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Parte terza: IL CASO ANTONVENETA Capitolo settimo: STORIA DI UN CONCERTO ITALIANO

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Parte terza:

IL CASO ANTONVENETA

Capitolo settimo:

STORIA DI UN CONCERTO ITALIANO

1. Introduzione. 2. I soggetti implicati. 3. Gli eventi

3.1. La concessione dei finanziamenti.

3.2. Il rastrellamento delle partecipazioni in Antonveneta. 3.3. Il dominio in assemblea.

4. Le prove del concerto. 4.1. Prima fase. 4.2. Seconda fase. 4.3. Terza fase. 5. Il post- concerto.

1. Introduzione.

La vicenda presa in esame, nota mediaticamente come caso “Antonveneta”, è stata sicuramente la manifestazione più eclatante, anche se non la prima1, dell'entrata in vigore della norma relativa all’acquisto di concerto2 non solo per l’importanza dei soggetti coinvolti, ma soprattutto per i cambiamenti che si prevede apporti al sistema di vigilanza delle società quotate, al funzioname n to della Banca D’Italia ed ai poteri della Consob3.

1 Come abbiamo visto ne capitoli precedenti, è Fondiaria- Sai il primo caso di accertamen to di

"acquisto di concerto".

2 Si ricorda che nella normativa previgente, la L. n. 149/1992, l'acquisto di concerto non era

contemplato, lasciando così, la normativa sull'offerta pubblica d'acquisto soggetta a facili elusioni.

3 Nel momen to in cui si scrive la vicenda è ben lontana da un conclusione, anzi sembra che da

essa sia scaturito un effetto domino di cui non si vede l'ultimo tassello. È doveroso puntualizzare, dunque, che il caso è analizzato alla luce degli avvenimenti fino ad ora accertati.

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Certo è che i fatti avvenuti e raccontati gettano luci inquietanti sul panorama finanziario italiano, apparso manovrato da pochi personaggi che si sostengono a vicenda, a discapito della miriade dei piccoli risparmiatori sempre meno fiduciosi in un sistema che è risultato facilmente eludibile; difatti, non deve trarre in inganno il fatto che il numero dei trader sia in aumento, visto che questo è la logica conseguenza dello sviluppo tecnologico, che permette a qualunque soggetto interessato di informarsi da diverse fonti e di operare in maniera diretta e senza intermediari, e dunque in autonomia; anzi, i numerosi e recenti casi di maxi- truffe4, spesso avallate dalle autorità competenti, così come hanno attirato gli occhi indagatori delle autorità europee e delle testate giornalistiche di livello mondiale, così hanno allontanato i detentori di capitali che ricercassero un mercato efficiente, visto che di efficiente in Italia è risultato soltanto lo scambio di informazioni all'interno dei tanto ricchi quanto poco nobili salotti dell'alta finanza italiana5.

Nella vicenda in esame, in realtà, mentre da un lato si può eufemisticamente affermare che la Banca d'Italia non ha tenuto un comportam ento esente da critiche, dall'altro la Consob si è mossa con rapidità, prontezza e diligenza, conferman do la bontà dell'ampliamen to dei suoi poteri indagatori; difatti, come vedremo successivamente, ha applicato adeguatame nte l'art. 109, utilizzando una serie di presunzioni semplici come arma per smascherare il patto occulto non dichiarato adeguatamen te secondo la normativa vigente6.

2. I soggetti implicati.

La società bersaglio della più risonante operazione finanziaria degli ultimi anni è la Banca Popolare Antoniana Veneta, nata nel 1996 dalla

4 Si ricordi il caso Cirio, il caso Parmalat ed il caso dei bond argentini.

5 Nonostan te ei recenti casi sono stati coinvolti anche politici eccellenti, la presente tesi è stata

redatta in forma super partes, cercando di evitare di cadere in giudizi inutili agli scopi della stessa.

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fusione tra la Banca Antoniana e la Banca Popolare Veneta. Questa con una politica di acquisizioni aggressiva diventa nel giro di pochi anni una delle entità creditizie più grandi di Italia7, addirittura con rilievo europeo nel momento in cui la grande banca olandese ABN Amro entra nell'azionariato, acquistando il 12% circa del capitale.

Nel 2002 la società si trasforma in società per azioni e si quota in borsa, mantenen do comun que il controllo in mano ad un patto di sindacato composto da ABN, Lloyd Adriatico (gruppo Allianz), Edizione Holding (riconducibile alla famiglia Benetton) e Deltaerre trust (Ennio Doris ed Emilio Gnutti).

Il tasso di crescita di questa banca è impressionante, in media del 38% annuo, e ciò porta ad avere un attivo di scarsa qualità. In seguito, nonostante l'avvicenda me nt o di potere nell'organo amministrativo la società continua ad avere un attivo squilibrato e rischioso, e dunque cominciano a manifestarsi gli interessi di molte banche italiane e straniere, convinte che il titolo sia sottovalutato poiché la banca è gestita inefficienteme n te.

I principali interessati al controllo sono, da un lato, gli olandesi di ABN Amro, già presente nell'azionariato, ma con una partecipazione tale da non permetterle la libertà di gestione richiesta, e dall'altro lato l'ambiziosa Banca Popolare di Lodi.

ABN Amro è un colosso del credito a livello europeo (undicesimo per capitalizzazione) e mondiale (ventitreesimo), possessore di partecipazioni in banche di diversi paesi del mondo e aspirante a rafforzare la sua presenza nel panoram a italiano. Oltre che in Antonveneta detiene una partecipazione rilevante anche in Capitalia, e da ciò deriva l'auspicio di una fusione tra la banca romana e quella padovana, fusione che non è però risultata ammissibile secondo il Governatore della Banca d'Italia.

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La Banca Popolare di Lodi, ad oggi Banca Popolare Italiana8, nasce nel 1863, ma solo oltre cento anni dopo sale alle luci della ribalta sotto la guida di Gianpiero Fiorani: dal 1997 al 2004 la BPL aggrega a sé molti piccoli istituti di credito ubicati in tutta Italia, e la crescita di ogni elemento del suo bilancio è senza precedenti.

Le acquisizioni poste in atto da parte della BPL presentano molti aspetti comuni tra di loro: spesso avvengono senza esborso di contante, bensì “carta contro carta”, a seguito di un aumento di capitale, le azioni di nuove emissione vengono collocate attraverso una pressante campagna pubblicitaria9 ed in parte sono assorbite dagli azionisti già detentori di partecipazioni rilevanti10.

