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TITOLO DEL LIBRO AUTORE CASA EDITRICE NUMERO PAGINE ARGOMENTO TRATTATO BREVE SINTESI

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TITOLO DEL LIBRO

Freud Opere: 1900 - 1905 Volume quarto. Sezione: "Tre saggi sulla teoria sessuale (1905)"

AUTORE

Sigmund Freud

CASA EDITRICE

Boringhieri

NUMERO PAGINE

587

ARGOMENTO TRATTATO

Teoria psicanalitica della sessualità

BREVE SINTESI

L'opera in oggetto rappresenta una descrizione dettagliata del contributo freudiano circa l'importanza della vita sessuale nella crescita umana a partire sin dalla più tenera età; l'autore infatti delinea tutto il corso delle varie tappe evolutive che caratterizzano lo sviluppo sessuale dell'individuo dall'infanzia fino all'adolescenza. L'opera è organizzata in tre sezioni saggistiche: la prima fa riferimento alle aberrazioni sessuali, la seconda riguarda la sessualità infantile e la terza ed ultima rappresenta le trasformazioni tipiche della pubertà.

Il primo saggio introduce i concetti di oggetto e meta sessuale, partendo dal senso che la teoria popolare, convenzionalmente ispirata all'eterosessualità, attribuisce a tali concetti e alla pulsione sessuale. Dopodiché la trattazione viene incentrata sulle deviazioni che gli individui possono presentare sia rispetto all'oggetto sia rispetto alla meta sessuale. Per quanto riguarda le deviazioni rispetto all'oggetto sessuale l'omosessualità, dall'autore definita "inversione", ne rappresenta la massima

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espressione. L'inversione a sua volta può assumere diverse forme ed essere quindi integrale, anfigenica oppure occasionale e caratterizzarsi in maniera differente; in effetti gli invertiti assoluti scelgono come oggetto sessuale una persona omosessuale la quale costituisce l'oggetto del desiderio; gli invertiti anfigeni cosiddetti ermafroditi psicosessuali, scelgono come oggetto sessuale sia un partner dello stesso sesso sia del sesso opposto, per cui l’inversione non ha carattere di esclusività; da ultimi gli invertiti occasionali sono coloro che scelgono un oggetto sessuale omosessuale solo in certe condizioni, come ad esempio l’inaccessibilità di un oggetto sessuale normale. L'autore inoltre puntualizza che alcuni invertiti ritengono che la loro condizione sia qualcosa di ovvio, accettando la direzione della loro libido e sostenendo accanitamente la parità dei diritti della loro tendenza e di quella normale. Altri invece riportano la loro condizione come patologica, quindi sono vittime dell’omofobia interiorizzata. Inoltre l’insorgenza di tale condizione può essere ricondotta ad un’epoca determinata (prima o dopo la pubertà) e tale caratteristica può conservarsi per tutta la vita oppure costituire solo un periodo, o ancora manifestarsi dopo un lungo periodo di normale attività sessuale. Relativamente alla natura dell'inversione l'autore ritiene che può essere innata o acquisita; il carattere innato è tipico degli invertiti assoluti i quali affermano di non aver mai riscontrato in se stessi una direzione diversa della pulsione sessuale; mentre la degenerazione rappresenta un carattere acquisito ossia l’inversione viene acquisita in particolari circostanze o situazioni esterne che possono determinarla. Per quanto concerne le deviazioni rispetto alla meta sessuale l'autore fa riferimento alle perversioni le quali possono consistere o in prevaricazioni anatomiche delle regioni del corpo destinate all’unione sessuale oppure possono riferirsi ad indugi in relazioni intermedie con l’oggetto sessuale che generalmente dovrebbero essere rapidamente sorpassate sulla via della meta sessuale finale. Tra le prevaricazioni anatomiche rientrano la sopravvalutazione dell'oggetto sessuale e le fissazioni di mete sessuali provvisorie. La sopravvalutazione dell'oggetto sessuale consiste nella valutazione psichica dell'oggetto sessuale, che non si limita alla zona genitale bensì si estende a tutto il corpo dell'oggetto sessuale prendendo di mira anche altre parti del corpo come mete sessuali; esempi possono essere l'impiego sessuale dell'orifizio anale o l'impiego di sostituti inadeguati dell'oggetto sessuale come altre parti del suo corpo non appropriate per scopi sessuali oppure oggetti inanimati che sono a stretto contatto con la sessualità del partner. Viceversa, le fissazioni di mete sessuali provvisorie compaiono quando sono presenti delle condizioni interne ed esterne che rendono difficile il raggiungimento della meta sessuale normale o la allontanano, per cui di conseguenza si formano nuove mete sessuali che possono sostituirsi alla meta normale.

