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InternetArchive
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2009
withfunding from
University ofToronto
http://www.archive.org/details/letterebenedettoOObatt
SCELTA
DI
CURIOSITÀ LETTERARIE INEDITE RARE
DAL SEtOlO XIU AL XVII
InAppendice allaColleziono diOpereinedite nrare
Dispensa XG.
PREZZO L
2,50
Diquesta
SCELTA
usciranno otto o dieci vo- lumetti all'anno: latiraturadiessiverràese- guita innumero non
maggiore di esemplari 202:il prezzo sarà uniformato alnum.
dei fogli di ciascheduna dispensa,e allaquantità degli esemplaritirati:sesto,cartaecaratteri, uguali al presente fascicolo.Gaetano Romagnoli
I NOVELLIERI ITALIANI
INDICATI E DESCRITTI
GIAMBATTISTA PASSANO
Questa importante
Bibliografìa è già pubblicala nell' egual carta,forma
e caratteri dei Novellieri inprosa
dello stessoAutore
,ed
è vendibile pressoil libraio-editore
Gaetano Romagnoli.
Se ne sono stampate Copie 250
nelformato
di 8." aLire IO. 56.
Copie 50
nelformato
di 4.". aL. 20. 58.
ALCUNE
LETTERE FAMILIARI
DEL SEGOLO XIV
PUBBLICATE l>\
PIETRO DAZZI
BOLOGNA
Presso Gaetano Romagnoli 18GS
Edizione di soli 202 esemplari ordiii.-itamonto numerati.
N.
IIOI.IKINA.TIPI I-AVA I'.CMIMINAM.
«
Allo studio
delle origini e delloavanzamento
diuna
lin-gua,
le soleopere
diforma
let- teraria^anche
seantichissime,
non bastano;
èmestieri rintrac-
ciare laelocuzione nella sua
in- sjenuitànaturale,
ricoojherladai
labbri dique' primi che
lapla-
smarono
;poi quasi
daisuoi
a-vanzi
ricostruire loidioma
,pre-
sentarne l'organismo, come ap-
punto
ilgeologo dalle reliquie
fossili rifabbrica
un mondo già scomparso
ai nostri occhi.Onde
in
quelle
indagini,imporla ogni
fatto
ne dia modo
arinvenire
laparola
schietta,quale
uscì dalpopolo
e dagli scrittorinon
diprofessione; che
se inquella
schiettezza siaddimostra qual- che
voltaun
po'rozza, nondi-
meno
siavvantaggia quasi sem- pre per brio
oper verità sopra ogni maniera
dell' arte.Ed ecco perchè
iquaderni
de' conti, i ri-cordi
dellefamiglie,
gli statuti, icapitoli
delle compagnie, e in-
somma
le scrittureantiche
delvolgar nostro per
lequali con TuUio puossi diro Uà enim tum
loquehantur sono
ricercate,no- tomizzate da chi intende secon- do ragione
glistudi
».Premessi
taliparole
alle seiprime
diqueste
letterepubbli-
5
cateneir ottobre delT anno scor- so per nozze
diamici
ame
ca- rissimi;parole che parmi pos- sano
stareanche qui, sebbene alcune
delle letteresieno
di dotti scrittori. Infattianche
questi nello scrivere familiarerifuggono da ogni
arte(non
sipotrebbe
dire- ciòdimolti
scrittori de'secoli sus- seguenti),dicono
lecose come
se
parlassero,ed anche
in essicome
nelle scritture dinon ad-
dottrinati, ipensieri
e gliaffettisenza inceppamento
di sorta sistampano
nelleforme usuah
del dire, cosìche
cidanno limpidis- simi r indole
e l'aspetto dellaHngua.
Nelle
seiprime ho corretto alcun errore cadutomici,
e fatto-mi cortesemente notare;
in tutteho posto quanto
pilicura sape-
vo.Quanto
alla grafia,noto che
6
a
me piace anche
inquesto un metodo ragionevole;
epenso che
dellaparola non
siada attendere soltanto
alla esteriorema Lene
allasostanziai
forma;
diguisa
che,tranne
ilcaso
di studiipaleogra-
fici, il
pubblicare
scritture anti-che
a facsimile^come dicono, mi pare pedanteria che
toglieloromolti
lettori.Quando
si tratta di errori, oalmeno
di usi errati,quando T ammodernare non va-
rianemmeno
lapronunzia,
iocredo che
il sidebba; perchè
ilmaterialismo
in letteraturanon ha
lato digrandezza, come
for-se può aver
inqualcuna
delle scienze.In Firenze 1 Gennaio 1868.
NOTIZIE DEGLI SCRITTORI
DELLE LETTERE
Lemmo Balduccì.
Nacque
a Montecatini inVal
di Nievole;venne
aFirenze
nel 1333;si ascrisse all'arte del
cambio,
e in30 anni
riusci amettere
assie-me una
fortuna vistosa,ed
acqui- starelacittadinanza fiorentina.Sen-
za figliuoli, nel1389
feceun
testa-mento
colquale
distribuiva parte de'suoibeni
amonache
e frati, e parte alla fabbricazione e fonda- zioned'uno
spedale pe'poveri in- fermi,che
sichiamò prima
di S.8
Niccolò e poi di S. Matteo.
Un
de- creto delgranduca
PietroLeopoldo mutò
quell'ospedale, nel178i,
inAccademia
delle Belle Arti. Il testa-mento
del Balducci è citato dagliAccademici
della Crusca;stampato
negli atti dell'Accademia;
pubbli- calo coi tipi delMagheri
nel1822
da Luigi Rigoli.Filippo Dell'Antella.
Il Biscioni
(Albero
di diverse fa- miglie cod. magi. xxYi.112) dà
no- tizia diBartolommeo
dell'Antella,ponendo
sotto il29
luglio1398 che
eglicon
Cristcfano Spini,concluse pace con
BonifacioIX ed
iPeru-
gini, ed ottenneche
ilComune
di Firenze potesse gravared'imposta anche
i chierici,per cagione
della guerra allora sostenuta.Le
tre let- teresono
scritteda Padova, dove
si trovava forse
per
ragionidicom-
merci.9
Del Bene Dora.
Dora
forse accorciativo diTeodo-
ra, fumoglie
aFrancesco
di Iaco-po
delBene,
delquale
siveda
allaNota
20.Non
ostantemolte
ricer- che,non
so dire diche
famigliaella fosse.Lanfredino
eDomenico Lanfre-
dini.Dalle lettere qui pubblicate si ri- leva
che Lanfredino nacque
tra il1340
e il 45;che condusse vitami-
sera aFerrara per
assaitempo. Poi
nel1406
fatto castaido (e ciò soda
altra letterache
oranon pubblico) dovè
passarsela meglio. Scrivead Orsino
figliuolsuo
di14 anni
altem- po
della letterache
qui di Lanfre-dino
èprima,
eche
viveva in Fi-renze con Giovanni
Lanfredini; ilquale non
ziocome
dubitainelT
av- vertenza alla l.^ediz. di queste let- tere,ma
dovè, senon
sbaglio, es- sere biscugino di Lanfredino.Infatti dal
Gamurrini
[Istoria Ge- nealogica delleFamiglie
nobiliTo- scane ed Umbre.
