BODDETTiNO
BELLA
SOCIETA DI NATURALISTI
i
BOLLETTINO
' f /
DELLA
NATUMLISTI
T asr isr j^
:f*(D
iL,X
SERIE
I.— VOLUME XIII
3Nr
o
3c: I X I1
lE^a^scicolo TJnico
(Pubblicato il 10
marzo
1900)NAPOLI
ft.
TIPOGRAFIA FRANCESCO QIANNINI & FIQLI
Via Cisteraa dell' Olio
1900
|^/\Uk- *•« -
50Q>
SO MR
Sulla nevroglia del corpo calloso — Nota
diFrancesco
Capobianco. (Tav.
I).(Tornata del
4
dicembre 1898)L' acquisto dei metodi
elettivi aliatecnica microscopica
liasegnato un
reale enotevole progresso per
lostudio
deltessuto
nervoso. Non sempre
sufficientia dar
1'idea
d'insieme
suicom-
plicafci
rapporti mutui
dielement!
cosi diversiper derivazione genetica
eper
dignifcafunzionale,
essirendono
preziosi serviginella
indagine
analitica diquel
tessuto.Sono noti
imetodi adoperati per
lostudio
dellanevroglia:
quelli delaolgi, del Paladino, del Weigert, del Kultschitzky,
delMallory,
Poiche
le ricerche^che riassumo in questa breve
nota,sono
state
uomo
mi
We
uomo nel
quale,a vero
dire^ lanitidezza ed evidenza
delle
preparazioni compensa
ilnon breve ed agevole lavorio
ditecnica.
metodi
alcromato d^argento ed
al,
perche permettendo con
lievimodi-
ficazioni
di tecnica
diagire ora
suglielementi
specifici dei centriora
sul lorotessuto
interstiziale e sui vasi,rispondea benissimo
air
indole
dellemie
ricerche; ilsecondo, perche, pur colorando
tutti gli
elementi, imprime loro una
cosipeculiare
ecostante gra-
me
ismo
Sulla nevroglia
delcorpo
calloso studiirecenti e com
sono
quellidel Weigert
^\ ilquale
col sussidio delsuo metodo ha praticato ricerche importantissime^ dando una descrizione
isto-•
grafica minuta
delladisposizione e distribuzione
dellanevroglia
normale
nellevarie sezioni deir
assecerebro-spinale.
Per
lesue indagini,
sedal punto
di vista delvalore
istolo-gico
iltessuto nevroglico e ravvicinato
alconnettivo nel con-
)
Weigert
C.— Beit rage zur Keiintnisdernormalenmen-
schlichen Nevroglia.
Festschr,zmn
fiinfzig.jahr. Jiibil d. arztl Yer. 1895pag, 114.
2) 1. c. pag. 145,
605391
12
molte date
cor-iamento di esso nei centri nervosi umani
Riguardo
aliadistribuzione nevroglica nel corpo
callosOj eidistingue in questo due diverse
siiperficie: lasuperiore o priva
di epitelio
e
la inferiore, rivestitain parte
di epitelio,in parte fusa
col fornice.La
superficiesuperiore e provvista quasi
diun piccolo strato
corticale,
ove sono copiose
fibrillenevrogliche^ ed
aldisotto
dies90 un
altrostrato die
,meno
fittodel precedente
, epiu
denso dr quelle che
glisuccede in profondita,
il quale, aliasua
voltaj
va disperdendosi
ediradandosi nella massa midollarej
co-stituente
lacompage
dellacommessura. Al disotto dei cumuli
di cellule
gangliari manca, secondo
lui, lo strato di fibrenevro-
gliche
radialio
vi sitrova soltanto accennato.
La
superficie inferiore,invece, presenta
aldisotto delF
epi-telio
uno
stratospesso
0,1-0,2mm.
costituito diramificazioni ne-
vrogliclie
molto strettamente
intrecciate, ilquale verso Y
alto sirisolve
senza limite netto in un
intrecciopiu
lasco,che a sua
volta
sidisperde in una trama a maglie anche piu larghe. La
direzione
delle fibree a prevalenza perpendicolare
alia superficienegli
strati inferiori,orizzontale in
quelli soprastanti.Le mie osservazioni
siriferiscono
alianevroglia del corpo
cailoso
del cane, del gattO; del macaco.
