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RASSEGNA STAMPA 02-06-2018

1. REPUBBLICA.IT Cancro: cure e farmaci innovativi a tutti. L'appello di Aiom al nuovo governo

2. QUOTIDIANO SANITÀ Oncologia. La spesa per le cure aumenta 400 mln ogni anno. Aiom: “Puntare alla medicina di precisione”

3. QUOTIDIANO.NET Tumori, progressi in oncologia ad Asco 2018 4. ANSA In Italia tumori costano 19 mld l'anno, 'Serve un'alleanza' 5. CORRIERE DELLA SERA Il test del sangue che scopre il cancro

6. LIBERO QUOTIDIANO Il test che individua 10 tipi di tumore prima di ammalarsi 7. ANSA Premio Usa a giovani oncologi italiani per studi innovativi

8. CORRIERE DELLA SERA Grillo e il nodo dei vaccini «Contraria? No, ma niente coercizione»

9. MESSAGGERO Intervista a Giulia Grillo - «Vaccini, vale il Contratto»

10. REPUBBLICA Farmaci scontati e l'incognita dell'obbligo vaccini

11. SECOLO XIX Via il Superticket e liberalizzazione delle medicine. Rebus sui vaccini

12. GAZZETTA DEL SUD Fumo, emergenza globale È allarme tra i giovani 13. ADN KRONOS Influenza: esperti, scelta miope risparmiare su vaccini

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01-06-2018 Lettori 1.632.940

Cancro: cure e farmaci

innovativi a tutti. L'appello di Aiom al nuovo governo

QUASI 19 miliardi di euro ogni anno. E' quanto spendiamo per curare le persone che hanno il cancro.

Un quarto del totale - cioè 4,5 miliardi - è rappresentato dal costo dei farmaci, con un incremento annuo di spesa di 400 milioni. Grazie anche al Fondo per le terapie innovative, che vale 500 milioni di euro, fortemente voluto Italiana di Oncologia Medica (Aiom) nel 2016, il Sistema sanitario italiano finora è riuscito a garantire i farmaci a tutti i cittadini ma la situazione rischia di non essere più sostenibile. "Serve più impegno da parte di tutti perché il nostro sistema universalistico continui a rendere possibile a tutti alle cure migliori - spiega Stefania Gori, presidente nazionale Aiom - i clinici con rigorosa dei criteri di appropriatezza prescrittiva, Italiana del Farmaco (Aifa) premiando la reale innovazione e rendendo disponibili le nuove molecole nel più breve tempo possibile, le Regioni con la realizzazione effettiva delle Reti oncologiche, i pazienti e i cittadini aderendo ai programmi di screening e seguendo stili di vita sani, e favorendo la ricerca e mettendo a disposizione i farmaci a prezzi equi. È necessario anche uno sforzo di ricerca clinica indipendente, finanziata dalle agenzie nazionali e dai sistemi sanitari, atta a individuare strategie terapeutiche che

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ottimizzino di questi farmaci. Serve quindi fra tutti gli attori coinvolti". È

che la società scientifica lancia dal 54° Congresso Society of Clinical Oncology (Asco) che si apre oggi a Chicago, con la partecipazione di oltre 39mila oncologi da tutto il mondo.

. QUANTO COSTA IL CANCRO

"I costi associati alle patologie tumorali in Italia sono stati pari a 18,9 miliardi di euro nel 2015, il 57%

rappresentato dai costi diretti (assistenza primaria, ambulatoriale, ospedaliera, pronto soccorso, follow up e farmaci) e il 43% costituito dalle perdite di produttività legate a mortalità, disabilità e pensionamento anticipato" afferma Giordano Beretta, presidente eletto Aiom. Uscite che sono destinate inevitabilmente ad aumentare, perché il cancro è soprattutto una malattia della terza età. Basti pensare che nel 2017 delle circa 369mila nuove diagnosi di cancro stimate in Italia, più del 50%, cioè oltre 184mila casi, ha riguardato proprio gli anziani. E con una quota di over 65 pari al 22%, è il secondo Paese più vecchio al mondo dopo il Giappone. "È necessaria una strategia unitaria per combattere la malattia che vada dalla prevenzione, alle terapie, alla riabilitazione, di fine vita,

fino alla ricerca - sottolinea Gori - e Aiom è da sempre impegnata in progetti in grado di incidere a 360 gradi di questa patologia nel nostro Paese".

