Fin da piccolo ho frequentato gli Alberoni, mia madre mi portava perché suo padre commendator Quarti di Trevano puntava su questa spiaggia e oltre a costruire lo stabilimento volle creare il Golf, oggi uno dei più apprezzati d’Italia. Ora grazie ai gestori e i loro figli la spiaggia è forse l’unica a rimanere com’era cinquant’anni fa e più.
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Ormai il Lido ha perso la sua identità, la distruzione degli interni del De Bains ne è una triste dimostrazione. L’idea di ricordare quei tempi luminosi era l’argomento dei dialoghi tra me e Stefano Bortoli e i figli Lorenzo e Marcello. Guardando dei vecchi documenti ho trovato delle fotografie dove, durante la Mostra cinematografica, posizionando lo schermo in mare si
proiettavano film della Mostra e gli spettatori stavano o nelle terrazze o direttamente in spiaggia.
“Perché non riproporre una proiezione sulla battigia”… Così ne parlavamo, anno dopo anno, finché finalmente quest’anno accade, con il cinquantesimo della prima proiezione di Morte a Venezia, uno dei film dove la ricostruzione del Lido negli anni del primo Novecento era minuziosa e perfetta, come era costume di Luchino Visconti. Gran parte del film fu girata agli Alberoni, in quanto la spiaggia del De Bains non aveva più la stessa forma. Morte a Venezia diventa oggi quasi emblematico in questa pandemia. La musica, il racconto, le immagini, queste forme d’arte si fondono nel film trascinando lo spettatore all’interno di una bellezza esaltante.
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| 4 È uno dei rari casi in cui un film onora il testo, anche se il protagonista non è come descritto da Thomas Mann un romanziere, ma un musicista. La scelta dell’adagietto della Quinta sinfonia di Gustav Malher che risuona in quella Venezia ci porta in una forma drammaticamente estetica a capire la morte. Trovo utile citare le parole dell’amico Alfred a Gustav Aschenbach in uno dei flashback del protagonista del film:
Tu hai paura di avere qualsiasi contatto, anche più normale. Nel tuo rigoroso moralismo vuoi far quadrare ad ogni costo la perfezione delle tue opere con quelle del comportamento. Ogni
sentimento lo interpreti come una catastrofe, una contaminazione irreparabile (…) Peccato che l’arte sia così indifferente alla nostra morale, altrimenti saresti sommo, irraggiungibile,
inimitabile. Dimmi, tu lo sai che c’è in fondo alla strada maestra? La mediocrità.
Sembra quasi un’autoaccusa del grande regista perfezionista Luchino Visconti.
Buona visione.
Il 3 Settembre alle ore 21, Spiaggia Bagni Alberoni.
Proiezione del film “Morte a Venezia” di Luchino Visconti per commemorare i cinquant’anni della sua uscita. Girato al Lido di Venezia tra il Gran Albergo Des Bains e la spiaggia degli Alberoni che doveva apparire come la spiaggia del grande albergo del 1912.
La proiezione avverrà proprio nel bagnasciuga degli Alberoni rispettando il più possibile
l’inquadratura della scena finale del film. Una sorta di turismo culturale cinematografico che in futuro potrebbe diventare un percorso dello spettatore turista. Ore 21 Bagni Alberoni, linea bus A da Santa Maria Elisabetta.