In questi animali
ilcontegno del tessuto
interstizialee fon-
damentalmente analogo a quello riscontrato in questa sede
enel-
r
Tuomo dal Weigert; con
i caratteripero
dievidenza
e di rilievomaggiori,
cliead esso conferisce
lapresenza
di gliacelluleben
definite, le quail,
come
si sa^ ilWeigert nega
alianevroglia adulta
umana
.
Esistono
anclienei
dettianimali addensamenti piu
ricchi eabbondanti negli
straticontigui
alle superficiesuperiore ed
in-feriore, le
quali
sedifferiscono in impalcatura nevroglica dal
re-sto della
massa bianca^ presentano
anclie traloro alcuni carat-
teri differenziali.
La
superficiesuperiore o dorsale del corpo
cailoso eprovvi-
sta di
un
caratteristicoe
fittointreccio nevroglico con element!
cellulari^
sparsi qua
e la,di forma variabile e
forniti dinume-
rosissimi rami^ che s'intrecciano e
s'intersecano variamente tra
loro
sida formare uno
stratocontinuo nello
spazio,cbe resta tra
le strie del
Lancisi,
le quali,com'
enoto, sono cumuli
di so-stanza grigia con
cliiare cellulegangliari.
— 3
Nei
tagli,che cadono perpendicolarmente
alialunghezza an-
tero-posteriore
delcorpo
calloso, sivede come
tra ledue spor-
genze
fattedai cumuli
disostanza
grigia, esisteuno
stratocor-
ticale di
nevroglia, quasi una siepe
fattada
fili dinevroglia;
lacui prevalente direzione
enel senso
verticale ed.orizzontale e
pochi soltanto hauno decorso obliquo.
Qua e
la sivedono
gliacellulein
strettaconnessione con
lefibrille.
Questo
intreccio s'interrompe quasi bruscamente nei punti,
a
cuicorrispondono
gli strati di cellulenervose
e suipreparati
ben
riesciti sinota
solo qualclie gliacellula,che
sitrova
sul li-mite
dipassaggio
dallasostanza bianca
aliagngia e manda pro-
lungamenti
clie siaddentrano
tra le cellulenervose aggruppate.
Nella
fig, 1,e
ritrattauna parte
diun
tagliofrontale
otte-nuto dal corpo
calloso diun macaco,
trattato colcromato d'argento,
Ivi e
rappresentata
la superficiedorsale
e vi sivede
il ples-so
ricchissimo
di fi.brille nevrogliclie,intercalato qua
e la diveri
corpi
cellulari.Verso
ilbasso questo
strato sidirada progressivamente
finoa diyentare
rarefatto. IIsegmento
ritrattorappresenta proprio
una parte
della superficiedorsale
delcorpo
calloso, ladove essa
rivestimento
mo do
superficie inferiore,
ove Taddensamento
ditessuto nevroglico
eassolutamente piu
riccoed
intricato nelle fibrille epiu frequenti
e voluminosi sono
icorni
cellnlariSono grosse
cellulenevroglichej mu
nite di
rami, alcuni dei quali abbastanza
spessi.La forma dei
corpi
cellulari egrossolanamente
sferoidaleo irregolarmente
stellata,
o piu o meno allungata, ma
tuttison
forniti diprolun- gamenti, che, mentre negli
stratisuperior!
sioriginano da tutta
la superficie della gliacellula,
partono, invece, dalPapice o dai
latim quelle
cellule, clieoccupano
lo stratopiu esterno
eche han
forma piu allungata. Nella
fig,2 e rappresentato
ilmodo
dicom-
portarsi
dellanevroglia nelForlo
inferiore diun
taglio frontaledi
corpo
calloso digatto
almetodo del Golgi.
