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Capitolo 2- Dpp 79

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Academic year: 2021

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2.1 Premessa

Il Documento preliminare all'avvio della progettazione (Dpp), che costituisce uno strumento fondamentale e obbligatorio per la realizzazione di un'opera pubblica, è il documento che contiene gli obiettivi che si intende raggiungere con l'opera o il servizio programmato, le esigenze del committente/utilizzatore, le prestazioni attese ed i requisiti per l'ottenimento di un prodotto che soddisfi le esigenze manifestate all'interno delle risorse economiche del committente per quanto attiene la produzione e dell'utilizzatore per quanto riguarda la gestione del ciclo vita ipotizzato per il prodotto in esame.

L’importanza di tale documento, introdotto dalla L 109/94 “Legge quadro in

materia di lavori pubblici" (cosiddetta Legge Merloni) e sue modifiche ed

integrazioni, con l’obiettivo di concludere la fase di programmazione di un edificio pubblico, è stata specificata dal regolamento di attuazione della suddetta legge, il DPR del 21 dicembre 1999 n°554, nel quale si individua come redattore il Responsabile del Procedimento103 e come contenuti gli “approfondimenti tecnici e amministrativi, graduati in rapporto all'entità, alla

tipologia e categoria dell'intervento da realizzare” 104.

Il sopraccitato regolamento prevede che il Responsabile del Procedimento rediga o faccia redigere il documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp), che consente alla Pubblica Amministrazione di chiarire i seguenti elementi di fondamentale importanza:

• le risorse economiche; • l’impatto dell’opera;

• le modalità di affidamento della progettazione dell’opera.

In questo approccio il Dpp rappresenta sia l’indispensabile elemento di collegamento tra la fase di programmazione e quella di progettazione del singolo intervento, sia la base su cui eseguire i controlli della progettazione

103

art. 8 del DPR 554/1999 104 art. 15 del DPR 554/1999

(2)

previsti dalla normativa stessa (verifica del progetto preliminare105 e validazione del progetto esecutivo 106).

Si assiste in questo modo ad un notevole beneficio sia per i progettisti che per la committenza pubblica, il Dpp, infatti, assume un ruolo fondamentale nella fase di metaprogettazione, perché sintetizza tutte le indicazioni per una corretta stesura del progetto, per la realizzazione e la gestione dell’opera, con la conseguenza di raggiungere, in perfetta simbiosi con il pensiero di Vitruvio, una visione globale di tutti gli aspetti del progetto, funzionale, tecnologico, economico-gestionale ed operativo.

Secondo l'art. 15 comma 5 del DPR 554/99, il Dpp deve contenere fra l'altro le “indicazioni:

a) della situazione iniziale e della possibilità di far ricorso alle tecniche di ingegneria naturalistica;

b) degli obiettivi generali da perseguire e delle strategie per raggiungerli; c) delle esigenze e bisogni da soddisfare;

d) delle regole e norme tecniche da rispettare;

e) dei vincoli di legge relativi al contesto in cui l'intervento è previsto; f) delle funzioni che dovrà svolgere l'intervento;

g) dei requisiti tecnici che dovrà rispettare;

h) degli impatti dell'opera sulle componenti ambienta li e nèl caso degli organismi edilizi delle attività ed unità ambientali;

i) delle fasi di progettazione da sviluppare e della loro sequenza logica nonché dei relativi tempi di svolgimento;

I) livelli di progettazione e degli elaborati grafici e descrittivi da redigere; m) dei limiti finanziari da rispettare e della stima dei costi e delle fonti di finanziamento;

n) del sistema di realizzazione da impiegare” 107.

Il Redattore del Dpp deve far riferimento ai punti succitati come linee guida ed adattarli alla propria opera, senza approfondirli necessariamente tutti.

105 art. 46 del DPR 554/1999 106

art. 47 del DPR 554/1999 107 art. 15 del DPR 554/1999

(3)

2.2 Questionario per una progettazione partecipata

Nel primo capitolo sono state presentate le linee evolutive riguardanti lo sviluppo delle biblioteche pubbliche europee. Come è stato sottolineato più volte alcuni studi recenti hanno dimostrato che le persone più adatte a progettare gli spazi destinati ai bambini in età scolare e i giovani adolescenti non sono gli adulti, ma i ragazzi stessi.

Negli ultimi anni, infatti, è stata data molta importanza agli utenti, precedentemente trascurati, che hanno dimostrato una grande capacità di pensare a degli ambienti su misura per loro. I metodi impiegati per permettere ai bambini di utilizzare la loro fantasia ed esprimere la loro creatività sono molteplici: interviste guidate, corsi ed esercitazioni per introdurre i temi della progettazione su basi semplificate, questionari, etc. E’ importante far presente, però, che tali strumenti devono essere integrati con momenti di osservazione e conoscenza guidati che permettano ai bambini di passare dal mondo del loro immaginario alla conoscenza delle tecniche, dal mondo della fantasia alla stesura di un progetto creativo. In questa sede si intende presentare uno strumento che permetta al progettista di conoscere le idee e i gusti dei futuri utenti, al fine di creare un legame personale tra i bambini e l’ambiente biblioteca che contribuisca a far sentire a proprio agio i piccoli fruitori.

Tale strumento è costituito da un breve questionario, rivolto ai bambini in età scolare e ai giovanissimi, che mira sia alla conoscenza delle abitudini e delle preferenze dell’utente che alla concretizzazione delle loro idee e della loro creatività. Le domande, realizzate secondo diverse modalità per permettere ai bambini di esprimere al meglio le loro capacità, non sono volontariamente poste in chiave esplicita e riferite alla progettazione di una biblioteca, poiché i bambini e i ragazzi giovani presentano una memoria esperienziale che li limiterebbe drasticamente nella fase creativa portandoli, inconsciamente, a riprodurre le caratteristiche di uno spazio tipologicamente uguale a quello preso in esame e di cui, in passato, hanno fatto esperienza visiva.

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QUESTIONARIO

per la

PROGETTAZIONE PARTECIPATA DI

UNA BIBLIOTECA PUBBLICA

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Ciao! Sono Palmiro, un topolino di biblioteca, e mi piace molto leggere i libri.

Tu come ti

chiami?...

Bene, ora che ci siamo

presentati sarei curioso di conoscerti.

Ti piace leggere?

Si No

Che cosa ti piace leggere?

Libri Fumetti Riviste

Preferisci…

Numera le seguenti attività da 1 a 6 in base alle tue preferenze

Leggere Ascoltare le storie Scrivere

Disegnare Giocare Dipingere

Grazie per avermi raccontato qualcosa di te!

Sai, in questi giorni ho deciso di costruirmi una nuova casa, ma non sono sicuro su come realizzare alcune stanze.

Ti va di aiutarmi?...Si?....Bene, allora partiamo!

Come prima cosa vorrei avere un posto per disegnare, ma deve essere illuminato.

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A quali colori associ queste attività?

Unisci con una linea l’attività sulla sinistra con il colore scelto sulla destra.

Giocare Leggere Creare Ascoltare Rosso Giallo Verde Azzurro

Dato che sei così bravo ora puoi aiutarmi a scegliere il colore degli elementi d’arredo:

Completa le seguenti frasi secondo le tue preferenze.

Il colore del tavolo è ... Il colore delle sedie è ... Il colore della libreria è ... Il colore dei muri è ... Il colore del tappeto è ... Il colore degli scaffali è ...

Che bello, ora ogni cosa ha il suo colore! L’ideale per farsi raccontare una bella storia!

Quando ti raccontano una storia ti piace stare…

Seduto Sdraiato

E mentre ascolti la storia ti piacerebbe che…

Completa le seguenti frasi:

Sulle pareti ci fosse………... Sul pavimento ci fosse………….