T. IV.273]
tolgo l'albero seguente:Cecco
Bartolo
Biondo
Sandro Orsino
FilippoDomenico Lanfredino
Giovanni.E da questo anche
siprova come Domenico,
di cui è qui la vii let- tera, fossecugino
a Lanfredino.Coluccio
Salutati.La fama grandissima
di luimi
di-spensa
dal direcome
, vissuto76
anni, dal1330
al 1406; passata laprima
giovinezza inBologna per
11 ragion
d'impiego
delpadre,
fu poi segretario diUrbano V;
nel1370
deliarepubblica Lucchese,
e nel75
della Fiorentina; ufficioche
glidurò
finché visse.Giorgio
Scali.Di
Giorgio Scali, dell'azioneim-
portanteche ebbe
nelTumulto
detto deiCiompi,
dellasua morte
al1381
narradistesamente
nelle Isto- rie Niccolò Machiavelli (Lib. in).Quindi me ne
passo, solo aggiun-gendo che
inuna
nota di sepolti in S.Maria
Novella, sotto il 17 gen- naio1381
(stil. fior.) trovo Doni.Georgius dom.
Franciscl de Scnlis pop. S. Trinitatiscum
coniuge \De-
lizie degli
Erud.
Tos. ix. 126]; e perciòdovè
essere decapitato a'16.Referisco quel
che
diceMarchionne
Stefani,narrando
nellesue
storie sottol'anno 1374 come
lo Scali fuammonito «Del quale
Giorgionacque
grande ammirazione
in tutti li citta-12
clini,efuquella cosa
che
fuprincipioflel
guastamento
delbuono
e bello reggimento;imperocché
ildetto Gior- gio diprogenie
e stirpe guelfissi-ma
fusempre,
e giàper
li Fio- rentini e parte guelfa, nelleguerre
de'Fiorentini contro a'Pisani e'Ghi- bellini fusempre gran maestro
e confidente a'Guelfi;ma per
lo sde-gno che
ricevette contro delcon-
sortoche
fuammonito, come
adie- tro è fattomenzione
(rubrica 748) esso Giorgio al partito spariva.Era uomo
digrande
ardire, e di sottile ingenio, e digran
vedere, ed uo-mo
santifico, diche
quelli parti- giani si preserogran
sospetto di lui; eperchè
negli uflìci era, te-meano,
s'egli si trova in luogo dinuocere
alla parte, lo farà; eper
ciòl'ammonirono
». [Del.Erud.
Tose. XIV. 146].
Marchionne
Stefani.IVlarchionne di
Coppo
(Iacopo) Ste-13
fani ènoto
per la sua Storia Fio- rentina,che va
dal 136S, quasi con- tinuazione di quelledei fratelliVil- lani, fino al 1383. Ilpadre
Idelfon- soche
lapubblicò
nelle Deliziede- gli Eruditi Toscani, tra le notiziepremessevi, pone
la nascita diMar- chionne
fra il1310
e il 1320.Nel 1367 ebbe
ufficio pressoGiovanna
di Napoli: poi nel72
si trova dei DieciUomini
di libertàper
ilsuo
quartiere di S.Maria
Novella; funeirsi ambasciatore
a Vinceslao;e nel
1385
morì.J.ETTERE
ni
BARTOLOMMEO DI FILIPPO
dell' antella
Lanfredino de'Lanfredini in Lendi-
nara a
luiproprio (1).Lanfredino, Bartolomio
salute a Imo piacere. Ricevetti tua lettera a di17
digiugno,
a la quale io ti ri-spondo. Sono
statocon
Lario; Lario ècontento
dinon mandare niuno
lae, seprima
tueno mi
scriviquan- do
tue vogliche mandi. Con questa
condicione,manderà
lae il fante o siasuo messo
a torrela sicurtà, co-me
sarà consigliatoper
consiglio di saviouomo;
emanderalti
la cartach'ebbe da
Lotto, e quivi al pre-15
sentenon
ti farà altra fine. (2) Co-me
il fante sarà tornato, farallalui proprio aJacomo,
o sia ame
rice-vendo per
tuonome;
questo è ra- sone.Ancora come per V
altra let- tera io li scrissi, eglinon vuole mandare
i danariper persona
niu-na
asuo
rischio, anzivuole che
lue glimandi
ovegni
a torre lue;e di
questo
ame pare ch'abbia
ra- sone.Tue
dèi fare sia,che quando
lue scriviche
Lariomandi
a te a torre lasicurtà, tue abbimesso
suf- ficiente ch'eglivenga
a torre i da- nari, salvo se tuenon
vi volessi ve- nire.Sappi
ch'egli dice ch'egli ser-ba
idanari oggimai
a tua posta, siche da
quiinnanzi vanno
a te; lue faraisenno
adare
spaccio anzi an- coi eh'adomani. Quanto
al fallode
larasone
di quelloche
lue scri- viche
Lario de'avere, egli diceche
tue di' il vero. Egli de'avereda
te lire300
per Lotto, e eltempo,
e la fatturade
le carte, e lire100
le(luali ti prestò l'altro di
come
tue scrivi, siche sono
in tutto lire 422, soldi 10, e la fatturade
le carte;vorresti tue (3) lire 577, soldi 10,e aresli lire
1000,
salvoche
dique-
ste lire 577, soldi 10, liconviene
scontare la fatturade
lecarte.Sap-
piche
iosono rimaso
inconcordia con
Lario,quando
il fante verrà a torre la carta, luenon
se'tenutoa farla di più di lire 1150; siche
diquesto
t'avviso,perché
io dissi a Lario:Lanfredino
farà la carta almodo
nostro di noi prestatori,non
al
modo
di villani, eh'e villanifanno
le carte del doppio; e almo- do
nostro noi lefacciamo pure
delprò
e del capitaled'uno anno;
e diquesto
Lario è contento.Sopra
questo piùnon
ti scrivo, senon che
lue tene
spacci più tostoche
tue puoi. Al fattoche
tuemi
scri- vi di danari diGiovanni
Angiulierinon
ti dubitare ch'iocercherò
imiei libri e troverò ciò
che
lìa bi-17 sogno;
diquesto non
tidare ma-
linconia. Attendi
pure
a spacciare (ìuesto tuo fatto di Lario.Se
perme
si
può
fare o dire cosaalcuna,
tue riiai a scrivere, farolla amia
possa.Saluta da
mia
parte eda
parte tliBonifacio lutti que'nostri amici.
Bartolomio
di Filippoda T An-
tella proprio.
