Cristina Pastorello è soprano lirico d’agilità, e la sua principale caratteristica è la versatili- tà. Vincitrice dei Concorsi Internazionali Toti Dal Monte di Treviso, e Opera Competition Luciano Pavarotti negli Stati Uniti, inizia l’attività artistica con: La Bohème (Musetta) al Re- gio di Parma, Un ballo in maschera (Oscar) a Treviso, L’Incoronazione di Poppea (Drusilla) al Filarmonico di Verona, Dido and Aeneas di Purcell (Belinda) al Teatro Olimpico di Vicen- za, e in seguito Il Barbiere di Siviglia di Morlacchi (Rosina) allo Schauspiel di Dresda , Or- feo ed Euridice di Gluck (Amore) al Verdi di Trieste e al Massimo di Palermo, Così fan tutte di Mozart (Despina) all’Opera di Palm Beach in Florida, Werther di Massenet (Sophie) al Carlo Felice di Genova, I quatro Rusteghi di Wolf Ferrari(Siora Felice) per la Fenice di Ve- nezia, Il Campanello (Serafina) per il Festival Donizetti di Bergamo, L’idolo cinese (Conte Adolfo) al Filarmonico di Verona, Il Matrimonio segreto di Cimarosa (Elisetta) a Santa Cruz di Tenerife, Carmen di Bizet (Micaela)al Regio di Torino, Il campiello di Wolf Ferrari
(Gasparina) al Comunale di Bologna. Collabora con direttori d’orchestra quali: Daniel Oren, M.Wung Chung, James Conlon, Peter Maag, Massimo De Bernart, Riccardo Chailly, Bruno Bartoletti, Alain Lombard, Yuri Aronovitch, ai quali si affiancano registi come Pizzi, Zeffirelli, Bolognini, De Hana, De Bosio, Montresor, Puggelli, Ranieri, Landi. Ha partecipato al Festi- val dei Due Mondi di Spoleto nelle mozartiane Nozze di Figaro (Susanna) con la regia di Giancarlo Menotti, personaggio già interpretato con successo al Teatro dell’Opera Compa- ny di Philadelphia. Si esibisce nella musica barocca in sedi prestigiose quali il Musikverein di Vienna, il Festival Olandese di Utrecht ed il Festival di La Chaise Dieu di musica sacra in Francia. Quanto all’operetta canta al Festival di Trieste e a quello di Palermo, con Il Pipi- strello (Adele), Orfeo all’Inferno (Diana) e La Vedova allegra (Valencienne), ruolo interpre- tato anche all’Arena di Verona. Per la Camera di Commercio Italiana all’estero, ha cantato in recital all’Università di Bangkok, all’Università di Miami, all’Istituto di Cultura Italiano di Copenaghen, a Città del Capo e East London in Sudafrica, ed infine in Giappone a Tokyo.
Riguardo la musica moderna, è la protagonista de La figlia del mago di Ferrero alla Piccola Scala di Milano e al Comunale di Firenze, Monica ne La Medium di Menotti con la regia di Renata Scotto, e Ghita in Der Zwerg di Zemlinsky al Teatro Regio di Torino. Appassionata di cameristica, si cimenta sia con programmi tradizionali, sia spaziando in territori desueti dai Songs di Gershwin, alle Tonadillas spagnole, alle Chansons della Belle Époque, e con programmi di musica contemporanea.