Inoltre risulta quantome no curioso il fatto che il maggior azionista della popolare di Lodi sia un fondo off shore con sede nelle isole Cayman11; il secondo azionista rilevante risulta invece essere la Magiste International, società riconducibile ad un odontotecnico laziale, Stefano Ricucci; infine vi sono molte altre partecipazioni depositate in conti della BIPIELLE Suisse, con sede in territorio elvetico.

Dopo una simile presentazione degli attori, risulterebbe scontata la scelta delle autorità di vigilanza, ma così non è stato, visto che la Banca d’Italia, in particolare nella persona del Governatore, appellandosi al “principio di italianità ”, ha difeso le banche nazionali dagli attacchi stranieri12.

8 Cambia la deno minazione il 29 aprile 2005, il giorno prima dell’assemblea Antonveneta. 9 Le azioni derivanti dall'aume nto di capitale venivano collocate assai rapidamente,

nonostante le azioni BPL fossero molto meno redditizie rispetto alle altre del settore bancario.

10 Molte famiglie operanti nella finanza italiana sono entrati nell'azionariato di BPL da quando

Fiorani ne ha assunto il comando; tra questi si ricordano Garavoglia (Campari), Barilla, Tabacchi (Safilo), Burani, Gnutti, Ligresti (Sai). Questi, oltre ad essere i migliori soci sono anche i migliori clienti, visto che dagli atti risultano notevoli prestiti concessi negli ultimi anni ai suddetti.

11 Victoria & Eagle strategic Fund detiene il 4,1% del capitale di BPL.

12 Il plurale è posto consideran do che a questa vicenda si è intrecciata in più occasioni anche

quella della BNL, obiettivo degli spagnoli del BBVA, i quali sono stati osteggiati dal Governatore della Banca d’Italia per favorire una cordata formata da finanzieri italiani.

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3. Gli eventi.

Le radici della vicenda in questione vanno ricercate nell’estate del 2004, quando all’approssimarsi della scadenza del patto parasociale che unisce ABN con altri azionisti13, comincia a farsi insistente la voce delle mire conquistatorie olandesi. Nei mesi seguenti, il fronte della difesa dell’italianità si arricchisce di nuovi alleati, trova il suo leader in Gianpiero Fiorani, ed uno scudo a loro favorevole da parte di alcuni parlamentari.

Nonostante la differenza dimensionale nettame nte favorevole agli Olandesi, circa trenta volte più grandi rispetto alla attuale BPI, nonostante un passivo nettament e sbilanciato verso l’indebitamen to, nonostante i risultati economici siano negativi a causa delle continue acquisizioni, nonostante la preda sia più grande del predatore, nonostante la maggior parte degli analisti consideri la banca lombarda estremame nte rischiosa e consigli lo stop della campagna di aggregazioni, Gianpiero Fiorani decide di concorrere contro gli olandesi per aggiudicarsi il controllo della Banca Popolare Antoniana Veneta. Tuttavia, per i due rivali rimane l’ostacolo relativo alle autorizzazioni delle autorità di vigilanza competenti, ovverosia la Banca d’Italia e la Consob.

La scalata da parte della BPL, come accertato dalla Consob nel maggio del 2005, si è articolata in 3 fasi, che sono brevemente esposte qui di seguito.

3.1. La concessione dei finanziamenti.

13 Erano già sorti in passato vari dissidi all’interno del patto parasociale composto da ABN,

Deltaerre trust, Edizione Holding, Lloyd Adriatico, ed appariva scontato il mancato rinnovo del patto. Difatti il 20 dicembre 2004. I mem bri di Deltaerre decidono di rompere il patto di sindacato che li lega a ABN. Due giorni dopo sono seguiti da Benetton. Curioso il fatto che due settimane prima erano stati ricevuti in via Nazionale, sede di Bankitalia, Gilberto Benetton ed Ennio Doris.

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Dalla docume ntazione acquisita nel corso degli accertame nti è emerso in particolare che trentotto soggetti hanno acquistato, tramite BPL, rilevanti quantità di azioni Antonveneta.

Il complesso di tali soggetti ha acquistato il 22,296 % del capitale tra dicembre 2004 ed aprile 2005: 34 soggetti hanno utilizzato per tali acquisti finanziamenti concessi dalla BPL fra i mesi di novembre 2004 e febbraio 2005; 2 soggetti hanno utilizzato per gli acquisti i finanziamenti concessi sempre dalla BPL nel mese di aprile 2005; la GB finanziaria è l’unico soggetto che non ha ricevuto finanziamenti da parte di BPL per gli acquisti di azioni Antonveneta. Inoltre, a seguito di ulteriori accertamenti pubblicati nel luglio 2005, è stata considerata contraente nel patto occulto anche la Magiste international.

I soggetti operanti, tramite BPL, in azioni Antonveneta appaiono accuratame nte selezionati e possono ricondursi in linea di massima a tre categorie:

a) imprenditori agricoli o industriali operanti già clienti di BPL, tra cui molti soggetti legati a Gnutti;

b) immobiliaristi;

c) alcuni trader abituali già clienti di BPL.

In pratica, la banca lodigiana concede in prestito oltre un miliardo di euro in un lasso di tempo più breve dell'usuale, senza garanzie, per un’operazione normalmente rischiosa e per di più partendo da un bilancio già sufficientemente spregiudicato, dato l’alto livello di concentrazione dell’attivo.

Quello della “sana e prudente gestione” non sembra essere il “principio principe” della Banca popolare di Lodi, anche se la Banca d’Italia non sembra essere dello stesso avviso.

Bipielle non si ferma qua, ed il 17 gennaio comunica alla Consob di aver superato il 2% della partecipazione in Antonveneta14; neanche un mese

14 V. TUF, art. 15, co.3: “La comunicazione è dovuta anche per le variazioni della

partecipazione che comportino il superamento, in au mento o in diminuzione, delle soglie partecipative stabilite ai sensi del comma 5, ovvero l'acquisizione del controllo della società”.

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dopo, l’11 febbraio chiede l’autorizzazione per raggiungere il 15% del capitale in Antonveneta adducen do la seguente motivazione “Appare

perciò perspicuo come l’attuale equilibrio di governance di banca Antonveneta sia fortemente sbilanciato, a causa della mancanza, all’interno del patto sopra descritto, di un forte azionista bancario nazionale che possa svolgere il ruolo di naturale contrappeso alla egemonia de facto manifestata dalla componente estera di detto patto di sindacato ”. Naturalmente non viene fatto riferimento alcuno agli

acquisti compiuti dai soggetti finanziati dalla banca stessa. Con incredibile rapidità, appena tre giorni sono necessari, la Banca D’Italia permette alla banca lodigiana di seguire con i suoi progetti.