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Che suoni ti piace sentire quando giochi, leggi, dipingi e stai con i tuoi amici?

Assegna ad ogni risposta un numero seguendo la seguente legenda: 1-mi piace moltissimo

2-mi piace 3-mi piace poco 4-non lo sopporto. Tic tac dell’orologio Musica Silenzio Voci Giocare Leggere Dipingere Stare con gli amici

E’ l’ora della creatività! Io non ho molta fantasia, ma sono sicuro che tu saprai aiutarmi a disegnare la forma da dare al tavolo del laboratorio!

Disegna qui sotto il tavolo della forma che ti piace.

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Che forma daresti alle librerie per contenere i seguenti generi di libri?

Disegna la forma della libreria nei riquadri sottostanti.

Avventura Fantastico

Horror Poliziesco

Come sai bene è necessario un po’ di ordine quando si lavora.

Dove terresti tutto il materiale per disegnare, pitturare e per le attività manuali?

Scatole Mensole Cassetti

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Una casa con tutte questa cose sarà sicuramente grande e avrà bisogno di qualche cartello per indicare dove sono le stanze!

Disegna qui sotto la forma che ti piacerebbe avessero i cartelli.

Ed infine, ultima domanda, entrando in questa casa cosa ti piacerebbe che ci fosse ad accoglierti?

Scrivi di seguito tutto quello che ti viene in mente per aiutare Palmiro.

Bene, abbiamo finito! Sei stato bravissimo e mi hai dato tante belle idee. Mi metto subito al lavoro e quando avrò finito, mi raccomando, vienimi a trovare!

A presto

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2.3 Contenuti del Dpp

Obiettivo generale

In una prima fase di carattere generale, l’obiettivo principale della presente tesi è quello di contribuire alla progettazione di una biblioteca pubblica, che preveda al suo interno anche spazi ricreativi ed informatici, in cui sia possibile svolgere attività di laboratorio creativo, collegarsi ad internet e usufruire gratuitamente delle nuove tecnologie di informazione. La progettazione del nuovo spazio, ideato con la partecipazione degli utenti e del personale di servizio che dovranno vivere quotidianamente al suo interno, si basa, in accordo con la visione moderna, sulle esigenze concrete e specifiche dei fruitori e non è più, come in passato, una struttura precostituita su concetti universali progettata per rispondere in maniera sterile alle domande del cliente.

L’intervento, oltre che alla realizzazione di uno spazio progettato in accordo con le nuove linee guida europee, analizzate nel capitolo precedente, è mirato alla valorizzazione dell’edificio storico preesistente, di proprietà privata, in cui, a seguito di un cambiamento della destinazione d’uso, andrà ad inserirsi la nuova biblioteca pubblica, e al mantenimento degli elementi caratteristici indipendentemente dall’allestimento interno dell’involucro. Infine è importate presentare l’utenza a cui si rivolge la nuova struttura: essa è costituita da un pubblico giovane e dinamico formato da ragazzi, adolescenti e bambini in età scolare, che sono protagonisti indiscussi dello spazio con i loro desideri, le loro molteplici e mutevoli esigenze e la loro continua ricerca di un luogo extra scolastico in cui conoscere, incontrare ed esprimersi liberamente sia come singoli che come gruppo.

In fase di progettazione, inoltre, si ricorda che la presenza dei bambini può portare alla fruizione dello spazio-biblioteca anche da parte dei genitori che, oltre ad accompagnare i figli, possono approfittare dello spazio comune per incontrarsi e confrontarsi.

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Altri obiettivi

In accordo con l’obiettivo principale ci si prefigge, inoltre, di integrare e completare l’intervento riguardante la realizzazione della biblioteca pubblica e di spazi per lo svolgimento di attività informatiche e ricreative, rivolti a ragazzi e bambini, con un’analisi approfondita dei requisiti necessari alla realizzazione di uno spazio versatile in grado di rispondere alle loro mutevoli esigenze.

Lo studio che si intende realizzare, ai fini di una progettazione adeguata alle richieste della committenza ed alle esigenze dell’utenza, trova i suoi fondamenti nelle nuove linee evolutive analizzate nel corso del primo capitolo, che, negli ultimi anni, stanno caratterizzando le biblioteche pubbliche europee, le quali nascono da una progettazione partecipata tra utenti, progettisti e personale di servizio, al fine di creare spazi familiari e stimolanti per la crescita culturale dei giovani e dei bambini.

Partendo dalla lettura critica di tali esperienze, si intende, infatti, individuare quali caratteristiche deve avere e come deve essere articolato uno spazio per l’infanzia e per i giovani, traendo informazioni di carattere generale e specifico sia a livello distributivo che per quanto riguarda le superfici di pavimenti, pareti e soffitti realizzati con diversi materiali, gli aspetti percettivi quali: rumori, olfatto, tatto, luci e colori (soft qualities); agli arredi ed i materiali che sappiano salvaguardare al massimo i bisogni di sicurezza ed i desideri di autonomia espressi a quell’età.

Questo studio viene effettuato al fine di fornire degli strumenti di analisi e delle indicazioni d’uso per la progettazione degli interni delle biblioteche pubbliche, ponendole in grado di rispondere alle esigenze dei giovani e dei bambini contemporanei, alle loro nuove modalità di comportamento, ai loro bisogni ed ai loro desideri.

E’ importante, tuttavia, sottolineare che il progetto, per quanto innovativo, dovrà prevedere il mantenimento degli elementi storici che caratterizzano l’edificio e la riqualificazione di eventuali parti trascurate nel corso degli anni, nel rispetto dello stile originario.

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Vincoli (leggi, norme e prestazioni attese)

Il progetto dovrà essere redatto nel rispetto dei vincoli di vario genere imposti dalle preesistenze, in conformità agli strumenti urbanistici ed alle normative vigenti in materia, con particolare attenzione ai vincoli imposti dal committente ed alle prestazioni attese dai futuri fruitori degli spazi che partecipano attivamente alla progettazione della biblioteca.

Norme cogenti e raccomandazioni tecniche

Il progetto, quindi, dovrà essere redatto in conformità con le normative vigenti in materia di:



Lavori pubblici:

Legge 11 febbraio 1994 n°109 “Legge quadro in materia di lavori

pubblici” (detta legge Merloni) e successive modificazioni: L 216/95

Merloni-bis, L 415/98 Merloni-ter (Supplemento ordinario alla GU n°234 del 5 ottobre 1999);

Decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999 n°554

“Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di lavori pubblici 11/2/94 n°109 e successive modificazioni” (Supplemento

ordinario alla GU n°98 del 28 aprile 2000);

Decreto del Presidente della Repubblica 19 Aprile 2000 n°145

“Regolamento recante il capitolato generale d’appalto dei lavori pubblici, ai sensi dell’art. 3 comma 5 della legge 11 febbraio 1994 n°109 e successive modificazioni”;

Decreto del Presidente della Repubblica 21 Giugno 2000 “Modalità

per la redazione del programma triennale, dei suoi aggiornamenti annuali e dell’elenco annuale dei lavori, ai sensi dell’ art. 14, comma 11, della legge 11/2/1994 n°109 e successive modifi cazioni”;

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Sicurezza sul luogo di lavoro e nel normale utilizzo degli impianti:

• Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1955 n°547 “Norme per la prevenzione degli infortuni”;

• Decreto del Presidente della Repubblica 19 marzo 1956 n°303 “Norme generali per l’igiene del lavoro”;

• Legge 1 marzo 1968 n°186 “Definizioni di realizzaz ione e costruzione a regola d’arte degli impianti elettrici”;

• Legge 18 ottobre 1977 n°791 “Norme per la sicurezz a degli impianti elettrici”;

• Legge 5 marzo 1990 n°46 “Norme per la sicurezza de gli impianti”; • Decreto Legislativo 15 agosto 1991 n°277 in materi a di “Protezione

dei lavoratori contro rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro”;

• Decreto del Presidente della Repubblica 6 dicembre 1991 n°447 “Regolamento di attuazione della L 5/3/90, in materia di sicurezza degli impianti”;

• Decreto Legislativo 19 settembre 1996 n°626 “Adegu amento alle direttive 89/392/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/269/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, 93/88/CEE, 97/42/CEE e 199/3/CEE, riguardanti il miglioramento durante il lavoro”.



