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Il metodo fitosociologico per il monitoraggio degli habitat del SIC "Biviere e Macconi di Gela" (Sicilia meridionale)

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Quad. Bot. Amb. Appl., 19 (2008):67-72.

Il metodo fitosociologico per il monitoraggio degli habitat del SIC "Biviere e Macconi di Gela" (Sicilia meridionale)

G. BAZAN, G. DOMINA & F.M. RAIMONDO

Centro Interdipartimentale di Ricerche sulla Interazione Tecnologia-Ambiente (C.I.R.I.T.A.), Università degli Studi di Palermo, Via Archirafi 28 - 90123 Palermo.

ABSTRACT. - The phytosociologic methodfor habitat monotoring of the "Riviere e Macconi di Gela" SCI (Southern Sicily) -The methodological approach to evaluate and control operational and structural works and expected results from the ope- rational plan of the "Biviere e Macconi di Gela" SCI (Southern Sicily) is here presented. Vegetation was chosen for habi- tats survey and monitoring because it is a fundamental landscape compound and perceptible expression of ecosystems from both structural and functional poìnt of view. It was surveyed using the phytosociological method. The diachronic analysis, during 1 O year, on permanent areas will allow to understand vegetation dynamics in relation with existing human pressu- res and to steer its management toward a sustainable and eco-compatible territory development.

Key words: Natura 2000 network, monitoring, indicators, Sicily.

INTRODUZIONE

La Direttiva Habitat (92/43/CEE del 21 maggio 1992) affronta la problematica della conservazione della Biodiversità a tutti i livelli di complessità. La conservazio- ne di alcune specie della flora e della fauna, considerate come elementi caratterizzanti delle Biodiversità del Continente europeo, viene portata avanti anche attraverso la conservazione non solo di habitat naturali ma anche di habi- tat seminaturali. L'inserimento nell'allegato I della direttiva anche di ambienti seminaturali risultanti da attività antropi- che che li hanno generato e mantenuti nel tempo, ha rap- presentato un altro element-o innovativo nella tematica della conservazione della natura. La presenza nella rete "Natura 2000" di porzioni di territorio antropizzati ci pone, infatti, di fronte ad alcune problematiche di gestione. Conservare gli habitat seminaturali significa mantenere gli usi del terri- torio a cui questi sono legati e tenendo presenti tutte le interrelazioni tra processi naturali e attività antropiche che hanno luogo all'interno di un sistema complesso qual'è il paesaggio. Pertanto, la tutela della biodiversità non può essere condotta ad un singolo livello organizzativo ma deve essere una conservazione multiscalare. Conservare il pae- saggio significa conservare la biodiversità ecosistemica (fitocenotica e ambientale) presente al suo interno, la diver- sità specifica (floristica e faunistica) e la diversità infraspe- cifica delle piante coltivate presente nell'ambito dei pae- saggi agrari tradizionali, strettamente connessi alla diversi- tà culturale e storica dei vari paesi. In quest'ottica la gestio- ne dei siti Natura 2000 (SIC, ZPS) degli habitat e delle spe- cie che in essi insistono deve essere intesa come un'azione

di pianificazione che metta in relazione processi naturali e dinamiche socio-economiche.

Altro elemento di interesse presente nella Direttiva Habitat è l'identificazione dei singoli habitat con le corri- spettive fitocenosi, definita sulla base delle specie vegetali rappresentative o di sintaxa, secondo il linguaggio proprio della fitosociologia. La stretta correlazione tra combinazio- ne specifica dell'associazione vegetale e assetto ecologico del biotopo, su cui questa disciplina basa l'analisi e la carat- terizzazione della vegetazione, permette, infatti, sia di rico- noscere la componente biotica direttamente percepibile del- 1' ecosistema sia di fornire indicazioni sulle caratteristiche della componente ambientale dello stesso.

Il ruolo della fitosociologia non si esaurisce soltanto nell'individuazione degli habitat presenti all'interno della Rete Natura 2000, ma gioca un ruolo ancora più importan- te nella fase di studio per i piani di gestione e nell'indiriz- zare le scelte più idonee per la salvaguardia ed il recupero delle specie e degli habitat. Un altro momento importante è la fase di monitoraggio attraverso la quale verificare nel tempo interventi gestionali, strutturali e risultati attesi.

