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Abilitazione insegnamento: come si ottiene?

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Abilitazione insegnamento: come si ottiene?

Autore: Redazione | 09/02/2021

I percorsi abilitanti della Ssis, il Tfa e i Fit. Come si prende la certificazione professionale per la docenza e il concorso pubblico per diventare insegnanti.

L’insegnamento è una vocazione e, nel corso degli anni, il ministero per l’Istruzione

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ha sempre messo in atto dei percorsi o corsi universitari ad hoc per testare le capacità degli aspiranti docenti. Questi indirizzi infra-universitari si ponevano anche l’obiettivo di fornire gli strumenti adeguati per approcciarsi all’insegnamento. Ma, è il caso di dirlo, così è stato. Oggi, invece, le dinamiche che permettono di avere una certificazione professionale sono radicalmente cambiate.

Se il tuo sogno è quello di diventare docente di una scuola, forse ti stai chiedendo come si ottiene l’abilitazione all’insegnamento. È per questo che abbiamo pensato di scrivere un articolo aggiornato che, innanzitutto, ti spieghi esattamente tutti i precedenti sistemi abilitanti. Un’informazione doverosa perché, pur essendo stati aboliti, questi corsi universitari sono tutt’oggi presenti sul portale ufficiale del Miur e rischiano di generare confusione in chiunque voglia intraprendere un percorso abilitante. Dopo aver passato in rassegna la Ssis, il Tfa e il Fit, vediamo come fare per ottenere l’abilitazione con il famoso concorso del 2020.

I corsi universitari abilitanti dal 1990 al 2019: Ssis, Tfa, Fit

Per alcuni, possono rappresentare delle semplici sigle senza molto senso. Per altri, la Ssis, il Tfa e il percorso di Fit rappresenta il tentativo, ormai naufragato, di sopperire al precariato scolastico. Come avremo modo di vedere più avanti, il ministero dell’Istruzione ha previsto, da qualche mese, che l’abilitazione all’insegnamento debba essere conseguita sul campo.

Tuttavia, prima di soffermarci sulla situazione attuale, vale la pena passare brevemente in rassegna tutti i corsi universitari abilitanti attivi dal 1990 al 2019.

La scuola di specializzazione all’insegnamento secondario (Ssis): 1998-2009

Istituita nel 1990, il Miur ne fissò i criteri generali solo nel 1998. Stiamo parlando della Scuola di specializzazione all’insegnamento secondario (Ssis), i cui corsi si tennero dall’anno accademico (a.a.) 1999-2000 al 2008-2009.

Alla Ssis vi si accedeva con lauree quadriennali del vecchio ordinamento, ovvero con le lauree specialistiche (impropriamente dette magistrali) del nuovo

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ordinamento.

Sebbene si sviluppasse all’interno degli atenei, la Ssis era organizzata a livello regionale con accesso a numero chiuso. Il percorso di studi durava, in genere, due anni, al termine dei quali gli specializzati venivano iscritti in graduatorie provinciali a scorrimento e valide su tutto il territorio nazionale.

Tuttavia, nel 2006, queste graduatorie sono stato bloccate per divenire liste a esaurimento. Per questo motivo, l’a.a. 2008-2009 è stato l’ultimo in cui si sono svolti i corsi delle Ssis.

Il tirocinio formativo attivo: dal 2011 al 2015

Con la soppressione della Ssis nel 2009, si posero le basi per la partenza di un nuovo corso universitario abilitante. Si tratta del tirocinio formativo attivo (Tfa). Come per la Ssis, anche il Tfa era un corso di studi inter-accademico, ma, a differenza del precedente, era più lungo. La sua durata complessiva era di 1500 ore complessive e forniva un bagaglio di 60 crediti formativi universitari (Cfu).

Anche l’accesso si faceva più rigido e, fermo restando il numero chiuso, si poteva accedere al Tfa previo superamento di tre prove: la prima, di carattere nazionale con domande a risposta chiusa; le ulteriori due prove, una scritta e una orale, da sostenere presso l’Università.

Una selezione molto rigorosa, come si può intuire, tant’è che, per tutto il tempo in cui i Tfa rimasero attivi, molti neo-laureati utilizzarono questo corso come ripiego al dottorato.

Il ciclo di studi del Tfa si articolavano in tre gruppi di attività:

gruppo A: didattica generale;

1.

gruppo B: didattica della disciplina oggetto dell’insegnamento;

2.

gruppo C: tirocinio.

3.

Al termine del tirocinio, il candidato abilitante doveva sostenere un esame mediante una relazione finale. Un atto piuttosto informale, che però concludeva il ciclo di studi del Tfa.

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Il percorso di formazione, inserimento e tirocinio (Fit): 2018-2019

Nel mese di luglio del 2015, i Tfa seguirono lo stesso destino della Ssis e furono soppressi. Al loro posto, comparvero i Fit, acronimo di formazione, inserimento e tirocinio.

Il piano era quello di abilitare il docente attraverso un percorso triennale che andava dalla formazione al tirocinio finale, passando per un periodo di inserimento progressivo che era gradualmente retribuito.

In particolare, nel corso del terzo anno, il neo-docente stipulava un contratto di supplenza annuale con una scuola. Se questo periodo di prova dava riscontri positivi, al docente veniva sottoscritto un contratto a tempo indeterminato.

Un piano ambizioso, ma che rimase solo sulla carta. Infatti, persi i primi due anni di corso, mai avviati, il Miur tentò di correre ai ripari prevedendo un concorso riservato a docenti già abilitati. I vincitori, tra il 2018 e il 2019, svolsero quindi soltanto il terzo anno di prova, per poi diventare docenti di ruolo.

Come si ottiene oggi l’abilitazione all’insegnamento?

Dopo la soppressione delle Ssis, dei Tfa e dei Fit, dal 28 aprile del 2020 non è più possibile ottenere l’abilitazione tramite un percorso infra-accademico, ma solo a mezzo concorso.

Vediamo, più nello specifico, l’articolazione di questo canale.

Il concorso per l’abilitazione

Il collettore principale che permetterà l’abilitazione dei nuovi docenti è un concorso pubblico per esame. Il 28 aprile del 2020, infatti, è comparso in Gazzetta Ufficiale il bando per ottenere l’abilitazione all’insegnamento.

Il concorso prevede un esame scritto della durata di 60 minuti durante i quali i candidati dovranno rispondere a 60 quesiti a risposta multipla così suddivisi:

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40 domande sulle competenze disciplinari della propria classe di concorso;

20 domande sulla metodologia di insegnamento.

Il punteggio minimo per superare il concorso è di 42 punti e tutti coloro che lo passeranno saranno inseriti in una graduatoria che permetterà di ottenere l’abilitazione, a patto di soddisfare i requisiti previsti per legge, ossia:

aver sottoscritto con una scuola un contratto a tempo determinato o 1.

indeterminato fino al 30 giugno o al 31 agosto 2020;

aver acquisito i 24 crediti formativi in pedagogia, psicologia, 2.

antropologia e metodologia didattica;

superare una prova orale con un punteggio minimo di 7 su 10.

3.

È importante ricordare che i cfu di cui al punto due devono essere acquisiti a pagamento e gli oneri sono a carico dell’aspirante docente abilitato.

Ma quando si terrà questo concorso? Il ministero non ha ancora indicato una data specifica e, nell’attesa, non resta che ripassare qualche buon manuale di metodologia della didattica.

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