Andrea Zaniboni ha compiuto gli studi musicali nei Conservatori di Mantova e Parma, di- plomandosi in Pianoforte e Composizione nelle classi di Nando Salardi, Gianfranco Maselli, Azio Corghi e Camillo Togni. Formatosi anche con Piero Guarino per la Direzione d’orche- stra e all’Accademia Filarmonica di Bologna per una scuola biennale di Direzione dell’opera lirica, si è parallelamente perfezionato in pianoforte con Orazio Frugoni ad Arezzo, per la collaborazione pianistica nel Lied tedesco con Loredana Franceschini ed Elio Battaglia, ed inoltre,per la musica da camera, dell’Accademia Chigiana di Siena con Riccardo Brengola e Pier Narciso Masi. Dopo un’esperienza come maestro sostituto nei teatri lombardi di tra- dizione di Mantova, Como e Novara, si è dedicato ad una selezionata attività concertistica suonando in Italia e all’estero (ex-Jugoslavia, Grecia, Israele, Egitto, Somalia, Kenya, Eto- pia) per enti, associazioni, teatri, fra i quali Teatro Bibiena e Palazzo Te di Mantova, Festi- val Mercadante di Altamura, Gioventù Musicale d’Italia, Amici del Filarmonico di Verona, Teatro Comunale di Carpi, Teatro di Livorno, Università Popolare di Trieste, Teatro Puccini di Merano, Teatro alle Vigne di Lodi, Teatro Margherita di Reggio Calabria, Kenya National Theatre, Centro Culturale Italiano di Zagabria, Università di Belgrado, Istituti Italiani di Cul- tura di Atene e Tel Aviv. Laureato in Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo (DAMS) all’Università di Bologna, e giornalista pubblicista dal 1984, si è inoltre rivolto con vivo inte- resse alla scrittura e alla ricerca, collaborando con quotidiani e periodici, case discografi- che, associazioni, teatri, festival, ed intrattenendo in particolare un rapporto ininterrotto, da oltre 35 anni, con La Gazzetta di Mantova, per l’informazione e la critica musicale. Autore di una Guida all’ascolto della musica da camera dell’800 (Padova, Franco Muzzio, 1992), primo testo divulgativo in lingua italiana su questo tema, collabora costantemente, dalla sua fondazione (1981) con l’Orchestra da Camera di Mantova e dal 1993 realizza i testi illustrativi dei programmi di sala per la stagione concertistica annuale da essa promossa.
Dal 2005 è anche direttore responsabile del magazine dell’Orchestra, Musicalmente. Attivo come membro giudicante di concorsi nazionali ed internazionali d’esecuzione, collaborato- re e consulente di “Società della Musica” di Mantova, dal 1989 insegna Musica da Camera al Conservatorio di Brescia.
Conservatorio di Musica “Luca Marenzio”
piazza A. Benedetti Michelangeli, 1 – 25121 Brescia tel. 030 2886711 – fax 030 3770337 – sito www.consbs.it
Stagione 2016/2017
Romancero
Lunedì 20 marzo - ore 21
Salone Pietro da Cemmo
del Conservatorio di Brescia soprano
Cristina Pastorello
pianoforte
Andrea Zaniboni
Conservatorio di Musica “Luca Marenzio”
piazza A. Benedetti Michelangeli, 1 – 25121 Brescia tel. 030 2886711 – fax 030 3770337
sito www.consbs.it
per informazioni: Ufficio Produzione — tel. 030 2886742 e-mail: produzioneartistica@conservatorio.brescia.it
Jota
Dicen que no nos queremos Porque no nos ven hablar.
A tu corazón y al mío se lo pueden preguntar.
Ya me despido de ti, De tu casa y tu ventana;
Y aunque no quiera tu madre,
¡adiós, niña, hasta mañana!
Nana
Duérmete, niño, duerme;
duerme, mi alma, duérmete, lucerito de la mañana.
Canción
Por traidores, tus ojos voy a enterrarlos;
no sabes lo que cuesta, niña, el mirarlos.
Dicen que no me quieres;
ya me has querido...
Vayase lo ganado por lo perdido.
Polo
Ay, guardo una pena en mi pecho que a nadie se la dire.
¡Malhaya el amor, malhaya, y quien me lo dio a entender!
Jota
Dicono che non ci amiamo perché non ci vedono parlare:
al tuo cuore e al mio lo possono domandare.
Già m'allontano da te, dalla tua casa, dalla finestra, e se anche tua madre non vuole, addio, bambina, a domani!
Ninna-Nanna Dormi, bimbo, dormi, dormi anima mia, dormi, stellina del mio mattino!
Canzone
Sono traditori i tuoi occhi:
vado a seppellirli!
Non sai che costi, bimba, guardarli.
Dicendo che non m'ami già m'hai amato.
Vada il guadagno per ciò che ho perduto.
Polo
Ho nel cuore una pena che a nes'suno dirò.
