• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 2 ECONOMIA, SOCIETA’ E CONDIZIONI DELL’INFANZIA IN PERU’

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "CAPITOLO 2 ECONOMIA, SOCIETA’ E CONDIZIONI DELL’INFANZIA IN PERU’"

Copied!
52
0
0

Testo completo

(1)

CAPITOLO 2

ECONOMIA, SOCIETA’ E

CONDIZIONI DELL’INFANZIA IN PERU’

(2)

2.1. Economia e società in Perù.

Il Perù è una nazione con 1.285.220 km² di estensione e 28.400.000 abitanti. Il territorio del Paese si estende dall'equatore fino al 18º di latitudine Sud. Si articola in fasce parallele1, denominate Costa, Sierra e Selva:

 La Costa è' uno stretto deserto costiero che si affaccia su una delle zone più pescose del Pacifico. E' una zona arida e semidesertica, ad eccezione delle vallate dei fiumi, dove è possibile l'irrigazione E' in questa regione che si sviluppano le principali città del Perù, come Lima.

 La Sierra è costituita dalla catena montuosa delle Ande che raggiunge anche altitudini superiori ai 6.000 metri.

 La Selva occupa circa il 60% della superficie del Paese e corrisponde alla sezione più occidentale dell'Amazzonia. Coperta da una fitta foresta equatoriale, la regione è solcata da numerosi corsi d'acqua tra cui il Marañon e l'Ucayali, affluenti del Rio delle Amazzoni.

Il Perù è suddiviso in 25 regioni alle quali va aggiunta la provincia di Lima, capitale del Paese, che non appartiene a nessuna regione. Le regioni sono, a loro volta, suddivise in 195 province, composte da 1832 distretti.

Quadro n° 1 REGIONI DEL PERU

Regione Superficie in km² Abitanti Capoluogo

1. Amazonas 39.249,13 398.582 Chachapoyas 2. Ancash 35.914,81 1.039.460 Huaraz 3. Apurímac 20.895,79 418.837 Abancay 4. Arequipa 63.345,39 1.140.214 Arequipa 5. Ayacucho 43.814,80 619.552 Ayacucho 6. Cajamarca 33.317,54 1.359.829 Cajamarca 7. Cusco 71.986,50 1.171.503 Cusco 8. Huancavelica 22.131,47 446.708 Huancavelica 9. Huánuco 36.848,85 731.082 Huánuco 10. Ica 21.327,83 665.754 Ica 11. Junín 44.197,23 1.091.619 Huancayo 12. La Libertad 25.499,90 1.540.160 Trujillo 13. Lambayeque 14.231,30 1.090.450 Chiclayo Lima 34.948,57 8.630.004 Lima 14. Callao 146,98 813.264 Callao

15. Provincia di Lima 2.672,28 6.954.583 Lima

16. Regione di Lima 32.129,31 862.157 Huacho

17. Loreto 368.851,95 884.144 Iquitos

18. Madre de Dios 85.300,54 92.047 Puerto Maldonado

19. Moquegua 15.733,97 159.954 Moquegua

20. Pasco 25.319,59 266.553 Cerro de Pasco

21. Piura 35.892,49 1.630.665 Piura

22. Puno 71.999,00 1.245.478 Puno

23. San Martín 51.253,31 669.973 Moyobamba

24. Tacna 16.075,89 274.451 Tacna

25. Tumbes 4.669,20 191.713 Tumbes

26. Ucayali 102.410,55 402.445 Pucallpa

Peru 1.285.197,60 26.152.265 Lima

FONTE: INEI, Lima, luglio 2007

1

(3)

La popolazione è aumentata negli ultimi sei anni a un tasso medio dell' 1,5%, passando da 26 a più di 28 milioni.

Quadro n° 2

TASSO DI CRESCITA DELLA POPOLAZIONE NEL PERIODO 2000-2006

Popolazione (per anno) 2000 2005 2006

Popolazione totale (milioni) 26 28 28.4

Tasso di crescita (% annua) 1.6 1.4 1.5 Fonte: World Development Indicators database, World Bank, aprile 2007

La lingua ufficiale è lo spagnolo. Il quechua e l'aymara, lingue indigene parlate prevalentemente nella regione Andina, sono riconosciute localmente come ufficiali dove il loro utilizzo è effettivamente prevalente.

È una Repubblica Presidenziale e l'attuale capo di Stato è Alan Garcia Perez, eletto nel luglio 2006, del partito APRA.

A partire dal 2001 il Perù ha raggiunto nell'anno 2006 una certa stabilità economica, con tassi di crescita media del 5% annuo, l'inflazione annuale dell'1,5% e un chiaro dinamismo nei settori produttivi di materie prime e industriali. Il paese si trova attualmente nelle condizioni di ampliare l'impatto ottenuto con la crescita economica sull'occupazione e sulla riduzione delle disuguaglianze sociali.

Come per molti altri paesi dell'America Latina, il Perù si trova dinnanzi alla possibilità di far si che il progresso raggiunto vada a beneficiare la sua popolazione: per questo motivo il paese deve continuare a sostenere la crescita economica e accelerare l'investimento sociale per ridurre povertà e disuguaglianza. Nonostante questi andamenti positivi, la povertà continua ad essere alta e il 48% delle famiglie povere non può soddisfare tutte le necessità di base.

Nel 2006, la povertà nel paese era di 44,5%, sperimentando una riduzione di 4,2 punti percentuali rispetto al 2005, ma rappresenta ancora una percentuale piuttosto elevata. Le regioni più povere del Perù sono: Huancavelica (88,7%), Ayacucho (78,4%) e Puno (76,3%).

Comparando le spese pro capite di ogni persona con il valore della linea di povertà, si determina la situazione di povertà della popolazione e, analizzando i risultati si deduce che la povertà è diminuita, nel periodo tra il 2004 e il 2006, di 4.1 punti percentuali passando dal 48,6% al 44,5%. Tale riduzione si ha in maggiore proporzione nella città di Lima, dove la povertà diminuisce di 6,7 punti percentuali, passando da 30,9% nel 2004 al 24,2% nel 2006, e ciò può essere spiegato dal miglioramento delle entrate e delle spese della zona. Anche a livello di area, urbana e rurale, la povertà diminuisce nel triennio 2004-2006: nelle città diminuisce di 5,9 punti percentuali, passando dal 37,1% nel 2004 al 31,2% nel 2006. Nell'area rurale la diminuzione è molto lieve (solo 0,5 punti percentuali), continuando a mantenersi a livelli elevati, e passa dal 69,8% al 69,3% del 2006. Confrontando la povertà tra le tre regioni, la maggiore incidenza della povertà continua a localizzarsi nella Serra con un tasso del 63,4% e nella Selva con il 56,6%. Nella Costa il livello è inferiore, il 28,7%.

In tutte le zone nel periodo 2004- 2006 la povertà è diminuita, soprattutto nella Costa, con 6,4 punti percentuali, perché per la Sierra e la Selva la diminuzione è stata poco più di un punto percentuale. Anche se la diminuzione è di lieve entità, indica in ogni caso un miglioramento nelle entrate e nelle spese di tali zone.

(4)

Quadro n° 3

INCIDENZA DELLA POVERTÀ TOTALE, PER AMBITO GEOGRAFICO, 2004-2006 (%)

Ambito Geografico 2004 2005 2006 Totale 48,6 48,7 44,5 Area di residenza Urbana 37,1 36,8 31,2 Rurale 69,8 70,9 69,3 Regione Naturale Costa 35,1 34,2 28,7 Sierra 64,7 65,6 63,4 Selva 57,7 60,3 56,6 Domini Costa urbana 37,1 32,2 29,9 Costa rurale 51,2 50,0 49 Sierra urbana 44,8 44,4 40,2 Sierra rurale 75,8 77,3 76,5 Selva urbana 50,4 53,9 49,9 Selva rurale 63,8 65,6 62,3 Lima metropolitana 30,9 32,6 24,2

Fonte: INEI.- Encuesta Nacional de Hogares Anual: 2004-2006.

A riguardo della povertà estrema2, nel 2006 è stata del 16,1%, diminuendo leggermente di 1,3 punti percentuali rispetto al 2005: l'incidenza continua a concentrarsi nell'area rurale con il 37,1% rispetto al 4,9% di quella urbana.

In base alle regioni, quelle della Sierra (33,4%) e della Selva (21,6%), anche nel caso della povertà estrema, presentano le percentuali più alte rispetto alla Costa (3,0%).

Quadro n° 4

INCIDENZA DELLA POVERTÀ ESTREMA PER AMBITI GEOGRAFICI, 2004-2006 (%) AMBITI GEOGRAFICI 2004 2005 2006 TOTALE 17,1 17,4 16,1 AREA DI RESIDENZA Urbana 6,5 6,3 4,9 Rurale 36,8 37,9 37,1 REGIONI NATURALI Costa 4,0 3,8 3,0 Sierra 33,2 34,1 33,4 Selva 25,0 25,5 21,6 DOMINI Costa Urbana 5,6 4,0 3,0 Costa Rurale 13,8 13,4 14,4 Sierra Urbana 13,6 11,6 10,3 Sierra Rurale 44,0 46,6 46,5 2

(5)

Selva Urbana 18,7 22,5 18,1

Selva Rurale 30,4 28,0 24,6

Lima Metropolitana 1,3 2,0 0,9

Fonte: INEI, Encuesta Nacionale de Hogares Annuale, 2004-2006

La crescita economica è quindi una condizione necessaria ma non sufficiente per il successo del Perù, oltre a rendere più veloce la crescita economica è necessario diffonderla a un segmento più ampio della popolazione. Attualmente 1 peruviano su 2 non dispone del capitale umano necessario e di sistemi di base per migliorare le sue condizioni di vita.

