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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.36 (1909) n.1844, 5 settembre

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GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XXXYI - Yol. XL

Firenze, 5 Settembre 1909

N. 1844

SOMMARIO: Nuovi Balzelli? — Un Istituto coloniale tedesco — Sulla crisi americana — L'azienda dei tabacchi in Italia - RIVISTA BIBLIOGRAFICA : Ruttori Webster, Primitive secret societies - Dr. W. Hasbach, A History of the english agricultural Labourer - Maurice Parmelee. The Prin-ciples of Antropology and Sociology in Their Relations to Criminal Procedure — RIVISTA ECO-NOMICA E FINANZIARIA: Una statistica delle organizzazioni operaie in Italia - Le modificazioni • alle condizioni di trasporto in relazione al riposo settimanale - La Convenzione internazionale per

V interdizione del lavoro notturno alle donne impiegate nelV industria - La produzione mondiale del sale - Il bilancio argentino - RASSEGNA DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE : Il commercio in-glese - Il commercio del Giappone — La situazione del Tesoro al 31 Luglio 1909 — L'ultima legge della Gran Bretagna sulle società anonime — Camere di commercio — Mercato Monetario e Ri-vista delle Borse — Società commerciali ed industriali — Notizie commerciali.

Nuovi Balzelli?

Può sembrar strano che tanti uomini politici, i quali hanno in Parlamento taciuto od appena blandamente parlato quando si trattava di auto-rizzare nuove ed ingenti spese, ora gettino il grido d'allarme per le conseguenze del loro stesso operato e non esitino a muovere aspri rimproveri al Governo, come se questi fosse il solo respon-sabile delle condizioni in cui va a trovarsi il bi-lancio.

E non parliamo della moltitudine parlamen-tare che non studia, non sa e non si può chiamare per questo responsabile di ciò che vota ; ma par-liamo di quel nucleo di uomini competenti e ve-ramente consci delle conseguenze dei loro atti, i quali per questo appunto potrebbero esercitare una azione moderatrice ed efficace, e non sanno compiere un'opera preventiva che valga a trat-tenere il Governo dagli eccessi a cui è spesso condotto dalle ragioni della politica parlamentare. Le blande raccomandazioni e gli ammonimenti dolci non bastano nè a determinare attitudini ri-solute nè ad imprimere un dato indirizzo alla finanza. Così si creano delle situazioni difficili e si lascia ingenerare il sospetto che i competenti non vedano senza compiacenza che il Governo si ingolfi in una via che compromette il bilancio, nella speranza di essere poi chiamati a metter rimedio alle difficoltà che essi stessi hanno con-tribuito a creare.

In questi giorni sono corse voci insistenti, non efficacemente smentite, che il Ministro stia apparecchiando progetti di legge diretti ad ina-sprire certi balzelli ed a crearne dei nuovi. Na-turalmente colle solite forme macchiavelliche si discute sul significato delle parole « studiare » ed « apparecchiare » ; ma, a parte tali lepidezze, è certo che molti sono convinti della necessità, se

non immediata, prossima, di accrescere le entrate per non •compromettere il pareggio del bilancio. Non è facile certo affermare con piena cono-scenza di causa se veramente la situazione sia tale da esigere simili provvedimenti. Ciò dipende, non solamente dalle conseguenze di tutte le spese che sono state già votate o che si dovranno pros-simamente votare, ed è difficile determinare con qualche precisione il peso che esse eserciteranno nei prossimi esercizi ; ma dipende anche, e molto più, dall'andamento delle entrate, le quali danno bensì qualche sintomo di stanchezza, ma non la-sciano ancora vedere con chiarezza se o no si possa sperare nella continuazione di quell'incremento su cui si è contato sin qui e che anzi si è con una certa signorilità scontato per molti esercizi avvenire.

I documenti che potranno chiarire la situa-zione non si conosceranno che alla fine di novem-bre e soltanto nella esposizione finanziaria del dicembre si saprà quali sieno gli intendimenti del Governo sulla finanza.

E' necessario però tenere anche conto di un altro elemento che può modificare ogni previsione. Alcune delle spese che sono state votate recente-mente non potranno effettivarecente-mente aver luogo nel tempo previsto e quindi è possibile che al consuntivo non corrisponda il preventivo, con sol-lievo del risultato finale. Ed è anche noto che in ogni esercizio si conseguono nelle spese ordinarie economie notevoli che contribuiscono ad accrescere l'avanzo.

Tutto questo lascia, come già dicevamo, ogni previsione incerta tanto per predire il disavanzo, come per ammettere che continuino gli avanzi notevoli che si sono avuti negli ùltimi anni.

(2)

do-vrebbe formarsi una corrente ben precisa della

pubblica opinione, la quale dovrebbe far

com-prendere ai governanti attuali o prossimi futuri

che si deve assolutamente escludere la tendenza

di accrescere le gravezze pubbliche con

rimaneg-giamenti più o meno larvati dei balzelli attuali.

Si deve in modo reciso dichiarare e riconoscere

che in Italia non vi è nuova materia imponibile,

nè possono essere alzate le aliquote già altissime

della materia già soggetta alla imposta.

Con questo programma può sorgere un

par-tito politico che troverebbe consenziente la grande

maggioranza dei contribuenti.

Pur troppo le speranze di una riforma

tri-butaria razionale, anche sulla base dell'attuale

rendimento, si sono dileguate. Gli uomini di Stato

italiani si sono dimostrati molto inferiori a

que-sto altissimo compito moderno, che invece ha

tro-vato in Germania, in Francia, in Inghilterra

uomini superiori per intelligenza e costanza di

azione, desiderosi di ottenere od almeno di

ini-ziare una vera riforma con intendimenti

demo-cratici.

In Italia i nostri uomini di finanza sono

troppo vecchi 4i spirito e di idee perchè si possa

sperare in un indirizzo nuovo nel regime

tribu-tario. Hanno lasciato sfuggire il fortunato periodo

in cui i margini del bilancio erano così larghi da

permettere anche le più audaci riforme ed hanno

continuato a piètiner sur place, incapaci di

con-cepire e di svolgere una idea. Ormai il paese si

è rassegnato a tali mediocrità e non attende,

quasi si direbbe, non aspira più a veder attuate

le riforme che desidera e che gli furono

reitera-tamente promesse, quando la presunzione degli

uomini di Stato pareva superiore assai alla loro

col-tura ed alla loro arditezza politica.

Ma dalla rassegnazione a rimaner sotto

l'at-tuale regime tributario finché non sorgano uomini

più illuminati e più coraggiosi, all' ammettere

possibile un aumento in numero ed in entità dei

balzelli, troppo ci corre; e crediamo che se mai

il Governo presente o quello che gli succedesse

si presentasse al paese con un programma di

nuove gravezze fiscali più o meno larvate, non

troverebbe venia davanti ai contribuenti.

Infatti sono diecine e diecine di milioni che

i contribuenti hanno dato allo Stato in più di

quanto era previsto, mettendo così a disposizione

del bilancio in questi ultimi anni centinaia di

milioni ; se i governanti non hanno saputo

limi-tare le spese nonostante tale abbondanza di

en-trate, vuol dire che la loro sapienza finanziaria

è veramente limitata più di quello che non si possa

sopportare.

Dobbiamo quindi per tutti i motivi opporci

ad ogni programma che contempli un aumento

di tributi.

Un Istituto Coloniale Tedesco

La Germania si è oramai procurata

conside-revoli possedimenti coloniali, che le sono già

co-stati non poco sangue e moltissimo danaro. Finora

essi non hanno acquistato un corrispondente

va-lore economico. Se le ragioni possono esser varie,

una principale v' è di certo, ed è questa : che non

si nasce colonizzatori. Si può invece divenir tali

a un po' alla volta. Chi dura vince, e la

Germa-nia probabilmente vincerà, perchè sa perseverare.

Ma per conseguire un dato fine occorre imparare

a scegliere i migliori mezzi, e la Germania ne

vuole sperimentare uno consistente nello

alle-stire un semenzaio di colonizzatori.

A spese dello Stato di Amburgo, e mediante

intesa col Governo imperiale, è stato aperto di

recente un Istituto Coloniale in quella grande e

operosa città.

Esso intende essere una scucia superiore da

servire egualmente per funzionari coloniali e per

industriali e commercianti che si propongano di

andare nelle colonie. Deve perciò costituire una

specie di focolare che concentri tutti gli sforzi

fatti sinora dai tedeschi in materia coloniale.

Colà invero si desidera vivamente che cresca il

numero dei giovani propensi ad avviarsi verso

le colonie, e che in genere cresca quello delle

persone convinte della necessità di dare al

do-minio coloniale un nuovo e maggior valore.

