76 2. SCOPO DELLA TESI
Negli ultimi anni il cambiamento dello stile di vita e dell’alimentazione hanno contribuito all’aumento di patologie cardio-vascolari e cronico-degenerative (McCullough et al., 2011). Medici e nutrizionisti sottolineano sempre più frequentemente l’importanza dell’assunzione giornaliera di alimenti naturali per fornire all’organismo una serie di composti bioattivi capaci di rallentare o contrastare i processi di invecchiamento cellulare che portano alle sopracitate patologie. La possibilità di integrare nell’alimentazione i prodotti derivanti dal lino rappresenta un’interessante strategia per incrementare l’apporto di composti nutraceutici dalle importanti potenzialità salutistiche. Il lino risulta essere un’ottima fonte di composti antiossidanti, grazie alla presenza di carotenoidi e alla componente fenolica oltre a presentare un rapporto ω-6/ω-3 nettamente spostato a favore di quest’ultimo che sembra avere effetti protettivi sulla nostra salute se nel giusto equilibrio con l’ω-6.
Nel presente lavoro di tesi è stato quindi verificato se nel panello, ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi di lino, si mantenessero le caratteristiche salutistiche tipiche del seme e se il tempo di conservazione e la modalità di packaging fossero in grado di influenzare il contenuto dei principali composti nutraceutici quali carotenoidi, clorofille, composti fenolici e acidi grassi polinsaturi e la loro capacità antiossidante. Le analisi sono state condotte separatamente su semi e panelli al tempo 0 e sui panelli conservati in contenitori di carta e di plastica.
L’obiettivo di questa tesi è stato quello di caratterizzare la componente fenolica, i pigmenti e l’attività antiossidante. Il contenuto in fenoli totali, flavonoidi e flavonoli è stato determinato mediante saggi spettrofotometrici, mentre il profilo degli acidi fenolici è stato valutato tramite HPLC come pure sono stati quantificati i principali carotenoidi (luteina e β-carotene) e clorofille (a e b). Infine è stata determinata l’attività antiossidante totale (tramite i saggi ABTS, DPPH e FRAP) e la capacità chelante il ferro.