. IL FONDO PER I FARMACI INNOVATIVI

La nuova frontiera nel trattamento della malattia è la medicina di precisione - come ha sottolineato il presidente dell'Associazione americana di oncologia medica, Bruce Johnson, in apertura del congresso di Chicago - e l'impegno degli oncologi è di portare questa innovazione al letto del malato. Un obiettivo che impone con forza il tema della sostenibilità. Uno strumento per garantire che l'innovazione arrivi a tutti i cittadini è il Fondo di 500 milioni di euro destinato ai farmaci oncologici innovativi, introdotto nel 2016. "Oggi il Fondo è una misura strutturale e sono 6 le molecole incluse in questo elenco stilato

- spiega Beretta - si tratta di uno strumento al momento indispensabile con cui abbiamo garantito ccesso alle terapie innovative a tutti i pazienti, ma che rappresenta solo la stampella in attesa che, proprio attraverso la medicina di precisione, si ottimizzino scelte e risultati, consentendo maggiori benefici a minor costi per il sistema. Vanno anche eliminate le aree di inappropriatezza, evitando gli esami - in particolare radiologici e strumentali - superati e talvolta inutili".

. IL VALORE DI UNA CURA

E' vero che i farmaci antineoplastici e immunomodulatori hanno un peso importante della spesa farmaceutica nazionale, ma si tratta comunque solo del 25% dei costi sanitari relativi ai tumori.

"Inoltre terapeutica è un investimento perché permette di raggiungere traguardi

importantissimi - continua Gori - se alla fine degli anni solo poco più del 30% delle persone colpite riusciva a sconfiggere la malattia e negli anni si arrivava al 47%, oggi circa 6 persone su dieci

sopravvivono al cancro e, quando non si arriva a guarigione, si riesce comunque a trasformare il tumore in una malattia cronica, con cui poter convivere per anni".

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. LA MEDICINA DI PRECISIONE E' QUI

La prima della medicina di precisione in oncologia è stata quelle delle terapie a bersaglio molecolare che hanno cambiato di vita in diverse neoplasie solide e in un considerevole numero di quelle ematologiche, ma che hanno anche mostrato limiti in termini di acquisizione di

resistenza. "Per esempio nel tumore del polmone questi trattamenti riescono a controllare la malattia per un lungo periodo di tempo, però sono efficaci solo nei pazienti che presentano specifiche mutazioni genetiche: sono una minoranza, pari a circa il 15%, soprattutto non fumatori - conclude Gori - nel caso invece che progressivamente ha dimostrato efficacia in diversi tipi di tumori solidi, dobbiamo invece ancora imparare a individuare i pazienti responsivi per ottimizzare dei farmaci, evitando trattamenti non utili nei pazienti che non hanno possibilità di beneficio, evitando tossicità e costi inutili ed aumentando ulteriormente il risultato di tali trattamenti".

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Tumori, progressi in oncologia ad Asco 2018

“La lotta al cancro passa dalla medicina di precisione, dalla immunoterapia, dai progressi legati alle campagne di prevenzione e alla diagnosi precoce, ma deve fare i conti anche con la sostenibilità dei sistemi sanitari”. È il messaggio lanciato dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) in apertura oggi del meeting dell’American society of clinical oncology (ASCO)

“La lotta al cancro passa dalla medicina di precisione,

Associazione italiana di oncologia

medica American society of

clinical oncology

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Stefania Gori, presidente nazionale AIOM

Agenzia Italiana del Farmaco

Il prezzo da pagare per via dei tumori consiste

“La nuova frontiera nel trattamento

Giordano Beretta, presidente eletto AIOM

I farmaci antineoplastici e immunomodulatori,

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Humanitas Gavazzeni

terapie a bersaglio molecolare che hanno migliorato l’aspettativa di vita

nel tumore del polmone

dal melanoma fino alle neoplasie del rene

trovare soluzioni efficaci per individuare i pazienti responsivi

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01-06-2018

http://www.ansa.it/

In Italia tumori costano 19 mld l'anno,'serve un'alleanza'

(dell'inviata Manuela Correra) (ANSA) - CHICAGO, 1 GIU - In Italia i tumori costano 19 miliardi di euro ogni anno e le uscite per i farmaci anti-cancro aumentano di 400 milioni ogni 12 mesi: fino ad oggi il sistema ha retto, anche grazie all'istituzione del Fondo per le terapie oncologiche innovative, ma serve più impegno per garantire le cure a tutti ed è necessaria una

