Introduzione
L’analgesia intraoperatoria in corso di interventi di ortopedia agli arti posteriori nei cani può essere ottenuta per mezzo dell’anestesia epidurale o con la somministrazione sistemica di oppiodi.
Le tecniche di anestesia locoregionale (ALR) in medicina veterinaria non sono applicate con la stessa frequenza con cui avviene in medicina umana.
Il successo di queste tecniche in medicina umana rispetto alla medicina veterinaria è da attribuire alla maggiore sicurezza che si viene a creare affrontando un intervento chirurgico con il paziente in uno stato di coscienza. Lo stato di coscienza del paziente permette di descrivere le sensazioni e quindi di dare modo all’anestesista di ricorrere ad un altro tipo di trattamento analgesico o ripetere la procedura di ALR qualora il blocco non sia andato a buon fine. In questo modo aumentano le probabilità che il blocco risulti efficace. In veterinaria vista la difficoltà di eseguire interventi chirurgici con il
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paziente in stato di coscienza, si può raggiungere un buon livello di sicurezza e migliorare l’efficacia dei blocchi periferici, utilizzando il neurolocalizzatore che permetterà di localizzare in maniera precisa la posizione del nervo e la distanza della punta dell’ago dal nervo stesso. Potremo così prevedere con la massima esattezza ed in maniera obiettiva la quantità di anestetico da depositare in prossimità del tronco nervoso.
In ambito umano, un altro vantaggio di cui gode l’ALR è la riduzione dei costi per eseguire ciascuna anestesia.
Infatti intervenendo chirurgicamente su di un paziente sveglio, si risparmiano i farmaci per l’induzione, per il mantenimento di una anestesia generale e talvolta anche quelli per la premedicazione. In veterinaria questo risparmio può avvenire in parte, in quanto i dosaggi dei farmaci somministrati per il mantenimento di un piano anestesiologico adeguato durante una procedura chirurgica possono essere ridotti se si applica una tecnica di ALR.
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Uno dei fattori che scoraggia la maggior parte dei veterinari nell’eseguire le ALR è l’insufficiente standardizzazione dei materiali e dei metodi utilizzati per eseguire queste tecniche. Infatti l’elevato dimorfismo intraspecifico tra i cani che consegue alla molteplicità delle razze esistenti, rende difficile talvolta il riconoscimento dei punti di repere per l’esecuzione dei diversi blocchi locoregionali. Inoltre i materiali utilizzati come per esempio gli aghi, variano in rapporto alle dimensioni degli animali.
L’interesse per l’anestesiologia in campo veterinario è in continua crescita, vista l’aumentata attenzione rivolta al benessere animale e nello specifico al trattamento del dolore perioperatorio. Questo ha portato negli ultimi anni alla definizione della figura dell’anestesista veterinario prima poco considerata. Ciò ha portato ad un ampliamento delle conoscenze e delle pubblicazioni inerenti a studi scientifici in ambito delle ALR negli animali, così da rivalutare queste tecniche fino ad ora
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considerate come troppo invasive rispetto alle altre alternative analgesiche.
Le tecniche di ALR dovrebbero essere considerate come una valida alternativa all’analgesia sistemica. Spesso queste tecniche permettono il realizzarsi di interventi chirurgici su pazienti in cui la somministrazione di farmaci per via sistemica comporterebbe un rischio troppo elevato per la salute del paziente.
Lo studio condotto in questa tesi ha lo scopo di valutare l’efficacia di blocchi paravertebrali lombari a livello delle radici nervose L5-L7 con l'aiuto del neurolocalizzatore ed evidenziare un annullamento o riduzione della sensazione dolorifica durante gli interventi.
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