Ivi si
ha proprio Tapparenza
diuna duplice barriera
di glia-cellule,
contigue, disposte in due piani come a formare una
siepebasale,
da cui partono verso Talto numerosissimi prolungamenti massa
commessura
4
Lateralmente
alle cellule siorigiiiano
altrirami, che
stabi-fc>
sera
pre
SIarrivano a
seguire,perche
sifondono
colcorpo
dello ele-mento
scimmia
e rielcane,
le gliacellulesono piu minute, piu prolungamenti piu
esili,ma
lo stratonevroglico
e e-.m
lafi-rami e
lapui frequente intersezione mutua
raspetto
diun
intrecciopiu
fitto e delicato.mar
macaco
Ad escludere
cliequesti addensamenti marginali fossero da
ritenersi
una couseguenza
dellapiu agevole deposizione argen-
tica alia superiicie,
poiche
enoto
clie lamielina
offreun note-
vole ostacolo
aliacompleta compenetrazione dei
reattivi , ioho
fatto
sezioni in vario senso del corpo
calloso,operando in modo
che divenissero
superficialie
attaccabilipiu direttamente
ancliequelle
partiprofonde
emeglio
protette.-J^^XLllJ.^
moltissimi
darmi
dellatemperatura
diuna iucubatrice
tra38o iO"
C.Con
I'uso
di essa
iolasciavo che
lareazione argentica accadesse a caldo
metodo
delPaladino ottenevo a
taletemperatura
distufa
laimpregnazlone del cloruro
di palladio.Ho ottenuto in
talmodo preparati
assaisoddisfaceuti ed in
mi
scritta
disposizione
istografica dellanevroglia
eun atteggiamento
naturale
di qtiestotessuto
interstizialenel corpo
calloso.Oltre
aidue
descrittimassa
midollare
sitrovano
cellulenevrogliche
stellate,veri
epropri
astrociti, i
quali rappresentano a
dir cosicentri
dirinforzo
difill
nevroglici, che del resto costituiscono una ricca trama
di tes-suto scheletrico
alcorpo
calloso,dandogli anche
il significato dicommessura, uniente
eliemis
meno sparse od aggruppate queste
gliacelluleraggiate nel gatto e nel cane, in cui specialmente abboudano, sono abba-
stanza
floride,con corpo non meschino
econ innumerevoli pro-
lungamenti
essesono
dipiu m
man
cano
casi,in cui pare d'avere d'inuanzi semplici incrociamenti
di fibrille
nevrogliche, senza che
sipossa riconoscervi un vero
corpo
cellulare.In
altritermini,
sihanno, nel macaco, forme piu
frequenti
dicangiamenti
cellulari,con caduta financo del nucleo,
5
come ha luogo
in queste
gliacellnlee che
e statadimostrata
dalPaladino gia
fin
dal 1893 in un importantissimo lavoro
Nella
fig. 1 citatainnanzi, appartenente
alcorpo
callosodel macaco,
sivede in
altouna
gliacellula invicinanza
diun tronco
vasale.
Tvi
anche
lapiu fugace osservazionc
rilevaV avvizzimento
del
corpo
cellulare ,ridotto quasi ad un semplice incrociamonto
di fibrille
senza
traccia dinucleo.
E come questo
altriesempii analoghi occorrono con grande
frequenza
:in
taluni casie un piccolo ispessimento
fusoide,che
sostituisce il
corpo
cellulare ;in
altri eun frammento appena
nevrog meschina ed informe.
Queste apparenze nel macaco ricordano
le figure,che
ilWei-
gert riporta a
fondamento del sno concetto
sullanevroglia umana
adulta.