Il governo attualmente ha circa 30 programmi di assistenza sociale contro la povertà che offrono tre tipi di trasferimenti ai poveri: alimenti di base, lavoro temporaneo e infrastruttura comunitaria.

Indicatori economici

L’andamento positivo dei fattori economici che hanno permesso la crescita del paese sono indicati nel quadro n°5.

Come si osserva dai dati il Prodotto Interno Lordo (PIL) , sia procapite che totale, calcolato in base alla Parità del Potere d’Acquisto (PPA)3, è aumentato in maniera significativa tra il 2000 e il 2006, arrivando a un valore di 189.487 miliardi e ciò in relazione alla crescita economica sperimentata dal paese. L’inflazione, anche se in diminuzione, si mantiene su livelli piuttosto elevati e ciò diminuisce il potere d’acquisto di molte delle famiglie dato che il PIL pro capite calcolato in base alla PPA per il 2006 è piuttosto basso (6,855) e non ha avuto un forte aumento rispetto all’anno precedente.

Quadro n° 5

DATI ECONOMICI NAZIONALI, ANDAMENTO NEL PERIODO 2000-2006

Indicatore 2000 2005 2006

PIL, prezzi correnti (US $, mil.di) 53.323 79.485 93.045

PIL (% annua di variazione) 3.0 6.7 7.6

PIL pro capite, prezzi correnti (US $, unità) 2,115.368 2,920.213 3,366.312

PIL, deflazione (indice) 153.764 176.112 190.438

PIL basato sulla PPA (valutazione sul PIL paese, mil.di $)

123.026 170.782 189.487

PIL basato sulla PPA pro capite ($, unità) 4,880.558 6,274.385 6,855.527 Inflazione, media dei prezzi al consumo (indice) 100.00 110.066 112.272 Inflazione, media dei prezzi al consumo (%

annua di variazione)

3.8 1.6 2.0

Agricoltura, valore aggiunto (%PIL) 8.5 7.2 6.6

Industria, valore aggiunto (% PIL) 29.9 34.8 33.8

3

Si tratta di un modo di comparare gli andamenti delle economie di due paesi senza fare riferimento solamente al valore di cambio. Si sceglie un paniere di prodotti rappresentativo dei consumi normali di un cittadino e acquistabile, per esempio negli Stati Uniti al prezzo di 100 $. Di seguito si calcola, ad esempio nel caso del Perù, quanti Nuevo Soles occorrerebbero in Perù per acquistare lo stesso paniere. Il valore ottenuto serve per fissare un rapporto di cambio tra le due monete più realistico perché basato sul costo della vita. Il tasso di PPA è dunque quello che assicura lo stesso potere nell’acquisto di merci ad ogni moneta dei due paesi presi in esame.

(6)

Esportazioni di beni e servizi (% PIL) 16.0 24.8 26.1

Importazioni di beni e servizi (% PIL) 18.2 18.9 19.1

FONTE: World Economic Outlook Database, IMF, Ottobre 2007

Un trend positivo si può osservare anche per il settore dell'industria e delle esportazioni. A riguardo dell'industria, il valore aggiunto, in percentuale del PIL, è aumentato nel 2005, subendo un lieve calo nel 2006 e assestandosi sul 33.8%.

I settori industriali più sviluppati sono quello tessile e quello siderurgico. Di rilievo anche la produzione di cemento, tabacco, metallurgia, alimentari, carta e chimica, sebbene non ancora esportata.

L'agricoltura, in cambio, ha un valore percentuale molto basso rispetto al PIL ed è andato diminuendo a partire dal 2000, passando dall'8.5% al 6,6% del 2006.

Le esportazioni di beni e servizi, sempre in percentuale rispetto al PIL, sono cresciute soprattutto nel 2004 arrivando al 24.8% e raggiungendo il 26% nel 2006. Le esportazioni sono dirette principalmente verso USA 23%, seguiti da Cina 7%, Giappone 7%, Svizzera 6% e Germania 6%. Con riferimento alle importazioni, a partire dal 2005 sono aumentate, ma solamente in quell'anno erano superiori alle esportazioni, con il 18,2% rispetto al 16% delle esportazioni. Successivamente si sono sempre mantenute al di sotto, con un 19,1% nel 2006. Il Perù importa principalmente dagli USA 32%, Spagna 9%, Cile 6%, Venezuela 4% e Colombia 4%.

Indicatori sociali

Il Perù ha sperimentato un buona crescita economica, ma gli indicatori sociali nazionali indicano comunque profonde disuguaglianze e problemi: il livello di povertà, la mortalità infantile, la mortalità materna e il tasso di denutrizione nella regione delle Ande sono due volte più alti rispetto alla media nazionale.

Gli ostacoli maggiori che rendono fragile lo sviluppo del Paese sono rappresentati da: esclusione sociale, disuguaglianze etniche, violenza e abuso verso i bambini e le donne, la denutrizione cronica, l'HIV/AIDS e la vulnerabilità dinnanzi alle emergenze e ai disastri naturali.

La denutrizione cronica è ancora alta, con una media nazionale del 24%, con tassi più alti nelle zone rurali, (per esempio nelle regioni di Huancavelica, nella Sierra, la percentuale è del 53.2%): il nuovo governo di Alan Garcia ha adottato come obiettivo per i prossimi cinque anni quello di ridurne di cinque punti il tasso di denutrizione cronica.

A riguardo dell'educazione, l'iscrizione alla scuola primaria è del 96% a livello nazionale, ma l'accesso alla scuola secondaria presenta marcate differenze tra l'area urbana e l'area rurale, così come a livello di genere. Le cifre nazionali indicano che solo il 73% dei bambini conclude la scuola primaria tra gli 11 ed i 13 anni e questo tasso scende al 59% nelle zone rurali, mentre è dell'83% nelle aree urbane. Un altro problema concerne con la qualità dell'istruzione, che risulta essere alquanto scarsa.

Un altro indicatore è la mortalità neonatale (per i bambini minori di un anno), il cui tasso attuale è di 33 ogni 1000 nati vivi. Le cifre generali indicano che il tasso di natalità è aumentato dal 59% nel 2000 al 70.4% del 2005. Anche la speranza di vita è migliorata, benchè lievemente, passando da 69.2 anni nel 2000 ai 71 nel 2006.

(7)

Quadro n° 6

INDICATORI SOCIALI NEL PERIODO 2004-2006

Indicatori Sociali 2004 2005 2006

Accesso a una fonte d'acqua migliorata (% popolazione)

83 91 81

Aspettativa di vita alla nascita (anni) 71 73 71

Mortalità infantile (ogni 1000 nati) 23 26 31

Denutrizione infantile (% di bambini sotto i 5 anni) 7 _ 13 Tasso di alfabetizzazione (% popol dai 15 anni in su) 88 90 89 Iscrizione alla scuola primaria (% della popolazione

in età da scuola) M 113 F 112 M 120 F 116 M 117 F 114 Fonte: “Perù at glance”, World Bank, 2007

Indice di Sviluppo Umano (ISU).

L'Indice fornisce una misura dello sviluppo umano attraverso la stima di tre componenti:

 vivere un vita lunga e in salute, misurato dalla speranza di vita;

 istruzione, misurata dal tasso di alfabetizzazione degli adulti e dall'iscrizione alla scuola primaria, secondaria e terziaria;

 standard di vita decente, misurato dalla parità del potere di acquisto e dalle entrate. Più l'ISU tende al valore 1, maggiore è il livello di sviluppo umano ottenuto dal paese.

L'ISU del Perù è di 0.733, calcolato dalle Nazioni Unite per il 2005, e colloca il paese alla 87esima posizione su 177 paesi considerati e rientra tra i paesi con “Medio Sviluppo Umano”.

Quadro n° 7 PERU, ISU 2005 Valore ISU Speranza di vita alla nascita (anni) Tasso di alfabetizzazione adulti (% anni dai 15 in su)

Tasso di iscrizione alla scuola primaria, secondaria e terziaria. (%)

PIL pro capite (PPA US$)

0.773 70.7 87.9 85.8 6,039

Fonte: Human Development Report 2006,UNDP.

Indice di sviluppo legato al genere (ISG).

Tale indice misura quanto raggiunto nelle tre dimensioni utilizzate dall'ISU, indicando però le disuguaglianze tra uomini e donne nei risultati ottenuti. Maggiore è la disparità di genere nello sviluppo umano di base, più l'indice di sviluppo di genere sarà basso rispetto all'ISU del Paese. Il valore dell’ISG per il Perù è di 0.760 e, comparato con il suo ISU di 0.773, raggiunge il 99,5% dell'ISU. Su 150 paesi in cui è stato misurato l'ISG, il Perù si situa alla 41esima posizione.

Quadro n° 8

ISG COMPARATO ALL'ISU- UNA MISURA DELLA DISPARITÀ DI GENERE. 2005

ISG come % dell'ISU

Speranza di vita alla nascita (anni) Donne in % uomini

Tasso di alfabetizzazione degli adulti (% anni dai 15 in su) Donne in % uomini

Tasso di iscrizione alla primaria, secondaria e terziaria.

