L’INTERVISTA
di Rita Querzè|23 set 2020
Il 15 settembre Assodelivery, l’associazione delle multinazionali della consegna pasti a domicilio - da Deliveroo a Glovo, da Just eat a Uber eats - ha firmato un contratto nazionale con Ugl per regolare il settore. Senza un accordo di categoria, dal 3 novembre sarebbe entrato in vigore quanto stabilito dalla legge 128 del 2019: lavoro subordinato per i rider “stabili” e un minimo orario in caso, nonostante la disponibilità, non ci siano consegne da fare. L’accordo Assodelivery-Ugl esclude invece la possibilità del lavoro dipendente e fissa una retribuzione minima di 10 euro lordi per l’ora effettivamente lavorata. L’accordo non piace al governo (che ha inviato una lettera per manifestare il suo dissenso ad
Assodelivery), ai confederali e alle rider unions. E’ stato invece accolto come un passo avanti da diversi giuslavoristi tra cui Pietro Ichino e dall’Anar, associazione nazionale autonoma dei rider confluita in Ugl. Il 24 settembre la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha convocato Cgil, Cisl e Uil per discutere la partita. Settimana prossima potrebbe arrivare una convocazione allargata ad Assodelivery e agli altri sindacati. Insomma, non è finita qui. Abbiamo girato al presidente di AssoDelivery Matteo Sarzana alcune domande. Ecco cosa ci ha risposto. Retribuzione dei rider: in cosa il contratto è migliorativo rispetto alla condizione attuale? «Per la prima volta la contrattazione collettiva raggiunge il mondo del lavoro autonomo introducendo compensi minimi, indennità integrative, incentivi, sistemi premiali, dotazioni di sicurezza, assicurazioni, formazione, diritti sindacali e molti altri diritti, mantenendo la flessibilità e la premialità che cercano i lavoratori di questo settore. Prima del CCNL Rider tutto questo non c’era, e se qualche azienda forniva già alcune di queste tutele era libera di toglierle o di rimodularle diversamente. Ora questi minimi e questi diritti rappresentano un minimo comune denominatore inderogabile e sono un punto di partenza per tutti. Per esempio, il compenso minimo di 10 euro per ora lavorata è un minimo. Tutte le piattaforme
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Assodelivery sul contratto dei rider: «Cgil, Cisl e Uil valutino la firma, ma i fattorini sono
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dovranno rispettare questa soglia. Chi era già sopra, continuerà ad esserlo; chi era sotto, dovrà aumentare i compensi. Ecco perché siamo lontani anni luce dalla retorica dello sfruttamento e della mancanza di tutele che aveva caratterizzato la discussione degli anni precedenti. Tutto questo è stato elaborato nel solco del decreto rider, una normativa fortemente voluta anche dal Ministro del Lavoro che ci ha permesso di raggiungere questo risultato e di regolare, per la prima volta in Europa, questo settore.
I rider delle union (e il governo nella lettera che vi ha inviato) lamentano la mancanza di una indennità minima oraria legata alla disponibilità, che scatti anche a zero consegne. Perché non introdurre questa garanzia?
«Il minimo a consegna definito nell’ambito del CCNL Rider non solo assicura dei compensi minimi, ma differenzia - in modo dinamico - le consegne più lunghe da quelle più corte, proprio come vogliono i rider. E soprattutto, in questo modo, permette ai rider di lavorare con più piattaforme, garantendo un mercato sano e competitivo, a vantaggio dei rider, dei ristoratori e dei clienti. Non va dimenticato, inoltre, che il CCNL Rider ha previsto delle misure specifiche per le città di nuova apertura che vanno proprio nella direzione della sua domanda. In queste nuove città i lavoratori potrebbero avere bisogno di un incentivo integrativo, quello che abbiamo previsto nel CCNL, per assicurare dei compensi anche in assenza di sufficienti proposte di consegna. E noi lo abbiamo previsto. Un minimo orario generalizzato su tutte le città non potrebbe invece funzionare, proprio perché i rider collaborano contemporaneamente per più piattaforme. Anzi, avrebbe un effetto distorsivo sui compensi e sulla concorrenza».
I confederali intendono fare partire cause pilota per portare la questione davanti al giudice. Mentre le rider unions promettono proteste. C’è il rischio che l’accordo complichi la questione dei rider invece di risolverla?
«Siamo convinti dell’efficacia e della validità di questo accordo che comporterà vantaggi per tutto il settore, a cominciare dai rider che avranno un compenso minimo per ora lavorata, maggiori tutele e maggiori diritti. Il CCNL Rider è solido ed è frutto di un lungo lavoro strutturato, che è già stato apprezzato da molti esperti del settore. E’ un accordo che risolve la questione rider e rappresenta un primo importante passo in avanti che non ha precedenti in Europa. Non dimentichiamoci che l’entrata in vigore della normativa, in assenza di un contratto di questo tipo, avrebbe avuto effetti dannosi sui lavoratori e sulle imprese». Sulla sostenibilità ambientale il vostro settore è in posizione avanzata. La sostenibilità sociale resta un punto debole su cui lavorare?
«La sostenibilità sociale è un punto di forza di questo contratto. Il CCNL appena firmato introduce più tutele, più diritti e dimostra, più di ogni altra cosa, l’attenzione delle piattaforme ai lavoratori. Abbiamo previsto assicurazioni integrative che non erano obbligatorie per legge, come quella per i danni contro terzi. E alcune piattaforme, come Deliveroo, hanno messo a disposizione dei rider, gratuitamente, assicurazioni specifiche per il Covid, che hanno garantito a rider di poter lavorare in sicurezza, avendo la certezza del compenso nel caso si fossero dovuti sottoporre a quarantena. Il CCNL inoltre introduce la formazione obbligatoria e dotazioni di sicurezza gratuite che verranno sostituite con tempi stabiliti».
Gran parte delle piattaforme in Italia hanno i conti in rosso a fronte di investimenti di marketing ancora rilevanti: il settore va verso una concentrazione e una riduzione della concorrenza?
«AssoDelivery vuole assicurare un mercato maturo e competitivo, nel quale i lavoratori possano beneficiare di maggiori tutele e diritti e che consenta alle imprese di crescere. Le strategie commerciali e di marketing rientrano all’interno delle scelte che ogni piattaforma, autonomamente, decide di porre in essere. Dal punto di vista del comparto, nel 2020 il settore del food delivery continuerà a garantire entrate crescenti per il settore della ristorazione per un valore stimato di circa 750 milioni di euro. Un contributo importante in una fase delicata come quella che stiamo vivendo».
Considerate la possibilità di riaprire la negoziazione con i confederali, ovviamente modificando l’accordo per accogliere qualche loro istanza?
«Noi siamo aperti al dialogo con tutte le parti e con tutte le sigle sindacali che chiedano di ragionare ai sensi della normativa varata da questo governo, nei termini del contratto che abbiamo appena sottoscritto, continuando a ragionare nell’ambito del lavoro autonomo. Il CCNL Rider è aperto anche alla firma di tutte le organizzazioni sindacali, soprattutto della triplice. Ci auguriamo che possano comprendere il valore innovativo e profondo di questo nuovo contratto collettivo che, per la prima volta, estende lo strumento della contrattazione al mondo dei veri lavoratori autonomi».
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