• Non ci sono risultati.

Il recupero energetico degli edifici esistenti costituisce una sfida e una necessità per poter garantire il raggiungimento degli obiettivi imposti dal Protocollo di Kyoto.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Il recupero energetico degli edifici esistenti costituisce una sfida e una necessità per poter garantire il raggiungimento degli obiettivi imposti dal Protocollo di Kyoto. "

Copied!
5
0
0

Testo completo

(1)

Conclusioni

Il recupero energetico degli edifici esistenti costituisce una sfida e una necessità per poter garantire il raggiungimento degli obiettivi imposti dal Protocollo di Kyoto.

Il patrimonio edilizio esistente in Italia, se si escludono i centri storici, è costituito in gran parte de edifici realizzati tra gli anni Cinquanta e Novanta, in un periodo in cui si parlava ancora poco o niente di soluzioni volte ad ottenere un maggior isolamento termico e le fonti energetiche utilizzate erano quasi esclusivamente di tipo fossile, quali petrolio, carbone e successivamente metano.

Questi edifici, nella quasi totalità dei casi, mostrano prestazioni termiche scadenti con notevoli consumi di energia. Secondo il Ministero dello Sviluppo Economico quasi il 90% del patrimonio edilizio italiano (più o meno 13,5 milioni di edifici) ha un fabbisogno energetico di circa 220-250 kWh/m² anno, ovvero consumi annui di 25 litri di gasolio per m² (fonte ENEA). Una quantità enorme di energia spesa!

L’utilizzazione non razionale dell’energia ha portato progressivamente ad una scarsità delle risorse e ad un conseguente aumento dei prezzi; inoltre si riversano nell’atmosfera grandi quantità di sostanze inquinanti, con effetti dannosi sull’ambiente e sul clima.

Fra le possibili strategie da seguire nei vari ambiti di competenza, il risanamento degli immobili esistenti può costituire, allora, un’opportunità importante per limitare gli sprechi di energia in edilizia; tale concetto è confermato anche dalle politiche di incentivazione attuate da molti Stati Europei, fra cui l’Italia.

In quest’ottica è stata svolta la presente tesi di laurea, che ha avuto come oggetto la riqualificazione energetica del Palazzo dell’Orologio a Volterra.

La diagnosi dell’esistente ha mostrato, come era ovvio aspettarsi, una non conformità al D.Lgs. 311/06 sulle prestazioni energetiche degli edifici.

Partendo da una proposta di nuova destinazione d’uso, sono stati analizzati gli

aspetti fisico-tecnici dello stato di progetto e calcolati i fabbisogni energetici per la

climatizzazione invernale, la produzione di acqua calda sanitaria e l’illuminazione

artificiale e i relativi indici di prestazione. Inoltre è stata prevista la realizzazione di

un impianto fotovoltaico integrato alla copertura, che consente di ridurre i prelievi di

energia dalla rete elettrica.

(2)

I risultati ottenuti hanno mostrato che:

- con interventi quali un isolamento esterno a cappotto, una copertura di tipo ventilato, un vespaio aerato e la sostituzione degli infissi esistenti con nuovi infissi ad elevate prestazioni termiche e acustiche, i requisiti richiesti dalla normativa vigente sono ampiamente rispettati;

- si garantisce un miglior comfort degli ambienti interni, una migliore vivibilità degli stessi e un funzionamento più corretto dell’organismo architettonico.

Inoltre, grazie anche all’utilizzo di impianti di climatizzazione invernale e di illuminazione dotati di tecnologie attuali, possiamo ottenere un notevole risparmio del fabbisogno energetico precedente l’intervento e una conseguente riduzione delle spese di riscaldamento; contemporaneamente si riducono le emissioni di CO

2

nell’atmosfera, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto.

Tutto questo porta, ovviamente, ad un incremento del valore dell’immobile.

Quindi, le soluzioni tecnologiche adottate sono risultate idonee a garantire adeguati standard energetici, e potrebbero essere di riferimento nel caso di interventi simili anche su altri edifici.

Naturalmente le scelte effettuate devono essere valutate anche in relazione ai rapporti costi/benefici che ne derivano.