Sicurezza in caso di incendio:

• Decreto Ministeriale 16 febbraio 1982 “Elenco dei depositi e industrie pericolose soggetti alle visite ed ai controlli di prevenzione incendi”;

• Decreto Ministeriale 30 novembre 1983 “Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi”;

• Decreto Ministeriale 10 marzo 1998 “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro”

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Accessibilità e fruibilità:

• Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1978 n°384 “Norme sull’abbattimento delle barriere architettoniche”;

• Legge 9 gennaio 1989 n°13 “Disposizioni per favori re il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”;

• Decreto Ministeriale 14 giugno 1989 n°236 “Prescri zioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visibilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sorveglianza e agevolata ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche”;

• Legge Regione Toscana 9 settembre 1991 n°47 “Norme sull'eliminazione delle barriere architettoniche”;

• Decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996 n°503 “Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici”



Benessere:

• Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1955 n°547 “Illuminazione generale”;

• Decreto del Presidente della Repubblica 19 marzo 1956 n°303 “Illuminazione naturale e artificiale”;

UNI EN ISO 717-1: 1997: “Valutazione dell'isolamento acustico in

edifici ed elementi di edificio- Isolamento acustico per via aerea”; UNI EN ISO 3740:2002: “Determinazione dei livelli di potenza

sonora delle sorgenti di rumore - Linee guida per l'uso delle norme di base”;

UNI EN 12354-2:2002: “Valutazioni delle prestazioni acustiche di

edifici a partire dalle prestazioni di prodotti - Isolamento acustico al calpestio tra ambienti”.

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Classi di esigenze

La tipologia di biblioteca pubblica presa in esame, così come la scuola, è un ambiente destinato ad un pubblico costituito da bambini ad adolescenti che hanno delle esigenze specifiche, differenti a seconda della fascia d’età, da tenere ben presenti durante al fase di progettazione dell’edificio che li ospiterà, poiché è in questo spazio che si consolida l’educazione dell’individuo e si struttura il suo modo di agire e di pensare .

Secondo la norma UNI 8289, "le classi di esigenze sono… l’esplicitazione

di bisogni dell'utenza finale, tenuto conto dei vincoli che l'ambiente naturale pone all'ambiente costruito… la loro individuazione passa attraverso l'analisi dei bisogni da soddisfare, confrontati con i fattori di tipo ambientale, culturale ed economico"108.

Secondo tale norma, inoltre, possono identificarsi sette classi di esigenze, di seguito definite ed esplicitate, anche in riferimento alla norma UNI 10722-2:

1. Sicurezza: "insieme delle condizioni relative all'incolumità degli utenti nonché alla difesa e prevenzione di danni in dipendenza da fattori accidentali, nell'esercizio del sistema edilizio”.

L’incolumità dei bambini in età scolare e dei giovani richiede una progettazione accurata degli spazi, dei flussi che in essi si generano e degli arredi, con particolare attenzione per le forme ed ai materiali, al fine di non creare pericoli in caso di urto o caduta. Tuttavia la sicurezza all’interno di una biblioteca pubblica non si limita agli utenti, ma anche ai lavoratori ed alla merce presente nell’edificio, che deve essere protetta da danni e furti.

Poiché il concetto di sicurezza è ampiamente trattato dalla legislazione vigente, sono state elencate nel paragrafo relativo alle norme cogenti le normative attualmente vigenti.

108 norma UNI 8289:1981

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2. Benessere: “insieme delle condizioni relative a stati del sistema edilizio adeguati alla vita, alla salute ed allo svolgimento delle attività degli utenti".

Il concetto di benessere, che rimanda alla percezione di stimoli sensoriali avvertita dagli utenti/utilizzatori dell’opera, riguarda quindi tutte quelle condizioni che rendono l’ambiente adeguato alla salute ed allo svolgimento delle attività.

In fase di progettazione può essere analizzata la disposizione degli ambienti in relazione alle funzioni che in esse vengono svolte, o la collocazione e l’ampiezza delle aperture, oltre che la presenza di eventuali impianti di condizionamento, per garantire i valori richiesti dei parametri termoigrometrici.

3. Accessibilità e Fruibilità: "insieme delle condizioni relative a stati del

sistema edilizio ad essere adeguatamente usato dagli utenti nello svolgimento delle attività ".

Questa classe di esigenze è in diretta relazione con tutti quei fattori connessi al tema della progettazione con superamento di barriere architettoniche, che permettono il completo svolgimento dei servizi cui gli ambienti sono predisposti.

Poiché questa esigenza deve essere soddisfatta al massimo livello, cioè permettendo integrazione, comodità d'uso e di manovra in qualsiasi condizione, è necessario rispettare le normative attualmente vigenti, elencate nel paragrafo relativo alle norme cogenti.

4. Aspetto: "insieme delle condizioni relative alla fruizione percettiva del sistema edilizio da parte degli utenti".

L’aspetto è la classe di esigenze connessa alle condizioni relative alla fruizione percettiva del sistema edilizio da parte degli utenti, in relazione a vari elementi, come il tipo edilizio, alla qualità dei materiali, alla soluzione architettonica, alla forma, al colore, ecc.

E’ importante ricordare, infatti, che i bisogni dei bambini e degli adolescenti sono strettamente connessi alla qualità estetica di un ambiente ed alla varietà di valori sensoriali che esso presenta.

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L'edificio si dovrà quindi presentare:

• gradevole esteticamente, sia per tecnologia costruttiva che per composizione architettonica dei volumi, e ricco di stimoli differenti; • di facile lettura, così da rendere la fruizione più piacevole e

semplice anche da parte di visitatori occasionali; è importante soprattutto che in caso di emergenza siano percepibili nel minor tempo possibile le via di fuga più brevi e sicure.

5. Gestione: "insieme delle condizioni relative all'economia di esercizio del sistema edilizio".

Questa classe di esigenze, che rappresenta un elemento importante sull'economia di un'attività, comprende i seguenti elementi, presenti in qualsiasi organismo edilizio, ma spesso sottovalutati in fase di programmazione e progettazione:

• manutenzione ordinaria preventiva; • manutenzione straordinaria; • pulibilità degli elementi; • riparabilità degli elementi;

• sostituibilità parziale o completa degli elementi.

La gestione è una fase che merita una progettazione a parte, come prevede il DPR 554/99: "La progettazione ha come fine fondamentale la

realizzazione di un intervento di qualità e tecnicamente valido, nel rispetto del miglior rapporto fra i benefici e i costi globali di costruzione, manutenzione e gestione. La progettazione è informata, tra l'altro, a principi… di massima manutenibilità, durabilità dei materiali e dei componenti, sostituibilità degli elementi… ed agevole controllabilità delle prestazioni dell'intervento nel tempo"109.

Di conseguenza, poiché i costi di gestione per alcune attività sono superiori ai costi di realizzazione, la normativa sottolinea che devono essere utilizzati specifici accorgimenti costruttivi e tecnologici per ridurre questa voce nei costi globali.

109 art. 15 del DPR 554/1999

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6. Integrabilità: "insieme delle condizioni relative all'attitudine delle unità e degli elementi del sistema edilizio a connettersi funzionalmente tra di loro”.

