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TECNICHE DI RIPRISTINO DEI BOSCHI PERCORSIDA INCENDIO, POSSIBILE USO DEL MATERIALE LEGNOSOE VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (1)

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– I.F.M. n. 1 anno 2007

SANZIO BALDINI (*) - ENRICO MARCHI (**) - STEFANO QUARTULLI (***)

TECNICHE DI RIPRISTINO DEI BOSCHI PERCORSI DA INCENDIO, POSSIBILE USO DEL MATERIALE LEGNOSO

E VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (

1

)

Gli incendi boschivi rappresentano una delle principali minacce per le aree boscate dell’area mediterranea. È quindi importante approfondire gli studi inerenti la prevenzio- ne e lotta agli incendi boschivi e alle azioni da intraprendere per il ripristino delle superfi- ci percorse e per l’impiego del materiale legnoso interessato dal fuoco. Questo ultimo aspetto viene approfondito da uno studio condotto nell’ambito dei Progetti di Ricerca scientifica di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN), avviato alla fine di gennaio 2006 e con una durata di 24 mesi. Attualmente sono iniziati i rilievi in campo da parte delle tre unità operative coinvolte e vedono partecipi quattro raggruppamenti scientifico-disciplina- ri (AGR01-05-06-14).

Il progetto è esteso a due aree boscate colpite da incendio: una pineta in Toscana ed un bosco ceduo in Umbria; Regioni che hanno dato la loro disponibilità per una concreta collaborazione.

Parole chiave: incendi boschivi; ripristino; impatto ambientale.

Key words: forest fire; restoration; environmental impact.

O BIETTIVO DELLA RICERCA

Il presente lavoro è finalizzato alla valutazione degli effetti ambientali, dei costi delle attività di recupero e di ripristino delle aree percorse da incendio, con un approccio multidisciplinare, innovativo ed a carattere spe- rimentale.

Il programma di ricerca prevede diverse fasi ed azioni incominciando

(*) Università degli Studi della Tuscia, Dipartimento di Tecnologie, Ingegneria e Scienze del- l’Ambiente e delle Foreste (DAF).

(**) Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali e Forestali (DISTAF).

(***) Università degli Studi della Basilicata, Dipartimento di Scienze dei Sistemi Colturali, Forestali e dell’Ambiente (DISCOFA).

(1) Lavoro realizzato nell’ambito del Progetto PRIN 2005 «Tecniche di ripristino dei boschi

percorsi da incendio, possibile uso del materiale legnoso e valutazione di impatto ambientale» e pre-

sentato in occasione del Workshop «Danni da incendi boschivi e monitoraggio». Accademia Italiana

di Scienze Forestali, Firenze 18 maggio 2006.

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dalla valutazione del danno biologico sofferto dall’ambiente forestale, subi- to dopo il passaggio del fuoco, e dall’analisi delle principali caratteristiche dell’incendio che ha interessato l’area. In particolare per quanto riguarda la valutazione del danno biologico, si farà riferimento ad alcuni parametri che sono in relazione con le caratteristiche dell’incendio, in modo da stimare il danno probabile a livello di suolo, vegetazione e fauna, così da avere un buon punto di partenza per determinare quando e come intervenire.

Verranno valutati gli effetti delle attività di ripristino, con particolare riferimento al lavoro di taglio ed esbosco del legname residuo, (sistemi di lavoro e di esbosco, durata, ecc.) in relazione all’epoca e alle caratteristiche dell’incendio e dell’ambiente. Inoltre sarà effettuato il monitoraggio e fatta l’analisi comparativa dei processi evolutivi in atto nelle aree utilizzate e non, al fine disporre di conoscenze che permettano di valutare le scelte di inter- vento in relazione ai processi di rinnovazione naturale.

Dopo aver applicato le tecniche di intervento ritenute ottimali dal punto di vista selvicolturale, nel breve e medio periodo si cercherà di evidenziare l’effetto del taglio ed asportazione delle piante bruciate in termini di ostacolo all’accrescimento, e/o di danno alla rinnovazione.

Dal punto di vista tecnologico, l’indagine verterà sull’analisi degli effetti del calore prodotto dall’incendio sulle proprietà del legno, cioè di caratterizzare oggettivamente il materiale e fornire indicazioni qualitative in relazione all’uso, anche sulla base dei diversi stati conservativi del materiale.