Nel secondo saggio l'autore enfatizza il ruolo svolto dalle manifestazioni sessuali infantili ritenute predittrici della pulsione sessuale che si manifesterà poi con l'avvento della pubertà. Nella parte introduttiva Freud riporta che fino ad allora il periodo infantile era stato trascurato in quanto nella concezione comune, seppur erronea, figurava l'idea che nell'infanzia fino alla pubertà mancasse totalmente la pulsione sessuale, ritenendo che quest'ultima comparisse per la prima volta durante la pubertà. Secondo la concezione freudiana invece le manifestazioni della pulsione sessuale hanno luogo già all'inizio della vita, tant'è che il ciucciare, ossia il succhiare con delizia da parte del poppante viene ritenuto una specie di orgasmo in quanto le labbra del bambino funzionano come una zona erogena e la stimolazione per l’afflusso di latte caldo rappresenta la causa della sensazione di piacere. Da questa situazione il quadretto emblematico che ne deriva è quello di un bambino abbandonato al petto della madre, con le guance arrossate che poi piomba nel sonno profondo con un sorriso beato in quanto sessualmente soddisfatto! Il ciucciare dunque rappresenta la prima manifestazione sessuale infantile per eccellenza in quanto sorge appoggiandosi ad una funzione vitale (il nutrimento) e presenta tre

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caratteristiche fondamentali: non conosce ancora un oggetto sessuale; è autoerotica e la sua meta sessuale è dominata da una zona erogena. L'autore specifica che la zona erogena è una zona della pelle o della mucosa nella quale le stimolazioni di un certo tipo provocano una sensazione di piacere di qualità determinata da una ritmicità, per cui qualsiasi punto della pelle o della mucosa può essere deputato a zona erogena purché presenti una certa idoneità. Un'ulteriore precisazione che viene fatta dall'autore riguarda il fatto che la generazione della sensazione di piacere dipende più dalla qualità dello stimolo che non dalla natura del punto del corpo. A tal proposito l'autore riporta che la zona anale analogamente alla zona labiale è appropriata per la sua posizione a mediare un appoggio della sessualità ad altre funzioni del corpo (evacuazione). Le zone genitali per via della posizione anatomica divengono erogene più in là e non all’inizio della vita, poiché la sensazione di piacere deriva sia dall’afflusso di secrezioni sia dai lavaggi e dalle sfregature connesse all’igiene, generando un bisogno di ripetizione. Freud ritiene che la masturbazione nell’età infantile è caratterizzata da tre fasi: la prima è l’allattamento, che comincia all’inizio della vita e procede fino al periodo di latenza; la seconda è la breve fioritura dell’attività sessuale che si ha intorno ai quattro anni; la terza è l’onanismo della pubertà. Dopo tale panoramica, l'autore passa alla descrizione dell'esplorazione sessuale infantile che si manifesta quando il maschietto rivolge per la prima volta la sua curiosità verso l’enigma della vita sessuale, il quale è dominato dall’interesse per il proprio organo genitale. Egli trova questa parte del suo corpo troppo preziosa e troppo importante perché possa pensare che in altre persone manchi. Siccome non può immaginare che esiste anche un altro tipo di formazione genitale deve ricorrere alla supposizione che tutte le persone comprese le femmine posseggano un membro simile al suo. Questo preconcetto è così saldamente radicato nel bambino che non può accettare l’idea che il membro manchi nella bambina. È sconvolgente ed inaccettabile per lui tanto da portarlo ad optare per un compromesso: il membro c’è anche nella bambina, solo che è troppo piccolo e crescerà in seguito. Poi quando in successive osservazioni si accorgerà che non è cresciuto opterà su un’altra concezione: il membro c’era anche nella bambina ma è stato tagliato ed al suo posto è rimasta una ferita. A questo punto nel bambino si consolida la percezione che se continua a mostrare un interesse troppo evidente per il pene gli verrà tolto (complesso di evirazione o angoscia di castrazione). La bambina invece quando scopre che il genitale maschile è diverso dal suo è subito disposta a riconoscerlo e viene sopraffatta dall’invidia del pene che culmina nel desiderio di voler essere anche lei un maschietto. L'ultima parte di questo saggio viene dedicata sia alla descrizione delle varie teorie sulla nascita sia delle fasi evolutive dell'organizzazione sessuale ed infine anche alla descrizione delle fonti della sessualità infantile da cui origina la pulsione sessuale. Le teorie della nascita rappresentano tutte le favole che gli adulti raccontano ai bambini circa il modo con cui i bambini vengono al mondo ("i bambini vengono dal petto o sono ritagliati dal corpo, oppure l'ombelico si apre per lasciarli passare"). Inoltre viene rappresentato il fatto che se i bambini in tenera età divengono spettatori del rapporto sessuale tra adulti (cosa che può essere provocata dalla convinzione dei grandi che i bambini piccoli non siano ancora in grado di comprendere nulla di ciò che è sessuale) questi non possono fare a meno di concepire l’atto sessuale come una specie di maltrattamento in senso sadico. Per quanto riguarda le fasi evolutive dell'organizzazione sessuale vengono distinte le organizzazioni pregenitali dalla scelta oggettuale. Nelle prime figurano la fase orale e la fase anale, nelle quali le zone genitali non hanno ancora assunto un ruolo predominante; mentre nella seconda vengono delineati due momenti in cui avviene la scelta oggettuale ossia in primis tra i due e cinque anni emerge la natura infantile delle mete sessuali; poi segue un periodo di latenza che si estende fino alla pubertà e rappresenta un arresto dell’evoluzione sessuale nel quale vengono costruite quelle potenze psichiche che successivamente si presentano come ostacoli alla pulsione sessuale che ne costringono entro certi