Infine, Giampiero Fiorani si assicura il pacchetto azionario in mano alla edizione Holding (Benetton), concedendo un finanziamento a tassi vantaggiosi e rimborsabile anche tramite azioni Antonveneta.

In altre parole, nell’arco di poco più di due mesi, a partire da novembre 2004, vengono scambiate azioni che rappresentano il 60% del capitale di Antonveneta, e più della metà degli acquisti sono riconducibili alla cordata “nazionalista” guidata da Fiorani.

3.2.

Il rastrellamento delle partecipazioni di

Antonveneta.

La seconda fase si riferisce al periodo successivo alla promozione dell’OPA volontaria su azioni Antonveneta da parte di ABN Amro Bank, annunciata il 18 marzo 2005, e comunicata alla Consob dodici giorni dopo.

Il 15 aprile, giorno in cui scade il patto parasociale Antonveneta, il Consiglio di amministrazione giudica «amichevole» l’offerta di ABN. ABN, avendo comunicato ufficialmente il lancio dell’offerta è inibita dall’acquisto di ulteriori partecipazioni in Antonveneta, e così ne approfitta la cordata di Lodi, con transazioni rilevanti che portano la

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quotazione del titolo oltre i 25 euro15, che è il valore offerto dalla banca olandese.

In questo periodo la strategia dei concertisti consiste nel concentrare i titoli acquistati dagli interposti nelle mani dei pochi soggetti che poi si recheranno nell’assemblea del 30 aprile per votare i nuovi amministratori della banca padovana.

Di fatto BPL e le società ad essa più vicine (Fingruppo, Gp Finanziaria, Magiste, Coppola, Unipol ed altre) acquistano dal 7 aprile e con particolare riferimento al periodo tra il 15 ed il 22 aprile:

a) le azioni precedente m e nte acquistate da soggetti finanziati dalla BPL; questi trasferimenti presentano elementi comuni per quanto riguarda tempi, modalità e risultato. Infatti:

• l’83% circa delle vendite avviene tra il 15 e il 22 aprile;

• i prezzi conseguiti sono per la maggior parte superiori al prezzo dell’OPA proposta da ABN AMRO e determinano la realizzazione di ingenti plusvalenze;

• le vendite generano la quasi totale dismissione delle azioni acquistate con i finanziamenti della BPL.

b) le azioni «liberate» dalla scadenza del patto Antonveneta di proprietà di alcuni ex pattisti16 anche in queste transazioni ricorrono elementi comuni:

• nel periodo che va dal 6 al 18 aprile sono stati accesi presso la filiale di Padova n. 201 della BPL appositi dossier titoli;

• in data 18 aprile i titoli Antonveneta sono stati trasferiti sui predetti dossier per un ammontare complessivo di n. 3.983.028 azioni;

• tra il 18 e il 20 aprile le azioni sona state tutte vendute17.

15 Per l’appunto, il 22 aprile le quotazioni di Antonveneta toccano record storico di 27,8 euro. 16 La transazione più importante è quella relativo al pacchetto del 5% di Antonveneta, che

passa dalle mani di Benetton a quelle di Fiorani il 18 aprile 2005. 17 CONSOB, Bollettino n 5.1, maggio 2005. pag 20 e ss.

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In questa fase la BPL opera in titoli Antonveneta direttame nte ed in parallelo con gli altri «grandi» compratori; compiendo acquisti più rilevanti rispetto alla fase precedente. Va in proposito considerato che: in data 4 aprile 2005 la stessa BPL ha chiesto alla Banca d’Italia l’autorizzazione a raggiungere il 29,9% del capitale di Antonveneta, ottenendo ne il rilascio in data 7 aprile 200518.

Nel mese di aprile BPL – che al 31 marzo 2005 deteneva il 7,97% - ha effettuato una serie di operazioni di acquisto a seguito delle quali è arrivata a detenere, in data 28 aprile 2005, il 29,49% del capitale di Antonveneta (tenendo conto anche delle azioni detenute a titolo di pegno pari allo 0,30% circa).

Il 29 aprile si riunisce il consiglio dìam ministrazione della BPL, la quale converte il proprio nome in Banca Popolare Italiana, richiaman do il principio di italianità tanto caro al Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, e mette in chiaro i progetti di Fiorani, il quale promuove un offerta pubblica d’acquisto concorrente a quella degli olandesi, composta in parte di cash in parte di “carta”, il cui controvalore dihiarato dai Lodigiani sarebbe pari a 25,5 €; ma pochi giorni dopo molte associazioni dei consum atori dichiarano che i titoli offerti da Fiorani sono sopravvalutati, e dunque l’offerta risulterebbe meno conveniente di quella degli olandesi.

3.3. Il dominio in assemblea.

In data 30 aprile 2004 si tiene, in prima convocazione, l’assemblea ordinaria della Banca Antonveneta chiamata a deliberare in ordine all’approvazione del bilancio d’esercizio al 31.12.2004 e, soprattutto, alla nomina dei nuovi compone nti gli organi sociali. A tal fine, in data 20 aprile 2005 la Banca Antonveneta aveva diffuso un comunicato19 con cui si dava notizia dell’avvenuta presentazione di 3 liste di candidati per la

18 Per una simile autorizzazione ABN Amro ha atteso 45 giorni.

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nomina del Collegio Sindacale e di 3 elenchi di nomi proposti per la carica di amministratore, presentati da parte degli azionisti Banca

Popolare di Lodi s.c.a.r.l., Magiste International S.A. e ABN Amro Bank .

In data 28 aprile 2005 la Banca Antonveneta diffonde un Comunicato stampa con cui dà notizia che erano state richieste certificazioni per l’intervento all’assemblea rappresentative di una percentuale superiore al 50% del capitale sociale della banca, pertanto l’assemblea avrebbe potuto validamente costituirsi in prima convocazione in data 30 aprile 2005.

L’esito della votazione sancisce la nomina dei 15 candidati presentati dall’azionista Banca Popolare di Lodi con un numero di voti variabile da n. 130.539.913 (pari al 54,20% delle azioni presenti in assemblea) a n. 129.468.756 (pari al 53,75% delle azioni presenti in assemblea).