Riguardo ai giovani, si vuole pertanto che

essi vengano per un certo tempo a scambiarsi

1

le proprie idee e a maturare il proprio intelletto

sotto 1' influsso d'un medesimo insegnamento,

dopoché abbiano già coltivato la loro mente

al-trove in modi diversi. All' uopo 1' Istituto

acco-glie giovani licenziati dalle scuole secondarie,

maestri che escono dai seminari pedagogici,

ne-gozianti, industriali, altre persone che abbiano

ottenuto di prestar servizio militare per un solo

anno ; ed anche stranieri, purché muniti di

spe-ciale autorizzazione.

I corsi compresi nel programma sono

nume-rosi, e concernono il diritto, le lingue estere, la

storia, la geografia, questioni economiche,

finan-ziarie, industriali, oltreché un certo numero di

questioni di medicina e scienze naturali

appli-cate alla vita coloniale. Si vogliono così porre a

contributo molte scienze, partendo dal principio

che mediante la scienza 1' uomo giungerà a saper

trarre miglior partito da certe regioni del globo

che per molto tempo sono sembrate inette a

ve-nire utilizzate.

La possibile accusa che l'Istituto venga da

avere un carattere soverchiamente generico, è

stata prevista dal prof. Rathgen, principale

ora-tore nella cerimonia d'inaugurazione ; il quale si

fece a replicarvi a un dipresso in questi termini :

(3)

5 settembre 1909

567

numero di giovani il desiderio di collaborare

al-l'opera della più grande Germania ».

Alla probabile osservazione che la vita

co-loniale si può imparar meglio per pratica,

trapian-tandosi addirittura nelle colonie, lo stesso oratore

rispondeva anticipatamente colle considerazioni

che seguono. — Vediamo che cosa è stato fatto in

altri paesi e che risultati si sono ottenuti. Le

esperienze fatte dagli inglesi, dagli olandesi, dai

Irancesi, provano fino da ora che non bisogna

mandare alle colonie uomini troppo giovani, senza

esperienza, troppo impressionabili. Costoro si

la-sciano prendere con facilità dallo scoraggiamento.

Si dica ciò che si vuole, ma gli studi coloniali

possono farsi con più metodo in patria che nelle

colonie stesse. L'esperimento tentato dagli

olan-desi a Batavia non ha dato risultati brillanti. I

giovani che si erano formati sul luogo allo studio

della vita coloniale, a lungo andare si sono

rive-lati meno capaci di quelli formatisi in Olanda ;

e l'esperienza ha provato che nello studio di

coteste difficili questioni non bisogna

specializ-zarsi prematuramente. Gli studi coloniali devono

sempre esser posti nella cornice d' un

insegna-mento generale largamente inteso e atto ad aprire

vasti orizzonti a coloro che lo ricevono.

Il primo popolo colonizzatore del mondo,

l'inglese, dà in proposito esempi istruttivi.

Co-loro che si propongono d'andare in Egitto

co-minciano dall' imparare l'arabo a Oxford e a

Cambridge. La speranza che vien loro data di

ottenere un giorno begli stipendi e cariche

im-portanti è per essi un forte stimolo. In quanto

alla Francia, sono lodevoli i suoi sforzi per creare

scuole coloniali e per dotare di corsi di

legisla-zione e di economia coloniale le Università. Non

ha però buon metodo nel formare i funzionari per

le colonie. I cambiamenti sono troppo frequenti,

troppa parte vi hanno le influenze politiche,

troppo potente è la burocrazia. Accade spesso

che si mandi un funzionario alle colonie, perchè

non gli si trovano titoli e meriti bastevoli per

servire in patria, dove la sua nomina forse

avrebbe dato scandalo. Spesso anche il mandare

certe persone alle colonie è un mezzo per

sba-razzarsi di individui molesti o compromettenti.

Cotesti funzionari, che si allontanano cosi dalla

Francia contro voglia, di solito non hanno

al-cuna speciale attitudine, nè zelo.

Noi del resto, diceva saviamente il

profes-sor Rathgen, siamo ancora al principio e -non ci

proponiamo come modello.

L' avvenire dirà quale riuscita è riserbata

all' Istituto di Amburgo. La sua fondazione

in-tanto dimostra che l'idea coloniale in Germania

si diffonde, si fa sempre più popolare.

Sulla crisi americana

VII.

Ed ecco ora il riepilogo del diligente studio

del prof. Schumacher, studio che abbiamo

larga-mente riassunto e nel quale gli elementi della

crisi americana sono, come si è visto,

magistral-mente analizzati.

Si è notato, dice adunque l'illustre

profes-sore della Università di Bonna, che la capacità

di liquidazione delle Banche, e la relativa

ela-sticità che deriva dalla politica dello sconto,

mancano affatto nel sistema monetario americano.

E d'altra parte in nessun altro paese tale

liqui-dabilità, elasticità e capacità di regolare il

mer-cato monetario sarebbero altrettanto necessarie

come negli Stati-Uniti, dove il popolo è cosi

fa-cilmente emozionabile e così portato alla

specu-lazione, date specialmente le oscillazioni costanti

ed enormi della sua vita economica. E

natural-mente dove l'organizzazione è impotente, si

de-vono trovare dei succedanei artificiosi ; si deve,

cioè, da una parte, con misure esterne rendere

più mobile la moneta metallica all'interno ed

ac-crescere con ciò la liquidabilità delle Banche,

dal-l'altra parte procurarsi il metallo dall'estero.

E si cerca dapprima l'aiuto dei privati in

due modi : sia coll'organizzazione locale delle

Banche dove esiste una Clearing-House che la

rende possibile. La più importante è

l'associa-zione della Clearing-House di New-York, la quale

come è noto, non comprende però tutte le

Ban-che di New-York ; ma è il modello dal quale

sono sorte associazioni analoghe nelle principali

città degli Stati-Uniti, e, dove non esistevano, si

sono viste nascere durante la crisi.

Tutte queste organizzazioni di banche si sono

sforzate di aiutare il commercio per mezzo della

emissione di « Clearing House Loan

Certifica-tes », cioè specialmente per mezzo di ordini di

pagamento privati, emessi dall'associazione di

Clearing House alla quale appartenevano le banche

e sui quali il prenditore deve pagare un

inte-resse (a New-York l'inteinte-resse massimo per le

operazioni a lungo termine è del 6 per cento);

così che tali ordini ritornarono alla Clearing House

appena potevano non essere più necessari : i

cer-tificati sono rilasciati dalla Associazione delle

Banche e sotto la propria garanzia ad una banca,

a condizione però che essa stessa offra delle

suf-ficenti garanzie.

Perciò è chiesto innanzi tutto il deposito di

sufficienti « securities », che possono consistere

in valori mobiliari od in cambiali ; ed una

com-missione dell'associazione giudica se le garanzie

offerte sieno o no sufficienti ; mentre l'emissione

dei certificati raggiunge frequentemente il 75 per

cento del loro valore al corso di Borsa. In tal

modo si cerca con un processo artificioso di

mo-bilizzare gli impieghi non liquidi.

La « Clearing House Association » non si

limita però ad una garanzia si direbbe esteriore,

ma esige la prova che il bilancio della Banca

presenti un attivo in eccedenza sul passivo, e

quindi si tratti di una semplice mancanza di

numerario, cioè vi sia una sospensione, e non

già una incapacità nei pagamenti; inoltre può

esigere delle garanzie per l'avvenire, come, ad

esempio, il licenziamento del direttore che non

ispiri fiducia.

(4)

se-condo le personalità dirigenti; nulla garantisce sul

vero scopo degli atti della Associazione.

Ad ogni modo questi certificati, di cui non

è obbligatoria la emissione, procurano vantaggi

in due maniere: prima di tutto servono nei

rap-porti tra banca e banca come mezzi di pagamento

e rendono disponibile per la pubblica circolazione

i mezzi di pagamenti legali, che prima servivano

appunto ai rapporti tra le banche ; così si rende

più mobile il metallo delle banche, e si ottiene,

in una certa misura, il risultato che si raggiunge

in altri paesi col risconto presso le banche di

emissione ; d'altra parte detti certificati,

soppri-mendo o riducendo l'uso del numerario tra le

banche, rendono più difficile per ciascuna banca

di accrescere l'incasso metallico insufficiente al

rapporto cogli impegni, e in pari tempo tendono

a sospendere i pagamenti in metallo anche per i

pagamenti da fare al pubblico.

Mq in secondo luogo la grande importanza

dei certificati in parola sta in considerazioni di

ordine psicologico, perchè sono agenti

tranquil-lizzatori di grande efficacia; — infatti la banca

che ottiene i certificati emessi a tali condizioni,

ha una pubblica prova di solvibilità che è tosto

conosciuta ed apprezzata nei circoli competenti,

giacché si viene così a giudicare che la Banca

potrà fronteggiare ai suoi impegni più tardi, se

mai non lo potesse subito ; e ciò il più delle

volte basta a far sparire il fattore principale

ca-pace di provocare un « run », apparendo la

chiu-sura degli sportelli più come una michiu-sura di

pro-tezione che come un sintomo di fallimento.