La direttiva Habitat apre, quindi, un momento impor- tantissimo per gli studi geobotanici per quanto concerne il monitoraggio e valutazione dello stato soddisfacente degli habitat e dell'intera Rete Natura 2000 (BLASI, 2007).

Nel presente contributo vengono presentati i primi risul- tati delle attività del piano di monitoraggio decennale del territorio del SIC/ZPS Biviere e Macconi di Gela. Le attivi- tà di monitoraggio sono state previste nell'ambito del

"Piano di gestione monitoraggio e di ricerca dell'area SIC Biviere e Macconi di Gela e riqualificazione dell'ambito

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<lunale" (AA.VV., 2005) prodotto come misura di compen- sazione ambientale nel S.I.A. del progetto di realizzazione del Metanodotto di Importazione dalla Libia, seguita da Aquater S.p.A., società del gruppo ENI. Il piano di monito- raggio riguarda gli aspetti vegetazionali, dell'avifauna e degli insetti, nonché le analisi delle acque. La finalità del- l'attività di monitoraggio riguardano la verifica nell'arco temporale prescelto delle condizioni degli ecosistemi in relazione agli interventi gestionali e strutturali e ai risultati attesi.

AREA DI STUDIO

Il S.I.C. Biviere e Macconi di Gela, ricade ad Est della città di Gela, tra il fiume Gela ed fiume Dirillo con una superficie di circa 3.600 ettari ed uno sviluppo, lungo la costa, di circa 6 Km. Elemento centrale del SIC è il Biviere di Gela, un lago d'acqua dolce posto all'interno del sistema

<lunale dei Macconi di Gela. Il lago, con il D.M. 300/87, è stato definito Zona Umida di Importanza Internazionale (Ramsar, 1985) e successivamente l'area è stata riconosciu- ta dalla Regione Siciliana come Riserva Naturale Orientata (R.N.O.) con Decreto 585 del 1997. La Riserva, interamen- te contenuta nel SIC, ha una superficie di 336 ettari. Il Biviere è stato, inoltre, inserito nella lista delle aree indivi- duate con criteri IBA (cod. IBA 1989: IT149 "Biviere e Piana di Gela") ed è soggetto a vincolo idrogeologico e a vincolo paesaggistico.

Diversi sono i lavori scientifici sulla flora e la vegeta- zione costiera della Sicilia che hanno fornito elementi cono- scitivi anche su questo tratto di litorale (Frei, 193 7; BRULLO

& FURNARI, 1971; RONSISVALLE, 1979; RAIMONDO & al.,

1990) altri studi più recenti hanno riguardato questo territo- rio (ILARDI & al., 2000; Grusso DEL GALDO & SCIANDRELLO, 2003; MINISSALE & SCIANDRELLO, 2005; TOMASELLI & al., 2005) o la Riserva in particolare (BRULLO & SCIANDRELLO, 2006), evidenziando le peculiarità floristiche e vegetaziona- li di territorio. Come sottolineato dai diversi autori, nell' a- rea è presente una flora specializzata sia sotto il profilo eco- logico che fitogeografico, legata ad una elevata diversità ecologico-ambientale del contesto territoriale che presenta non solo l'area lacustre del "Biviere" e le dune sabbiose dei

"Macconi", ma anche l'estesa area salmastra, periodica- mente sommersa, della Piana del Signore e le colline sab- biose (paleodune) di Piano Stella.

L'elemento caratterizzante il paesaggio è rappresentato dalle attività agricole e dalla massiccia presenza di serre per ortaggi che insistono essenzialmente su tutto il cordone

<lunale, dalla parte interna della "duna relitta" sino a ridosso al mare, in prossimità della spiaggia. Le serre disposte in direzione parallela e perpendicolare alla linea di costa sono intercalate da fitta maglia di strade imbrecciate, utilizzate per il passaggio dei mezzi per il carico e lo scarico, che lasciano poco spazio ad aree libere, ancora ricoperte da vegetazione ma spesso adibite a discariche abusive. Verso l'interno collinare, il paesaggio agrario è improntato da vigneti, oliveti e mandorleti oltre che dalle colture in serra che hanno alterato i caratteri peasaggistici di questo territo- rio.

