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3. Il prodotto medio del lavoro è l output medio per unità di lavoro. Q L

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Capitolo 6

La teoria della produzione

Soluzioni delle Domande di ripasso

1. La funzione di produzione ci dice qual è il massimo volume di output che può essere prodotto con una data combinazione di input. Può accadere che l’impresa produca meno di tale quantità di output a causa di una gestione inefficiente delle risorse. Sebbene sia possibile produrre diversi livelli di output con lo stesso livello di input, alcuni dei quali sono meno tecnicamente efficienti di altri, la funzione di produzione ci fornisce il limite superiore (il massimo) del livello di output.

2. La funzione della domanda (tecnica) di lavoro, che è l’inversa della funzione di produzione, ci dice qual è la quantità minima di lavoro necessaria a produrre una data quantità di output.

0 5 10 15 20 25 30

0 50 100 150 200 250

Q

L

3. Il prodotto medio del lavoro è l’output medio per unità di lavoro.

L

APL = = Q

lavoro di Quantità

totale odotto Pr

Il prodotto marginale del lavoro è la variazione del prodotto totale in ragione della variazione della quantità di lavoro.

Cpyright ©2020 – McGraw-Hill Education (Italy) Srl Capitolo 6 - 1

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L MPL Q

Δ Δ lavoro di quantità della

Variazione

totale prodotto del

Variazione =

=

Nel grafico in basso, la funzione di produzione Q=3L, che è lineare, è caratterizzata dal fatto che il prodotto medio e marginale coincidono. In particolare, per tutti i valori di Q abbiamo APL =MPL =3.

0 50 100 150 200 250

0 10 20 30 40 50 60 70

L

Q

4. Se il prodotto totale di un fattore è decrescente, aumentando il livello di un fattore, date le quantità di tutti gli altri fattori, il livello del prodotto totale si riduce. Prodotto marginale decrescente di un fattore significa che all’aumentare di tale fattore, date le quantità degli altri input, il prodotto marginale di tale fattore si riduce. In sostanza, un prodotto totale decrescente implica che l’output è decrescente, mentre con un prodotto marginale decrescente possiamo avere un output che aumenta sebbene in maniera meno che proporzionale.

Avere una funzione del prodotto totale caratterizzata da un prodotto marginale decrescente e non da un prodotto totale decrescente è del tutto plausibile. Ciò accade quando ogni unità addizionale di un input accresce il prodotto totale, ma meno di quanto faccia la precedente unità. In sostanza, ciò si verifica quando l’output aumenta meno che proporzionalmente all’aumentare dell’input.

5. Se il prodotto marginale del lavoro è positivo, quando aumentiamo la quantità di lavoro,

(3)

6. No, come le curve di indifferenza, gli isoquanti non si intersecano mai. Ad esempio, supponiamo di disegnare gli isoquanti corrispondenti a due livelli produttivi e Q con . Inoltre, supponiamo che si intersechino nel punto A come nel seguente grafico.

Q1

Q2 >Q1 2

Lavoro Capitale

B A C

Q1

Q2

Poichè A e B giacciono entrambi su Q2, consentono di ottenere lo stesso livello di output.

Poichè A e C giacciono entrambi su Q1, consentono di ottenere lo stesso livello di output.

Ciò implicherebbe che B e C consentono di ottenere lo stesso livello di output. Tuttavia, ciò è impossibile dato che il punto C si caratterizza per una quantità maggiore di entrambi gli input e quindi consente di ottenere un output più elevato rispetto a B. Ne segue che gli isoquanti non possono intersecarsi.

7. Se operasse nella parte inefficiente di un isoquanto, l’impresa userebbe una combinazione di input nella quale uno degli input ha un prodotto marginale negativo, cioè all’aumentare di tale input si riduce il livello di prodotto totale. In un punto del genere, l’impresa potrebbe aumentare l’output riducendo il livello dell’input. Riducendo il livello dell’input, l’impresa ridurrebbe il costo totale. Quindi se l’impresa opera nell’area inefficiente di un isoquanto può aumentare l’output e nel contempo ridurre il costo totale.

Per cui, un’impresa che avesse come obiettivo quello di minimizzare i costi non opererebbe mai in tale area perché coglierebbe sempre l’opportunità di ridurre i costi.

8. L’elasticità di sostituzione misura come varia il tasso marginale di sostituzione tecnica tra capitale e lavoro lungo un isoquanto. In sostanza, essa indica il livello di sostituibilità tra capitale e lavoro, cioè con che facilità l’impresa può sostituire capitale e lavoro

mantenendo costante il livello del prodotto totale.

Copyright ©2020 – McGraw-Hill Education (Italy) Srl Capitolo 6 - 3

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9.

Rendimenti di scala decrescenti

0 250 500 750 1000

0 250 500 750 1000

Lavoro

Capitale

Q=100.000 Q=200.000

Q=400.000

Nel caso di rendimenti di scala decrescenti l’impresa ha bisogno di impiegare più del doppio degli input per raddoppiare l’output. In modo equivalente, raddoppiando gli input l’output men che raddoppia.

Rendimenti di scala costanti

0 250 500 750 1000

0 250 500 750 1000

Lavoro

Capitale

Q=100.000Q=200.000

Q=400.000

(5)

Copyright ©2020 – McGraw-Hill Education (Italy) Srl Capitolo 6 - 5

Rendimenti di scala crescenti

0 250 500 750 1000

0 250 500 750 1000

Lavoro

Capitale

Q=100.000 Q=200.000

Q=400.000

Nel caso di rendimenti di scala crescenti l’impresa ha bisogno di impiegare meno del doppio degli input per raddoppiare l’output. In modo equivalente, raddoppiando gli input l’output più che raddoppia.

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