Mal s'abbia l'amore e chi me lo insegnò!
El Vito
Una vieja vale un real
y una muchacha dos cuartos, Pero como soy tan pobre me voy a lo más barato.
Con el Vito, Vito, Vito con el Vito, Vito va.
No me haga “huste” cosquillas, que me pongo “colorá”.
El Vito
Canzone popolare
Una vecchia donna vale un real e una ragazza due cuartos ma io sono assai povero vado per la più economica.
Con il Vito, Vito, Vito, con il Vito, Vito, olè.
Smettila di prendermi in giro, signore altrimenti arrossirò.
Manuel de Falla Siete Canciones populares Españolas (1914)
El paño moruno
Al paño fino, en la tienda, Una mancha le cayó;
Por menos precio se vende, Porque perdió su valor.
Seguidilla murciana
Cualquiera que el tejado tenga de vidrio, No debe tirar piedras
al del vecino.
Arrieros somos; - puede que en camino Nos encontremos!
Por tu mucha inconstancia yo te comparo
Con peseta que corre de mano en mano:
Que al fin se borra, y creyéndola falsa Nadie la toma.
Asturiana
Por ver si me consolaba, Arrimóme a un pino verde Por ver si me consolaba, Y el pino, como era verde, Por verme llorar, lloraba.
Il panno moresco
Sul panno fino, nella bottega, una macchia è caduta.
Lo si vende a minor prezzo perché ha perduto il suo pregio.
Seguidilla murciana Chiunque di vetro ha il tetto, non deve tirar sassi
a quello del vicino.
Siamo mulattieri:
chissà che sui sentieri non ci si incontri!
Per la tua molta incostanza ti paragono
a moneta che passa di mano in mano:
si riga infine, e credendola falsa . nessuno la prende.
Asturiana
Per vedere se mi consolava m'accostai a un pino verde:
e il pino, com'era verde, piangeva,
vedendomi piangere.
Enrique Granados 7 Tonadillas en estilo antiguo
(1914) Lleida, 27 luglio 1867 1. Amor y OdioLa Manica, 24 marzo 1916 2. La Maja Dolorosa (n.1) 3. El Majo Timido
4. El Mirar de la Maja 5. La Maja Dolorosa (n.2) 6. El Majo Discreto 7. El Majo Olvidado
Joaquín Turina Poema en forma de Canciones op.19
(1923) Siviglia, 9 dicembre 1882 1. DedicatoriaMadrid, 14 gennaio 1949
2. Nunca olvida 3. Cantares 4. Los dos miedos 5. Las locas por amor
§
Fernando Obradors 8 Canciones clásicas españolas
(1921/1941) Barcellona, 18971. Aquel sombrero de monte
ivi,1945
2.
Del cabello más sutil3. Con amores, la mi madre 4. Al amor
5. Chiquitita la Novia 6. La guitarra sin prima 7. Tres morillas
8. El vito
Manuel de Falla Siete Canciones populares Españolas
(1914) Cadice, 23 novembre 18761. El Paño moruno
Alta Gracia, 14 nov. 1946
2. Seguidilla murciana 3. Asturiana
4. Jota 5. Nana 6. Canción 7. Polo
Romancero è un termine che designa le antiche raccolte di “romances”, componimenti epico-lirici spagnoli d’argomento storico , cavalleresco ed amoroso. José Luis Alborg ha scritto che il Romancero rappresenta la poesia nazionale nazionale per eccellenza:
"un immenso poema disperso e popolare", che rappresenta una delle poche vette nell'universo letterario, in grado di raggiungere l'anima di un popolo senza distinzione di classi e senza preparazione intellettuale. Ed a questo ricco patrimonio letterario, che incontrò durante il Romanticismo ed anche successivamente un rinnovato favore, hanno attinto Granados, De Falla, Obradors e Turina, ognuno con uno stile ovviamen- te diverso, ma comunque sempre pervaso da grande visceralità ed energia. Gli evi- dentissimi riferimenti alla musica araba ( arte mozarabica) e alla tradizione popolare non ci devono però trarre in inganno: l'immediatezza di questa musica cela una raffi- natezza ed una ri-elaborazione attentissima e geniale.