Di
i8 digiugno
1377.Lanfredino
de'Lanfredtni
etc.Lanfredino, Bartolomio da
l'An-
iella salute a tuo piacere.
Sono
stato
con
Lario eabbiamo
lui e io salda la tua ragionecon
lui.Lario
si de'avere
prima da
le lireccc
da' XXIII di dinovembre
inqua, che
farà a'xxiii dì diquesto mese
vili mesi;
monta
ilprò
di queste lire GGG lirexxx,
eper
fatturade
la carta lire ni, sì
che sono
lire 918
GCGXxxui. E
ile avereda
te lire e sul tuopegno;
eltempo, che sono due
mesi,monta
lire ii soldi x, siche
hai in tutto lirecgggxxxv
sol di x; resti tu avere lirecggcglxiv
soldi x.Vero
è a quelloche
tuemi
scrivi, da'di
xxx
dinovembre
in sino a di I digennaio
saresti ingannato
eh'auno mese
e di viiQuesto inganno non
écon
Lario anzi ècon
Lotto; siche
di questoperchè
Larioha
rasone,non n'ho
detto parola. Arai poi a farli a ri- rifare tue a Lotto questomese
e sette di.Siamo
rimasi inconcordia
Lario e io, ch'egli timanda
lunediche
viene,sanza
fallo, ilsuo
famiglio a torre questa carta,con
quelle si-curtà
che
tue gli darai,ed
ècon-
lentoche
la si faccia di lire mgl.Fatto questo,
com'
el fantesuo
è tornato aPadova con
questa carta, di presentemi
darà il tuopegno,
e el resto di danari e la tua carta;19
si
che manda messo
solTicienle, per cui io le glimandi;
e quellomes-
so
che mi manderai con
tua lette- ra, quellomodo
terrò e farò. Pro- caccierò inquesto mezzo che
starà a farsi questa carta,d'avere meza- nini(4)per
lomigliormercato
ch'io potrò.Dehboti pregare
da parte di Lario, e cosi ti priegoanche da
lamia, che
tue siaapparecchialo che come
il famigliosuo
sarà aLendi-
nara, tue gli dia spaccio.E
sappiche
de'danari eli'ha
tenuto a tua postamorti, non ne
vuole niente, anzi diceche
tue faccipure bene,
ch'egli èapparecchiato
di servirti;in brieve, Lario
non
ti vuole luimandare
idanari
asuo
rischio.Al fatto di
Giovanni
Angiulieri socom'
ioho
a fare. Altroper
orano
li scrivo.Se per me
sipuò
fare cosaalcuna sono apparecchialo
a farla amia
possa. Saluta mille vol- te ladonna
tuada
pariede
ladon-
na mia
, e seper
lei sipuò
cosa alcuna, èapparecchiata
a farla.20
Mandoli
per lo Ciola bracciax
di poltremollo (o) fine; costò soldix
il braccio.
Tue mi
scriviche
licom-
peri pignollo (6), e
non
di'che
pi- gnollo;ho
tolto dame
questo, per-ché
è più bello.Non
ci è per oraa dire altro. Bonifacio è ilo a Fi-
renze
ancoi fa xiii di,che
credoche
saràper
tuttoquesto mese
di qua. S'haibisogno
di cosaalcuna
a Firenze, scrivilo alfondaco
diFranceschino
e di Detto diTano
nelGarbo
in Firenze.Bartolommeo
di Filippoda
l'An- tella proprio. Di l(j di luglio 1377.Lanfredino
de' Lanfredini eie.Lanfredino, Barlolomio
salute a tuo piacere.Tue mi
scrivicome
tuem'hai mandato
più lettere e piùmessi
. eh'io timandi
la fine di La-21 rio.
Sappi
eh' io la feci fare incon-lanente
pochi di dietrocome
l'eb- bi pagato; eho
fatto fareanche
la line a Lotto di lire trecento, sìche
tue se'finito di tutte lire mgg.Sap-
piche quando
Barloioraio gastaldo del conte Ricciardo podestà di Pa-dova
foe l'altro diaPadova,
iomi lamentai
contro lui, e disseli ch'ioti volea
mandare
questa fine. Eglimi promise come
si volesse partire diPadova
eglimei
farebbea sape- re; ch'io te la voleamandare,
siche
il difettonon
è statomio
amandartela. Ora
te lamando per
Bertoldo tuo cusino; costa tuttedue
queste fini lireir,soldi xvr.Ancora
ti
mando per
Io Bertoldo livre ii dizucaro
il più fine ch'ioho
potuto avere; costòlalivra lirei. soldi viii;si
che sono
lire ii,soldi xvi; siche mi
resti adare
in tutto lirein, sol- di XII.È
vero eh'ioavea de
le lue lireXV per comperarti
tagliuole; ione
diedi lire xiiiper compire
la22
somma
tli lire gl alacomo, come
luemi
scrivesti. Al fatto diGiovan-
ni Aiigiulierinon
li maravigliareperchè
inno
timandi,
o abbiamandato come
sta il fatto; la ca-sone
èperchè
iosono
stato tantooccupato per
i fatti miei, eh'ionon ho
auto aso (7).Ma per
la grazia diDio ho
tanto fatto eh'iosono
ora in stazone (8); e bolla nellemani
eappunto
oggi, in questo di co-mincio
avedere
larasone con
Be- nedetto, eBenedetto m'assegna
ipegni e fatti
miei
nellemani. Come
arò
veduto questo
e spacciatomida Benedetto,
io di presente farò tutto ciòche
sarà di bisogno al fatto diGiovanni
Angiulieri, e di ciònon
dubitare.Sappi
ch'iomi tegno
ituoi fatti, miei. Priegoti se di
qua
è cosa ti siabisogno,
a tenon
sia fatica amandarla
a torre, ch'iosono
apparecchialo a farlo a ognimia
possa.Siamo TAdalina
e iomolto
dolentide
la mahiltiade
la23
tuadonna. Dice
l"Adalina
seha
cosaalcuna per
lei mantlila a tor- re; èapparecchiala
a farlo. Altroper
orano
ti scrivo.Sono
sì occu- pato ora a questimiei
fatti, ch'ionon
tiposso per
ora altro atten- dere. Saluta ladonna
tuada
partede r Adalina
ede
la mia.Bartolomeo
di Filippo daT An-
iella proprio.
Di primo
di settem- bre 1377.LETTERE
ni
LANFREDINO LANFREDINI
Orsino di
Lan
frodino incasadi Gio-vanni Lanf
redini nel fondaccio in Firenze.Al
nome
diDio amen.
