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Prof. Adriano Amendola Lezione 5 – 19.04.2016 5 Gli spazi della collezione 6 La Wunderkammer 7 L’alles8mento delle opere

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Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale DISPAC Laboratorio di Storia dell’Arte

Prof. Adriano Amendola

Lezione 5 – 19.04.2016 5 Gli spazi della collezione

6 La Wunderkammer 7 L’alles8mento delle opere

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Giovanni Paolo Schor, Progetto per un allestimento

d’interno, Parigi, Musée du Louvre

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Salone di Palazzo

Barberini

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Sala di Narciso, Roma, Palazzo Taverna (già Orsini a

Montegiordano, qui nell’allestimento Gabrielli)

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Wunderkammern

(stanze delle meraviglie)

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Lo Studiolo di Francesco I de' Medici, straordinaria "guardaroba di cose rare et pretiose" in grado    ancora oggi  di restituire non solo la visione del mondo naturale nel Cinquecento ma anche tutto il fascino che questa esercitava sul Granduca, appassionato studioso delle meraviglie che potevano scaturire dall'incontro fra la Natura e l'Arte.   

La costruzione dello Studiolo, compiuta tra il 1570 e il 1575 su progetto dell’architetto e pittore di corte Giorgio Vasari e dell’erudito Vincenzo Borghini, fu commissionata da Francesco de’ Medici che nel 1564 era subentrato al padre Cosimo I nella guida del ducato toscano in qualità di reggente. Il piccolo ambiente faceva parte dell’appartamento privato del duca e vi si accedeva unicamente dalla camera da letto sul lato opposto a quello del collegamento con il Salone dei Cinquecento, aperto nel XIX secolo. Sia la collocazione che la conformazione rispecchiano i canoni di questa particolare tipologia di ambienti, comuni nelle regge principesche fin dal Medioevo e destinati, oltre che allo studio, ad accogliere gli oggetti più preziosi e di piccolo formato delle collezioni di famiglia, che i proprietari mostravano solo a ospiti speciali.

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Alessandro del Barbiere,

Bottega dell’orafo

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F e r r a n t e I m p e r a t o f u

farmacista e naturalista

(Napoli 1550-1631), allestì

u n p r e g e v o l e m u s e o

naturalistico presso la sua

casa di Palazzo Gravina a

Napoli. Il museo divenne

uno dei più noti in Europa

e fu visitato da numerosi

studiosi: inoltre si arricchì

grazie alla corrispondenza

e allo scambio di campioni

con altri naturalisti europei.

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Istrice marino (riccio proveniente dai mari delle

Filippine)

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Gli ogge; coprono tu<o lo spazio delle pare8 e del soffi<o e altri si nascondono nei casse;ni, nelle urne e dietro ai drappi. Un duplice effe<o viene raggiunto da questo scorcio: lo stupore e l’invito a entrare, ad andare oltre le due colonne e la tenda sorre<a dagli amorini come un sipario, per scoprire tu; i tesori della galleria, muovendo lo sguardo in tu<e le direzioni. E chi decide di entrare potrà scovare, per esempio (dal catalogo in 67 capitoli dove si elenca minuziosamente il contenuto del museo) sfere armillari, pesci sirena, mantelli piuma8 delle popolazioni del Nuovo Mondo, mappe cinesi, macchine dal moto perpetuo, braccia di mummie e quella che veniva chiamata “pietra del fulmine” (cioè un meteorite) recuperata dalla coscia di un frate, ucciso a Milano dalla sua caduta.

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Grazie ad un meccanismo

contenuto nella scatola su

cui poggiava la scultura, «si

mette a sghignazzare, a

cacciare la lingua e a

sputare in faccia ai

presenti, il tutto in mezzo

ad un enorme fragore di

catene di ferro e di ruote

adattissimo per produrre

un vero terrore», come

riferisce lo scrittore

francese Charles De

Brosses che lo vide nel

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Il demonio automa di Se<ala, XVII sec., Castello Sforzesco,

Milano

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Teschio con ramo di corallo, Calci, Museo Nazionale del

Territorio

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