Hanno votato a favore dei nominativi presentati dalla Banca Popolare di Lodi i seguenti azionisti rilevanti:

Azionist a n. az. Vota n t i % voti presen ti % capit a l e

sociale

1. Banca Popolare di Lodi 84.506.927 35,086% 29,315%

2. Fingruppo Holding 14.177.062 5,886% 4,918%

3. Unipol 10.856.578 4,507% 3,766%

4. G.P. Finanziaria 5.700.000 2,366% 1,977%

5. Banca Carige 5.373.356 2,230% 1,864%

6. BIM Fiduciaria spa 3.921.568 1,628% 1,360%

7. Argo Finanziaria spa 3.000.000 1,245% 1,040% 8. Banca Popolare di Vicenza 1.450.000 0,602% 0,503%

TOTALE 128.985.491 53,550% 44,740%

I voti espressi dai primi 5 azionisti di cui sopra (n. 120.613.923, pari al 50,078% delle azioni presenti in assemblea) sarebbero risultati già idonei al raggiungimento del quoru m necessario per la nomina dei candidati presentati dalla Banca Popolare di Lodi.

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Per quanto riguarda i nominativi dei candidati presentati da ABN Amro, questi hanno ottenuto un numero di voti variabile da n. 81.599.088 (pari al 33,88% delle azioni presenti in assemblea) a n. 80.566.820 (pari al 33,45% delle azioni presenti in assemblea) di cui 52.217.694 espressi dalla stessa ABN Amro.

A loro volta i nominativi dei candidati presentati da Magiste International S.A. hanno ottenuto un numero di voti variabile da n. 14.386.339 a 14.364.000 (pari al 5,97% delle azioni presenti in assemblea) di cui n. 14.384.000 espressi dalla stessa Magiste International S.A.

Infine, vi sono stati alcuni azionisti20, singolarmente detentori di una percentuale di capitale oscillante attorno all’uno per cento, complessivamente detentori di una percentuale superiore al cinque per cento, che si sono astenuti.

20 La Consob li individua in Generation Fund Ltd, Finpaco Project (Coppola), Tikal Plaza (Coppola), Lonati Ettore, Lonati Fausto, Lonati Tiberio.

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4. Le prove del concerto.

La Consob, dopo aver posto in essere una serie di interventi di vigilanza volti a monitorare l’evoluzione delle azioni nonché l’evoluzione degli assetti proprietari e dei patti parasociali all’interno della Banca Popolare Antoniana Veneta, sempre rimanen do nell’ambito delle sue competenze21, delibera il 13 maggio 2005 la sussistenza del concerto tra i seguenti soggetti:

• BANCA POPOLARE DI LODI S.c.ar.l.;

• EMILIO GNUTTI;

• FINGRUPPO HOLDING s.p.a.;

• G.P. FINANZIARIA s.p.a.;

• TIBERIO LONATI;

• FAUSTO LONATI;

• ETTORE LONATI;

• DANILO COPPOLA, (per il tramite di FINPACO PROJECT s.p.a.

e di TIKAL PLAZA s.a.)

Sostiene, inoltre, che il patto, mai comunicato al mercato, né pubblicato, avente per oggetto l’acquisto di azioni Antonveneta e l’esercizio di un’influenza anche dominante su Antonveneta, sia stato stipulato quantom e no in data 18 aprile 2005, data in cui è stata superata la soglia del trenta percento prevista dall’art. 106 TUF.

A tale delibera la commissione vi è giunta tramite un procedimento induttivo, visto che essa non dispone della conoscenza diretta di talune circostanze ed avvenimenti che solo i protagonisti della vicenda potrebbero confermare; in assenza di conferme da parte di costoro è doveroso da parte della Commissione avvalersi di ragioname nti di tipo induttivo, atti a ricavare da una o più circostanze note (fatti base o indizi) altre circostanze non dotate di prova diretta.

21 BAGLIONI M., Il patto di concerto Antonveneta accertato da Consob, in Le società, 2005, p. 1041- 1046.

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In particolare, la Corte d’Appello di Milano ha statuito che, al fine di dare la dimostrazione dell’esistenza di patti parasociali in relazione ai quali non siano stati adempiuti gli obblighi di pubblicità previsti dalla legge, la Consob è autorizzata a servirsi delle presunzioni, come strumento che permette di conseguire la conoscenza di un fatto per il quale non è possibile dare una diretta dimostrazione, attraverso un procedimento logico- valutativo, sulla base di canoni di univocità o di alta probabilità seguendo un criterio di normalità e ragionevolezza22.

La legittimità di un procedimento valutativo che faccia ricorso a presunzioni è stata altresì indirettamente confermata dalla sentenza del TAR Lazio, che ha giudicato corretto un precedente provvedimento della Consob con il quale, valendosi di siffatto procedimento valutativo, era stata affermata la sussistenza di un patto parasociale non dichiarato23. Dunque, la Consob sostiene che l’operazione concertata sia suddivisibile in tre fasi, in ognuna delle quali sono riscontrabili indizi dai quali è presumibile che le azioni di vari soggetti giuridicamente distinti sono riconducibili ad unica regia, quella della Banca Popolare Italiana, e più specificatamente nella persona del suo oramai ex amministratore delegato Giampiero Fiorani.

4.1. Prima fase.

La prima fase è quella caratterizzata dall’emissione di una notevole quantità di finanziamenti a favore degli stessi soggetti che hanno poi acquistato azioni della Banca Popolare Antoniana Veneta.

L’aggregazione di Antonveneta a BPL presenta al novembre / dice m b re 2004 alcune difficoltà oggettive:

• BPL, a differenza di ABN Amro non dispone all’inizio di partecipazioni rilevanti in Antonveneta e dunque non si trova in una posizione di parità;

22 V. Cass.Nn. 2700/97 e 13001/2001

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• la stessa BPL non può comprare più del 5% senza autorizzazione Banca d’Italia, per ottenere la quale deve disporre di un credibile progetto industriale24;

• tale progetto non può che essere comune ad altri soci poiché BPL non ha risorse proprie che le consentano di lanciare un’OPA sul 100% del capitale;

• ABN ha a sua volta da tempo manifestato la disponibilità ad incrementare la propria partecipazione nel capitale di Antonveneta25.

In un primo momento la dimensione del quantitativo da accantonare è commisurata all’obiettivo di trattare con ABN e di avere un ruolo significativo nell’assemblea che si svolgerà per l’approvazione del bilancio 2004 e la nomina del nuovo consiglio.