FallaaMi 10
digiugno 1395,
a la Savonarola.Figliuolo
mio,
i'iio ricevuto pa- recchie loe lettere, e a tutte t'ho risposto; e le dretane li risposi a di29
dimaggio
i395.Ora
rice- veiuna
toa lettera fatta a di 19 dimaggio 139o,
eben l'ho
intesa.E
simile risposi
de
la sua aGiovan-
ni nostro, alligata la toacon
la soa, e involta la toa inuno
foglioche non
era scritto,perchè
la toa2o
era scrittada
lult' e dii'i lati.E
in quella ti dico ch'i'ho grande
con- solazioneche
tu sappibene V
aba- co;ma
tu scrivi fortemale,
esem- pre manca
sillibe assai in le toe lettere, siche mi
sarave digrande
piacereche Giovanni
timandasse
a scrivere
almen per un mese,
a ciò tu atTermassimeglio
lamano.
r ho
intesoche
aFirenze
s'èper
conciare le prestanze; e sopra ciò io scrivo aGiovanni,
e a Nofrio de'Rossi, e aJacopo
diSer
Folco.e a
Luca da
leGalvane,
e a Gio-vanni
Lanfredini in spezialità, per-ché
gli èmio capo
emia
guida,pregandolo che
gli piaccia di farmi conciare eh'io sia tenuto almeno
che
sipuò: pure che
al tutto el fac- cia ch'io ci siamesso
permio ono-
re e stalo, e per litempi che deb-
bono
venire. Siche
fa"che
tu prie- ghiGiovanni che
aoperi ognisuo
amico
ch'io sia concio, eche
el faccia ognipromessa che bisogna
26
per me; però che
s'iodovesse
ri-manere
in camicia, voglio soste-nere
ognigravezzache bisogna per
la nostra patria. Si
che
soliicita-mente
siacon
tutti questi a chi iio scritto; e sollecitache
per ognimodo
io sia concio, e ch'io sia a le prestanze.E
dillo a tutti damia
parte, e piiegaliche
in questo e'no m'abbandonino. Tu
scrivi in o- gni toa letterache
lamoglie che
fu dimio
fratello è rimaritata e ric-camente,
epure non
posso avere da te ilnome
delmarito,
e diche
casa egli è, edove
egli sta in Fi- renze; siche
scrivimi perordine
chi egli è. A'fatti nostrimi pare non ne
sia fallo nulla,ed hommi
grandissima
maraviglia,come
Gio-vanni Tha
cosiabbandonati da
ch'io fui a Firenze;che pure
el sache quanta speranza
i'ho
si è la sua;e farebbe
gran bene
egrande suo onore
a provvedervi.Io
sono
alla porta (9)come
tumi
lasciasti, evivocon grande
bri-27
ga; e pensa e di'a tulli i nostri,che dov'io
potessescampare mia
vita, per certo i'verrei volentieri a stare a
Firenze
tra'miei; equesto
abbisempre
amente, ch'ogni
vol- ta ch'io potesseavere
costà civan- zaniuna,
subitosare'mosso
a ve- nireal servizio del nostroComune.
Noi siamo
tutti sani per la grazia di Dio.Bellino eSalvadigo
vanno
a squo- la; e Bellinova
aimparare
a scri- vereper
3 oredel di.Tua madre
(10)ha grande speranza
in te, siche
fa'sì
che
la possa averebuona
spe- ranzacon
effetto, eraccomandaci
a tutti i nostri parenti e amici.
E
fòli assapere
che
quieho poca
spe-ranza
dimeglio
dal signore, per-chè ha
troppo ache
fare, eper
le novità diFerrara non son
fatto an- cora più innanzi, e ogni di cerco di riavere ilmio da Lendinara. Non
posso dire
ancora come
io farò;ma
nonostante
questo, priegaGiovanni
28
che
se inmodo alcuno
el vedesse ch'io fosse dibisogno
aFirenze
per istare,che
lo gli sia amente.
Tuo
fratelloNicolò è forte miglio- ratode
l'andare.Santone
è castai-do d'un
gentile e riccouomo da Padova,
e sta a la villa; eha una
putta, cioè la suaprima,
eebbene
un'altra e morissi; ora dapoco
inqua ha
autoun
fanciullomaschio,
e stabene
epuò
vivere eavanzare
assaibene;
enon
istà alponte
già faun anno,
anzi sta in villa presso a Anguillara in sulPadovano.
IlPolesine si tiene a posta di Vini- ziani, ed evvi podestà e capitani a lor posta. El vicario èvicario
come
l'era,
benché quel
podestà sicam-
bia;ma
egliha speranza
di con- ciarsicon
quello ch'enirerràper
podestà,ma non
lo sa certo.La Giovanna
stabene ed
è grossa a la gola. Nicolò delBasso
si sta a Ferrara, ed ègrande grammatico
a Ferrara, e
non
èin grazia di que-29
sto signore.Più
volte l'ho
scritto eh'io votai toamadre che
tu of- feresti per leiun
candeloltoda
soi- di 2 aMadonna Santa Maria de
l'Annunziata, làdov'è
cotanta cera;non
so seV
hai fatto.Altro per questa
non ho
a dire senon che sempre
tu siaubidien-
te a
Giovanni
e a tutti i suoi.E
scrivimi spesso
come
voi state tutti, e se costà èper
essere guerra. Id- dio li guardi.E
scrivimiquanto
staraiancora
a l'abaco.Io
padre Lanfredino
proprio.Orsino di
Lanfredino Lanfredini
ai fondachi di ritaglio inCalimala
in Firenze.Al
nome
diDio amen. Di
Fer- rara a'di 31d'agosto
1.397.30
Ricevei loa lettera a eli
2U
d'ago- sto presente, falla a di26
del det- to, laquale ho bene
inlesa, e per questa tirispondo
abbisogni.Prima
t'avvisoche
lagenie
delDuca
diMilano,
(11) è rottaper
talmodo che
infine a 10anni non
a- vrà tanto esercito,né
cosi ordina- to, eanche
forsemai, che
Iddioil
confonderà come
l'è degno.Ma sarebbe lungo
a scrivere ogni cosa;ma
a dire in elTetto, la gente suasi fuggi a
modo
di puttane, e lasciò paviglioni e trabacche e careaggi e puttane e ragazzi, emolte bom-
barde, e vettuaglia assai, edarme
e
molte
cose senzanovero:
e fug- giroDsi solocon
quello oarme
opanni che
se trovò avere indosso
e sanza colpo di spada.E
in effettohanno perduto
3 loro ponti; e più di200 nave
traarmate
econ
vel- luaria, econ
slazoni (12)d'ogni
artech'era
nelcampo.
