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Utilità dei sistemi ACM nell’imaging medico Ubaldo Bottigli Professore Ordinario, Università di Sassari & Sezione INFN di Cagliari, Struttura Dipartimentale di Matematica e Fisica – Sassari

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Academic year: 2022

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Utilità dei sistemi ACM nell’imaging medico

Ubaldo Bottigli

Professore Ordinario, Università di Sassari & Sezione INFN di Cagliari, Struttura Dipartimentale di Matematica e Fisica – Sassari

Nella fisica medica il software riveste un ruolo importante e di grande interesse. In parti- colare, negli ultimi anni, vi è una richiesta cresciente di tool di sviluppo per l’analisi delle immagini digitali di tipo biomedicali.

La ricerca nel campo dell’Intelligenza Artificiale sta sviluppando degli importanti strumenti di analisi necessari a sopperire ai recenti bisogni in questo settore: l’interesse generale è centrato nello sviluppo di sistemi di CAD (Computer Aided Diagnosis) o CADe (Computer Aided Detection). Questi sistemi, di ausilio ai radiologi, sono in grado di evidenziare zone d’interesse dell’immagine potenzialmente assimilabili a patologie e, in alcuni casi, anche di effettuare una classificazione della malignità della patologia stessa.

Questi sistemi di riconoscimento hanno bisogno in generale di filtri in grado di elabo- rare al meglio l’immagine a disposizione, per aumentare il rapporto segnale/rumore; in al- tre parole vi è la necessità di evidenziare le patologie, riducendo il più possibile i falsi po- sitivi, senza però perdere le informazioni utili. In seguito le zone trovate vengono caratte- rizzate da alcuni indici o proprietà complessive utili per costruire il vettore di dati d’in- gresso per il sistema di classificazione. Purtroppo non esistono dei filtri abbastanza gene- rali, capaci di lavorare correttamente su ogni tipologia di strutture da rilevare.

Prendendo ad esempio il mammogramma, nel caso di ricerca delle microcalcificazioni si tenta di individuare i cosidetti “cluster”, ovvero gruppi di oggetti molto piccoli e brillan- ti rispetto allo sfondo scuro. Tali cluster però sono divisibili in varie tipologie essendo co- stituiti da elementi di intensità e/o forme diverse (Fig. 1). Spesso un filtro classico che en- fattizza una certa classe di cluster si comporta meno bene con le altre: cluster di microcal- cificazioni a bassa intensità possono essere tagliate da un filtro passa-alto, oppure cluster di piccole strutture allungate possono essere eliminate da filtri che evidenziano strutture puntiformi.

Fig. 1. Particolari di immagini mammografiche con presenza di microcalcificazioni di varie tipologie

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Proprio in questo contesto di difficoltà di generalizzazione, sono interessanti i risultati, ottenuti dall’autore, basati sui sistemi filtri ACM, New IAC e PmH. Questi risultati sono interessanti in sé ed anche in comparazione alle prestazioni che si sono ottenute da filtri basati sulla trasformata wavelet (Figg. 2-5).

a b c d

Fig. 2a-d. Microcalcificazioni a stampo maligne, finestra 60×60. a Sorgente; b filtro wavelet; c New IAC; d PmH

a b c d

Fig. 3a-d. Microcalcificazioni a stampo sospette, finestra 60×60. a Sorgente; b filtro wavelet; c New IAC; d PmH

a b c d

Fig. 4a-d. Microcalcificazioni miste maligne, finestra 60×60. a Sorgente; b filtro wavelet; c New IAC; d PmH

a b c d

Fig. 5a-d. Microcalcificazioni miste maligne, finestra 60×60. a Sorgente; b filtro wavelet; c New IAC; d PmH

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U. Bottigli • Utilità dei sistemi ACM nell’imaging medico 193

Altro caso d’interesse per la mammografia è dato dalle opacità ovvero strutture di qualche centimetro con contorni particolari. In questo caso l’interesse è ovviamente nel tracciamento puntuale dei contorni della patologia che risulta essere molto complicato a causa del tessuto ghiandolare della mammella. Il problema è così arduo che spesso, anche per il radiologo, è difficile definire quali siano i veri contorni della lesione, mascherati come sono da un tessuto simile. È evidente quindi come sia interessante sfruttare le poten- zialità offerte dai sistemi ACM (Figg. 6, 7) per la gestione dei contorni.

a b c

Fig. 6a-c. Lesione massiva maligna. a Sorgente; b CM Rem (media pesi); c CM Quot (media pesi)

a b c

Fig. 7a-c. Lesione massiva maligna. a Sorgente; b Anti CM Squashed Quot (media pesi); c Anti CM Squa- shed Rem (media pesi)

In generale la validazione di ogni nuovo metodo di analisi dell’immagine biomedica ri- chiede una stretta collaborazione con i medici interessati. L’utente finale deve riuscire a trovare una caratterizzazione delle strutture che realmente non è in grado di vedere, come nel caso delle stenosi di cui si parla nell’esempio angiografico. Solo in questo modo è pos-

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sibile che il nuovo strumento entri a far parte della normale prassi clinica e in quel conte- sto dimostri le sue reali potenzialità in termini di aumento dell’accuratezza della diagnosi e riduzione dei falsi positivi.

In conclusione, sento di poter affermare che, gli algoritmi proposti in questa opera ar- ricchiscono notevolmente le metodologie nel campo dell’elaborazione delle immagini me- diche in aree di particolare interesse e sviluppo.

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