"alleanza fra clinici, Istituzioni, cittadini e industria". E' questo il quadro tracciato dalla Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) che, dal 54/mo Congresso mondiale dell'American society of clinical oncology (Asco) con la partecipazione di oltre 30mila oncologi, lancia un appello ad unire le forze per contrastare lo 'tsunami cancro'. Le uscite per i farmaci equivalgono ogni anno a 4,5 miliardi, ma ad oggi il Sistema sanitario è riuscito a garantire a tutti i farmaci anti-cancro innovativi grazie anche al Fondo di 500 milioni di euro destinato a queste terapie nel 2016 e che oggi costituisce una misura strutturale. Tuttavia, "serve più impegno da parte di tutti perché il nostro sistema universalistico continui a rendere possibile a ciascuno l'accesso alle cure migliori - spiega Stefania Gori, presidente nazionale Aiom -. A partire dai clinici, con l'applicazione rigorosa dei criteri di appropriatezza

prescrittiva, l'Agenzia Italiana del Farmaco rendendo disponibili le nuove molecole nel più breve tempo possibile, le Regioni con la realizzazione effettiva delle Reti oncologiche. Serve, insomma, un'alleanza fra tutti gli attori coinvolti". La lotta al cancro "passa dalla medicina di precisione e dalla sostenibilità dei sistemi sanitari - afferma inoltre Giordano Beretta,

presidente eletto Aiom - per i quali il 57% dei costi è rappresentato dai costi diretti (per assistenza ospedaliera, farmaci) e il 43% dalle perdite di

produttività legate a mortalità, disabilità e pensionamento. E queste uscite

sono destinate ad aumentare: nel 2017 sono state stimate in Italia circa

369mila nuove diagnosi e si stima che nei prossimi 15 anni in tutto il mondo

verranno diagnosticati più di 21 milioni di nuovi casi di tumore". Per questo,

è l'appello degli oncologi italiani, "è necessaria una strategia unitaria per

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combattere la malattia". Al momento il Fondo per i farmaci oncologici

innovativi include 6 molecole: "Si tratta di uno strumento indispensabile con cui abbiamo garantito l'accesso alle terapie innovative a tutti i pazienti, ma che rappresenta solo la stampella in attesa che, proprio attraverso la

medicina di precisione, si ottimizzino scelte e risultati, consentendo maggiori benefici a minor costi per il sistema. Inoltre - aggiunge Beretta - vanno anche eliminate le aree di inappropriatezza, evitando gli esami radiologici e

strumentali superati e talvolta inutili". Senza dubbio il costo dei farmaci, soprattutto nella prospettiva di una terapia oncologica sempre più 'di precisione' tarata sul singolo paziente, è significativo ma, rileva Gori,

"equivale solo al 25% dei costi sanitari relativi ai tumori". Il punto vero, affermano gli oncologi, è che è dunque necessario un cambio di visuale:

l'innovazione terapeutica va infatti considerata un "investimento" e non più un mero costo. Ed i traguardi raggiunti parlano da soli: se negli anni '70 solo il 30% dei malati riusciva a sconfiggere la malattia e negli anni '90 si arrivava al 47%, oggi circa 6 persone su 10 sopravvivono al cancro e, quando non si arriva a guarigione, si riesce comunque a trasformare il tumore in una

malattia cronica, con cui poter convivere per anni. (ANSA).

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Tiratura: 326768 - Diffusione: 308275 - Lettori: 2136000: da enti certificatori o autocertificati www.datastampa.it

02-GIU-2018 da pag. 22 foglio 1 / 2 Superficie: 45 % Dir. Resp.: Luciano Fontana

(13)

Tiratura: 326768 - Diffusione: 308275 - Lettori: 2136000: da enti certificatori o autocertificati www.datastampa.it

02-GIU-2018 da pag. 22 foglio 2 / 2 Superficie: 45 % Dir. Resp.: Luciano Fontana

(14)

Tiratura: 75105 - Diffusione: 25982 - Lettori: 215000: da enti certificatori o autocertificati www.datastampa.it

02-GIU-2018 da pag. 13 foglio 1 Superficie: 22 % Dir. Resp.: Pietro Senaldi

(15)

01-06-2018

http://www.ansa.it/

PREMIO USA A GIOVANI ONCOLOGI ITALIANI PER STUDI INNOVATIVI Per due è secondo riconoscimento consecutivo