De' quali sitruova
57
navili armaliche sono
3i presi
con
tulio lorofornimento;
enota che per modo
delmondo non
si potreb])e fare
conto
delgrande danno
ch'egliha
ricevuto; eson
presida duamilia
cavagli; e in ef- fetto tutti quegliche
visono
statisono
(13) tutti ricchi.E per
tanto luttoquesto
è statoV
altorio di Dio,prima che
tolse loro il senno, e poi pergrande avveggimento
(14) del conteda Carrara
più ch'altri, e poi le galeee i navili armaliche v'erano
del francocomune
di Vi- negia.E
in brieve inun mese non
si
potrebbe
scrivere le cosecome andarono
prospere, e renditi certoche
tuttovene da
Dio.Ora
la cosa stabene
enon
ci è piùtema
diMantova, né
di nulla, equesto può
essere la sua disfacione. Iddio gli dia quelloche
l'ha meritato.E
avvisotiche
l'è aPadova mes-
serMastino
iìgliolo dimesser
Ber-nabò,
e aspettagran
gente per an- dargli a dossoda
lato diVicenza,
32
e per tornare in casa sua.
E
cre- desiche
quelloda
la Scala faràanche
lui, siche
ilDuca
sipuò
dire sia nel ballo di roclii (15).
Al
fatto diGuido
dimesser Tom- maso
ringraziateloquanto
voi po- tete, epriegaGiovanni
eli'el facciaper mia
parte, eraccomandami
a tutti i nostri parenti e amici.E
abbiper
certoche
diqua
saràgran
fatti conlra quelloda
Milano.Iddio vi guardi tutti.
Toa madre
èun poco miorata
(16).Lanfredino
proprio, in Ferrara.Fa'eh'io sappia s'hai avuta que^
sta.
Orsino (li Lanfredino Lanfrcdini ai fondachi di ritaglio in Caliniala in Firenze.
Al nome
diDio amen. A
di 13 digennaio
1398, di Ferara.33
Come per
altra li scrissi a di8
diquesto
edappoi, mi sono
ricor- dato ch'io udi'direche mia madre
stette
con mio padre
7anni, eebbe 8
figlioli, epure
io fui ilprimo.
Si
che
a volere ritrovare la cartade
la dota, ame pare
di cercare di1339
e1340
e 1341 e1342
e1343
e 1344, eper
certo in questi millesimi la troverete.E
avvisoti eh'iocredo che mia madre quan-
d'ellaandò
a marito, ella usci di casa dimesser
Porcello de'Rossi,però che
lamadre
era serocchia dimesser
Porcello,ed ebbe nome mo-
na Lippa,
e'1padre ebbe nome Bar-
tolinoda
Signa.E
s'ellanon
usci di casa dimesser
Porcello,mi
ra-corda che mio
avolo, cioè il ditto Bartolinoda Signa,
stava inborgo
sanJacopo
di sopra dalSenese,
versosan Jacopo,
inuna
casa gran-de
ch'ésopr'Arno appresso un
chias- solinoche
siva
aArno
a lavare panni. Siche
forse fu fatta la car- 3u
la a Signa,
però
che'l dillo Bar- tolino stavamolto
aSigna
più eh' a Firenze,ed
eraviun grande
e te-muto uomo,
e avevavi di belli po- deri, siche
cercatebene
trovere- tela; e cosi ti scrissiper
un'altra a di8
di questo.Al
fattode
la tuavenuta,
priegaGiovanni
ti lasci venireper
carna- sciale, eavvisami quando
verrai apunto per
contentare tuamadre.
Del
pregione
scrivo a Giovanni.Ho
ricevuti tre ducati e fatto ciò
che
bisogni. Mill'annimi
pare tuvegna
avedere
questi tuoi fratelli, eh'è
bella brigala;
ma sono molto
al di sotto. Iddio ci aiutiper
la suami-
sericordia e piata.Del
fatto delpodere
e d' ogni cosa lascio aGiovanni
l'impaccio;Idio gli
renda buon cambio per
noi di ciò ch'egli ci fa.E
potete diresempre
eh' egli è più vostropadre
che non sono
io; siche per l'amor
diDio
fa'sempre
asuo senno, che
35
tu hai ragionesempre
te e gli al- tri dipregare
Idioper
lui.Del
fallo d'uficioper me, né
ioné niuno
altro per chiaoperasse ma- donna Taddea, non hanno
auto nulla, si eh' iomi
sto cosi ingrande
poverlà, e aspello graziada
Idio.Giovanni da
la Salem' ha male
servito infino a qui,ma pure mi promette
ora. l'ho scritto a Gio-vanni che
legnamodo che Diece
gli scriva
ancora,
e se gli fossema-
lagevole,che
gli scriva luiper sua
parte ede
lacasa; eche
dica ch'ionon mi
tornereine
la casa,né
iood
altriche
lui;prima per
la pa- rentelache
é tra ladonna sua
eme,
e posciaper
l'amistà vecchia eh' è statasempre
tra il ditto Gio-vanni da
la Sale eme. E
priegaGiovanni che
s'egli scrive a Gio-vanni da
la Sale,che
scriva pie-namente,
eche
gli si proferi e lui e la casa, e scriva letteraben
leg- gibile, e tosto.36
Di qua
si diceche
Pisa é ribel- latadel volere delDuca,
eche sono
stati
morti
assai de'suoi soldati, eche
si credeche
siano accordati col vostrocomune
diFirenze;
e credesiche per questo
sarà più to- stopace
econ miori
pattiper
la Lega. Idiocimandi pace, come per
r
altraho
scritta a Giovanni.Da Vinegia sono andate
aMan-
tova cioè aBorgoforte 7 galee eloO barche; che ciascuna
galeaha
4bombarde
grosse, eciascuna barca
1
bombardella;
eda Padova
4 na- vili grossi, e traFerrara
eMan-
tova50
navili grossi.E
tuttequeste
cosesono mollo bene armate
di gente, ed'ogni
co- sa, esono
tutte a Borgoforte; e evviandato
trada Yinegia
eda Padova 800
stili di roveriper
fareil ponte.
E
ragionasi eh' elduca ha 70
navili e 3 galee, siche
innanzi ch'esca questomese
s'azzufferanno,il
ponte
si rifaràda
Borgoforte.37
fdio ci dia vettoria per la sua gra- zia.Il finocchio attendo
perch'è
iltempo da seminarlo;
scrivimi diche tempo
sisemina
costà ecome;
e fa' eh'el sia grosso e dolce.
Per
questanon
t'ho altro a dire.Noi siamo
tutti sani. Idiovi guardi tutti.Di' a
Giovanni che non menzoni madonna Taddea
anullaper ninno modo.
Lanfredino
proprio.—
Ionon
posso mai avere
novelleda
voi,che
inprima non
sienoqua
di15
di innanzi.LETTERA
DI
DOMENICO LANFREDINI
Lanfredino Orsini de' Lanfredini
da
Firenze inLendinara
propia datain Ferrara.
