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2021_06_09_Progetto Centrale Istrana 2021 (2157 KB)

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(1)

IMPIANTO DI COMPRESSIONE GAS DI ISTRANA

PROGETTO DI RIPRISTINO VEGETAZIONALE

1 Emissione per Appalto INGE INGE INGE 07/2021

0 Emissione per Enti SWICH SWICH INGE 12/2020

Rev. Descrizione Elaborato Verificato Approvato Data

COMMESSA

PROCEN

UNITÀ’

INGCOS LOCALITÀ

Regione Veneto INGCOS/REL/042

PROGETTO / IMPIANTO

Impianto di Istrana

Rev.

1

(2)

File dati: ProgettoCentraleMinerbio.doc 1 di 46

INDICE

1. PREMESSA ... 3

2. INQUADRAMENTO DEL TERRITORIO ... 5

3. OBIETTIVI DEL PROGETTO ... 12

4. UBICAZIONE DEGLI INTERVENTI DI RIVEGETAZIONE ... 14

4.1. AREE ESTERNE ALLA CENTRALE ... 15

4.2. AREE INTERNE ALLA CENTRALE ... 15

4.3. CURE COLTURALI ... 16

4.4. INTERVENTI COMUNI A TUTTI I SETTORI ... 17

5. DESCRIZIONE DEI LAVORI... 20

4.1. PREPARAZIONE E LAVORAZIONE DEI TERRENI ... 20

4.2. PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DI IMPIANTO DI IRRIGAZIONE AUTOMATICO. ... 20

4.2.1 Irrigazione manuale per il mantenimento di alberi e arbusti nel settore 27 Errore. Il segnalibro non è definito. 4.3. REALIZZAZIONE DI PRATO RUSTICO ... 23

4.4. MESSA A DIMORA DELLE PIANTE ... 24

4.5. CURE COLTURALI ALLE PIANTE ... 28

4.6. CURE COLTURALI AL PRATO RUSTICO ... 29

4.7. CURE E DECORO GENERALE DELLE AREE DI CENTRALE. ... 29

4.8. TAGLIO DEL PRATO RUSTICO ... 30

4.9. SFALCIO AREA NODO... ERRORE.IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. 4.10. LAVORI PARTICOLARI ... 30

4.10.1 Sfalcio e decespugliamento iniziale. ... 30

4.10.2 Realizzazione di fossi di scolo (eventuale) ... 30

4.10.3 Impiego di rocce ornamentali e di roccaglie. ... 30

4.10.4 Impiego tabelle monitorie ... 31

4.10.5 Impiego tabelle botaniche ... 31

4.10.6 Realizzazione eventuale di passaggi pedonali. ... 31

4.10.7 Realizzazione di Recinzioni in rete metallica plastificata. ... 31

5. MESSA A DIMORA DI ALBERI E ARBUSTI ... 32

5.1 SCHEDE DI DETTAGLIO DEI SETTORI ... 32

5.2 COMPOSIZIONE DELLE PIANTAGIONI ... 34

5.3 SCHEDE DI DETTAGLIO DELLE SPECIE ... 35

6. PIANTE PREVISTE IN PROGETTO... 38

6.1. PREMESSA ... 38

6.2. ELENCO PIANTE ... 38

6.3. NUMERO TOTALE PIANTE ... 40

6.4. NUMERO TOTALE DI CURE COLTURALI ALLE PIANTE ... 40

7. CONSISTENZA DELLE OPERE ... 41

8. ENTITA’ DEI LAVORI ... 42

9. DOCUMENTAZIONE TECNICA DA FORNIRE IN FASE DI OFFERTA ... 42

10. PRESCRIZIONI PARTICOLARI OPERATIVE ... 43

10.1. AREA DI LAVORO ... 43

10.2. AREA CANTIERE ... 43

10.3. ORARIO DI LAVORO ... 43

10.4. DISPOSITIVI DI SICUREZZA INDIVIDUALI ... 43

11. ASPETTI AMBIENTALI ... 43

12. PULIZIA DEL CANTIERE E GESTIONE RIFIUTI ... 44

(3)

13. RESPONSABILITA’ DELL’APPALTATORE ... 44

14. PROGRAMMA LAVORI ... 44

15. SPECIFICHE - DISEGNI - ALLEGATI ... 44

15.1. ANNESSI ... 45

15.2. ELABORATI CARTOGRAFICI ... 45

15.3. ELENCO PREZZI ... 45

15.4. SPECIFICHE TECNICHE ... 45

15.5. ALLEGATI ... 45

(4)

File dati: ProgettoCentraleMinerbio.doc 3 di 46

1. PREMESSA

Il presente documento illustra nel dettaglio il progetto di ripristino vegetazionale e di mitigazione ambientale dell’Impianto di Compressione Gas di Istrana, in provincia di Treviso.

La presente relazione è costituita da una parte descrittiva preliminare e una parte di dettaglio che analizza le opere ed i materiali necessari per realizzare il progetto nei settori a verde numerati progressivamente e una parte conclusiva con finalità contrattuali.

Il documento è costituito inoltre da elaborati cartografici (che evidenziano i singoli settori secondo la stessa numerazione indicata nelle schede di dettaglio della relazione di progetto), da schede tecniche illustrative delle specie vegetali previste in progetto, da specifiche tecniche, dall’elenco prezzi e da allegati contenenti istruzioni operative.

Annessi

 Elenco piante previste in progetto

 Schede illustrative delle specie vegetali previste in progetto - Edizione dicembre 2020.

Elaborati cartografici:

 Planimetria “CENTRALE DI ISTRANA - PROGETTO DI MITIGAZIONE” Dis. VEG.042 in scala 1:750.

Elenco prezzi

 “Centrale di compressione gas di Istrana. Opere di ripristino vegetazionale - sistemazione a verde. Prezzario”. Edizione luglio 2020.

Specifiche tecniche:

 Specifica tecnica per la progettazione di impianti di irrigazione - Edizione 2010;

 Specifica tecnica per la realizzazione di impianti di irrigazione – Edizione 2010;

 Specifica tecnica per la sistemazione a verde degli Impianti Snam Rete Gas - Edizione 2010;

 Specifica tecnica per la manutenzione delle aree a verde degli Impianti Snam Rete Gas - Edizione 2010;

 Specifica tecnica per la realizzazione di inerbimenti - GASD C 13.20.24;

 Specifica tecnica per la realizzazione di rimboschimenti ed opere accessorie - GASD C 13.20.25;

 Specifica tecnica per la realizzazione di cure colturali ai rimboschimenti - GASD C 13.20.26.

Allegati

 All. 1: “Sistema di gestione salute e sicurezza. Prescrizione di sicurezza per attività in aree a rischio di formazione di atmosfere esplosive” (Specifica SGSSL-007).

(5)

 All. 2: “Individuazione, caratterizzazione e valutazione degli aspetti ambientali indiretti delle attività di appalto” (Relazione SGAC-009).

 All. 3: Modalità di controllo operativo degli aspetti ambientali indiretti delle attività di appalto (Linea guida).

_______________________

Progetto adeguamento Centrale di Istrana

_______________________

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File dati: ProgettoCentraleMinerbio.doc 5 di 46

2. INQUADRAMENTO DEL TERRITORIO

L’impianto di Compressione Gas è situato nel Comune di Istrana, al limite del nord-ovest del territorio comunale in località Pozzebon, a circa 4,7 km dal capoluogo comunale, lungo i confini con i territori comunali di Trevignano e Vedelago, in provincia di Treviso.

L’ambito territoriale rientra nell’alta pianura veneta che degrada dolcemente verso sud ed è delimitata a nord dai rilievi collinari del Montello; il sito in oggetto si trova a quota circa 62 m s.l.m. I principali corsi d’acqua che delimitano l’area sono il Fiume Piave ed il Fiume Sile.

Le zone circostanti l’area del nuovo Impianto di compressione gas si presentano come una campagna urbanizzata, dove edifici residenziali e produttivi si alternano a campi coltivati e infrastrutture antropiche lineari, il tutto comunque localizzato in un ambiente prevalentemente rurale.

Area Centrale di Istrana

L’alta pianura trevigiana è caratterizzata da una forte antropizzazione. Tali valori sono distribuiti abbastanza uniformemente nel territorio anche se ovviamente con maggiore concentrazione nelle principali città e agglomerati urbani.

L’antropizzazione del territorio è stata fortemente condizionata dall’antico disegno della viabilità, in particolare dalla presenza del percorso rettilineo della Strada Consolare Postumia (epoca romana).

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L’area di studio interessa parte dei comuni di Istrana, Vedelago e Trevignano e ricade nella porzione più settentrionale del bacino del Fiume Sile.

