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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.33 (1906) n.1690, 23 settembre

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(1)

L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XXXIII Voi. XXXYII Firenze, 23 Settembre 1906 N. 1690

S O M M A R I O : Sulla conversione della rendita — Contro la guerra — Il commercio della Provincia di

Palermo nel 1905 — Pel prossimo Congresso socialista — La riforma della legislazione civile — R i v i s t a b i

-b l i o g r a f i c a : Dott. Paul Du-bois, Le Budget Départemental - Georges Maze-Sencier, L'amelioration du sorte des travailleurs — R i v i s t a e c o n o m i c a e finanziaria: Il XV Congresso universale per la pace - Il

<Con-gresso per la tutela della proprietà industriale - Il Con<Con-gresso per la educazione popolare - Il riscatto del prestito di Barletta del 1870 - Il prestito dello Stato dello Amazone - La ricchezza nazionale dell' Inghilterra - La colonia por-toghese in Africa — R a s s e g n a d e l c o m m e r c i o i n t e r n a z i o n a l e : Il commercio francese nei primi otto mesi del 1906 - Il commercio speciale inglese nel/.' agosto 1906 - Il commercio italo-francese nei primi otto mesi del 1906 - Il movimento commerciale del Guatemala nel 1905 - Il commercio della China nel 1905 — Un articolo del-l'on. Luzzatti sulla conversione della rendita — Per l'abolizione del lavoro notturno delle donne — 1 pro-venti dei servizi pubblici in Italia — La guerra russo-giapponese — Le organizzazioni operaie in Germania — Camere di commercio — Mercato monetario e Rivista delle Borse — Notizie commerciali.

SULLA CONVERSIONE DELLA RENDITA

Abbiamo pubblicato'nell'ultimo fascicolo un largo riassunto della relazione che il Ministro del Tesoro, on. Majorana ha presentato sulla opera-zione della conversione della rendita. Pubblichiamo in questo fascicolo, più innanzi, un largo rias-sunto di un articolo che sullo stesso argomento pubblica l'on. Luigi Luzzatti. I due documenti si completano ; il primo tecnico e rigido si man-tiene nel linguaggio ufficiale, necessariamente riservato; il secondo, brillante e, com'è la natura della scrittore, pieno di giovanile entusiasmo, espone più largamente, se non completamente, un cenno sulla storia della grande operazione. E gli entusiasmi infatti non sono in questo caso esagerati ; forse perchè durante più anni si è discorso della conversione del nostro consolidato e perchè il pubblico già la conversione 1' aveva compiuta, in quanto non si facevano più da qualche tempo contratti di qualche importanza sul consolidato; forse per questo, diciamo, il paese non si è meravigliato del successo, tanto, quanto sarebbe avvenuto se, come era intendimento del-l'on. Luzzatti, la conversione si fosse compiuta nell'aprile di due anni or sono, ove non fosse scoppiato il conflitto Russo-Giapponese.

Ma tutti coloro ai quali ancor oggi si parla dell'avvenimento, sono concordi nell'uscire in que-sta esclamazione sintetica ed eloquente : — chi avrebbe detto, dieci anni or sono, che si sarebbe giunti a questa sospirata meta senza difficoltà ! E bisogna riconoscere che se la operazione si è compiuta senza difficoltà, in gran parte è dovuto a ciò, che — come osserva l'on. Luzzatti —-era stato preveduto con cura meticolosa ogni pos-sibile ostacolo e si aveva cercato di mettere a favore nostro tutte le chances.

Se non sapessimo che la Casa Rotschild ha sostenuto il principio che si dovesse scendere al

3 '/2 in due tempi, e che la più elementare pru-denza consigliava a non intraprendere la opera-zione se non di perfetta intelligenza colla potente casa finanziaria di Parigi, vorremmo ancora ten-tare di dimostrare che sarebbe stato più ardito, ma più utile, passare addirittura dal 4 al 3 l/t

senza la sosta del 3 3/4. Ma d'altra parte al

prin-cipio del passaggio immediato al saggio più basso, ohe noi abbiamo sempre sostenuto essere il mi-gliore per ragioni che non è qui il luogo di ri-petere, si è già fatto largo omaggio ottenendo che la sosta al saggio del 3 3/4 fosse brevissima,

soli cinque anni, mentre si era parlato di otto e perfino di dieci e di dodici anni. Il breve periodo fa meno temere che le condizioni del mercato mutino così radicalmente da coincidere il pas-saggio al nuovo tasso del 3 1/t con qualche

pro-fonda crisi finanziaria ; ciò che è appunto avve-nuto per la conversione fatta in Inghilterra dal Goschen, nella quale la discesa dal 2 e tre quarti al 2 e mezzo coincise cogli imbarazzi finanziari della guerra boera.

Ciò che importa essenzialmente, è che du-rante questi cinque anni, ed anche qualche tempo dopo, si mantengano le condizioni del Tesoro nelle condizioni di attuale prosperità e si dia alle Banche di emissione risanate un ordinamento più elastico, affinchè possano meglio adattarsi alle condizioni del paese.

L'on. Luzzatti sa benissimo che due sono i punti neri e nel suo breve articolo egli vi accenna: — il pericolo della finanza russa e quello del-l'esercizio ferroviario di Stato.

(2)

592

L' ECONOMISTA

23 settembre 190(5

titolo internazionale por eccellenza, si prestava

benissimo colle improvvise realizzazioni.

Oggi ciò non è più, il consolidato è

pres-soché tutto in casa e fra breve lo sarà tutto,

quindi, sebbene il mercato italiano senta

neces-sariamente la ripercussione dei fatti esterni, non

è più il sacco da botte del tempo passato ed ha

energiche le sue resistenze e sa conservare

ab-bastanza la sua fisonomia.

Tuttavia una sospensione od una riduzione

degli interessi del debito pubblico russo, alla

quale si va incontro rapidamente, non potrà a

meno di avere il contraccolpo anche nel nostro

mercato, e bisogna quindi esservi apparecchiati.

Quanto all'altro pericolo, quello dell'esercizio

ferroviario di Stato che domanda larghi sacrifizi

affinchè sia ordinato con quella larghezza che le

Amministrazioni di Stato esigono sempre, a

dif-ferenza delle Società private, esso sta nelle nostre

mani ; e siamo desiderosi che l'onor. Luzzatti

esponga, come promette, il suo piano.

Intanto, per ciò che riguarda la conversione

della rendita, non tralasciamo di ripetere all'on.

Luzzatti ed ai suoi intelligenti collaboratori, on.

Majorana e B. Stringher, i nostri rallegramenti.

CONTRO LA GUERRA

i i .

Osservavamo coll'ultimo fascicolo discorrendo

di questo argomento, che vi è una stridente

con-traddizione tra il sentimento generale che

vor-rebbe la abolizione della guerra, e l'azione

ge-nerale che tutto ciò che è necessario alla guerra

prepara con grande sacrifizio dei singoli e della

intera società.

E non solo ciò, ma in questo periodo più

vicino a noi che vien chiamato della « pace

ar-mata », molte nazioni vivono in tempo di pace

quasi come se fossero in continua guerra ; cioè

con la esagerazione degli armamenti di ogni

spe-cie è avvenuto che, mentre lo stato di guerra

dovrebbe essere in ogni caso, transitorio ed

ec-cezionale, si è arrivati al punto che quasi 400

mi-lioni di Europei vivono come se lo stato di guerra

imminente fosse lo stato normale della vita dei

popoli. Ciò dimostra ad evidenza che, se vi è

esagerato giudizio in quelli che dicono aboliamo

la guerra, quasi fosse possibile abolirla in un

giorno, è altrettanto esagerato il concetto del

mi-litarismo contemporaneo che ci fa vivere come

se fossimo in un continuo stato di guerra.

Nessuna meraviglia pertanto che la stessa

esagerazione per tante diecine di anni

prolunga-tasi negli armamenti di ogni genere, susciti

un'altra esagerazione nei mezzi per opporsi al

militarismo.

Non soltanto in quest'ordine di idee, ma in

ogni fatto sociale, la eccessività in un senso

porta per naturale ed inevitabile conseguenza la

eccessività nel senso opposto.

A chi è dovuto questo stato in cui dura

l'Europa armata sino ai denti, con bilanci della

guerra e della marina esagerati, con uno sciupio

enorme di energie, e con un onere cosi forte

sulla moltitudine dei contribuenti?

Napoleone, non più tardi di un secolo fa

conduceva lunghe guerre in lontane regioni con

meno uomini e meno spese di quelle ohe non

im-pieghino oggi Francia e Germania per mantenere

la pace. Senza approvarlo, ci spieghiamo quindi

che vi sia alcuno il quale dica : meglio la guerra

per un anno, che questa pace così costosa e

sempre minacciosa.