Fratello carissimo. Ricevetti tua lettera, in effetto
contenente come per
altri aveviavuto come mio
pa- dre emadre
e fratello s'erano
an- dati a paradiso,eche
io erarimaso
ricco, ech'io
eraun
poltrone ec.Alla quale
rispondo che
tantisono
suti liimpacci
eh'ioho
avuto,come
potrai
vedere per
le infrascrille ca- gioni,che
ionon ho
potuto rispon- dere più tosto.Egli è vera cosache
dopo
lamorte
de'mie' parenti e fra-39
tello, ilvescovo formò un
processo contro a'beni
diSandro
sicome
usuraio, e lionne avuto
molto im-
paccio;eancora non sono
assolutoné assolverammi sanza mio gran danno. E
oltre a ciòmi sono
usciti tantialtri creditori adosso
chicon
carte e chicon
iscritte,che doman- dano
tanto,che poco sarebbe
il ri-manente, sanza
colorodie doman- dano
alvescovado
l'usure aSan- dro per
adrieto date; diche ho
as-sai
che
farepure
adifendermi
dalle dette cose;però abbiami per
iscu- sato,per
le dette cagioni, s'ionon
t'ho
prima
scritto.E ben che
i dettiimpacci
sieno stati assai e grandi, quegli dellamia
sirocchia dellaquale mi
scrivi,secondo che
t'è suto porto,che poco mi
curereis'ella capitasse
men che bene, sono
stati più e
maggiori; però che una
mona Ghinga che
fudonna
diFo-
cheggiale (17),insieme con un suo
figliuolo, sottoombra
diparentado,
40
(liedono a
vedere
allaDruda
(18)che
ledarebbono per marito
ilpiù ricco cavalieri (19)di Firenze;eche Sandro
l'aveva lasciato trecento fio- rini neltestamento
per dota enon
più;ma che
eglinofarebbono
tantoche
tutto il retaggioverrebbe
alei.Di
che
laDruda
credette loro emossemi
lite,e in effettoper paura
di peggio la lasciai
andare
colli dellimona Ghinga
eNanni suo
figliuolo,credendo
eh'ella stessealcuno
di e poi si ravvedesse.Ma
eglino creden- dosiguadagnare
le fecionoprima rubare
la casa, ehannola
fattapia- liremeco
insino a ora; diche mi sono
aiutalo a ragione enon hanno guadagnalo però
nullameco. E con
luttoche mi abbiano
fatte tutte que- ste cose,volliperdonare
allaDruda con
dirle ch'ella tornasse, eche
io
mi
ingegnerei di trovarleun ma-
rito a
suo modo,
eche
se nolle ba- stassono quegli trecentoche
1'ha
lasciato ilpadre, che
iocompierei
41
li quattrocento e
cinquecento
se bi-sognasse
,pure
eh' ioP
acconciassi bene;diche non ne
vollemai
fare nulla,credendo sempre
alle parole di coloroche
lalusingavano per
bi-sogno
di trarre da lei e d'avere,E
alla fineveggendo che non hanno
potutoguadagnare
nulla,per
rima-nere con onore
dellaimpresa,
in-sieme con una mona
Nastasiache
fu figliola diBondo
Carlelli,che
si fa nostracugina, l'hanno
maritata,sanza mia
licenza o parola opur
richiesta, aun Luca
delleCalvane
,
assai
da poco, che ha cinque
fi-gliuoli della
prima donna. Di che posso
direche
tra tutti e tre co- storo l'abbiano affogata.Sanza
ch'el- la stette a casa quellaMonna Na-
stasianon sanza vergogna
di noi e di lei,però che avea un
figliuolo,uomo che come che
credache
la trattasseonestamente, pur non
di-meno
il dire delle gentipende più
nel diremale che
bene. Diche
42
n"
ho avuto grandissimo
doloreperò che
aspettava di maritarla leco in-sieme
questaquaresima come
avevi iscritto. S'iomi sono male
portato nella infermitàdeflettiSandro, ma-
dreeLamberto
potetecomprendere
ora se è suto vero,però che
quelloNanni che
ti scrisse l'ha fatto per le dette cagioni, e se saraiqua, come
di'; potraicomprendere
la ve- rità.A
quelloche
dice ch'iosono matto
e poltrone, e eh'ionon temo vergogna, rispondo che
ionon ne
voglio fare altra iscusa senon
ch'iomi maraviglio come
a si fatte let- tere, fatteper inganno
e per mali- zia di coluiche non
solome ha
traditoma
eziandioha
voluto evuole
tradire te, desti fede;però che credeva che oggimai mi
dovessi cognoscere. Scrissetiancora
il cat- tivouomo
diNanni che
io era ri-mase
ricco;di questo sareicontento
che
fosse vero,però che sarebbe
mio
bene, e tucredo che
n'aresti43 contentamento
e allegrezza.Ma
ac- ciòche
tu sappia la ricchezzache
m'è rimasa,
sappiache
tra lutto ciòche
si truova de'beni diSan- dro, non
si truova,contando
la dota dimia madre,
il valere di mille fiorini;ehassene
acavare
la dote dellaDruda che
nollaho
vo- lutapagare
per le dette cagioni,ma converrallami pure pagare, però che
l'haper testamento,
laquale
dote è fiorini trecento d'oro.An-
cora sene
avrà a cavarepiù
di du-gento
fiorini elie vorrà ilvescovo,
e coloroche hanno
avere delle u- sureche
lasciòSandro che
sirendes- sono. Siche pensa oggimai
quelloche puole
esserel'avanzo che mi rimane.
Dissiti di sopracome
co- luiche aveva
traditome doveva
tradire te, eperò
voglioti scrivereil
come. Mostra che
tugli scrivessi inuna
letteracome
tu dovevi es- serequa
questaquaresima,
diche
egli
andò
auno che ha nome Ban-
44
cozo
delCorso,
il qualemostra che
l'abbiauna
carta a dosso pe'fatti diGiovanni
Angelieri, e pattovissicon
luiche
s'egli gli volevadare
il
quarto
di ciò ch'eglidee
avereda
te, ch'egli farebbeche
inque-
staquaresima
tu sarestimesso
in prigione per la detta carta, se tu civenissi, e cosi gli
ha promesso
di dovertiappostare
e fargli sentire la tua venuta.E però
ti priego, caromio magiore
fratello ,che venga per modo quando
vieni inqua che non
possa ricevereimpedi- mento,
acciòche
il traditorech'é nato per
disfare casa nostranon
tipossa
nuocere;
e seme
lo farai a sentirequando
saraiper
volereve- nire,procaccerò con miei amici che
araiun
bullettino da' priori siche
potrai veniresicuramente,
e allorati
informerò
e consiglieromi tecodi tutte le sopradette cose più piena-mente; come che
se arò agiocredo
venire costàda le in sul carnasciale45 o prima
, e troverai in effetto il con- trario di tutte quelle coseche
tisono
state dette e scritte, e altribugiardo
eme
veritiere.Se per me
si
può
fare cosa ti sia in piaceresono sempre
apparecchiato.Data
inFirenze
a di xxxix.diGen-
naio [1384] per lo tuoDomenico
diSandro
Lanfredini.LETTERE
(20)L)l
DORA DEL BENE
Al
reverendissimouomo Francesco
di Iacopo Vicario diVal
de Nie- volc in Poscia.Messer Giovanni
diMesser
Ri- ciartlomi manda cheggiendo
lacariacome furono
falli citladini.Credo
ch'ella sia nel forzerello coU'altre lue carie;mandami
a dire sevuo-
gli eh'io
mandi
lachiave
aFirenze per
farne cercare, oche
vogli ch'io faccia. f-.evigne sono
pelale e pa- late eora le fo legarea Dicci Chele.Se
tu hai della salvagginaparmi
faraibene
a presentareAndrea
della Caterina.Se
tu hai dellezane man-
47 dacene
parecchieperò che
n' ab-biamo gran
bisogno.Qua non
vienpersona che non mi
dicache
lueri nel letto;parmi che
tu siamolto bene megliorato
del dormire.Oggi
questo di fo aconciare le pergole, ed i ceci farò porre. Gigliotto fu qui ame
, enon
vollené
berené manicare,
diche
lo pregai assai,[e]che
facessemotto ad Amerigo
eche
si tornasse co' lui
mentre
eh' egli stesse aFirenze, perchè Amerigo
é solo, e foragli
gran
piacere.Non
fare
dare
el latte a'fanciulli nostri di qui amezzo maggio, però che
se l'arianon
é caldanon farebbe buona
operazione.Ramentoti
le te-ghie
del ferroche quopra
l'una l'al- tra,che
se'1modo
v'è facci eh'io n'abbia un
paio.Ser Bernardo ha avuto grande male
di fianco, e stabene;
lodato Idio. Idio ti sia guar- diasempre.