Il Sile è un fiume di risorgiva alimentato da acque perenni che affiorano a giorno al piede della potente coltre alluvionale formata dai conoidi del Piave e del Brenta e che occupano gran parte dell'alta pianura veneta.

Trattandosi di un fiume di risorgiva, per il Sile non è appropriato parlare di bacino idrografico ma è più accettabile definire un bacino apparente, inteso come area che partecipa ai deflussi superficiali in maniera sensibilmente diversa rispetto a quella di un bacino montano, con notevoli dispersioni nell’acquifero.

Estensione del Bacino idrografico del Fiume Sile (Tratto da Relazione PTCP, Provincia di Treviso).

La posizione dell’Impianto di Istrana è indicata dal quadretto rosso

Il paesaggio dell’area di studio, a causa delle sue caratteristiche pedoclimatiche e della giacitura pianeggiante, esprime un’originaria vocazione agricola, consolidata fin dai tempi dei romani, quando la bonifica e la successiva centuriazione permisero di sfruttare gli ambiti pianeggianti.

La maglia aziendale, caratterizzata da una centuriazione stretta, con una parcellizzazione regolare, ma fine delle aree, si è rivelata in molti ambiti essenziale per la conservazione di realtà agricole efficienti anche in seguito alla spinta economica verso il terziario. Questo aspetto è più evidente nella parte occidentale dell’area, dove permangono numerose realtà agricole ancora attive, nelle quali la coltura di seminativi è condotta in modo estensivo con frequente ricorso al contoterzismo per l’adempimento delle attività colturali.

L’agricoltura è caratterizzata dalla prevalente coltivazione di mais, rotazione di cereali, lino, segale, ma anche colture arboree di gelsi, vigneti e frutteti favorite dalla permeabilità dei

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File dati: ProgettoCentraleMinerbio.doc 7 di 46

terreni. Le testimonianze della florida agricoltura del passato si ritrovano nei numerosi esempi di rilevante architettura rurale.

Il paesaggio agrario evidenzia forti connotati antropici anche a causa della presenza di una fitta rete di canali irrigui che hanno la funzione di distribuire la risorsa idrica sul territorio e di garantire così elevati livelli di produttività.

Dal punto di vista percettivo la rete dei canali presenta sovente una vegetazione igrofila di sponda accompagnata talvolta da specie arboree come platani, salici, ma anche noccioli e gelsi. La sistemazione agraria del territorio, che ha radici nell’epoca romana, è stata riorganizzata e razionalizzata ai tempi della dominazione veneziana durante la quale è diventata l’arma strategica per il decollo di un’agricoltura altamente produttiva sia qualitativamente che quantitativamente.

Foto: Azienda agricola cerealicolo-zootecnica.

2.1

Aspetti climatici

L’area di Impianto e l’area vasta di studio rientrano nella zona climatica della pianura veneta, caratterizzata da elevata piovosità e scarsa aridità. Nella stazione di Treviso/Istrana le calme di vento, intese come vento di intensità inferiore a 0.5 m/s riguardano il 44.3% delle misure, mentre nel 36.7% dei casi il vento è compreso tra 0.5 m/s e 3 m/s.

La direzione di provenienza del vento più frequente è NE con 12.0% degli eventi, con venti da deboli a forti. Sono frequenti anche i venti da NNE (6.8% degli eventi) e i venti da ENE (10.7% dei casi). In generale, le altre direzioni sono meno probabili e i venti sono di minore intensità.

La temperatura media ha i suoi valori minimi nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio. Nei mesi di luglio e agosto si raggiungono invece i valori massimi della temperatura media,

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superiori a 20 °C. Le minime temperature assolute nei mesi di dicembre, gennaio, febbraio e sono abbondantemente inferiori a -10 °C, con punte sotto i -15 °C in gennaio e febbraio. Le massime temperature assolute raggiungono quasi i 40 °C in agosto e superano i 35 °C in luglio e agosto.

Stazione climatologica di Istrana (Aeronautica Militare Italiana)

Nella Figura sottostante sono riportati i valori di temperatura massima e minima assoluti mensili registrati dalla stazione di Istrana nel periodo 1985-2014

Istrana 1985-2014: temperature massime assolute

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File dati: ProgettoCentraleMinerbio.doc 9 di 46

Il regime pluviometrico è caratterizzato da ratei medi di precipitazione inferiori nel corso dell’inverno. Sempre in inverno e anche in autunno si ha la maggiore variabilità nel periodo di riferimento. I valori più intensi si osservano in maggio e nel periodo da agosto a novembre.

L’andamento dei valori minimi, medi e massimi dell’umidità relativa media mensile evidenzia che il periodo mediamente più secco risulta essere quello più caldo, con valori medi di circa il 70% tra maggio e settembre. I mesi in cui si registrano i maggiori valori di umidità relativa media sono quelli tra ottobre e gennaio, con valori superiori a 85%.

2.2

Aspetti vegetazionali

L’area di Impianto e l’area vasta di studio rientrano nella zona fitoclimatica della pianura veneta, caratterizzata da elevata piovosità e scarsa aridità.

La situazione floristica e vegetazionale dell’alta pianura veneta è direttamente dipendente dalla forte impronta antropica. Gli assetti attuali sono il risultato di secoli di variazioni nel tipo di vegetazione e, successivamente, di regressioni delle superfici occupate da vegetazione spontanea a favore di quelle destinate ad usi agricoli. In generale sono individuabili caratteristiche proprie della vegetazione planiziaria padana.

La vegetazione potenziale boschiva propria della fascia planiziale è una formazione forestale, il Querco-Carpineto boreoitalico, legata alla presenza di una falda acquifera superficiale.

L’associazione Querco-Carpineto un tempo ricopriva tutta la pianura padano-veneta, ma ora è quasi completamente scomparsa dal territorio. È dominata dalla presenza della farnia (Quercus robur) e del carpino bianco (Carpinus betulus); altre specie frequenti sono l'olmo (Ulmus minor), l'acero campestre (Acer campestre), il biancospino (Crataegus monogyna).

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La vegetazione ripariale arbustiva è costituita dall’associazione Frangulo-Salicetum cinereae con prevalenza di Salix cinerea e presenza di Populus nigra, Salix alba, S. purpurea e Alnus glutinosa.

Di queste tipologie rimangono poche tracce sparse qua e là nella pianura ma, tuttavia, sono ancora presenti alcuni lembi di vegetazione boschiva, nella provincia di Venezia e di Treviso.

La vegetazione attuale dell’area di studio è il risultato della notevole pressione antropica esercitata sul territorio, che ha determinato la scomparsa di molte formazioni naturali. In particolare, è stata attribuita naturalità media alla vegetazione seminaturale di piccole aree boscate di neoformazione o incolti umidi e siepi con elementi di naturalità e presenza di flora spontanea dove ma parzialmente antropizzata.

La vegetazione seminaturale delle aree agricole, per la sua frammentarietà e notevole artificializzazione, risulta in parte a naturalità media e in parte a bassa naturalità.

Troviamo piccole aree boscate in cui la componente arborea è dominata da ontano nero (Alnus glutinosa), pioppo nero (Populus nigra), salice bianco (Salix alba), frangola (Frangula alnus), olmo campestre (Ulmus minor), nocciolo (Corylus avellana). Nello strato arbustivo sono presenti clematide (Clematis vitalba), prugnolo (Prunus spinosa), sanguinella (Cornus sanguinea), evonimo (Euonimus europeus), ligustro (Ligustrum vulgare), biancospino (Crataegus monogyna), viburno (Viburnum opalus).

Inoltre sono molto diffusi nel territorio i filari arborei e costituiscono gli unici rappresentanti di vegetazione arborea presente nei campi coltivati. Sono formazioni che imprimono al paesaggio agrario l’aspetto di “campi chiusi”, un tipo di sistemazione agraria tradizionale che viene mantenuta e incentivata con utilizzo di specie autoctone.

Gran parte dei filari arborei individuati, sono rappresentati da specie quali pioppo nero (Populus nigra), gelso (Morus alba), olmo (Ulmus minor), farnia (Quercus robur). Da un punto di vista ecologico funzionale, trattandosi per lo più di filari monospecifici non presentano grandi capacità ricettive nei confronti di flora e fauna superiori; per tale motivo, la naturalità di questi elementi è da considerarsi bassa.

2.3

Aspetti ecosistemici e faunistici

Dato il forte influsso delle attività umane nell’area di studio mancano, come emerge anche dall’analisi di area vasta, ecosistemi naturali specifici con sistemi trofici complessi.