E scrittori e pensatori di tutti i partiti e

e di tutti i paesi hanno cercato di dimostrare la

illogicità e la esorbitanza di questo stato, di cose,

propugnando nell'animo di tutti il sentimento

che sarebbe necessario metter termine a simile

esagerazione negli armamenti. Ne sono venute

due importanti manifestazioni: la istituzione del

Tribunale internazionale dell'Aja, e la coraggiosa

proposta inglese per un parziale disarmo.

Se però cerchiamo la causa per la quale è

avvenuta e si mantiene la eccessività negli

ar-mamenti, sentiamo da ciascuno rispondere che è

la paura degli altri quella che li determina;

onde sembrerebbe che se concorde è il

senti-mento per deplorarli facile dovrebbe essere la

intesa per limitarli.

Però, i fatti dimostrano che anche le più

ardite iniziative dirette almeno a frenare tale

morbosa tendenza di accrescere le spese militari

e di perfezionare continuamente gli stromenti di

guerra, non conducono a nessun pratico

risul-tato ; anzi, non ostante tali iniziative, tutti i

mo-menti si deve sentire che questo o quel Governo

ha domandati nuovi fondi per l'esercito o per

l'armata.

Si comprende pertanto che da una parte la

agitazione del pensiero umano intelligente contro

lo sperpero delle energie nelle eccessive spese

militari, e dall'altra la azione dei Governi ad

ac-crescere queste spese, abbia a determinare sulla

coscienza pubblica sentimenti anche violenti per

sostenenere contro i fatti ciò che sembra logico

e giusto.

Non imputeremo della tendenza deplorata,

nè questa nè quella nazione, ma si può ben

ri-levare che ne sono responsabili le classi

diri-genti dei diversi Stati, le quali non sanno

suf-ficientemente spiegare una azione che valga a

mantenere le spese militari entro limiti

ragione-voli. Esse sole, le classi dirigenti, sono colpevoli

di questo stato di cose e non hanno possibilità

di giustificarsene, perchè non sono assistite nel

coltivare tale tendenza, nè dalla logica, nè dalla

buona amministrazione.

Basta riflettere che tre principali Stati di

Europa, Austria-Ungheria, Germania, e Francia,

spendono più di due miliardi e trecento milioni

l'anno per la guerra e marina, per stupire che

i popoli sieno così remissivi e non protestino in

modo più energico contro gli eccessivi armamenti

di questi tre paesi, i quali armamenti

determi-nano per logica conseguenza anche quelli degli

altri Stati minori.

(3)

è la ostentazione continua di questa forza

po-tente e prepopo-tente; e infine è la sottrazione di

una parte non piccola dei mezzi di cui la nazione

dispone agli scopi civili a cui molto meglio

sa-rebbero quelle spese destinate.

Coloro i quali condannano ogni specie di

manifestazione antimilitarista come un fatto

an-tipatriottico e persino immorale, hanno pensato

che da trenta anni le classi dirigenti rivolgono

alle moltitudini questa specie di provocazione

col-l'aumento incessante delle spese militari ?

Le nostre spese militari 24 anni or sono

sa-livano, comprese le pensioni, a meno di 300

mi-lioni, tutto insieme guerra e marina; — oggi

quelle stesse spese sono portate a 408 milioni,

cioè 108 milioni di più. Perchè? soltanto perchè

gli altri spendono di più! Ma intanto noi che

lesiniamo 100 lire l'anno ai maestri elementari,

spendiamo 100 milioni di più l'anno per le

esi-genze militari ; e, convien riconoscerlo, siamo tra

i più parsimoniosi.

Ora, crediamo di poter domandare: chi è

che fa nascere l'antimilitarismo? La immoralità

e il poco amore di patria di chi si ribella alle

spese militari, o chi ha spinto le spese militari

a questi eccessi, per cui alla non ricca Italia non

basta un milione il giorno?

Se pertanto si crede che vi sieno argomenti,

e certamente ve ne sono, contro il movimento

attuale antimilitarista, in verità argomenti e più

poderosi e più logici e più concludenti ve ne sono

contro il militarismo eccessivo.

(li proponiamo in seguito di vedere la

que-stione sotto altri aspetti, poiché essa è complessa

e mol riforme.

Il commercio della provincia di Palermo

nel 1905

La Camera di commercio di Palermo ha avuto

testé l'ottima idea di pubblicare un resoconto delle

relazioni commerciali della provincia nel 1905. E

diciamo ottima idea, perchè se questa fosse

imi-tata da tutte le Camere di commercio del Regno,

potrebbesi avere un quadro statistico esatto del

movimento commerciale del Regno non solo, ma

un quadro comparativo del movimento tra le

di-verse Provincie, che faciliterebbe studi e riforme

di leggi in generale e di regolamenti particolari

delle provincie, attinenti agli scambi commerciali,

allo scopo di alimentarli e di renderli sempre

più attivi e vantaggiosi alle finanze locali.

Nell'attesa quindi di vedere da parte di

altre Camere di commercio — almeno delle città

più importanti — pubblicate simili relazioni

an-nuali, nello stesso modo come pubblicano brevi

bollettini o resoconti delle loro sedute, diamo

qualche notizia sui risultati commerciali della

provincia di Palermo.

Nel 1905 le importazioni coli' estero nella

provincia di Palermo ascesero a 25.7 milioni di

lire, le esportazioni a 28.4. Confrontando queste

cifre con le corrispondenti dell' anno anteriore, si

rileva un aumento di 1.6 milioni nell'ammontare

delle merci ritirate dall' estero ; ed invece una

diminuzione, quasi equivalente, di 1.5 milioni

nelle vendite a paesi stranieri, dimodoché, mentre

da una parte l'ammontare complessivo del

mo-vimento mercantile locale superò di appena 100

mila lire circa i 54 milioni cui era asceso nel

1904, dall'altra parte la prevalenza delle

esporta-zioni nelle importaesporta-zioni dai 5.9 milioni del 1904,

si ridusse agli indicati 2.8 milioni.

Il commercio colla Nazione ascese invece nel

1905 a 6 milioni nelle entrate e 3.7 nelle uscite,

con prevalenza di quella per 2.8 milioni.

Consi-derando però il triennio dal 1903, tale differenza

in meno è naturalmente inferiore a quelle di 6.9

e 7.2 milioni riscontrate nei due anni precedenti.

E questo suo attenuarsi dipende da una parte

dall' essere l'ammontare delle provenienze dal

Regno disceso da 9.1 milioni del 1903 e 11 del

1904 al 6.4 del 1905; e dall'altro dall'essere le

vendite nel Regno cresciute dai 2.1 milioni del

1903 ai 3.9 del 1904 e 3.7 del 1905.

Riassumendo queste cifre — del commercio

palermitano coll'estero e col Regno — si ha come

indice complessivo del movimento commerciale

della provincia, che l'anno 1905 presenta la

com-plessiva somma di 64.2 milioni, che va ripartita

ugualmente, o quasi, fra entrate e uscite di merci :

questa somma resta alquanto al disotto di quella

corrispondente del 1903 (67.5 milioni) e del 1904

(68.9); ma la diminuzione è derivata non tanto

dalle vendite (31.4, 33.8, 32.1 milioni), quanto

dagli acquisti (36.1, 35.1, 32.1 milioni). Essa

quindi, più che indice di depressione è conseguenza

dell'essersi attenuato l'annuo ammontare di

ac-quisti in Italia. Tali acac-quisti, pur ascendendo a

somme molto superiori a quelle delle vendite

fatte nel Regno, hanno ridotto, come notammo,

la loro prevalenza, da 6.9 milioni e 7.2.

Considera da tutto ciò il Segretario

Avvo-cato Somma, che presenta la Relazione che

ab-biamo sott' occhio alla Commissione d' industria

e commercio, che le cifre rappresentative del

com-mercio nel 1905 attestano un lieve vantaggio

nell'andamento del commercio locale, non per la

intensificazione di scambi, ma per la conseguita

eguaglianza degli stessi e salvo il valore teorico

da attribuire a tale bilancio di commercio; pur

rilevando però che non mancano inconvenienti

propri del commercio di Palermo, quale ad

esem-pio, tra i più gravi, che il traffico di uscita della

provincia poggia sopra pochi cespiti, taluni dei

quali esposti ai gravi rischi della loro difettosa

organizzazione e della concorrenza estera.

La Relazione riconosce anche la scarsezza

dell'entità del commercio locale, giacché mentre

la popolazione della provincia di Palermo

costi-tuisce il 9.42 per cento di quella totale del Regno

(quella essendo calcolata in 33. 733 mila, questa

in 879 mila circa), la quota del suo commercio è

invece dell' 1.23 per cento nelle importazioni, e

di 1.66 per cento nelle esportazioni.