Fatta in S. Biagio
) ^ ^^^^^
di IV d aprile j
48
Al
savio e discretonomo Francesco
di Iacopo Vicario di Val de Nie- vote.Mandatemi
a dire quello clie vo- leteche
facciaper
questi danari delMonte, che Marco
di Giotto diceched
ébisogno che vada
aFi- renze;mandatemelo
a dire quelloched ho
a fare.Avemo
tre caveret-li ,
uno
fagiano;mandamo uno
caveretto aGiovanni:
e ditead An-
tonioched
ioho
auti fiorini otto in oro. Digliche
cimandi
del ca- cioche
soched
è inbuono
istato.Mandami
a dire secompero
o san- ginapanico;
lasangina
s. viii, elpanico
s. xii.Rispondimi.
Altronon
ti dico. Idio ti guardi. Fattaa' di xiiii di aprile 1381.
Dora
diFrancesco d'Iacopo Del
Bene.
49 Al
venerabileFrancesco
di IacopoVicario in Pescia.
Maravigliomì che
tunon mi
ri-spondi
alla letterache
ti scrissi del fatto nostro delMonte. A me pare che Marco
di Giottoe questi nostriamici abiano intendimento
a certe tue iscritture,ed
iosono pur
di- sposta anon mostrare ninna
tua iscritturasanza
tua lettera.P ho venduto
le legneminute
delbosco
aBone
ead persona da Campi
sol. Ili e d. 5la
soma. Abiamo
fatto el porcile,ma non
vorreiancora
el
porco, però che non
soche
dargli.Ramenloti
elpanno
di fanciulli pelverno,
siche
cipossiamo
ve- stire tutti.Dice Ser Bernardo che Messer Pagolo
l'hamolto
pregatoche
ti scrivache
tu gliresponda
alle lettereche
t'ha mandate.
Istia- rao tuttibene
, lodato Idio ;ma
meglio
ciparrebbe
istare se fus-4
50
Simo
teco.Addio; t'accomando
laDora
tua. Salute mille.Fatta di xviii
d' aprile all'
Avemaria.
Al
carissimouomo Francesco
di Ia- copo Vicario in Pescia.Domenica
sera feci fare aSer Bernardo una
scritta di patti ch'ioho
colpaneraio
e col Brea.E
l'unpromise
la pigionepe
l'altroper termine
etempo
diquatro
anni.Guarnieri ha
tolto elmacello da
Petriuolo e taglia a casaCapo,
e quelloche prometterà
aCapo per
la pigione,
darà
ame,
e cosim'ha promesso.
Ioguardo
di allogare le canali diCapo per
avere cotantomeno ad
avere,perchè mi pare che
l'avanzo
liconverrà
lasciareper
r amor
di Dio.ol
Michel
diCosa
e'figliuolim'hanno
chesto la terra tua
che
faGiovan- nino
delCalza edarebborne
piùxii staia digrano, levandone
gli al- beri; e forseanche ne darebbon
più.
Pare
aSer Bernardo che T
al- legagionesarebbe buona,
e si per-chè sono buoni
pagatori, e si per-chè
gli alberinon
fruttano lametà per anno
di quelloche
sene
trova,ma
più.Io favellai coli'
amico
del renca- rare delle terre;dicemi che
ciha
di quelleche
vagliono più,ben che non
sa el pregio tuo.Dicemi che vorrebbe sapere
ache
pregio sono.Le vigne
sivangano valentemente
,
e fassene
buono governo, secondo che m'è
detto. El Fraschiere (21)ha vedute
le canali e diceche
l'ac-concerà
in calen di giugno.Dicon- mi
costoroche
l'orzo nostro del-l'orto è '1 più beli' orzo di questo paese.
La
Caterina è stata infred- data, ora è guerila.E Nanni ha
la febre.52
E'
non godo come
tu credi.Ben-
ch'ionon
abbia acombattar
co'birrima
acombattar
co'Lagio
e col-r
altra brigata.Tu
ordisti dimolte
tele eha
'le lasciate a tessere ame.
Emi
dettoche Andrea vuole
la Ca- terina ora diquesto mese. Se
tide- liberassi di dargliela, vorrebbisi a- vere pensiere di fornirla.Qui
sidice
che
costiha un poco
dimor-
talità, di
che
tiprego per Dio che
vi sapiate guardare.Mona
Bartolanostra
ha avuto
parecchidiun gran male, ed
è stata aFirenze;
ora è tornata , e sta bene. Idio vi sia guardia.La Dora
tua a Petriolo.Fatta
addi
viii dimaggio Dopo vespro
sotto la loggia.Al
saviouomo Francesco
di Iacopo Vicario in Peseta.Le
viottolesono vendute
e pressoche
segate;però che tempo non
eraS3 da
secarFieno,
ionon ho ancora
favellato a Biagio diLapo
, favel- laroglidomani
sanza fallo.Bindo
eAmerigo
(22)furono
a Pratocon
Cristofano econ Cintone
enon venderono
nulla. L'opere
dellevigne furono
a potare et al palare xxxviii; delvangare non posso ancora
sapereperchè
ce n'haancora
avangare
dalle sette all'otto.Favellai
con Giovannino
del Calza,dicemi che
tidiede
Lirelx
eche
tunon
facesti el pregio delgrano,
diche vuol
far teco.Ragionagli
della terra;dicemi che non vuole
fareniun
patto senon con
teco.El Marzica vorrebbe
la terra dalla stradache
saPierod'Amadore, dove
si fa el
capannetto per por
vigna.Castiga si
Borgognone
(23)che non bea
el vin pretto,che
questi gar- zonimi dicono che
gli fagran male.
