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IN CAMMINO VERSO LA RIFORMA DELL ORDINE DI MALTA

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Academic year: 2022

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(1)

NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE, SPIRITUALITÀ E CULTURA DELLA DELEGAZIONE DI VENEZIA DEL SOVRANO MILITARE ORDINE DI MALTA

“Qual è il primo di tutti i comandamenti?” Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.

E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi”.

(Mc 12, 28-31) ANNO XXV - N. 1 - MARZO 2021

IN CAMMINO

VERSO LA RIFORMA

DELL’ORDINE DI MALTA

(2)

Delegazione Gran Priorale di Venezia Sovrano Militare Ordine di Malta

Direttore responsabile:

Nicola Scopelliti

Tipografi a: Tipse - Vittorio Veneto Iscrizione al n. 246 del Registro Stampa

del Tribunale di Treviso del 28-3-2017

INDIRIZZO DELLA DELEGAZIONE Palazzo di Malta - Castello, 3253

30122 VENEZIA Cell. +39 348 3695077 http://www.ordinedimaltaitalia.org/

delegazione-di-venezia

email:del.venezia@ordinedimaltaitalia.org  Orari segreteria: martedì dalle 10 alle 13

CONSIGLIO DI DELEGAZIONE Delegato: Lorenzo Giustiniani Vice Delegato: Maurizio Del Maschio

Consiglieri: Valerio de Scarpis, Arabella Ferri de Lazara, Fabio Bruno Revisori dei conti: Alberto Salemma,

Angiolo Sterzi Barolo Antoniazzo, Pierpaolo Porati

Cappellano di Delegazione:

ALL’INTERNO...

1

Scegli il primo di tutti i comandamenti!

2

Fra’ Marco Luzzago eletto Luogotenente di Gran Maestro

5

Essere testimoni della vita cristiana

10

Isacco antitipo di Gesù

11

Il CISOM in campo con medici e psicologi

13

L’impegno dell’AMA dall’inizio della pandemia

16

Assistenza “a distanza”.

Esperienze e prospettive

18

Portare il conforto

della carità cristiana agli affl itti

19

Il corpo militare ACISMOM nel nord-est

22

Il Luogotenente di Gran Maestro Fra’ Marco Luzzago incontra il procuratore Clemente Riva di Sanseverino

22

Il Luogotenente di Gran Maestro Fra’ Marco Luzzago incontra il procuratore Clemente Riva di Sanseverino

23

NOTIZIE

- Papa Francesco in Iraq.

L’Ordine di Malta sostiene i cristiani e le altre minoranze religiose

nel paese

- Il primo bambino nato il giorno Natale a Betlemme nel 2020 - Il Grande Ospedaliere visita

il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico

25

Le suore dell’ordine

26

Per uno studio sull’iconografi a dei Cavalieri di Malta

(3)

SCEGLI IL PRIMO DI TUTTI SCEGLI IL PRIMO DI TUTTI

I COMANDAMENTI!

I COMANDAMENTI!

Crediamo che il periodo quaresimale – tempo for- te – sia un tempo favorevole? «Togliete le tentazioni e nessuno si salverà più»1.

Suona forse strana questa affermazione del padre dei monaci? Anche no! Il fatto è che senza prove/tentazio- ni, il grande dinamismo della libertà si spegnerebbe.

Quella “dinamo” apre tutta la sezione della legge della Bibbia e, a ben pensarci, la vita stessa: io metto davanti a te la vita e la morte, scegli il primo di tutti i comandamenti è un decreto di libertà: scegli!

Non mollare, non restare inerte, passivo, sdraiato, rassegnato, spento, non scegliere di vivere nell’ombra.

Dio stesso rivolge ad ogni donna, ad ogni uomo, il suo accorato invito: scegli! «Scegli sempre l’umano contro il disumano»2. La scelta pro-umanità è promotrice di solidarietà e dignità.

Dal deserto prende avvio l’annuncio di Gesù, il suo sogno di vita. Non si lascia intimorire, né sgomentare da nessun deserto, da nessun abisso di pietre, da nes- sun pericolo. Sono possibili cieli e terra nuovi?

Convertitevi… Come dire: giratevi verso la luce,

1 Abba Antonio del deserto 2 David Maria Turoldo

perché la luce è già qui. Verso il Dio di Gesù e il suo volto di luce. In cammino con Gesù ci inoltriamo nel deserto per quaranta giorni per verifi care dove stiamo andando e riprogrammare il cammino dietro di Lui …

Entriamo anche noi nel deserto per metterci in ascol- to della Sua Parola, di noi stessi, per riscoprire il silen- zio e per dare una gerarchia ai nostri mille impegni … Facciamo un po’ di vuoto e di silenzio. La quaresima non è, solamente, tempo di mortifi cazioni, sacrifi ci, rinunce! Misericordia io voglio e non sacrifi ci (Mt 12, 7). La misericordia ci orienta verso l’altro. I sacrifi ci e le penitenze ci orientano verso noi stessi, sulla nostra perfezione spirituale.

Gesù è sospinto dallo Spirito in un cammino verso il suo cuore. È lì che si decide tutto della vita. È lì che si formano le nostre scelte, perché ogni tentazione è sempre una scelta tra due cose che amiamo.

Dai vangeli appare chiaro che l’esperienza del deser- to e il confronto con i propri demoni è imprescindi- bile. Siamo onesti: noi cerchiamo sempre di evitare le crisi, mentre oggi ci viene ricordato che Dio vuole che incontriamo i nostri lati oscuri.

Walter Casagrande

(4)

S ONO GLI SCHERZI DI NOSTRO SIGNORE…

NONOSTANTE LA SORPRESA, STO DEDICANDO TUTTE LE MIE FORZE A QUESTO NUOVO INCARICO,

CONSAPEVOLE DELLA RESPONSABILITÀ CHE COMPORTA .

FRA’ MARCO LUZZAGO ELETTO LUOGOTENENTE DI GRAN MAESTRO

Eletto dal Consiglio Compito di Stato, riunitosi a Roma il 7 e l’8 novembre dello scorso anno, Fra’ Marco Luzzago resterà al vertice dell’Ordine di Malta per un anno e ha, oltre ai pieni poteri, il compito di porta- re a termine la riforma dell’Ordine, con l’o- biettivo di renderlo più funzionale, in linea con l’attuale Codice di Diritto Canonico e capace di rafforzare la spiritualità di tutti i ceti dei membri. In questo anno ha assunto il ruolo di Luogotenente di Gran Maestro in sostituzione del compianto Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto.

«Non pensavo proprio che i confratelli del Consiglio mi scegliessero a così larga mag- gioranza. È stata un’elezione veramente ina- spettata»

RESTERÀ IN CARICA PER UN ANNO COME PREVEDE LA COSTITUZIONE MELITENSE. PER QUESTA CONSULTAZIONE

SONO GIUNTI ANCHE DAGLI STATI UNITI E DAL SUDAMERICA

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Ne è proprio convinto?

«Assolutamente sì. Nel mese di giugno dello scorso anno ero stato eletto Delegato della Delegazione Marche Nord. Avevo da poco av- viato delle iniziative per rendere l’Ordine più presente e attivo nella realtà territoriale».

Invece….

«Sono gli scherzi di Nostro Si- gnore… Nonostante la sorpresa, come ho detto nel mio discorso immediatamente dopo l’elezione, sto dedicando tutte le mie forze a questo nuovo incarico, consapevo- le della responsabilità che compor- ta».

Il suo è un mandato a tempo?

«Come prevede la Costituzione melitense resterò in carica un anno e prima della fi ne del mio manda- to convocherò un nuovo Consiglio Compito di Stato che avrà il com- pito di eleggere un nuovo Luogote- nente di Gran Maestro o un Gran Maestro».

L’elezione in tempo di Covid non è stata facile…

«Su cinquantasei confratelli aven- ti diritto di voto erano presenti a Roma in quarantasei. Per questa consultazione sono giunti anche dagli Stati Uniti e dal Sudamerica».

Una presenza importan- te…

«Direi di sì. Gli elettori capitola- ri hanno espresso la ferrea volontà di dare un governo all’Ordine in modo che siamo potuti ritornare ad operare nella piena funzionali- tà. Il Luogotenente Interinale alla morte del Gran Maestro ‘deve li- mitarsi alla ordinaria amministra- zione, astenendosi da iniziative che non siano necessarie o urgenti’.».

Quali le priorità?

«Innanzitutto vanno aggiornate le regole che disciplinano la vita degli appartenenti al Primo Ceto».

Quando parla di Primo Ceto si riferisce ai profes- si, cioè ai religiosi.