L’ambiente della siepe presenta un rilevante interesse naturalistico in relazione alla significativa biodiversità che la caratterizza, sia dal punto di vista floristico sia – soprattutto – per gli aspetti faunistici. La fauna vertebrata include sia elementi delle aree “aperte” sia altri

“aree chiuse”; nelle formazioni meglio strutturate sono anche presenti alcune specie di Uccelli e Mammiferi legate allo strato arboreo propriamente detto, anche se mancano gli elementi più esigenti. Sono particolarmente diffusi gli uccelli Passeriformi, che annoverano molteplici entità legate agli ambienti di macchia (in particolare i Silvidi), e i micromammiferi. L’interesse faunistico complessivo può quindi essere considerato abbastanza elevato. Nelle zone agrarie presenti si possono osservare tra gli Uccelli: sterpazzola, germano reale, averla, marzaiola, corriere piccolo, cappellaccia, cutrettola, ecc.

L’ambiente del bosco è invece circoscritto a piccoli lembi boscati mesofili in corrispondenza di cave dismesse in cui compare una notevole varietà faunistica. Si tratta di nuclei estremamente ridotti ma ricoprono un ruolo fondamentale nella conservazione della biodiversità locale, ospitando un buon numero di specie floristiche e faunistiche.

Relativamente ricca è la fauna di questi ambienti. Varie sono le specie di uccelli e di piccoli mammiferi che pongono nel bosco ripariale i loro nidi o le loro tane.

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File dati: ProgettoCentraleMinerbio.doc 11 di 46

Esternamente all’area d’influenza della Centrale, ad una distanza di circa 7,4 Km a nord e 6,6 Km a sud dell’impianto, sono localizzati i seguenti SIC/ZPS:

 SIC- IT3240004 “Montello” (distanza 7,4 km);

 ZPS IT3240011 “Sile: sorgenti, palude di Morgano e S.Cristina” e SIC IT3240028

“Fiume Sile dalle sorgenti a Treviso Ovest” (distanza 6,6 km).

Altre aree naturalistiche quali il SIC IT3240002 “Colli asolani” il SIC IT3240003 “Monte Cesen”

e la ZPS IT3240023 “Grave del Piave”, distando più di 10 km dall’area di studio.

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3. OBIETTIVI DEL PROGETTO

Sulla base delle caratteristiche ambientali di cui al capitolo precedente, dei propositi di mitigazione contenuti nello studio di Verifica di Assoggettabilità a VIA, delle prescrizioni autorizzative, il presente progetto è finalizzato ad un duplice obbiettivo: l’inserimento paesaggistico della Centrale di Istrana agendo nelle aree di nuova acquisizione poste a Est e a Nord dell’area di Centrale attenuando, già nel breve periodo con l’impiego consistente di alberi d’alto fusto, l’impatto visivo delle opere edili e impiantistiche, nonché la ricomposizione dell’arredo a verde delle aree interne alla Centrale a partire dalla realizzazione o rigenerazione del un prato rustico, dalla messa a dimora si alcune specie arboree arbustive a funzione ornamentale.

L’area circostante è attualmente occupata da colture a seminativo di scarso rilievo percettivo, formazioni lineari arboreo arbustive al limitare degli appezzamenti e più distanti alcuni lembi boscati residuali. Per questo motivo si ritiene di intervenire prevedendo la ricostituzione di fasce boscate a sviluppo solo in parte lineare (filari di pioppi cipressini che riprendono l’attuale assetto) ma soprattutto prevedendo piantagioni si specie arboree autoctone secondo disposizioni più irregolari in modo da conferire un aspetto boschivo il più naturale possibile.

La disposizione strategica della vegetazione permetterà di creare delle quinte verdi che, se da un alto svolgono un’azione di “barriera” dall’altro avranno la funzione di creare punti di fuga visuale alternativi che distolgano lo sguardo dall’elemento di nuova introduzione.

3.1

Scelta delle specie vegetali

Le condizioni pedologiche e termopluviometriche orientano la scelta verso specie arboree rustiche allevate in zolla e verso l’impiego di latifoglie, in luogo delle conifere, dando pertanto maggior valore alla scelta delle specie autoctone ad elevata capacità di assorbimento di CO2, a discapito della possibilità di poter disporre di sempreverdi con grado di “copertura” costante nell’anno.

È previsto inoltre l’impiego di piante arboree allevate in campo e fornite in zolla e arbusti autoctoni allevati in campo o in vaso. Sono piante provenienti da vivai specializzati per la fornitura di grandi quantitativi e per alberi di grandi dimensioni.

Per quanto sopra, il progetto prevede per la costituzione fasce arboree con l’impiego prevalente di alberi di prima e seconda grandezza (alberi adulti di circonferenza 16-18, 18- 20 cm e altezza iniziale di 3 - 5 metri) di varie specie in particolare Aceri, Frassini, Bagolari, Farnie, Carpini, Pioppi, Sorbi, Ciliegi e Meli selvatici che, seppure idonei per tali contesti territoriali, hanno maggiori esigenze dovute all’allevamento presso vivai, tali da renderle più esigenti in termini pedologici, idrici e pertanto la loro crescita verrà monitorata e supportata, nei primi anni, da interventi di cura colturale e manutenzione nonché dal temporaneo funzionamento di impianto irriguo (impiegato anche per favorire l’attecchimento e affrancamento del prato rustico) e da interventi di sistemazione dei terreni.

Gli interventi principali riguardano le aree perimetrali esterne di pertinenza della Centrale lungo i lati Est e Nord, come prescritto dagli Enti autorizzatori.

Sono previste inoltre diverse specie arbustive con buona rusticità e specifica produzione di bacche appetibili per la fauna selvatica, in particolare l’avifauna, al fine di contribuire, con la piantagione, alla salvaguardia della presenza faunistica nei territori circostanti.

All’interno della Centrale si prevede inoltre l’impiego eventuale di alcuni arbusti ed alberi tipicamente ornamentali, allevate in zolla o in vaso, con spiccata attitudine alla produzione di fiori nonché l’impiego eventuale di piante tappezzanti in vaso.

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File dati: ProgettoCentraleMinerbio.doc 13 di 46

3.2

Opere particolari

Per favorire l’attecchimento delle specie vegetali previste in progetto e in particolare per ovviare a eventuali condizioni di criticità estive sempre più frequenti in questa fase di cambiamenti climatici, verrà realizzato un impianto di irrigazione automatico per tutte le aree di centrale che regolarizzi l’intensità di pioggia specie per i primi anni dalla piantagione e dalla semina del prato prevista per tutte le aree “a verde” della Centrale o la rigenerazione delle residue aree verdi già esistenti e eventualmente non interessate dal cantiere di adeguamento impiantistico della Centrale di Istrana.

Tutto ciò è finalizzato a rispondere alle esigenze idriche in funzione degli effettivi andamenti termici giornalieri e stagionali seppur evitando, con una corretta programmazione, anche i minimi eccessi di acqua, sia per evitare eventuali ristagni idrici dannosi per coperture erbacee e alberature, sia per monitorare e ottimizzare in generale l’utilizzo della preziosa risorsa idrica.

Per migliorare le condizioni pedologiche è necessario prevedere un’adeguata preparazione dei terreni in particolare per le aree prative destinate anche alla messa a dimora di alberi, prevedendo fresature e successivi affinamenti ove necessario.

Contestualmente alla piantagione di alberi in zolla si prevede l’aggiunta in buca di terra vegetale.

Tutte le piante messe a dimora saranno soggette a cure colturali per un periodo iniziale di gestione pari a 5 anni. I prati saranno soggetti a taglio periodico e interventi annuali di cura e manutenzione.

Sono inoltre previsti interventi di cura e manutenzione delle alberature già esistenti in Centrale che attualmente presidiano i lati nord ovest e sud.

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4. UBICAZIONE DEGLI INTERVENTI DI RIVEGETAZIONE

Con riferimento alla planimetria di progetto, si prevede la messa a dimora di alberi di latifoglie decidue autoctone, individuate tra quelle previste dalla L.R. 33/1995 “Tutela del patrimonio genetico delle specie della flora legnosa indigena nel Veneto” e in particolare con riferimento alle specie inserite nell’ Allegato A della suddetta Legge.

Tra le specie arboree elencate, sono state prese in considerazione quelle più idonee al contesto climatico dell’alta pianura e delle condizioni stazionali:

 Frassino (Fraxinus excelsior L.)

 Acero riccio (Acer platanoides L.)

 Carpino bianco (Carpinus betulus L.)

 Olmo campestre (Ulmus minor Miller)

 Farnia (Quercus robur) -

 Bagolaro (Celtis australis L.)