Questa esigenza deve comprendere l’analisi dei seguenti elementi: • rapporto con il contesto antropologico;

• rapporto con gli elementi naturali;

• compatibilità tecnica e funzionale tra i materiali e gli elementi tecnici.

All’integrabilità rivolge una particolare attenzione anche la vigente normativa in materia di lavori pubblici, come prevede il DPR 554/99: “La

progettazione è informata, tra l'altro, a principi di… compatibilità dei materiali” 110.

7. Salvaguardia dell’ambiente: "insieme delle condizioni relative al mantenimento e miglioramento degli stati dei sovrasistemi di cui il sistema edilizio fa parte".

Questa esigenza si deve tradurre in atteggiamenti progettuali mirati al conseguimento dei seguenti risultati:

• costruire un’opera che preveda sistemi atti alla riduzione di agenti inquinanti;

• realizzare un'opera che utilizzi materiali riciclabili in fase di smaltimento;

• contribuire nelle fasi sia di realizzazione che di gestione alla riduzione dello sfruttamento delle risorse terrestri.

Alla salvaguardia dell’ambiente si deve rivolgere una particolare attenzione anche durante la fase progettuale, come prevede il DPR 554/99: “La progettazione è informata, tra l'altro, a principi di

minimizzazione dell’impegno di risorse materiali non rinnovabili e di massimo riutilizzo delle risorse naturali impegnate dall’intervento”111.

110

art. 15 del DPR 554/1999 111 art. 15 del DPR 554/1999

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Sicurezza

Per progettare un edificio sicuro, rivolto ad un’utenza formata da giovani e bambini in età prescolare, e garantire l'incolumità di tutti i fruitori, è necessario garantire il rispetto di tutte le seguenti sottoclassi di esigenze:

sicurezza da agenti atmosferici e naturali; sicurezza statica;

sicurezza dalle cadute; sicurezza in caso di incendio;

sicurezza nei luoghi di lavoro e nel normale utilizzo degli impianti; sicurezza dei materiali;

sicurezza antifurto e antintrusione.

Tuttavia è importante ricordare che i bambini, non solo all’interno delle biblioteche, ma ovunque si trovino, sono esposti ad un rischio maggiore rispetto agli adulti a causa della loro necessità di muoversi e correre alla scoperta del mondo. Le strutture, le attrezzature, gli oggetti e gli spazi possono procurare danni fisici ai bambini e per questo, nella fase di progettazione, bisogna fare particolare attenzione alle forme ed ai materiali utilizzati. Spesso, però, la rimozione tali cause, con opportune modifiche alla caratteristiche fisiche dell’ambiente, non risolve il problema della sicurezza nella sua globalità, facendo riferimento al “Progetto regionale sperimentale di promozione ed educazione alla sicurezza nella scuola dell'obbligo e nella comunità”112, promesso dalla regione Veneto, si propone una visione globale del problema “sicurezza” con l’obiettivo di avviare un’azione di prevenzione centrata sull’assunzione, da parte del bambino, di comportamenti personali e sociali corretti alla scoperta dell’ambiente in cui vive. Questa presa di coscienza da parte dell’utente costituisce, inoltre, un importante punto di partenza per garantire la sicurezza della merce e degli arredi presenti nello spazio.

I requisiti relativi a questa importante classe di esigenze saranno analizzati nel successivo paragrafo ad essi dedicato.

112 i n www.aslbassano.it

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Accessibilità e fruibilità

La biblioteca pubblica e gli spazi destinati ad attività informatiche e ricreative dovranno essere accessibili e visitabili in autonomia da parte di tutti gli utenti, senza discriminazioni e con pari possibilità di uso delle attrezzature, secondo le suddette normative vigenti in materia di eliminazione delle barriere architettoniche; il DPR 503/96 sottolinea che

"negli edifici pubblici deve essere garantito un livello di accessibilità degli spazi interni tale da consentire la fruizione dell'edificio sia al pubblico che al personale in servizio".

Le barriere architettoniche sono definite come gli “ostacoli fisici che sono

fonte di disagio per la mobilità di chiunque, ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea” ; inoltre costituiscono una barriera di tipo

architettonico anche la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque, ed in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi.

Nel progetto da realizzare la particolare destinazione d’uso prevista (servizi pubblici di carattere culturale) richiede che l’edificio presenti le caratteristiche di “accessibilità”, cioè la possibilità, da parte dei bambini e di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere l’edificio e le singole unità immobiliari o ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruirne spazi ed attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza ed autonomia.

La soddisfazione del requisito dell’accessibilità e fruibilità per tutti si traduce nell’assicurare la massima autonomia ad un'ampia fascia di utenti, che possono essere dotati di problematiche psico-fisiche molto varie, sintetizzabili nelle classi elencate di seguito



malattia;



menomazione, cioè perdita di funzioni cognitive, di strutture psicologiche o anatomiche;

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disabilità, cioè limitazione o impossibilità di portare a termine un compito o un’azione: può essere relativa al comportamento, alla comunicazione, alle cure personali, al moto, alla destrezza, alla tolleranza ambientale, ecc.

Da queste problematiche conseguono vari livelli di handicap, inteso come svantaggio che colpisce l'individuo per una delle cause sopra elencate e che gli impedisce di assumere il ruolo definito normale in rapporto alla sua età, condizione sociale, cultura, ecc.

Le possibili strategie per raggiungere l’accessibilità e la fruibilità per tutti prevedono l’uso dei seguenti accorgimenti:

•••• dimensionare i percorsi di connettivo in modo sovrabbondante

rispetto agli standard usuali;

•••• studiare la morfologia dei percorsi, possibilmente lineari, ma

adeguati all'instaurarsi di più flussi di utenti, anche dal punto di vista volumetrico, prevedendo rapporti larghezza-altezza che non provochino sensazioni claustrofobiche, isole di sosta ed attrezzature di supporto alla mobilità;

•••• assicurare una corretta illuminazione diretta naturale, preferibilmente laterale, in modo da consentire una corretta percezione delle sagome e delle distanze anche da parte degli utenti con limitazioni visive;

•••• realizzare raccordi verticali adeguati a tutti gli utenti, evitando le

differenziazioni tra rampe e scale;

•••• studiare adeguatamente la segnaletica interna, ponendola ad

un'altezza tale da essere facilmente percepibile da tutti.

I requisiti relativi a questa importante classe di esigenze saranno analizzati nel successivo paragrafo ad essi dedicato.

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Benessere

Gli aspetti relativi al controllo del comfort interno e delle condizioni microclimatiche di un ambiente hanno un valore fondamentale per generare un’architettura relazionale, in cui sia predominante la questione delle relazioni che esso permette e delle molteplici attività che vi si possono attuare.

Il benessere, una delle esigenze che è più facile riscontrare nella soddisfazione dei fruitori, può essere:

termo-igrometrico (in funzione della temperatura, dell’umidità relativa, della velocità dell’aria);

acustico (in funzione dell'isolamento acustico e del tempo di riverberazione);

visivo (in funzione della definizione degli spazi, del tipo e livello di sfruttamento della luce naturale, evitando gli abbagliamenti);

luminoso (in funzione del livello di illuminamento del pavimento e del piano di lavoro, del fattore di luce diurna e dell’assenza o metro di fenomeni di abbagliamento, a seconda del tipo di locale);

igienico - olfattivo (in funzione del numero dei ricambi d'aria e della purezza dell’aria).