Donne in % uomini

99.6 107.4 88.0 102.9

(8)

A fronte del quadro generale sopra delineato ed ai fini della presente tesi, particolare attenzione verrà di seguito prestata alla situazione dei bambini e degli adolescenti perchè rappresentano un gruppo consistente della popolazione totale del Perù e perchè il fenomeno del lavoro minorile è attualmente di grande portata e rilevanza. Verranno fornite cifre relative al totale dei minori che lavorano, ai tipi di occupazioni svolti e all'andamento del livello di istruzione dei bambini lavoratori.

In seguito sarà presentata la legislazione vigente nell'ambito del lavoro minorile, quali azioni lo Stato peruviano ha intrapreso per far fronte a tale fenomeno e, infine, come il MANTHOC interviene con i minori lavoratori e come la sua posizione di valorizzazione critica del lavoro si rapporta alla posizione “abolizionista” dello Stato in seguito alla ratificazione della Convenzioni 138 e 182 dell'OIL.

2.2. Situazione dell’infanzia

Caratteristiche demografiche.

In base alle stime realizzate dall'Instituto Nacional de Estadistica e Informatica (INEI) del Perù nel 20014 la popolazione peruviana era composta da circa 26.749.000 abitanti, con una crescita a un ritmo medio dell'1,5%. Con tale velocità di crescita è previsto che nel 2025 si raggiungeranno i 35.725.000 abitanti.

Il 39% della popolazione è composta da minori di 18 anni, mentre la popolazione in età da lavoro, cioè quella dai 14 anni in su, rappresenta il 68,5%; infine gli adulti (dai 65 anni in su) sono il 4,9%. In base alla struttura dell'età, la popolazione peruviana è relativamente giovane, ma le tendenze della dinamica demografica evidenziano, in base alle proiezioni della popolazione, che entro il 2025 si sarà prodotto un cambiamento.

Quadro n° 9

STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE, 2005-2025

ANNI

POPOLAZIONE TOTALE (milioni)

POPOLAZ.< 18 ANNI POPOLAZ.> 18 ANNI (milioni) milioni % 2002 26.749.972 10.647.718 39,8 16 101 254 2005 27.946.774 10.722.414 38,4 17.224.360 2010 29.957.804 10.697.124 35,7 19.260.680 2015 31.972.027 10.569.337 33,1 21.402.690 2020 33.923.224 10.460.072 30,8 23.463.152 2025 35.725.458 10.345.781 29,0 25.379.677

Fonte: INEI-Perù: Stime e Proiezioni della Popolazione Totale, Urbana, Rurale, 1970-2025- Bollettino Speciale n°15.

I minori di 18 anni perderebbero importanza relativa (20,9%) sul totale della popolazione e gli adulti aumenterebbero a 8,4% e il Perù diventerebbe un paese a invecchiamento incipiente5. Tuttavia bisogna sottolineare che in numero assoluto i bambini continueranno a essere un gruppo importante, restando nei prossimi 25 anni più di 10.346.000 abitanti.

4

I dati all’ anno 2001 sono i dati ufficiali più recenti.

5

In base al criterio delle Nazioni Unite per classificare la popolazione i paesi con una percentuale da 7 a 10% della popolazione maggiore di 65 anni si trovano nella fase di invecchiamento incipiente.

(9)

Analizzando la struttura d'età della popolazione minore di 18 anni si osserva che il gruppo di bambini da 6 a 11 anni e degli adolescenti da 12 a 17 anni, in totale rappresentano i due terzi della popolazione dei minori di 18 anni, che in termini assoluti sono più di 6.984.000. Per l'anno 2025 rappresenteranno il 67% di tale popolazione, mentre i minori di 1 anno e il gruppo da 1 a 5 anni andranno perdendo rappresentatività a causa della riduzione del tasso di fecondità e mortalità.

Il Piano Nazionale di Azione per l'Infanzia e l'Adolescenza, 2002-2010, ha come primo obiettivo strategico quello di assicurare una vita sana per i bambini e le bambine da 0 a 5 anni e, a tal fine, deve quindi analizzare e l'andamento dei tassi di natalità, mortalità neonatale e infantile e denutrizione.

Quadro n° 10

POPOLAZIONE PER GRUPPI D’ETA’, 2002-20025

Fonte: INEI –Perù: Stime e Proiezioni della Popolazione Totale, Ubana e Rurale, 1970-2025- Bollettino speciale n° 15

Natalità

In base ai tassi di fecondità6 per il quinquennio 2000-2005, si stimava che nel 2002 si sarebbero avute all'incirca 24 nascite annuali per ogni mille abitanti. La media annuale di nascite al termine del 2001 era stimata a 627.647 nascite7.

Nella regione Lima si avranno il maggior numero di nascite, 158.274, seguita in ordine di importanza da Cajamarca (42.282), Piura (40.968), La Libertad (35.610) e Cusco (32.125).

Le regioni in cui sono previste meno nascite sono Tacna (5.770), Tumbes (4.659), Moquegua (2.625) e Madre de Dios (2.399), comportamento che dipende dal basso volume della popolazione in tali zone. Le regioni con una maggiore media di figli per donna in età sono Huancavelica (6,1), Apurimac (5,4), Loreto (4,3) e Ayacucho (4,2). Le regioni con media più bassa sono Lambayeque (2,4), Tumbes (2,3), Arequipa (2,2), Lima e Moquegua (2,1) e Tacna (2,0).

Il numero di nascite continuerà a diminuire in modo lento ma sostenuto nei prossimi anni per effetto della diminuzione del tasso globale di fecondità. Era previsto che nel quinquennio 2005-2010, in base alle stime delle proiezioni della popolazione, tale tasso sarebbe stato del 2.59.

6

Media di figli per donna in età fertile.

7

Per ottenere le nascite a livello regionale sono state considerate le nascite annuali totali delle proiezioni della popolazione. Questo totale è stato distribuito a ogni regione mantenendo il contributo di ogni regione al totale delle nascite del paese (Perù: Proyecciones Departamentales de la Poblacion 1992 – 2015, febbraio 1996).

ETA’

2002 2005 2010 2015 2020 2025

ASSOL % ASSOL % ASSOL % ASSOL % ASSOL. % ASSOL %

TOTALE 10.647.718 100,0 10 722 414 100,0 10 697 124 100,0 10 569 337 100,0 10 460 072 100,0 10 345 781 100,0 < A 1 613.763 5,8 602.739 5,6 598.310 5,6 591.083 5,6 582.181 5,6 571.521 5,5

1-5 3.050.238 28,6 2.996.805 27,9 2.950.642 27,6 2.929.503 27,7 2.900.503 27,7 2.843.494 27,5

6-11 3.612.449 33,9 3.626.053 33,8 3.552.883 33,2 3.504.957 33,2 3.485.605 33,3 3.455.773 33,4

(10)

Quadro n° 11

MEDIA ANNUALE DI NASCITE 2000-2005 E TASSO GLOBALE DI FECONDITA (TGF), IN BASE ALLE REGIONI, 1996- 2000

REGIONI NASCITE TGF (%) 2000 2002 2005 1996 2000 TOTALE 637.011 627.647 619.812 3,5 2,9 COSTA Ica 14.644 14.429 14.036 2,8 2,5 La Libertad 36.141 35.610 34.857 3,8 2,9 Lambayeque 26.289 25.902 25.718 3,6 2,4 Lima 1 160.635 158.274 158.700 2,6 2,1 Moquegua 2.664 2.625 2.576 2,8 2,1 Piura 41.579 40.968 39.426 3,3 2,7 Tacna 5.856 5.770 5.896 2,5 2,0 Tumbes 4.728 4.659 4.727 3,0 2,3 SIERRA Ancash 26.666 26.274 24.857 3,0 3,4 Apurimac 12.811 12.623 12.623 5,9 5,4 Arequipa 23.056 22.717 22.334 3,2 2,2 Ayacucho 14.547 14.333 13.572 5,4 4,2 Cajamarca 42.913 42.282 41.016 5,1 3,5 Cusco 32.604 32.125 31.365 4,8 4,0 Huancavelica 15.056 14.834 14.456 6,9 6,1 Huanuco 24.904 24.538 24.589 4,9 4,3 Junin 31.202 30.743 29.561 3,4 3,2 Pasco 6.652 6.554 6.144 4,9 3,3 Puno 34.614 34.105 32.773 4,3 3,8 SELVA Amazonas 13.008 12.816 12.946 5,0 3,8 Loreto 29.563 29.129 29.406 4,8 4,3 Madre de dios 2.435 2.399 2.499 4,1 3,5 San Martin 20.671 20.367 21.581 3,7 3,0 Ucayali 13.773 13.571 14.155 4,6 3,2

FONTE: Elaborazione della Direzione Tecnica di Demografia, 2002

Mortalità neonatale.

A partire dagli anni Novanta il Perù ha sperimentato una riduzione significativa nella mortalità infantile grazie ad alcuni fattori, tra i quali rientrano le compagne di vaccinazione e il miglioramento nel livello educativo della popolazione femminile. Tuttavia, la mortalità infantile continua ad essere alta se comparata con gli indicatori degli altri paesi dell'America Latina.

La “Encuesta Demografica y de Salud Familar” (ENDES), effettuata dall'INEI nel 2000, segnala che nel periodo 1990-1995 per ogni mille nati vivi, 52 morivano prima del compimento del primo anno di vita. Nel periodo 1995-2000 morivano 33 bambini e questo riflette una riduzione del 37% della mortalità infantile tra i suddetti periodi.