II
corpo
callosoe un
territorio fertileper
laosservazione
dei
noti rapporti intimi
tra gliacellnle evasi
,dimostrati
ede-
scritti
dal Golgi nel suo
classicolavoro
sulla finaanatomia dei
centri nervosi
(1886).Nei molti tronchi vascolari
,che occorrono
, sinota sempre
la stretta
vicinanza
,che
sta tra essie
glielementi
nevroglici.Anzi,
intaluni
taglipare che
le gliacellnleabbiano
loro esclu-siva orientazione intorno
i vasi.Talora sono due o
treelementi che con
i loroprolungamenti
filiformiavvolgono
iltronco
vasale;tal'altra
intorno a questo
sivede un inviluppo
dirami
nevroglici,od
infineuna o piu
cellulenevrogliche sono strettameute addos-
sate e quasi apposte
aliaparete del vaso.
Questa intimita
dirapporti
tranevroglia
e vasi, si rileva,come ho
detto,molto frequentemente
e forsenon
eindipendente
dal modo
digenesi
dellanevroglia secondaria
,dacche
laimou-
grazione mesodermica, che contribuisce]
aliagenesi
diuna parte
della
nevroglia, segue
assaispesso insieme
ai vasi allorchequesti
T^enetrano
nellamidoUa
^).1) Paladino
G.—D
e ilimiti precisi tra
ilnevroglioe gli elementi nervosi del midollo spinaleedi alcune delle
question! isto-fisiologiche che vi
si r ifer isc ono. —
5o??e«-d. i?. Ace.
Medica
diRoma, Anno XIX.
Fasc,IIL
1893, pag. 255.^
Capobianco Fr.e
Fragnito 0.— Sulla genesi edi rapporti
mutui degli elementi nervosi
enQyvo^lioi-— Annah
di Ne-vrologia, Napoli 1898, fasc.
2
e 3.6
Noil voglio concludere prima
diavere richiamata rattonzioiie
su
diuna
particolarita didecorso^ che presentano taluni
cilin-drassi nello
interne del corpo calloso umano.
Adoperando
iljoduro
dipalladio
sulcorpo
calloso diuomo, mi
eoccorsOj con
lapiu grande frequenza
,di osservare
cilin-drassi serpentini,
a zig-zag, a simiglianza
di quellirappresentati
nella
figura
4.Ora questa osservazione
sullemodalita del decorso del
cilin-dro deirasse non e nuova. Nelle
fibreperiferiche e un reperto
comunissimo,
riferitogeneralm.ente, e iion senza una
cerfcaesage-
razione, ad alterazioni
artificialo postmortali
,essendo nota
ladelicatezza e
lavulnerabilita
delle fibrenervee e massime del loro cilindrasse
agliagenti
fisici,chimici e meccanicl.
H
Boll, ilBoveri,
ilRanvier, rHesse,
ilRumpfj
il v.Blingner
e lo
Stroebe sperimentarono
ilcontegno
delle fibrenervose
fre-sche verso determinati
liquidie vi studiarono
le alterazioni,che
si
determinano nel
cilindrasse.Nelle
radici spinaliventrali e
nelle fibredei cordoni antero-
laterali della
midoUa spinale del
biiee del gatto
^ ilPaladino
^)ha osservato
specialiavvolgimenti a gomitolo dei
cilindrassi,che
ilValenza
2)ha confermati nella midolla embrionale umana ed
il iPace ^) nelle fibre
nervose rigenerate.
La mia osservazione riguarda
,come ho detto
, le fibredel
corpo
callosodelFuomo nella intimita
dellamassa midoUare, ne,
per quanto mi sappia,
sihanno per Fuomo
altre similiosserva-
zioni, se si
eccettui un reperto analogo neUe
fibrecerebrali
dialcuni primati.
Ho voluto accennarla, parendomi che questo
caso,e per
lafrequenza dei rincontri e per
laubicazlone
delle fibre, seda una
parte segnala un dato
distruttura non ancora rilevato neiruomo,
dimOStra
dall'altrache
si h. SPitit:^,dnbbin
innrm nnoh\
nsiQi A«ii-simili
giamenti
1) Paladino
G.— Contribuzione alia migliore conoscenza
dei centri nervosi merce
iljoduro
dipalladio. —
Bend, dellaR.