Pertanto saranno sottoposte a prove per la caratterizzazione del legno dei tronchi provenienti dai soprassuoli percorsi da incendio, confrontando questo materiale con altro possibilmente della stessa zona ma non interessa- to dal fuoco.

Il tutto sarà finalizzato alla messa a punto di modelli di valutazione dei processi di recupero dell’ecosistema danneggiato, al fine di valutare l’op- portunità di intervento, la tempistica e le tecniche di utilizzazione nelle diverse condizioni analizzate. Comprendendo, in base alla qualità del legno riscontrata, i possibili impieghi del materiale, che andranno ad incidere sia sull’aspetto economico sia di recupero ambientale.

I NNOVAZIONE RISPETTO ALLO STATO DELL ’ ARTE NEL SETTORE

Le attività di ripristino ambientale delle aree boscate percorse da

incendio rappresentano un tema di estrema rilevanza sia a livello nazionale

sia internazionale. Questa tematica è oggetto di studi e di un attento dibat-

tito, finalizzati all’individuazione delle misure più idonee a favorire le capa-

cità omeostatiche dell’ecosistema danneggiato ed al recupero del materiale

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legnoso. La ricerca scientifica sugli effetti delle attività di recupero delle aree percorse da incendio ha dato risultati contrastanti, mettendo in evi- denza sia gli aspetti negativi sia quelli positivi, dal punto di vista economico ed ecologico, legati anche alle diverse tipologie di bosco ed alle differenti caratteristiche degli incendi (A NFODILLO , 1997; M C I VER e S TARR , 2001;

H OFMANN , 2004; L OVREGLIO e L EONE , 2004; L INDENMAYER et al., 2004;

C ERTINI , 2005). Inoltre l’esame della letteratura nazionale in materia evi- denzia come tale problematica sia ancora poco studiata negli ecosistemi caratteristici del nostro paese, dove questi interventi sono ancora abbastan- za limitati e sporadici (L OVREGLIO e L EONE , 2004). Se una base di partenza per il recupero dei boschi percorsi da incendio dal punto di vista ambienta- le esiste, lo stesso non si può dire per le metodologie di recupero e per l’uso del materiale legnoso. Molto interessante è quindi condurre un’indagine sul legno delle piante in piedi, per mettere a punto un metodo per qualificare e quantificare i danni, sempre in relazione al tipo e all’intensità dell’incendio.

Questo evento infatti non sempre distrugge completamente la massa legnosa della pianta e molto spesso i tessuti interni non avvertono nemme- no il riscaldamento, essendo il legno un materiale che ha un coefficiente di conducibilità termica molto basso. È stato accertato sugli elementi struttu- rali (travi e pilastri) attaccati dal fuoco (Q UARTULLI et al., 2001) che inter- rompendo il processo prima dell’inizio della pirolisi, fase che precede la carbonizzazione, il legname può riassorbire umidità dall’ambiente e l’ele- mento interessato continua a mantenere la resistenza che aveva in prece- denza; ma poco si sa dell’effetto sul legno della pianta in piedi. È noto che la capacità di resistenza delle piante in piedi al passaggio del fuoco dipende oltre che dal tipo di incendio dalla specie di appartenenza, dall’età e di con- seguenza dallo spessore della corteccia.

