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INTRODUZIONE Sometimes I feel that I'm misunderstood … And it always seems we're running out of time. We're out of control, out of control, out of control. in Chemical brothers, , 1999

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INTRODUZIONE

Sometimes I feel that I'm misunderstood … And it always seems we're running out of time. We're out of control, out of control, out of control. Out of control in Chemical brothers, Surrender, 1999

L’attività bibliotecaria si compone sempre più di funzioni avanzate quali la

fornitura di accessi e materiali online o di attività culturali “collaterali” al

libro come la promozione del piacere della lettura o del territorio. Tuttavia,

a questo corollario e in particolare in un momento di esponenziale

aumento della disponibilità di informazione

1

, dovrebbe fare da base il vero

cuore pulsante della biblioteca, il nucleo motore che in primis svolge la

funzione mediatrice utente-docuverso

2

da sempre attribuita e svolta dalle

istituzioni bibliotecarie: il catalogo. Già nel 1876, Charles Ammi Cutter

3

individua le funzioni primarie di questo strumento fondamentale che, pur

con evoluzioni sempre più consapevoli e complesse – l’ultima in ordine di

tempo alla luce del nuovo modello concettuale dell’universo bibliografico di

FRBR

4

– sono tuttora valide:

1 La produzione libraria mondiale, a partire dall’introduzione della stampa a caratteri

mobili, è esponenzialmente aumentata ad ogni innovazione tecnologica (40.000 edizioni stampate nel XV secolo, 250.000 il secolo successivo, circa un milione nel XVII fino ai 500.000 nuovi titoli annui di oggi). Cfr. Giovanni Solimine, Controllo bibliografico universale, Roma: AIB, 1995. Inoltre con l’avvento del digitale e l’evoluzione delle telecomunicazioni si aggiungono al problema dell’ingovernabilità della quantità quelli della qualità dei contenuti e della volatilità dei supporti.

2 “Termine inerente la storia degli ipertesti, composto da "documento" e "universo",

coniato da Ted Nelson (Theodor Holm Nelson) creatore del progetto Xanadu (1965). Con Docuverso si intende un insieme (potenzialmente infinito) di documenti legati strettamente tra loro tramite diverse politiche. Tali politiche riguardano il documento in sè, senza scendere nel dettaglio del suo contenuto”. Wikipedia, <http://it.wikipedia.org/wiki/Docuverso> (ultima consultazione: ottobre 2008).

3 Charles Ammi Cutter, Rules for a printed dictionary catalogue, Washington, D.C.:

Governement Printing Office, 1876, p. 10.

4

IFLA Study Group on the Functional requirements for the Bibliographic Records, Functional requirements for bibliographic records: final report, Münich: Saur, 1998 ;

(2)

1.

funzione di localizzazione: accertare se la biblioteca possiede un

determinato documento di cui si conoscano autore, titolo o

soggetto;

2.

funzione di collocazione o raggruppamento: mostrare quali

documenti posseduti dalla biblioteca abbiano caratteristiche comuni

(autore, soggetto, genere);

3.

funzione di identificazione: assistere nella scelta di un libro in base

all’edizione […] e al carattere (letterario o tematico).

In particolare per la seconda funzione risulta evidentemente indispensabile

un’azione di controllo sull’uniformità, univocità e correttezza dei punti di

accesso in quanto “il catalogo può fornire risposte soddisfacenti, ma non

offre garanzie di esaustività e di correttezza in assenza di

authority

control

5

.

I Principi di Parigi del 1961 segnano una tappa fondamentale

nell’evoluzione

della

pratica

e

teoria

catalografica:

trattando

dell’importanza di standardizzare internazionalmente i dati bibliografici, pur

avendo avuto poi maggiore applicazione per quanto concerne la

descrizione, hanno influenzato anche l’ambito dell’authority file,

traducendosi nell’approvazione di linee generali per la scelta delle

intestazioni per le registrazioni bibliografiche. La forma da dare a questa

scelta è invece più dibattuta: da un lato non sembrava veramente

necessario meditarvi in quanto si riconosceva implicitamente alla forma

reperibile online all’URL: <http://www.ifla.org/VII/s13/frbr/frbr.htm> (ultima consultazione: ottobre 2008). Tradotto in italiano: Requisiti funzionali per record bibliografici, Roma: ICCU, 2000.

“FRBR è il prodotto di uno studio sui requisiti funzionali dei record bibliografici condotto tra il 1992 e il 1997 da un gruppo di esperti e di consulenti […] approvato dallo Standing Committee della Cataloguing Section dell’IFLA il 5 settembre 1997”. Suo fine era ed è “elaborare un quadro concettuale che permettesse di comprendere chiaramente, in una forma espressa con precisione e in un linguaggio comprensibile a tutti, l’essenza stessa di ciò su cui il record bibliografico si suppone debba informare, e l’essenza stessa di ciò che ci attendiamo dal record in termini di adeguamento ai bisogni degli utenti”. Patrick Le Bœf, FRBR. Indagine su un modello concettuale al di sopra di ogni Codice, in «Bollettino AIB», n. 2, 2005, p. 187-188; IFLA Study Group on the Functional requirements for the Bibliographic Records, Functional requirements for bibliographic records: final report, p. 2.

(3)

originale un ruolo preminente, contemporaneamente però permanevano

trattamenti nazionali rispondenti alle esigenze degli utenti locali. Le

soluzioni proposte nel corso degli anni passano dall’identificare come

autorevole una sola forma a cui legare le altre, alla paritetica accettazione

di una qualsiasi forma variante.