Ace. d. Sc, Fis. eMatem,
f. 9-121893 —
Arch.Hal
de Biologie 1893, T,XV IL
pag, 145.2)
Valenza
G.B.— S ur une disposition particuliere en pe- loton des tubes nerveux dans la moelle de Pembryon hu-
main.—
Comj?^. Bend, de la Soc. de Biologie^Mars
1897. pag. 335.^ Pace
D.— Sulla degenerazioneerigenerazione delle
fibre nervose midollari periferiche. Boll
d. Societd diNatura-
listi in Napoli, Vol. X.
An. X
1896. pag. 114.7 —
La innocuita del metodo adoperafco
, lamancanza assoluta
diviolenze meccaniche anche
lievi, laprotezione^ che
alle fibreprofonde dovea venire
dallamassa compatta
delcorpo
calloso,sono
tuttiargomenti, che mi han
fattoescludere
ilsospetto di
una modificazione postuma,
infcervenutain un modo
qualsiasi.8
SPIEGAZIONE DELLE FIGURE
Fig. I.
Corpo
calloso di macaco.Cromato
d'argento. sn, strato nevroglicocorticale superiore, gc, gliacellula involuta ^, Zeiss.
Fig. II.
Corpo
calloso di gatto.Cromato
d'argeuto. sriy strato nevrogl. ventrale^
^ ^ Koristka T. 16.Obb. 6
Fig. III.
Corpo
calloso di macaco.Cromato
d'argento. sn j strato nevroglicoc 3
ventrale ^^-r-, r Koristka T. 16.
Obb.
4
Fig. IV.
abed
Cilindrassi nel corpo callosoumano.
loduro di palladioZeiss.
Obb. 4,0«im
Napoli. Dall'Istituto d'Istologia e Fisiologia Generale della
R.
UniversitaAgosto
1898.Sopra un problema di correnti alternate — Nota
diG. Vanni.
(Toruata del 18
Dicembre
1898)elettromotrice
sinusoidale,
agente
inun
circuito diresistenza R ed autoinduzione L,
siriduce
aliaintegrazione
dellaequazione
differenziale lineare di l'^ordine
1 •
E sen
(1) t= Ei
-{-L -^
(1)ove
ie
lacorrente
altemxao
te w =
-=-essendo T
ilperiodo
della forza elettromotrice agente.
A regime
stabilito, 1'integrale
diquesta equazione e
1
= sen
(d) t—
cp)[/W -h w^L2
ove
cp eun angolo compreso
frae -^ che soddisfa
alia rela2
zione
o)
L
tang 9 = ^
ed esprimente
il cosidetto ritardo
di fase dellacorrente
sullaelettromotrice agente.
Cio posto,
ilcaso in
cui il circuitocomprenda un conden-
di
rivarsi
dal problema precedente con un
artificiosemplicissimo indicato dal Mascart
invece,
ancliedelFautoinduzione del
circuito. L'artificio ebasato
sulla
con V una
funzione sinusoidale del tempo
t, diperiodo T,
siha
^ Mascart — Lecons
sxir10
"dp"
(j)^
V essendo
(o2
7TCio posto
,conservate
lenotazioni precedenti
, echiamando
presentata
,in un dato istante
,controelettromotrice estremi
E sen
(I) t= Ei 4- V
(2)B
X
Fig. 1
ove V e una nuova funzione incognita del tempo
,diversa
dallai,
Ammettendo che essa
siapure sinusoidale
e diperiodo T^ sara.
per
laosservazione precedente,
d2 V
dt
20>^
V
della
carica tempo
dq
idt C dv
da cui
1
C dv
dt
e percio
di
dt
C d^ V
dt2
C
to2V
Avremo quindi v 1
diC
(0-2dt2
;sicche
1'
equazione
(2)puo
scnversi
11
1 r1i
E sen
to t= Ei — r^-^
-j- (3) ,C(o2 dt
la
quale
differisce dallaE sen w
t= Ri + L
didt
1
gia integrata
,per
lasostituzione
di—
^^j—^a L
L'integrale
della (3)sara dunque, a regime
stabilito1
= — -_-^_-____^ sen
(o) t—
<p)
\Jn^+ C2
^ co^1
e
poiche deve
esseretang
'p:^ —
- ,Fangolo
^^sara nega-
tivo ,
vale a
dire clie ,nel caso
afctuale , lacorrenie e
laforza elettromotrice
risultantesaranno in avanzo suUa forza elettromo-
trice
agente invece
diessere
in ritardo; e l'integrale della (3)po-
tra scriversi
E 1
i
= — == sen
(o) t+
<p)con tg 9 =
Q, t^
^
R2 4.