In tal senso, al fine di indagare sull’impatto che ha il passaggio del

fuoco sull’utilizzazione del legno bruciato e sulle successive lavorazioni,

nel 1998, in Canada è stata tenuta un’importante Conferenza (A RAKI e

D YSON , 1999). Gli Autori nel caso di fuoco di superficie con intensità

moderata hanno osservato che le piante di conifere di grosse dimensioni e

di età avanzata non subivano danni consistenti in termini di resistenza

meccanica. Talvolta i postumi del passaggio del fuoco provocano disconti-

nuità dei tessuti, con problemi nella resa di lavorazione, analoghi a quelli

che si hanno per danni meccanici sul fusto stesso. Nel caso in cui il pas-

saggio del fuoco provochi la defogliazione delle piante è opportuno utiliz-

zare la pianta prima che la sua umidità scenda sotto il punto di saturazio-

ne, per evitare fenomeni di ritiro e di attacchi patogeni. Nel caso d’incen-

dio di chioma, i fusti presentano carbonizzazioni spinte sulla corteccia e le

chiome completamente defogliate; in tal caso è opportuno ed urgente uti-

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lizzare le piante prima che subentrino attacchi patogeni e l’umidità scenda sotto il punto di saturazione con conseguente ritiro e fessurazioni longitu- dinali indesiderate. In segheria non dovrebbero presentarsi particolari problemi di segagione, anche se la presenza di polveri di carbone nell’am- biente di lavoro tende ad aumentare; ciò richiede maggiore attenzione negli impianti di aspirazione. Per quanto riguarda l’utilizzazione dei cedui percorsi da incendio, l’impiego nella sminuzzatura non crea problemi par- ticolari, in quanto la parte carbonizzata viene allontanata automaticamente nel processo di lavorazione per la produzione di MDF e truciolati. Parti- colare attenzione bisogna porre nel caso in cui questo materiale sia avviato alla produzione di pasta da cellulosa, in quanto alcuni Autori hanno evi- denziato il pericolo che la presenza di polvere di carbone possa inficiare la qualità delle paste. Non sembra esserci necessità di accorgimenti particola- re nel caso d’impiego delle scaglie per usi energetici.

In Italia gli operatori dell’industria del legno lamentano la forte crisi produttiva della risorsa forestale. La possibilità di inserire nella filiera il materiale prodotto dal recupero dei boschi percorsi da incendio diventa un punto di forza anche nel contenimento dei costi che operazioni manu- tentive di tal genere attualmente richiedono. In questo contesto la qualifi- cazione e la valutazione delle caratteristiche del materiale ricavato da un soprassuolo percorso da fuoco risulta strategica. Infatti la possibilità di utilizzazione industriale o energetica di questa risorsa legnosa incontra la diffidenza degli operatori che rifiutano tale materiale, nella presunzione che non offra garanzie analoghe al materiale proveniente da soprassuoli non soggetti a danni da fuoco. Il danno provocato dagli incendi boschivi, oltre che ecologico, è anche di natura economica, considerato che le superfici forestali percorse dal fuoco, in anni particolarmente critici (1998 e 2000), risultano pari o maggiori al 50% di quelle utilizzate (ISTAT 1997-2000) (L OVREGLIO , 2004). In questo contesto con la L. 353/2000, il danno da incendio boschivo è stato parificato al danno ambientale. Un primo tentativo di determinazione del danno ambientale è stato dato da M ARANGON et al., 2001, mentre di recente è stato presentato un primo contributo più di carattere metodologico in materia (C ARBONE , 2005).

P ARTECIPANTI AL PROGETTO

Università degli Studi della Tuscia D.A.F. (AGR 05-06-01) – Prof. Sanzio Baldini (responsabile scientifico nazionale)

– Raccolta del legno (Prof. Sanzio Baldini, Dr. Rodolfo Picchio, Dr. Fulvio

Di Fulvio)

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– Caratterizzazione del legno di pino e di cerro (Prof.ssa Angela Lo Mona- co, Dr. Rodolfo Picchio)

– Costi di ripristino e strategie economico-finanziarie percorribili per mini- mizzare il danno (Dr. Francesco Carbone)

Università degli Studi di Firenze D.I.S.T.A.F. (AGR 05-06-14) – Prof. Enrico Marchi (responsabile U.O.)

– Studio dell’incendio (Prof. Enrico Marchi)

– Effetti sulla rinnovazione (Dr. Gianluca Giovannini) – Effetti sulla fauna (Prof. Paolo Casanova)

– Effetti sul suolo (Dr. Giacomo Certini)

Università degli Studi della Basilicata D.I.S.Co.F.A. (AGR 06) – Prof. Stefano Quartulli (responsabile U.O.)

– Caratterizzazione del legno di pino e di cerro e loro impieghi industriali (Prof. Stefano Quartulli, Dr. Nicola Moretti, Dr. Luigi Todaro)

Z ONE DI INTERVENTO

Calambrone (PI)

L’area presa in esame è una spessina di pino marittimo con piante spar- se adulte di pino domestico e marittimo che vanno a formare il piano domi- nante miste a poche piante di leccio e sughera (Tabella 1) (Figure 1 e 2).

L’area è stata colpita da incendio l’8-9 agosto 2005 su una superficie di 23 ha (Figura 3). La spessina e le piante di latifoglie sono state completa- mente bruciate, mentre alcune piante che costituivano il piano dominante sono rimaste con la chioma verde.

Dell’intera superficie è stata delimitata un’area di 2.25.00 ha. Questa è stata divisa in due parti una di ha 1.10.00 lasciata come testimone, sulla quale non saranno fatte utilizzazioni ed una di ha 1.15.00 dove è stato effet-

Tabella 1 – Caratteristiche medie del soprassuolo percorso dall’incendio e della rinnovazione successiva.