Sarà opportuno riferire un confronto tra il

commercio di Palermo e quello del Regno negli

ultimi anni:

Importazioni Esportazioni Totale' Anni Palermo Regno Palermo Regno Palermo Regno

(4)

594

L' ECONOMISTA

23 settembre 1906

Si ricava da questa tavola che il commercio

della Provincia di Palermo restringe i suoi acquisti

laddove tutto il Regno li estende; restringe anche

le sue esportazioni o almeno le lascia con annue

variazioni allo stesso livello, medio laddove tutto

il Regno le sviluppa sempre più. Dal che la

Re-lazione ricava giustamente la inferiorità del

com-mercio di Palermo, oltreché intrinseco, anche nel

fenomeno di crescenza.

La Relazione parla quindi del commercio

distinto per categorie.

Riguardo all'estero, emersero nel 1905 le

seguenti categorie :

Importazioni milioni di lire

X I V . Prodotti vegetali 8.2 XIII. Pietre, terre e vasellami 3.1 XII. Minerali e metalli 2.8 I X . Legno e paglia 2.3 IL Coloniali 1.9 X V . Animali e loro prodotti 1.8

X I . Pelli i . i Esportazioni milioni di lire

X I V . Prodotti vegetali 12.0 IV. Generi di concia 5.9 I. Spiriti, bevande ed oli 2.9 III. Prodotti chimici 2.7 X V . Animali e loro prodotti 1.7

II. Droghe 1,4

Le categorie bevande, prodotti chimici, legno

e paglia, pietre, terre, subirono diminuzioni nel

1905 all'esportazioni, mentre le droghe, le pelli,

i minerali incrementarono ; e nelle importazioni

diminuirono i tabacchi, i generi di concia, il

co-tone, la lana, e aumentarono gli olì, la canapa.,

la carta, i prodotti vegetali e animali.

Più larghe fornitrici delle Provincie di

Pa-lermo furono la Russia (7.4 milioni) la Gran

Bre-tagna (6.1) gli Stati Uniti (3.4) l'Austria

Un-gheria (2.2) la Germania (1.8) : maggiori sbocchi

invece sono costituiti dagli Stati Uniti (12.0

mi-lioni) dalla Gran Bretagna (4.6) dalla Francia

(3.2) dalla Germania (1.9).

Riguardo al Regno emersero nelle

prove-nienze dall'Italia gli animali (3.6 milioni) il

co-tone (0.3) gli spiriti (0.3) i minerali (0.2) le pelli

(0.2) ; nelle uscite dalla provincia, le pietre (0.8

milioni) i prodotti vegetali (0.7) il legno (0.3) ì

prodotti animali (0.3).

Maggiori fornitrici furono le provincie di

Ca-gliari (1.7 milioni) Napoli (1.2) Milano (0.3)

Si-cilia (1.3): e maggiori consumatrici, Napoli (0.8)

Genova (0.7) Venezia (0.6) Sicilia (0.7).

La Relazione ha poi i quadri speciali, i

pro-spetti analitici, chiarissimi ed esatti.

Pur troppo apparisce da essi e da quanto

sommariamente abbiamo esposto sul commercio

di Palermo come questo movimento sia meschino :

ma poiché la provincia ha in sé energia e

vo-lontà, devesi nutrire fiducia che l'iniziativa

com-merciale vada aumentando, e ad essa non ultima

spinta potrà essere la pubblicazione precisa

an-nuale, costante delle condizioni commerciali di

quella regione.

X

PEL PROSSIMO CONGRESSO SOCIALISTA

* Fernet opus

pel prossimo Congresso

socia-lista. Si preparano ordini del giorno da

persona-lità notorie e voti di singole sezioni socialiste da

ogni parte d'Italia. Le stesse classi dirigenti

attendono con una certa impazienza lo

svolgi-mento e l'esito di questo Congresso. Sennonché

crediamo che non si debba illudersi troppo. I

lavori del Congresso avranno poco di mira l'utile

vero e proprio dei lavoratori, e verteranno

piut-tosto a dare la prevalenza numerica all'una o

all'altra delle famose tendenze. Esso sarà una

palestra di discussioni, elevate sia pure, ma che

lascierà ognuno della propria opinione, e cosi il

Congresso finirà col non mutare affatto le cose.

I socialisti devono il loro sviluppo, l'autorità

acquistata, alla loro unione, alla loro mirabile

organizzazione: tale unione però è mancata assai

presto, e i partiti diversi hanno reso irto di

dif-ficoltà il cammino finora percorso brillantemente,

facendo riguadagnare ai partiti avversi buona

parte di quanto avevano perduto.

Mentre attendiamo lo svolgimento delia

bat-taglia, riportiamo un importante ordine del giorno

dei gruppi socialisti milanesi, proposto e illustrato

dall'on. Turati, uno dei capi più intelligenti ed

equilibrati del partito :

« I gruppi socialisti milanesi,

« premesso che la battaglia socialista dovendo ar-rivare all'abolizione della privata proprietà dei mezzi di lavoro, alla soppressione delle classi e della lotta di cla,sse e alla gestione sociale della produzione da parte dei lavoratori, scopo eminentemente e profondamente rivoluzionario, non può essere utilmente combattuta se non con mezzi adeguati per la loro complessità e per la loro efficacia alla grandezza del fine ;

« che questi mezzi si riassumono per costante tra-dizione e pratica del partito nello sviluppo e nell' at-tività sempre più intense e molteplici della organizza-zione economica coordinate ad una sempre crescènte conquista dei pubblici poteri, per ottenere da un lato una sempre maggiore abilitazione del proletariato ai suoi futuri destini, e dall'altro, sulle private imprese industriali e sui congegni dello Stato e degli altri enti pubblici, un sempre maggiore dominio onde trarne tutti i vantaggi e tutte le riforme che agevolano il difficile cammino ;

« che la frazione del partito, che per ironia o per ostentazione verbale fa dirsi rivoluzionaria, e che pro-fessa forme dottrinali nel cosi detto sindacalismo — a prescindere da ogni oziosa controversia di formule astratte e di incompatibilità teoriche colla essenza e coi fini del collettivismo — per il discredito che ha sempre tentato di rovesciare sugli uomini e sugli sforzi del partito, per il disprezzo seminato fra le masse verso le riforme e l'azione parlamentare, e sopratutto per voler limitare la complessa opera del partito all'azione meccanica degli scioperi particolari e generali, indetti senza criterio di opportunità e di misura, tende con ingannatori miraggi ad allontanare il partito dalla azione paziente, graduale e molteplice che gli è propria, compie in esso un'azione dissolvente e antirivoluzio-naria, e si deve ad essa e alle transazioni con essa, se il movimento socialista e proletario non diede in questi ultimi anni i risultati che se ne attendevano, ha per-duto nella politica generale e nella pubblica opinione parte del suo peso ;

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elettorali dimostrarono, da quasi tutta ormai la popo-lazione lavovatri "U, che intese come la adozione dei nuovi metodi significasse a breve andare la fine del movimento proletario e la fine dell'azione socialista: « mentre rivendicano il loro diritto di rimanere — perchè socialisti attivi e militatiti — nel partito socia-lista ai cui metodi e fini rimasero sempre fedeli, e di essere quindi come tali accolti ai congressi;

« incaricano i loro delegati di sostenere nel Con-gresso le finalità e il metodo del socialismo non adul-terato, e di far blocco con quelle correnti che mire-ranno a ricostituire nel partito una unirà sostanziale contro ogni sorta di equivoci, il cui danno fu già troppo sperimentato dal movimento di emancipazione proletaria ».

Li i l i della legislazione [ivi

Su proposta del Ministro Gallo il Re ha firmato

un decreto che istituisce una Commissione per la

riforma generale della legislazione di diritto

pri-vato. Questa Commissione, che è incaricata di

stu-diare e propone un piano generale delle riforme

che debbono introdursi nei nostri codici, sia sulla

materia nei codici stessa relegata, sia sopra altre

materie o non contemplate o parzialmente previste

nella nostra legislazione, è composta dei seguenti

magistrati e professori : G. Pagano-Guarnaschelli,

E. Bensa, L. Bolaffìo, M. Cardona, B. Chimirri,

G. Chironi, Napoleone Colajanni, 0. Fani, F.

Fi-lomusi-Guelfi, C. F. Gabba, G. Giorgi, T. Grippo,

S. Lupaceioli, Luigi Luzzatti, A. Marghieri, L.

Mortara, Y. E. Orlando^ F. Penserini, U.

Pe-trella, V. Polacco, 0. Quarta, A. Salandra, G.

Salvioli, V. Sciaioja, Y. Simoncelli, G. Vivante,

T. Mosca, A. Caraciotti, M. A. Vaccaro.

Il proposito di riformare l'attuale legislazione

non può essere certamente che lodevole. Il di- |

ritto privato italiano bisogna dire che non aveva

avuto modificazioni dirette, e solo numerose leggi,

dovute al variare dei tempi e delle idee erano

state promulgate in deroga indiretta del codice

civile : basterebbe nominare le leggi relative al

lavoro e a disciplinarne il contratto relativo, nel

quale tanti desiderata si sono formulati, e tanto

vi è da fare.