 Orniello (Fraxinus ornus L.)

 Acero campestre (Acer campestre)

 Ciliegio selvatico (Prunus avium)

 Melo selvatico (Malus sylvestris Miller)

 Ontano nero (Ostrya carpinifolia)

 Sorbo domestico (Sorbus domestica L.)

 Ciavardello (Sorbus torminalis L.)

 Pioppo cipressino (Populus nigra pyramidalis)

Tra gli arbusti autoctoni si prevede l’impiego di:

 Viburno (Viburnum lantana L.)

 Pallon di Maggio (Viburnum opulus L.)

 Sanguinello (Cornus sanguinea L.)

 Nocciolo (Corylus avellana L.)

 Evonimo (Euonymus europaeus L.)

 Biancospino (Crataegus monogyna)

 Sambuco (Sambucus nigra L.)

 Prugnolo (Prunus spinosa L.)

Si vedano le schede illustrative delle specie impiegate (Annesso)

Le alberature saranno posizionate, per ragioni di sicurezza di Centrale, ad una distanza minima dalla recinzione pari ad alcuni metri.

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File dati: ProgettoCentraleMinerbio.doc 15 di 46

4.1.

Aree esterne alla Centrale

Le aree esterne alla Centrale, con riferimento alla planimetria di progetto VEG 042, sono distinte in due zone di intervento, definite in modo convenzionale in funzione dell’orientamento geografico indicativo:

- Lato Est, riguarda le aree di nuova acquisizione a destra della recinzione di centrale;

- Lato Nord, fascia verde posta a oltre la strada di servizio e confinante direttamente con i coltivi limitrofi all’area Snam.

Fasce arboree

Si prevede la realizzazione di un doppio filare di pioppi cipressini (Populus nigra var.

“Italica”) antistante la recinzione della Centrale, in continuità con le alberature già messe a dimora in precedenza lungo il perimetro di centrale, di altezza iniziale pari a 4-5 metri circa.

A tale fascia si aggiungono gruppi naturaliformi di latifoglie a foglia caduca con buon sviluppo della chioma ed altezza iniziale pari a 3-4 metri, verso l’esterno confinale.

La conformazione tipica del pioppo cipressino e le potature periodiche delle altre latifoglie assicureranno uno sviluppo regolare e il controllo della dimensione della chioma in proporzione all’accrescimento dell’apparato radicale.

Verranno posti a dimora prevalentemente alberi allevati in forma libera, per le specie idonee con ramificazioni fin dalla base, oppure in forma di albero con ramificazioni principali a partire da circa 1,70-2,00 m di altezza del fusto: Orniello (Fraxinus ornus), Carpino nero Carpino bianco (Carpinus betulus), Acero riccio (Acer platanoides), Acero campestre (Acer campestre), Olmo (Ulmus minor), Bagolaro (Celtis australis), Ciliegio selvatico (Prunus avium), ecc.

Gruppi arbustivi

A completamento delle fasce arboree propriamente dette verranno realizzate le fasce arbustive, posizionate verso il confine.

Saranno realizzate macchie arbustive bassa di sole specie a foglia caduca, autoctone o naturalizzate di altezza 1,0-1,50 m circa: Biancospino (Crataegus monogyna), Sanguinello (Cornus sanguinea), Nocciolo (Corylus avellana), (Ligustrum vulgare), Corniolo (Cornus mas), Viburno (Viburnum lantana, Vibunum opulus), Sambuco (Sambucus nigra), Prugnolo (Prunus spinosa), ecc

4.2.

Aree interne alla Centrale

Si prevedono opere a verde anche all’interno della Centrale di Istrana con lo scopo primario di realizzare ampi spazi verdi prativi che mitighino le parti impiantistiche e pavimentate e siano ambianti fruibili da avifauna erpetofauna e piccoli mammiferi terricoli nonché dal personale interno.

Vincolo progettuale è la necessità, per ragioni di sicurezza, di non mettere a dimora alberature in aree prospicienti impianti e tubazioni o che confliggano con sistemi di videosorveglianza.

Impiego di alberi e arbusti

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Si prevede la manutenzione delle alberature già esistenti all’interno della Centrale di Istrana e sarà valutata l’eventuale messa a dimora alcuni alberi ornamentali a foglia caduca o sempreverdi, arbusti decorativi e/o tappezzanti.

Tuttavia si tratta di interventi secondari a fine ornamentale che verranno eventualmente implementati dopo attenta verifica al termine della realizzazione complessiva delle opere impiantistiche, in accordo con le esigenze di sicurezza.

4.3.

Cure colturali

Tutte le piante messe a dimora saranno sottoposte a periodiche cure colturali e al costante controllo dal punto di vista del fabbisogno idrico, che verrà adeguatamente supportato dalla gestione di un impianto di irrigazione, fino al raggiungimento di un buon livello di radicamento e sviluppo dimensionale.

Successivamente il contributo irriguo verrà gradualmente ridotto al fine di favorire il completo acclimatamento pedoclimatico delle coperture arboree arbustive.

Analogamente la copertura erbacea sarà sottoposta a tagli periodici e interventi di irrigazione, in particolare nelle aree interne di centrale, mentre nelle aree esterne si favorirà un aspetto più naturale della copertura erbacea legata agli andamenti stagionali.

Tutto ciò al fine di rendere, nel suo complesso, l’intervento di rivegetazione delle fasce verdi esterne il più ecologico e naturale possibile.

(18)

File dati: ProgettoCentraleMinerbio.doc 17 di 46

4.4.

Interventi comuni a tutti i settori

In tutti i settori di Centrale sia interni interessati dai lavori di movimento terra e impiantistici, si provvederà alla lavorazione meccanica dei terreni (vangatura, erpicatura, spietramento, affinamenti, spianamenti) finalizzata alla formazione di un prato rustico di graminacee (Lolium perenne, Agrostis tenuis, Festuca spp) e la realizzazione di un nuovo impianto di irrigazione, nonché, ove opportuno, la messa a dimora di arbusti e alberi.

Centrale di Poggio Renatico: pompe irrigue esistenti.

Centrale di Poggio Renatico: recipiente di compensazione (rosso) per la gestione delle

pressioni di spinta.

Centrale di Poggio Renatico: alloggiamento del comando per utilizzo alternativo di due pompe

collegate

(19)

Caratteristiche tecniche della Pompa di irrigazione istallata a Istrana

(20)

File dati: ProgettoCentraleMinerbio.doc 19 di 46

Caratteristiche dimensionali:

(21)

5. DESCRIZIONE DEI LAVORI

Di seguito sono descritti i principali lavori da eseguirsi nella Centrale di Minerbio, distinguendo tra lavori generali per tutto l’impianto e lavori specifici per alcune aree esterne o interne della Centrale.

Tutte le attività, i materiali e in particolare le specie vegetali devono avere caratteristiche ben definite, così come indicato nella presente relazione in corrispondenza delle schede di dettaglio, degli articoli del Prezzario allegato e, se non meglio esplicitate, come indicato nelle Specifiche tecniche allegate (cfr. § 1).

4.1. Preparazione e lavorazione dei terreni

Le opere a verde previste in progetto si inseriscono in una condizione pedologica di terreno agrario dalle caratteristiche evidenziate nel capitolo 2. Si tratta di terreni sciolti che però saranno stati interessati da movimenti e compattamenti dovuti alle attività dell’adeguamento impiantistico in attuazione. Tutte le lavorazioni dei terreni dovranno essere effettuate valutando le condizioni di tempera del terreno e impiegando i più opportuni mezzi meccanici e strumenti tecnici per operare in modo efficace sui suoli.

Il progetto prevede processi di progressivo miglioramento dei terreni attraverso attività specifiche di natura meccanica e agronomica, come previsto tra l’altro nella “Specifica tecnica per la sistemazione a verde degli Impianti” Snam Rete Gas - Edizione 2010, nella Specifica Snam Rete gas GASD C 13.20.25 e nel prezzario all’articolo 11.1.

Per ulteriore chiarezza si evidenziano le fasi principali di lavorazione dei terreni per la preparazione alla piantagione ed alla formazione del tappeto erboso:

 Pulizia di tutte le aree compreso eliminazione a discarica del materiale di risulta,

 Eventuale diserbo

 Vangatura nelle aree di piantagione alberi d’alto fusto,

 Fresatura di tutte le aree

 Erpicatura di tutte le aree,

 Spietramento con eliminazione a discarica di tutto il materiale di risulta,

 Concimazione di fondo.