Nonostante l'elevata antropizzazione, l'area ospita numerose specie endemiche o rare come Muscari gussonei (Parl.) Nyman, Retama raetam subsp. gussonei (Webb) 68

Greuter, Torilis nodosa subsp. nemoralis Brullo, Cutandia divaricata (Desf.) Benth., Hormuzakia aggregata (Lehm.)

Gu~ul., Lobularia libyca (Viv.) Meisn., nella fascia <lunale (ILARDI & al., 2000; Grusso DEL GALDO & SCIANDRELLO, 2003), Juniperus turbinata Guss., Nonea vesicaria (L.) Rchb., Tuberaria villosissima var. sicula Grosser., sulle col- line sabbiose (MINISSALE & SCIANDRELLO, 2005), e Tamarix arborea (Sieb., ex Ehrenb.) Bunge, Chenopodium botryoi- des Sm., Cyperus alopecuroides (Rottb.), Leptochloa fusca subsp. uninervia (J. Presl) N. Snow, nei pressi del Biviere (BRULLO & SCIANDRELLO, 2006).

Anche dal punto di vista vegetazionale l'area riveste un certo interesse, come mostrano le diverse associazioni vege- tali descritte recentemente (Loto halophili-Stipetum capen- sis Minissale & Sciandrello 2005, Heleochloo schoenodis- Choenopodietum botryoidis Brullo & Sciandrello 2006, Tamaricetum africano-arboreae Brullo & Sciandrello 2006, Bolboschoeno compacti-Cyperetum alopecuroidis Brullo &

Sciandrello 2006).

GLI HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO

I tipi di habitat, individuati riferendosi alle tipologie riporta- te nell'Allegato I della Direttiva 42/93 CEE, sono stati defi- niti partendo dagli studi fitosociologici condotti per il terri- torio in esame e dall'esame del Manuale di Interpretazione degli habitat (EUROPEAN COMMISSION, 2003). Di seguito si riporta una breve descrizione degli habitat presenti nell'a- rea, in accordo a quanto riportato negli ultimi formulari standard del SIC.

1210 -Vegetazione annua delle linee di deposito marine Questo habitat è localizzato lungo il litorale del SIC ed è costituito dalla porzione afitoica e dalla prima fascia occu- pata da specie annuali alofile del Salsolo-Cakiletum mariti- mae Costa & Mansanet 1981 corr. Rivas-Martinez & al.

1992.

1310 - Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose

Interessa comunità vegetali di alofite a ciclo annuale, localizzate all'interno deU'area del SIC, nella Piana del Signore, che durante la stagione invernale si inonda per brevi periodi. In particolare la fitocenosi presente nell'area, dal punto di vista fitosociologico, è riferibile al Chamaemelo-Leontodentetum muelleri Brullo & Siracusa 2000.

1410 -Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritim1) Habitat salmastri localiz.zati nelle stazioni sabbiose più ele- vate. Nel caso specifico può essere rappresentato da forma- zioni ad emicriptofite riferibili alle associazioni Juncetum maritimo-acuti Horvatic 1934 ed lmperato-Juncetum litora- lis Brullo & Fumari 1976, presenti sul versante meridionale del Biviere di Gela.

1420 - Praterie e fruticeti mediterranee e termoatlanti- che (Sarcocornietaea fruticosi)

Questo habitat può essere riferito allo Junco subulati- Sarcocornietum fruticosae Brullo 1988, vegetazione che si adatta a suoli molto salati e soggetti a lunghi periodi di inon- dazione, presente nella parte meridionale della Piana del Signore.