Uno studio, dunque, ben condotto da una

Commissione composta di uomini di valore, non

può che esser ben vista da chi abbia presente

la necessità di modernizzare le leggi, di renderle

consone alle idee ed ai tempi nuovi : solo un

timore può nascere che gli studi esigano un gran

tempo, e che vengano fuori i nuovi Codici, quando

magari le idee siano nuovamente cambiate.

Che la Commissione adunque si,ponga presto

al lavoro, e procuri di dare al più presto qualche

resultato. Yero è che si tratta di preparazioni

complesse, non facili, poiché di troppi elementi

bisogna tener conto, troppi interessi bisogna

le-gare insieme, ed equilibrare tra loro; senza

con-tare quanta materia è ancora fonte di gravi

discussioni, sicché bisogna ben ponderare prima

di giudicare se sia meglio cambiare o lasciar ferme

le vecchie leggi. Contuttociò ogni studio può

con-dursi a termine, quando vi si dedichi energia e

vi si ponga attività e ordine.

Che la Commissione adunque si ponga presto

al lavoro, e procuri di dare al più presto qualche

resultato dei suoi studi.

Intanto ecco quanto scrive il Ministro nella

Relazione che precede il Decreto'che nomina la

Commissione.

Non muoversi nella legislazione mentre un mera-viglioso movimento di investigazioni scientifiche e di rigenerazione economica ai nuovi orizzonti agli occhi nostri, significa vivere fuori della vita e perciò fuori del vero. Qualunque sia la difficoltà del problema sa-rebbe una disastrosa professione di impotenza arre-starsi dinanzi ad esso, riguardandolo con un senso di sgomento invece di affrettarne con profonda fede nella forza della coscienza giuridica moderna la soluzione.

E, dopo aver ricordato le riforme, le revisioni^ dei codici compiute recentemente in G-ermania, in Sviz-zera ed in Francia, la relazione si diffonde in critiche comparative per concludere coli'avvertire la neces-sità che anche l'Italia pensi ad un nuovo Orientamento della sua legislazione dalla quale può dipendere m parte la sua gloria, e risponde subito alle possibili obiezioni. Potrà osservarsi che tutto ciò ripugna alle nostre migliori tradizioni e che per noi custodi e continuatori dei tesori giuridici tramandatici dalla sapienza romana, sembrerebbe quasi sacrilego mutare indirizzo, seguire altra via.

Se non chè, questa accusa sarebbe fondata sopra un errore dei più volgari. I padri nostri crearono dei grandi ed immortali istituti giuridici che sfidarono i secoli perchè presentavano tutti il basamento della vita giuridica antica e divinarono la futura, perchè i loro postulati si riferirono in parte a condizioni permanenti di esistenza, e perciò vissero, vìvono e vivranno an-cora. Opera ben degna dei nostri padri faremo noi se seguiremo l'esempio, rispettando ciò che nell'opera loro vi ha di imperituro, ed elevandoci a nuove concezioni le quali rispondano alle presenti condizioni e divinando le future resistano per altri secoli ancora.

Alla imitazione pura e semplice del rispetto for-male, sostituiamo con coraggio la imitazione libera del metodo e la emulazione nella grande iniziativa. I po-poli che si adagiano sulle glorie del passato e non aspirano a conquistarne nuove, prestano il fianco alla accusa di decadenza che la stor.a recente del nostro paese trionfalmente respinge.

E conclude : in un paese cosi fecondo di ingegno, e così ricco di istituti indimenticabili, non devesi far solo assegnamento sul Governo e Parlamento, ma è bene che la pubblica opinione nella sua espressione più alta e più illuminata discuta, suggerisca, re-clami ed apparecchi materiali scientifici alle riforme legislative.

R I V I S T A B i b l i o q r a f i c a

G e o r g e s M a z e - S e n c i e r . — L'amélioration du

sort des travaitleurs

- Paris, A. R. Roger et

F. Chernoviz, 1906, pag. 343.

L' attivissima « Action liberale Populaire »

francese pubblica questo notevole lavoro, che non

ha la pretesa di essere una completa esposizione

di tutto ciò che si potrebbe fare per migliorare

le condizioni dei lavoratori, ma che tuttavia

so-stiene molte proposte, le quali potrebbero essere

facilmente attuate, se i padroni avessero una

chiara visione del loro vero interesse, oltreché

dei loro precisi doveri.

(6)

596

L' ECONOMISTA

23 settembre 190(5

del maggior numero dei lavoratori, apparisce

evi-dente che ancora molta strada vi è da

percor-rere perchè si possa dire che le classi lavoratrici

hanno eccessive pretese. Non si è ancora

prov-veduto perchè l'operaio abbia assicurata la

con-tinuità del lavoro ed appena ora si fa qualche

ricerca sul problema formidabile della

disoccupa-zione; — non si è ancora provveduto perchè il

lavoratore, diventato vecchio ed impotente, abbia

assicurato una umana sussistenza ; il poco che si

è fatto in qualche paese è giudicato un eccesso

insopportabile, da molti dei conservatori ; — siamo

ancora lontani dall' aver attuate le più

elemen-tari previdenze igieniche perchè il lavoratore

non abbia nel lavoro una causa diretta di

ma-lattia o di morte ; nulla o pochissimo si è fatto

per la istruzione seria ed utile dell'operaio; e

tutti siamo convinti che quella larva di

istru-zione che gli si offre gli è più di danno che di

vantaggio.

Ebbene questo interessante lavoro

dell'Au-tore, senza entrare nei più complicati problemi

che riguardano le condizioni del lavoro, dà una

serie di suggerimenti pratici che dovrebbero

es-sere letti e studiati dai padroni. Non è possibile

analizzare le diverse proposte che vanno dal

ri-poso domenicale, ai giardini operai, alla lotta

contro l'alcoolismo, alle letture in comune, alle

biblioteche popolari, ai musei locali ecc. ecc., ma

additiamo questo libro molto ben fatto e

docu-mentato con statuti e regolamenti pratici, a

co-loro che a fatti e non a parole, amano questa

interessante questione.

Dott. Paul D u b o i s . - Le Budget Départemental.

Paris, Gazette du Palais, 1906.

Giustamente osserva nella sua breve

intro-duzione l'Autore, che male si potrebbe

distin-guere tra i diversi interessi pubblici chi accusa

il cittadino, quali sieno di carattere nazionale e

quali di carattere regionale o comunale ; poiché

nessuna funzione è veramente in modo esclusivo

regionale o comunale. Ciò che si può dire,

ag-giunge, con giusto criterio, l'Autore, è che « i

cit-tadini sono tanto più interessati al buon

funzio-namento di un servizio, quanto più essi sono

vi-cini al luogo dove esso si compie ».

Perciò nella effettiva distinzione degli

inte-ressi, delle funzioni, dei servizi, dei tributi e

delle spese, siamo davanti soltanto ad alcuni fatti

che non permettono di stabilire nessuna teoria

validamente sostenibile, e questi fatti emergono

principalmente dal bilancio, poiché, osserva

an-cora l'Autore, « ogni atto di amministrazione, ogni

manifestazione della vita collettiva ha di fatto

la sua ripercussione finanziaria » ;

conseguente-mente, studiando i bilanci dei dipartimenti, si

possono conoscere tutti i servizi che ne dipendono.

Poste queste basi, l'Autore divide il suo

la-voro in quattro parti, la prima contiene un breve

cenno storico dei bilanci dipartimentali, partendo

dalla istituzione dei dipartimenti avvenuta colla

legge 22 dicembre 1789, indicando poi le

modi-ficazioni avvenute durante il Consolato, l'Impero

e la Ristaurazione, e finalmente esaminando la

riforma avvenuta colle leggi del 1838 e del 1866

che segnano i passi fatti verso un lento

decen-tramento.

La seconda parte riguarda le entrate dei

bilanci dipartimentali; divise in quelle che non

derivano direttamente dai contribuenti, e quelle

invece che gravano su loro; nè manca un largo

accenno alla riforma del 1898 ed ai progetti di

riforma successivi.

La terza parte tratta collo stesso metodo

delle spese, le cui distinzioni, naturalmente, sono

più numerose; e finalmente l'ultima parte tratta

della procedura riguardante il bilancio, cioè

pre-parazione, voto, esecuzione e controllo.

Il lavoro rappresénta anziché una statistica

finanziaria dei bilanci dipartimentali, piuttosto

una esplicazione di questa parte del diritto

am-ministrativo. E' fatta con molto criterio

giu-ridico e con larghezza di vedute; la critica,

sem-pre ragionata e sobria, mostra nell'Autore una

larga conoscenza della materia.

Dall'esame fatto si trae che in Francia le

am-ministrazioni dipartimentali funzionano

egregia-mente e che la tendenza di accrescerne le

fun-zioni è giustificata specie per ciò che riguarda i

servizi di pubblica assistenza; tutto lascia

pre-sumere che rinforzandosi sempre più queste

am-ministrazioni locali, aumenteranno anche sempre

più le attribuzioni loro demandate dalla legge,

con grande vantaggio dei pubblici servizi, per i

quali il Comune è già divenuto troppo angusto

e lo Stato troppo affaccendato.