Tali « Clearing House Loan Certificates »

non sono del resto una novità ; apparvero la

prima volta nel 1860 e da allora se ne emisero

otto volte a New-York ed anche in altre città.

Ma nell'ultima crisi ebbero caratteristiche

spe-ciali, perchè furono emessi in quantità senza

pre-cedenti : a New-York nel 1873 se ne emisero per

26 milioni e mezzo di dollari, nel 1893 per 41

milioni e mezzo, e recentemente l'emissione fu,

autorizzata per 97 milioni di dollari.

Nel 1893 l'emissione fu limitata a nove città

ed il totale non superò i 60 milioni di dollari,

mentre recentemente l'emissione fu autorizzata

quasi dovunque, così che il provvedimento da

mi-sura locale divenne una mimi-sura nazionale.

Pari-menti gli antichi limiti di fatto della

utilizza-zione dei certificati furono più volte preparati;

a New-York non si sono emessi che per il taglio

di 5,000 dollari, ma nell' Ovest, a Chigago per

esempio, non si sono osservati gli stessi limiti e

si sono emessi certificati anche da 1 a 5 dollari

in grande quantità, ciò che prima non si era

visto che in casi isolati ; e tali certificati furono

naturalmente utilizzati dal grande pubblico ;

seb-bene non fossero mezzi di pagamento legali e la

loro accettazione non potesse imporsi, tuttavia

presentavano una completa sicurezza avendo la

garanzia dell'insieme delle Banche e valendo in

ogni caso meglio degli cheques privati.

I ripetuti certificati furono senza dubbio di

grande aiuto, ma tuttavia non bastarono ;

seb-bene ormai estesi in tutto il paese avevano

bensì una efficacia locale, ma per i pagamenti da

piazza a piazza così importanti, specie nei

mo-menti del raccolto, non potevano servire. Qualcuno

propose uno scambio di certificati tra le Banche,

ma l'associazione di New-York, non si mostrò

disposta ad accettare una simile innovazione,

prima perchè allora non sarebbero stati facilmente

negoziabili alla Borsa dove si muove il

princi-pale mercato dei prestiti a breve termine ; e poi

perchè appunto è alla Borsa dove, come si è

vi-sto, si presenta più pressante il bisogno di

mo-neta metallica e dove quindi il bisogno di aiuto

è maggiore.

E già tre giorni prima che la Olearing-House

dì New-York decidesse di emettere i certificati

si cercava di mettere in altro modo rimedi ) alla

situazione. I Pierpont Morgan, nella sua qualità

di grande organizzatore di tutti i « trusts»

ame-ricani, e quindi il maggiore interessato alla buona

quotazione dei valori, organizzava, come è noto,

un « comitato di salute » colla collaborazione dei

principali finanzieri dirigenti il mercato di New

York; egli apportava al comitato immediatamente

25 milioni di dollari tolti dalla sua propria riserva

metallica disponibile, coi quali John D. Rockefeller

aggiunse 5 milioni di dollari promettendone altri

5 in caso di bisogno. Ed è da notarsi, come

ca-ratteristica della vita economica americana, che

tutto questo sistema di aiuti non. mirava che

alla Borsa. I 25 milioni di dollari furono posti

il 24 Ottobre a disposizione del « Cali money

market » di Wallstreet e naturalmente non senza

interesse, ma ad un saggio che oscillava tra il 5

ed il 10 per cento. Fu questo 1' aiuto più

effi-cace che venisse dai privati ; e momentaneamente

infatti riuscì ; Wallstreet il giorno prima, dopo

che la Banca di Montréal aveva senza difficoltà

collocato 200,000 dollari al 125 per cento non

aveva ricevuta alcun'altra offerta di moneta

me-tallica; era quindi un aiuto di breve efficacia, e

inevitabilmente bisognava rivolgersi all'estero. Si

cercò quindi di trarre sull'estero verso le Case

con cui si avevano relazioni anche prima della

introduzione del mo ìometallismo oro, sperando di

ottenere il metallo necessario a colmare il vuoto

esistente all'interno; e si attese l'oro non tanto

dal lato dell'Atlantico, cioè dall'Europa, ma dal

lato del Pacifico, cioè dall'Australia. Però anche

questo richiamo dell'oro dal Pacifico non è senza

influenza sull'Europa, giacché diminuisce l'afflusso

dell'oro sul mercato di Londra, dove infatti si

manifestò più debole che negli anni precedenti.

E qui il prof. Schumacher entra a

dimo-strare tutta la importanza del movimento

del-l'oro dall'Europa agli Stati Uniti durante la crisi ;

e ci proponiamo di riassumere le interessanti

in-vestigazioni dell'illustre professore di Bonna in

un prossimo articolo.

L'azienda dei tabacchi in Italia

(i)

Passate in rassegna tutte le fonti di entrata

che hanno affluito al Monopolio e tutte le

pas-sività che lo hanno onerato, non può prescindersi

dal riassumere, il risultato finale della gestione

(5)

5 settembre 1909

569

sempre desumendolo dalla Relazione al Ministro

delle Finanze.

Il prodotto lordo totale, compresi i dazi

do-ganali sui tabacchi importati per uso personale,

L. 252,621,095.64

ammontò a

e le spese

accer-tate

somma-rono a

Siccome però

esse andarono

in a u m e n t o

del valore

del-le rimanenze

come già si

osservò, per

L. 64,282,290.70

il passivo del bilancio risultò

nella minor somma di

2,391,876.77

L. 61,890,413.93

196,730,681.71

del contrib. delle rendite del Monop. delle spese degli utili Rend. di Mo-nopolio Spese Utili Per cento lire I Spese

di rendita ' del monop. ( Utili Medie per ab.

Per un chilg. di tabacco venduto. 1886-87 1906-07 1907-08 ,. 11.40 . 558 . 6.36 13.84 499 6.92 14.17 523 7.41 6.42 1.60 - 4.82 7.01 1.56 5,45 7.51 1.75 5.76 11.51 2.88 8.63 24.98 14.03 3.12 10.91 22.22 14.36 3.35 11.01 23.35 75.02 77.78 76.65

Per il che, il prodotto netto

costituito dalla differenza attiva

discendente dai resultati

sue-sposti, ammontò a

superando di L. 11,916,694.52 quello'verificatosi

nell' esercizio anteriore.

E' da notarsi in quest'esercizio che per 100

lire di prodotto lordo la - quota complessiva di

spesa ha subito, a detrimento degli utili

propor-zionali, un aumento di lire 1.26, il quale, pur non

avendo elevata la percentuale ai limiti maggiori

che si erano verificati negli esercizi 1901-902 ed

anteriori, è pur tuttavia il più forte tra quelli

che si sono constatati nei più vicini esercizi.

L'aumento è dovuto principalmente al forte

rincaro della materia prima di estera provenienza

ed alla più alta spesa di produzione dei tabacchi

sia per l'aumentata fabbricazione di prodotti fini,

sia per la inevitabile influenza del generale

mag-gior costo delle cose e dell'elevamento della

re-tribuzione del lavoro; l'Azienda dei tabacchi,

come tutte le altre industrie, non può sottrarsi

al fenomeno economico per il quale i coefficienti

della produzione, in questi momenti, ne fanno

elevare il costo fino a limiti non mai raggiunti

ed anche in parte,- non prevedibili.

Un'adeguata nozione del cammino percorso

dall'Azienda sulla via della sua potenzialità

pro-duttiva, sorge tanto più se si istituisce il

con-fronto, giusta il prospetto seguente, fra le quote

risultate per l'esercizio in esame e quelle del

1906-907 e dell'anno finanziario 1886-87

r

che è il

primo del periodo in cui, meno poche varianti,

ha imperato la vigente tariffa di vendita :

Prezzo medio di vendita per un chilogrammo

/ del consumo G

Come vedesi il prezzo medio di vendita, per

un chilogramma di tabacco, segue con persistenza

la linea ascendente ripresa nell'esercizio 1895-96,

superando il punto a cui trovavasi negli

eser-cizi 1886-87 e 1906-907, rispettivamente di lire

2.77 e lire 0.33. In questo fenomeno sta la prova

palmare della tendenza del consumatore verso

l'uso di tipi da fumo di maggior costo,

suffra-gata anche dal fatto che, pure essendo

aumen-tato il contributo testatico di L. 1.05 sul 1886-87

e di centesimi 50 sul 1906-907, il consumo

indi-viduale dell'ultimo esercizio è rimasto tuttavia

inferiore di grammi 35 a quello del 1886-87 per

quanto abbia superato di grammi 24 il consumo

dell'esercizio anteriore.

Effetto naturale di tale tendenza è stato

bensì, in minima parte, 1' aumento della quota

di spesa sia per abitante che per chilogramma

di tabacco in quanto è risaputo che i prodotti

vendibili a maggior prezzo hanno alla loro volta

un maggior costo di produzione ; ma si è pure

avuto questo di più considerevole, che, cioè,

l'im-posta ne è rimasta avvantaggiata.