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2110 -Dune mobili embrionali

La prima espressione di vegetazione che si rinviene in contatto catenale con la vegetazione annua delle linee di deposito marine è caratterizzata da una comunità pauciflora alofila a dominanza di Agropyron junceum cui si associa Sporobolus virginicus (L.) Kunth, Achillea maritima (L.) Ehrend. & Y. P. Guo, Cyperus capitatus Vandel, Polygonum maritimum L., ecc. riferibile al Cypero capitati- Agropyretum juncei Kiihnholtz-Lordat (1923) Br.-Bl. 1933.

2120 -Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria ("Dune bianche")

Questa tipologia si localizza nella porzione più alta ed evoluta della duna, dove la sabbia viene fissata da un'asso- ciazione caratterizzata da Ammophiia arenaria subsp. arun- dinacea H. Lindb fil., Medicago marina L., Echinophora spinosa L., Eryngium maritimum L., Silene nicaeensis All.

var. nicaeensis, Sporobolus virginicus (L.) Kunth, Launaea fragilis (Asso) Pau, Hormuzakia aggregata (Lehm.) Gu~ul.,

ecc. riferibile al Medicagini marinae-Ammophiletum australis Br.-Bl. 1921 corr. Prieto & Diaz 1991.

2210 -Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae Questo habitat tipico di ambienti di retroduna con sabbie stabilizzate e substrato dissalato, è espresso da una fitoce- nosi costituita da piccole specie suffruticose ed erbacee perenni o anche annuali, quali Ononis hispanica subsp.

ramosissima (Desf.) Forther & Podlech, Centaurea sphae- rocephala L., Euphorbia terracina L., Seseli tortuosum var.

maritimum Guss., ecc., ascritta al Centaureo-Ononidietum ramosissimae Br.-Bl. & Frei in Frei 193 7.

2230 -Dune con prati dei Malcolmietalia

L'habitat interessa aspetti di vegetazione insediate su sabbie stabili ascritte al Vulpio-Leopoldietum gussonei Brullo & Marcenò 1974. Si tratta di una comunità costituita prevalentemente da terofite a fioritura primaverile (marzo- aprile) localizzate ad est del Biviere tra le quali figura Muscari gussonei, specie di interesse comunitario.

2250* -Dune costiere con Juniperus spp.

Questa tipologia interessa un aspetto di macchia molto specializzata e di notevole interesse fitogeografico: lo Junipero-Quercetum calliprini Bartolo, Brullo & Marcenò 1982, vegetazione fisionomicamente dominata da Juniperus turbinata e Quercus calliprinos Webb cui si accompagnano altre sclerofille termofile dell' Oleo-Ceratonion. Si tratta di una vegetazione psammofila legata a complessi <lunali che nell'area si estendono anche per diversi chilometri verso l'interno, fino a Piano Stella.

3170* - Stagni temporanei mediterranei

In questo habitat possono essere fatti rientrare aspetti di vegetazione igrofila a carattere temporaneo, presenti sui bordi del lago, disposte per fasce discontinue legate, soprat- tutto, alle caratteristiche granulometriche del suolo e al periodo di sommersione. Dal punto di vista fitosociologico, come evidenziato da BRULLO & ScrANDRELLO (2006), si tratta di diverse associazione delle classi Phragmito- Magnocaricetea Klika in Klika & N ovak 1941 e Isoeto- Nanojuncetea Br.-Bl. & R.Tx. ex Westhoff et al. 1946.

5330 - Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici L'habitat include macchie ed arbusteti che nel SIC in

esame sono rappresentati da aspetti degradati, riferibili all' Oleo-Ceratonion, e da garighe legate sempre a substrati . sabbiosi, in situazioni ambientali marcatamente xeriche.

Espressione di quest'ultima tipologia sono Asparago stipu- laris-Retametum gussonei Brullo, Guarino & Ronsisvalle 2000, le garighe a rosmarino del Rosmarino- Coridothymetum capitati Fumari 1965 e l 'Hyparrhenio- H elianthemetum sessiliflori Brullo, Giardina, Minissale &

Spampinato 1987, un'associazione ricca di camefite e nano- fanerofite come Teucrium fruticans L., Coridothymus capi- tatus (L.) Rchb. fil., Fumana thymifolia (L.) Spach, Micromeria graeca (L.) Benth. ex Rchb. subsp. graeca, Rosmarinus officinalis L., Cistus salvifolius L., ecc.