Nell'anno 2000 però la mortalità neonatale è aumentata (arrivando al 43%) e costituisce la principale causa di morte infantile in Perù, essendo i principale fattori di rischio l'asfissia e il basso peso alla nascita.

A livello di genere, il tasso dei bambini è superiore rispetto a quello delle bambine, rispettivamente 46 e 40 per mille.

Il differenziale di mortalità aumenta in base all'età della madre, l'ordine di nascita del bambino e lo spazio di tempo tra una nascita e l'altra.

(11)

Il rischio di mortalità infantile, per esempio, è alto (52 per mille) per i bambini di madre adolescente, ma è ancora più elevato (80 per mille) per i bambini di madre tra 40 e 49 anni d'età8.

In relazioni agli ambiti geografici, ai livelli di urbanizzazione, età e istruzione della madre, si osservano delle lacune che non sono state superate nonostante i risultati ottenuti dalle medie nazionali.

Le insufficienze sono maggiori se si analizzano i differenziali tra l'area urbana e quella rurale. La mortalità neonatale nell'ultima area è il doppio rispetto a quella nell'area urbana. Ciò è spiegato dal processo di concentrazione della popolazione nelle grandi città verificatosi prima del 2001, che ha favorito un maggiore accesso a servizi della salute.

Per l'analisi delle differenze dei tassi di mortalità neonatale a livello regionale è stato preso in considerazione un arco di tempo di dieci anni, dal 1990 al 2000. Ne risulta che la maggior concentrazione si ha nelle regioni che formano il “trapezio andino”: Cusco (84 ogni mille nati vivi), Huancavelica e Apurimac (71), Huanuco (63), Puno (59) e Cerro de Pasco (58). Le regioni con meno mortalità infantile sono Lima (20), Ica (21) e Tacna (24).

Mortalità infantile.

La mortalità infantile, cioè la probabilità che un bambino muoia prima del compimento dei 5 anni di vita, è diminuita da 73 a 47 trai i periodi quinquennali 1990-1995 e 1995-2000, rappresentando una riduzione del 36%.

Tale tasso è diminuito nella regione dell’America Latina e Carabi, con un 34% nel 20019, e tra i Paesi considerati nella tabella seguente, la maggiore diminuzione si è verificata per il Perù, che dal 73% del 1999 è passato al 33% dell’anno seguente. Confrontando il tasso del Perù con quello dell’America Latina e con quello di Cuba, che risulta essere il più basso con il 9% del 2001, indica che il Paese registra ancora un tasso abbastanza elevato, anche se di gran lunga inferiore rispetto al 95% di Haiti, e si situa quindi in una posizione intermedia nell’area dell’America Latina e Carabi.

Quadro n°12

COMPARAZIONE TRA TASSI DI MORTALITA’ INFANTILE IN AMERICA LATINA E CARAIBI (%)

1999 2001

America Latina e Caraibi 53 34

Perù 73 47

Cuba 13 9

Haiti 97 95

FONTE: Human Development Report Office, World Bank, 2003

A livello regionale e per il periodo 1990-2000 i maggiori livelli di mortalità infantile si sono verificati a Cusco, Huancavelica, Huanuco e Puno dove ogni mille nati vivi, tra 85 e 108 muoiono prima di avere compiuto i 5 anni. Il rischio in queste regioni è quattro volte maggiore rispetto a Lima il cui livello di mortalità infantile è di 27 per mille.

Le principali cause di mortalità infantile, come registrato dal Ministero della Salute nel 2002, sono: malattie alla nascita (38%), infezioni respiratorie acute (14%), incidenti (8%), malattie da

8

Fonte: INEI- Encuesta Demografica y de Salud Familiar, ENDES 2000.

9

(12)

diarrea acuta (3%), malattie congenite (8%), denutrizione (3%) e altre malattie (27%).

Sebbene la denutrizione come causa diretta della mortalità appare con una percentuale molto bassa, è riconosciuto che tale causa non viene registrata in modo corretto. Si stima, al contrario, che la denutrizione nei Paesi in via di Sviluppo quale è il Perù, contribuisce alla mortalità infantile per il 50%.

Quadro n°13

MORTALITA’ NEONATALE E INFANTILE (Tassi % per il periodo 1990-2000)

REGIONI MORTALITA NEONATALE MORTALITA’ INFANTILE TOTALE 43 60 COSTA Ica 21 32 La Libertad 45 60 Lambayeque 38 47 Lima 1 20 27 Moquegua 28 33 Piura 37 54 Tacna 24 34 Tumbes 36 47 SIERRA Ancash 50 72 Apurimac 71 93 Arequipa 40 58 Ayacucho 50 68 Cajamarca 51 69 Cusco 84 108 Huancavelica 71 108 Huanuco 63 93 Junin 43 62 Pasco 58 78 Puno 59 85 SELVA Amazonas 47 69 Loreto 53 79 Madre de dios 28 40 San Martin 49 70 Ucayali 52 80

1/ include la Provincia Costituzionale del Callao

FONTE: INEI – Encuesta Demografica y de Salud Familiar – ENDES 2000

Denutrizione nell'infanzia.

La denutrizione è la conseguenza di un inadeguato regime alimentare, di malattie che si possono prevenire, ma è anche associata a fattori di ordine sociale, economico e culturale.

Il tipo di denutrizione predominante in Perù è quello cronico, per cui il bambino ha una statura bassa per la sua età. E' più frequente nei bambini tra gli 8 ed i 24 mesi di vita ed è la conseguenza di problemi di svezzamento inadeguato così come di un'alimentazione complementare inappropriata.

Circa la metà dei bambini che patiscono denutrizione sopravvivono e raggiungono l'età adulta, però li si considera come “sopravvissuti vulnerabili”, con deficienze nello sviluppo fisico e nel comportamento. La denutrizione cronica nel Perù colpisce il 25,4 % dei bambini minori di 5 anni e questo livello è simile a quello osservato nel 1996, per cui rimane una minaccia persistente.

(13)

I bambini dell'area rurale sono i più soggetti alla denutrizione cronica e per regione sono Cajamarca, Apurimac, Cusco e Hauncavelica dove più del 40% dei minori di 5 anni soffre di tale denutrizione.

La denutrizione acuta10, basso peso rispetto alla statura, colpisce l'1% dei bambini minori di 5 anni e per quelli con madri senza un livello di istruzione tale percentuale sale a 2.

La denutrizione globale11, basso peso per l'età del bambino, riguarda il 7% dei bambini minori di 5 anni e mostra un leggero calo in confronto al livello del 1996 che era dell'8%. Tale denutrizione è maggiore tra i bambini dai 12 ai 15 mesi e quelli di madre che risiedono nelle regioni di Cajamarca, Cerro de Pasco, Apurimac, Cusco essendo la percentuale del 12 e le regioni di Loreto e Huancavelica che presentano una proporzione uguale o maggiore al 17%.

Quadro n° 14

INDICATORI DI DENUTRIZIONE PER BAMBINI MINORI DI 5 ANNI, 2000

REGIONI DENUTRIZIONE CRONICA % DENUTRIZIONE ACUTA % DENUTRIZIONE GLOBALE % NUMERO DI CASI TOTALE 25.4 0.9 7.1 10477 COSTA Ica 12.1 0.9 1.2 258 La Libertad 27.9 0.2 7.2 574 Lambayeque 23.6 0.3 3.8 469 Lima 1 8.3 0.1 0.8 2649 Moquegua 9.3 0.4 0.4 38 Piura 24.1 1.8 8.2 818 Tacna 5.4 0.8 0.8 83 Tumbes 12.9 1.1 4.4 81 SIERRA Ancash 34.5 0.4 6.0 488 Apurimac 43.0 2.0 12.3 208 Arequipa 12.3 0.3 4.0 323 Ayacucho 33.6 3.0 10.1 240 Cajamarca 42.8 1.4 12.0 657 Cusco 43.2 1.6 13.0 595 Huancavelica 53.4 0.9 17.5 269 Huanuco 42.8 1.1 11.6 400 Junin 31.3 1.8 10.0 532 Pasco 26.4 2.6 12.2 110 Puno 29.7 0.7 6.1 556 SELVA Amazonas 36.0 0.7 10.5 180 Loreto 32.4 2.1 17.3 471 Madre de dios 18.7 2.3 4.8 30 San Martin 19.9 1.2 8.2 284 Ucayali 33.6 1.9 11.0 165

Fonte: INEI, “Encuesta Demografica y de Salud familiar-ENDES”, 2000

Investimenti privati nell’istruzione e nella salute dei bambini.

L’investimento delle famiglie nella salute e nell’educazione dei figli è una chiave per il loro

10

Questo indicatore, mette in relazione il peso con la statura che misura l'effetto del deterioramento nell'alimentazione e la presenza di malattie recenti.

11

Il peso in base all'età è considerato come un indicatore generale della denutrizione (e in questo è uguale alla denutrizione cronica), dovuto a fattori strutturali e sociali della denutrizione acuta, che corrisponde alla perdita di peso recente.

(14)

sviluppo. Tuttavia, la situazione di povertà limita significativamente questo investimento. Per esempio, nel caso della salute, la spesa media di un “non povero" in una visita medica è di 8,7 Nuevo Soles, in confronto con la spesa degli “estremamente poveri” che è di 1 Nuevo soles12. Questa differenza potrebbe spiegare il fatto che i poveri accedono si ai servizi dello stato, ma riflette il loro minore investimento privato.