Tali attività sono propedeutiche alla vera e propria semina del tappeto erboso e alla messa a dimora di piante e rivestono un’importanza primaria. Solo al termine di questo processo di lavorazione l’Appaltatore potrà eseguire la fase finale piantagione e di semina vera e propria del tappeto erboso.

Pertanto con l’attività “Realizzazione del prato rustico” si intende, in questa fase iniziale, eseguire tutte le attività preparatorie del terreno e nella stima dell’importo complessivo, si è calcolata la realizzazione del tappeto erboso sull’intera superficie (senza distinzione tra aree di piantagione e di sola semina del prato). per una superficie complessiva di circa 10 ettari.

4.2. Progettazione e realizzazione di impianto di irrigazione automatico.

Si tratta di eseguire tutte le attività preventive (sopralluoghi, verifiche, stime, dimensionamenti, elaborazione di planimetrie e di elenchi materiali) ed esecutive necessarie per porre in opera un impianto di irrigazione automatico fisso che consenta il mantenimento permanente delle opere a verde della Centrale di Istrana in tutti i settori

(22)

File dati: ProgettoCentraleMinerbio.doc 21 di 46

Per tutto quanto non indicato in progetto, l’Appaltatore deve fare riferimento ai seguenti documenti allagati:

- Specifica tecnica per la progettazione di impianti di irrigazione - Edizione 2010;

- Specifica tecnica per la realizzazione di impianti di irrigazione – Edizione 2010;

- Prezzario ed. 2020 (sez. 14 - art. 14.1).

Nella fase di verifica iniziale, l’Appaltatore deve quindi individuare le parti impiantistiche esistenti (è stata istallata una pompa irrigua di verificarne l’adeguatezza), gli attraversamenti già esistenti e quelli che eventualmente devono essere eseguiti e le “aree pericolose” in cui non collocare le componenti elettriche del nuovo impianto (cfr. Planimetrie Aree Pericolose presso gli Uffici di Centrale).

L’Appaltatore deve inoltre individuare, sulla base della planimetria di progetto VEG.042, i punti esatti in cui realizzare gli attraversamenti mancanti, se necessari. Eventuali attraversamenti da eseguirsi con taglio di strada asfaltata, devono essere preventivamente presentati e autorizzati dal Committente e compensati a misura con il prezzo di cui agli articoli 6.26.1 o 6.26.2.

Il dimensionamento dell’impianto irriguo e la determinazione dei turni irrigui e della suddivisione in settori devono tenere conto della disponibilità idrica di centrale.

In sintesi, al fine di realizzare a regola d’arte l’impianto di irrigazione l’Appaltatore deve ottemperare alle seguenti attività principali e porre in opera i seguenti materiali principali:

 Sopralluoghi, verifiche preliminari e utilizzo degli attraversamenti predisposti dal Committente, verifiche delle strutture esistenti (vasca, pompa, ubicazioni delle infrastrutture);

 Verifica di eventuale materiale esistente da eliminare e smaltire a discarica a propria cura e spese;

 Verifica e individuazione degli attraversamenti mancanti;

 Elaborazione e fornitura di planimetrie di progetto (planimetria “progetto tubazioni ed elettrovalvole” e planimetria “progetto copertura irrigua”) da fornire al Committente prima dell’inizio dei lavori;

 Elaborazione e fornitura dell’elenco materiali di dettaglio, da fornire al Committente prima dell’inizio dei lavori.

 Elaborazione e fornitura al Committente, di planimetrie “as built” (planimetria

“progetto tubazioni ed elettrovalvole” e planimetria “progetto copertura irrigua”) e di manuali d’istruzione e d’uso dell’impianto, alla fine dei lavori;

 Realizzazione degli attraversamenti mancanti con prezzo a misura art. 6.26.1 o 6.26.2)

 Fornitura a posa in opera di ali gocciolanti autocompensanti, irrigatori statici e dinamici (a bassa, media e lunga gittata) nelle quantità necessarie;

 Fornitura e posa in opera di tubazioni in polietilene PEAD (alta densità) di diametri adeguati agli attraversamenti esistenti di DN 160 mm, cavi elettrici, cavidotti; etc.

 Fornitura e posa in opera di tubi in polietilene PEDB (bassa densità) di diametri adeguati e dispositivi gocciolatori autocompensanti ed eventuali microirrigatori;

 Esecuzione di scavi meccanici e manuali, pose e rinterri;

 Fornitura e posa in opera di valvole, raccorderia, pozzetti in resina o in cemento, programmatori elettronici, dispositivi sensori della pioggia, collegamenti alla rete elettrica secondo la normativa esistente, da eseguirsi con personale abilitato alla certificazione dei collegamenti elettrici;

(23)

 Fornitura in opera di un’elettropompa di caratteristiche analoghe e compatibili alla pompa esistente, compreso ogni onere di collegamento idraulico ed elettrico, a norma di legge, ed eventuali manufatti accessori;

 Collaudo preliminare in pressione delle tubazioni posate e collaudo finale funzionale dell’impianto completo realizzato; ispezioni manutentive periodiche per 5 anni,

 Garanzia di tutto l’impianto, comprese le forniture e sostituzioni delle parti logorate, per 5 anni a decorrere dal collaudo funzionale dell’impianto, (cfr. Specifica tecnica per Manutenzione delle aree a verde – ed. 2010” - cap. 2.9).

___________

Nota Bene. Le Imprese che partecipano all’“offerta” economica, in fase di gara di appalto devono fornire al Committente, relativamente all’irrigazione, la seguente documentazione tecnica di larga massima e che dimostri la corretta comprensione delle esigenze di progetto:

- Planimetrie di progetto preliminare indicativo (“Progetto tubazioni ed elettrovalvole”,

“Progetto copertura irrigua”), da elaborarsi sulla base cartografica della planimetria di progetto VEG 042 fornita dal Committente in formato “dgn” o “dwg,”.

- Descrizione (qualitativa) di tipologie e qualità del materiale impiegato e di cui si garantisce la funzionalità.

Le indicazioni di progetto da elaborare in tali documenti preliminari non impegnano le parti in modo definitivo, sono di larga massima e pertanto ad esse devono seguire le effettive planimetrie di progetto esecutivo (in formato numerico dgn - Microstation) e l’elenco di dettaglio dei materiali.

Pertanto l’Appaltatore, una volta verificate le strutture esistenti (attraversamenti, pompa, impiantistica) con scavi ispettivi e quant’altro si ritenga utile, deve consegnare al Committente ed alla Direzione Lavori, per approvazione, le due planimetrie di progetto esecutivo (planimetria “Progetto tubazioni ed elettrovalvole” e planimetria “Progetto copertura irrigua”) e l’elenco di dettaglio dei materiali (descrizione quantitativa), per la realizzazione dell’impianto irriguo.

Gli ulteriori affinamenti e ottimizzazioni del progetto d’impianto irriguo che l’Appaltatore effettuerà in corso d’opera, devono essere comunicati alla D.L. concordati e recepiti nella documentazione finale “as built”.

_______________

L’Appaltatore deve predisporre un programma d’impiego e rotazione degli irrigatori e dei tubi adacquatori per l’irrigazione di tutti i settori interni ed esterni e deve rimodulare periodicamente la programmazione per tutto il periodo delle cure colturali, in funzione delle effettive condizioni climatiche poste in relazione alla natura dei terreni. Riducendo progressivamente al minimo indispensabile l’apporto idrico.

L’Appaltatore deve istruire il personale della centrale, alla fine del periodo di garanzia e cure colturali, per la gestione dell’impianto irriguo, delle apparecchiature automatizzate, consegnando adeguato manuale di istruzione e organizzando prove esplicative.

Resta valido tutto quanto contenuto nelle specifiche allegate.

Il nuovo impianto d'irrigazione dovrà essere dotato di apparecchiature che permettono la separazione della sabbia dall'acqua d'irrigazione al fine di evitare l'occlusione degli irrigatori e di un sensore della pioggia.

L’approvvigionamento d’acqua per l’irrigazione sarà effettuato ricorrendo al pozzo esistente. Mediante le due pompe installate (in linea) sarà alimentato il collettore principale e conseguentemente i vari settori con gli irrigatori e le ali gocciolanti. Nell’opera di presa si dovrà predisporre sistemi a filtri per eliminare la sabbia eventualmente presente.

(24)

File dati: ProgettoCentraleMinerbio.doc 23 di 46

L’Appaltatore dovrà fornire e istallare una pompa di alimentazione con caratteristiche dimensionali analoghe alla pompa esistente (cfr. Disegno allegato), compatibile con essa e sufficiente al funzionamento dell’impianto anche in caso di guasto di una pompa.