(ANSA) - CHICAGO, 1 GIU - Verranno premiati dall'American Society of clinical oncology (Asco), la maggiore associazione di oncologia clinica al mondo, per i loro studi innovativi in occasione del Congresso Asco 2018: sono i giovani

oncologi italiani distintisi a livello mondiale per il significato dei loro studi in termini di vantaggi e miglioramento della qualità di vita dei pazienti. I vincitori del

prestigioso 'Conquer Cancer Foundation Merit Award' - che sarà loro consegnato nei prossimi giorni a Chicago al congresso Asco, il maggiore appuntamento

sull'oncologia a livello mondiale, che si apre oggi - sono Daniele Rossini

dell'Azienda ospedaliera universitaria di Pisa, Sandro Pasquali dell'Istituto tumori di Milano, Vincenza Conteduca dell'Istituto Tumori della Romagna e Francesca Battaglin dell'Istituto oncologico Veneto (Ion). Per Rossini e Conteduca si tratta del secondo Merit Award consecutivo. I ricercatori italiani fanno parte della rosa di 127 scienziati che saranno premiati. I Merit Award, afferma Ann Partridge

dell'Asco Scientific Program Committee, "supportano giovani e brillanti cervelli in

oncologia ed i loro studi innovativi. Se l'obiettivo è ottenere dei progressi per i

nostri pazienti, supportare nuove ricerche sul cancro è vitale, e siamo ansiosi -

conclude - di vedere come i ricercatori premiati continueranno ad avanzare nel

campo dell'oncologia".

(16)

Tiratura: 326768 - Diffusione: 308275 - Lettori: 2136000: da enti certificatori o autocertificati www.datastampa.it

02-GIU-2018 da pag. 13 foglio 1 / 2 Superficie: 35 % Dir. Resp.: Luciano Fontana

(17)

Tiratura: 143384 - Diffusione: 114339 - Lettori: 1041000: da enti certificatori o autocertificati www.datastampa.it

02-GIU-2018 da pag. 11 foglio 1 Superficie: 24 % Dir. Resp.: Virman Cusenza

(18)

Tiratura: 283387 - Diffusione: 220198 - Lettori: 2080000: da enti certificatori o autocertificati www.datastampa.it

02-GIU-2018 da pag. 14 foglio 1 / 2 Superficie: 33 % Dir. Resp.: Mario Calabresi

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Tiratura: 58312 - Diffusione: 44541 - Lettori: 341000: da enti certificatori o autocertificati www.datastampa.it

02-GIU-2018 da pag. 4 foglio 1 Superficie: 28 % Dir. Resp.: Massimo Righi

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Influenza: esperti, scelta miope risparmiare su vaccini

Bonanni, quest'anno ha circolato virus non presente nel trivalente, spendere un pò di più risparmia vite umane e denaro Ssn

Roma, 1 giu. (AdnKronos Salute) - La stagione influenzale 2017-2018, che ci siamo appena lasciati alle spalle è stata la peggiore in Italia degli ultimi 15 anni, con numeri da brivido: 8 milioni e 677 mila casi, 744 dei quali gravi, e ben 160 morti, tra cui 2 donne incinte. Un numero, quello dei decessi, triplo rispetto alla scorsa stagione. A questo 'annus horribilis' sul fronte influenza hanno contribuito diversi fattori: il mancato raggiungimento degli obiettivi minimi di copertura vaccinale fissati al 75%, e di quelli ottimali pari al 95%, e l'ampia e inattesa

circolazione del virus B/Yamagata, che non era inserito nel vaccino stagionale trivalente e che ha colpito non solo come previsto i bambini, ma inaspettatamente anche adulti e anziani, rendendosi responsabile di oltre il 60% dei casi. Per questo gli esperti lanciano un appello ai decisori politici, in primis alle Regioni, a non risparmiare sui vaccini, ma a garantire la massima copertura attraverso l'utilizzo di quelli quadrivalenti. "Il problema dello scorso anno - spiega Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano - è stata la presenza di questo virus B/Yamagata non presente nei vaccini trivalenti in cui era stato scelto un alto stipite di tipo B. Oggi però abbiamo però abbiamo disponibilità di vaccini cosiddetti quadrivalenti, che hanno un ombrello più ampio e che possono quindi darci più sicurezza sulla massima copertura anche rispetto a situazioni inattese come quella della scorsa stagione. Oms e Agenzia europea per la salute hanno già rilanciato l'esigenza di dare priorità ai vaccini quadrivalenti, che contengono i due virus di tipo A e le due famiglie di virus B. Soprattutto per i giovani e i giovani adulti, così come per i bambini che sono i principali diffusori della malattia, deve essere considerata la scelta prioritaria". Anche perché c'è il rischio che "un soggetto che quest'anno ci era vaccinato con un vaccino trivalente, ma ha poi avuto la malattia dovuta al ceppo di virus B non presente nel vaccino - sottolinea Paolo Bonanni, docente di Igiene all'Università degli Studi di Firenze - potrebbe essere molto meno disposto a vaccinarci l'anno prossimo, perché avrà la sensazione di aver fatto inutilmente la vaccinazione che non è stata capace di proteggerlo". E non

