CANDIDATURA DI DARIO BALOTTA
L'incarico più recente è quello di Responsabile Trasporti di Legambiente in Lombardia. Un passato da Capo Gestione delle FS e addetto al Piano Generale dei Trasporti dal 1984 al 1986. Segretario generale della FIT CISL in Lombardia oltre che fondatore e presidente dell'Osservatorio Nazionale sulle Liberalizzazioni delle Infrastrutture e dei Trasporti. (ONLIT)
La mia proposta per la candidatura a Sipotra verte su più punti e una regola generale: non serve a molto un “convegnificio” che getti luce su casi eclatanti come Cai-Alitalia, sui fallimentari project financing autostradali o sull'inefficienza della spesa ferroviaria. Dibattiti e pubblicazioni sono utili a livello accademico ma inefficaci se si vuole modificare la realtà. Arrivare dopo non ci può consolare perché noi disponiamo delle intelligenze degli studiosi, dell'esperienza di manager e addetti che conoscono le relazioni industriali e degli imprenditori del settore. Tutte competenze che ci permettono di arrivare prima, se necessario anche del legislatore, e aggiudicarci un ruolo attivo nella discussione pubblica che conduce alle riforme e all’introduzione di meccanismi competitivi capaci di rendere trasparenti, efficienti e meno costosi i servizi e le infrastrutture.
Dobbiamo rivendicare il ruolo della concorrenza, ricordando alle istituzioni e a noi stessi che essa può avere rilevanti aspetti positivi e favorire l'ingresso nel mercato del lavoro anche delle categorie giovani e meno protette.
Per passare da “gufi a cacciatori” serve possedere una cassetta degli attrezzi e definire le priorità di intervento e analisi:
1. Programmare le infrastrutture e i loro modelli gestionali abbandonando le costose e consociative logiche della pubblica amministrazione nei settori industriali.
2. Studio e approfondimento delle relazioni industriali oggi inadeguate a garantire le trasformazioni del settore: alla luce di ciò che sta accadendo a Roma (Atac) e a Genova (Amt) nel TPL o con il Fondo speciale del trasporto aereo (fondo previdenziale sostenuto con la tassa d'imbarco), dobbiamo saper contrastare le strategie neo-corporative e gli intrecci di interessi fra aziende e sindacati. Senza questo approccio, che siamo in grado di proporre, diventa difficile realizzare qualsiasi processo innovativo.
3. Concorrenza e regolazione: il silenzio della politica su questioni cruciali come accorpamenti e fusioni nel trasporto pubblico locale, nel sistema aeroportuale e nella recente riforma dei porti, ci obbliga a un'attività costante di monitoraggio, di denuncia e di proposta. Ribadisco: non dopo ma prima. Un esempio è quello del rinnovo delle concessioni autostradali (AutoBrennero) senza gara ma per affidamento diretto a una nuova società in house. Sono temi di attualità che, se giocati in anticipo, possono spingere la classe dirigente a scelte di discontinuità con il passato che rafforzino l'efficacia di uno Stato regolatore.
4. Energia, ambiente, e tecnologia. Il ventunesimo secolo ci chiama a due tipi di sostenibilità delle infrastrutture: quella finanziaria e quella ambientale. La tecnologia è il punto di raccordo fra questi due concetti solo all'apparenza contraddittori. Non dobbiamo inventarci nulla, solo avere il coraggio di sostenere la rivoluzione “green” e gli investimenti che la rendono possibile.
L'arretratezza del nostro Paese su questi temi è tristemente un dato di fatto, quasi strutturale.
Solo che le contropartite di questo ritardo sono il declino della competitività delle nostre imprese e i rischi per la salute dei cittadini.