È onere dell’Appaltatore effettuare tutti i collegamenti idraulici e impiantistici necessari, e eseguirli e certificarli a norma di legge.

Il quadro elettrico e il programmatore di comando saranno ubicati in accordo con il personale di Centrale: l’Appaltatore deve eseguire e certificare, a norma di legge, tutti i collegamenti elettrici necessari e predisporre eventuali strutture di riparo della strumentazione.

Manutenzione dell’impianto di irrigazione

L’uso corretto prevede la giusta impostazione di periodi di accensione che devono però essere variati e aggiornati in funzione delle stagioni e delle precipitazioni: a tale scopo l’Appaltatore deve installare il sensore della pioggia.

Dovrà essere rispettato il programma di manutenzione e garanzia e deve essere eseguito tutto quanto necessario per assicurare la pulizia sia dei filtri sia delle pompe dedicate. (Cfr.

Specifica tecnica per Manutenzione delle aree a verde – ed. 2010” al cap. 2.9) Installazione apparecchiature elettriche

L’appaltatore dovrà progettare e realizzare l’impianto pluvio irriguo con il divieto di predisporre qualsiasi apparecchiatura elettrica all’interno delle “aree pericolose”, così come sono evidenziate nella planimetria depositate presso la centrale. Tutti gli allacciamenti devono essere eseguiti a norma di legge e certificati da personale abilitato.

4.3. Realizzazione di prato rustico

In corrispondenza di tutte le aree indicate in progetto (planimetria VEG.042) sia interne che esterne alla Centrale, dopo aver eseguito tutte le attività preparatorie dei terreni (cfr. 5.1) l’Appaltatore deve effettuare a regola d’arte le operazioni di affinamento superficiale, livellamento dei terreni mantenendo o ottimizzando le pendenze esistenti e le operazioni di semina meccanica o manuale per formare un prato rustico (cfr. Specifica per la sistemazione a verde degli impianti Snam - Ed. 2010).

La semina vera e propria deve essere meccanica (o manuale ove non possibile meccanicamente) e deve essere eseguita preferibilmente dopo la messa a dimora delle piante e degli arbusti, impiegando un miscuglio adatto alle condizioni pedoclimatiche con quantità pari a 40 g/m² (400 kg/ha) quindi procedere a rullatura e quanto altro necessario per una finitura a regola d’arte. In ogni caso l’epoca di semina deve tenere conto delle condizioni pedoclimatiche.

Deve trattarsi di un miscuglio rustico idoneo alla crescita in suoli argilloso limosi e in grado di essere mantenuto con quantitativi irrigui minimi che evitano il più possibile l’eccesso e quindi il ristagno idrico. Per prato rustico si intende una superficie prativa da mantenersi con un numero di tagli compreso tra 8 e 12 per anno. Nel presente progetto si prevedono 8-10 tagli per anno per 5 anni.

La rusticità deve consentire in particolare una normale gestione ed un’ordinaria manutenzione del prato, con quantitativi minimi di trattamenti per anno (1 concimazione, 1 diserbo e 1 trattamento con fitofarmaci), fatto salvo naturalmente l’onere di garanzia del prato.

A tale scopo si allega, di seguito, un possibile miscuglio per formazione del prato rustico.

(25)

L’Appaltatore ha facoltà di proporre al Committente un miscuglio alternativo impegnandosi ugualmente a garantirne la vitalità e la funzionalità per tutto il periodo di garanzia, pari a 5 anni.

Prato rustico Centrale di Minerbio.

Specie Varietà % Kg/ha

Lolium perenne “BARMACO” 25 160

Lolium perenne “VIGOR” 20 80

Lolium perenne “RIVAL” 20 80

Festuca rubra “FRANKLIN” 15 40

Poa pratensis “BROADWAY” 15 20

Agrostis tenuis “CONNI” 5 20

100 400

Verifica miscugli

La composizione dei miscugli, una volta autorizzati se diversi da quanto indicato nel presente documento, deve essere verificabile dalla Committente o dalla D.L. e a tal fine le confezioni delle sementi devono pervenire sigillate in cantiere con l’etichetta del fornitore.

4.4. Messa a dimora delle piante

Il presente progetto prevede l’impiego di piante arboree e arbustive di buona rusticità, di corretto sviluppo dimensionale, e idonea forma di allevamento: alberi con ramificazioni ad almeno 1,70 m di altezza dal colletto, alberi a cespuglio ben ramificati dal colletto, arbusti ben sviluppati, non filiformi. Per tutte le piantagioni si deve fare riferimento al presente progetto nonché alla specifica “Sistemazione a verde degli impianti Snam Rete Gas – Edizione 2010” ed al Prezzario allegato.

L’Appaltatore deve approvvigionare alberi e arbusti in zolla, provenienti da vivai altamente specializzati. Si prevede la messa a dimora di circa 930 alberi e circa 330 arbusti.

Le piante arboree richieste devono essere state allevate in pieno campo e accresciute tramite successivi trapianti sino ad aver raggiunto la dimensione adeguata e prevista in progetto.

Le piante devono essere prelevate dal vivaio dopo le opportune pratiche di zollatura dell’apparato radicale e di potatura della chioma, trasportate con estrema cura e poste a dimora nelle aree di Centrale nell’ambito del periodo di riposo vegetativo: tra fine ottobre e aprile dell’anno successivo.

Sulla base dei presupposti agronomici illustrati al capitolo 2 e 3, nelle aree di messa a dimora delle piante arboree deve essere posta particolare attenzione alla lavorazione dei terreni.

a) Caratteristiche delle specie arboree.

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File dati: ProgettoCentraleMinerbio.doc 25 di 46

Si devono approvvigionare piante adulte ben sviluppate, arbustive e arboree, delle specie indicate in progetto.

Per le piante arboree d’alto fusto il parametro dimensionale principale di riferimento è la circonferenza del fusto, misurata a 1,00 m di altezza dal colletto.

Altri parametri che definiscono le caratteristiche dimensionali della pianta sono:

- Dimensione dell’apparato radicale (numero di trapianti, indicativo), - Altezza espressa in metri (distanza tra il colletto e l’apice della chioma),

- Altre caratteristiche che evidenziano la dimensione o la forma: “extra”, “esemplare”,

“cespuglio”, ecc.).

Attenzione primaria deve essere posta allo sviluppo armonico del tronco e la dimensione della chioma: varranno scartate le piante filate e gli “astoni” mentre dovranno essere eventualmente potate le piante troppo sviluppate nella chioma, per adeguare lo sviluppo aereo alla dimensione del fusto e radice e alla relativa resistenza meccanica.

A titolo esemplificativo si riporta una tabella con le circonferenze del fusto di alberi e relative altezze indicative:

Dimensioni degli alberi

Circonferenza, cm Altezza, m

16 - 18 3,00 - 4,00

18 - 20 3,00 - 5,00

20 - 25 4,00 - 5,00

Per piante “a cespuglio” si intendono gli alberi allevati in vivaio con ramificazioni sin dalla base del tronco, secondo la tipica conformazione a cespuglio, a cono o a cilindro o a vaso, in funzione della specie.

b) Caratteristiche delle specie arbustive; tappezzanti (EVENTUALE).

Potrebbero essere inoltre richieste eventuali specie tappezzanti da impiegare per la copertura di alcune aiuole in alternativa al tappeto erboso o per ricreare bordure nel caso fosse reso necessario a seguito del rifacimento dell’impianto di irrigazione.

Dovranno essere approvvigionate, se del caso, piante di adeguato sviluppo (indicato con il parametro altezza), con chioma espansa (elevato diametro della chioma) e adeguato sviluppo dell’apparato radicale.

Valgono gli stessi parametri di altezza, numero di trapianti o, in caso di arbusti forniti in vaso, volume del vaso espresso in litri.

Tipologia vaso Volume vaso (litri )

Diametro vaso

** (cm)

3 3 18

7 7 22

9 9 24

12 12 26

(27)

15 15 28

18 18 30

25 25 33

30 30 35

35 35 40

** Nota Bene: il diametro del vaso è da ritenersi indicativo e in funzione della forma reale del vaso.

L’Appaltatore deve approvvigionarsi da vivai specializzati in grado di rispondere a richieste qualitative. Arbusti di aspetto filiforme, non ramificati e con chioma a sviluppo stentato saranno inderogabilmente respinti dalla Direzione Lavori e dal Committente. Non sono ammessi arbusti ad alberetto ½ fusto se non sono stati espressamente previsti in progetto.

c) Piante da interni in idrocoltura (EVENTUALE)

All’interno dell’edificio principale della Centrale di Minerbio, il Committente potrà richiedere all’Appaltatore la fornitura in opera di piante ornamentali in vaso.