C^o)
2I
risultatiottenuti possono esprimersi molto semplicemente per via
grafica,secondo
leconvenzioni adottate
nellarappresea- tazione per
vettori rotanti. IItriangolo
delleforze
elettromotrici (Fig. 1) eformato
1^Dal vettore
OA = E = Iy/R^ + gi;
2che
fa altempo
tI'angolo wt con Ox
,e rappresenta
laforza
elettromotrlce massima applicata
al circuito. 2"Dal vettore OB
EI,
inavanzo su OA deR'angolo
'f ,che rappresenta
laforza
elet-tromotrice
effettivao
risultante. S"Dal vettore AB = j^
, per-pendicolare ad OB, che rappresenta
laforza controelettromotrice
— 12
del condensatore. La discussione
deivari
casi relativi aidiversi
valori possibili'dellacapacita del condensatore,
si fafacilmente
per via analitica o grafica
enon
offrealcana
difficolta,II
caso in cni
il circuitocontenga una capacita e non
siaad
autoinduzione
trascurabile,e appnnto quelle trattato dal Mascart
nell'opera
citata.Roma, Dicembre
1898.Genesi delle fibre muscolari striate. — Ricerche
diA
MOTTA-COCO.
(Toniata del 2 luglio 1899).
Avviai
lemie ricerche
sultessuto musculare
striato, studiancloper primo
i fatti rigenerativi,che seguono dopo che una
qualsiasiazione abbia
lese le fibre nella loro confcinuifca.Nel mio precedente lavoro ho
iufcesodimostrare
: 1^) clie alprocesso
distruttivo delle fibremuscolari
striatesuccede quasi sem-
pre r
altrorigenerativo;
2^) clie ilsarcolemma ha importanza
spe.ciale nei
fenomeiii
rigenerativi,iniziandosi dai
suoinuclei
laparte
di fibra
rigenerata
; 3° )che
lasostanza
contrattile siproduce a
spese
diun materiale indifferenziato che
sisvolge dentro
al sar-colemma.
Queste conclusioni, comnnicate, nel 1896, all'Accademia Gio-
enia
inCatania, lasciavano in campo
laquestione
inordine
aliaiscolare. Se, cioe , i
fenomeni
rigene-m
prima formazione
tura,
non intervenissero
fattinuovi
nellosviluppo ed accrescimento
mu
A questo scopo intrapresi una seconda
serie di ricerche dicui
ora
riferisco i risultati.L' argomento del mio studio puo essere riguardato da due
lati differenti,
o dal
latoembriogenetico o dair
altropuramente
istogenetico.
meno
r origine del mesoderma come una produzione
dell'entoderma mesenchima
His e W immi dagli
altri fogliettisistema muscol
della testa, si
originerebbe da quelle produzioni
del fogliettomedio
designate
colnome
disegmenti primitivi (Hertwig, F. ^L Balfour
Ranvier, Beaunis
etBouchard, L. Roule
ecc).Dopo
tali studiipare oggigiorno generalmente accettata
1 o-rigine
delmuscoli
striatiche deriverebbero dal mesoderma, mentre
i lisci, il
connettivo ed
altri tessutisarebbero una derivazione
delmesenchima.
{
14
Le conclusioni sono perfino contraddittorie per quanto con- cerne
laseconda
serie di ricerche: ladivergenza concerne da una
parte
ilnumero degli elementi
clieintervieue nella genesi
di cia-scuna
fibra, dall' altra laprovenienza
diquesti elementi medesimi,
le
loro
fasiembrionali ed
ilmodo com'
essi simoltiplicano.