6220* - Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea

Questo Habitat riguarda praterie xerofile costituite da mosaici di terofite frammiste a specie erbacee perennanti.

Nell'area in esame la tipologia è rappresentata da praterie perenni con Hyparrhenia hyrta (L.) Stapf e, più di rado, Ampelodesmos mauritanicus (Poir.) T. Durand & Schinz, nonché da aspetti di vegetazione con esigenze marcatamen- te termo-xerofile dominati da Stipa capensis Thunb., a cui si accompagnano alcune specie psammofile come Ononis hispanica subsp. ramosissima, Centaurea sphaerocephala ed Euphorbia terracina.

92DO - Gallerie e forteti ripari meridionali (Nerio- Tamaricetea e Securinegion tinctoriae)

Questa tipologia comprende aspetti di vegetazione ripa- riale di tipo pioniero che tollerano bene i disseccamenti esti- vi. Aspetti di vegetazione riferibili a questo habitat sono pre- senti sia lungo le sponde dei principali corsi d'acqua, dove, spesso, rappresentano aspetti di sostituzione di formazioni con salici, sia nella parte settentrionale del lago Biviere dove è presente una boscaglia a tamerici riferita al Tamaricetum africano-arboreae Brullo & Sciandrello 2006.

Un ruolo marginale nel SIC hanno gli habitat 1430 - Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano-Salsoletea) e 151 O*

- Steppe salate mediterranee (Limonietalia) legati rispettiva- mente agli ambienti argillosi con clima particolarmente arido ed agli aspetti steppici salmastri con Lygeum spartum L., localizzati ai margini dell'area.

MONITORAGGIO AMBIENTALE

Il piano gestione è redatto nel 2005 (AA.VV., 2005) si riferisce, per ciò che riguarda le proposte di gestione e gli obiettivi dei progetti di qualificazione ambientale, a quanto riportato nel Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio 03/09/2002 "Linee guida per la gestio- ne dei Siti Natura 2000". Secondo questo decreto, il Piano di Gestione (PdG) va articolato nel quadro conoscitivo che tiene conto delle componenti fisiche, biologiche, socio-eco- nomiche, archeologiche, architettoniche-culturali e paesag- gistiche. Per quanto riguarda le componenti biotiche del sito, particolare attenzione viene posta alle descrizione delle caratteristiche floristico-vegetazionali e faunistiche ed alle specie e habitat per le quali il sito è stato individuato, non- ché alla verifica ed aggiornamento dei dati riportati nelle schede natura 2000.

Il secondo punto che il PdG deve tenere in considerazio-

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13°0'0"E 14°0'0"E 15°0'0"E

2458000

1. Arenile privo di vegetazione 2. Comunità psammofile della duna

I 3. Comunità retrodunali su sabbia - 4. Comunita delle piane salse retrodunali

5. Comunità delle praterie steppiche

2460000

38°0'0"N

37°0'0"N

2460000

- 6. Comunità delle aree palustri (Aggruppamento a Tamarix sp.) - 7. Comunità delle aree palustri (Fascia a Phragmites)

- 8. Comunità delle aree palustri (Fascia a Typha e Schoenoplectus)

2462000 2464000

V.14

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12

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2462000 2464000

- 9. Comunità delle aree lacustri

V.13

V.15

- 10. Comunità dei canali di drenaggio e di scarico e dei torrenti - 11. Popolamenti forestali artificiali

- 12. Seminativi e colture agricole di pieno campo - 13. Colture arboree intensive (Fruttiferi vari) - 14. Colture arboree estensive (Oliveti)

- 15.Vigneti 16. Colture protette

- 17. Comunità nitrofile e delle aree costruite

e

Punti di monitoraggio Fig. 1 -Paesaggio vegetale del SIC e localizzazione dei punti di monitoraggio (scala: 1: 56.000).

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ne riguarda le analisi di valutazione delle esigenze ecologi- che di habitat e specie. Esso implica l'individuazione di indicatori specifici per monitorare l'andamento dello stato di conservazione di specie ed habitat nel tempo e l'influen- za dei fattori socio-economici e biologici.