«Certamente. Noi siamo innan- zitutto un ordine religioso. Oggi i nostri professi non possono de- dicarsi all’Ordine 24 ore al giorno perché per vivere, sono costretti ad esercitare una professione al di fuo- ri dell’Ordine. È auspicabile, inve- ce, che possano dedicarsi totalmen- te alle attività dell’Ordine».

Chi sarà il responsabile dei Professi?

«È indispensabile che i compo- nenti del Primo Ceto abbiamo come loro superiore un altro Pro- fesso. Il Codice di Diritto Canoni- co su questo è chiarissimo».

Nato a Brescia nel 1950, Fra’ Marco Luzzago dopo la maturità scientifi ca dai Fra- ti Francescani, ha studiato medicina per diversi anni nelle Università di Padova e Parma prima di essere chia- mato a gestire le attività familiari. Ha gestito attività commerciali nell’industria dei beni di consumo e nel campo della grande distri- buzione, settore in cui ha operato per molti anni.

Fra’ Marco Luzzago è entrato nel Sovrano Ordi- ne di Malta nel 1975 nel Gran Priorato di Lombar- dia e Venezia e ha emes- so i voti religiosi solenni nel 2003. Prende parte ai pellegrinaggi internazio- nali dell’Ordine di Malta a Lourdes e ai pellegrinaggi nazionali di Assisi e Loreto.

Dal 2010 dedica completa- mente la sua vita all’Ordine di Malta trasferendosi nelle Marche per curare una del- le Commende dell’Ordine.

Dal 2011 è Commendatore di Giustizia nel Gran Prio- rato di Roma dove ricopre la carica di Delegato delle Marche Nord e responsa- bile della biblioteca. Dal 2017 è consigliere dell’As- sociazione Italiana dell’Or- dine di Malta. È stato eletto Luogotenente di Gran Ma- estro del Sovrano Ordine di Malta l’8 novembre 2020 dal Consiglio Compito di Stato.

(6)

E per quanto riguarda la formazione dei Cavalieri e delle Dame?

«Sicuramente verrà rafforzata.

Sarà garantita una formazione teo- logica e spirituale costante a tutti i membri dell’Ordine, in particolare prima dell’ammissione alle varie classi».

Quale sarà il futuro dell’Ordine in Italia?

«Nessuna modifi ca è prevista alla struttura territoriale dei tre Gran Priorati italiani, alle competenze dell’Associazione Italiana per le atti- vità ospedaliere e al Corpo Militare».

Contemporaneamente alla sua elezione il Santo Padre Francesco ha nomi- nato come suo Delegato speciale per l’Ordine di Malta il cardinale Silvano Maria Tomasi. Questa no- mina agevolerà il cammi- no della riforma?

«Il Cardinale Tomasi conosce molto bene l’Ordine di Malta. En- trambi ci siamo dati un obiettivo:

convocare un Capitolo Generale straordinario che avrà il compito di approvare la riforma, entro la fi ne del mio mandato».

L’anno 2020 è stato mol- to diffi cile per tutti e an- che per l’Ordine.

«Oltre alla morte del Gran Mae- stro abbiamo dovuto affrontare la sfi da della pandemia che ha colpi- to tutto il mondo. Una situazione senza precedenti nella storia con- temporanea a cui le nostre associa- zioni e i nostri corpi di soccorso e di volontariato hanno prontamen- te risposto».

Cosa ricorda di Fra’ Gia- como?

«Il ritorno alla casa del Padre di Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto lo scorso 29 aprile ha provocato in me un dolore profondo. Era stato lui, nel 2003, a ricevere i miei voti solen- ni nel Gran Priorato di Lombar- dia e Venezia. Non solo abbiamo perso un uomo di Dio, ma anche un Gran Maestro che con la sua semplicità, ma soprattutto col suo esempio, le parole e i gesti ha sa- puto guidare l’Ordine durante una fase molto delicata, ristabilendo armonia e serenità».

Vuole inviare un saluto ai Cavalieri e alle Dame del Gran Priorato di Lombar- dia e Venezia?

«Innanzitutto, un ringraziamen- to per il lavoro che svolgono per i nostri Signori Malati. Sono certo che con l’aiuto di tutti possiamo affrontare le diffi coltà e procedere uniti nella missione che il beato Gerardo ci ha indicato. Chiedo di ricordarmi nelle loro preghiere».

Nicola Scopelliti

(7)

Era il 1° novembre dello scorso anno, quando Papa Francesco inviava una lettera all’allora arci- vescovo Silvano Maria Tomasi che di lì a poco sa- rebbe diventato Cardinale. Nel messaggio il Santo Padre annunciava: «La nomino mio Delegato Spe- ciale presso il Sovrano Militare Ordine Ospedalie- ro di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta (SMOM) col compito di collaborare per il maggior bene dell’Ordine … Ella godrà di tutti i poteri necessari per decidere le eventuali questioni che dovessero sorgere per l’attuazione del manda- to ad Ella affi dato (…) La prego di voler svolgere l’uffi cio di mio Delegato fi no alla conclusione del processo di aggiornamento della Carta Costitu- zionale e del Codice Melitense e comunque fi no a quando lo riterrò utile per l’Ordine stesso».

Un impegno importante affi dato a un prelato scalabriniano di 80 anni con alle spalle una lun- ga carriera nella diplomazia della Santa Sede tra cui quello di osservatore permanente alle Nazioni Unite di Ginevra, e collaboratore del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale.

Eminenza, come ha accolto questo nuovo incarico come Delegato del Papa?

«Devo dire che è stato un fulmine a ciel sereno.

Papa Francesco mi ha affi dato una grande respon- sabilità ed io farò di tutto affi nché questo impegna- tivo compito possa essere utile all’Ordine di Malta.

Naturalmente in ossequio ai desideri del Pontefi ce».

Lei conosceva già bene l’Ordine di Malta…

«Ho sempre stimato questo glorioso Ordine, che recentemente mi ha anche voluto conferire le insegne di Balì Gran Croce di Onore e Devo- zione. L’Ordine è impegnato su vari fronti, come l’assistenza ai rifugiati e alle persone emarginate dalla società oltre ad essere attivo nel servizio di IL CARDINALE SILVANO MARIA TOMASI

NOMINATO DELEGATO SPECIALE DEL SANTO PADRE PER L’ORDINE DI MALTA.

GIÀ OSSERVATORE PERMANENTE ALLE NAZIONI UNITE DI GINEVRA E COLLABORATORE DEL DICASTERO

PER IL SERVIZIO DELLO SVILUPPO UMANO INTEGRALE

«ESSERE SEMPRE

TESTIMONI DELLA VITA CRISTIANA»

PAPA FRANCESCO GLI AFFIDA

PIENI POTERI.

TRA LE PRIORITÀ LA CONCLUSIONE DEL PROCESSO

DI AGGIORNAMENTO DELLA CARTA

COSTITUZIONALE

E DEL CODICE

MELITENSE

(8)

assistenza umanitaria in vari paesi del mondo. Ho avuto modo, nel passato, di conoscere e collaborare per le necessità dell’Ordine».

Lei formalmente non pro- viene dalla “scuola” di- plomatica vaticana. Ma non aver frequentato l’Ac- cademia pontifi cia non è stato un ostacolo. Infatti, è stato rappresentante del Papa in varie istituzio- ni internazionali …

«Il servizio Diplomatico porta- to avanti in vari paesi e istituzioni internazionali mi sembra sia stato utile perché preceduto dall’equiva- lente dell’Accademia Ecclesiastica:

questa prepara i diplomatici della Santa Sede nel ministero, che ebbi la buona fortuna di portare avanti negli USA, in Canada e in vari paesi latinoamericani come Missionario Scalabriniano, e poi in Curia come Segretario del Pontifi cio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti».

Si può parlare di una vera politica estera della Santa Sede?

«Assolutamente sì. Una presenza, che nel tempo, ha raggiunto otti- mi risultati. Inoltre, dalla fi ne della Seconda guerra mondiale, la diplo-

mazia multilaterale della Santa Sede è cresciuta in modo straordinario, acquisendo un ruolo fondamentale per il dialogo tra i popoli».

Eminenza, per oltre tre- dici anni Lei è stato rap- presentante del Papa alle Nazioni Unite a Ginevra.

Qual è oggi il ruolo della Chiesa nei consessi inter- nazionali?

«La presenza della Santa Sede nel- la diplomazia multilaterale è davve- ro rilevante come voce morale che richiama continuamente il bene comune, perché in quelle istitu-

zioni la Chiesa porta i suoi valori e indica la strada per una convivenza pacifi ca tra i popoli».