Tu mi
scrividell'Antonia
(24),ma
io
credo che
tun'hai pochi pen-
sieri; eaviemene
quello ch'ione
54
pensai
quando
andasti; io perme non ne
favellaimai
apersona
,né
favellarò.La
bottegrande
è levata,
si
che mandami
a dire quelche
tipare da
fare,avisami
quelche
tipare che
faccia dell'andare
da Fi-renze no;
è veroche
quiha molte faccende
emale
posso lasciare.Pho
fatto tagliare a questefanciulle
duo giubbe
enon ho
diche
fornirle;mandami
a direcome
faccia.Giulonecifuistamaniedice
eh'ba venduto un
vitello diGiovanni
d'A- gliana, erecòmi x
fiorini e lirein di quattrini. Io trovo delle terre diDonato
dimona
Tata fiorinixxv
enon
più; siche mandami
adirese le viio' dare,che
costorone
vo- glionoresposta.Michelone
e'figliuolivogliono
le terre del Liscache
faGiovannino per
xvi fiorini più, ta- gliando l'alberi, e di questo vo- gliono resposta;mandami
a dire quelche ho
a fare, e eh'ionon
tenga altrui a parole.Tu mi
scrivi55 che non
può'dormire
la notteper
pensieriche
hai dell'Antonia;ma
a
me
è dettoche
tu haialtracom- pagnia che non
ti lascia dormire.Ma
l'Antonia'ìion è quellache
titoglie el
sonno; ma quando non
po- trò più5 assalirottiche non
te n'av- vedrai, enon
verròsenon
soloper
garrire.Mandoti
delle robiglie (25) e de'baccelli e della lattuga diMes-
serPagolo perchè
tu ti rinfreschi,
che mi pare che
n'abbi bisogno.Pregoti
che
gastighi i nostri fan- ciulli. Idio li sia guardia e tu an-che
ti sappi guardare.Ser Bernar- do
timanda
mille salute.Fatta
addì xix mag-
fper
laDo-
giodopo r avemaria
j ra tua ni-
nella loggia. V mica.
LETTERA
DI
COLUCCIO SALUTATI
Nobili et prudenti viro Francisco lacobi Del
Bene
vicario lion. Val-lis
Nebulae
etArianae
,majori suo
karissimo.Maggiore mio
singularissiino,Per
cagionedicertoomicidio com-
messo ne
lapersona
diGaido
d'A- righettoho
sentitoche
avete soste-nuto
e molestatone
la suapersona
Simo
diSimo da Stignano
(26), il qualereputo mio
fratello. Diche
57 mi
gravaquanto
sene
lamia
pro- piapersona V
avessi ricevuto. Oltra ciòper
questamedesima cagione pare
abbiate fatto richiedere Nello diGiovannino mio
cognato.E
que- stopare
siaavenuto perchè
sidicevano
avereaccompagnato
quelliche comise
il detto omicidio;come che ne
la veritàné mai
vi furono,né alcuno
cosane seppero, come sono
certo saretepienamente
infor-mato. E per
tantoavendo
rispetto a la loro innocentia,quanto
piùposso strectissimamenle
vipriegoche
peramore
e gratia dime
vipiaccia be-nignamente procedere
a la libera- tiene del dettoSimo,
eprovedere
che'l detto Nelloper
questacagione né
inpersona né
in avere sia gra- vato.Però che certamente
cosi porta laloro inocentia. Piacciaviadunque
in questo facto
che ragionevolmente
domando,
mostra[re] pereffectoquel- loche sono
credulo poterein voi.E
per
litempi
avenire sienvi i detti58
Simo
e Nellocome
lamia persona racomandati.
Florentiae xi marlii iv inditio-
ne
(27).Yesler
Coluccius Pyerius Cancel- larius Florentinus.LETTERA
DI
GIORGIO SCALI
Al
suo caro fratelloFrancesco
di Iacopo Vicario di Val di Nievole ete.Fratello carissimo,
Pare che
ilpodestà
diBugiano
perseguiti in ognimodo
Nicolao eColuccino da Bugiano
euno
altro loro parente, e più volte glien'ho
scritto e fatto scrivere;
niuna
gra- tia,né dovere, né
ragioneper
loroho
trovato in lui,non
soche
sia lacagione, né etiamdio una buona
risposta.
Non
soper quale mio
di- fetto io abia questa disgrafiacon
60
costui, e
pure
è cosi. Ilperchè
io tiprego che
essi tisieno racoinan- dati, eche per mala informalione
tuno
gli iscacciné
perseguiti; e se il podestà o altri dubita di loro,prendi da
loroche sono
sofìcienti si fatta sicurtàche
basti, e lasciali stare a casa loro o in Pescia,come
vedi
che
siapiù
tuoonore;
io te gliracomando come miei
carissimi amici. Idio sia teco.Giorgio degli Scali in
Firenze
di XXII dimarzo.
LETTERA
DI
LEMMO BALDUCCI
Nobile
homo Francesco
diIacopo DelBene
honorevole vicaro di Valdi- nievole.Garisimo mio
fratellomagiore,
Per Aimerigo
vostro vi fuescrittoche
iodovea
avere dalpodestà
di Pescia fiorini otto d'oro di resto diXX
eh'io gli prestai; e io scrissi al detto Pieroche
elio vidovesse dare
i detti fiorini otto, e voi scri- veste [aJAimerigoche
voigliavete a-dimandati
e ch'elioavea
detto di darli alla uscita delsuo
ofizio. Sa- piateche non
fuemiga
servigioda
62
dimenticare
ciie io li prestai fiorini venti,ed
elio disse di darli di fino adue mesi od
otto; è pine diquatr'anni,
eliamene
dati in tre volle fiorini dodici siche
io resto aaver
fiorini otto d'oro.Ora
ioman- do
costàLorenzo Ranaldini per
que- sta cagione; e scrivo al detto Pieroche
se elionon
v'hae
dati i detti denariche
eliolì debiadare
al dettoLorenzo;
e aLorenzo hoe
data la scritta dimano
di Piero,che quan- do r hae pagato che
lidebiadare
la scritta.Credo che
'1 detto Piero lidarà; e voi n'
adoperate
quelloche
voi potetecon
vostrohonore. Che
s'elio riqusase, di dire io
non
glihoe
al presente,che
dellesue paghe
si faciano
promettere
alcamar-
lingo;imperò quando
ilcamarlingo
gli avesse
promessi saremo
dal se-euro
d'averli, e se elio tornasse aFirenze
co' denari sarebemagior
briga averli.Bene che
iocredo che
sia in