Il monitoraggio, di durata decennale, effettuato su aree permanenti permetterà di comprendere le dinamiche vegeta- zionali in relazione alle pressioni antropiche esistenti e di orientare la gestione verso uno sviluppo del territorio soste- nibile ed eco-compatibile. Come indicatore dello stato di conservazione degli habitat e delle specie, è stata scelta l' as- sociazione o, in qualche caso, l'aggruppamento vegetale.

Come metodologia di indagine sulle comunità vegetali si è scelta l'analisi fitosociologica dassica della Scuola Sigmatista di Zurigo-Monpellier, integrata in base alle più moderne acquisizioni (BIONDI & al., 2004).

I rilevamenti fitosociologici - che hanno, innanzitutto, permesso la caratterizzazione vegetazionale dell'area - sono stati condotti in 17 punti di monitoraggio (Fig. 1 ), distribui- ti in modo da interessare sia gli stessi habitat che le fitoce- nosi più significative del Sito. Dei punti scelti, 5 sono stati collocati all'esterno dell'area, lungo i corsi d'acqua (Torrente Valle Torta e Fiume Dmllo) e sulle pendici di Piano Stella, al fine di monitorare aspetti di vegetazione di particolare interesse fitogeografico come ad esempio la macchia a sclerofille con Juniperus turbinata e Quercus ca/- liprinos o la gariga con Helianthemum sessilifiorum.

Ogni punto di monitoraggio è stato individuato attraver- so una coordinata GPS e non presenta nessun tipo di prote- zione che possa interferire con le normali interazioni con il contesto circostante, compreso il disturbo antropico (pasco- lo, incendio, discarica rifiuti, ecc.). La superficie di rileva- mento non è fissa ma è legata al popolamento elementare.

Un quadro sintetico dei punti di monitorattio è riportato in tabella 1, dove per ognuno dei punti di monitoraggio si riporta il sintaxon di riferimento, l'habitat e le specie elen- cate nei formulari standard.

CONCLUSIONI

I risultati ottenuti permettono di delineare un quadro cono- scitivo più ampio e completo degli habitat di interesse comunitario presenti nel SIC "Biviere e Macconi di Gela". Soltanto attraverso una conoscenza accurata degli habitat, del paesaggio vegetale e dei cambiamenti che si svolgono nel tempo è possibile dare indirizzi gestionali e priorità di intervento.

Nel complesso i popolamenti elementari osservati nel primo triennio (2005-2008) hanno mostrato modificazioni qualitative (composizione della flora vascolare) e quantita- tive (indici di abbondanza-dominanza) non significative che mostrano una certa stabilità ecologica dell'area. Eventi apparentemente negativi come gli incendi che si sono ripe-

Tab. l - Sintaxa o vegetazioni rilevati nel sito e relativi habitat e taxa vegetali elencati nei formulari standard.

Sito Sintaxon I Vegetazione Habitat (92/43/CEE) Taxa elencati nei formulari VI Chamaemelo-Leontodontetum 131 O - Vegetazione annua pioniera a Salico mia Leontodon muelleri

muelleri sp.pl. e altre soecie delle zone fangose e sabbiose V2 Junco subulati- 1420 - Praterie e fruticeti mediterranee e

Sarcocomietum alpinii termoatlantiche (Sarcocometaea fruticosi)

V3 Ephedro-Juniperetum 5330 - Arbusteti termo-mediterranei e pre- Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa,

macrocarpae desertici· Lycium intricatum, Echinophora spinosa

V4 Asparago-Retametum gussonei 5330 - Arbusteti termo-mediterranei e pre- Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa,

desertici Lycium intricatum, Echinophora spinosa

V5 Medicagini marinae- 2120-Dune mobili del cordone litorale con Echinophora spinosa, Eryngium maritimum, Ammophiletum australis presenza di Ammophila arenaria ("dune bianche") Medicago marina, Silene nicaeensis V6 Popolamento a Phragmites

australis

V7 Frammenti di macchia a 5330 - Arbusteti termo-mediterranei e pre- Juniperus turbinata Pistacia lentiscus desertici