Alle Nazioni Unite, come Stati osservatori, siedono assieme alla Santa Sede, la Palestina e l’Ordine di Malta. Qual è il ruolo di quest’ultimo in un’istitu- zione mondiale? Come può incidere?

«L’Ordine di Malta collabora co- stantemente e con effi cacia con la Santa Sede. I rapporti tra gli Am- basciatori dell’Ordine e i Nunzi Apostolici nei vari Paesi di accredi- Nato a Casoni (VI) il 12 ottobre 1940, Silvano Maria Toma- si, compie gli studi in Italia, poi frequenta i corsi di teologia a New York; consegue una laurea in scienze sociali e un dotto- rato in sociologia presso la Fordham University. Il 31 maggio 1965 è ordinato presbitero per la Congregazione dei Missio- nari di San Carlo. Il 27 giugno 1996 papa Giovanni Paolo II lo nomina nunzio apostolico in Etiopia ed Eritrea, delegato apostolico a Gibuti ed arcivescovo titolare di Cercina; il suc- cessivo 17 agosto riceve l’ordinazione episcopale dal cardina- le Angelo Sodano. Il 24 aprile 1999 è nominato arcivescovo titolare di Asolo. Il 10 giugno 2003 papa Giovanni Paolo II lo nomina osservatore permanente della Santa Sede presso le Uffi cio delle Nazioni Unite e delle Agenzie specializzate a Gi- nevra e l’Organizzazione mondiale del commercio. Dal 2011 è anche rappresentante della Santa Sede presso l’Organizza- zione internazionale per le migrazioni. Dal 2016, cessato il suo incarico all’Onu, ricopre l’incarico di segretario delegato del Pontifi cio Consiglio della Giustizia e della Pace, poi Dicaste- ro per il servizio dello sviluppo umano integrale. A fi ne anno scorso Papa Francesco lo eleva alla Porpora Cardinalizia (nella foto: lo stemma cardinalizio) dopo avergli affi dato l’incarico di suo Delegato speciale presso l’Ordine di Malta. Il Cardinale Silvano Maria Tomasi è Cappellano Conventuale Gran Croce ad honorem dell’Ordine di Malta dal 2007. Il 2 febbraio 2021 Fra’ Marco Luzzago lo ha elevato alla dignità di Balì Gran Cro- ce di Onore e Devozione.

UN CURRICULUM

UN CURRICULUM

INTERNAZIONALE

INTERNAZIONALE

(9)

tamento sono al centro di relazioni sempre profi cue. Io stesso a Gine- vra ho collaborato molte volte con la Missione dell’Ordine accreditata alle Nazioni Unite».

A volte, forse è preferibile che sia un laico ad inter- venire su certi temi?

«Direi di sì. In questo modo si dimostra che non ci sono interessi settari, ma si guarda al bene comu- ne: il rispetto dei diritti umani e di tutte le persone indipendentemen- te dal colore, dalla razza e dalla re- ligione».

Possiamo dire che la col- laborazione ha anticipa- to il pensiero del Ponte- fi ce espresso in modo chiaro nell’enciclica “Fra- telli tutti”?

«In un certo senso sì. In un con- testo multilaterale, come le Nazio- ni Unite, quello che conta è essere membri della famiglia umana. Sia- mo tutti fi gli di Dio e tutti abbiamo bisogno di sostenerci e di cooperare per creare un mondo più sereno e più pacifi co».

L’Ordine di Malta ha re- lazioni bilaterali con ol- tre 110 paesi e opera in nazioni dove le armi non tacciono: Siria, Iraq, Pa- lestina. Ma adesso an- che Eritrea ed Etiopia…

Non crede che sia giun- to il momento di rendere noto il lavoro che è stato fatto fi nora?

«Bisogna fare una rifl essione.

Sia la Santa Sede sia l’Ordine di Malta non devono essere timidi nel proporre alcune soluzioni e indicare degli approcci pratici e innovativi. Sono voci che vengo- no ascoltate, anche se i risultati non si vedono subito. Impor- tante è creare una cultura della

solidarietà che non abbia confi ni.

A parer mio trovo indispensabile comunicare quanto viene fatto per il bene dell’umanità».

La globalizzazione ha ab- battuto le frontiere. Ma molti Stati fanno fatica ad accogliere chi fugge dal proprio Paese. Visto il ruolo internazionale dell’Ordine di Malta per- ché non vengono creati dei “corridoi umanitari”

per le persone che ne fanno richiesta?

«I corridoi umanitari sono un ef- fi ciente modello che viene messo a disposizione di chi deve scappare dalla propria terra d’origine. Deve trovare però uno sbocco nell’acco- glienza».

Ma questo è possibile?

«Certo. In modo particolare ora che l’Europa sta proponendo del- le risposte molto pratiche a livello municipale, coinvolgendo diretta- mente le comunità locali».

(10)

Eminenza, parliamo dell’Ordine di Malta. Il San-

to Padre, nella lettera di incarico, sottolinea che il Suo compito sarà di «col- laborare per il maggior bene dell’Ordine». Come procede la riforma della Carta Costituzionale?

«Stiamo procedendo spedita- mente. Ma le questioni sono am- pie e articolate perché il rinnova- mento dell’Ordine non riguarda un aspetto particolare: va affronta- to nel suo complesso».

Dunque, la riforma non riguarderà soltanto i Ca- valieri di Giustizia?

«No! È tutto l’Ordine che deve riprendere uno slancio spiri- tuale di ringiovanimento che lo porti ad essere sempre più te- stimone autentico, sia dal pun- to di vista cristiano sia da quel- lo di testimonianza di carità».

Nell’Ordine che uscirà dalla riforma quale futu- ro vede per il Secondo Ceto, quello delle Obbe- dienze?

«Bisogna innanzitutto dire e ri- cordare che l’Obbedienza non è una meta ambita per far carriera.

Quello che Papa Francesco rac- comanda e desidera è che la virtù dell’Obbedienza diventi la base per uno stimolo personale di rin- novamento spirituale»

Ma anche servire l’Ordi- ne in modo più parteci- pato…

«È indispensabile garantire la propria disponibilità a rafforzare i servizi, a seconda delle necessità che si presentano volta per volta.

Stiamo lavorando anche per far ca- pire che quello che è importante è che la partecipazione alle iniziative caritative e umanitarie è un servi- zio e non un’adesione per mettersi in mostra».

Tra gli altri punti oggetto di revisione ci sono i cri- teri per la eleggibilità del Gran Maestro, criteri, che alla luce dei cambiamen-

ti sociali in corso, vanno sicuramente aggiornati.

In particolare, andrebbe- ro eliminati i requisiti no- biliari. È così?

«Ci sono molte persone che pro- vengono dal mondo nobiliare e che svolgono un servizio impeccabile.

Ma ciò non dev’essere una conditio sine qua non per poter essere eletto Gran Maestro. Nel Vangelo Gesù ci dice che è venuto per servire».

Ma questo signifi ca che verrà ridimensionato il Primo Ceto?

«Appartenere al Primo Ceto è una vocazione. È una chiamata re- ligiosa».

Sono dei religiosi, ma non vivono in comunità…

«La sfi da attuale è individuare la modalità con cui vivere in pieno i voti da parte dei Professi, in ma- niera che la loro vita corrisponda a quanto previsto dal Diritto ca- nonico. Essendo un Ordine reli- gioso deve funzionare come tale.

Certamente la vita comunitaria è prevista dal Codice di Diritto Ca- nonico. Ma, come avviene anche

in altri Ordini religiosi, sono pre- viste delle eccezioni per motivi di servizio».

Ci sono vocazioni recen- ti nell’Ordine? Giovani o adulti che dichiarano il loro interesse a prendere i voti?

«Negli ultimi anni, c’è stata la sospensione per l’accettazione di novizi, in attesa di un aggiorna- mento della Carta Costituzionale.

L’augurio e la preghiera è che nuo- ve vocazioni all’Ordine non man- cheranno».

Dunque, è davvero pos-

sibile conciliare questo

progetto con la natura

(11)

dell’Ordine, quale ordi- ne religioso della Chiesa Cattolica, ed in partico- lare per quanto attiene alle prerogative del Gran Maestro, quale modera- tore supremo?

«In quanto Superiore Religioso, il Gran Maestro agisce come tale.

La sua elezione avviene da parte del Consiglio Compìto in cui è

fondamentale la partecipazione dei Professi. E, naturalmente, lui stesso deve essere un religioso.

Questo signifi ca che si ritiene fon- damentale l’aspetto religioso».

Quali caratteristiche do- vrebbe avere il futuro Gran Maestro?

«Il Gran Maestro dovrà con- tinuare ad essere la fi gura istitu- zionale che è sempre stata: un Cavaliere Professo, di specchiata moralità, capace di coniugare le molteplici esigenze e competenze per governare un Ordine Religio- so Sovrano unico nel suo genere.