Enrique Granados, pittore dilettante e grande ammiratore del Goya , si era riproposto di dar vita a vere e proprie “pitture sonore”, mirando a riunire lo stile tardoromantico proprio della sua epoca con le atmosfere settecentesche del famoso pittore aragone- se. E così gli riuscì di trovare un perfetto equilibrio tra il folklore iberico e il proprio per- sonalissimo linguaggio musicale, che rivela ispirati legami con la scuola francese. Egli raggiungerà il massimo della sua espressività sia nella raccolta pianistica denominata Goyescas, le sua composizione più eseguita e famosa, quanto nelle Tonadillas, veri e propri quadri con protagonisti “majas y majos”, personaggi vivissimi con la loro tragi- cità, ironia e sensualità.
Joaquìn Turina, come il de Falla e Granados , visse l ’esperienza musicale a Parigi , da cui l’ evidente influenza romantico-impressionista. Era nato a Siviglia, per cui ebbe una predilezione per i ritmi tradizionali andalusi, ed il “Poema en forma de cancio- nes” è uno dei suoi cicli più noti. Con il primo brano, che è per pianoforte solo, vuole evidenziare uno stile evocativo che tornerà, con sfumature anche intime, in tutti gli altri. Il quinto ed ultimo pezzo vedrà il culmine dei sensi, dove il canto spiegato può finalmente dare libero e pieno sfogo alla sua passione.
Fernando Obradors fu un autodidatta, e compose esclusivamente cameristica, attin- gendo all’immenso patrimonio ritmico e melodico della tradizione spagnola. Le cancio- nes eseguite in questa sede sono rivisitazioni di testi classici (come la famosa “Tres Morillas m’enamoran”, tratta dal Cancionero de Palacio del XIV secolo), e di testi po- polari come “ El Vito”, dal ritmo soggiogante. Conobbe personalmente il poeta Federi- co Garçia Lorca di cui musicò alcuni testi; ma il suo linguaggio musicale ha taglio maggiormente folkloristico, rispetto agli altri tre autori presentati, e rivela una sorta di ingenuità affettuosa non priva di spunti originali e di bella coerenza.
Manuel de Falla infine è certamente uno dei più famosi maestri del ‘900. Nelle sue celeberrime “Siete Canciones populares españolas” una raffinata elaborazione della scrittura celebra un vero e proprio rinnovamento della musica d’impronta popolare.
Pur risentendo anch’egli della lezione dei francesi, (soprattutto dell’amico Ravel), non tradisce lo spirito della Spagna restando fedele al sentimento più autentico della sua terra.
Al amor
Dame Amor besos sin cuento Asido de mis cabellos
Y mil y ciento tras ellos
y tras ellos mil y ciento. Y despues…
de muchos millares; tres!
y porque nadie lo sienta desbaratemos la cuenta y…contemos al revés Chiquitita la novia (Coplas de Curro Dulce) Ah!
Chiquitita la novia Chiquitito el novio Chiquitita la sala y el dormitorio por eso yo quiero Chiquitita la cama y er mosquitero. Ah!
La guitarra sin prima La guitarra sin prima suena quejosa como estoy, yo con tigo por cierta cosa, Ay!Anda!
Como estoy
yo con tigo “Que sera”?
La guitarra que toco no tiene prima,
pero tiene bordones de plata fina, Ay!Anda! pero tiene bordones
“Que sera”?
Tres morillas
Tres morillas m'enamoran en Jaén:
Axa y Fátima y Marién.
Tres morillas tan garridas iban a coger olivas,
y hallábanlas cogidas en Jaén:
Axa y Fátima y Marién.
Y hallában las cogidas y tornaban desvaídas
y las colores perdidas en Jaén:
Axa y Fátima y Marién.
Tres morillas tan lozanas, iban a coger manzanas
en Jaén: Axa y Fátima y Marién.
All’amore
Cristóbal de Castillejo - Secolo XVII Dammi Amore baci in quantità.
Affèrrati ai miei capelli,
e mille e cento dietro di loro (nella nuca), e dietro di loro mille e cento. E poi….
di più di tre miliardi.