 Benessere termo-igrometrico

Per quanto riguarda il soddisfacimento del benessere termo-igrometrico è importante concepire l’edificio e saperlo gestire attivamente in modo da favorire il controllo e la regolazione, necessarie da parte di chi abiterà poi lo spazio progettuale, delle diverse condizioni climatiche date dall’alternarsi delle stagioni. Nella progettazione delle condizioni igrotermiche di uno spazio-biblioteca rivolto ad un pubblico giovane ed infantile, è importante tenere conto del fatto che i bambini hanno un’attività motoria superiore a quella degli adulti, per questo motivo l’ideale sarebbe variare la temperatura e la qualità dell’aria secondo le attività dei bambini (ad es. più calda se statiche, più fresca se motorie), ma essendo molteplici le attività svolte in ogni spazio, è necessaria la creazione di un ambiente molto duttile

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dal punto di vista microclimatico. Partendo da una condizione confortevole di base, quindi, non è necessaria una omogeneità delle caratteristiche, la disomogeneità orizzontale, infatti, è una condizione che generalmente l’uomo trova apprezzabile, mentre la disomogeneità verticale, creata da radiatori e ventilatori, può essere motivo di malessere.

 Benessere acustico

Nella progettazione di uno spazio relazionale e essenziale occuparsi dei suoni e del paesaggio sonoro, poiché la percezione sonora non coinvolge solo l’udito, ma è una esperienza fisica complessa e multidimensionale: le onde colpiscono, infatti, tutto il corpo, coinvolgendo la globalità delle sfera percettiva, variano continuamente nel tempo e contribuiscono alla comprensione della dimensione spaziale in cui ci si trova.

Sia a livello di comfort che di interesse del paesaggio sonoro è auspicabile ottenere una situazione in cui i suoni risultano distinguibili, non vengono deformati e non si sovrappongono in riverberazioni e duplicazioni dello stesso suono. La relazione tra suono e ambiente, infatti, è biunivoca: il suono influisce sulla percezione sensoriale e spaziale dell’ambiente, mentre l’ambiente determina forma e qualità del suono attraverso le sue geometrie e prestazioni di riflessione dei materiali, per questo motivo l’atmosfera sono di un luogo non va azzerata, ma progettata.

Gli obiettivi da perseguire per ottenere un buon grado di benessere acustico sono essenzialmente due:

• abbassare il livello sonoro generale, contenere il rumore di fondo, abbattere i rumori disturbanti (impianti, vibrazioni, passaggio di fluidi, traffico, ecc.) per evitare che l’inquinamento acustico provochi l’incapacità di sentire la gamma dei suoni, dei sussurri e dei silenzi; • sviluppare le potenzialità sonore progettando il paesaggio sonoro,

consapevoli del fatto che il controllo delle caratteristiche acustiche si ottiene intervenendo sulla forma e sui materiali che lo compongono. E’ importante sottolineare, inoltre, che la flessibilità degli spazi, di uso e dimensione, diventa una qualità spaziale fruibile solo con un adeguato isolamento acustico, cioè con la possibilità di variare l’acustica al variare

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delle situazioni. Tuttavia, essendo uno spazio progettato anche per i bambini, risulta essenziale che, se l’edificio non si trova all’interno di un contesto ambientale aggressivo, l’insonorizzazione rispetto all’esterno non sia eccessiva, al fine di permettere ai bambini di entrare in sintonia con gli agenti esterni, naturali e stagionali, quali: il vento, la pioggia, ecc.

 Benessere visivo

La luce e il colore sono fattori fondamentali per soddisfare l’esigenza del benessere visivo, poiché permettono rispettivamente la lettura di uno spazio o di un oggetto e la definizione della prospettiva di un ambiente. Per quanto riguarda la luce il gioco di chiaroscuri genera un effetto di tridimensionalità che consente al nostro occhio di valutare spazialmente un oggetto con maggiore o minore facilità; inoltre, grazie al “colore” che la luce assume, in funzione della temperatura e della qualità cromatica del suo spettro, è possibile, con l’inserimento di luci a temperatura differente, variare la natura percettiva di un luogo formando un paesaggio luminoso policromo.

Per quanto riguarda il colore, invece, è importante sottolineare che i bambini lo amano e rispondono spontaneamente ad esso. Per questo motivo è opportuno che l’ambiente in cui vivono non sia monocromatico, ma è preferibile che sia policromo, in modo che ogni soggetto abbia la possibilità di sintonizzarsi sul suo colore personale.

Inoltre una significativa presenza cromatica è costituita dai bambini stessi con i colori dei proprio vestiti e degli oggetti che posseggono, per questo l’ambiente non dovrebbe risultare già cromaticamente saturo e autosufficiente, ma raggiungere il suo equilibrio nel momento in cui viene abitato con cose e persone.

L’utilizzo della luce e del colore permette, inoltre, di mettere a disposizione dei bambini e dei ragazzi una varietà spaziale e una ricchezza percettiva stimolanti per la formazione dei processi di conoscenza e dell’identità.

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 Benessere luminoso

Il benessere luminoso è fondamentale nella progettazione di uno spazio-biblioteca, poiché la luce costituisce una delle più grandi componenti emotive delle nostra percezione estetica. La quantità di luce naturale è una delle caratteristiche principali dell’illuminazione, sia per motivi biologici che perché molta luce consente al bambino di percepire l’esterno, le variazioni di clima, delle stagioni e l’ora del giorno, senza dovere ricorre a dispositivi artificiali. La luce del giorno, inoltre, si presta per essere modulata, filtrata, schermata, tesaurizzata con semplici mezzi che, anche i bambini, possono gestire direttamente, creando giochi di luce-ombre, un alto senso di contrasto o buio completo. Attraverso la manipolazione, la luce, diventa un materiale visibile e gestibile da parte dei bambini che hanno la possibilità di produrre autonome coreografie ambientali personificando lo spazio.

L’illuminazione artificiale, allo stesso tempo, è opportuno che non sia uniforme e monocorde, ma che contribuisca a creare un paesaggio luminoso vivo e articolato agendo sulle variazioni di intensità, sulle differenze di colore (luci calde e fredde), sulla possibilità di filtrare e creare delle ombre che possono essere diafane, molto dense, ordinate o caotiche, frammentate o compatte.

 Benessere igienico - olfattivo

Il benessere igienico-olfattivo è strettamente legato al numero dei ricambi d’aria previsti per il mantenimento degli standard di purezza dell’aria, e al paesaggio odoroso.

Poiché l’uomo affida all’olfatto il massimo della veridicità nel giudizio, nella definizione e nel riconoscimento dell’ambiente e degli oggetti, è facile comprendere l’importanza che l’odore acquista nella progettazione degli ambienti e la necessità di superare il principio che l’igiene si raggiunge con l’eliminazione degli odori all’interno degli ambienti, visione che, negli ultimi anni, ha provocato un impoverimento del senso di identità dei luoghi.

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Requisiti derivanti dai vincoli

La norma UNI 10838:1999 definisce il requisito come la "traduzione di

un'esigenza in fattori atti a individuarne le condizioni di soddisfacimento da parte di un organismo edilizio o di sue parti spaziali o tecniche, in determinate condizioni d'uso e/o di sollecitazione”.

La traduzione in fase di programmazione delle varie classi di esigenze in requisiti ha lo scopo di soddisfare, oltre agli obiettivi stessi del processo edilizio, le prestazioni attese dall’utenza, definite dalla norma UNI 10838:1999 come “il comportamento reale dell’organismo edilizio e/o delle

sue parti nelle effettive condizioni di uso e di sollecitazione”.

I requisiti, che risultano quindi strettamente connessi alla classe di esigenze di cui sono la traduzione tecnica, vengono classificati in:

• requisiti funzionali spaziali; • requisiti ambientali; • requisiti tecnologici; • requisiti tecnici; • requisiti operativi; • requisiti di durabilità; • requisiti di manutentibilità.

Requisiti funzionali spaziali

La classe dei requisiti funzionali spaziali è definita dalle norme UNI come

"la traduzione di un'esigenza in fattori geometrico-dimensionali e di organizzazione degli spazi, atti ad individuare le condizioni di soddisfacimento da parte di un elemento spaziale”.