Posto che la media di partecipazione alle assemblee della Antonveneta è stata in passato molto ridotta (rispettivamente del 25,46%, 32,89% e 33,3% negli ultimi tre anni) e che taluno dei soci aderenti al precedente patto si sarebbe affiancato a BPL (come emerge dalla richiesta di autorizzazione a Banca d’Italia), poteva risultare sufficiente per tale obiettivo il quantitativo di azioni che ha costituito oggetto delle descritte operazioni di finanziamento e acquisto svoltesi tra novembre 2004 e febbraio 2005, pari a circa il 19%, tenuto anche conto della possibilità di acquisire l’ulteriore 4,99% rappresentato dalle azioni in possesso di Edizione Holding, società riconducibile a Benetton.

Dopo l’annuncio dell’OPA di ABN, avvenuto il 18 marzo 2005, che indica il venir meno di un’ipotesi di collaborazione con BPL, tale quantitativo rischia di non essere più sufficiente. Ciò in quanto:

24 Secondo la maggior parte degli analisti BPL non avrebbe potuto comprare nem m e no

un’azione di Antonveneta, dato che i suoi coefficienti patrimoniali erano i peggiori del panoram a italiano, anche se la Banca d’Italia non sembrava dello stesso avviso.

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• può presum ersi che la banca olandese effettuerà ulteriori acquisti non appena lo scioglimento del patto preesistente, in data 15 aprile, glielo consentirà;

• all’obiettivo di conquistare l’assemblea si unisce quello di contrastare l’OPA, incom patibile con il progetto BPL; il che sostanzialmente richiede di raccogliere attorno a BPL la maggioranza assoluta del capitale.

L’annuncio dell’OPA fra l’altro orienta inevitabilmente nella direzione della vendita la strategia di molti soci, compresi alcuni componen ti del patto parasociale, rendendo dunque necessario disporre di mezzi per effettuare acquisti anche da tali soci, seppure a prezzi concorrenziali con quello dell’OPA: da qui nasce l’idea di finanziare soggetti che operino in nome proprio ma per conto del finanziatore.

È facile individuare la strumentalità dei finanziamenti all’acquisto delle azioni, poiché dalla document azione acquisita è possibile notare che:

• vi è una stretta connessione temporale tra la data di erogazione dei finanziamenti da parte di BPL (iniziata il 22 novembre 2004) e l’effettuazione dei primi acquisti di azioni Antonveneta da parte degli stessi soggetti (avvenuta il 1º dicembre 2004);

• l’operatività dei singoli soggetti ha inizio in prossimità dell’apertura degli affidamenti bancari mentre sia i finanziamenti che gli acquisti sono concentrati nei mesi dicembre /febbraio, con una prevalenza nel mese di gennaio;

• fra la richiesta di finanziamento da parte dei soggetti e l’effettiva erogazione da parte della banca è intercorso un intervallo medio di tempo particolarmente breve ove si tenga conto dell’importo rilevante di ciascun affidamento; in genere, per tali finanziamenti, non sono state richieste garanzie specifiche;

• l’importo finanziato corrisponde al controvalore delle azioni; i finanziamenti erogati fino ai primi giorni del mese di aprile 2005 ammonta no complessivamente a 1.118.000.000 di Euro, a fronte di

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un controvalore complessivo delle azioni acquistate pari a 1.107.988.236 di Euro;

• in 31 casi su 38 le azioni acquistate sono state depositate in dossier dedicati, in cui erano depositate soltanto azioni Antonveneta, aperti a tal fine anche se il soggetto aveva già in precedenza dossier titoli aperti presso la BPL; appare determinarsi quindi una «separazione» tra i titoli già di pertinenza dei singoli soggetti e le azioni Antonveneta acquistate con il finanziamento BPL;

• gli acquisti, per la particolare modalità di costituzione della provvista, attraverso l’indebitame nto, presentano un profilo di rischio elevatissimo;

• gli stessi soggetti hanno fornito una precisa motivazione nella richiesta di finanziamento solo in qualche sporadico caso. Nella maggioranza dei casi sono state addotte motivazioni generiche quali, ad esempio, «operazioni mobiliari o immobiliari», «investimenti di carattere finanziario», «operazioni finanziarie» o «investimenti in immobili e valori mobiliari».26

In sostanza, secondo la Consob “vi sono soggetti particolarmente

avvantaggiati in termini strettamente economici dall’investimento in Antonveneta. Vi sono dunque acquisti fatti con soldi non propri ma messi a disposizione dal soggetto bancario che persegue un progetto di assunzione di un ruolo dominante nella Banca Antonveneta, investiti tramite la stessa banca e rientrati grazie a vendite in buona parte effettuate sul mercato in giorni in cui la medesima banca acquistava quantitativi molto rilevanti; è inoltre forte la presunzione, per le già rilevate modalità anomale in cui gli acquisti sono stati realizzati che gli stessi fossero sin dall’inizio accompagnati da una promessa di riacquisto con plusvalenza, più o meno esplicita”.

Nel corso delle audizioni svolte presso la Consob “alcuni dei soggetti in

questione hanno motivato l’investimento con generici riferimenti

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all’esistenza di notizie di stampa sui dissidi interni al patto Antonveneta e all’interesse di ABN a difendere il proprio investimento; tali circostanze avrebbero potuto comportare, a giudizio dei riferiti soggetti, un apprezzamento del titolo”.

Dalle caratteristiche della gran parte dei soggetti finanziati, che non sono investitori professionali e dalle dichiarazioni rese nelle menzionate audizioni, emerge che investimenti di importo e con grado di rischio come quelli effettuati su Antonveneta non erano usuali per molti dei soggetti interessati: diversi soggetti acquirenti hanno dichiarato in sede di audizione di non aver mai posto in essere in precedenza tale tipologia di operazioni e di non avere effettuato altri investimenti azionari di dimensioni paragonabili.

4.2. Seconda fase.

Durante la seconda fase Fiorani restringe il cerchio degli azionisti, spingendo alla vendita i soggetti che auspicavano una semplice plus-valenza dal titolo e concentrand o i titoli nelle mani di Bipielle e pochi altri soggetti.