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limiti la direzione (il disgusto, il sentimento del pudore, gli ideali estetici e morali). Si ritiene che tali limiti siano dovuti all’educazione che ne dà un’impronta netta e profonda. Infine nella pubertà vi è la strutturazione definitiva della vita sessuale che riprende i risultati della scelta sessuale infantile. L'ultimo punto di questo saggio descrive l'origine della pulsione sessuale ritenendo che deriva inizialmente dall'eccitamento, il quale nasce o per imitazione di un soddisfacimento provato in concomitanza con altri processi organici; o come espressione di alcune pulsioni o a causa di una stimolazione periferica appropriata delle zone erogene. Inoltre la pulsione sessuale può trovare origine in eccitamenti meccanici o scosse ritmiche del corpo o in concomitanza dell'attività muscolare oppure come prodotto dei processi affettivi.

Nel terzo saggio Freud illustra tutti i cambiamenti fisici e psichici che caratterizzano la pubertà i quali sono fondamentali per la conduzione della vita sessuale infantile alla sua definitiva strutturazione normale. Nella descrizione vengono effettuati una serie di paragoni tra la sessualità infantile e le manifestazioni sessuali della pubertà, infatti nella prima la pulsione sessuale era prevalentemente autoerotica mentre nella pubertà trova l’oggetto sessuale; inoltre la sessualità infantile operava partendo da singole pulsioni e singole zone erogene, che cercavano indipendentemente un dato piacere come unica meta sessuale, nella pubertà invece il soggetto si prefigge una nuova meta sessuale al raggiungimento della quale collaborano tutte le pulsioni parziali, mentre le zone erogene si sottomettono al primato della zona genitale. In particolar modo la pubertà si caratterizza con la crescita dei genitali sia esterni che interni i quali contribuiscono a formare un apparato estremamente complicato che ancora attende di essere adoperato. Tale apparato deve essere messo in moto da stimoli che portano all’eccitazione sessuale la quale si manifesta con una specie di sintomi sia psichici (tensione) che somatici (disposizione alla preparazione dell’atto sessuale). La tensione dell’eccitazione sessuale rappresenta una medaglia a due facce: da un lato vi è il sentimento di dispiacere che insorge nel momento in cui la tensione sessuale non è in grado di produrre altro piacere e una sensazione di piacere che si concretizza nella soddisfazione dell’eccitazione sessuale. In virtù di ciò le zone erogene vengono completamente impiegate a produrre con adeguata stimolazione un certo ammontare di piacere (piacere preliminare) dal quale deriva l’intensificazione della tensione che a sua volta deve apportare l'energia motoria necessaria la quale provoca la scarica che determina il soddisfacimento, ossia il piacere finale che porta a compimento l’atto sessuale. Pertanto il piacere preliminare è più o meno lo stesso che si verificava durante l’età infantile seppur in forma ridotta, mentre il piacere finale è nuovo e maggiore rispetto al piacere preliminare ed è legato a condizioni subentrate con la pubertà. In definitiva da un punto di vista fisico nell'infanzia la massima espressione del soddisfacimento sessuale veniva raggiunta dalla combinazione dell'oggetto sessuale con la meta sessuale, specificamente il bambino era attratto dal seno materno per cui la pulsione sessuale si manifestava con la suzione; mentre nella pubertà da un punto di vista fisico l'oggetto sessuale è rappresentato dal primato della zona genitale (es. l’erezione del pene) mentre la meta sessuale è rappresentata dalla penetrazione, pertanto oltre ad un soddisfacimento sessuale sul piano fisico vi è un godimento anche da un punto di vista psichico che si realizza con una riscoperta ossia con il rinvenimento dell’oggetto che era stato già preparato fin dall’infanzia.

COMMENTI PERSONALI

Secondo il mio punto di vista l'opera ha fornito un contributo importante nella storia della sessualità umana anche in considerazione del fatto che la stesura dell’opera risale al secolo scorso. Ciò

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che ritengo importante è la chiave di lettura che Freud ha fornito circa la comprensione sviluppi normali e patologici della sessualità umana, scoprendo e valorizzando soprattutto la sessualità infantile, che rappresenta il cuore dell’opera. Inoltre l’autore ha posto la giusta attenzione alle fasi di esplorazione e conoscenza sperimentate dal bambino circa il proprio corpo mettendo in risalto l'importanza dell'integrazione psicologica del bambino con la sua biologia e la scoperta delle differenze sessuali.

A parer mio un limite di tale opera risiede proprio nella sua organizzazione, secondo il mio punto di vista la trattazione sarebbe potuta partire dalla scoperta della sessualità infantile e procedere con le trasformazioni della pubertà per poi concludere il tutto con le aberrazioni sessuali in maniera tale da consentire al lettore di interpretare nel migliore dei modi le differenze tra la sessualità tipica ed atipica.

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