possiamo correre questo rischio.Ma la scelta dell'acquisto di un vaccino piuttosto che di un altro tipo passa per le decisioni di politica sanitaria, nazionale e locale, nelle quali - non è un mistero - anche il 'fattore costi' pesa molto. "Nella scorsa stagione influenzale - evidenzia Bonanni - le politiche vaccinali delle Regioni sono state diverse fra loro: alcune in maniera più avveduta hanno fatto una scelta sulla base del rischio e della maggiore copertura, quindi hanno comprato e distribuito il vaccino quadrivalente per le fasce d'età fino a 65-70 anni o il vaccino adiuvato per le fasce di età superiori, e altre Regioni, forse in maniera un po' miope, hanno continuato a utilizzare il vaccino trivalente, ingenerando così quella sensazione che il vaccino non possa coprire tutte le forme di influenza, proprio perché questo fenomeno, cosiddetto del 'mismatch' - cioè la mancata corrispondenza tra ceppi presenti nel vaccino e quelli che circolano - ormai si presenta regolarmente da diversi anni. Quindi l'utilizzo di un vaccino trivalente contribuisce a prevenire meno infezioni di quelle che potremmo prevenire utilizzando uno quadrivalente".E studi di Health Technology Assessment (Hta) lo hanno dimostrato. "Abbiamo fatto studi di

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questo tipo - riferisce ancora lo specialista - sia sugli anziani che su una possibile estensione della vaccinazione in età pediatrica, per valutare l'impatto della vaccinazione dei bambini dai 6 mesi ai 6 anni nella realtà italiana, ed è risultato innanzitutto che tale vaccinazione porterebbe a una sostenibilità economica, nel senso che il costo per ogni anno di vita guadagnato è sotto i livelli massimi, ma anche un effetto indiretto sull'epidemiologia dell'influenza". In altre parole:

"Noi vacciniamo soprattutto gli anziani perché possono avere forme gravi, complicanze e possono addirittura morire - ricorda Bonanni - ma se vacciniamo i bambini, che sotto i 5 anni possono avere anch'essi forme molto importanti, otteniamo un effetto aggiuntivo. I bambini infatti possono essere considerati i maggiori 'untori' del virus, quindi facendo una vaccinazione su larga scala impattiamo anche sulla trasmissione agli adulti e anziani, cioè sulla protezione di categorie che hanno il maggiore rischio di influenza. Il tutto con un doppio beneficio: una

copertura sui bambini piccoli che, come dicevo, sono a rischio di forme gravi di influenza, ma avremo contemporaneamente una minore diffusione del virus alla popolazione adulta e

anziana". "E' vero che il vaccino quadrivalente costa un po' di più rispetto al trivalente - osserva l'esperto - ma sono soldi assolutamente ben spesi, perché proteggere maggiormente il bambino protegge anche gli adulti e gli anziani. Dunque tutto ciò che investo lo recupero in minori

giornate lavorative perse da parte dei genitori, minori ospedalizzazioni, minori costi delle degenze e minori costi dei farmaci per trattare l'influenza. Insomma, l'investimento va sempre visto non solo per la spesa iniziale, ma anche per quello che poi mi ritorna"."L'influenza -

sostiene Bonanni - viene spesso considerata una malattia ritenuta, a torto, banale. Ma in realtà è la malattia infettiva che si diffonde di più e nel nostro Paese è tra quelle che fanno più morti.

Quindi investire in prevenzione per l'influenza è un investimento assolutamente importante, saggio, che fa aumentare il livello della salute della popolazione a un costo tutto sommato modesto. Proprio in questo senso, un appello che possiamo fare a chi deve decidere quali sono i vaccini da utilizzare - conclude - è di scegliere i prodotti che ci garantiscono la massima

possibilità di copertura ed efficacia. Quindi, come già detto, i vaccini quadrivalenti nella popolazione fino a 65 anni e quelli adiuvati nella popolazione over 65".

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