V8 Vulpio-Leopoldietum gussonei 2230 -Dune con prati dei Malcolmietalia Muscari gussonei

V9 Typho-Schoenoplectetum Lippia nodiflora

glauci

VIO Aggruppamenti a Tamarix 92DO - Gallerie e forteti ripari meridionali Bryonia acuta africana (Nerio-Tamaricetea e Securinegion tinctoriae)

Vll Scirpetum maritimo-compacti 92DO -Gallerie e forteti ripari meridionali (Nerio-Tamaricetea e Securinegion tinctoriae) Vl2 Praticelli effimeri a Stipa 6220* - Percorsi substeppici di graminacee e

capensis piante annue dei Thero-Brachypodietea

Vl3 Junipero-Quercetum calliprini 2250* - Dune costiere con Juniperus spp. Juniperus turbinata, Quercus calliprinos

V14 Rosmarino-Coridothymetum 5330 - Arbusteti termo-mediterranei e pre-

capitati desertici

V15 Hyparrhenio-H elianthemetum 5330 - Arbusteti termo-mediterranei e pre- Helianthemum sessiliflorum

sessiliflori desertici

V16 Frammenti di boscaglie ripali a 92DO - Gallerie e forteti ripari meridionali Salix pedicellata (Nerio-Tamaricetea e Securinegion tinctoriae)

Vl7 Centaureo-Ononidietum 221 O - Dune fisse del litorale del Crucianellion Silene nicaeensis

ramosissimae maritimae

Nota: Echinophora spinosa, Eryngium maritimum, Medicago marina e Silene nicaeensis elencate al punto 3.3 del Formulario standard aggiornamento 2005-04 non sono elencate nell'aggiornamento 2005-12.

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tuti ogni estate in alcuni siti (V.12 e V.15), contribuiscono a mantenere lo stato di semi-naturalità degli habitat presenti e in particolare del 6220* e del 5330.

I dati finora rilevati hanno un carattere preliminare e sono insufficienti per la definizione di azioni causa-effetto tra modifiche della struttura della comunità ed alterazioni di tipo ambiente. Infatti, per poter analizzare le complesse interrelazioni tra fattori abiotici, biotici ed antropici occorre di regola un arco temporale di osservazione di diversi anni.

Inoltre, per meglio apprezzare la dinamica vegetazionale ed avere informazioni quantitative di dettaglio sul pattern della fitocenosi, che vadano oltre a quelle fomite dal metodo fito- sociologico (incidenza in copertura dei taxa), si rende neces- sario coadiuvare il rilevamento delle fitocenosi con una car- tografia di dettaglio, su aree di 100 m2, che attraverso la mappatura ripetuta dell'eterogeneità spaziale delle sinusie all'interno della comunità, ne evidenzi i rapporti dinamici e spaziali.

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RINGRAZIAMENTI - Lavoro effettuato nell'ambito della Convenzione tra il Centro Interdipartimentale di Ricerche sulla Interazione Tecnologia-Ambiente (C.I.R.I.T.A.) dell'Università di Palermo e Snamprogetti S.p.A "Piano di monitoraggio decen- nale del SIC "Biviere e Macconi di Gela" - Indagine vegetazionale e analisi parametri chimici acque sotterranee e superficiali". Responsabile Scientifico: Prof. Francesco M. Raimondo.

RIASSUNTO - Viene presentato l'approccio metodologico seguito per la valutazione e verifica nel tempo degli interventi gestionali, strutturali e dei risultati attesi del Piano di Gestione del SIC "Biviere e Macconi di Gela" (Sicilia meridionale). Per il rilevamento ed il monitoraggio degli "habitat" si è scelto come indicatore la vegetazione, rilevata con metodo fito- sociologico, in quanto componente fondamentale del paesaggio ed espressione percepibile degli eco- sistemi dal punto di vista strutturale e funzionale.

L'analisi diacronica, di durata decennale, effettuata su aree permanenti permetterà di comprendere le dinamiche vegetazionali in relazione alle pressioni antropiche esistenti e di orientare la gestione verso uno sviluppo del territorio sostenibile ed eco-com- patibile.

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