Le piante ornamentali in vaso devono essere poste in vasi per idrocoltura (cfr. Art. 6.32 del prezzario), fornendo contestualmente tutti i dispositivi necessari (indicatore di livello acqua, vaso esterno, vaso interno, substrato argilloso, fertilizzanti, prodotti fitosanitari e per toelettatura da lasciare anche presso gli uffici, ecc.).

I vasi esterni devono essere di materiale resistente e di qualità estetica.

Schemi indicativi vasi per idrocoltura

d) Caratteristiche dimensionali dei pali tutori e delle legature.

La fornitura delle piante è comprensiva di posa in opera di pali tutori. Tali dispositivi sono da ritenersi indispensabili e il cui impiego è inderogabile, in particolare per le piante arboree soprattutto se in forma libera.

Per le piante di altezza inferiore a 3,00 m dovranno essere utilizzati i pali tutori come indicato nella specifica Snam Rete Gas GASD C 13.20.25.

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File dati: ProgettoCentraleMinerbio.doc 27 di 46

Per alberi di altezza 3,00 ÷ 5,00 metri, di cui al presente progetto, si deve fornire in opera, per ogni pianta, almeno 1 palo tutore di pino scortecciato tornito e trattato in autoclave, di lunghezza 3,00 m,  80 mm.

Per alberi di altezza maggiore di 5,00 metri, si devono fornire in opera almeno 2 pali di pino scortecciato tornito e trattato in autoclave, di lunghezza 3,00 m,  80 mm, eventuali paletti traversi in modo da costituire una struttura triangolare, legature dei pali traversi ai pali tutori e delle piante alla struttura di tutoraggio, compresi tutti i legacci.

CARATTERISTICHE DEI DISPOSITIVI DI TUTORAGGIO Piante h 3,00 ≤ 5,00 m 1 palo tutore, legature e

legacci pino scortecciato tornito e trattato in autoclave, di lunghezza 3,00 m,  80 Piante h ˃ 5 m 2 pali tutori h 3 m, legacci, mm

legature.

Le legature che assicurano gli alberi al sistema di tutoraggio devono essere eseguite in modo da poter allentare, anno dopo anno, la legatura così da assecondare la crescita del tronco senza costrizioni.

A tale scopo inoltre le legature devono essere effettuate fornendo uno strato di tessuto posto tra legaccio e corteccia della pianta (negli alberi alti).

Impego di 2 pali tutori Impiego di 1 palo tutore

Esempi indicativi di tutoraggio.

e) Impiego di terra vegetale

Prima della messa a dimora delle piante, l’Appaltatore deve sistemare i terreni delle aree di intervento (aree interne ed esterne) eseguendo tutte le operazioni di preparazione di cui al paragrafo 5.1 della presente relazione.

Deve inoltre essere aggiunta ulteriore terra vegetale nelle buche di messa a dimora. A tale scopo nel presente contratto è valutato l’onere di fornitura della terra vegetale a piè d’opera (art. 5.3 del prezzario), in aggiunta all’onere di posa della terra all’interno della buca di messa a dimora (onere il cui compenso e ricompreso nel prezzo di fornitura e posa in opera delle piante).

Il quantitativo di terra vegetale deve essere adeguato alla dimensione della zolla di terra e in particolare alla caratteristica dei terreni: deve essere approvvigionata terra vegetale

(29)

ricca di colloidi organici (humus) ma una buona tessitura, al fine di migliorare le capacità dei suoli almeno nell’intorno della buca di messa a dimora.

A tale scopo inoltre, la terra vegetale deve essere miscelata accuratamente con il terreno di risulta dello scavo della buca.

Per quanto sopra la quantificazione della terra vegetale è stata stimata in metri cubi complessivi da fornire, prima della piantagione, presso i vari settori di centrale.

f) impiego di pacciamature (EVENTUALE)

Gli alberi e arbusti previsti in progetti possono essere posati in opera anche con l’ausilio di geotessili non tessuti pacciamanti in fibra vegetale biodegradabile, qualora se ne ravvisasse la necessità.

Nelle aree interne della Centrale, potrebbe essere previsto l’impiego eventuale di corteccia di conifere per coperture di alcune aree, in caso di realizzazione di eventuali bordure fiorite ad esempio, e valutate a metro quadrato (art. 6.3.1 del prezzario).

g) impiego di altre opere accessorie (EVENTUALE)

Potrebbe essere previsto l’impiego eventuale di un fertilizzante biologico micorrizzato: si tratta di un substrato micorrizzato che favorisce la capacità di assorbimento idrico e dei nutrienti per azione simbiotica tra micorrize e apparati radicali. L’impiego di micorrize è compensato a misura (art. 6.6 prezzario).

Tale sostanza è da intendersi aggiuntiva rispetto ai concimi organico minerali il cui impiego è invece compreso nel prezzo per fornitura a posa in opera delle piante e, per gli anni successivi di garanzia, nel prezzo delle cure colturali (cfr. specifica Snam Rete Gas GASD C 13.20.26.).

A scopo indicativo un esempio di substrato micorrizzato è il prodotto “MICOSAT F” ©, prodotto da CCS AOSTA SRL (sito internet www.micosat.it): è un prodotto commercializzato in forma solida granulare da distribuire in piccole quantità unitarie (250 grammi o 500 grammi).

4.5. Cure colturali alle piante

Oltre all’onere di garanzia delle piante per 5 anni (compresa la fornitura per sostituzione delle piante non attecchite), l’Appaltatore, per 5 anni a decorrere dal primo intervento stagionale utile successivo alla messa a dimora delle piante, deve eseguire generalmente tre volte l’anno le cure colturali alle piante (sezione 10 del prezzario). Deve essere eseguito quanto indicato nella Specifica Snam Rete Gas “GASD C 13.20.26” e nella

“Specifica tecnica per Manutenzione delle aree a verde – ed. 2010”, compreso, tra l’altro:

- Controllo delle condizioni vegetative delle piante;

- Concimazione organica o inorganica di ogni pianta, in funzione dell’epoca, direttamente nel terreno o con concimazione fogliare o con fertirrigazione, comprese le piante in vaso da interni;

- Zappatura attorno ad ogni pianta e contestuale esecuzione di scerbatura, ed eliminazione del ripullulo di specie erbacee indesiderate, comprese le piante in vaso da interni;

- Scerbatura manuale per tappezzanti e arbusti riuniti a macchie, siepi, ed eliminazione del ripullulo di specie erbacee indesiderate;

- Sistemazione delle pacciamature, delle conche di raccolta d’acqua, dei pali tutori, delle

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File dati: ProgettoCentraleMinerbio.doc 29 di 46

legature (compreso l’allentamento dei legacci attorno ai fusti);

- Esecuzione in opera di trattamenti antiparassitari ad ogni pianta, con fungicidi, insetticidi e prodotti contro patogeni fogliari di natura virale o batterica, comprese le piante in vaso da interni;

- Taglio dei rami secchi e spollonatura negli alberi di latifoglie, compreso ogni onere per l’impiego di mezzi meccanici;

- Verifica speditiva della stabilità e mantenimento della verticalità degli alberi d’alto fusto e della funzionalità dei tutoraggi;

- Potatura di allevamento e di diradamento di alberi e arbusti; potatura di produzione fiorale o fruttifera dell’anno successivo (nei fruttiferi e piante da fiore), raccolta dei frutti;

- Potatura degli arbusti o degli alberi-cespuglio da mantenere “a siepe”, su 2 o 3 lati;

- Taglio della chioma di arbusti bassi e tappezzanti e modellamenti dei profili;

- Potatura di contenimento e di riequilibratura, per gli alberi di latifoglie d’alto fusto a chioma espansa, compreso ogni onere per l’impiego di mezzi meccanici: un intervento l’anno;

- Eventuale spalcatura di alberi d’alto fusto con taglio dei rami lungo il fusto ed eventuale rialzo della chioma, in vicinanza di strade o parcheggi: solo dove necessario o richiesto dal Committente.

Nota Bene: le integrazioni delle eventuali pacciamature di corteccia (compresa la fornitura) sono ricomprese nell’attività “a corpo” di manutenzione e decoro delle aree (sez. 16 del prezzario).

Tutte le attività devono essere svolte da personale specializzato e dotato di tutte i dispositivi individuali antinfortunistici atti a svolgere attività manutentive in assoluta sicurezza e a norma di legge.