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Dal grafico soprastante è possibile farsi un’idea dell’ammontare delle plusvalenze derivanti dall’investimento in Antonveneta: il titolo comincia a crescere a ottobre 2004; per tutto il periodo cresce costante m e nt e, poi a fine aprile 2005 aumentano sensibilmente i volumi, il titolo tocca il suo massimo storico, e da lì in poi si attesta sui livelli del prezzo dell’offerta promossa da ABN. Il rendimento del titolo è di oltre il 50%, e questo a causa della situazione anomala che si era creata, e che ha condotto la Consob ad indagare in profondità.

Dall’indagine si è palesato che le transazioni avvenivano sia sul mercato dei blocchi che sul mercato ufficiale, secondo modalità operative tali da consentire, mediante l’esecuzione di attività coordinate, che le azioni messe in vendita fossero acquistate da soggetti predeter minati27.

In particolare, per quanto concerne il mercato dei blocchi si evidenzia che “lo stesso è un mercato complementare a quello ufficiale ed è

caratterizzato da transazioni di importo particolarmente elevato rispetto a quello usuale e dalla ricerca della controparte che avviene per via telefonica; quest’ultima circostanza implica l’accordo sugli elementi della transazione prima della sua formale conclusione”.

Per quanto riguarda il mercato telematico azionario, invece, normalmente l’esecuzione delle operazioni avviene mediante incrocio automatico, da parte del sistema di negoziazione, delle proposte compatibili inserite dai vari operatori; conseguente me nt e, di norma, la controparte non è nota a priori. Tuttavia, nel caso specifico la Consob ha rilevato “l’inserimento di nu merose proposte di negoziazione di segno

opposto e di dimensioni rilevanti in maniera quasi contestuale che per la loro dina mica fanno ritenere che siano state in qualche modo coordinate e preventiva mente definite. Tali ordini hanno dato luogo alla conclusione di contratti che hanno incrociato proposte di negoziazione di segno opposto inserite per conto dei soggetti sopra descritti. Da rilevare

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che in alcune sedute tali incroci hanno avuto un peso rilevante sui volumi complessivamente negoziati sul mercato.”

Inoltre, per quanto riguarda gli ex-pattisti Edizione Holding e Deltaerre, le quali avevano nutrito insoddisfazione nei confronti del precedente organo amministrativo, risulta che abbiano venduto le loro azioni tramite BPL e probabilmente a BPL; le operazioni in questione, infatti sono realizzate tutte negli stessi giorni (il loro deposito nei dossier appositame nte aperti avviene il medesimo giorno) e con modalità analoghe;

Interrogato sull’argomento, Tiberio Lonati ha dichiarato che l’intenzione di investire sul titolo padovano era nata dalla lettura dei giornali; risulta assai difficile credere ad una simile testimonianza, data la vicinanza geografica, industriale, finanziaria, e l’appartenenza comune ad imprese, organi sociali e patti comune a tutti i soggetti indicati dalla Consob; tra di essi, ovviamente, vi era uno scambio continuo di informazioni, ed è arduo immaginare che si consultassero su tutto meno che sull’affare più corposo, la “scalata Antonveneta ”.

4.3. Terza fase.

È l’assemblea dei soci del 30 aprile il giorno in cui le strategie impostate nei sei mesi precedenti producono i frutti sperati, dato che BPL riesce, grazie all’aiuto dei concertisti, a nominare un organo amministrativo che la aiutasse ad ostacolare gli olandesi.

È a causa di questa assemblea che la Consob è chiamata, da parte di alcuni legali riconducibili ad ABN, all’accertame nto della sussistenza del concerto, con lo scopo che siano comminate le relative sanzioni, in

primis la sospensione della delibera assembleare.

Dall’esito delle votazioni si può osservare come ai fini della regolare costituzione dell’assemblea siano risultate determinanti le azioni detenute da soggetti che si sono astenuti e che avevano effettuato acquisti finanziati da BPL nella prima fase dell’operazione (tra di essi,

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Stefano Ricucci), ed ai fini della nomina degli amministratori proposti dalla Banca Popolare di Lodi siano risultate determinan ti, oltre alle azioni acquistate dalla Banca medesima con le modalità già descritte, quelle acquistate nel mese di aprile dalle società Fingruppo e GP Finanziaria e da altri soggetti che hanno effettuato acquisti o incrementi della propria partecipazione nella seconda fase sopra descritta.

4.4. I concertisti secondo la Consob.

La Consob individua l’anello conduttore di Fingruppo, GP Finanziaria e BPL in Enrico Gnutti.

L’imprenditore bresciano essendo fortemente convinto

dell’investimento in Antonveneta e della necessità di un cambiamento di strategia manageriale, e avendo riscontrato una coincidenza di interessi con BPL, ha pianificato con essa fin dall’inizio la complessa operazione descritta, rivestendo un ruolo sostanzialmente attivo, e non di mero carattere interpositorio.

La Consob ritiene che già da fine 2004 sussistesse uno stretto rapporto tra Gnutti e Fiorani, ma ufficialmente dichiara che il 18 aprile 2005, data in cui si riunisce il consiglio di amministrazione di Fingruppo per decidere in merito all’acquisto di azioni Antonveneta, il patto fosse sicuramente operativo.

Di questo consiglio, oltre a Gnutti, fanno parte ben otto soggetti che hanno ricevuto finanziamenti da BPL a fine 2004, e che hanno dunque perseguito un rilevante utile dismettendo le azioni pochi mesi dopo ad un prezzo ben superiore a quello d’acquisto. Non hanno dunque difficoltà ad approvare il progetto di incremento della loro partecipazione promosso da Gnutti, allo scopo di poter incrementare la posizione di Fingruppo in Antonveneta28.

28 MALAGUTTI V, ONADO M, Andava a piedi da Lodi a Lugano , in Mercato concorrenza e

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Dalla valutazione di fatti noti, la Consob ricava un fatto ignoto, ovverosia che Enrico Gnutti “ha partecipato sin dalle sue fasi iniziali alla

predisposizione dell’operazione di acquisito di azioni Antonveneta da parte di BPL, finalizzata all’acquisizione di una posizione di controllo, o quanto meno di rilievo, da parte della stessa BPL insieme ad altri soci da individuare; in particolare la prima fase di tale operazione, consistente nella creazione di una riserva di azioni da parte di BPL grazie ad acquisti da essa finanziati era finalizzata anche a rendere possibili i successivi acquisti stabili da parte di Fingruppo, oltre che da parte di altri investitori stabili”.