A question! tanto importanti ha corrisposto una quantita
distudii
in proposito.
In
effettijin ordine
alnumero
diunita
cellulari,mentre da
alcuni
si ecreduto che
la fibra striataprovenga da un solo
cle-mento (Remack, Ranvier^ Charles Richet, KoUiker, A. V. Grehucteu
ecc); da
altri, incambio^
sie cercato dimostrare che essa
derivida piu
cellule.ft
Fra
quest^ ultimi,Schwann
,osservando
la fibraa forma
diun cordone allungato
,con leggieri rigonfiamenti corrispondenti
ai
nuclei ovalari
e centrali,ammise che
il fasciomuscolare
pri-mitivo
fosseformato da una
serie di celluleembrionali saldate
ailoro
capi.Press' a poco
la stessaopinione seguirono
ilKunckel D'Her-
culais,
Viallanes,
ecc"che studiarono
ilcorpo
dellalarva e
le ali dell'insetto
perfetto, ilBremer che prese in esame
lerane ed
ilGanin, Weismann
ecc.che riguardarono
altrianimali.
II
Mingazzinij studiando
nellachela
dell'Astacus
fluvialis ,pote convincersi che
« le fibremuscolari
sioriginano da un tessuto
cellulare
composto
dielementi
fraloro adiacenti. Le
cellule, c<5n-tinua r A.J nella condizione primitiva sono o rotonde o
poligonali,con corpo protoplasmatico molto
largo.In seguito
essemostrano
un allungamento secondo V asse longitudinale
dellefuture
fibreed
infine sicomincia a distinguere
fraqueste
cellule cosi allu.i-gate
latraccia
delle fibre striate.Con V aumentare
digrossezza
delle fibre
, i
corpi
cellularivanno man mano a scomparire.
fichiaro,
conchiude
ilMingazzini
,che una
fibramuscolare
striatapuo
dlrsiderivata dalla trasformazione in sostanza
contrattile dolasma
forma e
lacostituzione
des:lielementi generator!
della fibramuscolare
striata , ilRanvier
,nella rana
temporaria
, liha troyati allungati
,con un corpo
cellulareben
distinto
,con bordo nettamente
striato ,contenenti granulazioni
vitelline
che
sicolorano in rosso bruno con
ilpicrocarminio, con
due,
treo un numero considerevole
dinuclei vescicolari
emuniti
Fi
di
un grosso nucleolo.
II
KoUiker
liconsidero come
diforma
fusata e prowisti
dinucleo;
ilBalfour per
ivertebrati
liriuni
altipo
delle cellule15
1
epiteliali
semplici, che ben presto diventerebbero fusiformi
,con protoplasma che
sidifferenzierebbe
insostanza
fibrillare alia pe-riferia
e resterebbe immodificato attorno
alnucleo
;V Hertwi^:
O
Jneir ampliioxus
enei ciclostomi
, liravviso a forma
di piastrecbe emanerebbero in un tempo relativamente breve
delle fibrille,per
gli altrivertebrati
li descrissecome grosse
cellule cilindricheepiteliali, cbe,
poco
alia volta,aiimenterebbero
inlunghezza
sinoa riempire
lospazio del segmento primitivo, provviste
diun nu-
cleo
centrale e
rivestiteda un mantello
di fine fibrille striate.II
Qolgi trov6 che
le fibremuscolari rigenerate possono de-
rivare o
dalle preesistenti,o da elementi connettivali
delperimi-
sio,
dal tessuto tendineo, o dai
leucociti.A proposito
dellage-
nesi
connettivale^
egli dice,che
euna maniera
disviluppo che
si
avvicina molto
al tipoembrionale; descrive
i diversi stadiiper
cui
passa V elemento connettivale,
cioe,divenuto man mano
fu-sato
eposcia a guisa
dilungo bendello, dapprima granuloso ed
in ultimo
diaspetto
striato, finiscecoU' assumere
lafisonomia
diuna giovane
fibra.U Roule ammise che
iltessuto muscolare
sipossa originare
da
cellule epiteliali se sitratta di bassi metazoi o da
celluleme-
i
senchimali
sedi metazoi pin
alti.Nel primo caso
lasostanza
contrattile si
deposita su una
delle facciedeirelemento
epiteliale,conservando
le altreparti una struttura
indifferenziatasino a che
que
I lasostanza non raggiunga uno sviluppo complete, nel secondo
caso
sideposita sin
dall' inizioattorno
le cellulemesenchimali
,
le
avviluppa, rimanendo inalterata
laposizione
dei loroelementi.
