• Non ci sono risultati.

Scarica in formato PDF

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Scarica in formato PDF"

Copied!
9
0
0

Testo completo

(1)

RASSEGNA STAMPA 03-11-2018

1. LA REPUBBLICA La ministra: "I miei capelli contro il cancro?

2. CORRIERE DELLA SERA In 125 mila con l'influenza ecco cosa fare 3. CORRIERE DELLA SERA Un riconoscimento che premia l'impegno di

un'Europa Unita

4. QUOTIDIANO SANITÀ Il 93% degli operatori di Pronto soccorso che ha

subito violenze subisce effetti.

(2)

ONCOLOGIA

(3)

ISTITUZIONALE SANITÀ

(4)

ISTITUZIONALE SANITÀ

(5)

ISTITUZIONALE SANITÀ

(6)

ISTITUZIONALE SANITÀ

(7)
(8)
(9)

5/11/2018 Stili di vita, salute, benessere, abitudini lavorative. Il 93% degli operatori di Pronto soccorso che ha subito violenze subisce effetti. M…

http://www.quotidianosanita.it/stampa_articolo.php?articolo_id=67446 1/2

quotidianosanità.it

Venerdì 02 NOVEMBRE 2018

Stili di vita, salute, benessere, abitudini

lavorative. Il 93% degli operatori di Pronto

soccorso che ha subito violenze subisce effetti.

Ma 9 lavoratori su 10 non denunciano

Si fuma e mangia di più, aumentano i disturbi del sonno, l’esaurimento emotivo, si modificano le relazioni sociali, cala la performance sul lavoro e molto altro ancora.

Lo rivela uno studio curato dalla D.ssa Marina Cannavò su oltre 300 operatori sanitari del DEA e del SPDC dell’Azienda Universitaria Policlinico Umberto I che svolgono la loro attività a contatto con i pazienti. LO STUDIO

Si fuma e mangia di più, aumentano i disturbi del sonno, l’esaurimento emotivo, si modificano le relazioni sociali, cala la performance sul lavoro e molto altro ancora. Questi sono solo alcuni degli effetti che provocano le

aggressioni sugli operatori sanitari che le subiscono secondo quanto emerge da uno studio dalla D.ssa Marina Cannavò, presentato nei giorni scorsi in un Convegno alla Camera dei deputati, su oltre 300 operatori sanitari del DEA e del SPDC dell’Azienda Universitaria Policlinico Umberto I che svolgono la loro attività a contatto con i pazienti.

Nello studio si rileva come ben il 93% riferisce conseguenze dalle aggressioni. Conseguenze che per il 51%

impattano sugli stili di vita come l’aumento dell’uso di tabacco o di assunzione di cibo o disturbo del sonno. Ma pure sull’emotività con sensazioni d’irritazione, rabbia, senso d’impotenza, delusione.

Ma gli effetti ci sono anche sul benessere e sulla salute dove il 60% riferisce una riduzione del benessere psichico e fisico (come per esempio depressione, esaurimento emotivo, depersonalizzazione, ipertensione, disturbi gastrointestinali).

Ma le violenze hanno effetti anche sulle abitudini lavorative per il 54% degli intervistati. Subentra infatti demotivazione, riduzione delle performance, assenze dal lavoro.

In generale poi lo studio evidenzia come il 96% degli operatori ha assistito ad almeno un episodio di violenza e l’87% ne ha subito almeno uno.

Nel 33% dei casi le aggressioni arrivano dai parenti, il 17% dai pazienti e il 28% da parenti e paziente insieme.

Le problematiche dell’aggressore sono nel maggior parte dei casi multiple (Disturbi psicologici e abuso di droghe, eccessiva attesa, aspettative frustrate dei pazienti.

Nel 58% dei casi la violenza è scatenata da più fattori organizzativi, tipo aspettative deluse dei pazienti e/o parenti nei confronti dell’organizzazione, carenza di personale disponibile, difficoltà di comunicazione e/o collaborazione tra operatori e pazienti.

Nel 68% dei casi esse derivano poi da molteplici fattori ambientali come la non corrispondenza della qualità organizzativa e strutturale degli ambienti alle aspettative dei pazienti e/o parenti, Tempi di attesa, Mancanza di informazioni sulle modalità di fornitura delle prestazioni in emergenza, Accesso senza restrizione di visitatori e Affollamento del reparto.

Ma la ricerca ha indagato anche sulla percezione che hanno gli operatori sulle violenze prima che si verifichino. Il 50% degli operatori è riuscito a riconoscere i primi segnali di violenza e il 43% è riuscito a fermarla. Il 9% non è riuscito a vedere i segnali e l’8% non è riuscito a bloccarla

In ogni caso il 56% non segnala e l’89% non denuncia le aggressioni.

L.F.

Riferimenti

Documenti correlati

Perdere chili riduce il rischio di cancro al seno nelle donne over-50 che sono in sovrappeso o obese: più chili di troppo si eliminano, più il rischio si riduce.. Lo rivela uno

La sostenibilità della spesa farmaceutica dovrebbe essere ricercata utilizzando in modo integrato alcuni strumenti capaci di controllare le relazioni che imprimono una dinamica

sezione regionale Piemonte e Valle d’Aosta Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino.. MODALITÀ DI ISCRIZIONE La Partecipazione è libera e gratuita sino ad esaurimento

Il Ministro della Salute Grillo presenta le linee programmatiche alle commissioni Sanità e Affari sociali 2.. IL TEMPO Mangiare l'aglio fa bene riduce cancro e

(dell'inviata Manuela Correra) (ANSA) - CHICAGO, 1 GIU - In Italia i tumori costano 19 miliardi di euro ogni anno e le uscite per i farmaci anti-cancro aumentano di 400 milioni

Se dunque sono molti i pazienti oncologici che potrebbero beneficiare del farmaco alla cannabis FM2 per alleviare i disturbi correlati alla malattia, come per esempio "la nausea

Secondo Hamer il cancro, come malattia non è mortale, e la morte avverrebbe solo per esaurimento fisico e mentale causato dal conflitto o addirittura dallo stress legato alla

È questo il modello di relazioni industriali illustrato oggi a Roma dal presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, nel corso del convegno «Chi l’ha detto che donne e uomini