Le condizioni di soddisfacimento previste dalla citata norma UNI sono ricavabili dalle normative vigenti, soprattutto da quelle in campo di sicurezza (in caso di incendio e nel normale utilizzo degli impianti) e di progettazione per l’eliminazione delle barriere architettoniche.

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Di conseguenza, ai fini della verifica delle dimensioni minime degli spazi e la loro disposizione, sarà necessario rispettare i requisiti, che verranno esplicitati nei paragrafi successivi in relazione alla due seguenti fondamentali classi di esigenze:



sicurezza;



accessibilità e fruibilità.

Sicurezza

La sicurezza verrà garantita, per l'incolumità di tutti i fruitori, dipendenti ed esterni, e dei beni, attraverso la verifica delle normative vigenti.

Di seguito si esaminano in modo autonomo i requisiti relativi alle sottoclassi di esigenze elencate nel paragrafo relativo alle classi di esigenze.

a. Sicurezza da agenti atmosferici e naturali: la protezione

dell'edificio dagli agenti atmosferici viene realizzata adottando i seguenti accorgimenti tecnici:

- vetri delle finestre resistenti agli urti;

- presenza di impianto di protezione in caso di fulmini, con riferimento alla norma CEI 81-1.

b. Sicurezza statica: tutti gli interventi previsti in fase di progettazione

e le necessarie modifiche strutturali apportate dovranno rispettare i requisiti previsti dalle specifiche normative in materia.

c. Sicurezza in caso d'incendio: dal momento che la biblioteca

pubblica costituisce anzitutto un luogo di lavoro, occorre fare riferimento al Decreto Ministeriale 10 marzo 1998, concernente "Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione e

l'emergenza nei luoghi di lavoro", in attuazione di quanto previsto

dall'art. 13 del decreto legislativo 19 settembre 1994 n°626. Lo scopo di tale Decreto è dettare un regolamento che stabilisca i criteri per la valutazione dei rischi di incendio nei luoghi di lavoro ed indicare le misure di prevenzione e di protezione antincendio da

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adottare al fine di ridurre l'insorgenza di un incendio e di limitarne le conseguenze, qualora si verifichi.

La serie delle procedure e delle misure tecniche da applicare a tale scopo prevede i seguenti passaggi.



Redazione da parte del datore di lavoro del documento di

valutazione dei rischi, che contiene la valutazione del livello di

rischio d'incendio, classificato in una delle seguenti categorie: - livello di rischio basso: per i luoghi di lavoro o parte di essi in cui

sono presenti sostanze a basso tasso di infiammabilità, le condizioni locali e di esercizio offrono scarse possibilità di sviluppo di principi di incendio ed in cui, in caso di in incendio, la probabilità di propagazione dello stesso è da ritenersi limitata; - livello di rischio medio: per i luoghi di lavoro o parte di essi, in

cui sono presenti sostanze infiammabili e/o condizioni locali e/o di esercizio che possono favorire lo sviluppo di incendi, ma nei quali, in caso di incendio, la probabilità di propagazione è limitata;

- livello di rischio elevato: per i luoghi di lavoro in cui, per la

presenza di sostanze altamente infiammabili e/o per le condizioni locali e/o di esercizio, sussistono notevoli probabilità di sviluppo di incendi e sussistono forti probabilità di propagazione delle fiamme.



Identificazione del pericolo di incendio, in funzione dei materiali presenti nei luoghi di lavoro; i materiali che possono costituire pericolo potenziale, poiché combustibili ed infiammabili, sono: - vernici e solventi infiammabili;

- gas infiammabili;

- grandi quantitativi di carta e materiali imballaggio; - materiali plastici, in particolare sotto forma di schiuma;

- vaste superfici di pareti o solai rivestite con materiali facilmente combustibili.

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Adozione di una o più tra le seguenti misure di tipo tecnico intese a

ridurre la probabilità di insorgenza degli incendi:

- realizzazione di impianti elettrici realizzati a regola d'arte;

- realizzazione di impianti di messa a terra di impianti, strutture e masse metalliche, per evitare la formazione di cariche elettrostatiche;

- realizzazione di impianti di protezione contro le scariche atmosferiche;

- ventilazione degli ambienti in presenza di vapori, gas o polveri infiammabili;

- adozione di dispositivi di sicurezza.



Adozione dei seguenti criteri generali di sicurezza relativi alle vie

di uscita in caso di incendio:

- ogni luogo di lavoro deve disporre di vie di uscita (percorsi senza ostacoli al deflusso, che consenta agli occupanti di un edificio o locale di raggiungere un luogo sicuro) alternative, ad eccezione di quelli di piccole dimensioni o dei locali a rischio di incendio medio o basso;

- ciascuna via di uscita deve essere indipendente dalle altre e collocata in modo che le persone possano ordinatamente allontanarsi da un incendio;

- dove è prevista più di una via di uscita, la lunghezza del percorso per raggiungere la più vicina uscita di piano ed il tempo massimo di evacuazione devono essere inferiore ai seguenti valori:



30 m e 1’ per aree a rischio di incendio elevato;



45 m e 3’ per aree a rischio di incendio medio;



60 m e 5’ per aree a rischio di incendio basso.

- le vie di uscita devono sempre condurre ad un luogo sicuro (un posto dove le persone possano ritenersi al sicuro dagli effetti di un incendio);

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- i percorsi di uscita in un'unica direzione devono essere evitati per quanto possibile;

- le vie di uscita devono essere di larghezza sufficiente in relazione al numero degli occupanti, misurata nel punto più stretto del percorso;

- deve esistere la disponibilità di un numero sufficiente di uscite di adeguata larghezza da ogni locale e piano dell'edificio;

- le scale devono normalmente essere protette dagli effetti di un incendio tramite strutture resistenti al fuoco e porte resistenti al fuoco munite di dispositivo di autochiusura, ad eccezione dei piccoli luoghi di lavoro a rischio di incendio medio o basso.



Adozione dei seguenti criteri generali di sicurezza relativi al numero ed alla larghezza delle uscite di piano (uscita che consenta alle persone di non essere ulteriormente esposte al rischio diretto degli effetti di un incendio, cioè uscita che immetta direttamente in un luogo sicuro, in un percorso protetto che consenta di raggiungere un luogo sicuro o su una scala esterna): - una sola uscita di piano non è da ritenersi sufficiente quando:



l'affollamento del piano è superiore a 50 persone;



nell'area interessata sussistono pericoli di esplosione o specifici rischi di incendio;



la lunghezza del percorso per raggiungere l'uscita di piano supera i suddetti valori per la lunghezza del percorso per raggiungere la più vicina uscita di piano.

- quando una sola uscita di piano non è sufficiente, il numero delle uscite dipende dall’affollamento (numero massimo ipotizzabile di lavoratori o di altre persone presenti) e dalla lunghezza dei percorsi per raggiungere l'uscita di piano;

- per i luoghi a rischio di incendio medio o basso, la larghezza complessiva delle uscite di piano deve essere non inferiore al valore ricavato dalla seguente formula:

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dove: A = affollamento del piano

0,60 = modulo unitario di passaggio (in metri); 50 = numero massimo delle persone che possono defluire attraverso un modulo unitario di passaggio

Se il valore del rapporto A/50 non è intero, va arrotondato al numero intero superiore.

- la larghezza delle uscite deve essere multipla di 69 cm, con tolleranza del 5%;

- la larghezza minima di un’uscita non può essere inferiore a 80 cm (con tolleranza del 2%) e deve essere conteggiata pari ad un modulo unitario da passaggio e pertanto sufficiente all’esodo di 50 persone nei luoghi di lavoro a rischio di incendio medio o basso.