E perché nessuno se ne accorga scompigliamo il totale
e poi, contiamo alla rovescia.
Piccolina la sposa
Testo estratto dal Canzoniere Popolare Piccolina la sposa
e piccolino lo sposo.
Piccolina la sala e la camera nuziale.
Per questo, io provo un desiderio.
Piccolina la camera e la zanzariera.
La chitarra senza la prima
La mia chitarra senza la prima corda ha un suono lamentoso,
come io lo sono con te
per una certa cosa “ Che sarà”?
Ay! Va’!
Come io lo sono con te “ Che sarà”?
La chitarra che suono non ha la prima corda, però ha la corda di tono basso d’argento fine.
Ay! Va’! Però ha la corda di tono basso
“Che sarà?...
Tre morette
Tema popolare del secolo XV Tre morette mi innamorano a Jaen, Aisha, Fatima e Marien.
Tre morette tanto garrule, andavano a raccogliere le olive.
Facevano la raccolta a Jaen:
Aisha, Fatima e Marien.
e fatta la raccolta, e tornavano pallide,
e avevano perso Il colore a Jaen, Aisha, Fatima e Marien.
Tre morette tanto festose, andavano a raccogliere mele, a Jaen: Aisha, Fatima e Marien.
Fernando Obradors 8 Canciones clásicas españolas
(1921/1941)Aquel sombrero de monte Aquel sombrero de monte, hecho con hojas de palma.
¡Ay!¡Ay!¡Ay! Que me le lleva el río.
¡Ay!¡Ay!¡Ay! Que me le lleva el agua.
No he de tener mas mi huerta a la ribera cercana.
¡Ay!¡Ay!¡Ay! Que me le lleva el río.
¡Ay!¡Ay!¡Ay! Que me le lleva el agua.
Se va yento poco a poco y ya no me queda nada,
¡Ay!¡Ay!¡Ay! Que me le lleva el río.
¡Ay!¡Ay!¡Ay! Que me le lleva el agua.
Aquel sombrero de monte,
¡Ay!¡Ay!¡Ay! Que me le lleva el agua.
Del cabello más sutil (Dos cantares populares) Del cabello más sutil que tienes en tu trenzada he de hacer una cadena para traerte a mi lado
Una alcarraza en tu casa chiquilla, quisiera ser para besarte en la boca, cuando fueras a besar. Ah!
Con amores, la mi madre Con amores la mi madre con amores me dormì Asi dormida sonaba lo que el corazón velaba que el amor me consolaba con mas bien que mereci Adormeciome el favor que amor me dió con amor Dió descanso a mi dolor La fe con que le servì Con amores la mi madre Con amores me dormì!
Quel cappello da montagna Jota castellana
Quel cappello da montagna, intrecciato con foglie di palma Non devo più lavorare nell’orto vicino alla riva
Ay! Ay! Ay! me lo trascina via il ruscello Ay!Ay !Ay! me lo trascina via l’acqua!
Mi spiace per un nastro colorato che gli avevo messo
Ay! Ay! Ay! me lo trascina via il ruscello Ay! Ay! Ay! me lo trascina via l’acqua!
Se ne va poco a poco, ed ora non ce l’ho più.
Ay! Ay! Ay! me lo trascina via il ruscello Ay! Ay! Ay! me lo trascina via l’acqua!
Aquel sombrero de monte, hecho con hojas de palma.
Del capello più sottile (Due cantares popolari) Del capello più sottile della tua treccia, voglio fare una catena per attirarti a me:
vorrei essere una brocca che hai in casa, così da baciarti la bocca
ogni volta che bevi.
Con amore, mia madre Juan Anchieta - secolo XV Con amore,
mia madre mi addormentò E così addormentata,
sognavo ciò che il cuore velava, che il mio amore mi corrispondeva più di quanto non meritassi.
Cullata, col favore
che l’amore mi dispensava con amore, Diede tregua al mio dolore.
La fede di cui mi valsi.
Con amore mia madre mi addormentò.