Tanto r un tipo che
1' altro,conclude T
A.,siadattano ugualmente
sia alle fibre liscie
che
alle striate,e quindi
stabilisceper
le di-ver
,e classianimali quale
deidue viene seguito
nellagenesi dal
tessuto
striate.Secondo
ilNavalichin V origine
delle fibremuscolari
eda mettersi
inconto di certe
celluleche
fa eiderivare
dallo stratoosteogeno del periostio
eche chiama
mioplasti. Imioplasti
.a forma di
fusi^ ritiranopoco a poco
iprolungamenti che normal-
mente possiedono, perdono
ilnucleo ed
ilprotoplasma
si diffe-renzia in sostanza
striata.Si
accordano ad una
dellesopradette opinioni
leosservazioni
di
Waldeyer, Colberg. Zencher, Hofimann,
V. Colucci,Kaester,
ecc.Con
laesposizione degU
studii fatti, si rilevachiaramente
ladivergenza
diopinioni che ha
esistito circa lagenesi
enatura
della
sostanza
i contrattile.16
Tutte
leosservazioni
inproposito possono raggrupparsi in
una
delledue seguenti categorie: o
tracoloro che
aliasostanza
contrattile
han dato valore e
significatodel protoplasma
differen-mioformatrici (B
Kolliker, Kichet che han conside-
come
I
Lsma
dellemiocellule (Hertwig, Roule, Bizzozero).
Contrariamente a
quesfcidue gruppi
diopinioni
stii di
M. Schultze
eViallanes. Per auesti
lamateria
element!
mazione
della fibramuscolare
striata.Non meno contrastate sono
leopinioni
circa lanatura
ege-
nesi
del sarcolemma.
IIVan Gehucten,
ilEichet ed
altri,dando
alia fibra
muscolare
ilvalore
diuna
cellulamodificata nei suoi
elementi
e fors'anche nella sua costituzione
,sostennero che
ilsarcolemma rappresenti
lamembrana
dell'elemento primitivo.
IIWolff, GrolgL Deiters vennero
aliaconclusione che
lasostanza
contrattile
da una
parte:,perimisio
dal-r
altraderivino da diverse specie
di cellule. Essi,tanto per
ca-ratteri
embriogenetici, che per
altrichimici ed in seguito a pro-
sarcolemma
mem
II
Froriep e venuto
allemedesime conclusioni, ma adoperando
mezzi chimici e studiando su auimali
adulti.Egli con
la tripsinae con
acidiattenuati non pote dimostrare alcana sostanza speciale
tra la
materia
contrattileed
ilsarcolemma
,contrariamente
alRanvier che r avea
vistae
descritta;ma,
airinverso, distruggendo con
latripsina unicamente
lasostanza muscolare e con
gli aciditanto
iltessuto tendineo quanto
ilsarcolemma ed
ilperimisio, ha
concluso che queste
treparti debbono considerarsi come
tessntisimiii e li descrisse
come appartenenti ad una varieta
dicon-
nettivo.
II
Chittenden alF opposto, con
le stessesostanze, vide che
ilsarcolemma veniva anch' esso digerito
se siprotraeva V azione
della tripsina,
vide
altresiche esso
resiste airazione degli
alcalimentre
9
sue ricerche che
ilsarcolemma
siaper natura qualche cosa
dimule
dellamembrana
p
1