J .

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

A Milano ha avuto luogo il X V C o n "

gresso universale per la pace.

Erauo presenti i rappresentanti di quasi tutte

le nazioni del mondo.

Ernesto Moneta pronunciò il discorso

inaugu-rale. L'oratore tratteggiò gli scopi che gli apostoli

della pace si propongono, salutò con parole

com-mosse i convenuti provocando un'ovazione quando

accennò alla presenza di Federigo Passy, che è

maestro di tutti e che, vecchio ed indisposto non

volle mancare all'odierno convegno.

Tutti i discorsi sono applauditissimi e

ven-gono tradotti immediatamente in francese, inglese

e tedesco.

Si passa quindi alla elezione dell' ufficio di

presidenza.

L'assemblea acclama a presidente, Moneta.

Ciascun gruppo, rappresentante ciascuna nazione,

eleggerà un vice-presidente e completerà 1' ufficio

di presidenza.

Dopo la lettura di telegrammi di augurio e

di saluto di numerosi personaggi ed enti italiani

ed esteri, tra cui uno del Sindacato operaio di

Berlino, forte di 120,000 soci, si discusse il primo

tema all'ordine del giorno: « Attualità politiche ».

(7)

egoista. Conclude con un inno alla giustizia, alla

libertà, al progresso per tutti i popoli colla

ra-gione ed il diritto e non con laviolenza.

Colajauni pronunzia un discorso ed invita il

generale Tburr a far opera presso il suo governo

perchè la nazionalità italiana sia rispettata.

Il generale Thurr risponde deplorando i fatt>

della Dalmazia e facendo voti perchè la

nazio-nalità italiana sia rispettata. Il delegato francese

Dumas, pronunziò un discorso sulla questione di

diritto internazionale all'ordine del giorno e

pre-senta un rapporto verbale sulla questione della

sanzione delle sentenze arbitrali. Si discute e si

approva quindi un ordine del giorno (relatore

Guillard) di simpatia per le vittime dei massacri

della Transcaucasia, della Polonia ed in generale

per tutte le vittime russe in omaggio al trattato

di Berlino. Si cominciò quindi a discutere

l'or-dine del giorno Alexander in favore di una

am-ministrazione internazionale nel territorio dello

stato indipendente del Congo.

Il Congresso della pace ha discusso anche

dell' insegnamento. Si fecero voti perchè in tutte

le nazioni si costituiscano federazioni di

univer-sità popolari e si giunga a raggruppare tutte

queste federazioni nazionali in una federazione

internazionale. Si passò quindi alla discussione

di una proposta di Chamberlain (Massachussets)

per rendere neutre le grandi vie di

comunica-zione, approvandola.

Infine il Congresso approvò un ordine del

giorno tendente ad introdurre nella scuola una

istruzione morale-civile fondata sul principio della

giustizia e della solidarietà umana.

— Fu pure tenuto a Milano il C o n g r e s s o

per la tutela della proprietà

indu-s t r i a l e .

Si approvarono vari ordini del giorno,

tendenti ad ottenere varie modificazioni alle

con-venzioni internazionali circa la protezione dei

marchi di fabbrica, sulla registrazione

interna-zionale dei marchi presso l'ufficio di Berna, e alla

protezione dei disegni e modelli di fabbrica.

— Al Congresso per la

educa-z i o n e p o p o l a r e ,

a Milano, Andrea Torre

tratta il tema importante della « Cooperazione

della famiglia e della scuola ».

Il gran problema, egli dice, dell'educazione

popolare, è tutto in questo: nel modo, cioè, di

far collaborare il popolo stesso in forme speciali,

efficaci, all'opera della propria educazione.

Ebbene, uno dei mezzi più potenti per

rag-giungere questo scopo è quello di far cooperare

la famiglia all' azione del maestro è la

coopera-zione della famiglia e della scuola, con la sua

continuità, con le sue reciproche ripercussioni di

idee, di criteri, di modi di metodi.

Il Torre ricorda poi ciò che si è fatto in

Inghilterra e in Francia in questo campo, e dopo

aver spiegato in che cosa consiste questa

coope-razione, e con quali mezzi bisogna attuarla,

di-mostra perchè essa agirà sulla formazione della

dignità personale, dell'onore personale e familiare,

del dovere e della solidarietà sociale, sul

senti-mento della responsabilità e sullo sviluppo della

potenza individuale e collettiva.

Una viva discussione si ha poi sulla

mutua-lità scolastica, relatore M. Petit, che illustra i

risultati ottenuti a tale riguardo in Francia, ove

la istituzione mutualista ha attualmente 700,000

iscritti, con un fondo pensioni di ben cinquanta

milioni, ed è giunta, lo scorso anno, ad erogare

ottocentomila lire in sussidi.

Prendono la parola sullo stesso tema il prof.

Aurelio Stoppoloni, Carlo Rugarli, l'on. Angiolo

Cabrini, il comm. Rava, rappresentante il

mi-nistro della pubblica istruzione, il comm. Buffoli,

il prof. Brioschi e la signora Morandi. Seguono

da ultimo, svolte dai relatori prof. Francesco

Ba-scone e prof. Alfonso Dell'Uomo, le questioni

relative alla « Oooperazione scolastica » e ai

« Ricreatori ».

Si discute ancora sull' apprendisaggio, e sui

corsi professionali superiori per capitecnici.

E' approvato anche un ordine del giorno

presentato e svolto dal sig. A. Ghirardi, per la

creazione di musei rurali nei centri agricoli,

Il prof. M. Samoggia e il prof. C. M.

Soe-ters, svolgono la loro relazioni sull'insegnamento

pratico pei contadini.

Riferisce sul tema « Biblioteche popolari »,

il prof. Fabietti, il quale conchiude affermando

la necessità che lo Stato, le Provincie e i Comuni

vengano in sussidio alla iniziativa privata nella

istituzione di biblioteche del popolo : e che si

affidino a individui tecuici queste biblioteche.

La signora Ravizza, prega il Congresso che

si porti la benefica opera delle biblioteche

popo-lari negli ospedali.

L'on. Varazzani afferma che le Università

popolari debbono conservare il loro carattere di

istituti destinati a diffondere in tutte le forme

più libere e più largamente accessibili la coltura

scientifica ed estetica e la educazione morale e

civile.

— Riproduciamo per norma dei nostri

let-tori eventualmente interessati al detto prestito,

un comunicato della Commissione reale pel credito

comunale e provinciale, relativo al r i s c a t t o

del prestito di Barletta del 1870.

I ministri dell'interno e del tesoro con

de-creto del 21 luglio 1906 hanno approvata la

transazione proposta dalla Commissione reale pel

credito comunale ed accettata all' unanimità dai

creditori intervenuti all'adunanza di seconda

con-vocazione del 7 luglio-1906 pel riscatto del

pre-stito a premi 1870 della città di Barletta.

Ai termini dell'art. 3 della legge 17 maggio

]900, la transazione medesima rimane quindi

definitivamente stabilita, anche per gli interessi

ohe non presero parte alla votazione, e giusta

l'atto stipulato essa dà diritto ai seguenti prezzi

di rimborso :

a)

il 63 per cento sulle somme nette dalla

tassa di circolazione e di ricchezza mobile che il

Comune avrebbe dovuto pagare per premi e

rim-borsi sorteggiati e non riscossi ;

b) L. 36, nette ed indiminuite da ogni

tassa, per ognuna delle 279,070 cartelle non

estratte pel rimborso del capitale, oltre al 63 per

cento, di cui alla lettera a, per premi

eventual-mente vinti e non riscossi ;

(8)

598

L' ECONOMISTA

23 settembre 190(5

di ogni tassa, per ognuna delle 10,166 cartelle

estratte pel rimborso del capitale (alee), oltre,

come sopra alla lettera a, il 63 per cento per

premi e rimborso di capitale che rimanessero da

riscuotere in conseguenza di estrazioni già fatte;

d)

l'interesse del 4 per cento all'anno sulle

somme dovute in via di transazione, dal 1°

lu-glio 1906 e per il tempo che verrà stabilito in

base all'atto di cui sopra è parola.

Appena condotte a termine alcune trattative

in corso di studio, dirette a facilitare per quanto

è possibile, sia nell'interesse dell'amministrazione

comunale, sia in quello dei creditori, le operazioni

di riscatto del prestito, verranno fatte conoscere

a mezzo della Gazzetta Ufficiale, le norme pei' la

consegna dei titoli.

— Si annunzia che il prestito dello

Stato d e l l e A m a z o n i

(Brasile) emesso

nel luglio ultimo scorso, si è andato rapidamente

coprendo. L'ammontare delle obbligazioni emesse

il 10 luglio u. s., a cura della Società marsigliese,

era in parte destinato al rimborso del prestito del

1902 emesso in America.