Enrique Granados 7 Tonadillas en estilo antiguo
(1914) Amor y OdioPensé que yo sabrìa ocultar la pena mia, que por estar en lo profundo,
no alcanzará a ver el mundo
este amor callado que un majo malvado en mi alma incendió.
Y no fue asi, porque el vislumbró el pesar oculto en mi.
Pero fue en vano que vislumbrará, pues el villano mostrose ajeno de que le amara,
y esta es la pena que sofro ahora:
sentir mi alma llena
de amor por quien me olvida, sin que una luz alentadora surja en las sombras de mi vida.
La Maja Dolorosa ( n. 1)
Oh muerte cruel! Por que tu a traición mi mayo arrebataste a mi pasión?
No quiero vivir sin él, Porque es morir asi vivir!
No es posible ya sentir mas dolor:
en lagrimas deshecha mi alma esta.
Oh Dios! Torna mi amor, porque es morir asi vivir.
El Majo Timido Llega a mi reja
y me mira por la noche un majo.
Que en cuanto me ve y suspira se va calle abajo.
Ay! Que tio mas tardio, si asi se pasa la vida, estoy divertida.
El mirar de la Maja
Por que es en mi ojos tan hondo el mirar?
Que a fin de cortar desdenes y enojos los suelo entornar.
Que fuego dentro llevaran qui si acaso con calor los clavo en mi amor,
sonrojo me dan.
Por eso el chispero á quien mi alma di, al verse ante mi me tira el sombrero y diceme asi: Mi maja! No me mires mas, que tus ojos rayos son,
y ardiendo en pasion, la muerte me dan.
Amore e Odio
Credevo che sarei stata capace di nascondere la mia pena,
che stando nel profondo non venisse alla luce questo taciuto amore che un uomo malvagio aveva acceso nella mia anima.
E non fu così perché egli scorse la pena nascosta in me.
Però fu invano il fatto che se ne accorse, perché il villano si mostrò del tutto indiffe- rente che lo amassi.
e questa pena io soffro ancora:
sentir la mia anima piena di amore per chi mi ignora,
finchè una luce incoraggiante squarcerà l’ombra della mia vita
La Maja Dolorosa 1
Oh morte crudele! Perchè a tradimento Rubasti il mio uomo alla mia passione Non voglio più vivere senza di lui, perché è morire vivere così.
Non è possibile sentire più dolore Nelle lacrime si dissolve la mia anima.
Oh Dio! Torna mio amore perché è morire vivere così.
L’uomo timido
Si avvicina alla mia cancellata e mi osser- va a tarda sera un ragazzo
che non appena mi scorge, sospira e va via giù per la strada.
Ah, che tipo assai lento: se passa la vita così, sai che divertimento
.
Lo sguardo della Maja
Perché nei miei occhi c’è uno sguardo così profondo che per evitare disprezzo e odio sono costretta ad abbassarli?
Quale fuoco possiedono se quando li rivol- go con calore verso il mio amore essi mi fanno arrossire?
Questa è la ragione per la quale l’uomo al quale ho donato la mia anima, davanti a me abbassa il suo cappello e mi dice così:
“Mia bella, non mi guardare più perché i tuoi occhi trafiggono e ardendo di passione la morte mi danno”.
La Maja Dolorosa (n.2)
Ay! Majo de mi vida, no, no, tu no ha muer- to!
Acaso yo existiese si fuera eso cierto?
Quiero loca besar tu boca!
Quiero segura gozar mas de tu ventura.
Ay! De tu ventura.
Mas Ay! Deliro, sueño, mi majo no existe, en torno mio el mundo lloroso esta y triste A mi duelo non hal lo consuelo
mas muerto y frio
siempre el majo sera mio. Ay! Siempre mio.
El Majo Discreto
Dicen que mi majo es feo;
es posible que si que lo sea,
que amor es deseo que ciega y marea ha timepo que se que quien ama no vé.
Mas si no es mi majo un hombre que por lindo descuelle y asombre, en cambio es discreto y guarda un secreto que yo posé en el sabiendo que es fiel.
cual es el secreto que el majo guardo?
Serìa indiscreto contarlo yo.
No poco trabajo costará saber secretos de un majo con una mujer.
Nacio en Lavapies.