Altro soggetto operante nella strategia di BPL è l’immobiliarista romano Danilo Coppola, che tramite la sua società Pacop riceve da BPL un finanziamento pari a 100 milioni di Euro, che investe quasi interamente in titoli Antonveneta, per poi rivenderli a Luigi Zunino, un altro immobiliarista. Ad aprile riceve un ulteriore finanziamento, e pochi giorni dopo acquista un altro pacchetto di azioni della banca padovana. Incuriosisce il fatto che abbia comprato azioni a 20,42 €, che le rivenda a 25,5 €, e li riacquisti pochi giorni dopo a 26,3 €.

Pratica molto simile riguarda i fratelli Lonati, che in via diretta, o attraverso le società da loro controllate compiono un numero rilevante di transazioni con oggetto il titolo padovano.

Nella delibera del “concerto” datata 13 maggio non figura il nome di Stefano Ricucci, il nuovo volto del panoram a della finanza italiana, detentore di partecipazioni rilevanti in numerose società quotate a Piazza Affari. A questa mancanza la Consob pone rimedio il 22 luglio 2005, con una nuova delibera che include la Magiste International, società di Ricucci. L’imprenditore laziale era riuscito a destare meno sospetti poiché in assemblea aveva presentato una propria lista di amministratori, distinta da quella proposta da Fiorani, ma a fine giugno la Commissione acquisisce gli elementi dalla Procura di Milano nella sua indagine per aggiotaggio ed insider trading sulla scalata ad Antonveneta:

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• la finanziaria Garlsson delle Isole Vergini Britanniche, controllata dalla Magiste International acquista l’ 1,76% di Antonveneta a seguito di un finanziamento proveniente dalla Bipielle Suisse;

• durante una perquisizione della Procura di Milano negli uffici della BPL viene rinvenuta una bozza dell’intervento del rappresentante della Magiste nella suddetta assemblea Antonveneta, preparata nella sede della Popolare di Lodi e poi trasmessa alla Magiste29.

Sempre il 22 luglio, la Consob emette un altro atto di accertame nto, ove delibera il ruolo interpositorio svolto dai fondi Generation Fund e Active Fund, i quali sono gestiti dalla Money bond investments diretta da Luigi Colnago. Questi fondi, sempre con la ricorrente tecnica dei finanziamenti preventivi, avevano acquistato complessivamente più di 4 milioni di azioni Antonveneta.

29 MALAGUTTI V, ONADO M, Andava a piedi da Lodi a Lugano , in Mercato concorrenza e

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5. Il post- concerto.

L’effetto diretto della delibera Consob non è eclatante, visto che la BPI si limita semplicemente a ritoccare il prezzo dell’offerta pubblica promossa; comun que, parte della stampa già nomina la Commissione presieduta da Lamberto Cardia “paladina della patria”, avendo salvato con la sua delibera la normativa sull’obbligo di Offerta pubblica30.

Effettivamente questa delibera ha un effetto domino che ancora oggi non si è arrestato, visto che successivamente si occupano della vicenda, in maniera più o meno diretta, la Banca d’Italia, il Tribunale di Padova, la Procura della Repubblica di Milano, il Tribunale di Roma, il Tar del Lazio ed addirittura la Commissione Europea.

La prima è la Procura della repubblica di Milano, che iscrive nel registro degli indagati Fiorani, Gnutti ed altre 21 persone.

Poi è il turno della Banca d’Italia che già in precedenza si era divisa sulle autorizzazioni concesse a Fiorani, con il Governatore da un parte, e alcuni capiservizio dall’altra. Ora però, l’autorità del settore creditizio non può più chiudere gli occhi di fronte all’inadeguatezza dei ratios

patrimoniali della BPI, pertanto la obbliga a rientrare nei limiti stabiliti

dal regolamento; la banca lodigiana è così costretta a cercare alcuni partner stranieri che la finanzino comprando azioni BPI; anche in questo caso Fiorani riesce a rimediare, e sempre con metodi di dubbia legalità, visto che vende partecipazioni di società controllate con un presunto patto di riacquisto, che configurerebbe una operazione di “portage”, e dunque di nessun effetto reale sui ratios patrimoniali . In questo caso i contraenti sono Deutsche Bank, Dresdner Bank ed Earchimede31.

ABN Amro, oltre ad aver chiamato in causa la Consob per annullare la delibera assembleare della nomina del Consiglio di amministrazione, ha

30 Il Sole 24 Ore, 12 maggio 2005, Consob impone l’opa alla Bipielle; Corriere Della Sera, 12

maggio 2005, consob a Lodi e soci: subito l’opa su antonveneta.

31 Earchimede risulta essere una holding di partecipazioni con sede in Brescia allo stesso

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adito il Tribunale civile di Padova per nominare un curatore speciale, visto che il consiglio di amministrazione sarebbe in conflitto di interessi con parte dell’azionariato (ovviamente la parte di BPI). Il Tribunale di Padova accoglie l’istanza ed emette il relativo decreto32., anche se parte della dottrina ritiene per certi aspetti criticabile.

Nel frattempo il “gioco dell’opa ”33 continua, e dopo il rilancio di ABN a 26,5 euro è il turno di BPI che rilancia a 27,5 euro.

Il 5 luglio è il turno del tribunale di Roma, che iscrive sul registro degli indagati Gianpiero Fiorani e Giovanni Benevento (Presidente BPI) per ostacolo alla vigilanza, e Francesco Maria Frasca , Direttore Centrale Area Vigilanza creditizia e finanziaria in bankitalia, per abuso d'ufficio.

Una settimana dopo, nonostante comincino a tremare le prime poltrone all’interno di Palazzo Koch, la Banca d’Italia autorizza entram be le offerte pubbliche d’acquisto provenienti da Lodi; sempre a Roma, lo stesso giorno, Fiorani viene iscritto dalla Procura di Roma nel registro degli indagati per falso in bilancio, falso in prospetto e concorso in abuso d'ufficio.

La vicenda assume rilievo continentale, quando, il 14 luglio, Neelie Kroes, com missario europeo alla concorrenza chiede chiarimenti a Fazio sul suo ruolo nelle Opa bancarie, visto che sarebbe apparso una sorta di ostruzionismo nei confronti di ABN Amro e di BBVA, banca spagnola impegnata nella scalata alla Banca Nazionale del Lavoro.

Un altro Tribunale entra in scena il 19 luglio, quando Il Tar del Lazio respinge il ricorso dei Abn Amro volto ad annullare le autorizzazioni di Bankitalia alla Popolare Lodi a crescere nel capitale Antonveneta. Lo stesso giorno Anche la Consob da il suo benestare alle offerte della Popolare Italiana.