Allo stesso modo, l’investimento privato nell’istruzione differisce in relazione al livello di entrate della zona. La media di spese per l’istruzione di un bambino che realizza una famiglia “non povera” è di 721 nuevo soles, mentre una famiglia in estrema povertà investe solamente 50 nuevo soles. Sebbene parte della differenza potrebbe essere coperta dallo Stato, si può dire che questa lacuna costituisce una delle spiegazioni dei contrasti osservati tra questi bambini. Questo significa che nel sistema educativo peruviano chi paga di più accede ad un’istruzione migliore per i propri figli.

Quadro N° 15

INVESTIMENTO MENSILE MEDIO IN SALUTE IN BASE ALLA POVERTA’: (nuevo soles 2000)

VISITE ANALISI E SIMILARI OSPEDALIZZAZIONE MEDICINE TOTALE

Povertà estrema 0,12 0,02 0 0,81 0,96

Povertà 0,45 0,10 0 2,06 2,61

Non povero 2,37 0,65 0,31 5,36 8,69

Totale 1,09 0,29 0,11 3,03 4,53

Fuente: ENNIV 2000, Cuànto S.A.

Elaboraciòn: Vàsquez, Enrique y Giovann Alarcòn, “Los niños: una inversiòn necesaria ” En: Vàsquez y Mendizàbal, 2002, p. 272

Quadro N° 16

INVESTIMENTO ANNUALE MEDIA IN EDUCAZIONE IN BASE ALLA POVERTA’ 1/: (nuevo soles 2000) Iscrizione Uniforme e materiale scolastico Altro 2/ TOTALE Povertà estrema 2,1 46,3 22 69,4 Povertà 8,4 93,7 71,1 173,2 Non povero 57,6 203,6 460,2 721,3 Totale 25,7 125,7 208,1 359,5

1/ Se considera el gasto de las familias en niños entre 3 y 17 años de edad. 2/ Incluye refrigerios, transporte y otros gaston escolares.

FONTE: ENNIV 2000, Cuànto S.A.

Istruzione: non frequenza, ritardo scolastico e risultati.

Come si osserva nel quadro a seguire, il tasso di promozione dell’istruzione è aumentato tra il periodo 1990-1991 e il 1999-2000 da 76,7% a 88,2% e da 81,5% a 88,7% rispettivamente nell’istruzione primaria e secondaria. Allo stesso tempo i tassi di ripetizione e diserzione sono diminuiti in modo significativo nel medesimo periodo. I tassi di promozione e diserzione sono leggermente maggiori nel caso dell’istruzione secondaria. Nonostante tutto, gli sforzi realizzati durante la decade degli anni novanta sono stati insufficienti: molti degli indicatori di educazione mostrano grandi disuguaglianze che sfavoriscono soprattutto i bambini più poveri. Le bambine, così come i bambini e le bambine delle aree rurali e povere, sono solite presentare tassi più elevati di ritardo scolastico e diserzione.

12

(15)

Quadro n° 17

TASSO DI PROMOZIONE, RIPETIZIONE E DISERZIONESECONDO IL LIVELLO EDUCATIVO: 1990-2000 (%)

1/ Tornado de Instituto Cuànto, 2000°, cuadros 6.2 y 6.3, pàgina 296

FONTE: Ministero de educaciòn-Unidad de Estadìstica Educativa. 1/ I Elaboraciòn propria.

La non frequenza scolastica

Si osservano miglioramenti nelle medie su scala nazionale, ma ci sono differenze in base a sesso, livelli di povertà e zone di residenza.

Nell’anno 2000, il 4,8% dei bambini tra i 6 ed i 17 anni d’età non ha assistito a un centro scolastico. Una delle principali preoccupazioni è la discriminazione in base al sesso che esiste, da parte dei genitori, per l’investimento nell’istruzione. Per i maschi tra i 6 e i 17 anni d’età il 4,6% non ha terminato la scuola secondaria e non frequenta un centro educativo, mentre per le femmine la percentuale sale al 5,3.

La non frequenza scolastica è in correlazione positiva con il livello di povertà. La percentuale dei bambini dai 6 ai 17 anni che appartengono a zone di povertà estrema e non hanno concluso i loro studi della secondaria e nemmeno assistono a un istituto scolastico è di 8,4%, mentre tra i bambini non poveri si riduce al 3,2%: l’istruzione è quindi favorita con migliori condizioni di vita.

In aggiunta i bambini presentano una maggiore assistenza rispetto alle bambine.

È da sottolineare che la non frequenza costituisce principalmente un problema degli adolescenti e soprattutto delle femmine, la cui percentuale tra le bambine dai 6 agli 11 anni arriva al 10%. Tale andamento potrebbe essere spiegato dalla tendenza degli adolescenti, in particolar modo di quelli che appartengono alle famiglie povere, a optare per un lavoro. Oppure potrebbe essere la risposta della famiglia dinnanzi alla bassa qualità dell’insegnamento. In ultimo, il periodo della pubertà induce alla non frequenza dovuta al timore dei genitori di fronte alla possibilità di una maternità prematura e non desiderata delle loro figlie.

Le zone con il maggiore tasso di non frequenza sono quelle rurali (7,5%), in particolar modo la selva e la costa rurale con una percentuale rispettivamente del 7,9% e del 13,1%.

Il problema è significativamente inferiore e più omogeneo nelle zone urbane, dove Lima metropolitana ha un tasso del 3,4%, la costa urbana il 3,1%, la sierra urbana il 3,7% e la selva urbana il 4%: parte di questo problema si spiega con la bassa qualità e insufficienza delle infrastrutture in queste regioni e le condizioni di povertà delle zone.

90-91 91-92 92-93 93-94 94-95 95-96 96-97 97-98 98-99 99-00 Educazione Primaria Promozione 77 77 79 80 81 84 86 86 87 88 Ripetizione 18 17 15 15 15 12 11 11 10 9 Diserzione 5,5 6,2 6,0 4,3 3,8 3,6 3,5 3,3 3,0 3,0 Educazione secondaria Promozione 82 81 82 84 85 86 86 87 88 89 Ripetizione 10 10 10 10 9 9 9 8 8 7 Diserzione 8,0 8,2 7,8 6,6 6,2 5,6 5,1 4,9 4,6 4,0

(16)

Grafico N° 1

NON FREQUENZA SCOLASTICA SECONDO POVERTA’ E SESSO

3,3 5,3 9,1 3,1 4,4 7,9 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0

Estremamente povero Povero Non povero

Femmine Maschi

FONTE: ENNIV 2000, Cuànto S.A. I Elaboraciòn propria.

Il ritardo scolastico.

Il ritardo scolastico è uno dei gravi problemi che affronta l’educazione nel Perù. Il problema è associato ad un basso rendimento scolastico che comporta la ripetizione dell’anno e all’ingresso tardivo nella scuola. Infatti, il 58,6% dei bambini ed il 56,2% delle bambine hanno almeno un anno di ritardo.

Vi è una relazione direttamente proporzionale tra il ritardo e la povertà: quasi tre quarti del totale dei bambini che vivono in condizioni di estrema povertà sono in ritardo con la scuola e questo risultato è associato con la mancanza di risorse economiche che non permettono di coprire i costi di trasporto e materiale scolastico.

Nella zona urbana la percentuale di bambini con un ritardo scolastico è del 50% e la percentuale sale al 65% nella zona rurale.

Grafico N° 2

RITARDO SCOLASTICO SECONDO I SESSI

57,5 58,6 56,2 0,0 20,0 40,0 60,0

FEMMINE MASCHI TOTALE

(17)

Grafico N° 3

BAMBINI E BAMBINE CON RITARDO SCOLASTICO SECONDO IL LIVELLO DI POVERTA’

57,5 58,6 56,2 49,5 61,5 70,2 0,0 20,0 40,0 60,0 80,0

Estrema povertˆ Povertˆ Non poveri

Femmine Maschi

FONTE: ENNIV 2000, Cuànto S.A. I Elaboraciòn propria.

Grafico N° 4

BAMBINI E BAMBINE CON RITARDO SCOLASTICO SECONDO DOMINIO GEOGRAFICO

50,9 48,4 61,7 46,1 62,5 57,3 75,5 54,1 57,8 61,1 46 63,3 58,2 74,8 0,0 20,0 40,0 60,0 80,0

Lima metropolitana Costa urbana Costa rurale Sierra urbana Sierra rurale Selva urbana Selva rurale

Femmine Maschi

FONTE: ENNIV 2000, Cuànto S.A. I Elaboraciòn propria.

I risultati dell’istruzione.

Sebbene il tasso di promozione dei centri educativi sia elevato, 95,5% tra i bambini dai 6 ai 17 anni immatricolati nel 1999, le prove di apprendimento eseguite dal Ministero dell’Educazione mostrano risultati che mettono in discussione i tassi di promozione.

In primo luogo viene evidenziata la bassa qualità dell’istruzione peruviana, in particolare nelle zone di esclusione economica e sociale. Dall’altro lato, una elevata proporzione di bambini con deboli capacità di lettura, scrittura e matematiche viene ugualmente promossa agli anni scolastici successivi. Il sistema educativo non è in grado di valutare adeguatamente

(18)

l’apprendimento dei bambini.

Sebbene sia vero che gli adolescenti presentino maggiori tassi di non frequenza, il loro rendimento scolastico è maggiore rispetto a quello dei bambini: il 4,8% dei questi ultimi non è stato promosso nell’anno accademico 1999, in confronto al 3,3% degli adolescenti.