Eh! Eh! Es un majo, un majo es.
El majo olvidado
Cuando recuerdos los dias pasados, piensa en mi, piensa en mi.
Cuando de florse llene tu reja piensa en mi, piensa en mi.
Pobre del majo olvidado!
Que duro sofrir!
Pues que la ingrata le dejó, no quiere vivir.
Cuando las noches serenas cante el ruiseñor,
piensa en el majo. Ah!
La Maja Dolorosa (n.2) Ah! Mayo della mia vita, no…
tu non sei morto!
Come potrei io esistere se questo fosse vero?
Desidero, pazza, baciare la tua bocca!
Desidero sicura condividere la tua sventura.
Ma, ahimè, deliro, sogno, il mio uomo non è (più),
e intorno a me il mondo doloroso e triste.
Al mio dolore non c’è consolazione.
Più morto e freddo, sempre questo uomo sarà mio!
Il Majo Discreto
Dicono che il mio uomo è brutto.
Può essere che lo sia, poiché amor è un desiderio che acceca e stordisce;
Da sempre si sa che l’amore è cieco.
Ma se il mio uomo non risalta
e colpisce per la sua bellezza, in cambio è discreto e conserva un segreto, che ho riposto in lui, sapendo che è affidabile.
Qual è il segreto
che il mio uomo ha custodito?
Sarebbe indiscreto se lo raccontassi io.
Non poca fatica costerò svelare I segreti di un uomo con una donna.
E’ nato a Lavapies (quartiere di Madrid) Ah! E’ un uomo, un uomo è!
Il Majo Dimenticato
Quando ricordi i giorni passati, pensa a me, pensa a me.
Quando di fiori si riempiono
le tue cancellate, pensa a me, pensa a me.
Povero Majo dimenticato, che duro soffrire!
Da quando l’ingrata lo ha lasciato, non vuole più vivere.
Quando nella notte serena canta l’usignolo, pensa al Majo dimenticato
che sta morendo di amore. Ah!
Nunca olvida …..
Ya que este mundo abandono antea de dar cuenta a Dios, aqui para entre los dos mi confesión te diré.
Con toda el alma perdono
hasta a los que siempre he odiado.
A ti que tanto te he amado nunca te perdonaré!
Cantares
Màs cerca de mi te siento Cuando màs huyo de tì, pues tu imagen es en mi sombra de mi pensamiento.
Vuévemelo a decir pues embelesado ayer te escuchaba sin oir y te miraba sin ver.
Los dos miedos
Al comenzar la noche de aquel dia ella lejos de mi,
Por que te acercas tanto? Me decìa, tengo miedo de ti.
Y después que la noche hubo pasado dijo, cerca de mi:
por qué te alejas tanto de mi lado?
Tengo miedo sin ti!
Las locas por amor
Te amaré diosa Venus si prefieres que te ame mucho tiempo y con cordura y respondió la diosa de Citeros:
prefiero como todas las mujeres
que me amen poco tiempo y con locura.
Te amaré diosa Venus, te amaré.
Mai dimentica …..
Poiché lascio questo mondo, prima di render conto a Dio,
mi confesserò con te, a quattr’occhi.
Con tutta l’anima perdono quanti ho sempre odiato.
A te, che tanto ho amato, non perdonerò nulla.
Cantares
Ah! Tanto più mi sento a te vicino, quanto più ti evito,
poiché la tua immagine è con me, come ombra dei miei pensieri.
Ah! Tornamelo a dire, poiché ero come incantato, e ti sentivo senza ascoltare e ti guardavo senza vedere.
Le due paure
Al cader della notte, dopo quella giornata, ella, lontana da me:
“Perché ti avvicini tanto?- mi disse - Ho paura di te”.
E dopo che la notte fu trascorsa, ella disse, vicino a me:
“Perché ti allontani dalla mia parte?
Ho paura senza di te”.
Le pazze per amore
Ti amerò, o dea Venere, se preferisci che io ti ami per molto tempo
e con giudizio.
E rispose la dea di Citera:
“Preferisco come tutte le donne che tu mi ami per poco tempo e con cura”.
“TI amerò, divina Venere, ti amerò!”