Una Istituzione che, arrivata a su- perare i novecento anni di vita, si prepara a muoversi agevolmente anche nel Terzo Millennio sempre

con l’obiettivo di poter svolgere al meglio il suo secolare impegno di difesa della Fede e di aiuto ai signori poveri e ammalati. Un impegno a cui collaborano tutte le anime dell’Ordine: i Religiosi Professi e i laici».

Sarà una strada percorri- bile?

«Bisogna procedere con pruden- za e con coraggio».

Eminenza, Papa France- sco ha detto: «Da una crisi non si può uscire uguali: o usciamo mi- gliori o usciamo peggio- ri». Come ne uscirà l’Or- dine?

«L’Ordine sta attraversando un momento delicato. È inutile na- sconderlo. Il numero dei religiosi è ridotto e molti ormai sono an- ziani. Questo ci porta a fare un’at- tenta rifl essione e ad individua- re nuove strade, partendo da un rinnovamento spirituale di tutti i membri dei tre ceti».

Quale può essere questo nuovo cammino all’inter- no dell’Ordine?

«Il cammino per le vocazioni e la formazione è molto importan- te. Sarebbe opportuno offrire la possibilità di formazione continua a tutti i membri, non solo ai Pro- fessi, per cui la riforma attualmen- te allo studio riguarda tutti e non esclusivamente alcune categorie».

Dunque, un Cavaliere in Obbedienza, in un futu- ro anche prossimo, po- trebbe diventare anche Gran Priore?

«L’incarico di Gran Priore si applica ai Religiosi Professi. Oc- cupare un posto è un aspetto se- condario di fronte alla chiamata di servire l’Ordine e la comunità».

Se un giovane le chie- desse quali sono le ra- gioni per entrare nell’Or- dine di Malta, cosa gli risponderebbe?

«Innanzitutto, bisogna capire se si tratta di un’autentica “chiama- ta”. Compreso questo, credo che gli si debba dire: “Vieni e vedi”.

Inizierà successivamente un pe- riodo di prova durante il quale sperimenterà le specifi che attività dell’Ordine».

Ha fi ducia nel futuro dell’Ordine?

«Come ho già detto, ho grande stima per l’Ordine e ammirazio- ne per la sua gloriosa storia. Sono anche convinto che, con la buona volontà di tutti e, soprattutto, con la preghiera di ogni singolo Ca- valiere e Dama, sia possibile quel passo in avanti che ci permetterà di realizzare quella riforma che il Santo Padre tanto desidera e che garantisce la vitalità dell’Ordine anche nel Terzo Millennio».

Nicola Scopelliti

(12)

La הדקע (aqedà), la “legatura” di Isacco (Gen 22,1-19), il tema che ha caratterizzato la prima lettura della seconda Domenica di Quaresima di quest’anno, costituisce la prova di fede più grande a cui il Signore sottopone Abramo, la quale ha un riferimento linguistico particolare con la sua vocazione legata ad una promessa che comprende un popo- lo, una terra e una benedizione uni- versale per tutte le famiglie umane (cfr Gen 12,1-3). In due narrazioni bibliche compare l’espressione ךל ךל (lek lekà) (Gen 12,1 e 22,2), che può essere tradotta come “vai vai ”. Tale espressione compare nella Toràh, nel Pentateuco, solo in questi 2 verset- ti, ed stata intesa tradizionalmente come “va’!, va’!”, cioè un imperativo rafforzato espresso 2 volte: la prima volta è usata quando Dio dice ad Abramo di uscire da Ur dei Caldei e la seconda quando invita Abramo ad andare verso Monte Morià. Secondo i commenti tradizionali, il patriarca Abramo è stato sottoposto a ben 10 prove, delle quali la legatura di Isacco è stata l’ultima, quella più impegna- tiva e per questo il suo superamento ha garantito effetti positivi sia per il popolo di Israele che per l’umanità.

Tale sacrifi cio incompiuto, che sotto- linea il rifi uto categorico dei sacrifi ci umani da parte del Dio di Israele che è il Signore della Vita, viene ricorda- to e commentato in diversi momen- ti signifi cativi della liturgia ebraica sottolineando che la fede di Abramo garantisce la mediazione universale della salvezza.

I ruoli, apparentemente, sembra- no chiaramente attribuiti: Abramo è soggetto, Isacco oggetto dell’azione.

Ciò corrisponde all’ottica cristiana.

Diversamente dall’accento messo dal cristianesimo su Abramo come pro- tagonista principale, nella più antica tradizione ebraica è più rilevante Isacco, che, come vittima, è pari-

menti soggetto e oggetto. Il giudai- smo tradizionalmente intitola il rac- conto “legatura d’Isacco”, in quanto il suo sacrifi cio, in ultima analisi, non viene realizzato. Isacco mostra la sua disponibilità al sacrifi cio, la sua attitudine di abbandono che rinvia a un’assoluta fi ducia in Dio. Ciò che stupisce il cristiano è l’età di Isacco.

Nell’esegesi ebraica non ci appare un fanciullo passivo, bensì un giovane uomo pienamente capace delle pro- prie azioni. La tradizione rabbinica sottolinea la libera volontà e la ma- tura età di Isacco al momento della legatura sull’altare del sacrifi cio.

Ad una lettura attenta del testo, si comprende che Dio ha detto “pren- di il tuo fi glio e offrilo come un sa- crifi cio”, cioè non trattenerlo per te perché lo ami tanto, ma offrilo a me perché ho un progetto per lui. Abra- mo, secondo una mentalità comune al suo tempo e nella regione di Ke- naàn dove si trovava, ha interpreta- to erroneamente il comando divino, espressione di vicinanza e amore, come ordine di uccidere l’essere a lui

più caro, l’unica garanzia, al momen- to, di una discendenza. Il mandato di uccidere l’unico discendente sull’al- tare del sacrifi cio avrebbe messo a repentaglio la promessa d’un popolo numeroso. Ma le promesse divine sono irrevocabili. Il punto decisivo sta nell’inequivocabile disponibilità di Abramo a sacrifi care e di Isacco a sottoporsi al sacrifi cio, in ebraico הלע (olàh), che è stato inopinatamente tradotto come “olocausto”. In ultima analisi, il Signore chiede sia ad Abra- mo sia ad Isacco di fi darsi di Lui.

Una corretta lettura cristiana vede la Legatura di Isacco come una pre- fi gurazione della morte redentrice di Gesù. Apparentemente entrambi gli eventi sono per la morte, ma in realtà sono portatori di vita. La legatura di Isacco è quindi interpretata, in chia- ve cristiana, come prefi gurazione del sacrifi cio obbediente di Gesù sull’al- tare della croce.

Maurizio Del Maschio

Foto: Il sacrifi cio di Isacco Tiziano Vecellio

RIFLESSIONI BIBLICHE

ISACCO ISACCO

ANTITIPO DI GESÙ ANTITIPO DI GESÙ

(GEN 22,1-18)

ISACCO ISACCO

ANTITIPO DI GESÙ

ANTITIPO DI GESÙ

(13)

CISOM

IN PRIMO PIANO

D

istribuzione masche- rine e guanti, rispetto delle norme e delle distanze sociali, distribuzione alimen- tare, supporto psicologico questo il principale contribu- to del Raggruppamento Ve- neto Trentino al contrasto del Covid-19. Dopo l’iniziale invio di medici ed infermieri nei mesi di febbraio e marzo 2020 negli aeroporti del Ve- neto a supporto del personale dell’USMAF, con la chiusu- ra dei medesimi e l’inizio del lock down sono i volontari laici ad assumerne l’onore di supportare la popolazione: as- sieme a quelli della Protezione Civile i nostri volontari col- laborano nella distribuzione porta a porta delle mascherine ed anche dei guanti, soluzione adottata da molti Comuni del Veneto.

Ben presto nuovi compiti coinvolgono i volontari del CISOM: bisogna fare rispet- tare le distanze sociali, uso corretto della mascherina, la necessaria igienizzazione del- le mani. I primi luoghi sono i supermercati, gli ecocentri e i mercati rionali ma poi si aggiungono anche le mense dedicate a i poveri e ai senza tetto.

Ci si affi anca alla Caritas per il sostegno alimentare a chi non più provvedere a questa necessita per sé stesso e per la propria famiglia: aumentano le persone che necessitano di questo tipo di aiuto, la pan- demia non rischia solo di fare ammalare le persone e di farle morire ma innesca una crisi economica che porta molti

a perdere il proprio lavoro e con esso la propria fonte di sostentamento. Quindi non solo più mantenimento delle distanze e misurazione della temperatura nelle mense ma anche ci si rimbocca le mani- che per servire i pasti o pre- parare i panini ed i cestini da distribuire ai più bisognosi.