Nella prima tappa (dai 6 agli 11 anni), le femmine presentano una percentuale lievemente maggiore, mentre tra gli adolescenti dai 12 ai 17 anni i maschi hanno una proporzione maggiore di bocciature.

A livello geografico si osserva che i bambini residenti nelle zone rurali e quelli iscritti alle scuole pubbliche presentano i livelli più bassi di rendimento scolastico.

Quadro n° 18

BOCCIATURA SCOLASTICA (%)

BAMBINE BAMBINI

Urbano 2,8 3,0

Rurale 5,6 6,0

dai 6 agli 11 anni 4,9 4,7

dai 12 ai 17 anni 2,8 3,7

Scuola privata 1,4 1,4

Scuola pubblica 3,3 5,9

Fuente: ENNIV 2000, Cuànto S.A. I Elaboraciòn propria

L’accesso dei bambini ai servizi di base.

La connessione alle reti pubbliche di acqua e dei servizi igienici è un fattore molto importante che permette di mantenere le condizioni minime di salubrità all'interno delle abitazioni. Allo stesso modo, sia le abitudini alimentari che lo stato della salute dipendono principalmente dai servizi di base. La povertà è associata allo scarso utilizzo di sistemi appropriati di acqua e servizi igienici. In questo modo, l’82% dei bambini “non poveri” accede al servizio di acqua della rete pubblica, mentre solo il 41% dei “poveri estremi” può utilizzare tale servizio. Una situazione simile si presenta per i servizi igienici e l’elettricità.

Considerando la situazione dal punto di vista geografico, si osserva una maggiore disuguaglianza. Per esempio il 90% dei bambini di Lima accede al servizio igienico della rete pubblica, mentre nella selva rurale la percentuale scende al 6%: questa grande differenza ha un impatto diretto sullo stato di salute dei bambini e favorisce malattie e denutrizione. Inoltre, l’esclusione dei bambini della zona rurale determina che non possano svilupparsi in condizioni di uguaglianza, per cui l’accumulazione di capitale umano non è la medesima.

(19)

Quadro n° 19

ACCESSO AI SERVIZI DI ACQUA, SERVIZI IGENICI ED ELETTRICITA’ SECONDO POVERTA’ E DOMINIO GEOGRAFICO (%)

Acqua Servizi igienici Elettricità Livello di povertà Povertà estrema 41 24 43 Povertà 72 56 74 Non povero 82 68 86 Dominio geografico Lima metropolitana 89 90 97 Costa urbana 87 81 94 Costa rurale 15 6 26 Sierra urbana 94 85 90 Sierra rurale 53 17 54 Selva urbana 78 65 87 Selva rurale 29 6 18 Totale 69 54 72

Fuente: ENNIV 2000, Cuànto S.A.I Elaboraciòn: Vàsquez, Enrique y Giovann Alarcòn, “Los niños: una inversiòn necesaria” En: Vàsquez y Mendizàbal, 2002

I programmi sociali.

Una parte importante del costo sociale si concentra in programmi di alimentazione, progettati per alleviare lo stato in cui si trovano i gruppi più vulnerabili della popolazione. L’impegno dello Stato in relazione al suo obiettivo di far beneficiare i più poveri è stato messo in discussione in quanto il 50% dei bambini ricettori dei programmi di alimenti nella zona urbana si trova solo nel primo quintile dell’indice di attivi della zona.

Nell’area rurale la spesa per gli alimenti è debole: solo il 24,4% dei bambini beneficiari si collocano nel primo quintile della distribuzione.

Il sistema di focalizzazione non arriva a tutti coloro che ne dovrebbero beneficiare e le filtrazioni sono alte.

Alla luce dei dati esposti si può concludere che lo stato dell'infanzia in Perù è conseguente all'accumulazione di carenze economiche e barriere sociali che determinano, già a partire dal periodo di gestazione, la produzione di deficienze nello sviluppo della qualità di vita del bambino. I minori che fanno parte del settore socialmente ed economicamente escluso, formano un gruppo vulnerabile la cui situazione è caratterizzata da una bassa qualità della vita e dalla mancanza di opportunità.

In tale contesto, lo Stato deve assolvere la funzione di assistere coloro che hanno maggiori necessità per eliminare le varie carenze. La situazione attuale dell'infanzia dimostra tuttavia che le politiche statali non hanno avuto gli effetti sperati ed è evidente l'esclusione dei gruppi più vulnerabili. Si richiede, di conseguenza, un compromesso politico che coinvolga non solo lo Stato ma anche la società civile, le ONG, il settore privato e gli organismi internazionali.

(20)

Grafico N° 5

BENEFICIARI DEL PROGRAMMA ALIMENTARE SECONDO IL LIVELLO SOCIOECONOMICO 1/

5,8 10,6 10,2 24,7 48,8 10,2 18,3 24,1 22,9 24,4 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0

Quintile 1 Quintile 2 Quintile 3 Quintile 4 Quintile 5

Urbano Rurale

1/ Los quintile fueron calculados sobre la base de la muestra de niños y se construyen sobre la base del indice de activos del hogar propuesto por el Banco Mundial.

Fuente: ENNIV 2000, Cuànto S.A. I Elaboraciòn propria.

Dati statistici recenti

Il 10 dicembre 2007 UNICEF pubblica il rapporto "Progressi per l'infanzia: un mondo a misura

di bambino - rapporto statistico", nel quale vi sono dati statistici recenti per Paese del 2006

relativamente ai risultati raggiunti.

I dati relativi al Perù, di seguito indicati in base ad alcuni Obiettivi del Millennio (ODM), hanno un andamento in gran parte positivo, di miglioramento rispetto agli anni precedenti:

1. Eliminare la povertà estrema e la fame: dimezzare tra il 1990 e il 2015 la percentuale di persone che soffrono la fame.

Prevalenza dei bambini sotto peso (%) 1999-2006

Tasso medio di riduzione annua (%) 1999-2006

Progressi verso l’ODM

8 2,7 Sulla buona strada13

Fonte: UNICEF, Progressi per l'infanzia: un mondo a misura di bambino - rapporto statistico, dicembre 2007

2. Raggiungere l’istruzione primaria universale: garantire che, entro il 2015, i bambini di tutto il mondo, sia maschi che femmine, siano in grado di terminare un ciclo completo di istruzione primaria.

Tasso netto di iscrizione/frequenza alla scuola primaria (%) 2000-2006

Progressi verso l’ODM

97 Sulla buona strada14

Fonte: UNICEF, Progressi per l'infanzia: un mondo a misura di bambino - rapporto statistico, dicembre 2007

13

Paesi e regioni sono qualificati secondo le seguenti soglie: Sulla buona strada quando il tasso medio di riduzione annua è superiore o pari al 2,6%. Progressi insufficienti quando il tasso è compreso tra lo 0,6% e il 2,5%. Nessun progresso quando il tasso è inferiore o pari allo 0,5%.

14

I paesi sono stati qualificati in base al loro tasso totale netto di iscrizione o di frequenza alla scuola primaria (NE/AR). Sulla buona strada significa che l’ultimo NE/AR disponibile è superiore al 95%. Progressi insufficienti quando l’ultimo NE/AR è tra il 90 ed il 95%. Nessuno progresso quando l’ultime NE/AR è inferiore al 90%

(21)

3. Promuovere la parità di genere e l’empowerment delle donne: eliminare ladisuguaglianza di genere nell’istruzione primaria e secondaria, preferibilmente entro il 2005, e a tutti i livelli di istruzione entro 2015

Tasso netto di iscrizione/frequenza alla scuola primaria (%) 2000-2006

Progressi verso l’ODM

Maschi (%) Femmine

(%)

Indice di parità di genere

96 97 1,01 Sulla buona strada15

Fonte: UNICEF, Progressi per l'infanzia: un mondo a misura di bambino - rapporto statistico, dicembre 2007

4. Ridurre la mortalità infantile: ridurre di due terzi la mortalità infantile sotto i cinque anni, tra il 1990 e il 2015. Come si nota dai dati il tasso è diminuito ulteriormente rispetto al 33% del 2001, anche se tale diminuzione è piuttosto lieve.

Mortalità infantile sotto i 5 anni

ODM Tasso medio di riduzione

annua (%)

Progressi verso l’ODM

1990 2006 Osservato

1990-2006

Richiesto 2007-2015

78 25 26 7,1 - 0,4 Sulla buona strada16

Fonte: UNICEF, Progressi per l'infanzia: un mondo a misura di bambino - rapporto statistico, dicembre 2007

5. Migliorare la salute materna: ridurre il tasso di mortalità materna di tre quarti tra il 1990 ed il 2005

Tasso di mortalità materna (2005 corretto)

Rischio di mortalità materna durante la vita (2005) 1 su:

Progressi verso il traguardo OSM

240 140 Moderato17

Fonte: UNICEF, Progressi per l'infanzia: un mondo a misura di bambino - rapporto statistico, dicembre 2007

Il Paese, dal punto di vista degli indicatori sociali, ha sperimentato un miglioramento rispetto ai dati del 2001 in precedenza analizzati ed è necessario che tale andamento positivo continui negli anni successivi così che il Perù possa migliorare le condizioni di base dell’infanzia e delle fasce più marginali della società.

2.3. Situazione del Lavoro Minorile

In Perù l'età minima di ammissione al mercato del lavoro è 14 anni d'età in conformità con la Convenzione n. 138 dell'OIL18. Tuttavia esistono bambini di età inferiore a quella minima prevista che realizzano attività economiche ed è importante conoscere l'entità della situazione.