Età della spessina anni 18

Piante ettaro prima dell’incendio n. 6500-9300

Diametro al calcio cm 9,2

Diametro a metà cm 6,0

Altezza m 7,4

Volume m

3

0,021

Peso kg 10,2

Massa volumica (u17%) t/m

3

0,487

Area basimetrica m

2

/ha 45-50

Semenzali ettaro dopo l’incendio n. 850000

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Figura 1 – Zona d’intervento prima dell’incendio - Calambrone (PI).

tuato il taglio a raso di tutte le piante tranne quelle di Pino domestico che presentano le chiome verdi. Nell’area sottoposta ad utilizzazione l’abbatti- mento di ha 0.46.60 è stato fatto con motosega tradizionale per un totale di 2436 piante (Figura 4), mentre sui restanti ha 0.68.40 alla macchina è stata applicata un prototipo di telaio (Figura 5); in questo caso sono state abbat- tute 3159 piante.

L’esbosco dei fastelli direzionati è stato effettuato a strascico dalla pista

con un trattore agricolo e verricello forestale (Figure 6 e 7). Le piante sono

state accatastate per essere sminuzzate in un secondo momento. A fianco

dell’area sopra citata ne è stata monitorata una seconda dove il materiale è

stato sminuzzato direttamente su letto di caduta da una sminuzzatrice mon-

tata su trattore articolato portante (Figura 8) con contenitore per le scaglie

che venivano ammucchiate alla strada provinciale.

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Figura 2 – Pineta prima dell’incendio.

(foto S. Baldini).

Figura 3 – Pineta dopo il passaggio del fuoco (foto S. Baldini).

Figura 4 – Abbattimento con motosega tradizionale (foto S. Baldini).

Figura 5 – Abbattimento con motosega munita di telaio (foto S. Baldini).

Figura 6 – Affastellamento direzionato per facilitare l’esbo-

sco (foto S. Baldini).

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Figura 7 – Esbosco con trattore e verricello foresta- le (foto S. Baldini).

Pian d’Assino (PG)

L’area presa in esame per la sperimentazione è di 3.10.00 ha su un totale di circa 74 bruciati (Figura 9).

Trattasi di un bosco ceduo matricinato a prevalenza di roverella con cerro, orniello ed altre specie sporadiche compreso il ginepro. L’incendio si è verificato a fine luglio del 2005 (Figure 10 e 11).

Sono state rilevate 2500 ceppaie a ettaro con un numero di polloni per ceppaia variabile da 1,9+/-1,3 (roverella) a 4,8 +/- 4,9 (orniello). Le matrici- ne circa 200/ha presentano un diametro da 17 a 43 cm ed altezze da 9 a 16 m; quasi tutte con chioma bruciata.

L’area di studio sarà divisa in due parti una di ha 1.30.00 lasciata come testimone e l’altra di ha 1.80.00 dove, dopo aver effettuato a raso l’abbatti- mento direzionato, saranno testate tre diverse tipologie di esbosco, due per via terrestre ed una per via aerea.

Figura 8 – Sminuzzatura

delle piante intere (foto

S. Baldini).

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Figura 9 – Zona d’intervento - Pian d’Assino (PG).

Figura 10 – Il bosco dopo il passaggio del fuoco (foto S. Baldini).

Figura 11 – Ricacci alla fine della

stagione vegetativa 2005 (foto

S. Baldini).

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SUMMARY

Postfire restoration. Salvage harvesting and environmental impact assessment Postfire recovering activities have been more and more investigated in recent years, even if results are still contrasting. In Italy, this issue is still underinvestigated, mainly in our most typical ecosystems, where postfire rehabilitation is poor.

In this paper the Authors describe main aim and first results of a project carried out in Italy. The research aims at assessing the environmental effects of postfire rehabilitation activities in forest, by using an innovative multidisciplinary experimental approach.

Experts of regeneration, forest operation, soil, fauna, wood technology and economy of three different Universities are involved. The effects of forest fires, rehabilitation activities, and their interactions will be analysed, with main reference to: evaluation of the environmental effects of forest fires; analysis of the direct logging damages;

assessment of regeneration processes as well as effects on fauna and soil. Moreover, both technological studies on wood from burned areas, in order to estimate possible uses, and a model to evaluate whether postfire activities are opportune and to determine the best timing and logging systems for different ecosystems will be carried out.

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Riferimenti

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