Entrano in campo anche gli psicologi a supportare le istituzioni e la popolazione:

attraverso un numero dedi- cato offrono conforto e aiuto ai chi rimane troppo isolato e solo o a chi ha perso una per- sona cara a causa della pande- mia.

Con la ri-apertura delle chiese al culto, in molte dio- cesi i volontari CISOM s’im- pegnano a fare in modo che le norme e le procedure anti Covid-19 vengano rigoro- samente rispettate dai fedeli presenti.

Con la fi ne del primo lock- down i Gruppi hanno anche dovuto ripristinare le normali attività che nel tempo aveva- no implementato sul territo- rio: attività cosi differenti che vanno, ad esempio, dall’assi- curare una squadra di primo soccorso durante funzioni e cerimonie, sia civili che reli- giose, alla partecipazione di nostri volontari alle esercita- zioni complesse organizzate dalla Guardia Costiera Vene- ziana.

La pandemia ha reso neces- sario diversifi care il modo di gestire il coordinamento dei Gruppi e la formazione che, quando possibile, viene fatta via web: la necessità di evitare

IL CISOM

IN CAMPO

CON MEDICI

E PSICOLOGI

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i contatti e l’aumento del numero delle riunioni di Raggruppamento nei periodi di maggiore diffi col- ta e tensione privilegiano la scelta di strumenti di facile accesso come Google meet. Il web ha permes- so anche di preparare i volontari mantenendo le distanze: corsi e video on-line dedicati all’autopro- tezione insegnano l’uso corretto delle mascherine, dei guanti e delle procedure da adottare per preve- nire il contagio sia nei luoghi chiusi che all’aperto.

L’attività anti Covid-19 implementata dal Rag- gruppamento ha permesso una maggiore presenza del CISOM sul territorio e l’inizio di importanti collaborazioni con i Comuni, la Regione Veneto e con la Caritàs. Con le diocesi si sono sviluppati nuovi rapporti di collaborazione e, dove già pre- senti, sono andati ad ampliarsi e consolidarsi.

L’impegnò dei nostri volontari ha sempre riscos- so un apprezzamento favorevole sia da parte del- le istituzioni che da parte della popolazione: un aiuto che ha permesso una effi cace e continuativa azione di supporto ai cittadini anche nei periodi più diffi cili.

Egidio Comelli i

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CISOM

(15)

AMA

L’IMPEGNO DELL’AMA

DALL’INIZIO DELLA PANDEMIA

È trascorso più di un anno da quando il Covid-19 si è affacciato sul mondo, condizionando la vita di tutti e, di conseguenza, anche l’attività dei Gruppi AMA della nostra Delegazione. L’emergenza pande- mica, infatti, ha imposto di rivedere numerosi servizi e, purtroppo, anche di sospenderne alcuni, in parti- colare quelli abituali e tradizionali legati al rapporto diretto con il malato e la persona fragile, soprattutto se ospitata in una struttura. Questo, non solo nell’ov- vio rispetto delle restrizioni governative ma anche per garantire la norma di buon senso sanitario (ancora più cogente in situazione di contagio e in presenza di assistiti patologici) di non mettere di fronte a ulterio- re pericolo sia l’assistito sia il volontario.

Una simile situazione ha richiesto un grosso sacrifi - cio da parte dei volontari che, però, non si sono persi d’animo e stanno vivendo questo periodo comunque al servizio del prossimo nell’adesione al carisma me- litense.

SERVIZIO CONTATTO TELEFONICO

“EMERGENZA COVID 19”

I Volontari AMA (al servizio hanno aderito anche il Gruppo Giovani e il Gruppo Famiglie) nel periodo di lockdown, nonché in quelli di diversa emergenza, hanno assicurato, anche in più fasce della giornata, un saluto telefonico a tutti gli assistiti della Delega- zione in modo da abbattere il senso di solitudine acu- ito dall’isolamento sociale e di intercettare necessità quotidiane.

SERVIZIO DI ASCOLTO PSICOLOGICO

“EMERGENZA COVID 19”

Raccogliendo la generosa disponibilità della dot- toressa Tiziana Montan - psicologa-psicoterapeuta esperta e volontaria AMA - dall’inizio dell’emergenza è stata offerta la possibilità di supportare professio- nalmente i volontari e i Signori Malati che possono attivare un rapporto contattando la professionista per Wat’s App o telefono. Il servizio è indirizzato ai coloro che operano nella Delegazione di Venezia (in

qualsiasi organizzazione o corpo siano attivi: AMA, Pellegrinaggi, CISOM, Corpo Militare, Gruppo Fa- miglie, Gruppo Giovani ecc.), Signori Assistiti e loro familiari. In base all’evoluzione del progetto sarà va- lutata anche la possibilità di attivare gruppi di ascolto e sostegno psicologico per accompagnare chi lo desi- dera, non appena si creeranno condizioni per la fi ne dell’emergenza e la ripresa delle attività.

SERVIZIO ACCOGLIENZA CELEBRAZIONI CON POPOLO

“EMERGENZA COVID 19”

L’accordo tra il Governo e la Conferenza Episcopale Italiana per la ripresa delle liturgie durante l’Emer- genza “Covid 19”, ha previsto il ricorso a volontari

IN PRIMO PIANO

Servizio AMA Anticovid Messa Natale Treviso

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per favorire il rispetto delle regole prescritte e coor- dinare l’affl usso dei fedeli nel luogo di culto. L’AMA della Delegazione ha fortemente sensibilizzato i suoi gruppi a mettersi tempestivamente a disposizione per questo servizio che richiede soprattutto buon senso nell’applicazione di poche indicazioni (contenimen- to del numero nell’affl usso, mantenimento delle di- stanze di sicurezza previste, eventuale sorveglianza su possibili condizioni che sconsiglino a presenti la condivisione di ambienti chiusi, regolamentazione dell’accostarsi all’Eucarestia, vigilanza e invito al ri- spetto delle disposizioni affi sse agli ingressi). In par- ticolare la Delegazione ha voluto considerare che si tratta di un servizio in stretto rapporto con i parroci locali e come tale assume grande utilità e rilievo per- ché ha rappresentato la ripresa del Culto con la par- tecipazione del Popolo dopo una prolungata e forzata attesa. Al momento della massima necessità dei mesi scorsi, i Volontari AMA hanno prestato il loro servi- zio come di seguito: Patriarcato di Venezia (Duomo di San Lorenzo a Mestre). Diocesi di Treviso (Chiesa di Sant’Agnese V. e M. in Santi Quaranta e Basilica di Santa Maria Maggiore nel capoluogo). Diocesi Vit- torio Veneto (Parrocchia di San Martino e Rosa, Par- rocchia di San Rocco a Conegliano Veneto; Chiesa Parrocchiale di San Pietro e Paolo a Soligo; Cattedra- le, Duomo di Serravalle, Collegiata Prepositurale di Santa Maria Nova, Parrocchia di Meschio a Vittorio

Veneto; Parrocchia di Santa Giustina; Chiesa Parroc- chiale di Colle Umberto. Diocesi di Padova (Basilica della Beata Vergine del Carmine a Padova). Diocesi di Adria e Rovigo (Chiesa parrocchiale della Beata Vergine Maria del Rosario a Polesella). In alcune oc- casioni, i servizi hanno visto la fruttuosa collabora- zione tra AMA e Cisom mentre la ripresa delle messe presso il Santuario Antoniano di Camposampiero è stata possibile grazie all’impegno della Delegazione tramite il suo Gruppo Giovani. Il servizio è ancora attivo in diverse realtà.

RIFORNIMENTO MENSILE CARITAS CONEGLIANO

E DISTRIBUZIONE ALIMENTARI

Da qualche tempo, l’Ama di Vittorio Veneto e di Treviso si sono fatte carico del viaggio mensile al Ban- co Alimentare di Udine per rifornire il magazzino del Centro di Ascolto Caritas di Conegliano Centro Storico, dove partecipano anche alla conseguente di- stribuzione dei generi (raccolti anche attraverso altri canali) alle famiglie bisognose; ogni mese vengono distribuite 75 “borse” da 20 chili di merce per 18.000 chilogrammi complessivi in un anno. Questo servizio è stato mantenuto anche nei mesi di emergenza pan- demica, anche grazie alla fattiva collaborazione con il Gruppo Cisom di Treviso. Gli aderenti all’ Ama che sono anche volontari del Corpo di soccorso, infatti, con le insegne di quest’ultimo hanno potuto conti- nuare a garantire, in particolare i trasporti fuori re- gione anche durante il lockdown, essendo consentiti nell’ambito delle attività di protezione civile. Ad al- cune giornate di distribuzione, insieme ai volontari

Servizio AMA Suore Salesie Padova

Servizio Anticovid Sant’Agnese Treviso

AMA

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Ama e Cisom, ha dato il suo generoso apporto anche il Gruppo Giovani.