Molto spesso i dati relativi a tale fenomeno sono sottostimati per diversi motivi, che vanno dal confondere i lavori svolti nelle aree rurali, quali agricoltura e pastorizia, come aiuto domestico non remunerato, all'occultare tale lavoro, soprattutto nel caso di minorili lavoratori salariati, in quanto illegale se svolto sotto l'età stabilita per legge di 14 anni d'età.

I risultati dell'Encuesta Nacional de Hogares sobre Condiciones de Vida y Pobreza (ENAHO)

15

Sulla buona strada quando l’ultimo indice di parità di genere disponibile è superiore o pari 0,96 e inferiore o pari a 1,04

16

Le stime dei progressi verso il raggiungimento dell’OSM 4 a livello nazionale e regionale si basano sui tassi medi di riduzione annua della MIS5 osservati per il periodo 1990-2006 e richiesti per il periodo 2007-2015 al fine di

raggiungere l’OSM. Sulla buona strada il tasso di MIS5 è inferiore a 40, oppure il tasso di MIS5 è pari o superiore a 40.

17

MMR compreso tra 100 e 299

18

(22)

del 200119, anche se non riflettono in tutta la sua grandezza la realtà del lavoro dei bambini e adolescenti, sono comunque molto importanti per conoscere le caratteristiche di questo fenomeno e per capire come elaborare ed eseguire programmi ed azioni che tengano in considerazione la situazione reale.

Nell'anno 200120, circa 1.987.000 bambini e adolescenti del Perù svolgevano un attività economica registrata nel Sistema della Contabilità nazionale.

Di seguito verrà tracciato un quadro relativo a: numero di bambini e adolescenti che lavorano, tipi di occupazione svolta e livello di istruzione, tracciando differenze in base a segmenti d'età o area geografica.

Attività che realizzano i bambini e gli adolescenti dai 6 ai 17 anni.

I bambini tra i 6 e gli 11 anni e gli adolescenti tra i 12 e i 17 anni d'età devono avere uno sviluppo integrale (fisico, intellettuale e affettivo) attraverso attività orientate per esempio allo studio, allo sport ed alla cultura. Il 69,4% dei bambini e adolescenti studia solamente e così il loro sviluppo integrale sarà più facile da realizzare. Esiste però un altro segmento della popolazione che realizza, oltre allo studio, altre attività.

Il documento realizzato dall'INEI nel quarto trimestre del 2001, ENAHO, indica che il 26,5% della popolazione tra i 6 e i 17 anni realizza attività economiche. Del totale, un 21% studia e lavora, un 5,4% lavora solamente in quanto si trova in una situazione di svantaggio e disuguaglianza. Infine, un 4,1% non studia né lavora.

Il panorama per regione è differenziato. I bambini e gli adolescenti residenti nella Sierra sono quelli che maggiormente studiano e lavorano, per esempio nella regione di Puno per ogni 100 bambini e adolescenti dai 6 ai 17 anni, 54 di loro lavorano e studiano. Questo avviene anche nelle regioni di Apurimac (44,0%), Hunacavelica (43,2%) e Ayacucho (37,3%).

Nelle regioni della Costa si ha una buona percentuale, sul totale della popolazione in considerazione, che studia solamente: Ica (83,9%) e Lima (83,4%) ne sono un esempio.

A riguardo del gruppo che si dedica solamente al lavoro, tale comportamento si presenta in tutte e tre le zone del Perù: Costa, Sierra e Selva, come a La Libertad, Cajamarca y Amazonas dove, rispettivamente, l'8,2%, il 13,3% e l'11,5% della popolazione in considerazione lavora, in particolare nell'agricoltura e nel commercio.

Infine, il gruppo che non studia né lavora è collocato maggiormente nella zona della Selva, nelle regioni di Amazonas (13,3%) e San Martin (8,1%) e questo potrebbe anche spiegare l'alto tasso di fecondità adolescenziale registrato in queste regioni.

19

Realizzata dall’INEI, Lima-Perù 2001

20

(23)

Quadro n° 20

PERU: ATTIVITA’ CHE REALIZZA LA POPOLAZIONE DAI 6 AI 17 ANNI, SECONDO LE REGIONI, 2001 (%)

REGIONI TOTALE STUDIA E

LAVORA LAVORA SOLAMENTE STUDIA SOLAMENTE NON STUDIA NE’ LAVORA TOTALE 100,0 21,1 5,4 69,4 4,1 COSTA Ica 100,0 9,8 3,5 83,9 2,8 La Libertad 100,0 14,1 8,2 72,2 5,6 Lambayeque 100,0 8,3 7,4 76,8 7,5 Lima 1 100,0 8,9 3,4 83,4 4,2 Moquegua 100,0 16,2 2,7 79,4 1,7 Piura 100,0 17,7 4,4 73,7 4,2 Tacna 100,0 15,7 1,4 79,2 3,7 Tumbes 100,0 17,8 3,6 76,2 2,4 SIERRA Ancash 100,0 38,6 5,2 53,1 3,1 Apurimac 100,0 44,0 2,4 52,3 1,3 Arequipa 100,0 13,2 2,1 82,5 2,2 Ayacucho 100,0 37,3 6,6 54,4 1,7 Cajamarca 100,0 36,9 13,3 46,3 3,6 Cusco 100,0 38,6 4,7 53,8 2,8 Huancavelica 100,0 43,2 8,9 46,5 1,4 Huanuco 100,0 27,8 6,1 61,0 5,1 Junin 100,0 19,3 3,9 71,9 4,9 Pasco 100,0 25,6 3,3 68,2 2,9 Puno 100,0 54,0 5,9 39,5 0,6 SELVA Amazonas 100,0 10,4 11,5 67,8 10,3 Loreto 100,0 14,8 4,8 74,5 5,8 Madre de dios 100,0 18,4 2,4 76,7 2,4 San Martin 100,0 11,7 7,6 72,6 8,1 11,7Ucayali 100,0 9,0 3,6 81,2 6,2

FONTE: INEI – Encuesta Nactional de Hogares sobre Condiciones de Vida y Pobreza, 2001 – IV Trimestre

Secondo i risultati dell'ENAHO, esiste un'alta percentuale della popolazione tra i 6 e i 17 anni che non frequenta un centro educativo e raggiunge approssimativamente il 10%21: tra le ragioni principali vi sono i problemi di tipo economico (40,9%) ed il poco interesse nell'apprendere (16,2%). L'allontanamento dall'istruzione è diventato negli ultimi anni un fattore dell'incremento della partecipazione al lavoro da parte di bambini e adolescenti.

21

(24)

Quadro n° 21

PERU: POPOLAZIONE DAI 6 A 17 ANNI,

IN BASE ALLE RAGIONI DI NON ASSISTENZA A UN CENTRO EDUCATIVO, 2001 (%)

RAGIONI DELLA NON FREQUENZA TOTALE 6 A 11 12 A 17

TOTALE 100,0 100,0 100,0

In migliaia (669 342) (110 524) (558 818)

Attualmente lavoro 8,9 0,2 10,6

Non c’è il centro di istruzione nell’area popolata 3,8 9,7 2,6

Non mi interessa / non mi piace studiare 16,2 8,1 17,8

Per malattia o incidente 7,3 18,3 5,2

Problemi economici 40,9 48,3 39,5

Problemi famigliari 10,1 12,9 9,5

Prendeva voti bassi (non ammesso) 2,1 1,3 2,2

Si dedica alle faccende di casa 4,4 1,2 5,1

Frequenta i corsi pre-universitari 6,3 0,0 7,6

Altre ragioni1/ 6,4 10,1 5,7

1/ Include il servizio militare o altre ragioni

FONTE: INEI – Encuesta Nactional de Hogares sobre Condiciones de Vida y Pobreza, 2001 – IV Trimestre

Partecipazione della popolazione dai 6 ai 17 anni al mercato del lavoro.

L'ENAHO offre anche dai dati per conoscere la partecipazione dei bambini e adolescenti al mercato del lavoro. Viene utilizzato come indicatore il tasso di attività, che serve per misurare la partecipazione della popolazione al mercato del lavoro, sia in condizioni di occupato che disoccupato. Tale tasso, nel caso della popolazione infantile e adolescenziale rispecchia la crescente partecipazione di questo gruppo alle attività economiche, dovuta a fattori demografici, sociali economici e culturali. Tra i quali vi sono la migrazione della popolazione giovane dall'area rurale verso la città, l'invecchiamento della popolazione delle aree rurali e dell'area urbana, la dissoluzione dei legami familiari, la disoccupazione e la perdita del potere d'acquisto delle entrate della famiglia.

Nel 2001 il 26,9% della popolazione tra i 6 ed i 17 anni era inserito nel mercato del lavoro, cioè per ogni 100 persone di questo gruppo, 27 lavorano.

Il tasso di attività per la popolazione considerata viene di seguito studiato in base all'ambito spaziale e in base alle regioni del paese.

Quadro n° 22

PERU: STIMA DEL TASSO DI OCCUPAZIONE INFANTILE E ADOLESCENZIALE, 1993-2005 (%)

ANNI TOTALE 6 - 11 12 - 17 1993 7,9 2,5 13,7 1995 15,7 6,6 25,1 1996 20,8 11,6 30,3 2001 26,9 21,7 32,5 2005 31,8 29,8 34,3

FONTE: INEI – 1993 Censo de Población y Vivienda 1995-2001 Encuesta Nactional de Hogares (ENAHO)

(25)

Distribuzione spaziale della partecipazione economica della popolazione dai 6 ai 17 anni.

