• Non ci sono risultati.

View of The Nodo d'amore by Mario Ridolfi

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "View of The Nodo d'amore by Mario Ridolfi"

Copied!
2
0
0

Testo completo

(1)

ISSN 2533-2899

23

8 / 2021

Il Nodo d’amore di Mario Ridolfi

Massimo Mariani

I miei ricordi di Mario Ridolfi sono un’infinità, tutti chia- rissimi nei minimi particolari come quelli che si conser- vano delle persone amate, dei maestri.

Lo vedo disegnare Casa Lina e il Nodo d’amore davanti a me; sono sempre stato al primo tavolo di fronte alla sua cattedra.

Usava una penna stilografica Pelikan, a punta fine, su

‘carta burro’, così si chiamava quella ‘lucida’, ma di spes- sore minimo, che si usava durante la progettazione per poter sovrapporre le successive ideazioni e correggerle.

Nella sua borsa di pelle marrone Ridolfi custodiva la sua boccetta di inchiostro nero e il rotolo di carta burro.

Non l’ho mai visto gettare via nessuno dei suoi foglietti disegnati, neanche quelli che scartava subito perché la soluzione non l’aveva soddisfatto.

Ero lì, davanti a lui, che imparavo a disegnare prospetti- ve e lo osservavo.

Cercai la Casa Lina a Marmore. La conoscevo benissi- mo, perché l’avevo vista progettare passo dopo passo.

La trovai: era perfettamente uguale a quella disegnata.

Stava finendo l’estate del 1984.

Avevo bisogno di chiedere a Ridolfi consigli importanti per il mio futuro professionale. Avevo bisogno del mio Maestro. Non lo rivedevo da circa vent’anni.

Arrivai alla sua porta di casa e mi affacciai, chiamandolo nella speranza di non essere inopportuno. Erano le pri- me ore del pomeriggio.

Mi rispose distraendosi da una televisione accesa che stava guardando da una distanza minima che mi sembrò subito non naturale.

Mi fece accomodare con gentilezza chiedendomi chi fossi. Ricordammo insieme il nostro passato comune (il suo passato… il mio non contava nulla: ero solo uno studente del suo corso).

Articolo a invito a commento dell’immagine di Mario Ridolfi, non sottoposto a revisione anonima, pubblicato con responsabilità della direzione.

https://doi.org/10.26375/disegno.8.2021.4

(2)

24

8 / 2021

Sul tavolo in fòrmica bianca, alla sinistra della televisio- ne, era steso il disegno ‘cianografato’ della pianta di un edificio che mi sembrò esistente: in effetti era un rilievo, che poi mi disse essere parte del progetto in corso della ristrutturazione del Municipio di Ancona.

Gli argomenti personali che mi avevano spinto ad an- darlo a cercare si annullarono completamente quando mi confidò, disperato, che non vedeva più.

Era uscito completamente dai postumi dolorosi all’anca dovuti alla ‘botta’, come lui chiamava l’incidente automo- bilistico che l’aveva offeso, il cui risarcimento, mi disse, gli aveva permesso di costruire Casa Lina. Aveva ottant’an- ni, stava bene, ma era cieco.

Ricordo ogni parola di quel nostro dialogo confidenziale colmo delle sue sofferenze, ma nulla mi avrebbe potuto far immaginare il suo futuro, che si completò dopo due mesi.

Confesso che ciò che mi è rimasto più impresso di quei momenti è stato quel disegno aperto sul tavolo che at- tendeva di essere ripreso e continuato.

Al Nodo d’amore pensieri da un’episteme che mi accom- pagna.

In esso si rivela la bellezza ideale delle forme e del sen- timento: la visione sensibile diviene visione intellettuale, filosofica e religiosa.

In questa creazione di Ridolfi assumono un ruolo rile- vante le qualità intime del pensiero che l’ha formata che vengono percepite dall’osservatore con l’occhio della mente.

La sua bellezza è “vera”, è “bellezza in sé”, è nel do- minio dell’intelligibile non offuscato dalla “imperfezione della materia”; essa è nell’idea identificata in un ordine

di estetica, nell’universalità ontologica che la caratterizza.

La sua è una funzione che ci permette di scendere dal particolare all’universale, di elevarci dall’imperfetto alle sue essenze di verità, è “astrazione quale meccanismo epistemologico” che genera un potere creativo distolto dal reale verso l’universale.

Il Nodo d’amore è nato dalla volontà di Mario Ridolfi di conferire identità a una ideazione che diversifica il pen- siero creativo attingendo dalle sue esperienze e ascen- dendo verso l’essenza estetica e il sentimento.

Tra l’osservatore e il “nodo” c’è distanza, la stessa distan- za che contiene “rispetto” e “sacralizzazione”; in esso si congiungono bellezza e dimensione etica: compreso tra l’idea di “bello” e quella di “bene”, equamente distante da entrambe, il “nodo” è in simmetria, in consonanza.

Il “nodo”, è espressione dello spirito di Ridolfi, uno spi- rito in cui egli ha trasferito la sua presenza identitaria che non imita il reale e che individua il “Kosmos” quale significato antico, lo stesso che ci regala la spazialità e la temporalità.

La sua creatura commuove; il suo significato fa scattare un sentimento singolare.

Quest’opera ha un valore, nel senso che è portatrice di un valore come il “bello” che Ridolfi gli ha conferito;

un valore supremo come il “bene” e il “vero” che diven- gono metafora della “bontà dell’anima” e simbolo della ricerca spirituale nel sentimento.

Ridolfi si esprime tra artigianato e filosofia, tra il manua- le e l’intellettuale. E la bellezza della sua idea è estranea a determinismi razionali propri della restituzione della realtà; essa è concetto di libera espressione ispiratrice.

Autore

Massimo Mariani, Ingegnere e Architetto, Consiglio Nazionale degli Ingegneri-Delega alla Cultura, ricercheapplicate@libero.it Crediti

Il nodo d’amore di Mario Ridolfi è tratto da: Ridolfi, M. (1997). Mario Ridolfi. Manuale delle tecniche tradizionali del costruire. Il ciclo delle Marmore, a cura di F.

Cellini, C. D’Amato. Milano: Electa.

Riferimenti

Documenti correlati

Οι εργασίες πραγματοποιήθηκαν κατά την πε- ρίοδο 6-13 Ιουνίου 2011 και αφορούσαν στον κα- θαρισμό του μνημείου, την αφαίρεση του χωμάτων που είχαν συσσωρευθεί κατά

We characterized the contractile properties of myofibrils isolated from DMD cell lines for comparison with the control UC3-4 A1 cell line and a second hiPSC-CM cell line reported in

The mixture was filtered under vacuum and the crude obtained was purified with chromatography on silica gel using an eluent with increasing polarity, from DCM to DCM/MeOH

Alla morte di Curzio (1632), il palazzo viene amministrato da Agostino di Fabio Agostini, tutore di Albizio di Curzio Lanfranchi. Giraldo, Palazzo Franchetti, una dimora sul

PISTA CICLABILE LATO STRADA PRIVATA scala 1:50. finitura

Gli studenti che frequentano il corso di Disegno e Rilievo dell’Architettura sono già in possesso delle tecniche di base e della normativa del disegno architettonico; scopo del

Gli studenti che frequentano il corso di Disegno e Rilievo dell’Architettura sono già in possesso delle tecniche di base e della normativa del disegno architettonico; scopo del

The Love knot was born from Mario Ridolfi’s desire to give identity to a design that diversifies creative thought by drawing on his experiences and ascending towards