Infatti, malgrado 1' aumento proporzionale

della spesa, l'utile netto, che rappresenta appunto

la imposta, si è accresciuto di centesimi 94 per

abitante, e lire 2.38 per chilogramma a paragone

del 1886-87, e rispettivamente di centesimi 31 e

centesimi 10 sul precedente esercizio 1906-907.

Ed il Relatore riflette che se l'andamento

delle vendite, sospinto com'è dalla graduale

evo-luzione dei consumi verso tipi di maggior prezzo,

alimentato sempre più dalla crescente facoltà di

assorbimento, continuerà a seguire quella

traiet-toria che ha accennato a percorrere in questi

ul-timi anni, i risultati della gestione potranno

giungere in un avvenire non lontano ad una cifra

che, pochi esercizi sono, sarebbe parso

irragione-vole sperare.

Dopo aver parlato dello acquisto dei tabacchi

esotici, ed aver dedicato un ampio capitolo alle

alterazioni delle piante di tabacco che crebbero

straordinariamente nelle nostre campagne, e dopo

aver pure accennato ai magazzini di deposito dei

tabacchi greggi e manifatture, il Relatore parla

del personale addetto a quest'ultimi.

Al 30 giugno 1908 erano nelle manifatture e

magazzini di deposito 532 individui più che

nel-l'esercizio precedente, le retribuizioni furono di

L. 12,964,863, e cioè di 1,073,643 più che nel

precedente anno finanziario.

La spesa sostenuta in assegni di pensioni

ascese a L. 1,387,995.22 e superò di L 59,704.50

quella dell'esercizio precedente. Ciò deve

attri-buirsi in parte al progressivo aumento che si va

verificando nella misura unitaria della pensione,

fenomeno questo tanto più significativo in quanto

la durata media del servizio prestato dai

collo-cati a ripeso si mantiene costante (40 anni circa),

ma sopratutto al maggior numero delle nuove

pensioni liquidate in confronto a quello delle

pen-sioni cessate per morte dei vitaliziati.

(6)

Le indennità corrisposte a titolo d'infortuni

sul lavoro sono scemate di lire 3,461.33 essendo

risultate in complesso di lire 15,813.16.

Durante il decorso esercizio si ebbero 483

casi di infortunio, con una frequenza di casi 3.62

per ogni 100 operai all'anno, e la spesa

indi-cata corrisponde all' 1.44 per ogni mille lire di

mercedi pagate al personale, a lire 27.85 per

ogni caso di infortunio e a lire 1 per ogni

ope-raio-anno.

Ogni cento infortuni diedero luogo al

paga-mento di n. 4 indennità per inabilità

tempora-nea parziale, di 97 indennità per inabilità

tem-poranea assoluta e di un'indennità per inabilità

permanente parziale.

Le nuove iscrizioni del personale operaio che

avendo ultimato il periodo di esperimento ottenne

la nomina in pianta stabile alla Cassa

Nazio-nale di Previdenza per pensioni agli operai

fe-cero aumentare di lire 2,143.50, elevandolo a

lire 64.632.22 il concorso che lo Stato corrisponde

alla Cassa Nazionale di previdenza stessa dal 1°

ot-tobre 1899 in poi. Questa spesa sarebbe risultata

di molto superiore se, col passaggio a stipendio

mensile di tutto il personale di sorveglianza

(composto degli Aiutanti Capi laboratorio, delle

Scrivane e delle Maestre) disposto dalla legge

17 luglio 1907, n. 514, con decorrenza dal 1°

lu-glio 1906 non fosse stato concesso anche a

que-sto personale il diritto a pensione a termine della

vigente legge 21 febbraio 1895, n. 70, e

conse-guentemente non fosse venuto a cessare il

paga-mento dei contributi che, per il personale stesso

venivano in antecedenza corrisposti alla suddetta

Cassa.

Infine il Relatore dopo un capitolo dedicato

ai servizi di deposito e di vendita, giunge alla

conclusione seguente della sua Relazione (cui

se-guono importanti e numerosissimi allegati):

« Trarre ulteriori conseguenze dalla serie di

fatti e di risultati fin qui esposti, equivarrebbe

forse a togliere efficacia all'eloquenza che

pro-mana dalle cifre cosparse attraverso a tutta la

relazione ed opportunatamente commentate.

Basti il raffigurarsi l'imponente incremento

che l'Azienda dei tabacchi va prendendo di anno

in anno come industria produttrice ; basti il

con-siderare il progresso incessante del consumo;

basti il vedere ormai quasi ogni plaga d'Italia

offerta alla coltura del tabacco, per tradurre in

una sintesi, più intelligibile d'ogni più profuso

discorso, quali siano state le conseguenze

del-l'opera diuturna e diligente spesa a prò della

grande industria di Stato.

« Questo pel passato, che se è stato

produt-tivo di grande compiacimento per chi ha dato

ogni sua energia all'Azienda, dev' essere sprone

a perseverare in avvenire in quell'indirizzo che

è stato coronato da così lusinghieri risultati.

« La tecnica industriale del tabacco sarà

og-getto d'incessanti studi, aperti ad ogni alito di

progresso; la vendita sarà favorita e resa facile

per ogni dove onde si possano convogliare nuove

correnti di consumatori che oggi ancora, nelle

zone poco ricche di mezzi di comunicazione, non

contribuiscono, come sarebbe ragionevole sperare,

alle entrate del Monopolio; il cespite, mercè opera

di assidua vigilanza, avrà quella difesa, che in

oggi si palesa tuttavia deficiente, contro le

innu-merevoli insidie che lo minacciano da ogni lato ;

la coltura del tabacco, qualunque forma essa

ab-bia ad assumere, sarà oggetto di continua,

amo-rosa sollecitudine come quella che può

armoniz-zare due tra i più grandi interessi dello Stato,

quello della pubblica Finanza e quello

dell'Agri-coltura nazionale ».

R l Y I S T f l B l D L l O Q R d F I C f l

Hutton W e b s t e r . - Primitive secret societies. •—

New York, The Macmillan Comp., 1908

pag. 227 (Se. 3).

Da qualche anno gli studi sociologici si sono

rivolti ad investigare con maggior cura di quello

che non si tacesse nel tempo passato, sulle

so-cietà secrete e sulle cerimonie di iniziazione in

uso nei paesi selvaggi o semi selvaggi. L'Autore

ha cercato in questo suo importante lavoro di

riassumere e spiegare i resultati conseguiti in

questa materia così interessante non solo per gli

studi sociologici ma anche per conoscere le

ori-gini delle religioni.

Incomincia l'Autore a rilevare nelle primitive

società la separazione dei sessi colla istituzione

in Australia, nella Nuova Guinea, nelle

Filip-pine ecc. ecc. di Men's House; discute quindi

della istituzione della pubertà e dei riti secreti

che la accompagnano o la seguono, colle scuole

per i noviziati e con speciali poteri conferiti agli

anziani.

Interessantissimi i capitoli nei quali

l'Au-tore tende a dimostrare il passaggio da questi

poteri speciali a quelli giudiziari ed anche

am-ministrativi insiti nelle assemblee degli anziani;

e sono pure degni di nota i capitoli ultimi del

libro nei quali l'Autore rileva e spiega tutta la

importanza ed il significato dei riti e delle

ceri-monie.

Forse l'Autore non dice gran cosa di nuovo,

ma ha il merito non piccolo di aver raccolte

no-tizie sparse su tante pubblicazioni e di avere

fatta una trattazione omogenea ed istruttiva.

Dr. W . Hasbach. - A ITistory of the english

agricultural Labourer.

— London, P. S.

King and Son 1908, (7 se. 6 d.).

A questo importante lavoro storico

econo-mico-sociale dei dott. W . Hasbach, detta una

breve ma comprensiva prefazione il sig. Sidney

W e b b che ne fa il meritato elogio. E veramente

l'Autore dimostra una profonda cognizione

del-l'argomento non solo per ciò che riguarda la

classe agricola inglese, ma anche per quanto

con-cerne lo stato delle moltitudini agricole di altri

paesi.

(7)

con-5 settembre 1909

L' ECONOMISTA

571

dizioni di demoralizzazione in cui si trovava

l'operaio agricolo nella prima metà del secolo

scorso ; con opportuni raffronti tra i prezzi di

molti generi di prima necessità ed il saggio dei

salari, e con gli effetti della legge sui poveri,

l'Autore dimostra la infelice situazione delle

plebi agricole. Quindi prova come i

provvedi-menti legislativi abbiano avuto scarsa efficacia e

come la necessità di una soluzione abbia

deter-minato il costituirsi delle Unioni dei lavoratori

della campagna che si svilupparono dal 1872

al 1874.

L'ultimo capitolo descrive il movimento

de-gli agricoltori dal 1894 al 1906.

Segue quindi la conclusione nella quale sono

invocati nuovi provvedimenti dal Parlamento ;

molti documenti, una larga bibliografia ed un

buon indice terminano il volume.

L'Autore alieno dalle frasi vivaci, sempre

misurato nella forma, temperato nei giudizi, ma

preciso, in molti punti anzi incisivo ama

suffra-gare le sue affermazioni con dati statistici e con

ponderati ragionamenti, perciò il suo lavoro

di-venta, non soltanto istruttivo, ma di una

straor-dinaria efficacia.

Maurice Parmelee. - The Principles of

Antro-pologi] and Sociology in Iheir Relations to

Criminal Procedure.

— New York, The

Macmillan Comp,, 1908 pag. 410 (Se. 1.25).

Mentre la scienza procede a gran passi nelle

sue costatazioni di verità sulle quali pochi dubbi

si sollevano, la pratica si mantiene ostinatamente

abbarbicata agli antichi principi e con difficoltà

lascia penetrare qualche raggio della nuova luce.

Tutto il diritto penale e la sua procedura si

ten-gono ancora cosi lontani dalle scoperte

antropo-logiche e socioantropo-logiche da costituire una vera

con-traddizione.

Con eccellente pensiero l'Autore ha quindi

trattato l'argomento dimostrando, nel libro che

presentiamo ai lettori, il cambiamento avvenuto

nel concetto della criminalità. Prima fissa la

nozione della criminologia, e la mette poi in

re-lazione alla antropologia ed alla sociologia ; cerca

quindi di fissare il concetto del diritto di

puni-nizione non solo astrattamente ma anche in

re-lazione alle leggi criminali, e prosegue a

deli-neare ed esaminare i sistemi di procedura criminale,

negli agenti della polizia, nell' istruttoria, nella

giuria, nella magistratura e finalmente accenna

alla nuova tendenza della procedura criminale.

Questo lavoro, per la sobrietà dello stile, per

la profonda conoscenza della materia trattata, per

la larghezza delle vedute, merita tutta la

atten-zione degli studiosi.

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

— L'Ufficio del lavoro ha pubblicato una

statistica delle organizzazioni operaie in

Italia.

Secondo i calcoli fatti dall' Ufficio del

La-voro si avrebbero in Italia 5575 leghe con 934,360

iscritti mentre al principio del 1907 si avevano

4343 leghe con 684,046 iscritti. Escluse le leghe

dei contadini (1089 con .426,079 iscritti) il

nu-mero suddetto risulta ridotto a 3766 leghe con

508,290 iscritti. Delle 3766 leghe industriali con

508,290 iscritti rilevate nel 1908, 2103 (55.8 per

cento) con 222,405 soci (43.8 per cento)

risul-tano aderenti a Camere del Lavoro soltanto :

558 (14.8 per cento) con 57,755 soci ; (11.4 per

cento) risultano aderenti a Federazioni di

me-stiere soltanto: 766 (20.4 per cento) con 159,930

soci; (31.4 per cento) risultano aderenti a

Ca-mere del Lavoro e Federazioni e finalmente 339

(9 per cento) con 68,200 (13.4 per cento)

risul-tano indipendenti.

Delle categorie organizzate che fanno capo

a una Federazione nazionale si trovano in ottime

condizioni di raggruppamento professionale i

cap-pellai che su 41 leghe con 7080 soci esistenti in

Italia ne hanno ben 38 (con 6137 iscritti

fede-rati) ; e gli infermieri e affini (57 leghe federate

su 68 esistenti e con 3927 soci su 4899). In

con-dizioni soddisfacenti si trovano i muratori e

af-fini (350 leghe federate su 619 con 41,944 soci

su 67099); i vetrai (48 leghe federate su 77 con

5814 soci su 7390); i tipografi e affini (77

le-ghe federate su 118 con 14609 soci su 15,823);

i panattieri (85 leghe federate su 136 con 8212

soci su 11,862); i metallurgici (117 leghe

fede-rate su 315 con 30,224 soci su 56,261); i

cera-misti (24 leghe federate 3U 39 con 1785 soci su

2891); i calzolai (69 leghe federate su 163 con

4,311 soci su 10,217). In condizioni inferiori di

raggruppamento professionale, si trovano gli

ad-detti alle arti tessili, alle industrie del legno e

dell'arredamento, alle industrie chimiche, alla

fabbricazione dei laterizi, alla estrazione e

lavo-razione del marmo e delle pietre, i pellattieri, ecc.;

e ciò a non tener conto delle categorie che non

hanno una federazione nazionale a cui far capo.

Quanto alla proporzione delle leghe e degli

organizzati inscritti alle Camere del lavoro le

differenze che si notano fra i vari mestieri

cor-rispondono generalmente ad una maggiore o

mi-nore concentrazione dei medesimi. Sono infatti in

numero minore relativo gli iscritti alle Camere

in quelle professioni (contadini, muratori,

calzo-lai, ecc) che sono largamente distribuite nelle

campagne.

Quanto alla tendenza all'aggruppamento

lo-cale nelle varie regioni, essa è massima nella

Li-guria (163 leghe iscritte a Camere del lavoro su

202, con 34,721 soci su 41,801) e minima nella

zona meridionale adriatica — Sardegna esclusa —

(115 leghe iscritte a Camere del lavoro su 223

con 25,036 soci su 99,125).

Si ha del resto una tendenza marcata

al-l'organizzazione camerale nell' Emilia, nella

To-scana, nel Piemonte ; una tendenza debole nel

Veneto, nelle Marche, nell' Umbria e media nelle

altre regioni. Per ciò eh© riguarda la proporzione

degli organizzati agli occupati, essa appare assai

forte fra gli addetti alle privative dello Stato

(79.4 per cento), fra i vetrai (61.4 per cento),

fra i cappellai (60.6 per cento) fra gli addetti

alle industrie poligrafiche (49 per cento).

(8)

18.7. Del resto, mancando il totale generale

de-gli occupati, non è possibile stabilire un

con-fronto della percentuale generale fra le varie

re-gioni.

— La Gazzetta ufficiale ha pubblicato il

E,, decreto N. 558 che approva le modificazioni

alle condizioni di trasporto in relazione al

riposo settimanale.

Il decreto prescrive che

nei giorni di domenica le operazioni di

ricevi-mento e di riconsegna delle spedizioni a grande

e piccola velocità ed accelerata sono limitate a

mezzogiorno.

E' fatta eccezione per l'accettazione e la

ri-consegna delle seguenti categorie di trasporti :

merci contrassegnate da asterisco nella

nomen-clatura della tariffa speciale N. 3 grande

velo-cità: giornali, feretri, ceneri mortuarie, cavalli

in vagone scuderia, bestiame (comprese le bestie

feroci), ed altri animali vivi, sieri curativi,

ossi-geno, addobbi funebri, fiori freschi ed artificiali,

casse mortuarie, candele e torce di cera per

fu-nerali, bozzoli vivi, seme bachi, foglie di gelso,

ghiaccio, neve, uva fresca, uova e formaggi

fre-schi, e merci per le quali sia stato applicato un

acceleramento del trasporto.

Le operazioni di ricevimento e di riconsegna

delle spedizioni a piccola velocità sono nella

do-menica completamente sospese. E' fatta eccezione,

per la sola riconsegna fino a mezzogiorno delle

merci esplosive di cui alle categorie 12, 13 e 14,

dell'allegato 9.

Negli altri giorni festivi di cui all'allegato

2 gli uffici della grande velocità e della piccola

velocità accelerata, rimangono aperti come nei

giorni feriali ; quelli della piccola velocità si

chiu-dono a mezzogiorno.

E' in facoltà dell'amministrazione

ferrovia-ria di fare cessare temporaneamente, mediante

preavviso, la limitazione e la sospensione nelle

domeniche in quelle stazioni in cui ciò fosse

ri-chiesto da speciali esigenze di traffico c> di

ser-vizio.

In seguito alla legge sul riposo settimanale

N. 489 del 7 luglio 1907, i termini di resa sono

aumentati di ore 24 in ogni caso e qualunque

sia il giorno in cui le spedizioni vengono

conse-gnate alla ferrovia o da questa riconseconse-gnate,

an-che se nei termini stessi non ricorra alcuna

do-menica.

Tale aumento, però, non si applica alle merci

che a norma dell'art. 5 possono essere

riconse-gnate nelle ore pomeridiane delia domenica.

Per le spedizioni a grande velocità la presa

a domicilio ed il ricevimento da parte delle

agen-zie di città e la consegna a domicilio non si

ef-fettuano dopo le ore 12 dei giorni festivi.

Per le spedizioni a piccola velocità ed a

pic-cola velocità accelerata la presa a domicilio ed il

ricevimento da parte delle agenzie di città e la

consegna a domicilio non si effettuano nei giorni

festivi.

— Ecco il testo dell'importante

Conven-zione internazionale per l'interdiConven-zione del

lavoro notturno alle donne impiegate

nel-l'industria,

firmato a Berna tra l'Italia,

l'Au-stria, l'Ungheria, il Belgio, la Danimarca, la

Francia, la Germania, la Gran Bretagna, il

Lus-semburgo, l'Olanda, il Portogallo, la Svezia e la

Svizzera e testò pubblicato dalla Gazzetta

uffi-ciale :

Art. 1. — Il lavoro industriale notturno sarà

proibito a tutte le donne, senza distinzione di

età, sotto riserva delle eccezioni previste in

se-guito.

La presente Convenzione s'applica a tutte

le imprese industriali in cui vengono impiegati

più di dieci operai od operaie ; non si applica in

nessun caso alle imprese in cui sono impiegati i

soli membri della famiglia.

A ciascuno degli Stati contraenti incombe

il dovere di definire il significato della

denomi-nazione « imprese industriali ». Fra queste

sa-ranno in ogni modo comprese le miniere e cave,

le industrie di fabbricazione e di trasformazione

delle materie ; la legislazione nazionale preciserà,

circa queste ultime, il limite tra l'industria da

una parte, l'agricoltura ed il commercio

dal-l'altra.

Art. 2. — Il riposo notturno contemplato

nel precedente articolo avrà una durata minima

di 11 ore consecutive; in queste 11 ore,

qualun-que sia la legislazione di ogni singolo Stato,

do-vrà essere compreso l'intervallo che corre frale

10 ore della sera alle 5 ore del mattino.

Tuttavia, negli Stati in cui il lavoro

not-turno delle donne adulte impiegate nell'industria

non fosse ancora disciplinato la durata del

ri-poso ininterrotto potrà, a titolo provvisorio, e per

un periodo di 3 anni al massimo, essere limitata

a 10 ore.

Art. 3. — La proibizione del lavoro notturno

potrà essere sospesa :

1) in caso di forza maggiore, quando in

un'impresa si verifica una interruzione di lavoro

impossibile a prevedersi e non avendo carattere

periodico ;

2) nel caso che il lavoro si applichi sia a.

materie prime ohe a materie in lavorazione

su-scettibili di alterazione rapidissima, quando il

lavoro stesso sia necessario per salvare le

pre-dette materie da una perdita inevitabile.

Art. 4. — Nelle industrie sottoposte all'

in-fluenza delle stagioni, e nel caso di circostanze

eccezionali per ogni impresa, la durata del

ri-poso notturno ininterrotto potrà essere ridotta a

10 ore, sessanta giorni all'anno.

Art. 5. — Ad ogni singolo Stato contraente

incombe il dovere di prendere quelle misure

am-ministrative che fossero necessarie per assicurare,

sul proprio territorio, la precisa applicazione

delle disposizioni della presente convenzione.

I Governi si comunicheranno per via

diplo-matica le leggi e regolamenti in vigore nei loro

rispettivi paesi, come pure i rapporti periodici

riguardanti l'applicazione di queste leggi e

rego-lamenti.

Art. 6. — Le disposizioni della seguente

Con-venzione non saranno valevoli in una colonia,

dominio o protettorato se non nel caso che una

notificazione fosse data a tale scopo e a nome

loro al Consiglio Federale svizzero, dal Governo

metropolitano.

(9)

dichia-5 settembre 1909

673

rare che la Convenzione non si estenderà a quelle

categorie di lavori indigeni per i quali la

sorve-glianza fosse impossibile.

Art. 7. — Negli Stati posti fuori dell'

Eu-ropa, come nelle colonie, domini o protettorati,

quando il clima o la condizione delle popolazioni

indigene lo richiederanno, la durata del riposo

notturno ininterrotto potrà essere inferiore al

mi-nimum fissato dalla presente Convenzione, alla

condizione che riposi compensatori siano accordati

durante il giorno.

Art. 8. — La presente Convenzione verrà

ratificata e le ratifiche saranno depositate il 31

di-cembre 1908, al più tardi, presso il Consiglio

Fe-derale svizzero.

Di questo deposito verrà fatto processo

ver-bale, di cui una copia, certificata conforme sarà

rimessa- per via diplomatica a ciascuno degli

Stati contraenti.

La presente Convenzione entrerà in vigore

due anni dopo la chiusura del processo verbale

di deposito delle ratifiche.

La dilazione per l'applicazione viene portata

da due a dieci anni: 1. per le fabbriche di

zuc-chero greggio di bietole; 2. per la pettinatura e

la filatura della lana; 3. per i lavori all'aria

aperta delle imprese minerarie, quando questi

lavori siano sospesi ogni anno, e per 4 mesi

al-meno, causa le influenze climateriche.

Art. 9. — Gli Stati che non abbiano firmato

la presente Convenzione sono ammessi a

dichia-rare la propria adesione mediante un atto

indi-rizzato al Consiglio Federale svizzero, il quale lo

farà conoscere a ciascuno degli altri Stati con

traenti.

Art. 10. — Le dilazioni previste dall'art. 8

per l'applicazione della presente Convenzione

sa-ranno calcolate, per gli Stati non firmatari, e

per le colonie, domini, o protettorati, dalla data

dell'adesione.

Art. 11. — La presente Convenzione non

po-trà essere denunciata dagli Stati firmatari, come

dagli Stati, colonie, domini, o protettorati che

abbiano aderito ulteriormente, prima della fine

di un lasso di tempo di 12 anni da calcolarsi

dalla chiusura del processo verbale di deposito

delle ratifiche.

Potrà iu seguito essere denunciato di anno

; in anno.

La denuncia non avrà effetto che un anno

dopo che sarà stata indirizzata per iscritto al

Consiglio Federale svizzero dal Governo

interes-sato, o, se si tratta di una colonia, dominio o

protettorato, dal Governo metropolitano: il

Con-siglio Federale la comunicherà immediatamente

al Governo di ogni singolo Stato contraente.

— Il bilancio argentino, deposto ora alla

Camera dei deputati dal ministro delle finanze

dott. Iriondo, calcola le entrate in 261,140,367

piastre carta e le spese in p. c. 260,928,147,

cosi ripartite :

Dipartimento dell'interno p. c. 30,978,755;

degli affari esteri 3,967,484; delle finanze 13,839,623

della giustizia e della pubblica istruzione

23,604,053; della guerra 22,439,240; della

ma-rina 17,343,674; dell'agricoltura 5,757,939; dei

lavori pubblici 26,442,631 ; armamenti 15 milioni,

ed infine 3 milioni piastre carta per la

comme-morazione del centenario dell'indipendenza

na-zionale,

— Gli studi statistici della Geological

Sur-veij

degli Stati Uniti d'America stabiliscono per

il 1906 una produzione mondiale del sale

di 15,340,553 tonnellate di sale nel mondo

in-tero.

- Sei paesi dànno insieme un cifra superiore

al milione di tonnellate e cioè:

Stati Uniti d'America

Gran Brettagna

Germania

Russia

Francia

Indie

3,044,133 tonn.

2,201,293 »

2,059,096 »

2,000,000 »

1,496,923 »

1,296,674 »

Il Giappone, l'Austria-Ungheria, la Spagna

e l'Italia figurano per produzione variante fra

800,000 e 500,000 tonn.

Finalmente un mezzo milione proviene da

paesi diversi.

Il commercio inglese.

— Ecco in cifre

tonde il valore delle importazioni e delle

espor-tazioni nei primi sette mesi dell'anno corrente in

confronto del periodo corrispondente dell' anno

scorso.

Importazioni.

1909 1908 (Sterline)

Bestiame, sostanze

alimen-tari e tabacchi 141,400,000 138,500.000 Materie greggie 124,700,000 120,600,000 Oggetti manifatturati 84,300,000 84,700,000 Generi diversi e pacchi po

stali 1,500,000 1,300,000 Totale L. st. 351,900,000 345,100,000

Differenza 1909 Bestiame, sostanze alimentari e tabacchi -t- 2,900,000 Materie greggie + 4,100,000 Oggetti manifatturati — 400,000 Generi diversi e pacohi postali + 200,000

Totale L. st. + 6,800,000 Esportazioni. 1909 1908 (Sterline) 12,100,000 11,200,000 28,500,000 30,400,000 168,100,000 178,900,000 Bestiame, s stanze

alimen-tari e tabacchi Materie greggie Oggetti manifatturati Generi diversi e pacohi

po-stali 3,700,000 3,200,000 Totale L. st. 212,400,000 223,700,000 Commercio di transito 52,900,000 45,600,000

Dififer. 1909

Bestiame, sostanze alimentari e tabacchi 900,000 Materie greggie _ 1,900,000 Oggetti manifatturati _ 10,800,000 Generi diversi e pacchi postali •+• 500,000

(10)

Il commercio francese.

— Ecco il

pro-spetto degli scambi francesi coli'estero durante

i primi sette mesi del 1909 in confronto del

pe-riodo corrispondente del 1908.

Metalli preziosi.

Importazioni. 1909

(Lire) 1908 Sostanze alimentari

Materie necess. all'ind. Oggetti manifatturati 483,754,000 9,343,394,000 656,797,000 541,943,000 2,048,427,000 643,769,000 Totale Lire 3,483,945,000 3,234,139,000 Sostanze alimentari

Materie necessarie all'industria Oggetti manifatturati Differ. 1909 — 58,189,000 + 294,967,000 + 13,028,000 Totale Lire + 294,806,000 Esportazioni. 1909 (Lire) 1908 Sostanze alimentari

Materie necess. all'ind. Oggetti manifatturati Pacchi postali 436,058,000 875,259,000 1,524,312,000 253,124,000 407,446,000 748,803,000 2,447,326,000 245,429,000 Totale Lire 3,088,753,000 2,849,026,000 Sostanze alimentari

Materie necessarie all'industria Oggetti manifatturati Pacchi postali

+

+

Differenza 1908 28,590.000 126,456,000 76,986,000 7,695,000 Totale Lire E 239,727,000

Il commercio del Giappone.

— Ecco, in

yens, le cifre del commercio estero del Giappone

durante il mese di giugno, paragonate a quelle

del giugno 1908:

Giugno Giugno 1909 1908 (in yens) Esportazioni 31,902,618 Importazioni 33,292,235 Totale 65,194,853 Ecced. delle esport. » Ecced.delleimport. 1,389,612

34,280,944 34,003,545 68,284,489 277,399

Ecco ora le cifre relative al commercio dei

sei mesi:

Esportazioni Importazioni

Totale Ecced. delle imp.

Differenza sul 1909 1908 (in yens) 187,000,265 214,778,025 401,778,290 -+- 13,980,084 - 38,217,796 — 24,237,732 27,777,760 Esportazioni Oro Argento Importazioni Oro Argento Ecced. delle import. E per i

Esportazioni Oro Argento Importazioni Oro

Argento

Ecced. delle import. 4,981,781

Giugno Giugno 1909 1908 (in yens) 15,000 11,002 2,933,907 34,288 2,957,193 sei mesi 1909 (in yens) 1,345,750 — 360,619 11,821 2,698,379 5,262 2,667,820 Differenza sul 1908 58,761 9,594 6,162,132 - 4,879,781 224,160 — 189,650

LA SITUAZIONE DEL TESORO

al 31 Luglio 1 9 0 9

Ecco la situazione del Tesoro al 31 luglio 1909 :

Pondo di cassa Crediti diTesoreria Insieme

Debiti di Tesoreria Situaz. del Tesoro

Al 31 luglio 1909 351,656,869.01 1 601,097,927.91 952,754,796.92 645,073,640.04 + 307,681,156.88 Al 31 luglio 1909 — 149,302,762.65 + 186,239,599.98 + 'àG^'óG^SS — 26,669,907.08 + 10,266,930.25 DARE

Incassi (versamenti in Tesoreria) Pondo di cassa alla chiusura

dell'esercizio 1908-09 500,959,631.66 In conto entrate di bilancio 141,532,164.34 In conto debiti di Tesoreria 309,450,456.08 In conto crediti di Tesoreria 27,900,396.32

A V E R E

Totale 379,842,648.40 • Pagamenti

In conto spese di bilancio Decreti di scarico

Decreti Ministeriali di pre-levamento

In conto debiti di Tesoreria In conto crediti di Tesoreria

131,265,234.09

282,780.549 — 214,139,996.30 Totale dei pagamenti 628,185,779.39 Ecco la situazione dei debiti e crediti di Tesoreria

DEBITI al 31 luglio 1909 Buoni del Tesoro

Vaglia del Tesoro

Banche — Conto anticipaz. statutarie Cassa depositi e prestiti in conto

cor-rente fruttifero

Amministrazione del Debito pubblico in conto corrente infruttifero Amministrazione del Pondo culto in

conto corrente infruttifero Cassa depositi e prestiti in conto

cor-rente infruttifero

Ferrovie di Stato — Pondo di riserva Altre Amministraz.

frutti conto corrente Id. Id. infruttifero Incassi da regolare

Biglietti di Stato emessi per l'art. 11 della legge 3 marzo 1898, n. 47 Operazione fatta col Banco di Napoli

per effetto dell'art. 8 dell'allegato

B alla legge 7 genn. 1897 n. 9

(11)

5 settembre 1909

L' ECONOMISTA

575

CREDITI Valuta aurea presso !a Cassa depositi e

prestiti (art. 21 della legge 8 ag. 1895, n. 486)

Amministraz. del Debito pubblico per pagamenti da rimborsare Id. del Eondo pel culto Id. Cassa depositi e prestiti Id. Altre Amministrazioni Id. Obbligazioni dell'Asse ecclesiastico Deficienze di Cassa a carico dei

con-tabili del Tesoro Diversi

Operazione fatta col Banco di Napoli

Totale 601,097.927.91 Ecco il prospetto degli incassi di bilancio verifica-tisi presso le tesorerie del Regno per l'esercizio 1909-910 comparati con quelli dell'esercizio precedente e coi pre-visti. al 31 luglio 1909 80,000,000 — 164,969,982.79 23,776,837.83 100,377,834.74 52.784,292.83 1,710,586.29 81,406,863.43 23,504,610 — Incassi — Categoria I. Redditi patrimon. d. Stato

Imposta sui fondi ru-stici e sui fabbricati Imposta sui redditi

di R. M.

Tasse in amministr. del Ministero delle finanze

Tassa sul prodotto d. movimento a grande e piccola velocità s. ferrovie

Diritti delle Degaz. e Consolati all'estero Tassa sulla fabbricaz.

degli spiriti e birra Dogane e dir. maritt. Dazi interni di cons. esclusi quelli delle città di Nap. e Roma Dazio consumo della

città di Napoli Dazio consumo della

città di Roma Tabacchi Sali

Prodotto di vendita del chinino ecc. Lotto Poste Telegrafi Telefoni Servizi diversi Rimborsi e concorsi nelle spese Entrate diverse Entrata ordinaria. — Entrate effettive : mese di

luglio 1909 Differenza nel 1909 2,000,207.16 77,803.69 2,689,645,94 27,544,363.35 207,706.76 11,338,109.85 22,506,482.45

+

831,335.86 110,458.88 2,286,613.86 63,011.57 11,341,763.62 950.25 - 113,767.20 — 4,047,065.13 2,691,075.64 + 50,551.20 1.479,451.33 23,544,273.80 6,302,761.02 385,688.50 4,508,095.06 8,394,820.77 1,317,420 — 257,827.66 1,955,633.29 1,464,749.35 6,605,960.41 + 196,789.36 + 1,298,506.51 + 213,665.57

+

+

189,487.59 757,757.41 570,652.07 74,521.22 194,751.66 128,073.28 — 401,694.23 + 163,709.93 Rimborsi e concorsi nelle Totale 125,356,076.03 Entrata straordinaria Categoria I, II, III, IV.

mese di luglio 1909 Entrate diverse

Arretrati per impost. fondiaria

Arretrati per imposta sui redditi di r. m. Residui attivi div. Costruz di strade fer. Vendita di beni ed

afffrancam .di canoni Accensione di debiti Rimborsi di somme

anticipat. dal Tes. Anticipazioni al Tes.

da, enti locali per ri-chiesto acceleram en. di lavori 134,043.93 904,017.20 193.03 66.50 1,179,870.89 7,168,000 --+ 15,465,518.08 Differenza nel 1909 3,088.47 452,691.99

+

+

3,816,03 + 4,092.86 66.50 968,103.01 3 8,532,000-951.04

Partite che si com-pensano nella spesa Prelev. sull'avanzo

accertato sul conto consunt. dell'eserc. 1905-6 e 1907-8 Ricuperi diversi Capitoli aggiunti per

resti attivi.

86,046.1 — 676,166.10

Partite di giro Totale 9,476,054.38 6,700,033.93 Totale generale 141,532,164.34

- 7,784,452.05 + 3 2,036,286.85

— 21,214,683.28 Ecco il prospetto dei pagamenti verificatisi presso le tesorerie del Regno nel mese di giugno 1909 per l'e-sercizio 1908-09 comparati con quelli del periodo corri-spondente dell'esercizio precedente.

Ministero del Tesoro Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. delle Finanze di grazia e g. degli aff. esteri dell'ist. pubbl. dell' interno dei lav. pubbl. poste e telegrf. della guerra della marina agric. ind. com.

MINISTERI. mese di luglio 1909 31,318,431 — 12,534,459.41 3,402,916.54 8,524,609.67 4,352,055.33 16,091/212 — 10,325,915.81 12,408,635.63 20,166,488.79 10,754,472.87 1,386,037.04

+

Differenza nel 1909 55,399,950.09 991,047.31 267,806.90 583,316.72 1,292.473.47 1,645,112.21 3,512,327.66 786,733.97 2,910,710.87 4,324 788.03 177,747.48 Totale pag. di bilancio 131,265,234.09 — 47,557,558.53 Decreti di scarico — — Decreti Minist. di prelev.

Totale pagamenti 131,265,234.09 NOTE.

47,557,558.53 1. In questa somma è compreso l'ammontare della valuta d'oro depositata nella Cassa depositi e prestiti in L. 176,071,530.

2. La diminuzione deriva principalmente dal fatto che nessun versamento è stato effettuato in luglio in dipendenza della legge del 18 giugno 1906, n. 206.

3. Maggiori somme prelevate dal conto corrente con la Cassa depositi e prestiti costituito dalle asse-gnazioni destinate alle opere straordinarie di bonifica-mento.

L'ultima legge della Gran Bretagna

sulle Società anonime (1)

Art. 13.

Al momento della liquidazione di una società, qua-lunque onere gravante le sue imprese ed i suoi beni, creato meno di tre mesi prima della liquidazione, sarà dichiarato nullo, salvo sia provato che immediatamente dopo la creazione dell' onere la società era ancora sol-vibile. L'onere sarà però mantenuto fino alla concor-renza delle somme in contanti pagate alla società sia al momento della creazione dell' onere, sia susseguen-temente, sia in ragione di questa compreso l'interesse del 5 per cento all'anno.

Art. 14.

Per dissipare ogni dubbio, si dichiara che una con-dizione contenuta in una obbligazione od in un atto, determinante obblighi, emesso od eseguito prima o dopo della presente legge, non sarà ritenuta nulla pel solo fatto che le obbligazioni in parola sarebbero rese non liberabili o liberatali solo nel caso di realizzazione della condizione, per quanto lontana, o allo spirare di un termine per quanto sia lungo e ciò nonostante ogni regola di equità contraria.

(12)

Art. 15.

§ 1. — Se prima o dopo l'applicazione della pre-sente legge una società libera obbligazioni emesse an-teriormente alla presente legge, la società avrà il po-tere, e sarà ritenuto che l'abbia avuto sempre di mantenere sempre 1' esistenza delle obbligazioni per farne una nuova emissione, a meno che gli statuti delle società o le condizioni di emissione non vi si op-pongono espressamente, o a meno pure che le obbli-gazioni non siano state liberate in virtù di una con-venzione pattuita al riguardo dalla società, salvo che questa obbligazione convenzionale non sia esigibile che dalla persona (o dai suoi aventi diritto) per la quale ie obbl igazioni liberate sono state emesse. Quando una società avrà deciso di esercitare questo potere essa avrà il diritto e si riterrà che l'abbia sempre avuto, di emettere nuove obbligazioni, sia con una nuova emissione delle obbligazioni medesime, sia con la emis-sione di obbligazioni in loro luogo e posto. Riguardo a questa nuova emissione, la persona avente diritto alle obbligazioni avrà e si riterrà che abbia sempre avuto gli stessi diritti e priorità, come se le obbliga-zioni non fossero state anteriormente emesse.

§ 2. — Nel caso in cui, per mantenere le obbliga-zioni in vigore onde farne una nuova emissione, la So-cietà, prima o dopo dell'andata in vigore della pre-Sente legge, le abbia, cedute ad uno dei suoi aventi di-ritto (nominel), la cessione sarà ritenuta quale nuova emissione conformemente al presente articolo.

§ 3. — Se prima o dopo l'andata in vigore delia presente legge una società ha depositato alcune sue obbligazioni in garanzia di prestiti contratti a scadenza, in conto cori-ente o altrimenti, tali obbligazioni non si riterranno liberate pel solo fatto che il conto cor-rente della Società ha cessato di chiudersi in debito per esse durante il tempo che le obbligazioni sono ri-maste depositate.

§ 4. — La nuova emissione di una obbligazione o l'emissione in sostituzione di un'altra conformemente al presente articolo, sia che tale emissione abbia luogo prima o dopo l'andata in vigore della presente legge, sarà considerata come emissione di nuova obbligazione per quanto concerne i diritti di bollo, ma non sarà trattato alla medesima stregua per quanto riguarda la limitazione al numero delle obbligazioni da emet-tere. Resta tuttavia inteso che ogni persona la quale presterà dei fondi, ricevendone come garanzia una ob-bligazione emessa a nuovo conformemente al presente articolo, obbligazione che risulti debitamente bollata, potrà produrre tale obbligazione in occasione di qua-lunque procedura per ottenere il riconoscimento dei suoi diritti, senza dover pagare alcun diritto di bollo, nè ammenda alcuna, almeno che essa abbia ricevuto avviso od abbia potuto, salvo negligenza, scoprire che l'obbligazione non è stata debitamente bollata. In ogni caso tuttavia la società sarà tenuta a pagare il pre scritto diritto di bollo e l'ammenda.

Le disposizioni del presente articolo non pregiu-dicano :

a) l'effetto fra le parti di qualunque giudizio od ordine della corte competente; reso prima del 9 marzo 1907. Qualunque appello a tali giudizi od ordini sarà giudicato come la presente legge non fosse stata notata.

b) Il diritto, riservato ad una società in virtù de' suoi obblighi odelle garanzie da essa date, da emet-tere obbligazioni in sostituzione e luogo di obbliga-zioni rimborsate o in altro modo estinte.

Art. 16.

Un contratto stipulato con una società, col quale si assume l'impegno di prendere e di pagare le sue obbligazioni, può avere esecuzione in forza di un or-dine giudiziario.

Art. 17.

Il registro delle ipoteche previsto dall'art.'24 della legge sulle società del 1862 dovrà essere ostensibile a qualunque persona, mediante pagamento —- (salvo che si tratti di creditore o di azionista della società) — di una somma non superiore a uno scellino per ogni ispe-zione e che sarà determinata dai regolamenti della so-cietà.

Art. 18.

§ 1. — Il registro dei portatori di obbligazioni di una società sarà apertoalla ispezione di quelli fra essi i cui nomi sono stati registrati e dei portatori delle azioni della società, sotto riserva tuttavia di quelle ra-gionevoli restrizioni che la Compagnia potrà rendere note alle assemblee generali ed in modo che almeno due ore al giorno siano stabilite per tali ispezioni. Però conformemente agli statuti della società, questi regi-stri in certi periodi non superiori a trenta giorni al-l'anno e specificati dagli statuti medesimi, potranno rimanere chiusi alle ispezioni. Ogni portatore di obbli-gazioni o di azioni potrà chiedere copia di tutto o parte del registro contro pagamento di sei pence per ogni copia di cento perole.

§ 2. •— Copia di ogni atto di trust fatto pier garan-tire qualsiasi emissione di obbligazioni sarà a richiesta, rimessa ad ogni portatore di tali obbligazioni, dietro pagamento di uno scellino per copia o di altra minor somma stabilita dalla Compagnia, se l'atto è stato stampato, o altrimenti dietro pagamento di sei pence per ogni copia di cento pai-ole.

§ 3. - Qualora venga rifiutata l'ispezione del re-gistro, o venga rifiutata o non rimessa una copia, la società sarà passibile di un'ammenda non superiore a 5 lire e di un'ammenda successiva non superiore a 2 lire per ogni giorno che sarà perdurato il rifiuto. Inol-tre ciascuno degli amministratori, direttori, segretari od altri funzionari della società che sc-entemente au-torizzerà o permetterà tale rifiuto sarà passibile della medesima pena.

Art. 19.

Il presente articolo sostituirà l'art. 23 della legge 1900 sulle società :

1. Ogni commissario della società ha diritto di esaminare in ogni tempo i libri, i conti e i documenti giustificativi della società e di esigere dagli ammini-stratori ed altri funzionari, della società tutte le infor-mazioni e spiegazioni che ritenga necessarie per l'a-dempimento del proprio dovere di commissario.

2. I commissari faranno una relazione agli azio-nisti sui conti da essi esaminati e su ogni bilancio pro-posto alla assemblea generale della società durante il tempo del'a loro carica. Questa relazione dichiarerà :

a) Se hanno ottenuto o no tutte le informazioni e spiegazioni da essi richieste;

b) Se, a loro avviso, il bilancio di cui si tratta nella loro relazione è stato regolarmente compilato in modo da dare una esposizione sincera e veritiera dello stato degli affari della società, come loro risulta dalle informazioni avute e dai chiarimenti loro forniti e come d'altronde risulta dai libri della società.

3. Il bilancio sarà firmato, per e a nome del con-siglio di amministrazione, da due amministratori della società, o, se non vi è che un solo amministratore, da questi' e la relazione dei commissari verrà allegata al bilancio, salvo che in calce al medesimo una nota non richiami Ja relazione. Questa sarà letta alla assemblea generale della società e sarà ostensibile all'ispezione di ogni azionista che avrà d'altronde diritto di esigere copia del bilancio e della relazione, mediante paga-mento di sei pence per ogni copia di canto parole.

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