Il tasso di attività varia a seconda dell'ambito geografico: l'inserimento precoce della popolazione in considerazione nel mercato del lavoro è minore nell'area urbana22(14,2%) e triplica per la popolazione che risiede nell'area rurale23 (45,8%). Quest’ ultimo dato va relazionato con il basso livello di urbanizzazione presente in alcune regioni del Perù, nelle quali si sviluppano maggiormente attività del settore primario (agricoltura, attività estrattive,etc.), che non richiedendo un livello di qualificazione della manodopera, ammettono con facilità il lavoro di bambini e adolescenti; Al contrario, nelle aree urbane c'è un maggiore sviluppo industriale e dei servizi. Inoltre, influiscono le migrazioni della forza lavoro verso le città, con la conseguenza che nelle aree rurali rimane una maggiore popolazione infantile e di età avanzata a svolgere le attività economiche.

Le differenze sono molto profonde anche all'interno dei gruppi della popolazione trai 6 ed i 17 anni. Nel segmento dei 6 agli 11 anni la partecipazione economica dei bambini nell'area urbana è del 6,0%, mentre diventa il 43% nell'area rurale. A formare questa tendenza concorrono anche ragioni di ordine culturale in quanto nell'area rurale è una consuetudine far partecipare i bambini nelle attività economiche quali pastorizia, agricoltura, artigianato; abitudine che non si verifica più nell'area urbana.

Nel segmento dai 12 ai 17 anni la partecipazione nelle attività economiche è del 22,2% nell'area urbana, mentre nell'area rurale è del 49,1%.

Grafico N° 6

PERU: PARTECIPAZIONE ECONOMICA DEI BAMBINI E ADOLESCENTI, PER AREA DI RESIDENZA, 2001

14,2 6 22,2 45,8 43 49,1 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 TO TALE 6 a 11 12 a 17 U RB ANO R UR ALE

FONTE: INEI – Encuesta Nactional de Hogares sobre Condiciones de Vida y Pobreza, 2001

Partecipazione economica della popolazione dai 6 ai 17 anni per regione.

Il tasso di attività dei bambini e adolescenti varia anche a seconda delle regioni e tale differenza si spiega, in parte, con i valori adottati dagli indicatori demografici e sociali in ognuna delle regioni.

La partecipazione ad attività economiche è alta nelle regioni della Sierra, specialmente a Puno,

22

Aree urbane sono i Centri popolati dai 2 mila abitanti in sù

23

(26)

Huncavelica e Cajamarca (60,2%, 52,1% e 50,4% rispettivamente). In termini demografici questo comportamento verrebbe spiegato dall'alto indice di dipendenza demografica24 che presentano queste regioni (74,3%, 91,7% e 81,8% rispettivamente). Questo indicatore evidenzia che all'aumentare del valore dell'indice si è di fronte ad una situazione nella quale non vi è una forte differenza tra la popolazione dipendente e quella in età lavorativa, dovendo quest'ultima intensificare le sue attività dedicando più ore al lavoro. A causa della poca popolazione in età dal lavoro, vengono fatti partecipare i bambini e gli adolescenti nelle attività economiche.

Quadro n° 23

PERU: PARTECIPAZIONE ECONOMICA DELLA POPOLAZIONE DAI 6 A 17 ANNI E INDICATORE DEMOGRAFICO, SECONDO LE REGIONI, 2001 (%)

REGIONI

TASSO DI ATTIVITA’ LIVELLO DI

URBANIZZAZIONE 2001 d/ INDICE DI DIPENDENZA DEMOGRAFICA 2001 b/ TASSO GLOBALE DI FECONDAZIONE 2000 c/ 1993 a/ 2001 d/ TOTALE 7,9 26,9 65,1 63,7 2,9 COSTA Ica 4,9 13,8 76,6 59,8 2,5 La Libertad 8,8 22,7 64,8 63,4 2,9 Lambayeque 7,5 15,9 74,9 64,0 2,4 Lima 1 6,1 13,1 95,9 48,9 2,1 Moquegua 5,7 18,9 70,4 52,4 2,1 Piura 8,7 22,2 62,7 71,7 2,7 Tacna 8,6 17,4 84,3 51,6 2,0 Tumbes 7,8 21,9 82,4 62,4 2,3 SIERRA Ancash 6,9 44,3 47,4 69,9 3,4 Apurimac 6,1 46,4 23,9 91,3 4,2 Arequipa 6,9 15,4 80,3 55,3 2,2 Ayacucho 7,4 44,0 34,2 83,8 4,2 Cajamarca 12,8 50,4 20,2 81,8 3,5 Cusco 9,3 43,6 37,9 74,3 4,0 Huancavelica 8,7 52,1 13,1 91,7 6,1 Huanuco 10,5 34,9 30,1 79,7 4,3 Junin 6,8 23,8 56,5 72,4 3,2 Pasco 7,7 29,3 47,5 73,1 3,3 Puno 7,2 60,2 34,0 74,3 3,8 SELVA Amazonas 12,4 22,0 23,9 82,6 3,8 Loreto 8,3 19,8 56,5 82,5 4,3 Madre de dios 9,5 21,0 45,4 64,4 3,5 San Martin 13,1 20,0 52,8 70,0 3,0 11,7Ucayali 7,5 12,8 64,1 75,6 3,2

1/ incluye la Provincia constitucional del Callao

FONTE: a/IX Censo de población y IV de vivienda, 1993, INEI

b/ Estimaciones y Proyecciones de Población Total 1990-2020, in base alle regioni-INEI c/ Encuesta Demografica y de Salud Familiar – ENDES 2000-INEI

d/ Encuesta Nacional de Hogares sobre Condiciones de Vida y Pobreza, 2001-INEI

24

Questo indicatore cerca di riflettere le risorse umane potenziali a disposizione della zona di riferimento. E' il quoziente tra le persone considerate in età dipendenti (minori di 15 anni e maggiori di 64) e le persone in età economicamente produttiva (dai 15 ai 64 anni) moltiplicato per 100.

(27)

La relazione di dipendenza è un indicatore che ci permette, inoltre, di comprendere il comportamento delle principali attività economiche svolte dai minori.

Quanto più l'indicatore si avvicina al valore 1, tanto più si equilibra la relazione tra la popolazione produttiva e quella dipendente. Per esempio, i valori più prossimi all'1 si riscontrano nelle regioni di Huancavelica e Apurimac con 1,1, e ciò significa che in queste ultime per ogni “dipendente” esiste un “indipendente”.

A questo fatto bisogna aggiungere che le zone ancora fortemente rurali presentano i rischi di spopolamento e invecchiamento della popolazione. In relazione al primo rischio la causa è la migrazione dei giovani e degli adulti verso le città, andando a diminuire il contingente della forza lavoro nell'area rurale. A riguardo del secondo rischio, l'invecchiamento, si può affermare che aumenta la popolazione con più di 65 anni.

Nelle regioni nelle quali la partecipazione economica della popolazione trai 6 ed i 17 anni è bassa, l'indice di dipendenza demografica sarà di molto inferiore al valore 1, vale a dire che le risorse umane “indipendenti” sono in numero maggiore, rispetto al caso precedente, per svolgere le attività economica.

Popolazione occupata dai 6 ai 17 anni.

Nell'analisi delle informazioni della popolazione occupata dai 6 ai 17 anni si deve considerare che i dati delle differenti fonti di studio (censimenti e questionari) sono spesso sottostimati, specialmente nelle aree rurali, dove un'alta percentuale della popolazione occupata nell'età considerata, appartiene al gruppo dei lavoratori familiari non remunerati. Nel caso dei lavoratori salariati la sottostima è dovuta al fatto che il lavoro minorile è considerato illegale e per tanto viene occultato dai datori di lavoro.

Nel 2001 più di un quarto dei bambini e degli adolescenti del Perù svolgeva un'attività economica registrata nel sistema della Contabilità Nazionale, che in cifre assolute significa 1.987.000 di bambini e adolescenti, di cui il 53,9% sono maschi e il 46,1% femmine.

Grafico N° 7

PERU: POPOLAZIONE OCCUPATA DAI 6 AI 17 ANNI PER SESSO, 2001

53,9% 46,1%

M ASCHI FEM MINE

FONTE: INEI, 2001

Il maggior numero di occupati tra i 6 ed i 17 anni si trova nelle regioni di Lima, Cajamarca, Puno, Cusco, Ancash e Piura per un totale di 1.154.000 minori lavoratori, cioè il 58% del totale di occupati per questo gruppo d'età.

Riferimenti

Documenti correlati

Numeri ed eccessi Caro Renzi, l'occupazione femminile dev'essere una priorità Che cosa penso degli ultimi dati sul lavoro Lavoro, ecco perché

Le potenziali violazioni, da parte dello Stato, dei diritti sanciti dal- la Cedu possono quindi collocarsi a vari livelli: esse possono derivare innanzitutto da comportamenti

La classe terza della Scuola Primaria di Monzuno ha condotto nella settimana che va dal 12 al 20 novembre 2017 un percorso sui diritti dei bambini che ha portato alla realizzazione di

diritto, connotate dai valori, e quelle di economia, giudicate tendenzialmente estranee alla materia (il che ha portato talora a teorizzare l’”autonomia” del

il candidato è stato escluso per mancanza di requisiti/ritardo

Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi

Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi

Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi