diversi tipi di neoplasie, tra cui il carcinoma gastrointestinale, il carcinoma polmonare, il carcinoma della testa-collo e quello faringeo (Hong et al., 2007; Chang et al., 2008). Non sono mai stati condotti studi sul timoma, sia da solo che associato alla MG.

Hirose e collaboratori (2009) hanno studiato la metilazione del DNA in 26 timomi ed in 6 carcinomi timici, con lo scopo di evidenziare un associazione tra la metilazione aberrante del DNA e le caratteristiche clinico-patologiche delle neoplasie timiche. Questi studiosi hanno osservato che almeno il 50% delle neoplasie epiteliali del timo mostra una metilazione aberrante, e che la frequenza della metilazione nelle neoplasie è correlata con l’ aspetto maligno della

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degli aspetti maligni della neoplasia, suggerendo che l’ipermetilazione del promotore, e la conseguente down-regulation dei geni oncosopressori, potrebbe giocare un importante ruolo nello sviluppo delle neoplasie epiteliali del timo. (Hirose et., 2009).

Questi risultati sono in accordo con Chen e collaboratori, che individuarono una ipermetilazione nei geni oncosoppressori e nei geni di riparazione del DNA, come hMLH1, RASSF1A, MGMT, p16/INK4, DAPK, FHIT, RAR2, CDH1 e APC, nelle neoplasie epiteliali del timo (Chen et al., 2009; Che net al., 2011). Diversi lavori hanno riportato che le DNMTs sono iperespresse nelle neoplasie toraciche, e che queste neoplasie sono caratterizzate da una generale

ipometilazione del DNA e dalla ipermetilazione di geni specifici (Chen et al., 2011), ed è stata osservata una correlazione inversamente proporzionale tra la DNMT3B e la metilazione del DNA nelle neoplasie epiteliali del timo (Che net al., 2009).

Il ruolo dei polimorfismi DNMT3B -579G>T e DNMT3B -149C>T non è stato però ancora completamente chiarito.

Entrambi i polimorfismi potrebbero avere un ruolo funzionale sull’espressione del gene e sulla sua attività; a riguardo, è stato osservato che il polimorfismo DNMT3B -149C>T causa un aumento di attività dell’enzima del 30% (Shen et al., 2002).

Alcuni autori suggeriscono che il polimorfismo della DNMT3B -579G>T può direttamente promuovere l’attività ed i livelli d’espressione genica, e altri hanno osservato un linkage disequilibrium tra rs1569686 e altri polimorfismi nel promotore della DNMT3B, come -149C>T (rs2424913) e -283T>C (rs6058870), che sono funzionalmente associati con l’attività del promotore e con i livelli di espressione genica ( Zhu et al., 2012; Coppedè et al., 2013; Lee et al., 2005; Huidobro et al., 2013).

Nel complesso, da questi studi risulta un associazione del polimorfismo DNMT3B -579G>T con diversi tipi di neoplasie, suggerendo che questo

polimorfismo potrebbe anche avere un ruolo funzionale nei livelli di espressione genica (Zhu et al., 2012; Lee et al., 2005). A tal proposito, diversi autori hanno

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osservato una correlazione tra i polimorfismi a livello del promotore della

DNMT3B, i livelli della proteina DNMT3B, ed i livelli di metilazione del DNA, suggerendo che l’aumentato rischio di sviluppare neoplasie osservato nei

portatori di questi polimorfismi potrebbe essere dovuto ad alterazioni nella metilazione del DNA nelle cellule tumorali (Zhu et al., 2012; Bao et al., 2011). Ad eccezione della presenza del timoma, nella nostra popolazione in studio non sono state trovate associazioni tra questi polimorfismi e le altre caratteristiche cliniche studiate nella MG.

Altri autori hanno valutato il contributo di questi polimorfismi sull’insorgenza e la progressione della patologia tiroidea autoimmune, e non è stata trovata alcuna associazione ( Arakawa et al., 2012). L’associazione negativa dei polimorfismi studiati con il rischio di sviluppare la MG non esclude che altri biomarcatori epigenetici potrebbero essere associati a questa patologia. Sfortunatamente, è ancora scarsa la conoscenza sulle modificazioni epigenetiche nella MG, così come sono pochi gli studi sulla metilazione del DNA nei soggetti con timoma (Chen et al., 2011). Perciò, per l’assenza di dati disponibili, il ruolo della metilazione del DNA nella MG non è stato ancora chiarito.

D’altra parte, diversi lavori hanno rilevato una ipometilazione globale o gene-specifica, una alterata attività di enzimi come le DNMTs o le proteine che legano le regioni CpG metilate, modificazioni istoniche, e/o cambiamenti nell’ RNA non codificante, in patologie autoimmuni come il lupus eritematoso sistemico, l’artrite reumatoide, la sindrome di Sjogren, la psoriasi, la sclerosi multipla, ed altre ( Quintero et al., 2012; Meda et al., 2011; Zhang et al., 2012), suggerendo che sono necessari studi ulteriori per rendere chiaro il possibile contributo dell’epigenetica nella patogenesi della MG.

Quindi oltre a considerare il timoma associato alla MG, alcuni autori hanno focalizzato l’attenzione sul possibile ruolo di questi polimorfismi e le patologie autoimmuni.

Infatti l’ipometilazione del DNA è stata associata con l’attivazione di cellule immunitarie (Tao et al, 2008) e la metilazione è alterata in varie forme di leucemia, di linfomi e di sindromi mielodisplastiche (Hlady et al, 2012).

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Il lavoro di Khorshied e El-Ghamray (2012) mostra un aumentato rischio di sviluppare la porpora trombocitopenica idiopatica, una patologia ematologica su base autoimmune, nei soggetti con genotipo mutato TT per il polimorfismo DNMT3B -579G>T. Tuttavia, vi è un numero estremamente limitato di studi sul ruolo dei polimorfismi della DNMT3B sul promuovere lo sviluppo delle patologie autoimmuni.

In conclusione, il timo gioca un ruolo distinto nella patogenesi dei diversi sottotipi di MG AchR+. Alterazioni infiammatorie, alterazioni neoplastiche ed alterazioni età-correlate del timo sono di cruciale importanza per lo sviluppo rispettivamente dell’autoimmunità (Ig anti AchR) nella MG ad insorgenza precoce, del timoma associato alla MG, e della MG ad insorgenza tardiva (Marx et al., 2013). Il nostro lavoro suggerisce che la presenza dell’allele DNMT3B -579T potrebbe rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo dei timomi associati alla MG, in particolare nel genotipo TT. Perciò, l’analisi di questo polimorfismo potrebbe aiutare ad identificare quali individui miastenici AchR+ hanno un aumentato rischio di sviluppare un timoma.

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