Adozione dei seguenti criteri generali di sicurezza relativi alle porte

installate lungo le vie di uscita:

- le porte installate lungo le vie di uscita ed in corrispondenza delle uscite di piano devono preferibilmente aprirsi nel verso dell'esodo;

- le porte installate lungo le vie di uscita ed in corrispondenza delle uscite di piano possono aprirsi in verso contrario a quello dell’esodo, quando il verso di apertura contrario può determinare pericoli per passaggio di mezzi o per altre cause; - tutte le porte resistenti al fuoco devono essere munite di

dispositivo di autochiusura;

- l'apertura delle porte installate lungo le vie di uscita ed in corrispondenza delle uscite di piano nel verso dell'esodo è obbligatoria quando:

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l'area servita ha un affollamento superiore a 50 persone;



la porta è situata al piede o vicino al piede di una scala;



la porta serve un'area ad elevato rischio di incendio.



Adozione dei seguenti criteri generali di sicurezza relativi ad impianti

ed attrezzature di spegnimento:

- la scelta degli estintori portatili e carrellati deve essere determinata in funzione della classe di incendio e del livello di rischio del luogo di lavoro;

- gli estintori portatili devono essere ubicati preferibilmente lungo le vie di uscita, in prossimità delle uscite e fissati a muro;

- il numero e la capacità estinguente degli estintori portatili devono rispondere ai valori indicati nella tabella I dell’allegato III del DM 10/3/1998;

- la scelta del tipo e del numero degli estintori carrellati deve essere fatta in funzione della classe di incendio, livello di rischio e del personale addetto al loro uso;

- quando esistono particolari rischi di incendio che non possono essere rimossi o ridotti, nei luoghi di lavoro di grandi dimensioni o complessi od a protezione di aree ad elevato rischio di incendio, in aggiunta agli estintori occorre prevedere impianti di spegnimento fissi, manuali od automatici;

- gli idranti ed i naspi antincendio devono essere ubicati in punti visibili ed accessibili lungo le vie di uscita, con esclusione delle scale, in modo che la loro distribuzione consenta di raggiungere ogni punto della superficie protetta almeno con il getto di una lancia;

- l'installazione di mezzi di spegnimento di tipo manuale deve essere evidenziata con apposita segnaletica.

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d. Sicurezza nel normale utilizzo degli impianti: il riferimento per la

progettazione degli impianti elettrici dovrà essere la legge 5 marzo 1990 n°46 " Norme per la sicurezza degli impianti”, che prevede i seguenti requisiti:

- tutti i componenti dell'impianto dovranno essere a norma, e, una volta realizzati, dovranno essere collaudati al fine di ottenere le relative certificazioni;

- i materiali utilizzati dovranno rispondere alle conformità richieste dalle direttive guida della CEI e UNI, e installati in modo opportuno e meno invasivo possibile per la struttura;

- particolare attenzione dovrà essere apportata nella dislocazione dei quadri e di tutte le apparecchiature utilizzate, garantendo spazi adeguati alle strutture, ma anche il miglior funzionamento possibile degli stessi in sicurezza.

- si dovrà fare in modo di evitare brusche variazioni di tensione elettrica, in relazione della sensibilità delle apparecchiature utilizzate, e garantire un buona gestione dei dati informatici, che richiedono materiali di ottima qualità per garantire una buona velocità di trasferimento dei dati;

- dovranno essere previsti i previsti sistemi di controllo, come il posizionamento dei quadri elettrici in modo facilmente raggiungibile dagli addetti alla manutenzione, che provvederanno ad un controllo programmato.

e. Sicurezza antifurto e antintrusione: per soddisfare i requisiti

relativi alla presente sottoclasse di esigenze, l’edificio dovrà presentare le seguenti caratteristiche:

- presenza di un sistema di recinzione sui confini, che impedisca l'intrusione di estranei e quindi il furto di materiale durante le ore di non utilizzo dell’edificio;

- presenza di un servizio di sorveglianza posto all'ingresso, per i periodi di apertura al pubblico.

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Accessibilità e Fruibilità

Nella progettazione di una biblioteca pubblica la destinazione d’uso prevista (servizi pubblici di carattere culturale) richiede che l’edificio presenti, ai sensi delle sopraelencate normative vigenti in materia di eliminazione di barriere architettoniche, le caratteristiche di “accessibilità”. Per soddisfare questa esigenza, realizzando ambienti che permettano integrazione, comodità d'uso e di manovra in qualsiasi condizione, è necessario rispettare i requisiti indicati nelle suddette norme, relativi ai seguenti elementi:

• le unità spaziali;

• i collegamenti, soprattutto quelli verticali;

• gli arredi atti a garantire l'accessibilità e la fruibilità.

Per una più chiara esplicitazione di tali requisiti, si riportano di seguito le linee guida derivanti dalle norme, specificate in relazione alle tipologie di spazi 113.



Percorsi pedonali

Per gli spazi esterni di pertinenza degli edifici pubblici, il requisito di accessibilità è considerato soddisfatto se esiste almeno un percorso per l'accesso al fabbricato fruibile anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale.

Il percorso di collegamento accessibile a tutti deve quindi presentare le seguenti caratteristiche:

- un andamento quanto più possibile semplice e regolare;

- larghezza minima di 150 cm, per rendere possibile il passaggio di una persona su sedia a rotelle e consentirne lo scambio con persone normodotate;

- pendenza massima del percorso pedonale del 5%;

- presenza ogni 10 metri di zone che consentano l’inversione del senso di marcia;

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- pavimentazione antisdrucciolevole, il più possibile continua e non sconnessa;

- presenza di rampe con pendenze contenute, nei limiti previsti dalla legge fino ad un massimo dell'8%, ogni qualvolta il percorso pedonale si raccorda con il livello stradale;

- dislivello tra il piano del marciapiede e le zone carrabili ad esso adiacenti inferiore ai 15 cm;

- pendenza di raccordo tra piano del percorso pedonale e piano stradale inferiore al 15%;

- consentire l’immediata l’individuazione dei percorsi più brevi e sicuri.



Rampe

Le rampe per il superamento dei dislivelli devono presentare le seguenti caratteristiche:

- larghezza minima di 150 cm; - pendenza massima dell’8%;

- presenza di un ripiano di lunghezza minima di 150 cm ogni 10 m di sviluppo lineare;

- corrimano ad altezza di 80 cm e prolungato su almeno un lato per 50 cm nelle zone in piano;

- pavimentazione antisdrucciolevole.



Accessi

I varchi e le porte esterne per l’accesso all’edifico devono presentare le seguenti caratteristiche:

- luce netta minima di 150 cm;

- le zone antistanti e retrostanti, complanari agli accessi, devono avere una profondità su entrambi i lati non inferiore a 150 cm; - la zona antistante all’accesso deve essere protetta dagli agenti

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- la soglia, ove presente, deve essere di altezza inferiore a 2,5 cm, arrotondata e realizzata con materiale atto ad assicurare la percezione visiva ed acustica;

- gli infissi delle porte esterne devono consentire la libera visuale fra interno ed esterno.



Pavimenti

I pavimenti di tutti i locali dell’edificio devono presentare le seguenti caratteristiche:

- presentare uno sviluppo il più possibile orizzontale e planare; - essere realizzati in materiale antisdrucciolevole;

- utilizzare lo stesso materiale, con gli stessi colori, nei percorsi con caratteristiche di continuità;

- non presentare differenze di livello o risalti, con zerbini incassati; - assicurare una perfetta planarità nel tempo.