SERVIZIO CONSEGNA COLAZIONE AI POVERI – SUORE SALESIE, PADOVA Con lo scoppio della pandemia il servizio è pro- seguito, continuando la distribuzione di circa 100 primi pasti della giornata. I volontari si sono dotati di dispositivi di protezione individuale, utilizzando percorsi nei locali adeguati alle disposizioni per il contenimento del contagio.

SERVIZIO CENA AI SENZA FISSA DIMORA – LA TANA, VENEZIA

Dopo un periodo di sospensione come conseguenza delle restrizioni anti contagio, il servizio domenicale - che vede il supporto dell’Ama di Venezia alla Cari- tas – è ripreso e prosegue con tutti gli accorgimenti richiesti dalla pandemia.

BENEFICIENZA E SOLIDARIETÀ MELITENSE NELLA PANDEMIA

La Delegazione ha avviato alcune iniziative per al- leviare il distacco psicologico tra congiunti o dare un

conforto alle famiglie colpite dalla crisi economica che si è accompagnata all’emergenza sanitaria. Con proprie fi nanze ha provveduto a far giungere due do- nazioni ad altrettante parrocchie veneziane per soste- nere le famiglie in diffi coltà a causa delle ripercussioni fi nanziarie causate dalle restrizioni. Ha provveduto, inoltre, grazie anche al contributo di benefattori, a donare alcuni tablet all’Istituto San Lorenzo per con- sentire le videochiamate tra gli ospiti ed i familiari.

GIORNATA DI GIOIA IN PIAZZA SAN MARCO

Pur con la pandemia in corso ma in un periodo che i provvedimenti restrittivi lo hanno consentito, l’Ama di Venezia ha organizzato un momento di incontro e festa al Caffè Lavena per tutti i frequentanti delle at- tività contro il decadimento cognitivo e musicotera- pia della Delegazione e altri amici. L’iniziativa è stata molto apprezzata, rappresentando uno dei rarissimi momenti di evasione per assistiti e famiglie in questo lungo anno contrassegnato dal Coronavirus.

Fabio Bruno

Volontaria Ama e Volontario Cisom Distribuzione Alimentare Conegliano

Servizio Ana Anticovid nelle Chiese

AMA

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I provvedimenti, resisi necessari per il contenimento del contagio nell’attuale situazione rappresenta- no una precauzione primaria fon- damentale, soprattutto per soggetti di età superiore ai 65 anni e con patologie varie caratterizzanti si- tuazioni di declino fi siologico della funzionalità dell’organismo con il procedere dell’età.

E’ tuttavia importante avere pre- sente anche la concomitante situa- zione di disorientamento e di grave disagio psicologico indotto in alcu- ni soggetti, specie nello stato di de- clino cognitivo, quando esso risul- ta più marcato, come nella malattia di Alzheimer o per altri agenti ezio- logici sempre legati a decadimen- to funzionale di apparati, dovuto principalmente al trascorrere del tempo della loro esistenza.

Nel Centro Sollievo di palazzo Malta a Venezia, tale obiettivo vie- ne perseguito coinvolgendo l’inte- ro ambito familiare o amicale più prossimo al soggetto affetto da tali disturbi, aiutando il “Care Giver”

a promuovere al domicilio e nei luoghi di residenza, un contesto familiare più consapevole e “com- pliant”.

Da ciò, risulta evidente l’impor- tanza di osservare la continuità del sostegno, sia dal punto di vista dell’assiduità della presenza alle se- dute, che dal punto di vista della qualità della relazione che l’ospite ed i suoi famigliari, amici ed assi- stenti, è in grado di instaurare con

i “suoi” interlocutori (professionali e non), utilizzando il programma offerto come base “generativa” di molteplici occasioni di condivisio- ne e scambio esperienziale, vivace e creativo, con particolare attenzione al parametro rappresentato dalla qualità della vita, a prescindere dal quadro clinico e funzionale. (da ciò

i titoli di “stimolazione cognitiva“

e di “attivazione musicale” attribu- iti ai due Cicli).

Si è resa subito evidente l’esigen- za di attivare iniziative volte a ri- durre al minimo l’impatto negativo di tali osservanze, sulla psicologia del soggetto affetto da demenza e di tutto il suo “ambito famigliare”,

onde mantenere il livello di qualità della vita conseguito nei cicli e nel- le sedute precedenti, scongiurando il rischio grave di compromissione del legame relazionale istituito, con conseguenti abbandoni, scoraggia- menti, rassegnazione ed altri com- portamenti (deliri, “wandering”, etc.) che possono vanifi care il lavo- ro prodotto, accelerando il declino cognitivo o producendo crisi nei rapporti e degli equilibri raggiunti.

I rilevamenti effettuati tramite immediati contatti telefonici all’i- nizio della pandemia, assieme ai contributi disponibili in letteratu- ra, hanno messo in evidenza l’ur- gente opportunità di inserire la funzione video dando luogo alla possibilità di svolgere sedute di Sti- molazione Cognitiva e Attivazio- ne Musicale “a distanza”, tramite l’interattività video e audio, l’uso di presentazioni video, fi lmati, bra- ni musicali.

L’arrivo dei vassoietti di frittelle a Palazzo Malta

ESPERIENZE E PROSPETTIVE

A

A “A DISTANZA” “A DISTANZA” SSISTENZA SSISTENZA

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I risultati particolarmente po- sitivi registrati nelle risposte dei pazienti e famigliari, incoraggiano a lavorare per il superamento di alcuni fattori che limitano le pos- sibilità di successo di tali attività.

Molti Ospiti del progetto non di- spongono di strumenti adatti alla percezione di immagini di adegua- ta dimensione, di tracce sonore di adeguata qualità, di dispositivi di facile uso che permettano di orga- nizzare il “setting” suggerito al Care Giver per l’esperienza, in modo da raggiungere il migliore risultato, anche tramite criteri di gradevo- lezza e comfort, molto importanti per il controllo delle situazioni più critiche, come quelle derivanti dal rischio contagio. In alcuni casi, che comportano costi contenuti, si è già provveduto a fornire agli Ospiti dotazioni accessorie per migliora- re a partecipazione alle sedute “a distanza”, con importanti risposte anche in termini di motivazione da parte dei più “reticenti”.

E’ opportuno porre in evidenza inoltre il fatto che la situazione ge- nerata dal contagio non è l’unica a determinare queste necessità, es- sendovi spesso situazioni derivanti dall’aumento di diffi coltà di altra origine, che impediscono o sco- raggiano gli Ospiti a continuare le esperienze, per l’evidente disagio da esse determinato per raggiun-

gere il luogo delle sedute. Le espe- rienze innovative acquisite in tale occasione possono permettere una signifi cativa dilatazione del poten- ziale di sostegno generativo, anche dopo il superamento dell’emer- genza contingente, divenendo una soluzione integrativa o alternativa, senza dubbio evolutiva, contro gli abbandoni che, spesso trascinano verso il declino, persone che mo- stravano rilevanti benefi ci dalla re- lazione sviluppata dai nostri servizi sul territorio di nostra competenza, come il Centro Storico di Venezia ed il contesto lagunare ad esso con- nesso, particolarmente problema- tico per gli anziani, specie se con patologie come quelle qui conside- rate.

La disponibilità di dispositivi idonei, che possono essere concessi in uso temporaneo agli Ospiti bi- sognosi, consente di raggiungere livelli di effi cacia decisamente su- periori.

Grazie al sostegno del Gran Priorato di Lombardia e Venezia dell’Ordine di Malta, tramite il fi - nanziamento, con una donazione, dopo la valutazione del Progetto Caritativo, presentato a fronte del- la comunicazione Prot. 112/2020 del Signor Ricevitore Gran Pri- orale Bar. Hans-Christoph von Hohenbühel gen. Heufl er zu Ra- sen, Cav. di Onore e Devozione in Obbedienza, è stato possibile dare seguito all’acquisto di Tablets Le- novo, che presentano caratteristi- che particolari, idonee al controllo a distanza e ad una migliore ripro- duzione musicale.

L’utilizzo dei dispositivi con la speciale applicazione realizzata, viene reso molto facile, gradevo- le, sicuro ed assistito anche dalla disponibilità, su prenotazione, di un tecnico che illustra all’utenza le funzionalità necessarie e da un servizio di recapito e ritiro al domi- cilio dei pazienti dell’apparecchia- tura, nei casi di urgenza.