Un avviso ufficiale ha fatto conoscere che i

titoli di quest'ultimo prestito devono esser

pre-sentati pel rimborso il 15 novembre prossimo al

più tardi.

Lo Stato delle Amazzoni si è impegnato a

non contrattare altri debiti del medesimo rango e

a che tutte le fonti delle entrate divengano libere

per il fatto dèi rimborso del prestito del 1902.

— Nel giro di quindici anni, la r i c c h e z z a

nazionale dell' Inghilterra

è

aumen-tata nella ragione del 46 per cento.

Infatti, gli atti ufficiali registrano, per i due

anni in questione il seguente movimento di

affari :

1691 1905 Differenza Migliaia di lire sterline Valori ferroviari 919,425 1,282,801 4- 363,376 Produzione di car-bone e metalli 95,142 110,379

+

15,237 Risparmio postale 71,608 152,111

+

80,503 Casse di risparmio ordinarie 42,876 52,724

+

9,848 Società cooperative 12,056 28,255

+

16,199 Assicurazioni sulla vita 22,875 36,854

+

13,979 Assicurazioni indu-striali 5,809 12,11 i 4- 6,268 Prodotti delia pesca 7,001 10,672

+

3,761 Vendita di merci 41,497 92,790

+

51,293 Totale 1,217,699 1,778,713

+

560,004

La produzione del carbone da 185,479,126

tonnellate salì a 236.128,936 con un aumento

pari al 27.30 per cento.

Il movimento del credito (portafoglio ed

ope-razioni bancarie nelle loro diverse forme), che

era indicato nel 1891 dalla cifra già molto

ele-vata di 5,929,000,000 lire sterline pari a lire

italiane 148,225,000,000, saliva nel 1905 alla

ci-fra davvero enorme di lire ital. 307,200,000,000

(12,288,000,000 lire sterline).

Il movimento commerciale da 744,554,982

lire sterline aumentò fino a 918,616,444 nella

misura del 24 per cento e, più specialmente

au-mentarono :

le esportazioni da sterline 309,113,718 a

407,596,526 — aumento assoluto steri. 98,482,808

pari al 31.80 per cento;

le importazioni da sterline 435,441,164 a

565,019,917 •— aumento assoluto di 129,578,653

sterline pari all'aumento percentuale del 29.70.

Finalmente il numero delle case sali di

5,827,972 a 7,216,366, delle quali 5,934,745 di

reddito superiore alle 500 lire italiane.

Queste case servono ad una popolazione di

abitanti 48,045,156.

L'aumento della popolazione nei quindici

anni è stato di 5,562,340 anime nella ragione

dell' 8.60 per anno e per miile.

— Il Console britannico di Angola invia al

« Foreign Office » un rapporto su quella

impor-tante ed attiva c o l o n i a p o r t o g h e s e in

Africa.

Il possedimento comprende un territorio di

oltre 500 mila miglia quadrate con una linea

co-stiera di 989 miglia, ricca di porti naturali e

di insenature, ma, nonostante che appartenga al

Portogallo dal 1846, è pochissimo sviluppata

com-mercialmente.

Il dominio portoghese è in realtà limitato

alle coste ed alle rive dei fiumi navigabili, ma

grandi cambiamenti stanno per avvenire in. tale

stato di cose.

La costruzione di una ferrovia, lunga 1200

miglia che parte dalla baia di Lobito per

rag-giungere le miniere di rame di Katanga, presso

il lago Tanganiks, è stata intrapresa da un

sin-dacato inglese e già portata a buon punto.

La ferrovia in questione non solo aprirà

di-stretti finora non toccati dal movimento

commer-ciale e ricchi di foreste e di miniere, ma quando

sarà ultimata, innestandosi alla ferrovia

Rhode-siana, renderà possibile di andare da Londra al

Lago Tanganiks, nel centro dell'Africa, in una

dozzina di giorni.

I lavori di tale ferrovia furono iniziati sul

settembre 1906 e si calcola che verranno

con-dotti a termine in 7 od 8 anni.

Venendo a parlare dei porti della colonia, il

Console afferma che le baie di Loanda e di

Lo-bito sono indubbiamente i migliori approdi della

costa occidentale dell'Africa e, progredendo la

costruzione delle ferrovie, essi accaparreranno la

maggior parte del commercio dell'Africa centrale.

Rassegna del commercio internazionale

Il commercio francese nei

pri-m i otto pri-m e s i d e l 1906.

— Ecco i

risul-tati di questo importante commercio :

Importazioni 1906 1905 Lire

Sostanze alimentari 564,919,000 521,375,000 Materie necessarie all'

in-dustria 2,298,051,000 2,071,296,000 Oggetti manifatturati 614,212,000 566,403,000

(9)

1905, nella quale va notato l'aumento

straordi-nario della importazione delle materie necessarie

all' industria:

Differenza 19 >0 Sostanze alimentari T 43,534,U00 Materie necessarie all' industria -f- '226,755,000 Oggetti manifatturati - f 47,809,000

Totale lire +- 318,093,000

Veniamo ora alle esportazioni :

1996 1905 Lire

Sostanze alimentari 448,155,000 449,103,000 Materie necessarie

all'in-dustria 888,958,(XX) 862,376,000 Oggetti manifatturati 1,656,762,000 1,545.213.000 Pacchi postali 243,718,1X10 217,223.000

Totale lire 3,242,593,000 3,073,915,000

Anche il commercio di esportazione è in

aumento; non vi è che una lieve differenza in

meno nella esportazione delle sostanze alimentari,

come risulta dal seguente prospetto:

Differenza 1905 Sostanze alimentari — 948,000 Materie necessarie all'industria •+- 26,582,000 Oggetti manifatturati + 111,549,000 Pacchi pastai i + 31,495,000

Totale lire + 168,678,00 1

Il commercio speciale inglese

n e l l ' a g o s t o 1 9 0 6 .

— Ecco, secondo la

clas-sificazione del Board of Trade, i resultati speciali

del commercio inglese pei mese di agosto 1906.

Importazione

Merci

Importazione Esportazione (Migliaia di sterline) Otto primi mesi 1906 398,009 304,931

1905 364,692 265,300 1904 355,316 242,995

Valore Diff. sull'agosto 1905 in migliaio di lire sterline Prodotti alimsntari bevande

e tabacchi 21,390

+

742 Materie prime e articoli non

144 manufatti 14,038

+

144 Articoli manifatturati

osemi-1,072 manifatturati 13,236

+

1,072 Diversi (ivi compresi i colli

postali) 230

+

73 Totale 48,894

+

2,031

Esportazione Valore Diff. sull'agosto

1905 in migliaio di lire sterline Prodotti alimentari bevande

e tabacchi 1,961

+

33 Materie prime e articoli non

61 manufatti 3,774

+

61 Articoli manifatturati o

seini-manifatturati 27,294

+

3,246 Diversi (ivi compresi i colli

464 84 postali 464

+

84 Totale 33,493

+

3,974

Il quadro seguente paragona i resultati del

mese-di agosto durante gli ultimi tre anni, e i

resultati degli otto primi mesi del 1906 con

quelli degli otto primi mesi del 1905 e 1904:

Merci

Importazione Esportaz. tot. (Migliaia di sterline) Agosto 1903 48,984 40,416 1905 46,862 35,945 1904 42,439 31,738 Metalli preziosi Agosto 1906 5.859 '2,417 1905 6,'030 4,991 1904 3,056 2,213

Otto primi mesi 1906 1905 19J4 Metalli preziosi 43,405 34,053 35,650 27,615 29,811 26,158

Il commercio italo - francese

nei primi otto mesi.

— La Camera di

Commercio italiana in Parigi comunica che il

traffico tra l'Italia e la Francia durante i primi

otto mesi del 1906 raggiunse fr. 255,896,000 di

cui fr. 112,810,000 di prodotti italiani entrati in

Francia e fr. 143,086,000 tra prodotti francesi

e prodotti d'origine extra-europea spediti in

Italia.

Confrontando questi risultati con quelli dello

stesso periodo dell'anno scorso, verificasi un

au-mento di fr. 14,053,000 in favore dell'Italia, ed

un aumento di fr. 13,908.001 in favore della

Francia.

