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LO STRETTO RAPPORTO CHE LEGA I CONSORZI ALLE UNIVERSITÀ: IL CASO DELL’EDITORIA ELETTRONICA

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Academic year: 2021

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Il Professor Marco Mancini, Rettore dell’Università della Tu-scia e Presidente della CRUI, ci ribadisce, in quest’articolo, l’importanza della collaborazione tra i Consorzi e il mondo universitario e della ricerca, argomentando la sua tesi con un esempio molto forte che riguarda l’editoria elettronica.

Con una serie di provvedimenti approvati di recente in sede di Decreto Legge per le semplificazioni (art. 48 del D.L. 5/2012 del 9.2.2012) il Governo e, in modo particolare, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca hanno coraggiosamente intrapreso la via della completa dematerializzazione delle procedure bu-rocratiche delle università. Si tratta, in realtà, dell’ultima tappa di un lungo processo che ha visto gli atenei italiani all’avanguardia tra le Pubbliche Amministrazioni, sempre più coinvolte nell’impiego delle nuove stru-mentazioni elettroniche e telematiche per migliorare, velocizzare, rendere più trasparenti e accessibili i propri servizi. Un dovere nei confronti di tutti i cittadini.

L’utente, allorché sente parlare di dematerializzazione dei servizi, pensa immediatamente alle file agli spor-telli; lo studente universitario pensa alle iscrizioni, alla verbalizzazione degli esami, al dialogo – spesso compli-cato – con l’Amministrazione. Ma nell’Università sono utenti a pieno titolo dei servizi anche i professori e il personale tecnico-amministrativo. Per costoro le procedure, più che attinenti ai servizi burocratici, riguardano direttamente le rispettive attività: i docenti, soprattutto, sono sempre più interessati alla facile reperibilità dei materiali bibliografici, all’accesso a specifiche banche-dati, a tutto quel complesso di risorse, in sostanza, che fungono da indispensabile supporto delle attività scientifiche e che, in qualità di infrastrutture immateriali, vanno ad affiancarsi a pieno titolo alle tradizionali infrastrutture materiali (laboratori, strumentazioni, apparec-chiature).

L’interesse della CRUI nei confronti di queste attività è dimostrata dall’infaticabile lavoro del gruppo “Open Access” nell’àmbito della Commissione Biblioteche della Conferenza nonché da quanto si sta operando in merito alla negoziazione con i grandi editori che gestiscono l’accesso al materiale su supporto elettronico e i repertorî bibliometrici. Tutti strumenti fondamentali per la politica della diffusione e della valutazione delle discipline scientifiche e dei ricercatori nel nostro come in altri paesi.

L’impiego dei percorsi elettronici, per così dire, diviene sempre più centrale per professori e ricercatori alla luce delle imminenti attività di valutazione (che avverranno esclusivamente per via telematica) da parte del-l’ANVUR, sia per quel che concerne il profilo stipendiale dei docenti (ex art. 6 co. 14 della L. 240/2010) sia per quanto attiene alla Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) che ha preso avvio da poche settimane e che riguarderà migliaia di docenti e centinaia di migliaia di prodotti.

Insomma siamo nel bel mezzo di una rivoluzione, una rivoluzione che, tuttavia, le università non sono in grado di affrontare da sole. Da diversi anni a sostegno di queste innumerevoli attività esistono soggetti specifici che si occupano della gestione delle risorse elettroniche, oramai pienamente integrati nel funzionamento e nella gestione di molti atenei italiani. Il Consorzio CASPUR è fra questi. La sua meritoria attività, non casualmente, nacque per venire incontro alle esigenze di diverse università di condividere in modo collaborativo le risorse elettroniche, anche al fine di sviluppare economie di scala e aumentare la quantità di riviste accessibili per tutti. Con una scelta indubbiamente coraggiosa il CASPUR, nel 1998, autorizzò la sottoscrizione di un abbona-mento alla versione elettronica delle riviste “Elsevier” a spese del Consorzio. Il successo dell’iniziativa fu

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mediato con una risposta entusiasta da parte di molti ricercatori e di parecchie biblioteche, ovviamente assai interessate a questo tipo di attività, peraltro notoriamente molto costose.

A séguito di questa esperienza nel 1999 nasce il CIBER (Coordinamento Interuniversitario Basi dati ed Editoria in Rete) che si fa carico della gestione scientifica e operativa della attività; al CASPUR resta la gestione tecnica e finanziaria. Si può ben dire che oggi esiste una vera e propria comunità. Fanno parte del CIBER ventisei atenei, e si appoggiano ai servizi del Consorzio anche alcuni enti di ricerca e altre undici università del CIPE.

L’incremento notevole dei costi relativi all’editoria elettronica, cui abbiamo già fatto cenno e che ormai si ar-ticola in numerose tipologie che vanno bel al di là della mera consultazione dei numeri delle riviste, suggerisce di continuare a perseguire la strada di una collaborazione stretta tra mondo universitario e della ricerca e i Con-sorzi di calcolo come il CASPUR. Questi evidentemente devono collocarsi in uno spazio complementare rispetto a quello occupato rispettivamente dalle università, da un canto, e dal Ministero, dall’altro. L’utilità della collabo-razione che ne può risultare è oggi evidente: basti pensare allo stretto rapporto esistente fra i Consorzi e il gruppo CARE della CRUI che si occupa della contrattazione centralizzata ai fini dell’accesso alle risorse elettroniche.

Le finalità di tale collaborazione sono presto dette, e possono essere riassunte in cinque punti: (1) supporto tecnico;

(2) gestione delle piattaforme e dei servizi di base, backup, integrità dei dati, conservazione a breve e a lungo termine dei dati acquisiti, sia nel caso degli abbonamenti a risorse elettroniche commerciali (quando pre-visto), sia nel caso della gestione di repository istituzionali degli atenei;

(3) eventuale accesso locale alternativo (quando previsto) alla piattaforma degli editori nei casi di indisponibilità della stessa;

(4) studio e sperimentazione di nuove tecnologie (piattaforme) al fine di migliorare l’accesso, la ricerca e met-tere a disposizione nuovi contenuti;

(5) data warehouse e business intelligence per i dati di accesso e di scarico dei contenuti digitali.

Una pluralità di funzioni che sono ormai assolutamente indispensabili per il perseguimento di una ricerca che continui a essere competitiva. Gli stessi obiettivi di Horizon 2020, il futuro “Framework Progamme” della Comunità Europea, prevedono un ricorso sempre più massiccio alla digitalizzazione e agli accessi remoti, sfide che – lo ripetiamo – le università non sono in grado di vincere da sole.

La necessità di un contenimento dei costi e, al tempo stesso, il riconoscimento dell’indispensabile supporto rappresentato dai Consorzi per quanto attiene sia i servizi verso le università sia lo stesso MIUR ha convinto il Ministero a destinare una quota rilevante del finanziamento ordinario del 2012 (indicato esplicitamente come anno di transizione) alla integrazione dei servizi consortili e allo stimolo verso comuni progettualità nell’interesse del sistema da finanziare opportunamente. Il tutto da sottoporre a una Commissione di esperti nominata sempre dal MIUR. Si tratta di un’accelerazione di quel processo di totale integrazione delle attività di calcolo nelle strutture stesse del sistema delle università e degli EPR che, ormai, è invocato da più parti.

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