Sono iniziate le prime applicazio- ni, in occasione di eventi formativi, sedute di stimolazione cognitiva e di attivazione musicale, fra le quali quella del giovedì grasso; occasio- ne per la quale, all’inizio della se- duta, improntata sull’argomento delle tradizioni e dei ricordi dei carnevali in varie città venete, è stato consegnato, al domicilio di ciascun partecipante, un vassoietto di frittelle, gentilmente offerte dal- la Pasticceria Didovich di Venezia, consentendo di festeggiare il carne- vale “a distanza” ma “in sostanza”

ed allegria.

Francesco Felletti Spadazzi

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PORTARE IL CONFORTO

DELLA CARITÀ CRISTIANA AGLI AFFLITTI

I cavalieri di Malta appartengono ad un ordine reli- gioso della Chiesa Cattolica. Fondato a Gerusalemme per l’assistenza dei pellegrini che giungevano nella cit- tà santa, ottenne nel 1113 il riconoscimento da parte di Papa Pasquale II; da allora opera nella Chiesa e nel mondo con una sua specifi ca spiritualità.

Ma nel contesto odierno ha ancora senso parlare di spiritualità e in particolare di quella melitense? Con tale termine intendiamo non un qualcosa di etereo, di evanescente, ma il carisma specifi co dell’Ordine Giovannita. Esso coniuga, nella difesa della fede e nel servizio ai poveri e agli ammalati, il proprio “munus”

ecclesiale.

Spesso l’Ordine può venire frainteso, scambiato per uno dei tanti ordini cavallereschi sorti nella storia, veri o presunti. Ma è proprio nel suo mandato, ricevuto dal suo fondatore il beato Gerardo, confermato dai Papi e dai suoi numerosi santi e beati, che il nostro Ordi- ne garantisce e custodisce un carisma e una spiritualità singolari.

Le otto punte della croce, simbolo dell’Ordine, fan- no riferimento alle otto beatitudini del Vangelo e ne ricordano anche visivamente la spiritualità.

Essere membri, Cavalieri o Dame, non può avvenire solo per privilegio di nascita o per meriti acquisiti, ma per aver saputo rispondere all’invito ad operare là dove emergono bisogni materiali e morali, là dove si annida la sofferenza con il suo mistero. Il grande papa, san Giovanni Paolo II nella “ Salvifi ci doloris”, ci esorta a questa vocazione di servizio agli ultimi e ai sofferenti!

Lungo la loro storia secolare, ovunque si siano stabili- ti, i Cavalieri hanno sempre prima edifi cato l’Ospedale e l’Ospizio poi, se necessarie, le fortifi cazioni difensive.

Cosa signifi ca oggi nel terzo millennio essere Ospe- dalieri? Signifi ca dedicarsi al sollievo della sofferenza e portare il conforto della carità cristiana agli affl itti, ovunque vi sia bisogno.

Un documentario defi nisce i Cavalieri di Malta “mo- derni per tradizione”, una defi nizione a mio avviso molto pertinente con la storia e la spiritualità che non solo ha ricevuto, ma che continua a trasmettere col suo impegno destinato non solo ai malati, ma anche agli emarginati, ai perseguitati, ai rifugiati, senza distinzio- ne di razza o di religione. Oggi davvero il nostro Or- dine vive profeticamente l’invito di papa Francesco ad andare nelle periferie del mondo, ad abbattere muri e a creare ponti.

Come dice San Paolo: Caritas Christi urget nos (2 Cor 5,14) è l’amore di Cristo che colma i nostri cuori e ci spinge ad evangelizzare. Egli, oggi come allora, ci invia per le strade del mondo per proclamare il suo Vangelo a tutti i popoli della terra (cfr Mt 28,19).

Rispondendo dunque alla domanda che ci siamo po- sti all’inizio, possiamo affermare che ha ancora senso parlare di spiritualità, non di una realtà astratta, ma quanto mai concreta e urgente per essere oggi discepo- li di Cristo secondo il carisma melitense, come recita la Preghiera del cavaliere: “con animo disinteressato e profondamente cristiano”.

Manuel Paganuzzi

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IL CORPO MILITARE

ACISMOM

NEL NORD-EST

COSTITUITA LA NUOVA UNITÀ TERRITORIALE CON SEDE A PADOVA

Tutto iniziò nel 1908 con i soc- corsi a seguito del terremoto e ma- remoto di Messina, ove i membri italiani del Sovrano Militare Or- dine di Malta accorsero numerosi e prestarono un’intensa opera di soccorso ed assistenza alla popo- lazione duramente colpita dal vio- lento sisma.

I volontari dell’ordine, ben in- quadrati ed organizzati, con nel cuore il motto tuitio fi dei et obse- quim pauperum, per settimane e per mesi, si alternarono ad aiutare gli abitanti della città siciliana sen- za risparmio d’energie.

Sua Maestà Re Vittorio Ema- nuele III ammirato dall’impegno dei cavalieri italiani riconoscen- done la preziosa attività svolta con tanta abnegazione e costanza, volle

concedere, come altissimo rico- noscimento a questi volontari le

“stellette” simbolo dei militari d’I- talia e del Regio Esercito.

Da quel momento in poi si creò in Italia un precedente rimasto tutt’ora unico al mondo per l’Or- dine di Malta, che infatti sotto la guida della sua Associazione na- zionale costituì un corpo militare speciale ausiliario dell’Esercito Ita- liano con compiti prevalentemen- te sanitari, logistici ed assistenziali.

Nella lunga storia del Corpo si ricordano tante preziose attività ospedaliere e campali, la brillante condotta della nave-ospedale Re- gina Margherita durante la Guer- ra Italo-Turca, l’impegno sanita- rio durante tuta la Prima Guerra Mondiale e attività ancor più in-

tense durante la Seconda Guerra Mondiale che videro la gestione diretta di treni-ospedale ed infer- merie o ospedali da campo, sia al fronte che nelle retrovie in partico- lare nell’Europa dell’Est.

Le convenzioni tra lo Stato ita- liano e l’ACISMOM si sono suc- cedute e sono state aggiornate nel tempo, ma la sostanza dell’impe- gno non è mai mutata.

Oggi al comando del Corpo Mi- litare a Roma vi è il Generale di Brigata Mario Fine - Cavaliere di Grazia Magistrale ed Uffi ciale del nucleo permanente, direttore capo del personale.

Al Generale Fine, si deve una nuova impostazione organizzativa delle articolazioni territoriali e re- gionali del corpo ed una più stretta collaborazione con i volontari del CISOM, le Forze Armate e le For- ze dell’Ordine.

Nell’ambito di questa recente e dinamica ri-organizzazione sono state costituite delle nuove Uni- tà Territoriali per meglio gestire le risorse umane ed operative dei membri del corpo, che annovera- no nelle loro fi le militi, graduati di truppa, sottouffi ciali ed uffi ciali delle diverse categorie principali:

cavalieri-direttori, commissari lo- gistici, medici, farmacisti, veteri- nari e tecnici.

Un rilevante apporto viene anche fornito dai sottouffi ciali e mare- scialli infermieri professionali che risultano molto utili nelle attività sanitarie svolte dagli uffi ciali medi- ci chiamati ad organizzare con gli uffi ciali commissari posti avanzati di primo soccorso ed ospedali da campo o ancora infermerie imbar- cate sia in Italia che in missioni all’estero.

La nuova distribuzione terri- toriale tende anche a valorizzare maggiormente tutti gli individui arruolati con maggiore attenzione alle realtà locali e con una corret-

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ta selezione, per i ruoli di coordinamento, verso quegli Uffi ciali con solidi precedenti e trascorsi militari nelle Forze Armate ed anche già membri dell’Ordine.

Per il Triveneto è stato deciso di costituire l’U- nità Territoriale Nord-Est sotto la responsabilità del confratello N. H. conte Maggiore Giordano Emo Capodilista vice-direttore di unità ospeda- liera - cavaliere d’onore e devozione.

Emo Capodilista, erede di una famiglia con importanti tradizioni militari, è stato allievo del Collegio Navale Morosini di Venezia ed Uffi cia- le della Marina Militare italiana, rompendo una tradizione che vedeva gli uffi ciali del corpo prin- cipalmente provenienti dall’Esercito.

L’Unità Territoriale delle Tre Venezie, si è resa subito attiva con i propri medici e logisti nell’or- ganizzare punti di primo soccorso assieme al CISOM in occasione di grandi eventi religiosi e pellegrinaggi, oltre che attivare delle postazioni per l’effettuazione completa e diretta dei tampo- ni Covid-19 per l’ULSS 4 a San Donà di Piave, per la Prefettura di Padova e per il Provveditorato alle Opere Pubbliche del Veneto, del Friuli Vene- zia Giulia e del Trentino Alto Adige.