• I prodotti italiani che hanno maggiormente

profittato di quest'aumento di esportazione in

Francia nei primi otto mesi del 1996 sono: le

sete, che da fr. 17,048,000 salirono a 26,745,000

fr. ; le pelli greggie ohe da fr. 3,873,000 salirono

a fr. 5,320,000; la borra di seta da fr. 6,720,000

salì a fr. 9,416,000; l'olio d'oliva da fr. 1,791,000

salì a fr. 2,872,000; le frutta da tavola da

fran-chi 1,567,000 a fr. 2,250,000; le lane da franfran-chi

3,139,000 a fr. 3,786,000; gli automobili, che da

fr. 299,000 nei primi otto mesi del 1905, salirono

e fr. 1,648,000 nei primi otto mesi del 1906; il

pollame da fr. 1,090,000 a fr. 1,149,000; i

tes-suti di seta da fr. 329,000 a fr. 656,000; gli olì

volatili od essenze da fr. 1,806,000 a 2,230,000

fr.; le uova da fr. 2,686,000 a fr. 2,840,000; il

formaggio da fr. 1,788,000 a fr. 2,528,000; i

cap-pelli di paglia da fr. 509,000 a fr. 648,000; le

pelli lavorate da fr. 594,000 a fr. 1,063,000;

sa-lumeria, marmi, riso, carte, macchine e

mecca-nismi ecc. ecc.

Vi è per contro diminuzione nei seguenti

prodotti italiani: Canapa da fr. 5,239,000 scesa

a fr. 4,632,000; nello zolfo da fr. 7,854,000 a

fr. 7,127,000; nel minerale di zinco da fr. 7,198,000

a fr. 6,197,000; nel burro da fr. 3,167,000 a

fr. 2,014,000; nelle treccie di paglia da franchi

1,266,000 a fr. 928,000; i vini da fr. 627,000 a

fr. 579,000 ecc.

(10)

6 0 0 L ' E C O N O M I S T A 23 s e t t e m b r e 190(5 coke d a fr. 1 7 9 , 0 0 0 a fr. 7 5 3 , 0 0 0 , i vini d a fr. 9 1 6 , 0 0 0 a fr. 1 , 2 4 6 , 0 0 0 ; la g h i s a , ferro ed acciaio da fr. 1 , 2 0 9 , 0 0 0 a fr. 2 , 4 1 4 , 0 0 0 ; lo z u c c h e r o d a fr. 4 1 , 0 0 0 , a fr. 8 9 9 , 0 0 0 . I p r o d o t t i di o r i g i n e e x t r a - e u r o p e a esportati dalla F r a n c i a in I t a l i a in a u m e n t o s o n o : il c o t o n e in bioccoli d a fr. 7 1 3 , 0 0 0 a fr. 2 , 3 1 1 , 0 0 0 ; le pelli g r e g g i o d a fr. 4 , 3 9 6 , 0 0 0 a fr. 4, 6 2 9 , 0 0 0 ; i sud-detti prodotti in d i m i n u z i o n e sono : le sete asia-tiche d a fr. 2 8 , 7 0 3 , 0 0 0 a fr. 2 4 , 6 0 3 , 0 0 0 ; i bozzoli da fr, 1 , 1 2 0 , 0 0 0 a fr, 1 , 0 0 4 , 0 0 0 ecc.

I prodotti f r a n c e s i in d i m i n u z i o n e s o n o : tes-suti di lana, i quali d a fr. 3 , 3 6 9 , 0 0 0 scesero a fr. 2 , 9 8 5 , 0 0 0 ; i prodotti chimici d a f r . 2 , 9 6 1 , 0 0 0 a fr. 2 , 5 9 2 , 0 0 0 ; g l i articoli di P a r i g i da franchi 3 , 4 6 8 , 0 0 0 a fr. 2 , 0 5 5 . 0 0 0 ; il r a m e d a fr. 2 , 4 2 9 , 0 0 0 a fr. 1 , 5 3 7 , 0 0 0 ; g l i stracci d a f r . 1 , 7 1 9 , 0 0 0 a fr. 1 , 6 1 3 , 0 0 0 ecc., ecc.

II m o v i m e n t o c o m m e r c i a l e del

G u a t e m a l a nel 1905.

— Le importazioni

del G u a t e m a l a g i u n s e r o nel 1 9 0 5 a 6 , 8 4 4 , 4 4 4 piastre d ' o r o ; le esportazioni a 8 , 2 3 7 , 7 5 8 piastre c o n t r o r i s p e t t i v a m e n t e 5 , 0 1 1 , 1 1 2 e 7 , 5 5 1 , 8 6 5 pia-stre del 1904. E c c o i dati in piastre di a l c u n i p r i n c i p a l i paesi : Importazioni. 1904 1905 America del Nord 1,8(11,456 3,067,018

1,311.136 1,570,114 1,313,136 1,408,509 210,521 209,474 26,118 111,779 Gran Bretagna Germania Francia Russia Belgio Spegna Italia Germania

America dei Nord Gran Bretagna Messico Austria-Ungheria Francia Italia 141,522 72,566 7,014 Esportazioni. L904 3,507,128 2,292,486 1,324,809 217,286 18,695 84,866 2,719 101,279 86,313 83.290 1905 4,078,643 2,875,335 1,050,487 63,307 37,008 25,327 17,388 I p r i n c i p a l i articoli di i m p o r t a z i o n e s o n o il f r u m e n t o , il mais, g l i o g g e t t i di lana, la c h i n c a -glieria, i c a r b o n i , i p r o d o t t i c h i m i c i : di esporta-zione, il caffè, il l e g n a m e , i prodotti animali, il c a o u t c h o u c , lo z u c c h e r o e le b a n a n e .

II c o m m e r c i o della China nel

1 9 0 5 . — E c c o , s e c o n d o il r a p p o r t o di Sir R o -b e r t H a r t , i s p e t t o r e g e n e r a l e delle d o g a n e c h i n e s i , q u a l c h e r a g g u a g l i o c h e ci p e r m e t t e di c o m p l e -tare altri c h e noi a b b i a m o g i à p u b b l i c a t o in u n p r e c e d e n t e fascicolo:

P e r le esportazioni si accusa u n a d i m i n u -zione, a v e n d o s i a v u t o 2 2 7 , 8 8 8 , 1 9 7 toèls c o n t r o 2 3 9 , 4 8 6 6 8 3 nel 1904.

L a d i m i n u z i o n e pesa presso a p o c o sui d u e principali articoli, il the e la seta.

P e r il t h e , è la G r a n B r e t a g n a c h e a s s o r b e la più g r a n parte delle esportazioni.

P e r l a seta, è difficile c i t a r e le c i f r e d e l l e n u m e r o s e c a t e g o r i e distinte. I n v i a g e n e r a l e , la F r a n c i a , l ' I t a l i a , g l i Stati U n i t i sono, a l l ' i n c i r c a , i migliori clienti della C h i n a per q u e s t o com-mercio.

Un articolo dell'on. Luzzatti

sulla conversione della rendita

C o m e a b b i a m o p u b b l i c a t o un riassunto della relazione del M i n i s t r o del T e s o r o , così p u b b l i -c h i a m o il r i a s s u n t o di un arti-colo -che l ' o n , L . L u z z a t t i p u b b l i c a nel fascicolo del 15 s e t t e m b r e della Nuova Antologia.

L'on. Luigi Luzzatti comincia col constatare la splendida riuscita dell'operazione preparata da lunga mano e studiata sotto tutti i punti di vista di politica internazionale, che ebbe ad un tempo il cordialissimo appoggio della Francia, mercato centrale della nego-ziazione della rendita nostra all'estero, e la coopera-zione amichevole della Germania, dell'Inghilterra, del-l'Austria-Ungheria, del Belgio e di tutti gli altri Stati civili. E ' riuscita per le felici condizioni del bilancio del credito pubblico e della circolazione.

L'ori. Luzzatti accenna all'incarico da lui avuto da R e Umberto nel 1899, dopo riannodate le nuove relazioni economiche con la Francia, per persuadere il Rotschild, il Credit Lyonnais e gli altri maggiori Istituti finanziari francesi che maturava il momento della conversione. L'on. Luzzatti dice che sospeso

Vaffi-davit, in gennaio 1904, tutto era pronto per l'operazione, favorevoli la Francia e la Germania, ma la guerra russo-giapponese mandò all'aria i disegni che ora si attuarono, e per il trionfo dei quali l'on. Giolitti, tor-nato al potere, giusto allora che il Ministero Sonnino era prossimo a compiere ogni cosa, voile con affettuosa insistenza che Luzzatti si associasse al ministro Majo-rana, due amici schietti, fatti per intendersi ed operare insieme.