In ogni caso questo limbo concettuale viene diradato dalla comparsa di

FRBR che riporta l’attenzione, al di là della pur decisiva standardizzazione

della descrizione, alla necessità di identificare con certezza l’opera –

declinata nelle sue varie espressioni e manifestazioni

6

– e l’entità alla

quale attribuire l’ideazione della stessa. A questa stessa priorità si

conforma la necessità di revisione e aggiornamento delle RICA la cui

nuova elaborazione si compie nella stesura della bozza complessiva delle

REICA

7

.

5 Mauro Guerrini, Il catalogo di qualità, Firenze: Pagnini e Martinelli, 2002, p. 36. 6

FRBR è un modello E-R (entità-relazioni) che individua gli oggetti di interesse della catalogazione (le entità), le relazioni che li legano e le esigenze degli utenti rispetto a essi. I documenti, oggetto della catalogazione, sono per FRBR portatori di quattro entità dal supporto al contenuto: l’oggetto fisico, l’esemplare è un “Item”; la pubblicazione, una data edizione sono “Manifestazioni”; la forma del contenuto intellettuale (linguistica, musicale, audiovisiva, etc.) è l’”Espressione”; il contenuto concettuale di massima astrazione, l’idea trascendente le incarnazioni linguistiche, espressive o materiali è l’”Opera”. Altre due entità riguardano il processo di creazione e le attribuzioni di responsabilità: FRBR individua Persona e Ente. Un terzo gruppo di entità riguarda i soggetti: implica le precedenti oltre a Concetto, Oggetto, Evento e Luogo. Cfr. Giuliano Genastasio, L’universo bibliografico e i nuovi principi di catalogazione dell’IFLA. Lectio magistralis di Barbara B. Tillett, in «AIB notizie», 20 (2008), n. 6-7, p. 11; reperibile online all’URL: <http://www.aib.it/aib/editoria/n20/0611.htm3> (ultima consultazione: ottobre 2008); Patrick Le Bœf, FRBR. Indagine su un modello concettuale al di sopra di ogni Codice, p. 188-189.

7

“0.1.2.3. Opera e espressione: per opera si intende una creazione intellettuale o artistica rappresentata da un testo, una musica o un’altra forma di espressione (un balletto, un film, etc.) o da un oggetto materiale o un manufatto (un disegno, una scultura, etc.). Rappresentano la medesima opera tutte le realizzazioni che, secondo le norme che seguono, sono considerate versioni o modificazioni (espressioni) che non danno origine a un’opera nuova, distinta da quella preesistente.

0.1.2.4. Responsabilità: per responsabilità, ai fini catalografici, si intende la relazione che lega un’opera o una delle sue espressioni a una o più persone o enti che l’hanno concepita, composta, realizzata, modificata o eseguita”. Istituto centrale per il catalogo unico, Regole italiane di catalogazione (REICA): bozza complessiva, 2008, p. 14; reperibile online all’URL:

<http://www.iccu.sbn.it/upload/documenti/ReicaFeb2008.pdf?l=it> (ultima consultazione: ottobre 2008).

(4)

L’authority control è [appunto] il processo che dovrebbe assicurare l’omogeneità formale di ciascuna voce scelta come punto di accesso: nomi degli autori personali, titoli delle opere anonime, titoli delle serie, nomi degli enti, descrittori, voci dell’indice verbale del catalogo classificato.8

L’attività dell’authority control dà quindi vita, tramite authority record, ad

intestazioni stabili che, nel loro complesso - insieme ai legami tra forme

riconosciute e forme varianti ed ai dati relativi alle regole catalografiche

seguite ed alle fonti utilizzate - formano l’authority file, oggetto di questo

lavoro.

Il processo di elaborazione teorica e di applicazione effettiva sono stati

piuttosto lunghi ed elaborati e tuttora in costante evoluzione

9

: il primo

capitolo cercherà di chiarire la storia e l’evoluzione del concetto di

authority file, dei principi e degli standard a cui fa riferimento; si

concluderà quindi con un accenno sulle problematiche ancora aperte.

Nella seconda parte si analizzerà l’applicazione dell’authority file nella

pratica catalografica di tre importanti istituzioni bibliotecarie: sono stati

studiati il Servizio Bibliotecario Nazionale italiano e due esempi stranieri

quali il “Library of Congress Authorities” e "Autorités BnF" della

Bibliothèque National de France; per ognuno di essi viene fatta una breve

introduzione storica e successivamente presi in esame strutturazione e

contenuti dell’archivio in generale e delle schede di autorità in particolare

(tipologie di informazioni scelte, campi utilizzati, funzionalità di output,

etc.). La parte conclusiva opera un confronto tra i casi prescelti per

capirne analogie, differenze, eventuali rispondenze a particolari

orientamenti teorici.

8 Mauro Guerrini, Il catalogo di qualità, p. 35-36.

9 Interessante valutare le potenzialità del collegamento di archivi di dati di intestazioni

uniformi tra diversi istituti culturali impegnati nella catalogazione (musei, archivi, repository istituzionali, etc.) o con altri soggetti operanti nella produzione e circolazione delle informazioni (editori, librai, tutela di diritti e copyright, fornitori di servizi informativi).

(5)

Relativamente a questo ambito di attività, la letteratura italiana di settore,

pur utilizzando talvolta una terminologia “tradotta”

10

, non ne ha

stabilizzato l’uso e il vocabolario: nelle pagine seguenti verrà quindi spesso

utilizzato il gergo tecnico di area anglo-americana.

10

Es.: controllo delle intestazioni, archivio di controllo, lista di autorità, archivio d’autorità, etc. La mancanza di specifica terminologia è indicativa del ritardo accumulato nella pratica e nell’elaborazione teorica dell’authority work in Italia. Mauro Guerrini, Authority control, Roma: AIB, 2003, p. 18.

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