32

Parte della dottrina critica certi aspetti dell’operato del Tribinale: a riguardo SANGIOVANNI V., Impugnazione di deliberazione assembleare, conflitto di interessi e nomina del curatore

speciale. La battaglia giudiziaria per il controllo di Antonveneta, in Corriere giuridico, 2005, p.

1260-1270.

33 V. CHIAPPETTA F.,RISTUCCIA R., Ma quando inizia il gioco dell’OPA?, in Giurisprudenza

(25)

Emesse le autorizzazioni, il 20 luglio parte l’offerta pubblica mista volontaria di BPI, il giorno successivo l’offerta pubblica d’acquisto obbligatoria (tutta in contante); il giorno dopo ancora, invece, termina, e ovviamente fallisce, l’offerta pubblica dell’ABN Amro.

Ma il giorno più caldo dell’estate è il 25 luglio, giorno che deciderà la rinuncia al progetto Antonveneta da parte di Fiorani, in quanto cominciano a circolare i primi resoconti delle intercettazioni telefoniche disposte dai magistrati, nelle quali Antonio Fazio comu nica, personalmente e con toni molto amichevoli, la concessione delle autorizzazioni da parte della Banca d’Italia per le offerte pubbliche d’acquisto34. Per questo motivo Il Tribunale di Milano dispone il sequestro delle azioni Antonveneta in mano a BPI, Ricucci, Gnutti, i fratelli Lonati, Coppola e Boni e nomina un custode cautelare dei titoli stessi, mentre Consob e Banca d’Italia sospendon o le offerte di BPI. Da quel giorno sono solo cattive notizie per Fiorani e per gli altri pattisti, difatti, già il 2 agosto , il Gip del Tribunale di Milano, Clementina Forleo, conferma il sequestro delle azioni ai concertisti e dispone anche il sequestro delle plusvalenze e l'interdizione per due mesi dalle loro cariche di Fiorani, Gnutti, Ricucci e Boni.

Dal decreto di sequestro è possibile leggere che “I soggetti indagati

diffondevano le seguenti false notizie al mercato:

a) Di non possedere né direttamente né indirettamente altre partecipazioni nel capitale sociale di Banca Antonveneta oltre a quelle specificatamente indicate alle autorità e al mercato”

(comunicati BPL del 9 e 16 marzo e del 6 aprile 2005);

b) che la “determinazione di collocarsi fra gli azionisti stabili di

Antonveneta sarà assunta previa valutazione dei prezzi e delle quantità, compatibili con l’esigenza di non creare turbative al

34 Secondo ONADO M., in le regole violate, www.lavoce.info,“le intercettazioni sono solo la

forma colorita di una sostanza grave, già emersa negli atti di accertamento Consob e nel decreto di sequestro delle azioni. Questi documenti dimostrano che la scalata è avvenuta violando tutte le regole possibili di funziona mento del mercato finanziario e bancario e che il Governatore della Banca d’Italia ha avallato e sostenuto violazioni così gravi”.

(26)

mercato. Tutto ciò ovviamente nell’ambito delle prescritte autorizzazioni ” (comunicato del 12 aprile 2005);

c) che “l’attività di intermediazione per conto terzi sul titolo Bav

svolta da Bpl nel rispetto formale e sostanziale delle vigenti disposizioni non ha alcun nesso con la partecipazione detenuta né tanto meno con pretesi accordi con gli attuali azionisti di Bav”

(comunicato del 16 marzo e del 6 aprile);

d) che non sono stati “stipulati accordi (opzioni, contratti

preliminari, a termine o condizionati, accordi per gli acquisti o per il voto) aventi per oggetto le azioni Bav e di non aver concluso – in forma scritta o in altra forma – patti parasociali con azionisti della medesima banca” (comunicati Bpl del 16 marzo e 6 aprile);

e) che secondo quanto deliberato dal cda di Bpl, “l’eventuale

acquisto non dovrà comunque superare il 30%” (comunicato Bpl

del 16 aprile);

f) che il gruppo facente capo all’imprenditore Ricucci definiva come destituita di ogni fondamento la notizia di stampa secondo cui il Gruppo avrebbe ricevuto da istituti bancari una finanziamento finalizzato all’acquisto di azioni Bav, ribadendo che l’acquisto era stato eseguito con mezzi propri, inducen do, così, il mercato nella convinzione che Bpl non avesse acquistato titoli (direttamen te o per interposta persona) in quantità superiore a quella di volta in volta comunicata, che non intendesse superare la soglia di cui all’art. 106 Tuf e che non esistesse un “concerto” come poi accertato da Consob con delibere del 10 maggio e 22 luglio35.

Il 16 settembre Gianpiero Fiorani si dimette definitivamente dalla carica di amministratore delegato di BPI, e nem me no due mesi dopo è raggiunto dal mandato di cattura proveniente dal Tribunale di Milano per associazione a delinquere.

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Il 27 dello stesso mese BPI cede la sua quota di Antonveneta ai rivali olandesi, che ne ottengono così il pieno controllo, detenendo ne, di fatto, il 69,3% del capitale sociale.

Assieme ai concertisti è preso di mira Antonio Fazio, colui che ha permesso a Fiorani e compagni di portare avanti il progetto per oltre un anno, nonostante risultasse palese dagli indici patrimoniali che non ce ne fossero i presupposti36. Il Governatore, come già detto, è stato aspramente criticato dalla Commissione Europea, dalla Banca Centrale Europea, e dal CICR (Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio ) poiché non avrebbe vigilato adeguatamen te o addirittura poiché avrebbe avuto dei favoritismi nei confronti della banca guidata da Gianpiero Fiorani.

Dopo simili pressioni, Antonio Fazio il 19 dicembre 2005 si dimette dalla carica di Governatore della Banca d’Italia.

36 Già in passato la Banca d’Italia aveva rilevato infrazioni nella Banca Popolare di Lodi tanto

che “nel 2001 fu rivelato che, a fronte di un coefficiente dichiarato dell’ 8,09%, cioè appena

sopra il tetto mini mo prescritto, la banca aveva invece un coefficiente esattamente della metà, cioè di circa il 4,1%”, a seguito di questa irregolarità abnorme, la Banca d’Italia non solo si

limitò ad imporre sanzioni esclusivamente pecuniarie, ma lasciò che continuasse la sua corsa alle acquisizioni. Cfr. Il Sole 24 Ore, 17 settembre 2005, La missione degli ispettori, un labirinto

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