Porte interne

Le porte, comprese quelle dei servizi igienici, devono essere di facile manovrabilità e presentare le seguenti caratteristiche:

- luce netta minima di 85 cm;

- unico battente o doppio battente a manovra unica;

- materiali resistenti all’urto ed all’usura, in particolare le parti entro 40 cm dal pavimento;

- presenza di accorgimenti atti ad assicurare l’immediata percezione, per porte realizzate completamente in materiali trasparenti;

- assenza di spigoli, riporti, cornici sporgenti e quanto altro possa recare danno in caso di urto;

- spazio libero minimo tra due porte successive, oltre quello interessato dall’apertura delle porte, di 150 cm;

- maniglie, preferibilmente del tipo a leva, poste ad un’altezza massima di 90 cm.

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Corridoi

I corridoi ed i passaggi, in qualità di spazi di trasferimento e scambio, dovranno presentare le seguenti caratteristiche:

- larghezza non inferiore a 150 cm, per permettere l'inversione di marcia di una carrozzella;

- andamento il più possibile continuo o con ben determinate variazioni di direzione, senza asimmetrie o variazioni di livello; - facilmente individuabili per mezzo di colorazione delle pareti e dei

pavimenti;

- pavimento né sdrucciolevole né abbagliante; - presentare delle zone luminose e idonee alla sosta;

- non presentare sporgenze o pilastri, colonne o mobili alle pareti; - rivolgere particolare attenzione all’ingombro ed al movimento di

apertura delle porte.



Scale

Le scale previste dovranno presentare le seguenti caratteristiche: - andamento regolare ed omogeneo per tutto il loro sviluppo;

- essere immediatamente individuabili dalle piattaforme di distribuzione;

- larghezza minima della rampa 120 cm;

- rampa con pendenza costante e uguale lunghezza per l'intero sviluppo della scala;

- gradini dal disegno possibilmente continuo (preferibilmente rettangolare) a spigoli arrotondati, con sottogrado inclinato di 75 : 80°;

- pedata realizzata con materiale antisdrucciolo;

- profondità minima pedata di 30 cm ed alzata massima di 16 cm; - dimensioni di alzata e pedata che rispettino la seguente formula

empirica: 2a + p = 62 : 64 cm ;

- segnale al pavimento per i non vedenti, situato almeno a 30 cm dal primo e dall'ultimo scalino, ad indicare l'inizio e la fine della rampa;

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- essere dotate in ogni caso di parapetto e corrimano;

- altezza minima del parapetto che costituisce la difesa verso il vuoto di 100 cm ed inattraversabile da una sfera di diametro di 10 cm;

- il corrimano, di sezione adeguata atta a facilitare la presa e senza soluzioni di continuità, posto a un’altezza compresa tra 90 e 100 cm;

- il corrimano sul parapetto o parete piena distante da esse almeno 4 cm.



Ascensore

L'ascensore, obbligatorio negli edifici con più di un piano fuori terra, se presente sarà al servizio del pubblico e, dal momento che dovrà essere idoneo al trasporto degli invalidi su sedia a rotelle, presenterà le seguenti caratteristiche:

- dimensioni minime dell’interno della cabina: larghezza di 137 cm e profondità di 150 cm;

- porte, a scorrimento laterale automatico sia per quelle interne che esterne, con luce minima netta di 90 cm;

- sistema di apertura delle porte dotato di idoneo meccanismo per l’arresto e l’inversione della chiusura delle porte in caso di ostruzione del vano porta;

- spazio minimo sul ripiano di fermata anteriormente alla porta della cabina di 200 cm;

- arresto ai piani dotato di sistema di autolivellamento del pavimento della cabina con quello del piano della fermata;

- bottoniera di comando interna ed esterna con il pulsante più alto ad un’altezza massima di 120 cm dal pavimento;

- citofono, posto nella cabina, oltre al campanello di allarme, ad un’altezza massima di 120 cm dal pavimento;

- porte con aperture di almeno 8 secondi e tempo di chiusura non inferiore a 4 secondi;

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Servizi igienici

Per quanto riguarda i servizi igienici per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, deve essere prevista, mediante un percorso continuo orizzontale o raccordato con rampe, l'accessibilità ad almeno un wc ed un lavabo, nonché ad almeno due vani doccia per nucleo operativo. I criteri di progettazione per i servizi igienici possono essere così riassunti:

- porte, apribili verso l’esterno, con luce netta minima di 85 cm; - dimensioni minime del locale di 180 x 180 cm;

- attrezzatura consistente in tazza ed accessori, lavabo, specchio, corrimani orizzontali e verticali, campanello elettrico di segnalazione;

- l’asse del wc deve essere collocato nella parete opposta all’ingresso, con distanza minima di 140 cm dalla parete laterale sinistra e di 40 cm dalla parete destra, per chi entra;

- gli accessori devono essere sistemati in modo da rendere il loro uso agevole ed immediato;

- presenza di un corrimano orizzontante continuo lungo tutto il perimetro, ad eccezione dello spazio occupato dal lavabo e dalla porta, posto ad un’altezza di 80 cm dal pavimento e ad una distanza di 5 cm dalla parete;

- corrimano orizzontale ad 80 cm dal pavimento fissato sulla faccia interna della porta per consentire l’apertura a spinta verso l’esterno;

- lo spazio necessario all'accostamento ed al trasferimento laterale della sedia a ruote al wc ed al bidet, ove previsto, deve essere minimo di 100 cm, misurati dall'asse dell'apparecchio sanitario; - lo spazio necessario all'accostamento frontale della sedia a ruote

al lavabo deve essere minimo di 80 cm, misurati dal bordo anteriore del lavabo;

- il lavabo, posto preferibilmente nella parete opposta a quella del wc, deve avere il piano superiore a 80 cm dal calpestio ed essere sempre senza colonna con sifone, preferibilmente del tipo accostato o incassato a parete;

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- l'asse del wc o del bidet, preferibilmente di tipo sospeso, deve essere posto ad una distanza minima di 40 cm dalla parete laterale, con il bordo anteriore a 75 : 80 cm dalla parete posteriore ed il piano superiore a 45 : 50 cm dal calpestio;

- qualora l'asse della tazza wc o bidet sia distante più di 40 cm dalla parete, si deve prevedere a 40 cm dall'asse dell'apparecchio sanitario un maniglione o corrimano per il trasferimento;

- le rubinetterie devono avere preferibilmente il comando a leva; - lo specchio, fissato a parete sopra il lavabo, deve interessare la

zona compresa tra 90 e 170 cm dal pavimento;

- le tubazioni di adduzione e di scarico del lavabo devono essere sotto traccia per evitare ogni possibile ingombro.

Requisiti ambientali

La condizione di benessere può essere definita come quella in cui un individuo non è condizionato in nessuna maniera dall'ambiente in cui si trova, e non desidera cambiare nessun aspetto dello stesso. Per soddisfare i requisiti connessi a questa classe di esigenze, quindi, si dovranno realizzare spazi in cui la condizione di benessere sia una prerogativa di tutti gli ambienti.

Di seguito si analizzano separatamente i requisiti connessi alle varie sottoclassi dell’esigenza benessere, già elencate nel paragrafo relativo alle Classi di esigenze.

1. Requisito termoigrometrico

Si definisce equilibrio termico la condizione in cui il corpo riesce, facendo ricorso ai suoi meccanismi di autoregolazione, ad eguagliare i termini positivi e negativi relativi alla produzione interna di calore ed agli scambi di calore con l'ambiente; mentre il benessere termoigrometrico costituisce la condizione mentale che esprime soddisfazione nei confronti dell'ambiente termico. La condizione per cui si abbia la più alta percentuale di persone che esprimono un giudizio di benessere è definita come benessere ottimale.

Figura

Tabella 2.2 Valori ottimali di isolamento acustico
Tabella 2.3 Valori minimi di intensità dell’illuminazione
Tabella 2.4 Valori ottimali dei parametri termoigrometrici
Tabella 2.5 Valori ottimali di intensità dell’illuminazione
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Riferimenti

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