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(23)

Nonostante il diffi cile periodo della pandemia, l’implementazio- ne delle attività e dell’organizza- zione non si è mai fermata, è stato costituito uno Staff operativo di gestione, sono stati avviati rappor- ti con la Guardia Costiera per eser- citazioni di soccorso a mare, sono stati impiegati e maggiormente va- lorizzati uffi ciali medici che erano precedentemente meno precettati in servizio, incrementando così la funzione di supporto sanitario di- spiegata dal Corpo con un modulo organizzativo di ispirazione mana- geriale in linea con le indicazioni del Comando Generale di Roma.

Ora, oltre al recapito provvisorio di Selvazzano Dentro in provincia di Padova presso il Castello del Mottolo, il Comando delle Forze Operative Terrestri dell’Esercito ha avviato contatti con l’Unità N.E.

per nuove sistemazioni logistiche

presso importanti strutture mili- tari.

Sono stati anche costituiti solidi rapporti con il Comando SETAF della Caserma EDERLE di Vicen- za per una collaborazione sanitaria militare con le truppe NATO e l’Esercito statunitense.

Con costante impegno si sta’

strutturando sempre più un nuo- vo modello di sviluppo territoriale del Corpo Militare ACISMOM anche a Nord-Est, con rinnovato

dinamismo d’ispirazione aziendale ma nel contempo ben radicato nel solco della migliore tradizione me- litense di aiuto organizzato verso il prossimo.

L’Unità Territoriale è ora anche a disposizione del Gran Priorato, delle Delegazioni e delle organiz- zazioni dell’Ordine di Malta per ogni possibile e fattiva cooperazio- ne sul territorio.

Nicola Odoardo Falconi

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Il Procuratore del Gran Priorato di Lombardia e Venezia del Sovrano Ordine di Malta Clemente Riva di Sanseverino è stato ricevuto dal Luogotenente di Gran Maestro, Fra’ Marco Luzzago. Nell’in- contro al Palazzo Magistrale il Procurato- re ha descritto le attività svolte dal Gran Priorato nel contrasto alla pandemia di Covid19 e per mitigarne le drammatiche conseguenze economiche. Il Covid ha co- stretto a ripensare diversi progetti, come ad esempio quello per la stimolazione co- gnitiva dei malati di Alzheimer, che viene adesso effettuato a distanza attraverso l’uso di tablet. Fra’ Marco Luzzago ha chiesto al Procuratore di esprimere ai membri e ai volontari del Gran Priorato il proprio plauso e apprezzamento per lo sforzo pro- fuso in un anno così diffi cile.

Al Luogotenente è stato anche descrit- to l’avanzamento degli importanti lavori di restauro della sede del Gran Priorato a Venezia.

SIRINGRAZIAPERLEOFFERTEA:

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IL LUOGOTENENTE DI GRAN MAESTRO

FRA’ MARCO LUZZAGO INCONTRA

IL PROCURATORE

CLEMENTE RIVA

DI SANSEVERINO

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Papa Francesco ha visitato l’Iraq dal 5 all’8 marzo nel suo primo viaggio all’estero dall’inizio della pan- demia di coronavirus. Durante la prima visita papa- le in assoluto nel paese, il Santo Padre ha celebrato una messa per la minoranza cristiana irachena, e ha cercato il coinvolgimento dei rappresentanti di altre religioni. In primo piano nell’itinerario del pontefi ce ci sono le pianure di Ninive, dove il Malteser Interna- tional – l’Agenzia di Soccorso Internazionale dell’Or- dine di Malta – è impegnato da diversi anni ad aiutare i cristiani e altri gruppi religiosi vulnerabili, cacciati dalle loro case e sottoposti ad ogni forma di violenza degli estremisti del Daesh.

«I cristiani e le altre minoranze religiose hanno subi- to una persecuzione quasi biblica per mano del Daesh, che ha costretto migliaia di persone all’esilio - ha detto

Clemens Graf von Mirbach-Harff, segretario generale del Malteser International -. Nessuno ne trarrà be- nefi cio se permettiamo che diventino permanenti le divisioni che sono state create tra comunità che han- no vissuto in pace insieme per secoli. Noi abbiamo lavorato per rendere possibile il ritorno delle comu- nità sfollate. Ma la riconciliazione è la prossima sfi da e anche la più grande. Speriamo che la visita di Sua Santità aiuti a inaugurare una nuova era di pace».

Il personale palestinese dell’Ospedale della Sacra Famiglia attendeva con impazienza il primo bambi- no nato il giorno di Natale, come segno di speranza nella diffi cile situazione creatasi a Betlemme con il Covid-19. Il primo bambino di Natale è nato all’o- spedale il 25 dicembre alle 2:05 ed è stato accolto dal suono delle campane di Natale di Betlemme. Il piccolo Gayth è stato affi dato alle braccia dei suoi genitori dalle ostetriche Hanan e Ala. La madre, Lin- da, ha spiegato che Gayth era il regalo di Natale che attendevano dall’inizio della pandemia.

Con la pandemia c’è stata un’impennata di disoc-

cupazione e povertà a Betlemme, il governatorato pa- lestinese più povero dopo Gaza, che ha un’economia fragile anche in tempi normali. L’insicurezza alimen- tare sta aumentando, colpendo in modo particolare donne e bambini. Nonostante le diffi coltà, il perso- nale dell’Ospedale dell’Ordine di Malta, composto da 172 persone, ha garantito con coraggio turni di 12 ore, senza giorni di ferie, per assistere mamme e bambini e tenere l’ospedale aperto e sicuro nonostan- te la minaccia posta dal Covid. Progetto congiunto dell’intero Ordine di Malta, sotto la responsabilità operativa dell’Associazione francese dell’Ordine di

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IL PRIMO BAMBINO NATO IL GIORNO DI NATALE A BETLEMME NEL 2020 PAPA FRANCESCO

IN IRAQ.

L’ORDINE DI MALTA SOSTIENE I CRISTIANI E LE ALTRE MINORANZE

RELIGIOSE NEL PAESE

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Malta, l’Ospedale della Sacra Famiglia garantisce a tutte le donne di Betlemme e dell’area circostante un’assistenza alla maternità di alta qualità.

Con l’aumento della povertà, l’Ospedale della Sa- cra Famiglia ha rinnovato il suo impegno a pren- dersi cura di tutte le mamme e di tutti i bambini, a prescindere da necessità e credo. Le nascite non si fermano per le pandemie e nel corso del 2020 all’ospedale sono nati fi nora più di 4.200 bambini e più di 400 bambini fragili o prematuri sono stati curati nel reparto all’avanguardia di terapia intensi- va neonatale.

Il Grande Ospedaliere del Sovrano Ordine di Malta, Dominique de La Rochefoucauld Montbel, ha fatto visita al Policlinico Universitario Campus Bio-Medi- co di Roma. Accompagnato dal Segretario Generale per gli Affari Esteri, l’Ambasciatore Stefano Ronca, il Grande Ospedaliere ha incontrato il Direttore Gene- rale dell’ospedale nel quadro del rafforzamento della cooperazione per far progredire la salute globale valo- rizzando il ruolo della diplomazia.

L’incontro ha posto le basi per la fi rma di un accor- do bilaterale tra le due istituzioni, volto a rafforzare la risposta e la cura delle patologie più signifi cative con il supporto della diplomazia. Con la sua ampia rete diplomatica e i suoi molteplici progetti medico-sociali, l’Ordine di Malta è stato riconosciuto come un part- ner strategico nella realizzazione di un approccio sani-

tario globale basato sulla solidarietà.

Il Programma Salute e Diplomazia fa parte delle più ampie strategie innovative delle Nazioni Unite per promuovere la salute globale attraverso la collabora- zione inter istituzionale nella Diplomazia della Salu- te Globale volta a fornire risposte ai bisogni sanitari urgenti e attuali. Si tratta di promuovere una siner- gia tra la Diplomazia (intesa come l’arte e la pratica di condurre negoziati nelle relazioni internazionali che riguardano questioni puramente geopolitiche, trattati di pace, ecc.) con le Università, i Ministeri Ospeda- lieri, gli Enti di Ricerca che si occupano non solo di assistenza sanitaria diretta, ma anche e soprattutto di promuovere e facilitare azioni di politica globale per la salute.

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IL GRANDE OSPEDALIERE VISITA IL POLICLINICO UNIVERSITARIO

CAMPUS BIO-MEDICO

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