I fabbisogni energetici per il riscaldamento invernale sono stati determinati considerando per le quattro zone termiche individuate – museo, bar/ristorante, uffici, albergo – quattro impianti che funzionano in maniera indipendente l’uno dall’altro, ma aventi le stesse caratteristiche. Una progettazione più accurata dovrebbe, invece, tener conto delle diverse funzioni svolte nei locali e delle diverse esigenze.

In particolare, gli ambienti adibiti alla conservazione e all'esposizione museale presentano una complessità di situazioni da tenere sotto controllo. E' necessario garantire, oltre alla conservazione degli oggetti esposti anche una corretta osservazione da parte del pubblico; è prevista la costante rilevazione delle grandezze ambientali più critiche per la conservazione degli oggetti esposti, i parametri illuminotecnici e quelli termoigrometrici.

A tal proposito la norma UNI 10829 “Beni di interesse storico e artistico - Condizioni

ambientali di conservazione - Misurazione ed analisi” prescrive una metodologia

per la misurazione in campo delle grandezze ambientali termoigrometriche e di

(3)

illuminazione ai fini della conservazione di beni di interesse storico e artistico e fornisce indicazioni per valutare i dati e contenere i processi di degrado.

Nell’ appendice A della stessa norma sono riportati alcuni valori di riferimento per i parametri ambientali per la conservazione di 33 categorie di materiali, in condizioni di clima stabile nel tempo. Ad esempio, in questo caso, potrebbe interessare la conservazione di documenti archivistici su carta, manoscritti, volumi a stampa, per cui è indicata una temperatura dell’aria compresa fra 13 e 18°C, umidità relativa da 50 al 60% con una escursione massima giornaliera pari al 5%, massimo illuminamento di 150lx e massima quantità di radiazione ultravioletta di 75nm.

Inoltre la norma UNI EN 15757 “Conservazione dei Beni Culturali - Specifiche concernenti la temperatura e l'umidità relativa per limitare i danni meccanici causati dal clima ai materiali organici igroscopici” specifica i livelli di temperatura e umidità relativa per limitare i danni fisici che il clima causa ai materiali organici igroscopici che sono stati tenuti immagazzinati per lungo tempo o in mostre in ambienti interni come musei, depositi, archivi, palazzi antichi o moderni; fra questi materiali sono compresi anche oggetti in legno o in pelle, disegni, documenti.

L’impianto di climatizzazione della zona espositiva, quindi, dovrebbe essere correttamente progettato per poter garantire tali valori, che costituiscono un riferimento ben preciso.

Contemporaneamente andrebbe affrontato il progetto illuminotecnico: studiare un corretto uso delle luci, che devono dare il giusto risalto ai beni esposti e assicurarne la visibilità da parte degli spettatori, senza però causare alterazioni agli oggetti.

Oggetto di analisi potrebbe essere anche la valutazione di forme di approvvigionamento dell’energia alternative a quelle proposte: l’impianto fotovoltaico, per esempio, potrebbe essere affiancato o sostituito da un impianto di cogenerazione per la produzione contemporanea di energia elettrica e calore per la climatizzazione.

Oppure, nel caso di una futura estensione dell’impianto di teleriscaldamento alimentato dal vapore geotermico di Larderello, grazie alle nuove tecnologie che consentono il trasferimento dei fluidi caldi con una perdita di 1°C ogni 10 km, si potrebbe prevedere anche questa soluzione.

Le scelte fatte in questa tesi per garantire un adeguato livello di comfort derivano

anche dal rispetto delle norme sull’isolamento acustico: per le pareti di progetto

sono stati previsti materiali che oltre all’isolamento termico hanno anche buone

(4)

caratteristiche di isolamento acustico, il che ha permesso di rispettare i limiti imposti dal DPCM 5/12/1997.

Nel caso di studio non si è tenuto conto, però, dell’isolamento dai rumori generati da impianti: andrebbero previste soluzioni per prevenire la formazione e la trasmissione di tali rumori, utilizzo di attrezzature con isolamento integrato, smorzatori, corretto posizionamento delle tubazioni, realizzazione di vani tecnici, ecc.

Recentemente è stata pubblicata la norma UNI EN 12354 – parte 5 per la previsione delle prestazioni acustiche degli edifici nei confronti del livello sonoro prodotto da impianti.