L ' o n . Luzzatti rende omaggio all'opera del Diret-tore generale della Banca d'Italia e dichiara che l'eroe della conversione è stato il contribuente italiano, al cui patriottismo l ' o n . Luzzatti inneggia. Quindi dice che il Tesoro e le Casse sono così largamente provvisti ohe costituiscono un fondo di trecento milioni in oro. Inoltre le circolazioni delle Banche di emissione, go-vernate da leggi sapienti, aiuta il miglioramento e il risanamento di tutta la vita economica si è purificato e avvalorato. L ' o n . Luzzatti dichiara che, se le condi-zioni economiche e politiche permettevano l'operazione, le difficoltà tecniche sovrabbondavano. Bisognava

eom-S

iere la conversione in modo che la rendita italiana all'estero non ritornasse in masse in Italia, onde fosse chiesto il rimborso. Ne sarebbe conseguita l'alterazione del corso nel nostro cambio internazionale. Luzzatti dice che bisognava avere da una parte favorevoli tutte le Banche di Francia, disciplinate da Rotschild e con esse anche le altre Banche estere. Dall'altra doveva operare un Sindacato Italiano, ancor più potente. Su questi due sindacati, retti con sapienza dal Direttore generale della Banca d'Italia e dai Rotschild, il Tesoro italiano, libero e fonte garante esso stesso dei creditori italiani, non garantito da nessuno, ha fatto sentire di continuo la sua azione vigilante e sovrana. L ' o n . Luz-zatti aggiunge ohe la relazione Majorana, testé pub-blicata, chiarisce ancor più come tutto erasi regolato in modo da mettere la fortuna in favore del tesoro italiano.

L ' o n . Luzzatti pubblica a questo punto una lettera di Rotschild di Parigi da cui risulta la splendida at-titudine d e ! mercato francese in favore del credito italiano. Passando alle spese, l ' o n . Luzzatti dice che esse, già coperte da una frazione dell'avanzo, dell'eser-cizio scorso, sono scese sotto le stesse previsioni del tesoro italiano, il quale non ha mai goduto, ed è sua gloria, fama di troppa larghezza. L'on. Luzzatti spiega come il più volgare senso di prudenza consigliava di passare dal 4 al 3 e mezzo traverso cinque anni di tre e tre quarti. Così si rientrerà in piena pace finanziaria nel nuovo regime tre e mezzo, il quale invece di venti darà quaranta milioni annui di beneficio all'Erario italiano.

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nazione per questa vittoria del credito nazionale, ed aggiunge che che si preparano giorni meno tristi pel contribuente italiano, che è il più affaticato e il peggio servito del mondo, il meno difeso per terra e per mare.

Per l'abolizione del lavoro notturno delle donne

Il Consiglio Federale di Berna ha comunicato ai Governi aderenti alla Convenzione internazionale per la proibizione del lavoro notturno per le donne, il pro-getto di legge da discutersi al Congresso da tenersi a Berna. Riproduciamogli articoli dell'interessante pro-getto :

Art. i. — Il lavoro industriale notturno sarà proibito per tutte le donne, senza distinzione d' età, sotto la riserva delle eccezioni qui appresso.

La presente convenzione si applica a tutte le im-prese industriali, ove sono impiegati più di dieci operai od operaie ; non si applicherà in alcun caso alle im-prese ove non sono impiegati che dei membri della famiglia.

Ad ogni Stato contraente incombe l ' o b b l i g o di stabilire in modo preciso ciò che si debba intendere per imprese industriali. Fra queste sono ad ogni caso da includere le miniere e le cave, e cosi pure le in-dustrie per la fabbricazione e la trasformazione delle materie prime : la legislazione nazionale dovrà preci-sare su quest' ultimo punto la distinzione che corre tra industria, da una parte, ed agricoltura e commer-cio dall'altra.

Art. 2. — Il riposo notturno contemplato all'ar-ticolo precedente avrà una durata minima di undici ore consecutive, in dette, qualunque sia la legislazione dei singoli Stati contraenti, dovrà essere compreso l'intervento che corre dalle ore 10 della sera alle ore 5 de! mattino.

Tuttavia, negli Stati dove il lavoro notturno delle donne adulte impiegate nell'industria non è attual-mente regolato da alcuna legge, la durata del riposo ininterrotto potrà a titolo transitorio e per un periodo di tre anni al più, essere limitato a 10 ore.

Art. 3. — L'interdizione del lavoro notturno potrà essere tolta :

1. —- In casi di forza maggiore, quando in un'im-presa avviene una interruzione d'esercizio non preve-duta e non avente carattere periodico ;

2. — Nel caso in cui il lavoro riguardi materie prime, suscettibili di rapidissima alterazione, ed ogni Volta in cui si constati la necessità di salvare dette materie da una perdita altrimenti inevitabile.

Art. 4. — Nelle industrie sottomesse all'influenza delle stagioni e nel caso di circostanze eccezionali, per qualsiasi impresa la durata del riposo notturno inin-terrotto potrà essere ridotto a dieci ore, ma per soli sessanta giorni consecutivi ogni anno.

Seguno disposizioni secondarie. La convenzione entrerà in vigore tre anni dopo la chiusura del pro-cesso verbale di deposito. Questo termine è fissato in-vece a dieci anni : 1. Per le fabbriche di zucchero greggio di barbabietole: 2. Per la cardatura e la fila-tura della lana ; 8. Per le miniere attualmente in eser-cizio quando i lavori in esse, causa influenze climate-riche, debbano essere sospese per quattro mesi ogni anno.

I proventi del servizi pilliti in Italia

Vogliamo dare qualche cenno sui resultati dei più importanti servizi pubblici in Italia.

1 cespiti designati sotto la denominazione di < Tasse varie e proventi di servizi pubblici », pei quali l'am-ministrazione demaniale non ha, di regola, altra inge-renza che quella della riscossione, riferendosi essi per la massima parte a servizi di competenza di altri Mi-nisteri, sono costituiti dai capitoli del bilancio dell'en-trata indicati nel seguente prospetto, dal quale si de-sume che gli accertamenti di competenza dell'esercizio 1904-1X15 presentano sulle previsioni una eccedenza di L. 947,573.

Ecco le cifre tonde, escluse le frazioni di lira: Tasse di pubblico

in-segnamento Tasse e proventi che

si riscuotono dagli agenti demaniali. Multe inflitte dalle

autorità giudizia rie ed amministr. Quota dovuta allo

Stato sul valore de-gli oggetti rinve-nuti negli scavi Ricupero di spese di

giustizia

Diritti per visite sa-nitarie degli ani-mali

Previsioni

Lire Accertam, Lire Difier. Lire 9,500,000 10,279,374

+

779,374 5,235,000 5,652,798

+

417,798 1,460,000 1,250,293 — 209,706 .5,548 T* 5,548 725,000 708,937 — 16,062 30,000 622 — 29,377 Totali 16,950,1X10 17,897,572 + 1457,865 Le riscossioni per competenza e residui, come al solito, differiscono di poco da'la competenza accertata. Tali riscossioni ascesero a L. 17,882,428 con una eccedenza di L. 703,657 su quelle del precedente eser-cizio.

D 1 prospetto comparativo fra i due ultimi eser-cizi, che più sotto riportiamo, risulta come in tutte le varie specie delle tasse sul pubblico insegnamento si sia verificato un aumento nel 1904-905 in confronto del 1903-904.

Tale aumento, che in complesso è stato di 1,415,983 lire, è dovuto in gran parte alle leggi del 1903 e 1904, con la prima delle quali vennero aumentate le tasse e sopratasse per le Università ed Istituti superiori, compresi quelli di magistero femminile di Roma e Firenze, e con la seconda furono istituite nuove tasse e sopratasse di esame pel passaggio delle scuole pri-marie alle secondarie e pel diploma di licenza della scuola primaria, e vennero aumentate le tasse annue d'iscrizione alle classi dei licei, ginnasi, istituti tecnici e nautici, scuole nautiche, normali e complementari governative. Somme riscosse. 1903-904 1904-905 Difier. 1,055,958 1,299,531 + 243,573 59,111 61,393 + 8,282 1.582,773 1,763,692 + 180.919 946,144 1,004,667 -j- 128,523 1,534,910 1,595 227 + 60,313 853,928 410,393 + 56,464 370,798 420,251 + 49,453 38,096 44.582 + 3,486 2,7-10,(119 2,924,439 + 183,819 152,303 178,731 + 26,428 Scuole tecniche

Scuole e Istituti nau-tici, ecc. Ginnasi Istituti tecnici Licei Scuole normali Scuole complement. Accademie e Istituti di Belle Arti e Musica Università

Altri Istituti dì istru-zione superiore. Diploma di

abilita-zione per l'insegna-mento nelle scuole

secondarie e norm. 28,745 45,769 17,023 Ammiss. all'esame di

maturità — 221,355 + 221,355 Sopratasse esame — 236,340 -j- 236,44!)

Totali 8,863,385 10,279,374 — 1,415,983 I cespiti inclusi nel capitolo : « Tasse varie e pro-venti di servizi pubblici » presentano in confronto al 1903-904 una diminuzione complessiva d'introiti di L. 179,039 dovuta a cause eventuali.

Notevole è la diminuzione di 251,367 nei diritti di verificazione dei pesi e delle misure e di saggio e ga-ranzia dei metalli preziosi.

Nel capitolo multe si è avuta una diminuzione com-plessiva di L. 497.752 ; da attribuirsi in parte mag-giore agli effetti della legge 26 giugno 1904, concer-nente la sospensione della esecuzioneLlelle sentenze di condanna, nonché ai decreti di amnistia e d'indulto 16-17 settembre 1904.

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