4.6. Cure colturali al prato rustico

L’Appaltatore, fatto salvo l’onere di garanzia, deve eseguire le corrette manutenzioni del prato rustico realizzato nelle aiuole/aree a verde della Centrale e dei settori esterni. In particolare deve, nell’arco di un anno e per tutto il periodo di garanzia di 5 anni, eseguire 1 concimazione per anno, 1 diserbo per anno, 1 trattamento con prodotti fitosanitari per anno (contro funghi, batteri, insetti, roditori terricoli), su tutta la superficie. Tutte le attività di cui sopra sono compensato con il prezzo a corpo di cui alla sez. 13 del prezzario.

4.7. Cure e decoro generale delle aree di Centrale.

Nell’arco di un anno e per tutto il periodo di 5 anni, l’Appaltatore deve eseguire attività specifiche di cura e decoro manutenzione di tutte le aree così come indicato nella “Specifica per la Manutenzione delle Aree a Verde degli Impianti Snam Rete Gas - ed. 2010” e alla sez. 15 del Prezzario allegato.

Le attività devono essere effettuate in tutte le aree, così come evidenziato nella planimetria di progetto e da verificare attentamente in campo con i necessari sopralluoghi conosciutivi preliminari:

a) Pulizia e diserbo di tutte le pavimentazioni realizzate con masselli autobloccanti;

manutenzione, pulizia e diserbo di tutte le superfici inghiaiate, per complessivi 2 interventi per anno + uno all’inizio dei lavori.

b) Diserbo e pulizia dei cordoli e delle basi dei muri e muretti per complessivi 2 interventi per anno + uno all’inizio dei lavori;

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c) Asportazione (da eseguirsi a mano e con macchine aspiratrici/soffiatrici), raccolta e smaltimento a discarica, delle foglie secche cadute, ramaglie secche cadute, distacchi di corteccia caduti, petali e frutti secchi caduti, da tutte le aiuole/aree a verde e spazi attigui, per complessivi 6 interventi per anno (3 in autunno e 3 in inverno - primavera) + 1 all’inizio dei lavori,

d) Reintegro delle pacciamature di corteccia di conifere, compresa la fornitura in opera della corteccia: almeno 1 intervento per anno, per 5 anni;

e) Esecuzione di sopralluoghi tecnici da parte dell’Appaltatore almeno semestrali, ovvero almeno 2 sopralluoghi annui, di controllo generale delle opere a verde, nonché della efficacia dell’impianto irriguo rispetto a tutto il verde di centrale, al fine di monitorare le condizioni vegetative generali in tutte le aree, in date da concordare con il responsabile di Centrale: al termine di ogni sopralluogo l’Appaltatore deve fornire al Gestore del presente contratto e p.c. al responsabile di Centrale, breve nota descrittiva dalla situazione riscontrata, eventuali proposte migliorative, se necessarie.

Da tali operazioni sono esclusi i tagli del prato rustico (da compensare, per ogni taglio, con prezzo di cui all’articolo 12.1 del prezzario), le cure colturali al prato rustico (da compensare a corpo per ogni anno con l’art. 13.1), le cure colturali alle piante (da compensare, per ogni cura, con prezzi di cui all’art. sez. 10).

4.8. Taglio del prato rustico

Per tutto il periodo di 5 anni e per ogni anno, devono essere eseguite le operazioni di taglio del prato rustico, operazioni da eseguirsi con qualsiasi sistema di taglio e per un numero medio di 8-10 tagli per anno (cfr. Specifica tecnica per la manutenzione degli Impianti Snam Rete Gas - Edizione marzo 2010, Prezzario art. 12.1, 12.2). Deve essere posta particolare attenzione al taglio dei prati nelle aree di piantagione, evitando ogni danneggiamento. Il taglio deve riguardare tutti i settori, anche nelle porzioni inclinate (scarpate verso i cordoli).

4.9. Lavori particolari

Di seguito si descrivono alcune opere particolari da realizzare (e lavori da eseguire) in alcuni settori specifici della Centrale di Minerbio.

4.10.1 Sfalcio e decespugliamento iniziale.

Prima di effettuare ogni attività, ove necessario e solo previo accordo con il Committente, potrà essere necessario effettuare un intervento preventivo di decespugliamento.

A tale scopo l’Appaltatore eseguirà le operazioni di sfalcio ed eliminazione a discarica di tutto il materiale di risulta dello sfalcio (art. 7.2.1 del prezzario).

4.10.2 Realizzazione di fossi di scolo (eventuale)

Al fine di evitare i ristagni idrici, potrebbe essere necessaria, in alcune aree di Centrale, la realizzazione di fossi di scolo, da mantenere funzionanti e puliti per tutto il periodo di cure colturali.

4.10.3 Impiego di rocce ornamentali e di roccaglie.

Non previsto.

(32)

File dati: ProgettoCentraleMinerbio.doc 31 di 46

4.10.4 Impiego tabelle monitorie

In corrispondenza dei settori esterni si prevede la messa in opera di tabelle monitorie come descritte al punto 3.2.19 della Specifica Snam Rete Gas GASD C 13.20.25 allegata e all’art.

6.7 del prezzario.

AREA SOGGETTA A RIPRISTINO

AMBIENTALE NON DANNEGGIARE

Esempio di cartello per tabella monitoria 4.10.5 Impiego tabelle botaniche

Si prevede di porre in opera tabelle illustrative delle specie botaniche messe a dimora, così come descritto all’art. 6.35 del prezzario. L’’Appaltatore a tale scopo deve fornire tabelle realizzate in PVC (o altro materiale durevole) di dimensioni indicative 10 x 18 cm, compreso supporto (asta o paletto) di altezza indicativa 0,40 m per arbusti e 0,80 m per alberi, in metallo o materiale naturale durevole, comprese le iscrizioni e opere grafiche, da porre in adiacenza a singole piante in aiuole o aree verdi. Il numero esatto e l’ubicazione delle tabelle saranno definiti alla fine dei lavori e riguarderanno orientativamente i settori esterni.

Esempio di tabella botanica 4.10.6 Realizzazione di passaggi pedonali.

Non previsto.

4.10.7 Realizzazione di Recinzioni in rete metallica plastificata.

Non previsto

(33)

5. MESSA A DIMORA DI ALBERI E ARBUSTI

Il progetto prevede la realizzazione di fasce arboreo arbustive autoctone nelle aree esterne di pertinenza della Centrale, con funzione mitigativa, di inserimento ambientale e con specifica funzione ecologica.

Le fasce arboreo arbustive verranno realizzate in parte con disposizione a filare, relativamente all’uso di Pioppi cipressini, in parte con disposizione naturaliforme a sesto irregolare, relativamente a tutte le altre specie arboree previste.

Le piantagioni nei settori interni non sono previste se non come eventualità, da limitare ad alcuni esemplari di specie ornamentali sia arboree che arbustive e/o ad alcune circoscritte superfici da rinverdire con specie basso arbustive (cosiddette “tappezzanti”) in sostituzione della copertura prativa, da concordare con il Committente.

Le nuove piantagioni sono pertanto sostanzialmente previste nelle aree esterne senza interferire con l’esigenza di avere la massima visibilità di alcuni settori videosorvegliati dove peraltro sono presenti alberature preesistenti.

Al fine di ottimizzare a regola d’arte il progetto, in funzione delle situazioni reali che si dovessero eventualmente modificare prima dell’inizio dei lavori, le quantità dei lavori sono da ritenersi di larga massima e indicative.

Le stesse non impegnano il Committente che si riserva la facoltà, in corso d’opera, di apportare modifiche, aggiunte e/o diminuzioni.

L’Appaltatore, prima di formulare l’offerta, dovrà provvedere, mediante sopralluoghi, ad effettuare tutte le misurazioni e gli accertamenti che riterrà necessari per le valutazioni.

Di seguito sono riportate le indicazioni progettuali di massima.

La sequenza dei settori prevede dapprima la descrizione delle aree Esterne e successivamente delle aree interne.

5.1 Schede di dettaglio delle piantagioni in progetto

Area Quantità Descrizione (cfr. Planimetria VEG 042) LATO EST

(Settore 32)

166 Pioppi cipressini

Disporre gli esemplari a doppio filare.

Pioppi alti 4-5 m: con fiori maschili ♂, in zolla 3 trapianti, circonferenza fusto 18 - 20 cm.

460 Alberi di latifoglie

Disporre con sesto irregolare “naturaliforme”, con distanza minima tra gli alberi pari a 3-4 metri, alternando le specie.

Alberi in zolla, circonferenza 16-18 cm; h 3-4 m.

Specie: Frassino, Acero riccio, Carpino bianco, Olmo campestre, Farnia, Bagolaro, Orniello, Acero campestre, Ciliegio selvatico, Melo selvatico, Ontano nero, Sorbo domestico, Ciavardello.

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