Attualmente, per quanto riguarda la normativa relativa all’acustica in Italia, siamo in in una fase di transizione e di attesa di una nuova regolamentazione. Malgrado le buone prerogative ed intenzioni, il DPCM 5/12/1997 di fatto non ha mantenuto completamente le aspettative su di esso riposte, presentando dei punti controversi e di difficile interpretazione. Ad esempio non è ben definita la sua applicabilità proprio nei casi di ristrutturazione di edifici o impianti.

Due leggi Comunitarie del 2008 e 2009 delegano il Governo Italiano ad adottare decreti legislativi per la riforma delle disposizioni vigenti in materia di requisiti acustici degli edifici: In attesa di tali decreti il DPCM 5/12/’97 non è stato abrogato, ma temporaneamente sospeso nei rapporti tra privati e tra costruttori-venditori e acquirenti di alloggi, mentre restano in vigore i rapporti tra Costruttori e Pubblica Amministrazione e i Comuni devono comunque richiedere che siano rispettati i limiti di legge.

Intanto è stata pubblicata, su richiesta del Ministero dell’Ambiente, la norma UNI11367 “Acustica in edilizia - Classificazione acustica delle unità immobiliari - Procedura di valutazione e verifica in opera”, che descrive un metodo per la classificazione acustica degli edifici in base ai risultati ottenuti da misurazioni fonometriche effettuate a fine lavori.

Tale norma costituisce il punto di partenza per una riscrittura della legislazione che sia più chiara ed esaustiva.

Attualmente però i valori limite riportati nella norma UNI 11367 non sono richiamati

in alcun documento legislativo e quindi non hanno valore di legge.

(5)

L’intervallo di tempo dato al Governo per la pubblicazione della nuova normativa, inizialmente 6 mesi, poi allungati a 12 mesi, è comunque scaduto a settembre 2010, senza che nulla venisse fatto.

Oggi non è chiaro se, a delega scaduta, valga ancora la legge Comunitaria o meno, pertanto si aprono ulteriori incertezze sull’applicabilità di tale Legge.

Siamo comunque in attesa di un riordino della materia; una volta pronto, il caso di studio potrà essere riesaminato nell’ottica della normativa futura.

La presente tesi non è dunque un punto di arrivo, ma piuttosto un punto di partenza per successive elaborazioni che tengano conto dei recenti riferimenti legislativi citati, anche se non è ancora sufficientemente chiaro quali debbano essere i reali limiti di legge.

La difficoltà di chi progetta è inoltre rappresentata, soprattutto oggi, dal saper

integrare vari aspetti, non ultimo quello strutturale, che non è stato possibile

esaminare nel presente lavoro.

Riferimenti

Documenti correlati

• sul Piano Triennale 2021-2023 è già stata prevista la manutenzione straordinaria dell’intero complesso della caserma per un importo di € 150.000,00 e che la progettazione di

• sul Piano Triennale 2021-2023 è già stata prevista la manutenzione straordinaria dell’intero complesso della caserma per un importo di € 150.000,00 e che la progettazione di

1812 del 24/10/2017 e affidati con ordinativo del 26/10/2017 alla ditta Frangerini, si è provveduto alle seguenti operazioni: rimozione e analisi del pannello caduto dalla

Il riferimento è ai Patti di integrità di nuova generazione, che abbraccia- no tutte le fasi del ciclo di vita di un appalto (progettazione, affidamento e realizzazione) con anche

“Legge europea sul clima”, che conferma gli obiettivi della neutralità climatica al 2050 e prevede la definizione di un nuovo obiettivo europeo per la riduzione delle emissioni di

possono esserci non soltanto i comportamenti alla guida e le condizioni psico-fisiche del conducente stesso - che pure, dati alla mano, esprimono la percentuale più alta tra le

Nella tabella 15 vengono presentati i sistemi i sistemi di coordinate essenziali per questo progetto (tra parentesi si trova la denominazione del sistema di coordinate

“Emerge con chiarezza che l’incidenza del contagio tra il personale scolastico risulta sensibilmente più alta rispet- to a quella della popolazione generale, salvo poi allinearsi